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Pergolesi in Mirrorshades: musica e tempo, mito e destino nel ...

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<strong>Pergolesi</strong> <strong>in</strong> <strong>Mirrorshades</strong>:<strong>musica</strong> e <strong>tempo</strong>, <strong>mito</strong> e dest<strong>in</strong>o <strong>nel</strong> “Gianni” di Robert Silverberg 1di Marco Lauri, Università la Sapienza di RomaMusica e Fantascienza.“ Ὀν ο ἰ θεοί φιλούσιν ἀ ποθνήσκει νέος ”“ Muore giovane chi è caro agli dei ”MenandroIn secoli ormai passati, la <strong>musica</strong>, discipl<strong>in</strong>a del “quadrivio” medievale, era considerata, <strong>nel</strong>la suacomponente teoretica, una conoscenza “scientifica”; parte delle matematiche più che delle arti,<strong>in</strong>tesa come studio del numero <strong>in</strong> movimento, secondo la celebre def<strong>in</strong>izione di Boezio. Talecollocazione, mai comunque del tutto salda, è quasi scomparsa dopo l'epoca di Bach e Rameau, egià prima del Romanticismo l'Occidente ha decisamente collocato la <strong>musica</strong> tra le discipl<strong>in</strong>eartistiche, il cui valore si spende sul piano pratico ed estetico. In questo senso, la <strong>musica</strong> segue unpercorso per molti aspetti <strong>in</strong>verso a quello della storia, che da genere letterario che descriveva ilfatto vero, qual'era <strong>nel</strong> mondo classico, andrà sviluppando caratteristiche di sapere critico e di vera epropria scienza <strong>nel</strong>lo scorcio tra Sei e Settecento; mutamento a cui non sono estranei personaggi,come Leibniz, che erano impegnati anche sul fronte scientifico della teoria <strong>musica</strong>le (era adesempio <strong>in</strong> corrispondenza con Bach).L'antica idea filosofica, già suggerita da Pitagora, che la <strong>musica</strong> esprimesse l'armonia del Cosmo,non è scomparsa dal pensiero occidentale, ma ha quasi del tutto smesso di far parte dellacomprensione scientifica dell'Universo con il successo del meccanicismo newtoniano. Va dettotuttavia che questa concezione armonica e cosmologica non è stata né unica né sempre dom<strong>in</strong>ante, eche <strong>in</strong> ogni caso tendeva ad emarg<strong>in</strong>are la concreta pratica vocale e strumentale. La “<strong>musica</strong> dellesfere” è rimasta una ricchissima metafora, ma non è più vista come una realtà del mondo come loconosciamo. Né, del resto, lo sono le sfere stesse, <strong>nel</strong> significato orig<strong>in</strong>ario, astronomico,dell'espressione.D'altra parte, se alla teoria <strong>musica</strong>le e all'armonia si dava la più alta importanza teorica e cosmica, lapratica <strong>musica</strong>le era vista con un certo sospetto o perlomeno senza esaltazione, e i suoi effetti di tipoestetico ed emotivo sull'uditore, f<strong>in</strong> da Platone, appaiono pericolosi e destabilizzanti al punto di1 Desidero r<strong>in</strong>graziare il maestro Andrea Strappa per i suggerimenti bibliografici e per avermi messo a disposizione lesue conoscenze di storia della <strong>musica</strong>, il personale della biblioteca comunale “Romolo Spezioli”per la disponibilità ela gentilezza, Luca Simoni per le discussioni di estetica della <strong>musica</strong>, e soprattutto la dottoressa Roberta Amato,senza la quale nessuna fase di questo lavoro non sarebbe stato possibile.


