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Da Donna a Femme Fatale - Istitutocardarelli.it

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la figura femminile nella storia<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>l’evoluzione femminile nella storia recenteSara OlivaV C, Liceo Artistico Cardarelli - La SpeziaEsame di Stato a.s. 2011-2012


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>l’evoluzione della figura femminile nella storia recenteSara OlivaV C, Liceo Artistico Cardarelli - La SpeziaEsame di Stato a.s. 2011-2012


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>


la figura femminile nella storiaDurante il corso della storia, molti artisti hanno trattato indiversi e soggettivi aspetti la figura della donna: al centrodi questo lavoro, vi è il mio interesse per il suo mutamentoattraverso il periodo che sta tra l’Ottocento e il Novecento,seguendo l’emancipazione e il diverso ruolo del genere femminile,le sue caratteristiche, il rapporto particolare che legaquesta figura all’artista, I profondi mutamenti sociali che hannoaccompagnato questa evoluzione..


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>


la figura femminile nella storiaPrefazioneL’espressione “femme fatale” nasce in Francia: è molto diffusanella letteratura europea e spesso rappresentata in moltispettacoli teatrali o cinematografici. La suafigura nei secoli si è trasformata ed evolutapassando da ninfe ed eroine m<strong>it</strong>ologiche adonne dal fascino oscuro, passando dallastoria, alla letteratura, alla storia dell’artealla filosofia.Nel clima europeo compreso fra gli ultimidecenni dell’Ottocento e il primo decenniodel Novecento si afferma la corrente artisticadel “Decadentismo”. L’intellettuale decadenteè colui che dall’alto della sua superior<strong>it</strong>àculturale, guarda con disprezzo la societàcontemporanea, cr<strong>it</strong>icandone apertamentela decadenza, mascherata per di più da unfalso moralismo dei costumi, assumendo atteggiamenticontrocorrente e spesso volutamenteeccentrici.Il caratteristico atteggiamento di questacorrente è l’Estetismo: l’artista trova il finedella sua opera in se stessa e nella sua bellezza,al di là dei valori simbolici che essapossiede; anche questo è un atteggiamentodi forte cr<strong>it</strong>ica al pensiero convenzionale,che tende a dare dign<strong>it</strong>à all’arte per il suovalore pedagogico o filosofico mettendo insecondo piano l’aspetto puramente esteriore.Non bisogna però considerare la corrente estetista comeuna poetica superficiale, i decadenti non rinunciano a esprimerenelle loro opere il loro dissenso verso i contemporanei(pensiamo ad esempio ai racconti di Wilde - “Il principe felicee altre storie”, “La casa dei Melograni”, ecc…) ma semplicementenon rinunciano al piacere esteriore che un’operad’arte ha il dir<strong>it</strong>to di susc<strong>it</strong>are e che diventa un elemento fon-


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>damentale per ogni artista.In questo clima di disprezzo del pensiero contemporaneo,è rovesciata anche la concezione classica della figura femminile:dalla donna angelicata, incarnazione dell’amore platonicoe allegoria delle virtù, dalla Venere, rappresentazionedell’amore vero e della passione onesta,si passa alla “<strong>Donna</strong> <strong>Fatale</strong>”, simbolo dellapassione perversa e sfrenata che porta allarovina intellettuale e fisica di chi è gherm<strong>it</strong>odalla sua voluttà. E come la donna angelicata,che affascinò poeti del calibro di <strong>Da</strong>nteAlighieri e Petrarca, la donna fatale cattural’attenzione dei poeti di questo scorcio di secolocome Verga e D’Annunzio.<strong>Da</strong> mogli a seduttriciIl ruolo della donna, fino alla metà dell’Ottocento,era sempre stato delim<strong>it</strong>ato dallaChiesa e dalla famiglia; la donna trascorrevadunque un esistenza difficile, costretta in unav<strong>it</strong>a monotona, senza alcun stimolo o aspirazione.Per i lunghi e bui secoli del medioevo è rimastasempre accomunata all’idea di peccato,e nemmeno l’epoca dei lumi ha saputoliberarla dal suo destino. Solo il grande mutamentosociale che la rivoluzione industrialeha creato nella rigida società patriarcale,sconvolgendo quel rigido sistema di valoriche la società rurale aveva preservato neisecoli, ha dato alla donna la possibil<strong>it</strong>à di r<strong>it</strong>agliarsiun ruolo da protagonista. Il decadimentoe il sovvertimento dei ruoli tradizionali aprono quindialla donna piccoli spiragli di libertà, sub<strong>it</strong>o utilizzati da alcunepioniere per affermare culturalmente e socialmente la propriaposizione.L’allargata base di questa femminil<strong>it</strong>à emancipata identificaquasi da sub<strong>it</strong>o il divieto di partecipazione al suffragio comel’apice dell’oppressione maschilista ancora forte nella società.Nasce allora, almeno nelle embrionali democrazie liberalidell’occidente, il movimento delle suffragette, che in segu<strong>it</strong>ounirà le sue rivendicazioni femministe alle grandi lotte socialiche caratterizzeranno il nostro tempo.Il personaggio della “<strong>Femme</strong> fatale” si colloca in questa mutevoleepoca come parte di questa spinta femminista. Ha appuntocaratteristiche alquanto insol<strong>it</strong>e per l’epoca; la donnanon attira più l’uomo soltanto con la sua bellezza, ma con ilsuo fascino, il suo carattere e le sue movenze. Questa donna


la figura femminile nella storiaha in sè tutte le caratteristiche più comuni nel suo genere:bellezza e femminil<strong>it</strong>à, ma dalla sua parte ha anche aspettipiù rari come la malizia, la lussuria, l’intelligenza e la furbizia.Doti che le consentono di affascinare l’uomo, in modo da ottenereciò che vuole, anche con l’inganno, non concedendosimai. E’ una figura misteriosa e affascinante, che nasce inantiche credenze e r<strong>it</strong>roviamo in m<strong>it</strong>i e leggende popolari.Il termine <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong> nasce in Francia, ma è un concettoche si diffonde in poco tempo in tutta la letteratura europeaed è spesso ripreso in molti spettacoli teatrali o cinematografici.Il personaggio della femme fatale è affine per certi versi aquello della dark lady, sebbene le due figure non coincidano,completamente: entrambe celano una personal<strong>it</strong>à maliziosae disinvolta, ma che nel secondo caso nasconde però malvag<strong>it</strong>àe desiderio di annientamento.Nel corso della storia si è evoluto quindi il m<strong>it</strong>o della donnafatale che, con il tempo, è mutato, come già detto, passandodal luogo comune di una donna, vista come sottomessa emeschina fonte del peccato, ad una figura forte e risoluta,come quelle di Giud<strong>it</strong>ta, Salomè o Lil<strong>it</strong>h, tre donne dotatedi forte personal<strong>it</strong>à, consapevoli della propria bellezza e delproprio fascino, e della maniera più fruttuosa in cui utilizzarliper raggiungere i loro scopi, capaci così di avere la meglio sucondottieri valorosi.


