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Famiglia e matrimonio. Quale modello costituzionale. - Gruppo di Pisa

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Rispetto alle motivazioni della sentenza n. 138 del 2010 la dottrina si è chiesta se e quali vincoli“positivi” o “negativi” la Corte abbia fissato, pro futuro, soprattutto in riferimento alla possibilità che illegislatore decida <strong>di</strong> introdurre il <strong>matrimonio</strong> omosessuale.Quasi tutti concordano sul fatto che la Corte, riconoscendo «il <strong>di</strong>ritto fondamentale <strong>di</strong> vivereliberamente una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> coppia» abbia, non solo consentito, bensì imposto 141 al legislatore <strong>di</strong>introdurre una <strong>di</strong>sciplina generale per le unioni omosessuali (obbligo rafforzato dal fatto <strong>di</strong> essersiriservata, per il futuro, <strong>di</strong> tutelare, in assenza dell’intervento legislativo, alcune specifiche situazioni).Sarebbe un caso <strong>di</strong> “<strong>di</strong>ritto <strong>costituzionale</strong> accertato, ma non tutelato” 142 .Del resto, non si può trascurare che il nostro è uno dei pochi paesi che non prevede alcuna forma <strong>di</strong>tutela per le unioni omosessuali.Questa lettura della sentenza è stata poi confermata dallo stesso Presidente della Corte <strong>costituzionale</strong>Franco Gallo che ha osservato come “l’invito” contenuto in quella decisione sia «rimasto sinorainascoltato» 143 .Dal perdurare <strong>di</strong> questa lacuna potrebbero scaturire conseguenze molto rilevanti, sotto <strong>di</strong>versi profili.Anzitutto, in assenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sciplina generale, ma <strong>di</strong> fronte alla riconosciuta carenza <strong>di</strong> garanzia, igiu<strong>di</strong>ci or<strong>di</strong>nari saranno indotti ad intervenire caso per caso, fornendo una tutela “a macchia <strong>di</strong>leopardo”, e, soprattutto, rendendo incerto il quadro giuri<strong>di</strong>co, ma anche “culturale”, <strong>di</strong> riferimento.Sia sufficiente ricordare la nota sentenza della Corte <strong>di</strong> Cassazione n. 4184 del 2012, in tema <strong>di</strong>trascrizione del <strong>matrimonio</strong> omosessuale contratto all’estero, dove - anche valorizzando un passaggiodell’altrettanto nota sentenza della Cedu Shalk e Koptf c. Austria 144 - si è affermato, in modo assaisignificativo, che l’intrascrivibilità non <strong>di</strong>pende dall’inesistenza del <strong>matrimonio</strong>, ma dalla sua inidoneitàa produrre effetti giuri<strong>di</strong>ci nel nostro or<strong>di</strong>namento, e si è poi riba<strong>di</strong>to che le coppie omosessuali possonoin alcune circostanze godere degli stessi <strong>di</strong>ritti delle coppie sposate 145 , così, per altro, avallandointerventi <strong>di</strong>retti e puntuali dei giu<strong>di</strong>ci or<strong>di</strong>nari 146 .In secondo luogo, il perdurare della lacuna può determinare situazioni “paradossali”, nel caso in cuil’or<strong>di</strong>namento italiano sia costretto dal <strong>di</strong>ritto comunitario a riconoscere, in situazioni particolari,141 In questo senso, con<strong>di</strong>visibilmente, R. Romboli, Il <strong>matrimonio</strong> tra persone dello stesso sesso, cit., 642; M. D’Amico, Unadecisione ambigua, in Notizie <strong>di</strong> Politeia 2010, 85-86, per i quali la Corte avrebbe rivolto al legislatore un monito forte e nonignorabile.142Così R. Romboli, Il <strong>di</strong>ritto “consentito” al <strong>matrimonio</strong>, cit., 9.143 Cfr. Relazione del Presidente Gallo nella riunione straor<strong>di</strong>naria del 12 aprile 2013 (pag. 8 del documento).144Si tratta della decisione della Corte Edu, sez. I, del 24 giugno 2010, n. 30141/04, originata dal ricorso <strong>di</strong> due citta<strong>di</strong>niaustriaci del medesimo sesso che chiedevano <strong>di</strong> accertare che il <strong>di</strong>niego loro opposto <strong>di</strong> contrarre il <strong>matrimonio</strong> integrasse unalesione dell’art. 12 e del combinato <strong>di</strong>sposto degli artt. 8 e 14 della Cedu, su cui cfr. E. Crivelli - D. Kretzmer, Il caso Schalk eKopf c. Austria in tema <strong>di</strong> unioni omosessuali, in Dieci casi sui <strong>di</strong>ritti in Europa, a cura <strong>di</strong> M. Cartabia, Bologna 2011, 59.145 Per una lettura critica della sentenza della Cassazione, soprattutto con riferimento all’uso che viene fatto <strong>di</strong> un inciso dellasentenza europea, cfr. I. Massa Pinto, “Fiat <strong>matrimonio</strong>” L’unione omosessuale all’incrocio del <strong>di</strong>alogo tra Corte <strong>costituzionale</strong>,Corte europea dei <strong>di</strong>ritti dell’uomo e Corte <strong>di</strong> cassazione: può una sentenza della Corte <strong>di</strong> cassazione attribuire a (un inciso <strong>di</strong>)una sentenza della Corte europea il potere <strong>di</strong> scar<strong>di</strong>nare «una consolidata ed ultramillenaria tra<strong>di</strong>zione» (superando anche ilgiu<strong>di</strong>cato <strong>costituzionale</strong>)?, in Rivista Aic 2/2012.Sulla decisione della Cassazione, cfr. anche l’ampio contributo <strong>di</strong> B. Pezzini, Un para<strong>di</strong>gma incrinato: la faticosa rielaborazione<strong>di</strong> categorie concettuali tra le sentenze della Corte <strong>costituzionale</strong> 138/2010 e della Corte <strong>di</strong> cassazione 4184/2012, inwww.forum<strong>costituzionale</strong>.it.146Si veda, ad esempio, la decisione della Corte d’Appello <strong>di</strong> Milano, sez. lavoro, n. 407 del 31 agosto 2012, in merito allapossibilità <strong>di</strong> includere il convivente omosessuale nella definizione <strong>di</strong> convivente more uxorio, quale requisito richiesto da unacassa previdenziale privata ai fini dell’accesso alle prestazioni, ma anche la sentenza del Tribunale <strong>di</strong> Milano, sez. IX, del 13marzo 2009, che ha esteso al convivente more uxorio omosessuale il riconoscimento, già operato in favore del conviventeeterosessuale, della legittimazione ad agire in responsabilità civile contro il terzo che abbia cagionato la morte del convivente.32

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