giustificarne accurate censure, discusse <strong>in</strong> dettaglio nei libri terzo e decimo della Repubblica.Nella storia della sua elaborazione <strong>in</strong> Occidente, la <strong>musica</strong> ha spesso occupato, e <strong>in</strong> parte occupaancora oggi, territori di frontiera <strong>nel</strong>la mappa delle conoscenze, conf<strong>in</strong>ando di volta <strong>in</strong> volta con lescienze, le matematiche, le arti retoriche o le belle arti.Suggerisco qui, senza pretendere di dimostrarlo, che questo stato anfibio rappresenti un possibilemomento di congiunzione tra la <strong>musica</strong> e la fantascienza, genere che pure, <strong>in</strong> manieracompletamente diversa, si misura con il piano scientifico oltre che con quello estetico.Quello che è certo è che la fantascienza si è occupata di <strong>musica</strong> spesso, volentieri e <strong>in</strong> molti modi.E' scontato che gli autori di fantascienza, <strong>nel</strong> descrivere i loro futuri, o i loro Altrove, immag<strong>in</strong>ari,ne possano sviluppare o almeno accennare le forme artistiche. Per la mia esperienza di lettore, èmolto più frequente che siano descritte arti performative piuttosto che figurative, e la <strong>musica</strong> <strong>in</strong>particolare occupa un posto di assoluta rilevanza. La <strong>musica</strong> <strong>nel</strong>la fantascienza di l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese (lasola che conosca abbastanza dettagliatamente per poter fare affermazioni generali) costituisce unsoggetto frequente, dalle trattazioni molteplici e con risvolti metaforici abbondanti, meritevoliprobabilmente di analisi più accurate.Difficile dire quanto questo rilievo provenga da antichi pitagorismi e quadrivi, dall'essere stata la<strong>musica</strong> stessa una matematica ed una scienza, cosa che pittura e poesia non furono, <strong>in</strong> Occidente,mai. Questa è tuttavia l'unica ragione che mi venga <strong>in</strong> mente. La stessa idea pitagorica della <strong>musica</strong>del cosmo e delle sfere è ben presente ad alcuni scrittori di fantascienza. Ursula K. LeGu<strong>in</strong>, <strong>nel</strong> suocapolavoro The Dispossessed (1974), descrive una razza aliena umanoide, i Cetiani, per i quali la<strong>musica</strong>, anche la <strong>musica</strong> concretamente composta ed eseguita, è sempre una branca dellamatematica, o comunque uno strumento di comprensione scientifica della realtà fisica, e le“Armonie” suscitano su di essi un effetto sia <strong>in</strong>tellettuale che estetico. Robert Silverberg stesso, dicui ci si occuperà più avanti, ha riproposto il concetto di <strong>musica</strong> delle sfere <strong>nel</strong>la parte f<strong>in</strong>ale del suoStarborne (1996).In term<strong>in</strong>i meno diretti, la <strong>musica</strong> delle sfere riaffiora anche forse, ad esempio <strong>nel</strong> “Vuoto che Lega”dell'Endymion di Dan Simmons; il bel racconto Blood Music di Greg Bear, non parla della <strong>musica</strong>come arte, ma di quelli potrebbero essere def<strong>in</strong>iti rapporti tra microcosmo e macrocosmo. Sipotrebbe ipotizzare un'eco pitagorica, boeziana, o forse perf<strong>in</strong>o ermetica, non so quantoconsapevole, <strong>nel</strong>l'uso della “<strong>musica</strong>” come metafora-chiave di questi rapporti.In alcuni casi le musiche sono immag<strong>in</strong>ate come strumento di comunicazione tra <strong>in</strong>telligenze aliene,come <strong>nel</strong> film Incontri Ravvic<strong>in</strong>ati di Terzo Tipo, o <strong>nel</strong>la parte de La Nuvola Nera di Fred Hoyle <strong>in</strong>cui gli umani trasmettono ad una nube cosmica senziente della <strong>musica</strong> di Beethoven. Anche qui la<strong>musica</strong> si pretenderebbe universale, perché universale ne sarebbe la fondazione matematica; ma <strong>in</strong>altri casi, come <strong>nel</strong> breve racconto <strong>in</strong> Bl<strong>in</strong>d! di Isaac Asimov, la differenza negli organi di senso


