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La fede, risposta d'amore - DIOCESI DI CASSANO ALL'IONIO

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Settembre 2010 • Anno 3 • Numero 9<strong>La</strong> <strong>fede</strong>, <strong>risposta</strong> d’amoreQuando Dio parla è necessario rispondere. <strong>La</strong> <strong>fede</strong> si comprendeall’interno di questo rapporto di amore che spinge Dio a usciredal silenzio, in cui la disobbedienza di Adamo l’aveva rinchiuso,per far comprendere all’uomo che, nonostante tutto, continuaad amarlo. All’origine della <strong>fede</strong> sta l’amore di Dio che vuoleraggiungere ogni singola persona e tutta l’umanità per condurrea una vita di comunione con lui. <strong>La</strong> chiamata di Abramo, “nostropadre nella <strong>fede</strong>”, la rivelazione fatta a Mosè sul Sinai, come lavoce dei singoli profeti e di tanti personaggi dell’Antico Testamentonon sono altro che un invito permanente ad accogliere questaparola di salvezza. Eppure, il progetto del Padre ha orizzontiche appartengono solo a lui. Nella “pienezza dei tempi”, egliha rivolto a noi in maniera definitiva la sua Parola, inviando ilFiglio. Gesù di Nazareth è l’alfabeto di Dio. Solo guardando alui e attraverso di lui possiamo vedere il volto del Padre e averecertezza del suo amore. <strong>La</strong> <strong>fede</strong> è niente altro che amore.Amore di <strong>risposta</strong> a un amore donato gratuitamente e senzaconfini. Per accedere al tema della <strong>fede</strong>, quindi, è necessariomantenere fermo lo sguardo sul primato della grazia di Dio chepermette di credere; di aprire cioè il cuore per essere plasmatoin modo da giungere alla conversione. Essendo un atto diamore, la <strong>fede</strong> comporta la donazione totale di sé alla personaamata. Per questo, è richiesto che tutto dell’uomo sia compresonell’atto che viene compiuto. Ciò significa che deve essere unatto di libertà piena. <strong>La</strong> <strong>fede</strong>, quindi, richiede anche l’assensodell’intelligenza e della ragione. Con sapienza sant’Agostinopoteva affermare che la <strong>fede</strong> se non è compresa è nulla. L’attocon il quale ci si abbandona a Dio pienamente passa, pertanto,attraverso la conoscenza della sua Parola e della sua volontà.<strong>La</strong> <strong>fede</strong>, insomma, si nutre della Parola di Dio e cresce in noi ognigiorno per permettere un’esistenza carica di senso. È questo, allafine, che provoca a porsi le domande fondamentali della vita: chisono? Da dove vengo? Dove vado? Perché la sofferenza? Esisteuna vita dopo questa vita? Questi e altri interrogativi appartengonodi diritto alla natura dell’uomo e richiedono una <strong>risposta</strong> perché lavita non sia sottoposta al dubbio, ma si costruisca sulla certezza.<strong>La</strong> <strong>fede</strong> viene incontro a questa esigenza e offre la <strong>risposta</strong> ultimae definitiva che permette di guardare alla nostra esistenza conocchi nuovi, avendo la certezza di costruire sulla roccia. Ognigiorno, pertanto, è necessario ratificare questo atto di amore,senza mai stancarsi, perché decide del senso della nostra vita.X Monsignor Rino FisichellaPresidente Pontificio Consigliopromozione per la nuova evangelizzazione dell’Occidente• settembre 2010 • 1


Fede e postmodernitàdi Giovanni MaurelloCari lettori,anche questo numerode “l’Abbraccio” affronta un tematanto stuzzicante quanto delicato ecomplesso: il rapporto tra Fede eRagione. Ci piacciono le sfide, anzituttoquelle difficili, quindi nessuno ha esitatoquando, durante una delle riunionidi redazione, è saltata fuori l’idea diincentrare su questo binomio, piùspesso iato che dittongo, il numerodella ripresa dopo la breve pausa estiva.Anzi, tutti abbiamo accolto l’invito conentusiasmo, convinti della ricchezzadell’argomento. E gli articoli che giornodopo giorno sono giunti in redazionehanno confermato appieno che la sceltaè stata azzeccata.Pezzi pro e contro, di cucitura e dirottura, testimonianze e interviste, tuttiuniti da un denominatore comune: lamessa al bando dell’ipocrisia. Da questonumero “l’Abbraccio” vi offre, inoltre,una novità importante: quattro paginededicate alle altrettante Vicarie foraneein cui è organizzata la Diocesi: Oriolo,Trebisacce, Castrovillari e Cassano.Una pagina ciascuna per raccontarequanto avviene nei diversi centri,cercando d’essere ancora più vicini allaquotidianità della vita diocesana, dareancora meglio voce a chi voce non hae quindi concretizzando ulteriormenteuna delle ambizioni più importanti chehanno sollecitato, motivato e spintola nascita de “l’Abbraccio”. Ospitiamo,ancora, un articolo che anticipal’appuntamento con le Settimane socialiche a ottobre, per qualche giorno,faranno di Reggio Calabria la capitaledella Chiesa italiana.L’ultima pagina, infine, la dedichiamointeramente al convegno diocesanoin programma giovedì 30 settembre evenerdì 1 ottobre al Miramare PalaceHotel di Trebisacce. Un ennesimoappuntamento di riflessione e confrontodi qualità illuminato da una lanternainsostituibile: la Fede. Un abbraccio.d.m.2• settembre 2010 •In una canzone datata Giorgio Gaber amavacantare «Io sono un uomo nuovo, talmentenuovo che è da tempo che non sono neanchepiù», ed elencava una serie di situazioniantropologiche e culturali in cui lui, uomocontemporaneo, veniva paradossalmente einconciliabilmente a trovarsi.L’avvento della mentalità postmoderna segna,infatti, la nascita di un uomo nuovo chesperimenta inedite modalità di presenza nelsuo tessuto vitale quotidiano.E il termine “postmoderno” (insieme a“postmodernità” e “mentalità postmoderna”)è la parola-chiave della riflessione filosoficacontemporanea.Ma a cosa si riferisce questa parola? Giuseppe.Angelini ama definirla come «il trend delletrasformazioni antropologico-culturali cheil mondo occidentale in questa stagione staconoscendo. È usata con pertinenza quandosi usa descrivere il mutamento dei modi disentire, di giudicare e di agire che sono difatto caratteristici delle società occidentali».E tali cambiamenti non solo segnano la vitadella chiesa e del credente, ma condizionanoanche l’esperienza della <strong>fede</strong>, la suatrasmissione e le sue verità.Quando parliamo di avvento della mentalitàpostmoderna, dobbiamo pensare ad una seriedi avanzamenti sempre più radicali rispetto alpassato. <strong>La</strong> modernità, infatti, aveva a chefare con la centralità del soggetto e con la suacapacità di conoscere e organizzare il mondoin modo razionale: tutto era oggettivabile,misurabile, scientificamente provato, legatoal regno della ragione, considerata centroe misura di tutte le cose. <strong>La</strong> postmodernità,invece, ha i suoi punti di forza nella mentalitàantideologica, per la quale non esiste più nientedi vero e nulla può essere affermato; nellasvolta antiaristotelica, per la quale niente più distabile può essere riconosciuto e tutto diventafluttuante; nella svolta antiplatonica, per laquale non vi sono orizzonti, ma tutto è qui, inun eterno presente dove non esiste né Dio németafisica e l’orizzonte è rinchiuso dentro leproprie pretese o idee.Il professor Dogana, ordinario di psicologiaalla Cattolica, ha scritto: «L’io postmodernoè quello di un Narciso ripiegato su sestesso, individualista,d i s i m p e g n a t o ,bramoso e consumista.Sostenitore e vittimadel “Sii te stesso”, l’Iopostmoderno è sedottoe tradito tanto dallacultura della diversità,quanto da quellad e l l ’ o m o l o g a z i o n e .E’ un “Io” lieve, masenza progettualità esenza tensioni, chegioca con la propriaimmagine indossandomaschere e rischiandola frammentazionedell’identità».In una società siffatta,è finito e impossibile la<strong>fede</strong> del Cristianesimo?Quale cristiano occorrecostruire e quale modellodi <strong>fede</strong> è da vivere eda testimoniare? Eccoalcune sfide su cuidovremmo riflettere: lasfida della minoranza,che è di essere coscientidi ciò che siamo e viverloconsapevolmente; lasfida della mistica, che èquella di sapere che siamo preceduti da Dio ea Lui indirizzati; la sfida della libertà, capace disaper aspettare l’altro con tutte le sue liberta e,una volta incontratolo, saper coniugare con luil’istanza della verità e dell’amore di Dio.Non è facile credere nel tempo dellapostmodernità a motivo di una consistenteleggerezza del nostro “io”’, ma è una sfidapossibile e coraggiosa. Ne va di mezzo lanostra credibilità di cristiani. Non, certamente,quella di Dio, il cui amore e la cui <strong>fede</strong>ltà sonocome un roccia (Sal 17,1-2).


