per i nostri cari defunti - Societa San Paolo

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67 68 76 GIORNO VI Morì prima il Francescano e, fedele alla sua promessa, apparve un giorno al religioso Domenicano, mentre stava preparando il refettorio. Dopo | averlo salutato, con straordinaria benevolenza, gli disse di essere bensì salvo, ma che gli restava ancora molto a soffrire per un’infinità di piccoli falli, dei quali non s’era abbastanza pentito in vita. Indi soggiunse: Niente v’ha sulla terra che possa dare un’idea delle mie pene. E perché il Domenicano ne avesse una prova, stese la destra sulla tavola del refettorio, dove l’impronta rimase sì profonda, come se vi avessero applicato sopra un ferro rovente. È facile immaginare la commozione del Domenicano alla vista di tale spettacolo! Questa tavola si conservò a Zamora fino alla fine del secolo passato, in cui le rivoluzioni politiche la fecero sparire, insieme con tanti altri ricordi di pietà, dei quali abbondava l’Europa. PRATICA: Oggi esercitiamoci in qualche penitenza e specialmente nell’esattezza ai nostri doveri quotidiani in suffragio dei Defunti. GIACULATORIA: Eterno divin Padre, vi offro le indicibili pene della incoronazione di spine del vostro Figliuolo Gesù, pel sollievo e la liberazione delle Ss. Anime del Purgatorio. FRUTTO La Chiesa è tanto persuasa della verità del Purgatorio che approvò un istituto eretto solo a questo scopo: suffragare i defunti. È bene conoscerlo: le «Ausiliatrici del Purgatorio». | Si tratta di anime che fanno di questa santa opera la loro missione: lo scopo della loro verginale esistenza! Noi non siamo chiamati a tanto? Ebbene, se esse vivono per suffragare, noi almeno non viviamo senza suffragare. Impariamolo. * * * Nel seno della Chiesa è sorta un’istituzione religiosa, una famiglia di anime consacrate a Dio col vincolo dei voti della Religione,

LE PENE DEL PURGATORIO - II 77 che ha unicamente di mira lo scopo di sollevare le povere anime dei fedeli defunti, col sacrificio totale della loro vita. Cresce nel giardino della Chiesa questo nuovo albero, destinato a dare i più bei frutti di opere sante e meritorie, per la maggior gloria di Dio e per la salute delle Anime del Purgatorio. Era riserbato ad una vergine, umile e modesta, sconosciuta agli occhi del mondo, ma grande agli occhi di Dio e della Vergine SS. di cui era tenerissima amante, alla signorina Eugenia Maria Smet, più comunemente conosciuta sotto il nome di Madre Maria della Provvidenza, fondare tale istituzione. Questa figlia di benedizione ebbe i suoi natali a Lilla, il 25 marzo 1825. Suo padre Enrico Smet apparteneva ad una delle famiglie più onorevoli della città; sua madre, Paolina de Montdhiver, era allevata alla più antica aristocrazia del Nord della Francia. Fin dal momento in cui l’anima sua si aprì alle prime impressioni dell’infanzia, ella parve sentire la potente voce dei morti: quella voce a cui si rimane così sordi nel mondo, e che pure dalla profondità del Purgatorio s’innalza senza posa verso i vivi incuranti. Sovente la si sorprendeva, in mezzo ai divertimenti più rumorosi, farsi tutto ad un tratto seria e pensierosa e: «A chi pensi?» la si interrogava. «Penso alle anime del Purgatorio; queste anime sono in una prigione di fuoco e Dio, che ve le tiene rinchiuse, non domanda altro, da noi, che una preghiera, per aprire loro le porte; e noi non la facciamo». L’ingenua piccina però la faceva sovente e di cuore e, non contenta di pregare, offriva ancora al Signore, in suffragio delle povere Anime, i piccoli sacrifici proprii: «E questo vada per le anime del Purgatorio», la si udiva mormorare ogni qualvolta aveva qualcosa da soffrire. Alla divozione per le Anime Purganti accoppiava fin da quella tenera età una divozione non meno grande per Maria SS. Ella amava tanto la Vergine Santa e studiava tutti i modi per dimostrarle il suo grande amore, non solo colle parole, ma ancora colle opere. Per trattenersi con maggior comodità e più sovente con la Vergine Santa, trasformò la sua cameretta in oratorio e, postovi nel luogo più in vista una statua della Madonna, passava le ore libere della giornata in dolci sfoghi colla Vergine del suo cuore, mettendola a parte delle sue gioie e delle sue pene. E chi ci potrà dire le intimità, che si stabilirono in quei santi colloqui, tra la Madre e la 69

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Morì prima il Francescano e, fedele alla sua promessa, apparve<br />

un giorno al religioso Domenicano, mentre stava preparando<br />

il refettorio. Dopo | averlo salutato, con straordinaria benevolenza,<br />

gli disse di essere bensì salvo, ma che gli restava ancora<br />

molto a soffrire <strong>per</strong> un’infinità di piccoli falli, dei quali<br />

non s’era abbastanza pentito in vita. Indi soggiunse: Niente<br />

v’ha sulla terra che possa dare un’idea delle mie pene.<br />

E <strong>per</strong>ché il Domenicano ne avesse una prova, stese la destra<br />

sulla tavola del refettorio, dove l’impronta rimase sì profonda,<br />

come se vi avessero applicato sopra un ferro rovente.<br />

È facile immaginare la commozione del Domenicano alla vista<br />

di tale spettacolo!<br />

Questa tavola si conservò a Zamora fino alla fine del secolo<br />

passato, in cui le rivoluzioni politiche la fecero sparire,<br />

insieme con tanti altri ricordi di pietà, dei quali abbondava<br />

l’Europa.<br />

PRATICA: Oggi esercitiamoci in qualche penitenza e specialmente<br />

nell’esattezza ai <strong>nostri</strong> doveri quotidiani in suffragio dei Defunti.<br />

GIACULATORIA: Eterno divin Padre, vi offro le indicibili pene<br />

della incoronazione di spine del vostro Figliuolo Gesù, pel sollievo<br />

e la liberazione delle Ss. Anime del Purgatorio.<br />

FRUTTO<br />

La Chiesa è tanto <strong>per</strong>suasa della verità del Purgatorio che approvò<br />

un istituto eretto solo a questo scopo: suffragare i <strong>defunti</strong>.<br />

È bene conoscerlo: le «Ausiliatrici del Purgatorio». | Si tratta di<br />

anime che fanno di questa santa o<strong>per</strong>a la loro missione: lo scopo<br />

della loro verginale esistenza! Noi non siamo chiamati a tanto?<br />

Ebbene, se esse vivono <strong>per</strong> suffragare, noi almeno non viviamo<br />

senza suffragare. Impariamolo.<br />

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Nel seno della Chiesa è sorta un’istituzione religiosa, una famiglia<br />

di anime consacrate a Dio col vincolo dei voti della Religione,

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