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VIROLOGIA: MORFOLOGIA - Sezione di Microbiologia

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Microbiology UpdateOE Varnier<strong>VIROLOGIA</strong>: <strong>MORFOLOGIA</strong>Nel 1955, Conrat e Williams hanno fatto una sorprendentescoperta <strong>di</strong>mostrando che il virus del mosaico deltabacco (TMV) si formava spontaneamente a partire dauna miscela <strong>di</strong> RNA genomico e proteine <strong>di</strong>rivestimento purificate. Infatti la struttura del TMV èautoregolata e corrisponde ad un minimo <strong>di</strong> energialibera. Nonostante la grande variabilità che caratterizzale proprietà dei virus, a livello strutturale ci si basa supochi ed essenziali <strong>di</strong>segni.Meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> AnalisiIl microscopio elettronico è stato utilizzato per ottenereinformazioni a bassa risoluzione sulla struttura deivirus. Il termine "risoluzione" usato in questo contesto,sta ad in<strong>di</strong>care la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> una unità strutturaleche può essere vista chiaramente. Con il microscopioelettronico il livello <strong>di</strong> risoluzione è 5 nm (1 nm=10 -9metri). Ad esempio: un atomo ha un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 0.2-0.3 nm un ripiegamento ad alfa-elica <strong>di</strong> una proteina ha un<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 1 nm il DNA ha un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 2 nmIl microscopio elettronico può dare informazioniriguardanti la forma complessiva <strong>di</strong> un virus. Per larisoluzione <strong>di</strong> strutture atomiche dettagliate, la solatecnica idonea è la cristallografia a raggi X, che richiedeche il virus sia stato cristallizzato. Nella maggior partedei casi ciò è possibile; la prima cristallizzazione <strong>di</strong> unvirus è stata eseguita nel 1930. In quel periodo non siera capito che questo significava che i virus avevanouna strut-tura definita (geometrica) e neppure che lastrut-tura potesse essere identificata dal tipo <strong>di</strong><strong>di</strong>ffrazione. Fred Sanger ha determinato la primasequenza amino-aci<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> una proteina, l’insulina, nel1950, e John Kendrew ha descritto la prima strutturacristallizzata <strong>di</strong> una proteina, la mioglobina, agli inizi del1960. La prima risoluzione della struttura atomica <strong>di</strong> unvirus è stata fatta solo nel 1978. Da allora sono statedeterminate molte strutture virali e nuove risoluzionisono frequen-temente descritte nelle riviste scientifiche.In alcuni casi le strutture sono determinate stu<strong>di</strong>andovirus cristal-lizzati, in altri questo approccio <strong>di</strong>retto nonè possibile. In questi casi, l’analisi biochimica puòessere usata per determinare la presenza e la quantitàdei componenti virali, che sono quin<strong>di</strong> cristallizzati peridentificare le loro strutture. Il clonaggio genico e letecniche <strong>di</strong> sequenziamento facilitano l’isolamento <strong>di</strong> ungran numero <strong>di</strong> proteine e aci<strong>di</strong> nucleici. La strutturaglobale è dedotta dalla "costruzione" del virus conqueste subunità strutturali, prendendo in considerazionel’informazione ottenute con la microscopiaelettronica.Tipi <strong>di</strong> Strutture ViraliIl microscopio elettronico suggerisce che molti virussono sferici. Un virus piccolo (parvovirus) ha un<strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 25 nm; un virus grande (poxvirus) haun <strong>di</strong>ametro superiore ai 300 nm. Molti virus sonorivestiti, alcuni sono approssimativamente sferici ehanno una simmetria icosaedrica (HIV-1) ed altri sonofilamentosi (virus della rabbia).Il virus HIV contiene 2 copie identiche <strong>di</strong> un singolofilamento <strong>di</strong> RNA <strong>di</strong> senso positivo (come un RNAmessaggero) lungo circa 9500 nucleoti<strong>di</strong>. Questo RNAgenomico è associato con una proteina basica delnucleocapside. Le proteine del nucleocapside sono1solitamente proteine basiche (caricate positivamente)che possono <strong>di</strong>ventare neutre e facilitarel’impaccamento dell’acido nucleico acido negativo(Figura 1). Questo filamento <strong>di</strong> nucleoproteina potrebbeessere avvolto ad elica. Il filamento <strong>di</strong> nucleoproteina èavvolto da uno strato <strong>di</strong> capside costituito da copiemultiple della proteina del capside. Lo strato delcapside potrebbe avere una struttura icosaedrica; essoè rivestito da uno strato <strong>di</strong> proteine della matrice (anchequesto potrebbe mostrare una simmetria icosaedrica).Queste proteine della matrice sono asso-ciate con undoppio strato o rivestimento lipi<strong>di</strong>co. Il pericapsidedell’HIV deriva