Guardare all’uomo nella sua interezzadi Giuseppe MalomoSi svolgerà dal 30 settembre al 1 ottobreprossimi, presso il Miramare Palace Hoteldi Trebisacce, il convegno diocesano sulla<strong>fede</strong>, voluto fortemente da monsignorVincenzo Bertolone.L’appuntamento annuale che chiama araccolta tutto il popolo di Dio della Diocesidi Cassano vede la presenza di molti ospitie importanti relatori. Il tema di quest’annoviene introdotto da una citazione tratta dalVangelo di Matteo: «Perché avete paura,uomini di poca <strong>fede</strong>?» (Mt 8,26). Per ilsecondo anno consecutivo aprirà i lavorimonsignor Rino Fisichella, recentementenominato dal Santo Padre Presidente delPontificio Consiglio per la promozione dellanuova evangelizzazione dell’Occidente. Eproprio sulle sfide e le prospettive che la<strong>fede</strong> pone, monsignor Fisichella incentreràla sua prolusione.Il convegno trebisaccese si pone obiettiviambiziosi, raccogliendo anche le sfidelanciate dal Santo Padre che, conl’istituzione del nuovo dicastero guidato damonsignor Fisichella e con il progetto del“Cortile dei Gentili” affidato a monsignorRavasi, vuole porre l’esperienza cristiananuovamente al centro della vita degliuomini. Difatti, dice monsignor Bertolone,«il convegno ha innanzitutto il compito dirispondere a quell’esigenza, sempre piùpressante, di educare alla <strong>fede</strong>, specie legiovani generazioni. È un compito arduo,difficile, ma il convegno, col supportoindispensabile della catechesi, può aiutarenel cammino di <strong>fede</strong>». Aggiunge il Presulecassanese: «L’impegno della Chiesaad educare ad una <strong>fede</strong> consapevole elibera ed alla testimonianze del SignoreGesù assume un valore importante percontribuire, attraverso l’opera di cristianiautentici, a far uscire l’intera società dallacrisi educativa che l’affligge. In questa fasedelicata, la Chiesa in ogni sua articolazionesvolge un ruolo importante. Infatti, essaè riconosciuta dalla società come unaistituzione ecclesiale fondamentale,chiamata a curare la dimensione spiritualepersonale e l’impegno sociale in favoredegli ultimi». Perché - ed è questa la sfidache il vescovo della diocesi di Cassanovuole lanciare - occorre «ravvivare emigliorare la qualità della <strong>fede</strong> nella nostrarealtà locale e puntare sulla formazionedi una coscienza e di una forza interioreche diventino denuncia del peccato etestimonianza profetica».L’appuntamento di fine settembre,conclude il Presule di Cassano, «saràanche un momento di sintesi ed unione trauna dimensione esclusivamente pastoraleed attenta alla missionarietà e un’altra, piùculturale, che guardi all’uomo nella suainterezza e si interroghi sull’opportunitàe necessità di come e quali coscienzeforgiare nel contesto di una società ormaipost-moderna.Una società in cui si sente il bisogno diarmonizzare le categorie di ragione e di <strong>fede</strong>e ridefinire il rapporto tra esse esistente».<strong>La</strong> Chiesa di Cassano, dunque, riflette, siinterroga, programma e progetta.Per essere al passo con il mondo checambia, per essere <strong>fede</strong>le ad un messaggioantico che ha il profumo di nuovo.Galileo Galileitra Verità e ragioneGalileo, uomo di grandi passioni: passioneper la vita, per la scienza, per la verità. Dascienziato sottolineava come due sono imodi in cui Dio parla agli uomini: la SacraScrittura e il Creato. Ne conseguono duecorrispondenti atteggiamenti di colloquiocon Lui: la via della <strong>fede</strong> e la via della scienza,intesa quest’ultima come investigazionedella realtà attraverso sensate esperienze.«<strong>La</strong> filosofia è scritta in questograndissimo libro (io dico l’universo) egliè scritto in lingua matematica, senza qualeè impossibile a intender umanamenteparola» (Il Saggiatore). È un universo in cuinon c’è posto per spiegazioni finalistichee qualitative, ma piuttosto per proceduredi misurazioni, in un rapporto dialogicotra filosofia e scienza, in modo tale cheil progresso scientifico aiuti la riflessionefilosofica a rinnovarsi e a non rinchiudersiin sterili citazioni bibliografiche. «Venitepure con le ragioni e con le dimostrazioni,vostre o di Aristotile, e non con testi enude autorità»: è una citazione tratta dal“Dialogo sopra i due massimi sistemi delmondo”, il libro nelle cui pagine prendonoforma la Matematica, la Fisica e la nuovaAstronomia, e la cui pubblicazionepose l’avvio al percorso che, già iniziatonel 1604 con una prima denuncia persospetta eresia e condotta morale nonvirtuosa, si concluse con il processo pereresia e la condanna del 22 giugno 1632e, definitivamente, con l’atto di revisionedel processo, il 31 ottobre 1992. Galileo,consapevole della difficoltà create dallavisione copernicana, aveva tentato unariconciliazione con le esigenze dellaChiesa. Scriveva, infatti, nella lettera alCastelli del 1613: «Procedendo di pari dalVerbo divino la Scrittura Sacra e la natura,quella come dettatura dello Spirito Santo,e questa come osservantissima esecutricedegli ordini di Dio, anche la natura è veritàe due verità non possono contrariarsi.L’errore più grande è quello di prenderealla lettera le parole della Bibbia, ispiratedallo Spirito Santo, ma formulate in modosemplice, per essere comprese dagli uomini.Del resto, perché mai Dio avrebbe datoall’uomo il linguaggio, l’intelletto e i sensise non per darci con altro mezzo le notizieche per quelli possiamo conseguire?»Nella solitudine, sempre vicina a Galileofu la figlia, suor Maria Celeste. «Gli mandouna rosa – scriveva al padre - e con la rosapotrà accettar le spine, che rappresentanol’acerba passione del Nostro Signore, ele sue verdi frondi che significherannola speranza di pervenire alla chiarezza efelicità dell’eterna primavera del cielo».Valeria Greco• settembre 2010 • 3


Nel dubbio la certezza della <strong>fede</strong>di Gianpaolo IacobiniIo credo. Ma credo perché dubito. E nonavendo certezze, ho <strong>fede</strong>. E conquistocosì l’unica mia certezza. Grande e salda:per credere, in qualcuno, in qualcosa – nelmio caso, in Dio - bisogna dubitarne. Peravvicinarsi ad esso ogni giorno sempre più,per farlo proprio, per diventarne parte.V’è stato, nella mia vita, un tempo in cui lospazio del dubbio s’era esteso quasi fino acoprire ed escludere quello della <strong>fede</strong>. Avevo18 anni: i sacerdoti mi apparivano solo nellaloro veste di umani peccatori, la Chiesa misembrava una grande, oliata macchina delconsenso, Cristo un rivoluzionario al paridi tanti altri, non ultimo quell’Ernesto “Che”Guevara il cui murales campeggiava nellamia cameretta di giovane pacifista forsecomunista, certo di sinistra. Se ieri fossestato oggi, nella mia libreria avrebberocerto trovato spazio i libri diPiergiorgio Odifreddi, cheda matematico consideral’affermazione che quellodella Bibbia è l’unico veroDio una bestemmia neiconfronti di colui che i grandidel pensiero Occidentale, daPitagora e Platone a Spinozae Einstein, hanno da sempreidentificato con l’intelligenzadell’universo e l’armonia delmondo. Che come cittadinosostiene che il cristianesimoha costituito non la molladel pensiero democratico escientifico europeo, bensì ilfreno che ne ha gravementesoffocato lo sviluppo civile e4• settembre 2010 •morale, e ritiene che l’anticlericalismo siaoggi più una difesa della laicità dello Statoche un attacco alla religione della Chiesa.Che come autore, infine, legge l’Anticoe il Nuovo Testamento e le successiveelaborazioni dogmatiche della Chiesaper svelarne le incongruenze logiche e leinfondatezze storiche.Tesi e argomenti per un ateismo figliodella ragion pura (e semplice), difficileda combattere sul piano della merarazionalità, pertanto di gran moda in unpresente in cui andare oltre la logica edinvestire in senso e sentimenti, in unaparola credere, anche in una sempliceidea, diventa causa di emarginazioneculturale e sociale ed argomento perfiumi di parole che sfociano in libridi successo come quello, recente,dello scienziato Richard Dawkins,per il quale Dio è un’invenzione e la<strong>fede</strong> in un essere superiore è illogica,sbagliata e potenzialmente mortale,come millenni di guerre di religionee la recente minaccia globale delterrorismo fondamentalista islamicodimostrerebbero ampiamente.Giusto. Vero. O forse no. Perché lascienza che nega non sa provare.<strong>La</strong> scienza che giura e spergiura nonessere possibile la prova di Dio, nonriesce a dimostrare che esso, percontro, non esista. E magari c’è e va solocercato, da chi non lo vede o non riesce atrovarlo, o comunque merita che sulla suaessenza si investa in fiducia o almeno, allamaniera di Blaise Pascal, si scommetta.Un’intuizione, banale e a ben vedere purescontata. Mi ha comunque cambiato la vita.Avevo 18 anni. Oggi ne ho quasi il doppio. Ilposter dell’Ernesto è sempre appeso ai muridella mia stanza. Ed io dubito ancora, quindisono (anche di sinistra, forse comunista).Dio esiste.Traccia di spiritualitàUn rapporto personale«<strong>La</strong> <strong>fede</strong> è un rapporto personale conGesù, uno stare vicino a lui, ascoltarlo,guardarlo, amarlo, per seguirlo,obbedirgli; è un cammino di amicizia, diamore, per tutta la nostra esistenza».(Franco Mosconi)Non è facile definire la <strong>fede</strong>. Ancormeno viverla, ovviamente. Ciòche vogliamo provare a definire,con questa piccola e modestafinestra di pensiero, è la <strong>fede</strong> nellasua esperienza più concreta e piùintima.<strong>La</strong> mente e gli occhi si fissano suivolti che mi capita di vedere, ognigiorno, nella parrocchia dovecelebro e amministro i sacramenti:gente che trascorre tanto tempo apregare; persone che consegnanoal Signore desideri e necessità; voltiche, silenziosamente, balbettanoparole e asciugano lacrime. Cosafaranno mai costoro? Cosa dirannomai questi uomini quando dicono distare con il Signore?Questa gente è la scuola più belladella <strong>fede</strong>. E’ la palestra migliore perimparare a capire che la <strong>fede</strong> nonè una sorta di soprabito, indossabileuna tantum, o una scatola di dottrinein cui, freddamente, collocare lapropria adesione intellettuale.<strong>La</strong> <strong>fede</strong>, nella Liturgia, è definita conun monosillabo che nasconde tuttoil suo mistero: Tu. E’ un rapportopersonale, fatto di intimità e dicontinua relazione; una sorta dicompagnia <strong>fede</strong>le e silenziosa; unalampada che arde e mai si estingue.Dio è persona, non un’idea, non unvalore, non una filosofia.Con Lui occorre solo avere unrapporto personale. Questa è la<strong>fede</strong>!!!Gio. Ma.