Le eroine del passato affascinavano condottieri valorosi, ledonne decadenti catturano invece i cuori dei poeti. E’ qui chesi crea il rapporto unico che lega l’artista alla sua musa, spessouna prost<strong>it</strong>uta, ed è in questo contesto che entra in giocola figura di Baudelaire, che attraverso il tentativo di distruggerel’idealizzazione romantica della donna, inaugura una seriedi figure letterarieche avranno vastaespressione nellacultura ottocentesca:“ la prost<strong>it</strong>uta”,“la ballerina”, “ ladonna – vampiro”e “la donna cadavere”.Il disagio fondamentaleche proval’artista di fronteal corpo femminiledefinisce l’origine,tanto dell’utilizzo diqueste tematichemacabre, riprese inItalia dagli “Scapigliati”,quanto dellatematica della perdizionee dell’artificio,e della riduzionedella figurafemminile da donnaad oggetto, e quindia gioiello prezioso.Ins<strong>it</strong>o nella donna vi è un enigma fatale, che la rende cosìaffascinante e irresistibile. Questa duplic<strong>it</strong>à femminile è accomunatada Baudelaire alla figura della passante, cioè lascissione particolare della donna in due caratteri opposti:“dolcezza che affascina” cioè il ruolo della madre buona, e laparte appartenente all’amante perversa, “il piacere che uccide“.Questo corrisponde simbolicamente al senso più acuto dilacerazione tra ideale e reale, che caratterizza quest’epoca.La tensione che prova il poeta verso il sublime non è piùromanticamente sostenuta dalla figura della donna, ma continuamentecontraddetta da una realtà difficile in cui la donnaè corpo, è sesso, è male.Questo nuovo universo parallelo, completamente al femminile,diverso da quello della propria immaginazione e quindipercep<strong>it</strong>o in modo negativo, apre un nuovo, tormentatocap<strong>it</strong>olo nell’immaginario artistico di fine ‘800. Si diffonde inquesto periodo nell’immaginario collettivo degli artisti il tema<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>H.Toulouse-Lautrec,Ballo al Moulin Rouge,Filadelfia-Collezione-McIlhenny10


la figura femminile nella storiadell’adulterio, che ispira la storia di tre eroine emblematichenella letteratura del secondo Ottocento: Madame Bovarydi G. Flaubert, Effi Bries di T. Fontane e Anna Karenina diTolstoj. Questi personaggi cercano un alternativa allo squalloredella loro monotona v<strong>it</strong>a coniugale, cercano all’internodella passione amorosa l’autorealizzazione, purtroppo peròsono destinate alla sconf<strong>it</strong>ta. Le tre eroine non riescono amodificare i rapporti di forza che si fondanosu secoli di rapporti inter-coniugalia loro sfavorevoli. Questo però non toglievalore alla denuncia di disagio, chesgretola l’ist<strong>it</strong>uzione familiare e la volontàdi cambiamento implic<strong>it</strong>a nella loro testimonianza.<strong>Da</strong> <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>s a SuffragetteCon la fine del Decadentismo, che culminacon la pubblicazione de “Il Santo”di Fogazzaro nel 1905, abbiamo un ulterioreevoluzione della figura femminileche prende nuovamente consapevolezzadi sè, non solo per quanto riguardale sue caratteristiche fisiche, ma comedonna, e quindi come altra dall’uomo.Questo passaggio appare chiaro soprattuttonel’opera di Ibsen, “Casa dibambola” del 1897, che provocò grandescandalo in Europa e anticipò il femminismoe il movimento delle suffragette.Come già all’epoca osservò Gramsci nelle“Cronache teatrali” dall’ Avanti!, 1916-1920: Il costume della borghesia latinaHenri de Toulouse-Lautrec, La Goulue at the Moulin Rouge grossa e piccola si rivolta, non comprendeun mondo così fatto. L’unica forma di(La Goulue al Moulin Rouge) Museum of Modern Art, NewYorkliberazione femminile che è consent<strong>it</strong>ocomprendere al nostro costume, è quelladella donna che diventa cocotte. Lapochade è davvero l’unica azione drammatica femminilecheil nostro costume comprenda; il raggiungimento della libertafisiologica e sessuale. Non si esce fuori dal circolo morto deinervi, dei muscoli e dell’epidermide sensibile.Nora infatti in quest’opera è una donna che se ne va, abbandonai figli e il mar<strong>it</strong>o per un valore nuovo, la libertà di cresceree autodeterminarsi come persona, si ribella, non vuolepiù essere una sposa bambina, una bambola, nè cerca più lasalvezza nell’amore romantico, ma in un percorso autonomodi emancipazione e tutela dalla dipendenza maschile. Infatti


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>l’industrializzazione, digregando le ist<strong>it</strong>uzioni della societàpatriarcale, libera le donne dalla schiav<strong>it</strong>ù e dall’isolamentoper inserisrle nel mondo del lavoro, dove tuttavia continuaa protrarsi l’inferior<strong>it</strong>à economica, giuridica e sociale rispettoall’uomo.Per questo cominciano a sorgere movimenti femministi, intutti i paesi, che lottano per l’ugualianza dei sessi. Comincianole lotte per: l’accesso all’istruzione superiore, la par<strong>it</strong>à salariale,il dir<strong>it</strong>to al voto, contro l’asservimento sessuale delladonna e per la sua indipendenza matrimoniale.Così il femminismo ottocentensco, che ebbe un effetto dirompente,nonostante la lim<strong>it</strong>azione in amb<strong>it</strong>o giuridico imposta,invenste tutte le strutture psicologiche e culturali su cui sibasava da secoli l’ident<strong>it</strong>a maschile, fino al punto da metterein crisi la tradizionale ident<strong>it</strong>a femminile, modellata durantei secoli dall’immaginario maschile. Minava di conseguenzail sistema di certezze su cui si basava il sesso forte, accentuandoil senso di emarginazione e di angoscia sperimentatodall’individuo di fronte alle trasformazioni della società.Insomma in questo clima di forte cambiamento, la ribellionedella donna è percep<strong>it</strong>a dal popolo maschile comeun attacco all’integr<strong>it</strong>à del proprio io e di conseguenzala cultura maschile rispose con una verae propria crociata misogina.A rafforzare questa ideologia la scienza pos<strong>it</strong>ivista,dominante in questo periodo, afferma l’inferior<strong>it</strong>ànaturale della donna, per ribadirne il ruolo dimadre e tutore della famiglia. Medici, psichiatri efisolofi da Nietzsche a Freud, confermano una visionenegativa del femminile, che emerge all’iniziodel Novecento nel saggio di Otto Weininger “Sessoe Carattere”, che tentò di fondare una filosofiadei sessi, considerando il sesso maschile comemomento costruttivo del buono, del bello e delvero, e quello femminile come momento opposto,quindi negativo. Vero e proprio manifesto dell’antifemminismodell’ epoca, questa teorizzazione deldiverso come inferiore associa pericolosamente ladonna, alle persone di colore e agli ebrei.12


la figura femminile nella storiaLa figura femminile nella letteraturaSpesso temi e personaggi sono lo specchio di avvenimenti,storici e sociali, che cambiano il percorso culturale di poeti eartisti direttamente coinvolti in essi. La rivoluzione culturalefemminile porta l’artista uomo a cambiare la sua visione delmondo, trasformando nelle sue opere la concezione di donna,che muta, evolvendosi da donna-oggetto a seduttrice.Questa trasformazione appare chiara nei romanzi giovanilidi Verga, scr<strong>it</strong>ti tra il 1865 e il 1875, che risentono fortementedegli autori francesi di grande popolar<strong>it</strong>à in quegli anni: Dumas,Feuillet e dell’ambiente della scapigliatura con il qualeviene in contatto a Firenze e Milano. <strong>Da</strong> un lato, dunque,r<strong>it</strong>roviamo il gusto per storie sentimentali, dall’altro la rappresentazionedel mondo borghese.E proprio il Verismo contribuisce in modo essenziale al mutamentodella raffigurazione della donna e dell’erotismo accentuandola scissione tra spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à romantica e fisic<strong>it</strong>à deldesiderio: l’amore diventa una spinta dei sensi, istinto ciecoed elementare, violento e del<strong>it</strong>tuoso, la parte dionisiaca ins<strong>it</strong>ain ogni essere umano. Qui nascono le nuove tematiche, comequella dello strupro presente anche in una novella scr<strong>it</strong>ta daVerga: “Tentazione”, che indagano la fisiologia amorosa neisuoi versanti patologici, dall’isteria all’epilessia alla follia, cheil simbolismo decadente ered<strong>it</strong>a ed affina.Eva: una donna dai mille voltiTema ricorrente nelle opere di Verga è appunto il misterodell’innamoramento, legato al fascino della lontananza, all’illusioneche si nasconde dietro la figura femminile, al m<strong>it</strong>odell’appartenenza: una volta caduti gli apparati scenici, ladonna si rivela in tutta la sua povertà. Verga vuole analizzarele passioni per raggiungere il fine dell’arte, cioè il vero. Questoè spiegato nella prefazione di Eva, romanzo che raccontala passione di Enrico Lantieri, un giovane p<strong>it</strong>tore privo dimezzi, per la ballerina Eva; una passione che conduce il giovane,abbandonato dall’amante, alla morte. Eva è la donnafatale, ora inerme e fragile come una “capinera”, ora crudelee aggressiva come una “Tigre Reale“; è una “peccatrice”, edEros che consuma e distrugge l’uomo perché non sa lottare,nè reagire ai colpi della sorte.Nel romanzo Eva vi è un notevole realismo nello studio dellapsicologia della protagonista: ciò che prevale in lei è la motivazioneeconomica che interferirà fortemente nella vicendaamorosa. La seduzione femminile è associata molto spessoa un particolare stato sociale: si tratta di una donna di lusso,per la quale l’artificio è alla base della sua bellezza e del-