impedisce di condividere certe sensazioni, mentre il loro valore estetico, <strong>in</strong> questo breve lavoro,resta comune a terrestri ed alieni. Molti scrittori di fantascienza, <strong>nel</strong>l'immag<strong>in</strong>are società aliene ofuture, ne hanno descritto, se non la <strong>musica</strong>, gli atteggiamenti culturali verso la <strong>musica</strong>. In un altroromanzo di U.K. Le Gu<strong>in</strong>, The Word for World is Forest, ad un gruppo di alieni umanoidi èattribuita la pratica della gara di canto rituale per <strong>in</strong>canalare la competizione, un uso peraltroattestato sulla nostra Terra tra gli Inuit, come la Le Gu<strong>in</strong>, figlia del noto antropologo AlfredKroeber, certamente sapeva.Più raramente, la <strong>musica</strong> è stata mezzo espressivo della fantascienza; l'esempio più significativo,vista l'importanza dei nomi co<strong>in</strong>volti, sono le opere composte da Philip Glass su libretti DorisLess<strong>in</strong>g. Per l'Italia si potrebbe citare la popolare canzone di Eugenio F<strong>in</strong>ardi, Extraterrestre, che è<strong>in</strong> effetti un breve racconto di fantascienza messo <strong>in</strong> versi e <strong>musica</strong>, o quella di Franco Battiato, ViaLattea.Vengo <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e (trascurando molte altre possibilità) alle categorie che <strong>in</strong>teressano più da vic<strong>in</strong>o il miodiscorso: quella parte della fantascienza che si occupa delle musiche, o dei musicisti, del futuro; unsottogenere relativamente ricco <strong>in</strong> cui segnalo due racconti significativi.The Tunesmith (Il Melodista, 1957) di Lloyd Biggle jr. è la storia di un musicista di genio, dalsignificativo nome di Erl<strong>in</strong> Baque (cioè Bach) che vive <strong>in</strong> un mondo dove la <strong>musica</strong> è stata privatadi qualsiasi significato estetico, artistico, o cognitivo, per ridursi ad accompagnamento pubblicitariocantato. La situazione <strong>in</strong>iziale presenta quello che chiamerei il Brave New World dell'estetica<strong>musica</strong>le.Baque riesce a restituire la <strong>musica</strong> all'arte, e anche a quella potenza (l'ethos greco o gli affetti dellateoria r<strong>in</strong>ascimentale) che una antica tradizione le attribuiva, di scatenare o istradare le passionidell'ascoltatore; ma <strong>nel</strong> farlo si scontra contro potenti <strong>in</strong>teressi economici e subisce anni di lavoriforzati su un satellite di Giove. Al suo ritorno sulla Terra, grazie anche a lui, esistono di nuovo saleda concerti, musicisti veri, e un pubblico <strong>in</strong> grado di apprezzarli. Ma lui è diventato sordo. Difficilenon vedere <strong>in</strong> questa conclusione un richiamo a Beethoven.A Work of Art (Un'opera d'arte, 1956) di James Blish, è un'affasc<strong>in</strong>ante riflessione sul significatodell'arte e il lavoro dell'artista. Il protagonista è un redivivo Richard Strauss (o meglio, quel che allettore appare tale) “re<strong>in</strong>carnato” <strong>nel</strong> ventiduesimo secolo grazie ad una nuova, <strong>in</strong>quietante, artetecnologica, la “scultura della mente”; sono dunque due le arti che si confrontano <strong>in</strong> questo belracconto, la <strong>musica</strong> di Strauss e la “scultura della mente” del faustiano dottor Kris che lo fa“r<strong>in</strong>ascere”, ma che non può replicare il suo genio. E' <strong>in</strong>teressante notare la somiglianza tra lasituazione del “nuovo” Strauss <strong>in</strong> Blish e quella che secondo Adorno 2 è stata la condizione storica2 Adorno 1962: 88-89