Un “lavoro” da vivere con caritàdi Giovanni Concistrè<strong>La</strong> professione medica credo sia unadelle attività lavorative più gratificanti edemozionanti, ma allo stesso tempo piùdifficili ed insidiose. Forse è sbagliatodefinirla attività lavorativa, perché quandosi ha a che fare con uomini e non conmacchine o apparecchi inanimati, allora cisi rende conto che, oltre alla preparazioneed all’esperienza, è necessario un profondospirito critico ma anche tanta riflessione.Quasi giornalmente il clinico ed il chirurgosi trovano dinanzi a realtà umane difficili daaffrontare, cercando di non far prevalerel’emozione all’analisi oggettiva e razionale.Spesso, per quanto la scienza vogliadare una definizione precisa ad ognimanifestazione, ci si rende conto in realtàche non tutto è sempre legato alla meracasualità o all’oggettiva razionalità. Nellamia breve esperienza da medico spessomi sono trovato di fronte, soprattutto insala operatoria, ad eventi che risultavanodel tutto inspiegabili. Spesso, di ritornoa casa, mi veniva da pensare chesicuramente la bravura del chirurgo giocaL’intervistaRisponde Rosa Novielli, medico chirurgo,specialista in ostetricia e ginecologia, obiettore di coscienzaGiovanni ConcistrèDottoressa, quali sono le ragione della sua scelta?«E’ stata una decisione seguita all’entrata in vigore della legge 194 del 1978. Ritengo chenoi medici, nello specifico ginecologi, abbiamo come obiettivo primario tutelare la vita,che è tale sin dal momento del concepimento,non dare la morte».Ha avuto problemi a mantenere salde le sue convinzioni?«Purtroppo si, già da quando esercitavo all’ospedale civile di Quistello, in provincia diMantova. Gli scontri con il primario del reparto, abortista convinto, sono stati duri eripetuti. Stesse difficoltà ho incontrato a Trebisacce, nel cui ospedale mi sono trasferitanel 1986».un ruolo determinante nella risoluzione diun problema, ma quando ci si trova di frontea situazioni che a volte vanno oltre l’odiernosapere scientifico, allora si comprendeche si vive in una sfera di sapere, sferache dovrebbe essere costruita in vetrotrasparente per consentire di vedere ancheoltre. Louis Pasteur diceva: «Poca scienzaallontana da Dio, ma molta la riconducea lui». Scienza e <strong>fede</strong> non sono affattocontrarie l’una all’altra, ma le apparenticontraddizioni sono dovute alla poca scienzao alla poca <strong>fede</strong>. Si tratta di un problemaspesso mal posto, perdendo di vista ciò chescienza e <strong>fede</strong> sono in realtà, immersi comesiamo in un mondo che conosce ben pocola scienza quanto la <strong>fede</strong>. L’esperienza dame vissuta a Gerusalemme, seppur breve,in una realtà in costante conflitto, in cuiall’assenza di mezzi e spesso di banalistrumenti chirurgici si supplisce con la vogliadi raggiungere un determinato risultato econ lo spirito di collaborazione, ha rafforzatoin me la convinzione che una scienza che siponesse come fine quello di una assolutaed oggettiva conoscenza, illudendosi disostituirsi alla <strong>fede</strong>, sarebbe quanto di piùarido si possa immaginare. Scienza e <strong>fede</strong>dovrebbero procedere su strade certamenteseparate ma non certo divergenti, verso ilfine ultimo che non può che essere porsi alservizio dell’umanità.Voglio concludere citando una frase diGiuseppe Moscati, medico e uomo di <strong>fede</strong>:«Non la scienza, ma la carità ha trasformatoil mondo, in alcuni periodi; e solo pochissimiuomini son passati alla storia per la scienza;ma tutti potranno rimanere imperituri,simbolo dell’eternità della vita, in cui la mortenon è che una tappa, una metamorfosi perun più alto ascenso, se si dedicheranno albene».Situazioni che l’hanno messa in crisi?«Ricordo una donna che ogni tre mesi ritrovavo in reparto per l’interruzionevolontaria di gravidanza, moglie di un uomo privo di ogni rispetto per la propriacompagna, oltre che per la vita. In quel caso mi sono posta delle domande.Come intervenire in modo risolutivo?»Esistono fasce d’età o categorie che più frequentementericorrono all’aborto volontario?«Giovanissime dai 13 ai 15 anni. Caso estremo, è stata cesarizzata unatredicenne che aveva nascosto la gravidanza ai genitori fino oltre il tempoconsentito per l’aborto. Anche donne mature. I loro alibi? L’età avanzata e iltimore di malformazioni che potrebbero colpire il nascituro».<strong>La</strong> scarsa cultura o condizioni economicamente sfavorevoli sonofattori condizionanti?«Curiosità, le donne appartenenti a fasce sociali più svantaggiate sono in generepiù ragionevoli e spesso scelgono la vita».Annamaria Partepilo• settembre 2010 • 5


Giovani missionari in terra di Albaniadi Red ADal 28 luglio al 9 agosto si è svolto il campomissionario vocazionale rogazionista interra di Albania, organizzato dai padrirogazionisti e dalle suore Figlie delDivino Zelo. Hanno partecipato a questaesperienza più di 50 ragazzi provenientitutti dall’Italia centro – sud. Anche unarappresentanza della nostra diocesi havissuto questa bella e indimenticabileesperienza. Guidati dall’assistentespirituale <strong>La</strong>vr (<strong>La</strong>ici Animatori VocazionaliRogazionisti), don Francesco Di Marco,hanno preso parte alla missione AnnadeliaSilvestri, di Amendolara; Pina Varlaro, diOriolo, e Nuccia Scardino, di Cassano.Punto di riferimento è stato il villaggio diShenkoll (Lézhe), dove la missione haavuto inizio con la visita alle famiglie deivari villaggi.Con la domenica, si è dato inizio allamissione vera e propria: al mattinoanimazione dei bambini e ragazzi dei varivillaggi attraverso prima la catechesi e poii giochi, quindi nel pomeriggio visita allefamiglie povere e formazione personalesul passo evangelico del giovane ricco.Tutto questo vissuto in un clima di grandecondivisione e di preghiera. Cosa hannoportato a casa i protagonisti di questaesperienza? Molte cose, tra cui, forsela più importante, la consapevolezza didover ringraziare Dio, ogni giorno, pertutto quello che ci dona. L’incontro con lapovertà ha messo tutti nella condizione didare valore alle cose, ma soprattutto allepersone. Guardare ai bambini far festa peruna caramella, vedere anziani ringraziaree benedire per essere entrati nelle lorocase , toccare con mano la loro grandegenerosità, nella loro povertà, ha dato lapossibilità di confrontarsi con se stessi econ il nostro essere cristiani.<strong>La</strong> grande lezione di vita che viene dalpopolo albanese è che solo donando siriceve. Qualcuno, probabilmente, eraandato in Albania pensando di donarea questo popolo qualcosa. In realtà, ètornato stracolmo di doni spirituali, di gioiae serenità.I partecipanti al campo in Albania6Un’estate rocchese... sottosopraE anche quest’estate, nella parrocchia “Visitazione della Beata Vergine Maria” diRocca Imperiale Marina ha presto vita il Grest (Gruppo Estivo). Ci siam propriofatti mettere “Sottosopra” per guardare la terra da una nuova prospettiva escoprire che non siamo poi così distanti dal cielo!Il Grest 2010, dal titolo “Sottosopra come in cielo così in terra”, ha atteso ilmovimento dei ragazzi, degli animatori, degli educatori e dei genitori perpercorrere insieme un pellegrinaggio speciale che ha avuto la sua meta in alto, làdove l’incontro con il Signore Gesù orienta la vita, dirige i passi, impegna al benee apre gli occhi verso la bellezza dei doni ricevuti. Il protagonista è stato proprioGesù, che si affianca al cammino di chi cerca una strada e, narrando una bellissimastoria che si è avverata in lui, desidera sconvolgere per rialzarci, ribaltarci perdarci una direzione, metterci appunto “sottosopra” per impegnarci a tenere testae piedi strettamente ancorati alla terra e cuore e spirito costantemente rivoltial cielo. Il Grest 2010 è stato caratterizzato da diversi sfondi o strati che vannoscavati in profondità per vedere cosa c’è sotto e scoprire come il messaggio inessi contenuto ci impegna a fare di tutto perché si avveri la preghiera del Padrenostro: “Come in cielo così in terra”. È proprio il sottotitolo “come in cielo cosìin terra” a svelare il senso più profondo dello slogan “Sottosopra!” Lo stile dinoi animatori è quello proprio di ogni battezzato e di ogni cristiano: fare le cosecon spirito di collaborazione e di servizio, vivendo il Grest come un servizio aipoveri. Ogni animatore è chiamato a dare il meglio di sé e a dare l’esempio inogni momento. Ogni animatore dà tutto di sé ai bambini: nell’accoglienza, nellacatechesi, nei laboratori, nei giochi e nel resto della giornata. Possiamo dire che,con il passare degli anni, abbiamo interiorizzato alcuni punti specifici: la gratuità,la sobrietà, la decenza, l’ordine, la serenità e la preghiera. Ogni bambino, dopo lapreghiera e il racconto giornaliero della storia del grest, ha dato libero spazio allasua fantasia attraverso i laboratori (musica, ballo, moda, blog, cucina, bricolage edecoupage), momento fondamentale della giornata, dedicato alla stimolazionedelle qualità dei ragazzi e alla comprensione delle loro inclinazioni. E ora non citocca che aspettare il prossimo anno con tanto entusiasmo! Angela Marino• settembre 2010 •Montegiordano in festaSentimento religioso, folklore e spiritualità si fondonoal profumo di salsedine e alla vista serena e maestosadel mare nostrum.E’ la suggestiva atmosfera che, ogni anno, si ricrea,a Montegiordano, nel mese di agosto, in occasionedell’attesa festività della patrona Madonna di Pompei.L’evento si è svolto, come di consueto, sul lungomareGiorgio Liguori, vestito a festa per la lieta ricorrenza.Il rito è stato quello di sempre: una gremita e devotaprocessione di <strong>fede</strong>li, guidata dal parroco donPasqualino Zipparri, ha condotto a spalla la statua dellaMadonna, percorrendo prima la statale 106, sostandopresso la casa delle Suore Missionarie Catechiste GesùRedentore per poi dirigersi verso la spiaggia. Qui si èsvolto il momento culminante e più suggestivo dellamanifestazione, la benedizione delle acque del mare,al termine del quale, la Madonna ha compiuto l’ultimotratto di corteo, seguita dai pescatori a bordo delleproprie barche. Il mare, solo lievemente increspato, hafatto da sfondo a questa suggestiva sacra scena, che haattirato a sé <strong>fede</strong>li, devoti al culto mariano e una granquantità di turisti che come ogni anno affollavano lelocalità balneari del versante ionico.<strong>La</strong> serata, terminate le celebrazioni religiose, si èconclusa lentamente nella grande piazza del lungomaregremita di gente, tra le luci e le voci, miste ai profumidei cibi tipici che inondavano le strade, mentre tuttiattendevano il consueto saluto finale dei fuochi sulmare.Antonella AccattatoVicaria di Oriolo