dalla membrana plasmatica della cellulae si origina quando il virus gemma attraverso lamembrana cellulare. Esso contiene i costituenti lipi<strong>di</strong>ci eproteici della membrana plasmatica della cellula dallaquale deriva. Inoltre esso contiene anche proteine viraliche formano i peplomeri. Le proteine maggiori dell’HIVassociate con il rivesti-mento sono gp120 e gp41. Laloro funzione è quella <strong>di</strong> antirecettore virale o proteina<strong>di</strong> attacco. gp 41 attraversa il rivestimento, gp 120 èpresente sul lato esterno ed è legata a gp 41.Figura 1. HIV: un tipico virus con pericapsidePrecisazioniIl pericapside è una struttura comune nei virus animali,ma insolita nei virus delle piante. In altri virus ilpericapside deriva dalla membrana nucleare o dallamembrana dell’apparato <strong>di</strong> Golgi. Una dettagliataanalisi dei virus sferici mostra che spesso essi hannouna simmetria icosaedrica o basata sull’icosaedro. Ivirus icosaedrici sono molto comuni tra i virus dellepiante e degli animali. Alcuni virus icosaedrici (quelli deiPico-rnaviridae) non sono rivestiti e non hanno unostrato <strong>di</strong> proteine della matrice. Il pericapside èall’esterno dello strato proteico del virus.Le subunità del capside sono collocate intorno ai verticio facce dell’icosaedro. Un icosaedro ha 20 triangoliequilateri sistemati intorno alle facce della sfera. Sonostate definite così, tre possibili assi <strong>di</strong> simmetria: asse<strong>di</strong> simmetria 2, ossia con due possibili posizioni simmetricheintorno ad esso, è quello che passa per ilcentro degli spigoli; asse <strong>di</strong> simmetria 3, passanteattraverso il centro delle facce; asse <strong>di</strong> simmetria 5,passante attraverso i vertici. In tal modo la simmetriadell'icosaedro è stata chiamata <strong>di</strong> tipo 3; 5; 2 osimmetria "cubica". Sembra che non esistano virus con20 subunità (FX174). In generale, la maggior parte deivirus adatta 60xN subunità nel loro capside. N è a voltechiamato "numero <strong>di</strong> triangolazione" ed è stato valutato


Microbiology Updatecome 1,3,4,7,9,12 e più. Un virus icosaedrico checontiene 60 subunità ha una simmetria perfetta.Tuttavia, geometricamente non è possibile sistemarepiù <strong>di</strong> 60 subunità in maniera equivalente intorno all’icosaedro;le subunità invece possono essere sistemate inmaniera quasi equivalente. Per illustrare ciò, consideriamoun frammento con 180 subunità. Le subunitàproteiche non sono separate in<strong>di</strong>pendente-mente maper gruppo, perchè questo rende massime le interazionimolecolari che stabilizzano il frammento. Sono possibili3 tipi <strong>di</strong> raggruppamento (Figura 3).Figura 2. Il capside icosaedrico in maggior dettaglioOE Varnierconseguenza <strong>di</strong> questo raggrup-pamento è che i legamitra le subunità in un capsomero sono più forti che ilegami tra i capsomeri e ciò significa che possonoessere isolati per stu<strong>di</strong> funzionali e strutturali.Il virus del bacello chiazzato del fagiolo (BMPV) ha 60copie <strong>di</strong> due proteine <strong>di</strong> rivestimento. La subunità S conpeso molecolare 22 Kda e la subunità L con pesomolecolare 42 Kda. Le subunità S e L sono dellepoliproteine, C-B-A. A è tagliata via per dare origine allasubunità S e ha un dominio b-barrel. Rimane quin<strong>di</strong> C-B, la subunità L, che ha 2 domini b-barrel. In totalequin<strong>di</strong>, ci sono 120 subunità ma 180 domini barrel. Ognidominio è lungo 180-190 aminoaci<strong>di</strong>. La struttura dellesub-unità è stata determi-nata me<strong>di</strong>ante cristal-lografia.B e C sono legate covalentemente e la loro inter-facciaè stabilizzata da interazioni idrofobiche. L’elica dellasubunità S e del dominio A interagisce con un’elicadella subunità larga del dominio B. L’insieme dellesubunità S e L formano un cuneo lungo 5 nm: 1.7 nmnella estremità stretta e 3 nm nella estremità larga. Nel<strong>di</strong>agramma la subunità larga è colorata in duesfumature <strong>di</strong> verde, la subunità piccola è blu. Lastruttura quaternaria è quasi sferica con simmetriaicosaedrica.Virus filamentosiL’esame in microscopia elettronica ha <strong>di</strong>mostratol’esistenza <strong>di</strong> molti virus dalla forma a bastoncino, comead esempio i virus filamentosi larghi circa 80 nm elunghi circa 14000 nm. Anche molti virus delle piantesono filamentosi.Figura 4. Struttura molecolare <strong>di</strong> un capsideicosaedrico-struttura del virus del bacello chiazzato <strong>di</strong>fagiolo (BPMV).Figura 3. Tipi <strong>di</strong> capside virale.Nel poliovirus si raggruppano al centro del triangolodando origine a 60 strutture morfologiche o capsomericomposti <strong>di</strong> trimeri. Nel Virus Turnip Crinkle, siraggruppano al centro dei margini dando origine a 90capsomeri composti <strong>di</strong> <strong>di</strong>meri. Nel