del compositore; del resto, la “distopia <strong>musica</strong>le” presentata <strong>nel</strong> Melodista sembra ricordare davic<strong>in</strong>o le teorie critiche di Adorno sul ruolo della <strong>musica</strong> <strong>nel</strong>la società capitalista.Entrambi i racconti precedono di alcuni anni le lezioni del 1962 che avrebbero formatoIntroduzione alla sociologia della <strong>musica</strong>, ed erano apparsi su riviste specializzate di fantascienzarelativamente poco note; <strong>in</strong> mancanza di qualsiasi altro dato non posso che considerare talisomiglianze delle semplici co<strong>in</strong>cidenze, sebbene Adorno si trovasse all'epoca negli Stati Uniti.A mia conoscenza, A Work of Art è il primo testo di fantascienza <strong>in</strong> cui viene affrontata lapossibilità di riportare “<strong>in</strong> vita”, <strong>nel</strong> futuro, un musicista del passato; sebbene questo non accada <strong>in</strong>questo caso tramite il “classico” strumento del viaggio <strong>nel</strong> <strong>tempo</strong> ma per mezzo di una raff<strong>in</strong>atamanipolazione mentale ipnotica, che potrebbe sembrare una negromanzia tecnologica.Gli altri testi importanti di questo tipo usano <strong>in</strong>vece il vero e proprio viaggio <strong>nel</strong> <strong>tempo</strong>.L'importanza di questo elemento per tutto il genere fantascientifico, che per alcuni, tra cui chiscrive, nasce proprio con The Time Mach<strong>in</strong>e di H.G. Wells (1895), 3 è notoria; gli autori difantascienza hanno speculato su una enorme varietà di implicazioni e modalità di esso, tra le qualil'eventualità appunto di riportare <strong>nel</strong> presente/futuro <strong>in</strong>dividui del passato, più o meno importanti, èampiamente sfruttata per la ricchezza di opzioni narrative, non di rado comiche, che offre. In unbreve racconto di Asimov, The Immortal Bard, Shakespeare viene portato <strong>in</strong> <strong>in</strong>cognito <strong>nel</strong>ventesimo secolo e bocciato ad un esame universitario di letteratura <strong>in</strong>glese.Oltre al citato A Work of Art, esistono due lavori di fantascienza <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong>glese a me noti,entrambi provenienti dagli Stati Uniti degli anni Ottanta, il cui centro narrativo è la possibilità diportare <strong>nel</strong> futuro musicisti del diciottesimo secolo: i due musicisti sono Mozart e <strong>Pergolesi</strong>.Se la scelta di Mozart, <strong>nel</strong> racconto Mozart <strong>in</strong> <strong>Mirrorshades</strong> di Bruce Sterl<strong>in</strong>g è piuttostocomprensibile (se ne accennerà più oltre), quella di <strong>Pergolesi</strong> potrebbe destare qualche sorpresa.F<strong>in</strong>ora ci si è confrontati <strong>in</strong>fatti con compositori di ben maggiore notorietà globale.GianniGianni è un racconto di fantascienza di Robert Silverberg, uscito per la prima volta su Playboy <strong>nel</strong>1982 e poi ripubblicato, <strong>in</strong> una versione modificata, <strong>nel</strong>l'antologia The Conglomeroid CocktailParty del 1984. Robert Silverberg è un personaggio di tutto rispetto <strong>nel</strong> panorama fantascientificoamericano, sia come autore, assai prolifico, che come curatore e saggista.Il racconto, pubblicato <strong>in</strong> due versioni con differenti narratori, 4 (<strong>in</strong> una Dave Leavis, <strong>nel</strong>la seconda3 È ad esempio la posizione di Sergio Solmi, e, relativamente alla fantascienza moderna, anche di Darko Suv<strong>in</strong>. Vatuttavia osservato che alcune “macch<strong>in</strong>e del <strong>tempo</strong>” appaiono <strong>in</strong> opere precedenti.4 Si farà qui riferimento riferimento alla versione orig<strong>in</strong>ale uscita su Playboy, disponibile per il lettore italiano <strong>in</strong> “Lafantascienza di Playboy” a cura di Alice Turner, vol. II.