San Rocco, la devozione arriva dal maredi Assunta MaderaPuntuale come sempre, anche quest’annoTrebisacce ha festeggiato San Rocco.<strong>La</strong> magia estiva di questa meravigliosafesta si corona di numerosissimi dettagliche rendono ancora più allettanti gliinviti agli innumerevoli stranieri giunti invisita. Già dalla vigilia di Ferragosto, adesempio, la gente si prepara all’eventocon la caratteristica fiera in onore delSanto, popolandocosì Trebisaccedi bancarelle eprodotti tipici che,come ci ricorda latradizione, si erasoliti acquistareinsieme a delbestiame nel giornodella fiera per farsitrovare preparatinei mesi invernali.Successivamentealla fiera e al giornodell’Assunta, lagrandezza diRocco De <strong>La</strong>Croix, conosciutocome Roccodi Montpellier,raggiunge il suovertice nella messacantata e celebrataal mattino nellachiesa Madre disan Nicola di Mira,per continuare poi con la benedizione el’uscita della statua del santo alle 16.30,Santa Maria del Pianodiretta in processione verso il mare,dove ad attenderla ci sono le barche deipescatori locali in festa, tutte ornate dicolori e fiori. Giunti alla spiaggia adiacenteal pontile, il Santo, posto in direzione delmare, impartisce la benedizione, e grazieall’aiuto dei <strong>fede</strong>li numerosissimi vieneissato su una barca per il giro della zona,accompagnato dalle bellissime note dellabanda musicale di Trebisacce. Una dellesoste più lunghe è quella fatta di frontealla statua a san Francesco, nell’omonimapiazzetta sul lungomare, dove la gentegremita e impaziente lo attende peromaggiarlo, facendo rimbombare il forteapplauso fino alle porte del Bastione!Per tantissimi anni la tradizione ha volutoche il Santo fosse portato in processionesu una paranza (peschereccio locale).Attualmente, per ragioni di spazio e disicurezza, l’evento èstato spostato su unabarchetta che contanta cura e dedizionei pescatori trascinanoa piedi nudi lungo lariva.All’imbrunire, leluci colorate dellebancarelle e i profumidi cocco e zuccherofilato rendono piùdivertente la serataper giovani e bambiniche fino a tarda serasi prolungano sullungomare con la gioianel cuore e il dolceterminare di questogiorno di festa, mentreraggiunta la spiaggiail Santo fa ritorno inparrocchia nella suanicchia con il suo lungomantello da pellegrino,quasi a voler ricordarela tradizione di emigranti delle popolazionilocali.In breve dalla VicariaIl 15 agosto scorso a Villapiana è stata festeggiata la patronadel paese, vale a dire Santa Maria del Piano, a cui è dedicatala parrocchia.L’aria di festa si respirava già di buon mattino, quando i classicibotti hanno destato i villapianesi dal loro sonno prolungatotipico dell’estate. Le vie sono state ravvivate dalla bandamusicale che ha percorso tutto il paese, diffondendo musica eallegria. Nel pomeriggio, il compaesano don Francesco Diodati,affiancato dal parroco, padre Roman Ntumba, ha celebratola santa Messa, a cui è seguita la processione accompagnatadalla banda musicale e dal coro di donne che intonava cantidedicati alla stessa Madonna, in particolare quello specificodella Madonna del Piano, le cui parole e musica sono statecomposte dal compianto parroco emerito, don Rodolfo Ettorre. Al rito religioso è seguita poi la festacivile. In serata, infatti, il comitato “Villapiana in festa” ha concluso la festa patronale con un concertoin piazza e con la riffa finale. L’afa di ferragosto non ha fermato i tanti devoti della Madonna del Piano. Ilpopolo villapianese ha partecipato come sempre numeroso alla giornata dedicata alla sua patrona: conriconoscenza e gratitudine si è prostrato innanzi a Lei, affidando ancora una volta nelle Sue amorevolimani la protezione del paese e di tutti i suoi abitanti.Giusi LingriaVicaria di TrebisacceDal 13 al 14 settembre:a Francavilla paese, presso laparrocchia “Annunciazione delSignore”, festa della Madonnadegli Infermi.19 settembre: a Cerchiaradi Calabria, la parrocchia “SanGiacomo Apostolo” celebreràla festa della MadonnaAddolorata.29 settembre: h. 18, adAlbidona, parrocchia “SanMichele Arcangelo”, solennifesteggiamenti in onore di sanMichele.• settembre 2010 • 7


