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per i nostri cari defunti - Societa San Paolo

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SUFFRAGARE LE ANIME ED EVITARE IL PURGATORIO 249<br />

Consideriamo la parabola del ricco Epulone: Banchettava<br />

costui splendidamente, vestiva porpora e bisso; ma alla sua<br />

porta giaceva piagato il mendico Lazzaro, che chiedeva solo<br />

delle bricciole che potevano mangiare gli stessi cani. Avevano<br />

pietà di lui i cagnolini, ma non il ricco. E come finirono?<br />

Il ricco Epulone finì nelle fiamme dell’inferno di dove invocava<br />

da Lazzaro beato una stilla d’acqua [cf. Lc 16,22-24].<br />

Alla elemosina verso le anime del purgatorio sembra<br />

averci esortati Gesù Cristo con una bella parabola.<br />

«Vi era un ricco, disse Gesù, che aveva un fattore il quale<br />

fu accusato dinanzi a lui come se avesse dissipato i suoi beni.<br />

E, chiamatolo a sé, gli disse: Che è quello che io sento dire di<br />

te? Rendi conto del tuo o<strong>per</strong>are, poiché non potrai più essere<br />

fattore. Disse il fattore dentro di sé: Che farò, | mentre il padrone<br />

mi leva la fattoria? Non so zappare, mi vergogno a<br />

chiedere la elemosina. So ben io quel che farò, affinché<br />

quando mi sarà tolta la fattoria, vi sia chi mi riceva in casa<br />

sua. Chiamati <strong>per</strong>tanto ad uno ad uno i debitori del suo padrone,<br />

disse al primo: Di quanto sei tu debitore al mio padrone?<br />

E quegli disse: Di cento barili d’olio. Ed egli gli disse:<br />

Prendi la tua nota, mettiti a sedere, e scrivi cinquanta. Poi<br />

disse ad un altro: E tu di quanto sei debitore? Quegli rispose:<br />

Di cento staia di grano. Ed egli gli disse: Prendi la tua nota, e<br />

scrivi ottanta. Così, questo fattore infedele si fece degli amici<br />

che lo ricevessero in casa loro quando fosse cacciato dal suo<br />

ufficio. Così dico a voi: Fatevi degli amici <strong>per</strong> mezzo delle<br />

inique ricchezze; affinché, quando veniate a mancare, vi ricevano<br />

nei tabernacoli eterni» [cf. Lc 16,1-9]. Vale a dire <strong>per</strong><br />

mezzo delle vostre elemosine condoniate qualche po’ della<br />

pena che le sante anime del purgatorio devono scontare, ed<br />

esse coi poveri da voi soccorsi vi faranno poi un bel ricevimento<br />

in Cielo.<br />

Onde il Divin Maestro inculcava: «Facciamoci degli amici<br />

<strong>per</strong> mezzo delle inique ricchezze; affinché quando verremo<br />

a mancare ci diano ricetto negli eterni tabernacoli» [cf.<br />

Lc 16,9].<br />

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