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ANDREINI, La Maddalena lasciva e penitente Al ... - Lettere e filosofia

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<strong>ANDREINI</strong>, <strong>La</strong> <strong>Maddalena</strong> <strong>lasciva</strong> e <strong>penitente</strong><strong>Al</strong> saettar del giornonell’occaso dell’ombrefuggite pure o stelledella quiete mia, empie rubelle.Voi, voi perfide, voi,qual cerasta intra fiorientro i morbidi miei candidi lini,fra cortinaggi d’oroil pessimo lavoroseminaste di lappole e di spini,onde al sonno vegghiai,e sonnacchiosa al vigilar m’alzai.O vetro, o caro vetro,candido paragon dove d’un crinein un atomo solo, in un momento,cimenti l’oro e d’un bel sen l’argento.Tu pur già m’assembrasti,sfavillar come face ardente in vetro:ed or se’ così tetroche per gli occhi la vista al cor giungendo,tant’entro l’alma acciechiquanto fuor tu se’ fosco.Bocca, conca odorata,denti perle eritree,gola, petto, occhi, maniper cui men’ gìa fastosa,siete bellezze ree,qualor languir vi mirodi picciol vetro nell’angusto giro.Quel ch’i’ m’abbia, io non so; palpita il core,e qualor qui per l’ossa un giel mi scorre,stillo un caldo sudore,che la fronte m’allaga, ohimè, che segnoè ben d’alta procellaqualor di vento senzagonfiasi mar tranquillo.Un sogno il cor mi fiedastamane fatto allo spuntar del giorno.Bastivi dir che a l’apparir del solenel Palestino cielo, in terra un solecosì lucido io vidi e così vago,che per tal Sole un lago


di lagrime spargendo,mi scoprìo che ad amarloentro il pianto i’ devea girmene ardendo.Chiudi gli occhi alle pompe,l’orecchio alle sirenefuggi, deh fuggi omaimorbidezza terrena,caligine d’onor , venen di fama,e peste alfin dell’alma.Pensa, pensa infelicech’ogni alba ha sera e ch’ogni vita ha fine.A tuttora ella standodella caducitate in sul confine.Misera se’ nel mar di sirti ignote,navicella sdrucita,mira, che già t’affondiDue volte Marta dirà l’ultimo verso.MADDALENA Il consigliare è dotedi chi a canizie giunto,perduto ha già di giovinezza il gustoo vedi che bel fusto.Tu pur giovin già fosti e come talecol fanciullin di Gnidostar bramasti accoppiata entro un sol nido.Or che se’ vecchia e vizza,né d’amor hai la pizza,macera e convertita,vuoi che da terra al ciel faccia salita.Gioventù nol consente,poiché al volar tant’altopunger d’ali le penne appena io sento.prima il fior poscia il fruttodassi mirar su pianta:io qui son su ’l fioriredi giovinezza in ramo, ond’è ben vanoche nel fior spicchi il frutto in un la mano.Quando vecchia i’ mi faròben sapròindefessagenuflessagraffiar gota e sveller crine;convertita poscia alfinea tutte albe, a tutte seredirò teco il Miserere.

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