Catechisti e professori a convegnodi Roberto FittipaldiDue importanti appuntamenti sono previsti a Castrovillari il 10 e l’11 settembre nell’auditorium dellaparrocchia di san Girolamo: il convegno catechistico e il corso annuale di aggiornamento degliinsegnanti di religione.“Imparare a conoscere il Cristo. Per migliorare la qualità della tua <strong>fede</strong>” è il tema del convegnoorganizzato dall’Ufficio catechistico diocesano. L’appuntamento è rivolto a sacerdoti, religiosi, diaconie aspiranti diaconi, seminaristi, catechisti laici, insegnanti di religione, membri delle aggregazioniecclesiali, docenti, educatori e responsabili di gruppi giovanili. Il convegno avrà inizio alle ore 17di venerdì 10 settembre. Dopo il saluto del vescovo, monsignor Vincenzo Bertolone, seguirannol’introduzione di don <strong>La</strong>itano e la relazione, affidata a don Andrea Fontana, dell’Ufficio catechistico diTorino, su “<strong>La</strong> catechesi catecumenale: favorire la mentalità di <strong>fede</strong>”. <strong>La</strong> prima giornata si concluderàcon il dibattito e la preghiera finale. Sabato 11 settembre, alle ore 17, don Giovanni Maurello, direttoredell’Ufficio di pastorale giovanile, riepilogherà la giornata precedente prima della seconda relazionedi don Fontana su “Catechesi per la vita ecclesiale e per i sacramenti”. Al dibattito seguiranno, quindi,le conclusioni affidate a don Annunziato <strong>La</strong>itano che affronterà il tema “Problematiche irrisolte eprospettive pastorali in Diocesi”.Sabato mattina, invece, sempre nell’auditoriumdi san Girolamo, si terrà il corso annuale diaggiornamento degli insegnanti di religione.<strong>La</strong> prima relazione sarà affidata a monsignorSilvio <strong>La</strong> Padula, direttore dell’Ufficioinsegnamento religione cattolica di Cassano,che tratterà il tema “L’insegnamento dellareligione cattolica nel contesto della scuolaattuale”. <strong>La</strong> seconda relazione sarà trattatada Antonio Sessa, funzionario dell’Ufficioscolastico del ministero della pubblicaistruzione, che parlerà dello “stato giuridicodell’insegnante di religione nel rapporto Stato-Chiesa”. Infine, la terza relazione sarà svolta da donDomenico Cicione Strangis, direttore dell’Ufficio regionale IRC della Calabria, che discuterà de“L’insegnamento della religione cattolica come disciplina scolastica: tra Teologia e Scienze umane”.Meglio vivere... liberi!?Siamo agli sgoccioli dell’estate e non mancano gli echi delle esperienze– un po’ di nostalgia non guasta – vissute durante il tempo dellevacanze. Una cosa vogliamo subito ricordare a tutti: un’associazionecristiana non va mai in vacanza, perché i suoi insegnamenti e il suostile durano per sempre; anzi, dovrebbero segnare la ferialità della vitadi un semplice credente.Fin dallo scorso giugno, l’equipe giovani del settore giovani diAzione Cattolica ha impiegato energie e tarde serate per preparareun’avventura fantastica che, quest’anno, abbiamo vissuto al Seminariodi Mormanno dal 7 al 13 agosto: il campo scuola associativo. In 60tra giovanissimi e giovani ci siamo ritrovati a riflettere su un temaparticolare: la libertà, guidati da un significativo personaggio biblico, ilprofeta Giona, figura tipica di chi decide, per un po’ di tempo, di farea meno delle indicazioni del Signore e realizzare la propria libertàseguendo semplicemente le voglie o le mode del proprio pensiero.Momenti di preghiera e di riflessione, scambi di opinioni e laboratoricreativi, socializzazione, giochi e attività ricreativa: tutto orientato a farFoto di gruppo alla fine del campo Accrescere l’uomo e a orientarlo verso il Signore Gesù Cristo, l’uomolibero per eccellenza. Raccontare un campo scuola non è facile: esso va vissuto attimo per attimo e momento per momento. Proviamoci: ilpercorso verso la libertà si è snodato attraverso quattro immagini che rileggevano la vita di Giona: la chiamata di Giona (la consapevolezzadi essere chiamati da Dio); Giona nel ventre della balena (il buio e il peccato che condizionano la nostra vita); Giona in preghiera (si è liberise si cerca aiuto); Giona obbediente a Dio (è libero colui che sa fare di Dio la verità della propria vita).Tutto qui? Sì. Non perché non si voglia o non si sappia dire altro, ma perché un campo lo raccontano mille elementi, soprattutto interiori,che un foglio di carta poco riesce a descrivere. Per un attimo, pensate a qualche foto e immaginate cosa vi possa essere stato dietro odentro: gusterete di sicuro una voglia di vita e di libertà che ha solo bisogno di essere coltivata, guidata e promossa orientandola a GesùCristo. È semplicemente questa l’AC! È semplicemente questo un campo di AC!Valentina Gioiella8• settembre 2010 •IL CAMPANILEDEI SACRI CUORIChiesa dei Sacri Cuori diCastrovillari, chiusa ormaida diversi mesi per restauro,si arricchisce di un nuovoelemento. E con essa anchela città di Castrovillari. È latorre campanaria, in fase dicostruzione proprio durantel’estate. Il campanile - chesarà alto più di quaranta metri- è una delle principali novitàesteriori del completamentodella chiesa costruita neglianni Cinquanta del secoloscorso. I lavori proseguonoanche all’interno e il parroco,don Carmine De Franco, cosìcome la comunità parrocchiale,si augurano possano terminareentro i primi mesi del 2011.L’intervento, in parte finanziatocon fondi Cei, prevede, tral’altro, la costruzione del saloneparrocchiale, che è stato giàrealizzato, il completamento ela ristrutturazione della chiesa,l’adeguamento a norma degliimpianti e, quindi, anche larealizzazione dell’impianto diriscaldamento. R. F.Vicaria di Castrovillari


In marcia illuminati dalla preghieradi Giuseppe Arcidiacono - Antonio SantagadaUn tempo, passi lenti per la fatica delcammino, all’alba e al tramonto, conun lieve affanno, si mescolavano aisuoni della campagna circostante,prendendo respiro in prossimità dellaCappella del Monte. Una piccolasosta, per affidare alla Madre lafatica del giorno e le speranze frugalidi un domani senza troppe pretesese non quella di una buona giornataper continuare a vivere. Le soste deicontadini davanti alla Madonna dellaCappella del Monte sono ormai unricordo custodito nella memoria di chiha vissuto le trasformazioni dell’amatacollina, che ancora oggi continua adaccogliere chi, da Cassano, lì saleper riposare d’estate in un clima piùfresco, allietando il cuore, immergendolo sguardo nella spettacolare Piana diSibari, quasi a cercarvi nuovi percorsidi speranza. Un legame forte, cheancora oggi spinge passi che siconfondono con rumori e suoni ditempi moderni e che si dirigono comeallora verso le braccia e lo sguardomaterno di Maria. Un percorso di sicuromeno faticoso di quello dei contadinidi una volta, ma non per questo piùpovero di sentimenti e di desideri.Sentimenti di speranza, desideri dipace e serenità per un futuro più certoaffidati alla fioca luce delle torce inmarcia e alla preghiera commossadel Rosario: gli aneliti dell’anima incerca di Dio. Una marcia discreta,annunciata, lungo il cammino, dalleServire nel servireAndare a Lourdes è come ritornare a casa: nel commiatodalla grotta il cuore rimane incastonato in quella roccia.Andare a Lourdes è guardarsi attorno e vedere giovani chefanno delle proprie vacanze un servizio. Andare a Lourdesè un sorriso, è un bacio, è una carezza, è un finto nasorosso. Andare a Lourdes è stupirsi della sofferenza che si fasperanza, e imparare dai malati la ricchezza della vita. Il trenodei Foulards bianchi si è fermato a Paola per far salire ungruppo di persone che dalla nostra diocesi è partito alla voltadella Francia. Numerosi i fazzolettoni in giro per i tredicivagoni, ma presenti anche volontari, che per una settimanahanno respirato un’accogliente aria “scoutese”.Nel fare servizio si impara che si è davvero solo quando cisi dona: ed è in quel momento che la stanchezza diventa unScout cassanesi a Lourdescontorno e la gioia il centro. <strong>La</strong> notte, quando il proprio turnotermina, ognuno si reca alla grotta. Nella luce soffusa di mille candele, nello scroscio del fiume Gave,nel silenzio ovattato si tende l’orecchio per sentire un’unica voce, la più flebile di tutte, quella dellaMamma. E tutti i ragazzi sono davanti a quella grotta, seduti per terra, con gli occhi chiusi, perchéquello è il punto di ristoro più efficace. Ecco la meglio gioventù, quella silenziosa, quella che vacontrocorrente, quella che vola al di sopra di mille voci. Quella che vuole essere felice!Delia <strong>La</strong>nzillottaVicaria di Cassano“Ave Maria”, pregate ancheper chi si affaccia incuriosito alpassaggio della fiaccolata cheprecede la veglia di preghieraper la solennità dell’Assunta.Giunti alla Cappella si celebral’Eucarestia, presieduta comedi consueto dal parroco di sanFrancesco d’Assisi, monsignorSilvio Renne. Ormai a notteinoltrata, poi, i <strong>fede</strong>li ritornanoalle case, ancora con l’animogioioso, ricco di speranza per ifigli, il cui futuro si è affidato alCuore Immacolato della Madredi Dio. Passi di una certaetà che sostengono i passigiovani di oggi, nel camminareinsieme sulla collina cheguarda il mare di Sibari, nelcamminare insieme verso lapiccola chiesetta di campagnada cui la Madre veglia sui figliche sempre a Lei volgono losguardo ed il cuore nel riposodagli affanni e dalla vita chescorre.CONCORSO“IL CANE <strong>DI</strong> TOBIA”Il 29 Settembre, festa di SanRaffaele Arcangelo, patronodell’omonima parrocchia sitanella contrada <strong>La</strong>ttughelle diSibari, si tiene il tradizionaleconcorso “Il cane di Tobia”. Sitratta di una manifestazionenata con l’intento di volerpremiare quei cani che si sonodistinti per coraggio e <strong>fede</strong>ltà.Il nome rimanda alla Bibbia,esattamente al Libro di Tobiadove si parla di un cane cheseguì il suo padrone nel lungoviaggio fino alla lontana Media(oggi Kurdistan) e non si vollestaccare da lui nonostante ledifficoltà del viaggio.Questa iniziativa vuole essereun invito ad essere più attentiverso gli animali domestici; siassiste,infatti, specialmentenel periodo estivo, ad unabbandono di questi animaliarrivando anche al limite dellacrudeltà. Non si può pertantonon plaudire ad essa ed invitarequanti sono sensibili a questoproblema a partecipare.<strong>La</strong>zzaro Longobardi• settembre 2010 • 9