Sam Hoaglund) narra la r<strong>in</strong>ascita di Gian Battista <strong>Pergolesi</strong> <strong>nel</strong>la California all'<strong>in</strong>izio delVentunesimo Secolo, resa possibile da uno strumento chiamato “cronodraga” che consente diprelevare oggetti dal passato e trasferirli <strong>nel</strong> presente. Si tratta di un topos fantascientifico non raro,e lo stesso Silverberg ne ha fatto uso <strong>in</strong> altre opere. E' significativo sottol<strong>in</strong>eare che la cronodraga,<strong>in</strong> Gianni, è uno strumento sperimentale, e <strong>Pergolesi</strong> è qu<strong>in</strong>di il primo personaggio di rilevo adessere portato <strong>nel</strong> futuro dal gruppo di sperimentatori, che operano <strong>in</strong> privato e con scarsapubblicità.Perché <strong>Pergolesi</strong>? In fondo, non si tratta di un artista le cui importanza e notorietà, specialmentenegli Stati Uniti, siano tali da giustificarne la priorità assoluta. Il racconto si apre con SamHoaglund che chiede al narratore (Dave Leavis): “perché non Mozart?”. Verrebbe da pensare cheSterl<strong>in</strong>g, quando scriverà Mozart <strong>in</strong> <strong>Mirrorshades</strong> pochi anni dopo, stia rispondendo alsuggerimento implicito <strong>in</strong> questa domanda.La domanda prosegue, dopo aver nom<strong>in</strong>ato altri musicisti che sarebbe stato <strong>in</strong>teressante riportare<strong>nel</strong> futuro “E alla gente <strong>in</strong>teressa ancora <strong>Pergolesi</strong> <strong>nel</strong> 2008? […] Mozart sarebbe stato unapubblicità migliore […] <strong>Pergolesi</strong> è completamente dimenticato, ormai”.Ovviamente <strong>Pergolesi</strong> non è completamente dimenticato, specialmente non <strong>in</strong> Italia, ma la rispostache Silverberg fornisce per tramite di Leavis è diversa: “Spiegami perché avremmo dovuto dare aMozart una seconda possibilità. Sarà anche morto giovane, ma se ci pensi non era poi così giovane,e aveva fatto il suo lavoro. Gianni [<strong>Pergolesi</strong>] aveva 26 anni quand'è morto. Avrebbe potutodiventare più famoso di Mozart, se solo avesse avuto un'altra dec<strong>in</strong>a d'anni”.Il confronto con Mozart riapparirà poco più avanti <strong>nel</strong> racconto, quando <strong>Pergolesi</strong>, che sta studiandola cultura <strong>musica</strong>le del futuro, ascolterà la sua <strong>musica</strong> ed esclama “E' meraviglioso! […] nessunodovrebbe comporre così, nessuno, se non <strong>Pergolesi</strong>! […] Questo Figaro del 1786... avrei potutoscriverlo io, vent'anni prima!”.Già <strong>nel</strong>le prime pag<strong>in</strong>e, emergono alcune coord<strong>in</strong>ate della figura pergolesiana scelta e dip<strong>in</strong>ta daSilverberg; a presc<strong>in</strong>dere dal personale gusto <strong>musica</strong>le, e dal possibile <strong>in</strong>teresse <strong>nel</strong> far scoprire alpubblico americano un compositore relativamente poco noto, sembrerebbe che Silverberg, come ilsuo narratore, abbia scelto <strong>Pergolesi</strong> anche per alcune componenti del <strong>mito</strong> pergolesiano.<strong>Pergolesi</strong> genio, <strong>Pergolesi</strong> morto giovanissimo e prima di poter compiere la sua opera, e comeapparirà ben presto, <strong>Pergolesi</strong> artista sregolato e megalomane, secondo una concezione romantica didiscutibile storicità. Un <strong>Pergolesi</strong>, <strong>in</strong>somma, dal dest<strong>in</strong>o tragicamente segnato, <strong>nel</strong> diciottesimosecolo come <strong>nel</strong> ventunesimo. Tale dimensione mitica si evidenzia <strong>nel</strong>la descrizione delcompositore offerta dal racconto: “un ometto m<strong>in</strong>uto, aggraziato e delicato, con occhi profondi edespressivi”. Questa immag<strong>in</strong>e si fonda su una tradizione ritrattistica di orig<strong>in</strong>e pre-romantica che,come ha mostrato Degrada, è costruita dal <strong>mito</strong> pergolesiano più che dall'aspetto reale del