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>l’ambiente in cui vive. Il corpo femminile non è più sublimato,simbolo dell’armonia della natura, ma il suo fascino dipendesolo dagli artifici (trucco, abbigliamento), che la trasformanoin una fata, ma una volta caduta la maschera si rivela in tuttala sua miseria. Il carattere eccezionale della donna diventaper l’uomo uno strumento per raggiungere il successo e integrarsinella società mondana. Quando ella perde questa funzioneo cessa di essere puro oggetto del desiderio maschile,perde fascino e quindi fugge dall’uomo come Eva dopo essersiaccorta che i sentimenti del suo amante si erano affievol<strong>it</strong>i.E’ nelle novelle di “V<strong>it</strong>a dei campi” che Verga riscoprel’energia e l’autentic<strong>it</strong>à dei sentimenti scomparsi nella societàborghese.La lupa: una donna bestialeMotivi romantici e caratteri naturalistici si fondononella nuova figura della donna contadina,rappresentata dalla “Lupa”, che viene descr<strong>it</strong>ta daVerga come un insieme di passioni, di bestial<strong>it</strong>àe violenza. E’ una donna con occhi neri e labbrarosse il cui vagare sol<strong>it</strong>ario nelle ore più calde dellagiornata è un elemento che prelude la sua relegazionenell’amb<strong>it</strong>o demoniaco.Isolata dalla comun<strong>it</strong>à, la lupa s’integra perfettamentenella natura selvaggia del luogo, manifestazioneestrema di sensual<strong>it</strong>à panica e demoniaca.Lei appare dunque, non solo proiezione degliaspetti femminili più inquietanti e oscuri, ma comedonna-bestia-demone perché la sua passione,la sua ossessione e la sua sensual<strong>it</strong>à aggressivaè associata alla distruzione, l’attributo animalefa della lupa l’archetipo dell’Eros insaziabile. LaLupa è l’incarnazione di una sessual<strong>it</strong>à istintiva eanimalesca, immagine di una femminil<strong>it</strong>à prim<strong>it</strong>ivaal di sopra di ogni legge sociale, inquietante e incontrollabile.Anna Magnani è La lupa di Zeffirelli - 196514


la figura femminile nella storiaLa donna per D’AnnunzioNel 1889, quando il Naturalismo e il Pos<strong>it</strong>ivismo sembranoormai conquistare pienamente la cultura <strong>it</strong>aliana; e Vergapubblica il volume “ Il Mastro Don Gesualdo” , D’Annunzio daalle stampe il romanzo attraverso cui entra nella nostra letteraturail personaggio dell’eroe decadente. Così come quasiun secolo prima l’eroe dalle passioni sconvolgenti e assoluteaveva diffuso la cultura e la sensibil<strong>it</strong>à romantica in Italia, orail protagonista de “Il Piacere”, Andrea Sperelli, si fa propulsoree mediatore della tendenza più recente e raffinata dallacultura decadente europea tram<strong>it</strong>e il movimento dell’Estetismo.“L’arte per se stessa”: qui è racchiuso il concetto di culto dell’arte,la risoluzione della v<strong>it</strong>a stessa nell’arte, la ricerca delbello e di tutto ciò che è prezioso nel più assoluto distacco daogni convenzione morale,il disprezzo per la volgar<strong>it</strong>à del mondo borghese, accomunal’Andrea Sperelli di D’Annunzio al Dorian Gray di Oscar Wildee ne fa la versione Italiana dell’esteta decadente.Non solo, ma “l’anima camaleontica, mutabile, fluida, virtuale”di Andrea Sperelli rivela quella mancanza di autentic<strong>it</strong>à, diforza morale e di volontà che si r<strong>it</strong>roverà in tanti personaggiodecadenti, crepuscolari inetti e indifferenti che affollano la letteraturadi questo secolo. Duplice e ambigua appare dunquequesta figura in cui convivono il grandioso e il meschino; ein modo altrettanto duplice, D’Annunzio si immedesima e sidistacca da essa.L’Estetismo dannunziano, inoltre, abbagliando e incantandoil lettore, trionfa nell’elencazione e nella descrizione delleopere d’arte, degli oggetti raffinati preziosi di cui ama circondarsila frivola e mondana Roma degli anni Ottanta, nuovacap<strong>it</strong>ale, centro del nuovo giornalismo e della nuova ed<strong>it</strong>oria.La crisi trova la sua cartina di tornasole nel rapporto con ladonna. L’eroe è diviso tra due immagini femminili: Elena Muti,la donna fatale, che incarna l’erotismo lussurioso, e MariaFerres, la donna pura, che rappresenta l’occasione di un riscattoe di un’elevazione spir<strong>it</strong>uale. Ma in realtà l’esteta libertinomente a se stesso: la figura della donna angelo è solooggetto di un gioco erotico più sottile e perverso, fungendoda sost<strong>it</strong>uta di Elena, che Andrea continua a desiderare eche lo rifiuta. Andrea finisce per tradire la sua menzogna conMaria, ed è abbandonato da lei restando solo con il suo vuotoe la sua sconf<strong>it</strong>ta.


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>Seduzione: caratteristica femminile oumanaLa donna è spesso accomunata al peccato, perché adultera,lussuriosa e maliziosa, come arma prefer<strong>it</strong>a la seduzione.Ma cos’è la seduzione? La seduzione non è altro che un att<strong>it</strong>udineumana, ins<strong>it</strong>a in alcuni soggetti piuttosto che in altri.Infatti nella teorizzazione della v<strong>it</strong>a estetica del filosofo eteologo danese Soren Aabye Kierkegaard (Copenaghen, 5maggio 1813 – Copenaghen, 11 novembre 1885), consideratoda alcuni studiosi il padre dell’esistenzialismo, parla delseduttore, omonimo della <strong>Femme</strong> fatale, riferendosi all’estetae allo stato estetico.Lo stadio estetico è quello in cui l’uomo manifesta indifferenzanei confrontidei princìpi edei valori morali.L’esteta non credenelle leggi etichetradizionali. R<strong>it</strong>ieneinvece fondamentalie primari ivalori della bellezzae del piacere ea essi subordinatutti gli altri valorianche quellimorali. L’esteta èteso solo al soddisfacimentodisempre nuovi desiderie considerail mondo comeuno spettacolo dagodere. Si lasciaOlympia di Édouard Manet, 1863. Musée d’Orsay di Parigivivere momentoper momento. Siabbandona al presente fuggendo legami con il passato rinunciandoal ricordo, e con i futuri, non avendo speranza.Vive nell’istante, cioè vive per cogliere tutto ciò che vi è d’interessenella v<strong>it</strong>a trascurando tutto ciò che è banale, ripet<strong>it</strong>ivoe meschino.Il tipo dell’esteta è per Kierkegaard il “seduttore” rappresen-16