«Custodire il creato, per coltivare la pace»di Gaetano Zaccato«Un’occasione preziosa per accoglieree approfondire, inserendolo nel suoagire pastorale, il profondo legame cheintercorre fra la convivenza umana e lacustodia della terra».Questo rappresenta, per la Chiesaitaliana, la celebrazione della quintaGiornata per la salvaguardia del creato:a scriverlo sono i vescovi italiani nelmessaggio per la giornata 2010 dal titolo“Custodire il creato, per coltivare la pace”.«<strong>La</strong> Sacra Scrittura – si legge nel testo afirma della Commissione episcopale per iproblemi sociali e il lavoro, la giustizia ela pace e della Commissione episcopaleper l’ecumenismo e il dialogo - ha unodei punti focali nell’annuncio della pace,evocata dal termine shalom nella suarealtà articolata: essa interessa tantol’esistenza personale quanto quellasociale e giunge a coinvolgere lo stessorapporto col creato».L’uno e l’altro Testamento convergono,poi, nel sottolineare lo stretto legameche esiste tra la pace e la giustizia,messo in forte rilievo dal profeta Isaia:«Praticare la giustizia darà pace, onorarela giustizia darà tranquillità e sicurezzaper sempre». Nella prospettiva biblica,l’abbondanza dei doni della terra offertidal Creatore fonda la possibilità di unavita sociale caratterizzata da un’equadistribuzione dei beni. È la logica dellamanna: «Colui che ne aveva preso dipiù, non ne aveva di troppo; colui che ne10• settembre 2010 •Un progetto ambizioso e un nuovo dicasteroIl pontificato di papa Benedetto XVI sarà caratterizzato da due nuovi importanti progetti:“Il Cortile dei Gentili”, realizzato nell’ambito del Pontificio consiglio della cultura, ed unnuovo dicastero, il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.Il Dicastero per la evangelizzazione dell’Occidente, presieduto dall’arcivescovo RinoFisichella, promuoverà una nuova evangelizzazione nei Paesi occidentali che hanno persola <strong>fede</strong> e che stanno vivendo una sorta di eclissi del senso di Dio. <strong>La</strong> necessità di questoprogetto nasce dalla constatazione di papa Ratzinger secondo la quale «vi sono regioni delmondo che ancora attendono una prima evangelizzazione, altre che l’hanno ricevuta manecessitano di un lavoro più approfondito, altre ancora in cui il Vangelo ha messo da lungotempo radici, dando luogo ad una vera tradizione cristiana, ma dove negli ultimi secoli ilprocesso di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della <strong>fede</strong> cristianae dell’appartenenza alla Chiesa». “Il Cortile dei Gentili”, invece, retto dall’arcivescovoGianfranco Ravasi, svilupperà un confronto tra intellettuali appartenenti al mondo cattolicoed esponenti della cultura laica. Il nome di tale organismo ricorda il cortile del biblicotempio di Gerusalemme dove avevano accesso tutti i popoli per pregare il Dio a lorosconosciuto. A quei tempi i Gentili erano i popoli diversi da Israele, i pagani che si eranoavvicinati al cristianesimo. Il Natale scorso, in occasione degli auguri alla curia romana,il Santo Padre chiese di creare “cortili dei gentili” per permettere ai gentili di oggi diavvicinare Dio, ritenendo che «oggi i Gentili sono coloro per i quali la religione è unacosa estranea, eppure non vogliono rimanere semplicemente senza Dio, perchè stanchie scontenti dei loro dei. Sono tutte quelle persone che sentono come l’irreligiosità delnostro tempo ha condotto a nuovi miti in apparenza liberatori ma non veramente liberanti.Essi non conoscono il vero Dio, però se trovassero un aggancio vi si appiglierebbero».Rosella Gulloaveva preso di meno, non ne mancava». «Benedetto XVI – sottolineano i vescovi- ha segnalato più volte quanti ostacoliincontrino oggi i poveri per accederealle risorse ambientali, comprese quellefondamentali come l’acqua, il cibo e le fontienergetiche». Spesso, infatti, l’ambienteviene sottoposto a uno sfruttamento cosìintenso da determinare situazioni di fortedegrado, che minacciano l’abitabilitàdella terra per la generazione presentee ancor più per quelle future. <strong>La</strong> recenteAssembla Speciale del Sinodo dei Vescoviper l’Africa ha denunciato con forza lagrave sottrazione di beni necessari allavita di molte popolazioni locali operatada imprese multinazionali, spesso colsupporto di élites locali, al di fuori delleregole democratiche. Come osserva ilPapa nell’Enciclica “Caritas in veritate”,«l’incetta delle risorse naturali, che in molticasi si trovano proprio nei Paesi poveri,genera sfruttamento e frequenti conflitti trale Nazioni e al loro interno». Pace, giustiziae cura della terra, dunque, possono cresceresolo insieme e la minaccia a una di essesi riflette anche sulle altre. Oggi, si leggeancora nel messaggio, «la stessa pace conil creato è parte di quell’impegno controla violenza che costituirà il punto focaledella grande Convocazione ecumenicaprevista nel 2011 a Kingston, in Giamaica.Celebriamo, dunque, la quinta Giornata perla salvaguardia del creato – concludono ivescovi - in spirito di fraternità ecumenica,nel dialogo e nella preghiera comune con ifratelli delle altre confessioni cristiane, unitinella custodia della creazione di Dio».


Reggio, a ottobre le Settimane socialiSi svolgerà dal 14 al 17 ottobre, a ReggioCalabria, la 46° edizione delle SettimaneSociali dei cattolici italiani, sul tema “Cattolicinell’Italia di oggi. Un’agenda di speranzaper il futuro”. Al centro della discussione, ilmomento delicato che ormai da anni l’Italiavive da un punto di vista politico, economicoe sociale.Al riguardo, Edoardo Patriarca, segretariodel Comitato scientifico e organizzatoredelle Settimane Sociali, spiega: «S’avverteforte la sensazione di un Paese che stavivendo un passaggio pesante, in cui peròla politica non svolge la funzione che ledovrebbe competere, cioè tentare di dareuna visione con obiettivi di medio e lungotermine». Aggiunge Patriarca: «Il riferimentodi inadeguatezza s’estende anche aquei soggetti che abbiano la capacità diorientare, come ad esempio gli imprenditori.Il cardinale Bagnasco ha parlato spesso diquesto bisogno di riprendere a crescere,economicamente ma anche moralmente daun punto di vista educativo».Dal canto suo, monsignor Arrigo Miglio,presidente del Comitato scientificoe organizzatore, anticipa come sia«utile mettere in comune alcune delleprospettive che spesso compaiono neilavori preparatori», laddove «la ricerca deiproblemi cruciali si è trasformata anche inricerca di soggetti sociali vitali, capaci dicooperare alla rigenerazione della pòlis». Ilprimo di questi soggetti vitali è la famiglia,«protagonista di vigilanza e di rinnovamentoumano e sociale», che «genera relazioniforti e vere» e fortifica «il tessuto della nostrasocietà e della stessa comunità ecclesiale».In secondo luogo v’è la «capacità di lavoro edi impresa» presente nel Paese: «Le regolee le opportunità del mercato del lavoro,la necessità che le imprese crescano dinumero, dimensioni e qualità si connette conle questioni di una maggiore giustizia fiscale,di una maggiore qualità e produttività dellaspesa pubblica, dell’efficienza del mercatodel credito, dell’orientamento scolastico edella formazione professionale, del legametra dinamiche economiche e territori».Tra le questioni che stanno emergendonel corso del cammino di discernimentoverso le giornate di Reggio Calabria vi è poil’immigrazione, «processo che arricchisce<strong>La</strong> città di Reggio Calabria vista dall’altosotto svariati profili il Paese, dotandolo dirisorse che non produce e di cui ha bisognoper crescere». Ma riserva di energie, permonsignor Miglio, sono pure «i giovani chestudiano, che fanno ricerca, che lavorano»,sebbene facciano «fatica a esprimere leproprie potenzialità nella nostra società econtribuire al bene comune», scontrandosicon una carenza nella «qualità media» e«quantità complessiva dell’istruzione, dellaformazione e delle opportunità di ricerca».Insomma, un futuro (e forse pure un presente)diverso è possibile. Da qui la prospettiva diun impegno diretto del laicato cattolico afavore dell’interesse collettivo. «Oggi – diceancora Patriarca - il laicato cattolico, lecomunità cristiane, l`associazionismo sonol’unica rete che regge in Italia, che si ritrova,che riflette. Noi cattolici dobbiamo assumerciuna grande responsabilità. I cattolici lasmettano di lamentarsi della Chiesa, deivescovi e davvero iniziamo ad assumerci inprima persona il rischio della responsabilità.Se non lo facessimo, sarebbe un gestomolto grave verso il bene comune e verso lacarità cristiana». G. I.Politica in crisi,j’accuse della Chiesa<strong>La</strong> Politica è sotto tensione. E l’opinionepubblica è disorientata. Le classi dirigentilitigano trascurando gli interessi deicittadini di cui, apparentemente, neiproclami dicono di avere a cuore le sorti.<strong>La</strong> situazione è abbastanza pesante. Tantoda indurre i vescovi italiani, e i media vicinialla Chiesa a continui richiami, negli ultimimesi, alla responsabilità e ad avere a cuorele sorti del Paese. A metà Luglio è statoproprio il presidente dei vescovi italiani,cardinale Angelo Bagnasco, ad evidenziarein un’intervista all’Osservatore Romanoche «è sotto gli occhi di tutti chel’attenzione al bene comune diminuiscee crescono gli interessi personali. Perquesto è sempre più urgente che siaffermi una nuova generazione di politicicattolici». Dopo neanche un mese èstata “Famiglia Cristiana” a lanciare ilj’accuse, ridando prima parola al CardinalBagnasco, in campo per denunciare un«sottosviluppo morale». E poi esprimendola propria posizione in un duro editorialeripreso da tutti i maggiori quotidianiitaliani. Secondo il settimanale cattolico,«la politica non svolge la funzione chedovrebbe competerle. Ma analoghecarenze si riscontrano nel mondoimprenditoriale, nella comunicazione enella cultura. Persino nella società civilee nell’associazionismo. Mancano personecapaci di offrire alla nazione obiettivicondivisi. E condivisibili. Non esistonoprogrammi di medio e lungo termine.Non emerge un’idea di bene comune, chepermetta di superare divisioni e interessidi parte. Se non personali. Un Paesematuro, che deve mirare allo sviluppo ealla pacifica convivenza dei cittadini, nonpuò continuare con uomini che hannoscelto la politica per sistemare se stessie le proprie pendenze. Siamo lontanidall’idea di Paolo VI, che concepiva lapolitica come una forma di carità versola comunità, capace di aiutare tutti acrescere».<strong>La</strong> denuncia che proviene dalla Chiesa edai suoi media appare, a giudicare anchedai commenti favorevoli, l’interpretazioneautentica del pensiero dei cittadini che sisentono traditi - sentendo e leggendo lenote politiche - da chi è stato delegato acurare e a portare nelle sedi istituzionalicompetenti i loro interessi.R. F.• settembre 2010 • 11