compositore, peraltro scarsamente documentato.<strong>Pergolesi</strong> può aver <strong>in</strong>teressato anche per una diversa ragione storica, che credo vada comunque vista<strong>in</strong> relazione al suo <strong>mito</strong>: la sua opera fu percepita, dopo la sua morte, come centrale <strong>nel</strong>cambiamento di paradigma <strong>musica</strong>le del <strong>tempo</strong>; <strong>nel</strong> racconto questo fatto viene sottol<strong>in</strong>eato,mettendo apertamente <strong>in</strong> contrasto la (mitica) vita <strong>in</strong>felice e la gloria postuma dell'artista.Cito a questo proposito le parole elogiative del suo conterraneo e biografo, o se si vuole, <strong>mito</strong>grafo,Giuseppe Fracassetti: “Pergolese il primo immag<strong>in</strong>ò che gli strumenti oltre ad accompagnare la<strong>musica</strong> vocale l'avessero ad ornare con fregi opportuni, e servir potessero non solamente adaccrescere l'espressione delle parole, ma ad esprimere eziandío gli accidenti e le circostanze peravventura non bastassero ad ispiegare”. 5 Parole che potrebbero essere dette ugualmente di Erl<strong>in</strong>Baque, il protagonista del già citato Melodista? <strong>Pergolesi</strong> ha certamente contribuito ad un certoaffrancamento, sebbene relativo, della <strong>musica</strong> strumentale dal suo ruolo di accompagnamento delleparole, ma pur sempre <strong>in</strong> relazione con esse; Baque più radicale, si rivolta ad ogni asservimento alleparole dell'espressività autonoma della <strong>musica</strong> strumentale. Non si è ancora con <strong>Pergolesi</strong>all'affrancamento estetico della <strong>musica</strong>, già alle porte, ma senza dubbio su quella strada.Questo processo di astrazione <strong>musica</strong>le viene portato avanti all'estremo dal <strong>Pergolesi</strong> redivivo <strong>nel</strong>racconto di Silverberg. Se dapprima il personaggio appare un uomo del diciottesimo secolo, portato<strong>nel</strong> ventunesimo senza che il diciottesimo secolo sia portato via da lui, <strong>nel</strong> corso della narrazione la<strong>musica</strong> fornisce lo strumento con cui si <strong>in</strong>tegra <strong>nel</strong> nuovo spazio<strong>tempo</strong>. La tipologia <strong>musica</strong>le cheglielo consente non è quella colta che ne rivendica l'eredità (a volte esplicitamente, come <strong>nel</strong>Pulc<strong>in</strong>ella di Strav<strong>in</strong>skij) ma un genere popolare chiamato significativamente overload(sovraccarico). L'overload è una <strong>musica</strong> semplice, basata su un ritmo estremamente rapido eripetitivo, quasi priva di melodia, accompagnata da forti luci stroboscopiche, suonata da gruppi dalvivo. In sostanza qualcosa di abbastanza simile ad una techno con volumi più alti e ritmi accelerati,al punto tale che richiede una droga che alteri la percezione del <strong>tempo</strong> per migliorarne la fruizione. 6Sarà un'overdose di questa droga ad uccidere per la seconda volta <strong>Pergolesi</strong>. Per Silverberg, questofatto era una ripetizione necessaria ed <strong>in</strong>evitabile della vicenda storica di <strong>Pergolesi</strong>, il dest<strong>in</strong>o (unodei personaggi parla di karma) 7 che opera <strong>in</strong> ogni <strong>tempo</strong>. Tale dest<strong>in</strong>o può, a mio parere, essere lettosotto due luci contrastanti. Una è universale, analoga al fato della tradizione classica e <strong>in</strong> particolare5 Fracassetti 18396 “seems to be a k<strong>in</strong>d of techno-<strong>in</strong>dustrial, full-body, highly rhythmic sound, and it is associated with a drug calledslice.” Dal sito autorizzato che riporta la bibliografia di Silverberg, a cura di Jon Davis, www.majipoor.com7 Si potrebbe discutere dell'uso diffuso di term<strong>in</strong>i sanscriti o arabi, o c<strong>in</strong>esi, decontestualizzati per <strong>in</strong>dicare concettiassolutamente correnti anche <strong>nel</strong> pensiero occidentale, una pratica comune sia <strong>in</strong> ambito giornalistico che <strong>nel</strong>laletteratura di genere. Nella fantascienza questo fatto può avere un effetto straniante, e qu<strong>in</strong>di positivo e funzionalecome <strong>nel</strong>le parole c<strong>in</strong>esi impiegate da Philip Dick <strong>in</strong> The man <strong>in</strong> the High Castle, o condurre ad esiti più ambiguicome quello del lessico arabizzante del ciclo di Dune di Frank Herbert; si pensi alle implicazioni del term<strong>in</strong>e Jihad<strong>in</strong> quel contesto.