la figura femminile nella storiaEdouard Manet, Colazione sull’erba (Le déjeuner sur l’herbe),1862-1863 Musée d’Orsay di Parigi.tato dal personaggio di Don Giovanni, il leggendario cavalierespagnolo prototipo del libertino, immortalato nell’omonimaopera di Mozart. Don Giovanni non si lega a nessuna donnaparticolare perché vuole poter non scegliere: il seduttore èsciolto da ogni impegno o legame e vive nell’attimo, cercandounicamente la nov<strong>it</strong>à del piacere. Don Giovanni seduce migliaiadi donne senza riuscire ad amarne nessuna. Don Giovanniè la figura maschile che incarna la sensual<strong>it</strong>à, l’erotico.Non a caso, questo personaggio è immortalato dalla musica,la più sensuale delle arti, perché si rivolge direttamente aisensi, senza passare attraverso il concetto, la parola.Kierkegaard esprime un giudizio negativo sull’esteta. Infatti,chi non sceglie e si dedica solo al piacere, cade ben prestonella noia, cioè nell’indifferenza nei confronti di tutto, perché,non impegnandosi mai, non vuole profondamente e sent<strong>it</strong>amentenulla. Infatti, la noiaè uno stato esistenziale chesorge quando una persona èeffettivamente o progettualmentedemotivata.Inoltre l’esteta, se si ferma,cioè se smette di ricercare ilpiacere e riflette lucidamentesu se stesso, è assal<strong>it</strong>odalla disperazione. Poichéha scelto di non scegliere,poiché non ha accettato difare delle scelte, non si èimpegnato in un programmadi v<strong>it</strong>a, egli non è nessuno.E’ nulla. Ha rinunciatoa costruirsi un’ident<strong>it</strong>à, unapersonal<strong>it</strong>à defin<strong>it</strong>a. Avvertecosì, con disperazione, ilvuoto della propria esistenza,senza senso e senzacentro. La disperazione è ilterrore del vuoto, del non esserealtro che niente.L’evoluzione della donna attraverso gliocchi dell’artistaNei cap<strong>it</strong>oli precedenti è stato spiegato come, attraverso gliavvenimenti storici, il mutamento del pensiero e degli idealiculturali, si sia ripercosso sulla figura femminile, al punto dacambiare in modo consistente il suo ruolo all’interno di una


società prevalentemente maschile. In tal modo il mutamentodella donna si ripercuote sull’arte. Il motivo è facile da inturire;la donna ha sempre influenzato gli artisti e l’arte stessa,da dee a muse, da modelle ad amanti. Il rapporto fra donna eartista si è sempre basato sull’ossessione del p<strong>it</strong>tore o delloscultura per il corpo.R<strong>it</strong>ornando all’evoluzione della figura femminile all’internodelle opere d’arte, ci appare chiaro soprattutto nelle opere diManet; “La colazione sull’erba” e “L’Olympia” entrambe del1863. Questi dipinti susc<strong>it</strong>arono scandalo e disdegno nellaParigi benpensate dell’epoca. Nel primo dipinto, in primo pianosono rappresentati una donna nuda e due uomini abbigliati,in basso a destra possiamo notare un cestino con dellafrutta e altri cibi e delle lenzuola. A susc<strong>it</strong>are scandalo non fudi certo il nudo di cui erano pienianche i dipinti accademici, mail fatto che quel nudo rappresentasseuna donna del tempo e nonuna dea o una figura m<strong>it</strong>ologicacome pretendeva l’arte accademica,a rafforzare questa teoria i dueuomini sulla destra che non indossavanovesti classiche, ma gliab<strong>it</strong>i e i costumi moderni francesi.Si rimproverava Manet di aver abbandonatola p<strong>it</strong>tura classica e dinon aver alcun riferimento; anchese questo non era del tutto vero.Infatti il p<strong>it</strong>tore in questo quadroaveva ben presenti alcuni famosiartisti rinascimentali, fra cui “ ilConcerto Campestre” attribu<strong>it</strong>o aTiziano, ( o Giorgione), del 1510,e alcune incisioni di Raimondi fattedieci anni dopo, come “Dei fluviali”tratte dal “Giudizio di Paride”di Raffaello. L’ispirazione dunqueera classica.Con la presentazione al “Salon”del 1865 di “Olympia”, Manet tornaprepotentemente alla ribalta,riconfermandosi il portavoce indiscussodell’antiaccademismo.Il dipinto, anche se ispirato alla“Venere di Urbino” di Tiziano,rappresentata con crudo realismouna donna nuda semisdraiata suun letto disfatto, ai suoi piedi vi è un gatto nero, mentre unadomestica di colore giunge dal retro reggendo un mazzo difiori, dono di qualche ammiratore. Lo scandalo in questo con-<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>Henri de Toulouse-Lautrec ,La toilette, olio su cartone di 67x54 cm,1896, Museo d’Orsay18


la figura femminile nella storiatesto fu duplice, inannzi tutto si cr<strong>it</strong>icò il soggetto, r<strong>it</strong>enutovolgare e sconveniente: una prost<strong>it</strong>uta rappresentata, per alcuni,sul posto di lavoro. In segu<strong>it</strong>o si tornò a cr<strong>it</strong>icare la tecnicap<strong>it</strong>torica dell’artista, accusandolo di non saper modellare icorpi con il chiaro scuro e di usare i colori in modoprim<strong>it</strong>ivo e pasticciato. Il corpo acerbo e sgraziatodella ragazza , appare privo delle morbide sinuos<strong>it</strong>àcon le quali i p<strong>it</strong>tori accademici caratterizzavanotutti i nudi femminili di eroine storiche o didee e figure m<strong>it</strong>ologiche. La cruda nud<strong>it</strong>à dellaragazza viene ulteriormente sottolineata dal particolarenastrino di raso intorno al collo, mentrelo sguardo e beffardo quai di sfida. La forza rivoluzionariadi questo dipinto, però, non sta tantonel soggetto quanto nella tecnica di realizzazione.I colori sono frutto di un modo di intendere lap<strong>it</strong>tura che alla seduzione della prospettiva e delchiaro scuro opponeva i forti contrasti , la piattezzadelle forme e il n<strong>it</strong>ido risalto dei contorni tipicodell’arte giapponese.Dopo Manet, un altro artista che dipinge la donnain vesti diverse da quelle accademiche è Toulous-Lautrec. All’interno dei suoi quadri rappresentadelle ballerine, non come quelle rappresentateda Degas, ma ballerine del Moulin Rouge, quindianche prost<strong>it</strong>ute. Avendo avuto una v<strong>it</strong>a particolarmentedifficile, ed essendo un assiduo vis<strong>it</strong>atoredei locali notturni, le sue modelle gli aprivanole porte di case e camerini mostrandosi in tutta laloro intim<strong>it</strong>à, come si può vedere nei dipinti “<strong>Donna</strong>che si tira su le calze” e “ La toilette” dovele ballerine sono prese in circostanze private. unaltro esempio potrebbe essere quello del dipinto“La clownessa Cha-U-Kao” dove possiamo ammirarele morbide figure di una delle ballerine intentaad aggiustarsi il vest<strong>it</strong>o probabilmente dopoaver prestato i suoi servizi, infatti sul muro vi èdipinto uno specchio in cui vi è il riflesso di unuomo.In piena coesione con i temi del decadentismoe con le sue fobie per la donna Munch dipinge“Vampiro” e in segu<strong>it</strong>o uno dei primi esempi didonna fatale si ha con il suo celebre dipinto “Madonna”1894-95, dove rappresenta la figura dellaGustav Klimt. Giud<strong>it</strong>ta I. 1901 Olio su tela cm. Madre di Cristo, come una donna seminuda, che84X42 Vienna, Österreichische Galerie Belvedere si offre sensuale allo sguardo dello spettatore,questa non è più la casta Maria, madre terrenadel Messia, ma il primo vero esempio di donnafatale, e semplice capire il motivo, il metodo di rappresentazionescelto dall’artista è strettamente legato alla sua con-