Bioetica, il segreto è nell’armoniadi Antonio Perciaccante<strong>La</strong> Medicina nasce come una scienza basata sulla solidarietà umana e in favoredell’uomo, ma lo spettro di un utilizzo improprio delle tecniche e delle finalità non la rendeimmune dal controllo etico, rendendo pertanto necessario regolamentare l’operato degliuomini secondo i principi della Fede e della rivelazione Cristiana.In tal senso ricopre un ruolo fondamentale la Bioetica, che rappresenta uno dei campi sucui si combatte con grande enfasi mediatica l’eterno conflitto tra Fede e Ragione. Bastipensare ai dibattiti riguardo argomentazioni quali il testamento biologico, le donazionidegli organi, l’aborto e le cellule staminali, che hanno visto scendere in campo teologi,filosofi, medici, politici, sostenendo in maniera accesa l’un contro l’altro armati il partitodella Fede e quello della Ragione.Ci si chiede se sia giusto o meno donare un organo quando il donatore è ancora in vita.Ci si chiede se sia giusto o meno sospendere la nutrizione artificiale, e se e quandol’embrione acquisisca la dignità di essere umano. Più la scienza progredisce, e più icontrasti tra Fede e Ragione si inaspriscono.<strong>La</strong> Fede chiede all’uomo di seguire una strada, di attenersi ad un sistema normativola cui origine è sacra e superiore all’essere umano. Tale norma viene lasciata nellemani dell’uomo affinchè venga sviluppata in maniera coerente, alla luce delle evoluzioniculturali e scientifiche del tempo. L’uomo, dunque, non può e non deve sostituirsiall’Entità divina, né tantomeno rigide regole possono essere imposte senza tener contodella continua metamorfosi a cui è sottoposto il Mondo. Fede e Ragione, pertanto, nondovrebbero essere in conflitto e cercare di predominare l’una sull’altra, ma interagire eintegrarsi al fine di poter trovare risposte adeguate ai crescenti interrogativi di fronte acui la scienza ci pone.Ogni scienza, infatti, manifesta la sua completezza all’interno dei confini definiti dellascienza stessa e, come affermato dall’allora Cardinale Ratzinger, l’integrazione tra Fedee Ragione contribuisce ad una visione omnicomprensiva dell’oggetto osservato.Del resto, come affermato da Giovanni Paolo II dallo stesso Benedetto XVI, è contrarioalla tradizione della Chiesa negare il valore della ragione e la legittimità dell’eticarazionale. <strong>La</strong> Chiesa Cattolica ha condannato ogni posizione fideista che togliesse allaragione il suo peso e il suo valore, ma allo stesso tempo la ragione non può prescindereda quelli che sono i principi etici e la morale cristiana e l’uomo non può in alcun modosostituirsi alla Entità Divina. Occorre quindi ricercare l’armonia tra Fede e Ragione, chenon sarà semplice né immediata a causa della debolezza della mente umana, dellapressione ideologica e delle difficoltà intrinseche dei problemi.12• settembre 2010 •Tariffe postali,accordo vicino«Il via libera della Presidenza del Consiglioè un fatto positivo». Lo ha dichiarato donGiorgio Zucchelli, presidente della Fisc(Federazione italiana settimanali cattolici),dopo l’autorizzazione del governoall’amministratore delegato di Poste italiane,Massimo Sarmi, per la firma dell’intesasiglata dalla Fieg (Federazione italiana editorigiornali) a fine luglio in merito all’aumentodelle tariffe di spedizione postale. <strong>La</strong> vicendaè iniziata lo scorso 31 marzo con un decretointerministerialeche ha soppressole tariffe postaliagevolate a tutti gliorgani di stampacon relativoaumento mediodi spesa pari acirca il 120%. «Iltesto dell’accordo che era stato preparato– spiega don Zucchelli al Sir – dovevaessere aggiustato in alcune espressionitecniche. Nell’incontro di inizio agostocon Paolo Bonaiuti, sottosegretario allapresidenza del Consiglio con delegaall’Editoria, Francesco Vetere, segretariodell’Uspi (Unione stampa periodica italiana),ha proposto una soluzione per appianarele difficoltà. L’avvenuta autorizzazione mifa ritenere che il problema amministrativosia stato risolto e questo è un passoimportante verso la firma dell’accordo».A questo punto è necessario il parere delministero dell’Economia, azionista unico diPoste italiane. «È lo scoglio più grande cheabbiamo di fronte ma quando verrà datoparere positivo, e non prevediamo particolariinconvenienti perché l’intesa stabilisce chelo Stato non intervenga più neanche conun centesimo nei rapporti con gli editori,l’accordo potrà essere firmato». ComeFederazione, dice Zucchelli, «guardiamocon fiducia alla possibilità che la situazionesi appiani nel più breve tempo possibile. Sequalcuno ha lasciato intendere che la Fiscnon ha fatto ciò che doveva fare, si tratta diaccuse assolutamente false. Sono mesi chela Federazione sta lavorando a vari livelliper raggiungere un accordo che, quandofirmato, potrà essere definito storico. Siamofiduciosi perché il sottosegretario Bonaiutisi è impegnato personalmente».Red A


Viva voceGrandissimo successo per ilconcerto gratuito di Max Gazzèsul lungo mare di Rocca Imperialelo scorso 20 agosto. Organizzatodall’amministrazione comunale,lo spettacolo ha riunito tantissimagente, specie giovani, fans eno, affascinati dalla semplicitàe poeticità dell’artista. Circadue ore di spettacolo dedicatealla presentazione del suoultimo album (“Quindi?”) ealla riproposizione dei grandisuccessi che hanno segnato lasua carriera: da “Vento d’estate”al “Solito sesso”, da “<strong>La</strong> favoladi Adamo ed Eva” al “Timidoubriaco”, da “Cara Valentina”al “Motore degli eventi”.Accompagnato dalla sua bande dalla sua inseparabile chitarrabasso, Gazzè ha reso partecipetutto il pubblico attraversoil suo ricco repertorio. Ma ilcoro rocchese è esploso concarica negli ultimi due branipresentati dall’artista: “Mentredormi” e “Una musica può fare”:Max Gazzèrispettivamente il tormentonedell’estate 2010 e il brano presentato undici anni prima al festival diSanremo, segno della continuità dell’amore del pubblico nei confrontidi un cantante che con la sua originalità ha lasciato il segno fin dai suoiprimi passi e che continua a farlo ancora dopo tanti anni di carriera.Alberto Marino[ il concerto ] [ il film ][ l’idea ]Per chi è appassionato di teatro è consuetudine acquistareil biglietto, recarsi nel luogo in cui si svolge lo spettacolo(anfiteatro, cinema o arena), prendere possesso della poltronae aspettare con ansia la messa in scena dell’opera.Tutto ciò non capita a Cassano durante il Tam Tam. L’ideageniale capovolge tutto: è l’attore che , gratuitamente, si recanei vicoli del paese e da vita alla sua performance, propriodavanti casa, sui gradini di un pianerottolo, senza microfoni,trucchi o luci di scena. Il teatro nella sua essenza, nella suaintimità più pura. Non esiste maschera non esiste finzione.Giunta alla settima edizione e curata dalla compagnia teatrale“Les Enfants Terribles”, la rassegna del Tam Tam Cassano hariproposto “I racconti del pianerottolo”, portando cosi ilteatro alla gente, tra la gente. Idea vincente e convincente.Oltre ad arricchire il bagaglio culturale di ognuno di noi , “Iracconti del pianerottolo” ci aiutano a riscoprire quegli scorcidi paese a volte dimenticati e trascurati: si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo e rivivere iracconti dei nostri nonni, i profumi dei vicoli, le voci provenienti dai balconi e dalle verande pendono ipeperoni rossi da seccare al sole. Colori di una maniera di vivere quasi in estinzione. Sul pianerottolorisuona la voce del nostro Sud: gustiamocela! Giuseppe RosetiUn momento della rassegnaK-Pax è il luogo da cui dice diprovenire Prot che si è fattouomo sulla Terra perché quiquesta è la sua configurazioneenergetica più efficace. MaK-Pax esiste? Da dove vienequest’uomo? K-Pax è la suaorigine reale o la meta sognata?Prot sulla Terra incontra ildottor Powell , che tenta dicomprendere questo psicoticofin troppo convincente, a cuiracconta che su K-Pax non ènecessario un ordinamentosociale poiché le creaturesono in grado di distinguere ilbene dal male accogliendo, alcontrario degli umani, alcuniinsegnamenti di Cristo. QuestoK-Paxiano rivoluziona l’ospedalepsichiatrico, in cui è ricoverato,affidando a tutti un compito, unasperanza. Così gli altri pazientiimpiegano il loro tempo perrealizzare un progetto: aspettareun uccello blu, sperare di odorarei boccioli di K-Pax, non avere piùpaura della morte.Tutti hanno la speranza diandare su K-PAX un giorno.Prot dovrà tornare da dove èvenuto, ma ha eseguito il suocompito, ha dimostrato che lecatene possono imprigionarema, sciolte, possono diventareun’altalena che muove liberal’anima. Ha lasciato un consiglioprima di andar via: «Fai la sceltagiusta questa volta, perché questavolta è tutto ciò che hai».Cristina Cirillo• settembre 2010 • 13