di miti tragici come quello dell'Edipo sofocleo; <strong>nel</strong>la conclusione, dopo la seconda morte di<strong>Pergolesi</strong>, il narratore di Gianni si domanda se sia giusto utilizzare la cronodraga per far riportare<strong>nel</strong> presente altri geni precocemente scomparsi, con l'amaro dubbio che <strong>nel</strong> nuovo mondoandrebbero ben presto <strong>in</strong>contro ad una sorte non troppo diversa da quella che avevano avuto <strong>in</strong> vita.L'altra punta <strong>in</strong>vece sulla personalità specifica di <strong>Pergolesi</strong>, così come rappresentata da alcunielementi del <strong>mito</strong> pergolesiano evidentemente ben presenti a Silverberg: elementi di orig<strong>in</strong>eromantica, ma che <strong>nel</strong> racconto f<strong>in</strong>iscono coll'assumere una marcata tonalità decadente (artistacontro la società, emarg<strong>in</strong>ato e povero, dedito ai vizi e <strong>in</strong> particolare alla lussuria). Va ribaditoquanto questa rappresentazione non abbia granché a che fare col <strong>Pergolesi</strong> storico, un artista legatoa committenze auliche ed aristocratiche, perfettamente <strong>in</strong>serito, alla f<strong>in</strong>e <strong>in</strong> posizione di prestigio,<strong>nel</strong>l'ambiente <strong>musica</strong>le di cui faceva parte e da esso riconosciuto come membro di talento, sebbeneil riconoscimento postumo sia stato senz'altro ben maggiore.Vale <strong>in</strong>oltre la pena di sottol<strong>in</strong>eare come Silverberg recepisca solo una parte del complesso miticoimbastito attorno al compositore jes<strong>in</strong>o dalla tradizione romantica, la parte che appunto può farrisuonare corde decadenti e bohémien più che davvero romantiche. L'<strong>in</strong>tero romanzo d'amorlacerante, separazione forzata e tragiche morti che i biografi <strong>in</strong>ventarono sul giovane <strong>Pergolesi</strong> especialmente sulla composizione dello Stabat Mater viene espunto per far posto all'immag<strong>in</strong>e,ugualmente desunta dalla tradizione tardo-settecentesca ma rimasta poi secondaria negli sviluppiottocenteschi del <strong>mito</strong>, di un libert<strong>in</strong>o dissoluto, ucciso più dalle malattie veneree che dallatubercolosi ossea (che il <strong>Pergolesi</strong> storico contrasse <strong>nel</strong>l'<strong>in</strong>fanzia).<strong>Pergolesi</strong>, appare qu<strong>in</strong>di come un giovane genio, come un uomo del diciottesimo secolo trapiantato<strong>nel</strong> ventunesimo (con tutto lo straniamento che questo può produrre, sapientemente usato dall'autore<strong>nel</strong>le scene della prima visita dell'artista alla Los Angeles futura) e poi, come un artista bohémien,una aspirante popstar (o techno-star, se si preferisce) e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e una marionetta <strong>in</strong> balia del c<strong>in</strong>icofato-karma che lo dest<strong>in</strong>a all'autodistruzione nonostante gli sforzi degli altri personaggi e ilcompleto mutamento d'ambiente.In def<strong>in</strong>itiva, è difficile vedere <strong>in</strong> Gianni un approfondimento cognitivo su <strong>Pergolesi</strong>, se non per ilfatto che il racconto riporta sulla figura una meritata attenzione, come anche il presente lavoro, <strong>nel</strong>trecentesimo anniversario della nascita, si propone di fare. Non emerge <strong>in</strong>fatti <strong>Pergolesi</strong> comeuomo, o come figura storica; è <strong>in</strong> effetti un personaggio estratto dal suo <strong>mito</strong> ad agire, non troppodiversamente dai personaggi della tragedia classica. Un po' più vivo ci appare <strong>Pergolesi</strong> comecompositore: la sua importanza <strong>nel</strong>la storia della <strong>musica</strong> è assai giustamente sottol<strong>in</strong>eata, sebbenesenza gli eccessi retorici di un Fracassetti o di un Arteaga, ma anche con qualche imprecisionestorica (ad esempio, è difficile dire che dal punto di vista del <strong>Pergolesi</strong> storico, Bach potesserappresentare il “futuro”).