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>vizione, infatti Munch vedeva le donne come esseri prim<strong>it</strong>iviche celavano dentro di essi aspetti demoniaci.L’apice della rappresentazione femminile si ha con Klimt ei suoi quadri. Anche Klimt infatti sarà attratto dal tema della“<strong>Femme</strong> fatale” e dipingerà due grandi tele “Giud<strong>it</strong>ta I” e “Giud<strong>it</strong>taII”. In “Giud<strong>it</strong>ta I”, la donna fatale assume quasi un caratterepos<strong>it</strong>ivo: Giud<strong>it</strong>ta, infatti, è un eroe biblico, che usa la suabellezza per sedurre e uccidere il crudele Oleferne, generaleassiro, il quale la trattenne con sé al banchetto; vistolo ubriaco,l’eroina giudea gli tagliò la testa con la sua stessa spadae poi r<strong>it</strong>ornò nella c<strong>it</strong>tà. Gli Assiri trovato morto il loro condottiero,presi dal panico, furono messiin fuga dai Giudei. Come Lil<strong>it</strong>h ancheGiud<strong>it</strong>ta durante il corso dei secoliè stata ripresa da diversi p<strong>it</strong>tori,da Caravaggio con il celebre dipinto“Giud<strong>it</strong>ta che decap<strong>it</strong>a Oleferne”,Artemisia Gentileschi; allieva dellascuola di Caravaggio, a GustaveKlimt che ne dipinge due versioni “Giud<strong>it</strong>ta I” e “Giud<strong>it</strong>ta II (Salomè)”.Nel dipinto del 1901, il soggetto biblicoè decisamente posto in subaltern<strong>it</strong>à,mentre il corpo seminudodell’eroina, appena coperto da unsottile velo azzurro con ornamentazionidorate, è un inno alla bellezzafemminile e al potere incantatoredel suo sguardo. Giud<strong>it</strong>ta, splendidamenteagghindata, se ne sta immobile,con gli occhi socchiusi e lelabbra appena dischiuse, in atteggiamentoquasi di sfida, mostrandoSalomè con la testa del Battista (Caravaggio Londra)in basso a destra appena accennata, come un trofeo, la testamozzata di Oleferne. Il volto della giovane donna enigmaticoe bellissimo, è incorniciato dall’alto collier di gusto art nouveaue dalla gran massa scura di capelli. Non c’è linea dicontorno: il corpo di Giud<strong>it</strong>ta, come anche il suo ab<strong>it</strong>o sfumadolcemente e quasi si confonde con lo sfondo. A rendere piùprezioso di quanto non sia già per l’uso sapiente del colore edel disegno , interviene il fondo oro: una ripresa delle tavolegotiche, la cui tecnica era stata studiata dall’artista fin da<strong>it</strong>empi della Scuola di arti decorative. Sull’oro, infatti, insisteun disegno geometrico a elementi naturalistici estremamen-20


la figura femminile nella storiate semplificati e stilizzati e la cornice, a sua volta dorata edecorata diventa parte integrante del dipinto stesso. L’ altrocelebre dipinto in cui è rappresenta una femme fatale è “Giud<strong>it</strong>taII (Salomé)” , anche in questo dipinto la donna presentail seno scoperto le labbra socchiuse e gli occhi tenebrosi e lemani che tengono avide la testa, in questo caso di giovannibattista, gli stessi che rappresentano il quadro di cui abbiamoparlato in precedenza. Salomè figlia di Erodiade, amante diErode, spinta da sua madre a danzare di fronte al re biblicocosì da affascinarlo per soddisfare il suo desiderio di vendettaverso Giovanni Battista. Erode infatti, rimasto colp<strong>it</strong>o dallasensual<strong>it</strong>à di Salomè, chiede alla ragazza cosa desidericome ricompensa della danza, ed essa, dopoaver chiesto alla madre cosa rispondere, esprimeil desiderio di avere la testa di Battista. La Salomèbiblica è dunque una figura totalmente marginale,uno strumento nelle mani della madre dedicato allaperversa danzatrice. Testimonianze scr<strong>it</strong>te ripreseanche in quadi celebri come “Salomè con la testadel Battista” di Caravaggio, in “Salomè danza davantia Erode” di Gustave Moreau e anche nell’ambiguaident<strong>it</strong>à del dipinto di Gustave Klimt in “Giud<strong>it</strong>taII (Salomè). Ripresa anche da Beardsley.La femme fatales per Klimt e PicassoSono figure d’innegabile ricchezza stilistica estraordinaria capac<strong>it</strong>à artistica, Picasso e Klimt, anchese in periodi e luoghi differenti, sono tra gli innovatoripiù geniali e fecondi dell’arte contemporanea.Entrambi affascinati dalla figura della donna che inPicasso trova maggior espressione nel famoso dipinto“ Les demoiselles d’Avignon”, dove attraversol’abolizione di qualsiasi prospettiva o profond<strong>it</strong>àabolisce lo stesso spazio, individuando una terzadimensione, non visiva ma mentale. La donna e ilmistero della carne sono temi che lo affascinano alo coinvolgono e, a cui dedica, nel corso degli anni,una serie di quadri: nel 1950, “ Le signorine in rivaalla Senna”, che rappresenta forse l’ultima opera ricca d’inventivadi Picasso e segna l’inizio di un periodo di riflessione,durante il quale l’artista dipingerà una serie di varianti delle“Donne d’Algheri”(1854) di Delacroix, di Las Meninas (1857)di Velàzquez, del Déjenuer sur l’herbe (1860), di Manet edelle Sabine (1862) di <strong>Da</strong>vid. In maniera quasi analoga, ladonna è per Klimt colei che traduce le paure, schiava de<strong>it</strong>abù, ma pur sempre femme fatale e consolatrice di se stessa;Klimt dipinge una donna sicura della propria ident<strong>it</strong>à chevuole essere e sentirsi alla pari degli uomini, affrancata dasecoli di oscur<strong>it</strong>à


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>La determinazione della donnaIl movimento delle sufragetteNegli ultimi anni dell’ottocento nasce il movimento di emancipazionefemminile delle “suffragette”. Il termine nasce perindicare le donne che appartenevano a questo movimentoche voleva ottenere il dir<strong>it</strong>to di voto. Più in generale il teminesi usa per indicare qualsiasi donna che ha combatutto perconquistare i suoi dir<strong>it</strong>ti. Tra la fine del Seicento e l’inizio delNovecento si iniziò a diffondere la volontà delle donne di riusciread ottenere gli stessi dir<strong>it</strong>ti di cui godevano gli uomini.Il primo movimento femminista nacque in Francia, durantela rivoluzione francese, M.me de Kerails ha presentato all’Assemblearivoluzionaria il “Cahier de Dolèances des femme”che può essere considerato la prima richiesta di riconoscimentodei dir<strong>it</strong>ti delle donne. Ma per arrivare al Suffragio universalesi dovrà attendere il 1945.Anche in Inghilterra le donne iniziarono a manifestare perconquistare il proprio posto all’interno della società e non essereconsiderate più soltanto “donne di casa”. Nel 1835 ledonne riuscirono a conquistare il dir<strong>it</strong>to al voto alle elezioni locali.Ma la strada per la conquista dei dir<strong>it</strong>ti era ancora moltolunga. In Inghilterra i movimenti femminili sono stati sostenutida John Stuart Mill, che nel 1865 ha proposto di introdurre ilsuffragio femminile.Il vero e proprio movimento delle “suffragette” è nato nelRegno un<strong>it</strong>o nel 1872. Nel 1879 Millicent Fawcett ha fondatoil movimento nazionale per la rivendicazione dei dir<strong>it</strong>ti delledonne, “National Union of Women’s Suffrage”, cercando diconvincereanche gli uomini ad aderire per combattere tuttiinsieme per i dir<strong>it</strong>ti delle donne. Si comincia a parlare più22