Un silenzio di preghieraL’agenda del Vescovo«Sono profondamente addolorato. Esprimo il cordoglio della Chiesa cassanese perle giovanissime vittime ed intima, umana vicinanza alle loro famiglie».Il vescovo della diocesi di Cassano Ionio, monsignor Vincenzo Bertolone, pureimpegnato in attività di predicazione in quel di Tortona, in Piemonte, non ha mancatodi manifestare il sentimento dell’episcopato e della curia locali in relazione al terribileSETTEMBRE10 e 11 settembre: partecipa ai lavoridel convegno catechistico diocesano, aCastrovillari;12 settembre: amministrazione delsacramento della confermazione; inmattinata, a <strong>La</strong>ino Borgo, nel pomeriggioa Sibari;incidente stradale verificatisi il 20 e il 22 agosto nella Sibaritide e costati la vita aldiciannovenne cassanese Giuseppe Mungo, all’amico Filippo Le Voci (17 anni, diCastrovillari) ed al piccolo Federico Corvino, (di 6 anni appena, originario di SanGiuliano di Campania), in vacanza a Sibari coi genitori. Dopo aver auspicato lapronta guarigione delle persone rimaste ferite nei due distinti incidenti stradali, ilPresule rivolge la sua riflessione alle vittime: «Ci sono momenti – ha affermato - incui si predilige il silenzio per ascoltare la voce dell’anima, che si leva ad implorarela misericordia del cielo sulla terra. Quello odierno è uno di quei momenti: nelsilenzio, linguaggio adeguato nel tempo della sofferenza, la voce di Cristo oltrepassala morte e indugia nell’abbraccio di persone amate che ci hanno lasciato e che,morendo, hanno portato con sé qualcosa di noi». Ha proseguito il Pastore dellaChiesa cassanese: «Penso con intima, umana compartecipazione alla sofferenzaindicibile vissuta in queste ore dai familiari, dagli amici e dalle comunità alle qualile tre vittime appartenevano: il loro dolore, insuperabile dinanzi alla morte, non puòessere allontanato mediante la ragione, ma solo con la presenza di una Personache ci ama: Dio». Ha concluso monsignor Bertolone: «Ai nostri giovanissimi fratelliprematuramente scomparsi possa il Signore mostrare il Suo Volto e far sì che laloro dipartita, come quella del seme innocente di cui parla l’Evangelo, possa esserefeconda di vita e di pace».G. I.Auguri a monsignor Mondello14• settembre 2010 •Fiori a ricordo della tragediaIn occasione del cinquantesimo anniversario dimonsignor Vittorio Mondello, arcivescovo diReggio Calabria e presidente della Conferenzaepiscopale calabra, monsignor Bertolone haindirizzato al confratello una lettera di auguri efelicitazioni. «Mi unisco con viva partecipazione alsuo Magnificat – scrive il vescovo della Diocesi diCassano - per il giorno giubilare che il SignoreLe ha concesso di celebrare. Può certamentedire: “Eccomi, Signore! Si, sono carico difatica...”, ma quanto amore ha donato e ricevutoin questi cinquant’anni di sacerdozio. Gioisco conLei del felice evento e lodo con cuore grato Dio».Conclude monsignor Bertolone nella sua missiva:«Esprimo insieme il voto che il Volto di Cristo Signore abbia a vivere econtinuare a manifestarsi nella persona e nel ministero della Paternità Vostra,come dice san Paolo: “Vita Jesu manifestetur in carne nostra mortali”. Ad Multosannos e vivissimi rallegramenti». G. I.Mons. Vittorio Mondello14 settembre: giornata di spiritualità,istituto delle suore minime, a Cosenza;15 settembre: santa messa in occasionedella festa dell’Addolorata, parrocchiadell’Annunciazione, Francavilla;dal 20 al 22 settembre: partecipa alconvegno regionale dei seminaristi inqualità di presidente della Commissioneper la Vita Consacrata della Cec, aCetraro;23 settembre: santa messa in occasionedella festa di san Pio; ospedale diCosenza;30 settembre - 1 ottobre: partecipaai lavori del convegno diocesano sulla<strong>fede</strong>, a Trebisacce;OTTOBRE2 ottobre: partecipa alla Santa Messacol Santo Padre Benedetto XVI, aPalermo;dal 4 al 6 ottobre: partecipa ai lavoridella Conferenza episcopale calabra, aCatanzaro;7 ottobre: ritiro del clero; seminariodiocesano di Cassano;10 e 11 ottobre: partecipa ai lavori delConvegno del Santo Volto; universitàUrbaniana, a Roma;dal 14 al 17 ottobre: partecipa ai lavoridelle Settimane sociali nazionali, aReggio Calabria.


ERRATA CORRIGERosella Gullo e Giuseppe Malomo, nostroapprezzato segretario di redazione,hanno coronato il loro sogno d’amoreunendosi in matrimonio, benedettidal vescovo Vincenzo Bertolone, nellachiesa di San Bernardino, a Morano.Ai novelli sposi e alle rispettive famiglieun abbraccio affettuoso dall’editore,dalla direzione, dalla redazione.Nell’ultimo numero, a pagina3, in coda alla testimonianzadi Leonardo Aita, abbiapresentato lo stesso comediacono.In realtà, egli è aspiranted i a c o n o . D e l l ’ e r r o r e ,involontario, chiediamo scusaai lettori ed all’interessato, alquale auguriamo un buoncammino di <strong>fede</strong>.RedACATECHISTIRubrica a cura di don Nunzio <strong>La</strong>itanoCOMINCIA IL NUOVO ANNO PASTORALERegistrazione presso il Tribunale di Castrovillari n°1/08 del 10 gennaio 2008~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~L’Abbraccio è iscrittoalla Federazione Italiana Settimanali CattoliciVenerdì 10 settembre, con il convegno catechistico avrà inizio il nuovo annocatechistico.Il titolo di questo convegno sarà: “Imparare a conoscere il Cristo … Per migliorarela qualità della tua <strong>fede</strong>”. <strong>La</strong> formazione è un discorso fondamentale per ogni singolocatechista. Perché? <strong>La</strong> <strong>risposta</strong> è semplice, cari amici, perché noi, con la nostra azionepastorale, facciamo educazione alla <strong>fede</strong>, trasmissione della stessa. Tutto ciò non èfarina del proprio sacco, ma è il contenuto del deposito della <strong>fede</strong> tramandataci daGesù Cristo, in prima persona, e dell’apostolo con i loro successori.I catechisti collaborano a quest’opera che, il Signore ha lasciato come missione alla suaChiesa. <strong>La</strong> formazione è anche un’attività complessa, poiché coinvolge tutto l’essere delcatechista; esso, infatti, secondo quanto ci dice il Direttorio Generale per la Catechesi,deve avere tre caratteristiche fondamentali: essere, sapere e saper fare.Queste sono formate attraverso l’attività formativa, la quale deve avere duecaratteristiche fondamentali: formazione di base e formazione permanente. <strong>La</strong> prima ècompito prioritario del pastore, la seconda è prima di tutto compito del catechista edeve essere stimolata dal pastore.Pertanto, finendo, non mi rimane che augurare a tutti un buon anno pastorale 2010-2011, ricordandovi il vostro compito prioritario: la formazione.ABBONAMENTIDirettore responsabile: Domenico MarinoCapo redattore: Gianpaolo IacobiniSegretario di redazione: Giuseppe MalomoRedazione: S.E. Vincenzo Bertolone, Vincenzo Alvaro,don Francesco Candia, Roberto Fittipaldi, Delia <strong>La</strong>nzillotta,don Giovanni Maurello, Annamaria Partepilo, GiuseppeRoseti, Raffaele Vidiri, Gaetano ZaccatoHanno collaborato a questo numero: AntonellaAccattato, Giuseppe Arcidiacono, Cristina Cirillo, GiovanniConcistrè, Valentina Gioiella, Valeria Greco, Rosella Gullo,don Nunzio <strong>La</strong>itano, Giusi Lingria, padre <strong>La</strong>zzaro Longobardi,Assunta Madera, Alberto Marino, Angela Marino,Antonio Perciaccante, Antonio SantagadaImpaginazione: Vincenzo AlvaroStampa: AGM, Via Daniel Bovè 5, 87012 Castrovillari (CS)www.agm.calabria.itDirezione, redazione, amministrazione:Via Torto Ospizio, 1 87011 Cassano all’Ioniotel e fax 0981.71442mail: ucscassano@libero.itucs@diocesicassanoalloionio.itPer sottoscrivere l’abbonamento al periodico di informazionedella Diocesi di Cassano all’Ionio basta versare la cifradi 15 € (ordinario), 30 € (ordinario fuori diocesi), 40€(socio sostenitore) sul c/c n° 13001870 intestato a CuriaVescovile - Cassano all’Ionio e spedire la ricevuta diversamento a : Ufficio Comunicazioni Sociali, Via TortoOspizio, 1 87011 Cassano Allo Ionio (CS)Il trattamento dei dati personali è assicurato in conformitàalla normativa vigente.Il materiale inviato, anche se non pubblicato, non saràrestituito.<strong>La</strong> collaborazione è da intendersi a titolo gratuito.Per sottoscrivere l’abbonamento al periodico di informazione della Diocesi di Cassanoall’Ionio basta versare la cifra di 15 € (ordinario), 30 € (ordinario fuori diocesi),40€ (socio sostenitore) sul c/c n° 13001870 intestato a Curia Vescovile - Cassanoall’Ionio e spedire la ricevuta di versamento a : Ufficio Comunicazioni Sociali, ViaTorto Ospizio, 1 87011 Cassano Allo Ionio (CS)~~~~~~~~~~~~~~~~~~~L’Abbraccio è anche sul sito diocesanohttp://www.diocesicassanoalloionio.it15• settembre 2010 •


16• settembre 2010 •

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