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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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Maurizio Franco44realtà del suo st<strong>il</strong>e. Certo, alcune sue idee, o più probab<strong>il</strong>mente leconseguenze che altri hanno tratto dalle sue soluzioni armoniche,ritmiche e melodiche, hanno agito come elementi di spinta in unascena jazzistica in fermento come quella dei primi anni ’40, manon per questo si può considerare Monk <strong>il</strong> tipo di musicistaimprovvisatore esaltato dalla poetica bop e tutto intento a crearenuove melodie su giri di accordi, considerando come un pretestoi temi che suonava. Monk ut<strong>il</strong>izzava invece strategie improvvisativelegate alla variazione, come avevano fatto prima di lui FatsWaller e tanti altri, perché come compositore di jazz sv<strong>il</strong>uppava isuoi brani nella performance, ricomponendoli con cura chorusdopo chorus, secondo una prassi poco frequentata dai boppers.In realtà, proprio in virtù della polivalenza delle sue armonie (equindi della sensazione di indebolimento o di straniamento delcentro tonale che da quelle derivava) e della prevalenza degli elementitematici e ritmici nel suo pensiero musicale, si può considerarloun artista più vicino alle ricerche del periodo compreso trala metà degli anni ’50 e buona parte del decennio successivo. Unperiodo in cui <strong>il</strong> recupero delle forme arcaiche della musica nera,lo svincolo dal determinismo dei changes del bop, la rinnovataattenzione per la melodia, l’esuberanza ritmica, divennero punti diriferimento per una trasformazione e un arricchimento del linguaggiojazzistico. Se Parker, per esempio, fu soprattutto un compositoreistantaneo, un improvvisatore nel senso più profondo deltermine, Monk fu invece un autore che nella performance sottoponevale sue composizioni a un gioco improvvisativo pensatoper non smentirle ma amplificarle, esaltarle, mettendone in evidenzale pieghe più riposte, le molteplici possib<strong>il</strong>ità di sv<strong>il</strong>uppo. Avent’anni dalla morte, Monk rimane quindi una figura emblematicaper capire nel profondo <strong>il</strong> jazz: dallo studio attento, privo di retoricae pregiudizi, della sua opera si può partire per r<strong>il</strong>eggere inmaniera diversa <strong>il</strong> percorso storico di un’arte senz’altro occidentalee americana nelle origini ma portatrice di un atteggiamentoespressivo, di una f<strong>il</strong>osofia del fare musica che non nascondebensì esalta <strong>il</strong> suo retaggio africano.

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