la figura femminile nella storiaMata-Haridelle suffragette dall’episodio, all’inizio del Novecento, cheha visto comeprotagonista Emmeline Pankhurst, che ha protestatoin favore delle donne, vicino a Buckingham Palace, e,per questo è stata arrestata.Le donne combattevano per averegli stessi dir<strong>it</strong>ti degli uomini,in qualsiasi amb<strong>it</strong>o, dal lato pol<strong>it</strong>ico con il dir<strong>it</strong>to di votoal lato economico con la possibil<strong>it</strong>à di svolgere gli stessi lavori.Le idee delle donne venivanodiffuse con comizi, slogan e cartelli,che venivano mostrati durantele manifestazioni. Durantela Prima Guerra Mondiale moltedonne hanno avuto la possibil<strong>it</strong>àddi dimostrare a tutti quanto valevano:gli uomini partirono perla guerra e le donne dovevanooccuparsi di tutto ciò di cuiprimasi occupavano i propri padri,fratelli o mar<strong>it</strong>i. La guerra haportato, però, anche una rotturaall’interno del movimento dellesuffragette inglesi: E. Pankhurstdecide di sospendere le manifestazioninegli anni della guerramentre sua sorella Silvia, continuòa portare avanti le proprieidee per sfruttare il momento econquistare nuovi dir<strong>it</strong>ti. Intantoqualcosa cominciava a cambiare:nel 1918 il Parlamento ingleseha approvato la proposta deldir<strong>it</strong>to di voto per mogli di capifamigliache avevano più di trentanni.Per il suffragio universalesi deve però attendere il 2 luglio1928.In segu<strong>it</strong>o a questi primi duepunti di partenza: Inghilterra eFrancia, i movimenti femministicominciarono ad espandersi intutti gli altri paesi. Negli stati un<strong>it</strong>idal 1869 iniziarono a formarsigruppi simili a quelli delle suffragetteinglesi. Per qui però per attendereil suffraggio universale bisogna attendere il 1920.In Germania le donne hanno ottenuto lo stesso dir<strong>it</strong>to unanno prima, nel 1919. In Svizzera si arriverà al suffragio universalesolamente molti anni dopo, cioè nel 1971.In Italia le donne hanno ottenuto l’emancipazione giuridicanel 1919, mentre il suffragio universale si deve aspettare la


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>fine della Seconda Guerra Mondiale: il primo voto esteso atutti coloro (uomini e donne) con più di ventunanni è avvenutoil 2 giugno del 1946.La più grande <strong>Femme</strong> fatale della storiaLa prima guerra mondiale, nonostante sia l’evento terminantela belle epoque, apogeo di questa figura femminile, è ilpalcoscenico adatto per l’affermazione di una “donna fatale”:Margaretha Geertrude Zelle detta anche Mata Hari.Nel 1895, in segu<strong>it</strong>o a divere brutteesperienze, Margaretha risposeall’inserzione matrimoniale di un mil<strong>it</strong>arein licenza dalle colonie, il Cap<strong>it</strong>anoRudolph Mac Leod. L’11 luglio1896, ottenuto il consenso paterno,Margaretha sposò il cap<strong>it</strong>ano MacLeod. Il 30 gennaio 1897 nacque aMargaretha un figlio, cui fu dato ilnome del nonno paterno, NormanJohn. L’anno dopo il 2 maggio 1898nacque Jeanne Louise. La v<strong>it</strong>a famigliarenon fu serena: vi furono l<strong>it</strong>ig<strong>it</strong>ra i coniugi, sia per la durezza dellav<strong>it</strong>a della colonia, che non conoscevanogli agi delle moderne c<strong>it</strong>tà europee,sia per la gelosia del mar<strong>it</strong>oe la sua tendenza ad abusare dell’alcool.L’anno seguente il mar<strong>it</strong>o fupromosso maggiore e comandantedella piazza di Medan, sulla costaorientale di Sumatra. Come mogliedel comandante, Margaretha ebbe ilcomp<strong>it</strong>o di fare gli onori di casa aglialtri ufficiali che, con le loro famiglie,frequentavano il loro alloggio, e conobbe i notabili del luogo.Uno di questi la fece assistere per la prima volta a una danzalocale, all’interno di un tempio, che l’affascinò per la nov<strong>it</strong>àesotica delle musiche e delle movenze, che ella in segu<strong>it</strong>oprovò anche ad im<strong>it</strong>are. La famiglia venne però sconvoltadalla tragica perd<strong>it</strong>a del piccolo Norman, che il 27 ottobre1899 morì avvelenato. La causa della morte fu la somministrazionedi una medicina da parte di una domestica indigenaai figli della coppia. Non si hanno prove che costei avesse volutouccidere i bambini; ma si sospetta però che ella, mogliedi un subalterno del maggiore Mac Leod, fosse stata spintadal mar<strong>it</strong>o a vendicarsi del superiore, che gli aveva infl<strong>it</strong>touna punizione.Rudolph, Margaretha e la piccola Non, per sottrarsi a unluogo di tristi ricordi, ottennero di trasferirsi a Banjoe Biroe,24


la figura femminile nella storianell’isola di Giava, dove Margaretha si ammalò di tifo. Il maggioreMac Leod, maturata l’età della pensione, il 2 ottobre1900, diede le dimissioni dall’eserc<strong>it</strong>o e nel 1902 la famigliasi traferì in Olanda. Lasciata dal mar<strong>it</strong>o che portò con se la figlia,Margaretha, chiese la separazione, che le venne accordatail 30 agosto, insieme con l’affidamento della piccola None il dir<strong>it</strong>to agli alimenti. Dopo una successiva, breve riconciliazione,Margaretha e il mar<strong>it</strong>o si separarono defin<strong>it</strong>ivamente;questa volta fu il padre ad ottenere la custodia della bambina,mentre Margaretha si stabilì dallo zio in una casa a L’Aja.A ParigiDecisa a tentare l’avventura della grandec<strong>it</strong>tà, nel marzo del 1903 Margarethaandò a Parigi, dove non conoscendonessuno, cercò di mantenersi facendola modella presso vari p<strong>it</strong>tori e cercandoscr<strong>it</strong>ture nei vari teatri parigini ma conscarsi risultati. Secondo alcuni storiciarrivò anche a prost<strong>it</strong>uirsi, per sopravvivere,durante l’attesa del successo.Il fallimenti continui dei suoi tentativi laconvinsero a r<strong>it</strong>ornare in Olanda ma l’annodopo , il 24 marzo 1904, tornò nuovamentea Parigi e prese alloggio pressoil Grand Hotel, divenendo l’amante delBarone Henri de Marguér<strong>it</strong>e. Presentatasial signor Molier, proprietario di unimportante scuola di equ<strong>it</strong>azione e dicirco, Margaretha, che in effetti avevaimparato a cavalcare a Giava, si offri dilavorare e poiché un’amazzone potevaessere un’attrazione, fu ingaggiata.Ebbe successo e una sera si esibì duranteuna festa in casa di Molier in unadanza Giavanese, o qualcosa che l’assomigliava:Molier rimase entusiasta dilei. La sua danza era, a suo dire, quelladelle sacerdotesse del Dio orientale Shiva,che mimavano un approccio amorosoverso la divin<strong>it</strong>à , fino a spogliarsi, unvelo dopo l’altro, del tutto. Il successo futale che i giornali arrivarono a parlarne;“ Lady Mac Leod” ecco come si faceva chiamare, replicò ilsuccesso in altre esibizioni, sempre tenute in case private,dove più facilmente poteva togliersi i veli del suo costumesenza destare scandalo , e la sua fama di “danzatrice venutadall’oriente “ iniziò ad estendersi per tutta Parigi.Notata da Monsieur Guimet, industriale e collezionista di