Il centro del racconto, il novum per dirla con Suv<strong>in</strong>, appare essere una riflessione amara sul dest<strong>in</strong>o<strong>in</strong>dividuale, <strong>in</strong>eluttabile, degli uom<strong>in</strong>i anche se <strong>in</strong> possesso dei mezzi, come la cronodraga, chepromettono, all'<strong>in</strong>izio, di sconfiggerlo.A latere, si può scorgere una prosecuzione della polemica contro l'idra divoratrice della <strong>musica</strong>commerciale e del pop che si è già vista <strong>in</strong> Blish, Biggle ed Adorno. La “rivolta contro il mondomoderno”, la protesta più o meno esplicita contro l'alienazione <strong>in</strong> esso latente, è un tema caro aduna lunga tradizione della fantascienza e dei generi ad essa vic<strong>in</strong>i come l'utopia e la satirastraniante, f<strong>in</strong> dagli Uccelli di Aristofane, passando per San Tommaso Moro, Swift, Poe, MaryShelley e il primo Wells, f<strong>in</strong>o ad Aldous Huxley, Karel Čapek, Clifford Simak, Walter Miller jr.,Ursula Le Gu<strong>in</strong> (specialmente <strong>nel</strong> già citato The Word for World is Forest e <strong>nel</strong>la parabolaantimoderna The Tell<strong>in</strong>g) e molti altri. La paura di un degrado culturale massificato ed alienante,che abbiamo visto essere la preoccupazione primaria di Biggle e di Blish, è un tema importante didue grandi distopie come Brave New World e Fahrenheit 451 di Bradbury. Forse la miglioreespressione delle paure che una certa vena della fantascienza esprime è proprio di Bradbury: “Noncerco di prevedere il futuro. Faccio del mio meglio per prevenirlo.”Nel caso del nostro racconto i tempi sono mutati, e così l'estetica della <strong>musica</strong> pop. Il disgusto per lamodernità traspare chiaramente da queste parole, pensate dal narratore Dave Leavis mentreaccompagna <strong>Pergolesi</strong> <strong>nel</strong>la sua prima visita a Los Angeles: “Cercai di immag<strong>in</strong>armi Los Angelesvista attraverso gli occhi di una persona che aveva trascorso un'<strong>in</strong>tera vita tra gli splendoridell'architettura r<strong>in</strong>ascimentale e barocca, e la trovai un orrore sotto ogni punto di vista” (corsivomio). <strong>Pergolesi</strong> tuttavia non condividerà questo senso di orrore; sarà l'orrore a distruggerlo.La protesta contro la modernità e la <strong>musica</strong> moderna è <strong>in</strong> Silverberg, marcata e cupa, anche setematicamente secondaria: da un lato si denuncia la dissociazione tra <strong>musica</strong> seria e popolare, (temagià evidente <strong>in</strong> A Work of Art) e il risultante degrado della tradizione <strong>musica</strong>le colta.Ancora più, dall'altra parte, la <strong>musica</strong> commerciale e i suoi s<strong>in</strong>istri addentellati come le droghe (chenei racconti di Blish e Biggle non hanno <strong>in</strong>vece nessun collegamento strutturale con una <strong>musica</strong>futura esteticamente <strong>in</strong>sulsa ma non realmente m<strong>in</strong>acciosa) risultano non solo esteticamente maanche fisicamente mortali.Indicazioni bibliograficheAdorno Theodor Wiesengrund Introduzione alla sociologia della <strong>musica</strong>1962Bradbury Ray Fahrenheit 451Fracassetti Giuseppe Giovanni Battista <strong>Pergolesi</strong> <strong>in</strong> “Vite di Piceni Illustri” 1839Fub<strong>in</strong>i Enrico Storia dell'estetica <strong>musica</strong>le


Hoyle Fred La Nuvola NeraHuxley Aldous Brave New World trad, it. Il Mondo NuovoLe Gu<strong>in</strong> Ursula Kroeber The Dispossessed trad. it. I reietti dell'altro pianetaThe Word for World is Forest trad. it. Il mondo della forestaThe Tell<strong>in</strong>g trad. it. La salvezza di AkaSilverberg Robert Starborne trad. it. L'arca delle stelleSimmons Dan EndymionSolmi Sergio (a cura di) Le meraviglie del possibileSterl<strong>in</strong>g Bruce (a cura di) <strong>Mirrorshades</strong>Suv<strong>in</strong> Darko Le metamorfosi della fantascienzaWells Herbert George The Time Mach<strong>in</strong>e

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