virus del mosaicogiallo Turnip si raggruppano al vertice dei triangoli chedanno 20 esomeri e 12 pentameri e 32 capsomeri. UnaLa loro esatta lunghezza <strong>di</strong>pende spesso dallalunghezza del genoma, comunque generalmente è <strong>di</strong>circa 300-500 nm; il loro <strong>di</strong>ametro è usualmente <strong>di</strong> 15-20 nm. Il virus del mosaico del tabacco (TMV)rappresenta l’esempio meglio conosciuto <strong>di</strong> questo tipo<strong>di</strong> virus (Figura 5).Le subunità della proteina possono essere situateattorno alla circonferenza <strong>di</strong> un cerchio per formare un<strong>di</strong>sco. All'interno del <strong>di</strong>sco è possibile rilevare lapresenza <strong>di</strong> una cavità tubulare al cui centro vi è l'acidonucleico. Un esame più accurato <strong>di</strong> queste strutturevirali <strong>di</strong>mostra che le proteine <strong>di</strong> rivestimento non sono2


Microbiology Update<strong>di</strong>sposte in maniera cilindrica ma elicoidale; questoperchè l’acido nucleico ha la tendenza ad assumereuna struttura elicoidale. Dopo che le subunità elicoidalidella proteina sono sistemate, si possono formare deilegami equivalenti tra le proteine e l’acido nucleico -eccezion fatta per le due subunità terminali-.Figura 5. Virus del mosaico del tabacco (TMV)Tutti i virus filamentosi conosciuti sono elicoidali. Lastruttura del TMV può essere descritta in termini <strong>di</strong>numero <strong>di</strong> subunità per giro <strong>di</strong> elica (m=16.3). Il passo ol’altezza per giro <strong>di</strong> elica (P) è 2.28 nm e l’altezzaassiale per subunità (p) è 0.14 nm. È possibile che ilfilamento della nucleoproteina dell’HIV abbia unastruttura simile.Anche i Rabdovirus (ad es. il virus della rabbia) hannoun nucleofilamento simile a quello descritto qui, ma essisono rivestiti ed hanno uno strato <strong>di</strong> matrice come ilvirus HIV.OE Varniere Williams avevano <strong>di</strong>mostrato che il TMV siformava spontaneamente incubando insiememiscele della proteina del capside e dell'RNAgenomico. Questo significa che la struttura, che ilTMV assume, è autoregolata e corrisponde ad unminimo <strong>di</strong> energia libera. Un modo semplice perrealizzare ciò, consiste nell’incorporare copiemultiple <strong>di</strong> una o più subunità.3. Per la fedeltà: il DNA, l’RNA e la sintesi delleproteine sono soggetti ad errori casuali. Usandouna proteina più piccola e quin<strong>di</strong> un gene piùpiccolo, esiste una minore probabilità <strong>di</strong> incorrerein errori casuali.4. Per l’economia: la struttura corretta può essereformata con il minimo spreco in quanto, quandouna subunità è sintetizzata in maniera non corretta,viene scartata solo una piccola unità.5. Per la complessità: ci sono dei limiti fisici cheostacolano l'assemblaggio <strong>di</strong> una struttura ottaedricao tetraedrica. Assemblate in maniera grossolana,gli spazi tra le subunità risulterebberotroppo gran<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong> la particella <strong>di</strong>venterebbeinstabile. Infatti, un piccolo numero <strong>di</strong> contatti potrebbeessere insufficiente per la stabilità. Il virus<strong>di</strong>venta più stabile quando è maggiore il numerodelle subunità e il suo genoma può essere piùgrande e più complesso quando è più grande ilframmento virale.Aggiornato 9 ottobre 2007Complessitá delle strutture viraliMolti virus hanno una struttura molto più complicata <strong>di</strong>quella che è stata descritta, sebbene essi sianocostituiti da unità che possono avere altre simmetrieicosaedriche o elicoidali. Un esempio ben conosciuto èquello dei batteriofagi (es. T4). La testa <strong>di</strong> questo virusè icosae-drica con 7 facce triangolari. ed è attaccatame<strong>di</strong>ante un colletto all’estremità contrattile consimmetria elicoidale.Commenti finaliPerchè il virus ha incapsidato il genoma?1) per un ambiente fisico ostile2) per la fragilità dell’acido nucleico3) per il taglio del genoma4) per <strong>di</strong>fendersi dagli UV, dall’azione degli enzimi edal pH5) per il fatto che le proteine <strong>di</strong> rivestimento facilitanol’entrata del virusPerchè la costruzione delle subunità è comune a tutti ivirus?1. Per necessità: il codone a tripletta ha un pesomolecolare approssimativamente <strong>di</strong> 1000 e co<strong>di</strong>ficaper un aminoacido con un peso molecolare me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>150. Così, al meglio, un acido nucleico puòco<strong>di</strong>ficare solo per il 15% del suo peso, comeproteina. Poichè i virus sono composti per il 50-90%dal peso della proteina, deve esistere più <strong>di</strong> unaproteina e la costruzione a subunità è essenziale.2. Per l’autoassemblaggio: nel 1955 Fraenkel Conrat3


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