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>oggetti d’arte orientale, ricevette da questi la proposta di esibirsiin Place de Jèna, nel museo, dove egli custodiva i suoipreziosi reperti, come un animato gioiello orientale. Fu perònecessario cambiare il suo nome, troppo borghese ed europeoin uno più esotico ed adatto alla sua presenza, cosìGuimet scelse il nome d’origine malese di Mata Hari, “Occhiodell’Alba”. Mata Hari alternò le esibizioni, tenute nelle caseesclusive di aristocratici e finanzieri, agli spettacoli nei localiprestigiosi di Parigi, il Moulin Rouge, il Trocadero, il Cafè desNations. Il successo provocò naturalmente una curios<strong>it</strong>à cuiella non poté sottrarsi e per far collimare l’immagine privatacon quella pubblica raccontò ai giornalisti poche ver<strong>it</strong>à e moltemenzogne.Il 26 aprile 1906 fu sanc<strong>it</strong>o ufficialmente il divorzio di MargarethaZelle dal maggiore Mac Leod. Si recò a Berlino, dovesi legò ad un ricco ufficiale, Hans Kiepert, che l’accompagnòa Vienna e poi a Londra e in Eg<strong>it</strong>to. Furono intanto pubblicatedue sue biografie, una scr<strong>it</strong>ta dal padre, che esaltavale qual<strong>it</strong>à della figlia, più per esaltare se stesso che la figlia,inventando parentele con re e principi, e quella con opposteintenzioni, di George Priem, avvocato del suo ex mar<strong>it</strong>o.Mata Hari, naturalmente, confermò la versione del padre:sua nonna era una principessa giavanese; quanto a lei avevaviaggiato in tutti i continenti e aveva vissuto a lungo a NuovaDelhi, dove aveva frequentato maharaja ed abbattuto tigri,come dimostra la pelliccia che indossava, in realtà acquistatain un negozio ad Alessandria, in Eg<strong>it</strong>to.Il successo fece crescere enormemente le spese necessariea sostenere una incessante v<strong>it</strong>a mondana che conobbe solouna breve tregua quando, nell’estate, si trasferì in un castelloa Evres, non lontano da Tours, che il suo nuovo amante, ilbanchiere Félix Rousseau, aff<strong>it</strong>tò e le mise a disposizionee dove rimase circa un anno, quando a causa dei problemifinanziari della banca Rousseau, il suo Félix aff<strong>it</strong>tò per lei unappartamento carino, ma meno costoso, a Neuilly, un lussuososobborgo parigino.Alla fine del 1911 raggiunse il vertice del riconoscimento artisticopartecipando, al Teatro alla Scala di Milano, prima allarappresentazione dell’Armida di Gluck, tratta dalla Gerusalemmeliberata del Tasso, rec<strong>it</strong>ando la parte del Piacere epoi, dal 4 gennaio 1912, dando cinque rappresentazioni delBacco e Gambrinus, un balletto di Giovanni Pratesi musicatoda Romualdo Marenco, dove interpretò il ruolo di Venere. Ildirettore dell’orchestra, Tullio Serafin, dichiarò Mata Hari 26


la figura femminile nella storiaNel 1914 si spostò a Berlino per preparare un nuovo spettacolonel quale intendeva interpretare una danza egiziana:nella sua stanza d’albergo Cumberland, scrisse lei stessa illibretto del balletto, che int<strong>it</strong>olò “La chimera”, nel frattempoprevedeva di debuttare nel settembre di quell’anno al TeatroMetropole in un altro spettacolo. Ma quello spettacolo nonebbe mai luogo: con l’assassinio del principe ered<strong>it</strong>ario austriacofini la Belle Epoque ed ebbe inizio la Prima GuerraMondiale.La guerraMentre l’eserc<strong>it</strong>o tedesco invadeva il Belgio per svolgerequell’operazione a tenaglia che, con l’accerchiamento delleforze armate francesi, avrebbe dovuto concludere rapidamentela guerra, Mata Hari era già part<strong>it</strong>a per la Svizzera, dadove contava di rientrare in Francia; tuttavia, mentre i suoibagagli proseguirono il viaggio verso la terra francese, leivenne trattenuta alla frontiera e rimandata a Berlino. Nell’albergo ove fece r<strong>it</strong>orno, senza bagaglio e denaro, un industrialeolandese, tale Kellermann, le offrì il denaro per il viaggioconsigliandole di andare a Francoforte e di qui, tram<strong>it</strong>e ilconsolato, passare la frontiera olandese. Così, il 14 agosto1914, il funzionario del consolato olandese rilasciò a MargarethaGeertruida Zelle, alta un metro e settantacinque, dicapelli, in quell’occasione, biondi, il visto per raggiungereAmsterdam.Qui divenne l’amante del banchiere Van Der Schalk e poi,dopo il trasferimento a L’Aja, del barone Eduard Williem Vander Capellen, colonnello degli ussari, che la soccorse generosamentenelle sue non poche necess<strong>it</strong>à finanziarie. Il24 dicembre 1915 Mata Hari tornò a Parigi, per recuperareil suo bagaglio e tentare, nuovamente invano di ottenereuna scr<strong>it</strong>tura da Djagilev. Ebbe appena il tempo di divenireamante del maggiore belga Fernand Beaufort che, alla scadenzadel permesso di soggiorno, il 4 gennaio 1916, dovettefare in OlandaLo spionaggioFurono frequenti le vis<strong>it</strong>e nella sua casa de L’Aja del consoletedesco Alfred Von Kremer, che proprio in questo periodol’avrebbe assoldata come spia al servizio della Germania,incaricandola di fornire informazioni sull’aeroporto di Contrexéville,presso V<strong>it</strong>tel, in Francia, dove ella poteva recarsicol pretesto di far vis<strong>it</strong>a al suo ennesimo amante, il cap<strong>it</strong>anorusso Vadim Masslov, ricoverato nell’ospedale di quella c<strong>it</strong>tà.Mata Hari, divenuta agente H21, fu istru<strong>it</strong>a in Germania dallafamosa spia Elsbeth Schragmuller, più nota come FrauleinDoktor, che la immatricolò con il suo nuovo codice AF44.La ballerina era già sorvegliata dal controspionaggio inglesee francese quando il 24 maggio 1916 partì per la Spagna e di


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>qui, il 14 giugno, per Parigi, dove tram<strong>it</strong>e un suo ex-amante,il tenente di cavalleria Jean Hallaure, che era anche lui a suainsaputa, un agente francese, il 10 agosto, si mise in contattocon il cap<strong>it</strong>ano Georges Ladoux, capo della sezione delDeuxième Bureau, il controspionaggio francese, per ottenereil permesso di recarsi a V<strong>it</strong>tel, Ladoux le concesse il visto ele propose di entrare al servizio della Francia, proposta cheMata Hari accettò, chiedendo l’enormecifra di un milione di franchi, giustificatadalla conoscenze importanti che ellavantava e che sarebbero potute tornareutili a causa francese.Il doppio giocoA V<strong>it</strong>tel incontrò il cap<strong>it</strong>ano russo, fecev<strong>it</strong>a mondana frequentando gli ufficialifrancesi in convalescenza dal fronteche frequentavano la stazione termale edopo due settimane tornò a Parigi. Qui,oltre a inviare informazioni sulla sua missioneagli agenti tedeschi in Olanda e inGermania, ricevette anche istruzioni dalcap<strong>it</strong>ano Ladoux, di tornare in Olandavia Spagna. Dopo essersi trattenuta alcunigiorni a Madrid, sempre sorvegliatadai francesi e dagli inglesi, a novembres’imbarcò da Vigo per L’Aja. Durante lasosta della nave a Falmouth, nel Regnoun<strong>it</strong>o, fu arrestata perché scambiata perClara Benedix una ballerina di flamenco,sospetta spia tedesca. Interrogataa Londra e chiar<strong>it</strong>o l’equivoco, dopo accordipresi con Ladoux, Scotland Yard larespinse in Spagna, dove sbarcò l’11 dicembre1916.A Madrid continuò il doppio gioco, mantenendosiin contatto sia con l’addetto mil<strong>it</strong>are all’ambasciatatedesca, Arnold Von Kalle, che con quello dell’ambasciatafrancese, il colonnello Joseph Denvignes, al quale riferì lemanovre dei sottomarini tedeschi al largo delle coste del Marocco.Von Kalle comprese che Mata Hari stava facendo ildoppio gioco e telegrafò a Berlino che l’agente H21 chiedevadenaro ed era in attesa di istruzioni: la risposta fu chel’agente H21doveva rientrare in Francia per continuare lesue missioni e ricevette 15,000 franchi.L’ipotesi che i tedeschi avessero venduto l’ident<strong>it</strong>à di MataHari rivelandola al controspionaggio francese come spia tedesca– poggia sull’utilizzo, da loro fatto in quell’occasione,di un vecchio codice di trasmissione già abbandonato perchédecifrato dai francesi, nel quale Mata Hari veniva ancoraidentificata con la sigla H21, in tal modo, i messaggi tedeschi28


la figura femminile nella storiafurono facilmente decifrati salla fonte parigina di ascolto radiodella Tour Eiffel. Il 12 gennaio 1917 Mata Hari rientrò aParigi e la mattina del 13 febbraio venne arrestata nella suacamera dell’albergo Elysée Palace e rinchiusa nel carcere diSaint – Lazare.Il processoDi fronte al t<strong>it</strong>olare dell’inchiesta, il Cap<strong>it</strong>ano Pierre Bouchardon,Mata Hari adottò inizialmente la tattica di negareogni cosa dichiarandosi totalmente esterna a goni vicenda dispionaggio. Fu assist<strong>it</strong>a nel primo interrogatorio, dall’avvocatoEdouard Clunet, suo vecchio amante, che aveva mantenutocon lei un affettuoso rapporto è che poté essere presente,secondo regolamento, ancora solo nell’ultima deposizione.Poi con il passare dei giorni, Mata Hari non poté ev<strong>it</strong>are digiustificare le somme che Van der Capelen, suo amante, leinviava dall’Olanda – considerate dall’accusa il prezzo delsuo spionaggio – di ammettere le somme ricevute a Madridda Von Kalle, giustificandole come semplici regali, e di rivelareanche un particolare ined<strong>it</strong>o. L’offerta ricevuta in Spagnadi ingaggiarsi come agente dello spionaggio russo in Austria.Riferì anche della proposta fattale dal Cap<strong>it</strong>ano Ladoux dilavoraree per la Francia, una proposta che cercò di sfruttarea suo vantaggio, come dimostrazione della propria lealtàconfronti della Francia.L’accusa non aveva, fino a questo momento, alcuna provaconcreta contro Mata Hari, la quale poteva anzi vatare di essersimessa a disposizionedello spionaggio francese. Il fattoche il controspionaggio non aveva ancora messo a disposizionedel cap<strong>it</strong>ano Bouchardon le trascrizioni dei messagg<strong>it</strong>edeschi intercettati che la indicavano come l’agente tedescoH21. Quando lo fece, due mesi dopo, Mata Hari dovette ammetteredi essere stata ingaggiata dai tedeschi, di aver ricevutoun inchiostro simpatico per comunicare le sue informazioni,ma di non averlo mai usato – avrebbe gettato tutto inmare – e di non aver trasmesso nulla ai tedeschi, malgrado i20.000 franchi ricevuti dal console Von Kremer, che ella, consideròsolo un risarcimento per i disagi pat<strong>it</strong>i durante la suapermanenza in Germania nei primi giorni di Guerra. Quantoal messaggio di Von Kalle a Berlino, che la smascheravacome spia, Mata Hari lo considerò la vendetta di un uomorespinto.I tanti ufficiali francesi dei quali fu amante, interrogati, la difesero,dichiarandola di non averla mai considerata una spia.Al contrario, il cap<strong>it</strong>ano Georges Ladoux negò di averle maiproposto di lavorare per i servizi segreti francesi, avendolasempre considerata una spia tedesca, mentre l’addetto mil<strong>it</strong>area Madrid, Mensieur Denvignes, sostenne di essere


stato corteggiato da lei allo scopo di estorcergli informazionisulle attiv<strong>it</strong>à tedesche in Marocco, egli negò che fosse stataMata Hari a fornirle. Entrambi gli ufficiali non seppero c<strong>it</strong>arealcuna circostanza sostanziale contro Mata Hari, ma le lorotestimonianze, nel processo, ebbero un peso determinante.L’inchiesta si chiuse in un colpo a effetto: l’ufficiale russoMasslov, del quale Mata Hari sarebbe stata innamorata,scrisse di aver sempre considerato la relazione con la donnasoltanto un avventura. La rivelazione non aveva nulla a chefare con la posizione giudiziaria di Mata Hari, ma certo acuì inlei la sensazione di trovarsi in un drammatico isolamento.L’inchiesta venne chiusa il 21 giugno con il rinvio a giudiziodi Mata Hari. Il processo a porte chiuse, ebbe inizio il 24 luglio:a presiedere una Corte di sei giudici mil<strong>it</strong>ari domandeDopo meno di un’ora venne emessa la sentenza secondola quale l’imputata era colpevole di tutte le otto accuse mossegli;>. Quanto all’unanim<strong>it</strong>à dei giudici, questa valevaper la sentenza ma non per ogni capo d’imputazione,per alcuni dei quali il verdetto di consapevolezza non trovòl’unanim<strong>it</strong>à dei giudici.L’istanza del riesame del processo venne respinta dal Consigliodi revisione il 17 agosto e il 27 settembre anche laCorte d’Appello confermò la sentenza di condanna. L’ultimasperanza era rappresentata dalla domanda di grazia chel’avvocato Clunet presentò personalmente al Presidente dellaRepubblica Poincaré.Il 15 ottobre, Mata Hari, informata del rifiuto alla domanda digrazia, si preparò per l’esecuzione. Si vestì con la consuetaeleganza. Su sua richiesta, il padrone Arboux la battezzò. Po<strong>it</strong>re furgoni portarono il corteo al castello di Vincennes dove,scortati da dragoni a cavallo, giunsero verso le sei e trenta inuna fredda e nebbiosa mattina. Al braccio di Suor Marie, siavviò con molta fermezza al luogo fissato per l’esecuzione,salutata, come da tradizione da un plotone, che le presentòle armi ricambiato più volte il saluto con cortesi cenni delcapo, fu blandamente legata al palo; rifiutata la benda, potéfissare di fronte a sé i dodici fanti, reduci dal fronte; ai qualiera stato assegnato il comp<strong>it</strong>o di giustiziarla: uno di essi, secondaregola, aveva il fucile caricato a salve.<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>La morteDegli undici, otto andarono a vuoto, ultima galanteria deimil<strong>it</strong>ari francesi, nessuno reclamò il corpo che , trasportatoall’ist<strong>it</strong>uto di Medicina Legale di Parigi, fu sepolto in una fossacomune.30


la figura femminile nella storia


<strong>Da</strong> <strong>Donna</strong> a <strong>Femme</strong> <strong>Fatale</strong>IndicePrefazione- <strong>Da</strong> mogli a seduttrici- <strong>Da</strong> femme fatales a suffragetteLa figura femminile nella letteratura- Eva: una donna di mille volti- La lupa: una donna bestiale- La donna per D’AnnunzioSeduzione: caratteristica femminile o att<strong>it</strong>udine umana!?L’evoluzione della donna vista dagli occhi dell’artista- La femme fatale per Klimt e PicassoLa determinazione della donna nella storiaLa piu grande femme fatale della storia- A Parigi- La guerra- Lo spionaggio- Il doppio gioco- Il processo- La morteBibliografiaDentro la storia eventi testimonianze e interpretazioni :Volume A “ <strong>Da</strong>lla Grande Guerra alla shoa”Volume B “ <strong>Da</strong>lla ricostruzione alla globalizzazione”di Zeffiro Ciuffoletti, Umberto Baldocchi, Stefano Bucciarelli, Stefano SodiManuale di letteratura:I saperi di base: autori, temi e immagini, 3, La modern<strong>it</strong>à ( dal 1861 al 1956)di Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese32

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