per i nostri cari defunti - Societa San Paolo

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207 186 GIORNO XIX * * * a) Intendere bene le indulgenze. Esse sono misericordia di Gesù: si soddisfa cioè con offrire il prezzo del Sangue di Gesù per il nostro debito. È perciò cosa simile a quanto avviene nel Sacramento della Penitenza. Le indulgenze non dispensano dalle penitenze imposte, né dalle restituzioni, né da riparazioni che si debbano fare. L’oggetto delle indulgenze è di supplire alle penitenze omesse, o malamente adempiute, o troppo leggere di fronte all’enormità dei peccati. L’indulgenza è anzi concessa, secondo dice la Chiesa, «ai veri penitenti»; 2 e solamente chi è davvero pentito, e davvero fa di penitenza quanto può, riceve poi il condono di quanto non potrebbe dare. Onde è fisso nella Teologia cattolica che «per guadagnare l’indulgenza plenaria si richiede che | sia tolto del tutto ogni affetto al peccato veniale; poiché fino a quando rimane qualche affetto al peccato non può essere rimessa la pena dovuta al peccato e neppure il peccato stesso». Infatti il S. Vangelo dice: «Fate degni frutti di penitenza» (Lc 3,8), e altrove: «Se non farete penitenza perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,3). Bisogna anche dire che la penitenza non solo è espiatoria, ma anche medicinale, cioè serve come mezzo potente a preservarci da ricadute. Il santo dottore Bellarmino, che per aver combattuto contro i protestanti sviscerò bene questa materia, scrisse: «In verità è più utile e sicuro soddisfare da se stesso che cercare le indulgenze. Ma di ambedue è utilissimo: far quello e non omettere questo. E ciò è quanto consigliano i buoni autori, affinché chi riceve le indulgenze non cessi di far frutti di penitenza, i quali, il più delle volte, vogliono essere meritori e medicinali; ed è più utile fare il cammino con due piedi che con uno solo». 3 E nel capitolo XII riporta le parole di Benedetto XIV: «I cristiani prudenti così accettano le pontificie indulgenze che contemporaneamente si studia- –––––––––––– 2 «Vere poenitentibus». 3 Cit. Lib. I, c. 10.

PER EVITARE IL PURGATORIO E PER SUFFRAGARE... 187 no di far degni frutti di penitenza e di soddisfare al Signore pei loro peccati». b) Apprezzare le indulgenze. I cristiani sono i figli della Chiesa: devono apprezzare ciò che essa apprezza, amare ciò che essa ama, seguire gli esempi e gli insegnamenti che essa dà. La Chiesa è infallibile in fatto di fede e di morale; i cristiani debbono credere alle sue parole. Ora, in riguardo alle sante indulgenze: Le apprezza? Le stima? Le propone? Le inculca? Ecco le parole del Concilio di Trento: «La Chiesa fece uso fin dai tempi più remoti del potere di concedere indulgenze; perciò il Sacrosanto Concilio insegna e comanda che sia tenuto e conservato l’uso delle indulgenze, grandemente utile al popolo cristiano e dall’autorità dei Concili approvato». Si notino le parole insegna e comanda: non si tratta di un parere, consiglio, esortazione soltanto, sebbene anche in queste cose dovremmo ricevere [la disposizione] con massima riverenza, poiché si tratterebbe della Chiesa. Inoltre «grandemente utile al popolo cristiano»; non soltanto conveniente per alcune anime. Poi seguono le parole, con cui è tagliato fuori dalla Chiesa con la scomunica chi diversamente insegna. Perciò ecco la pratica della Chiesa, oggi. 4 Chi volesse consultare una raccolta autentica e completa delle indulgenze in vigore oggi, capirebbe subito quanto stia a cuore alla Chiesa che acquistiamo le indulgenze. Sono quasi innumerevoli: fra totali e parziali; ordinarie e straordinarie; generali e particolari. Ricordiamone alcune: Il Giubileo od anno santo, le indulgenze apostoliche, la benedizione papale, l’assoluzione generale, l’indulgenza plenaria in punto di morte, l’altare privilegiato, la Porziuncola, la Via Crucis, ecc. ecc. Vi sono poi le preghiere indulgenziate: Angelus Domini, Dio sia benedetto, l’Angelo di Dio, gli Atti di fede, speranza, –––––––––––– 4 Si tenga presente che l’Autore scriveva nel 1932. 208 209

PER EVITARE IL PURGATORIO E PER SUFFRAGARE... 187<br />

no di far degni frutti di penitenza e di soddisfare al Signore<br />

pei loro peccati».<br />

b) Apprezzare le indulgenze.<br />

I cristiani sono i figli della Chiesa: devono apprezzare ciò<br />

che essa apprezza, amare ciò che essa ama, seguire gli esempi<br />

e gli insegnamenti che essa dà.<br />

La Chiesa è infallibile in fatto di fede e di morale; i cristiani<br />

debbono credere alle sue parole.<br />

Ora, in riguardo alle sante indulgenze: Le apprezza? Le<br />

stima? Le propone? Le inculca?<br />

Ecco le parole del Concilio di Trento: «La Chiesa fece<br />

uso fin dai tempi più remoti del potere di concedere indulgenze;<br />

<strong>per</strong>ciò il Sacrosanto Concilio insegna e comanda che<br />

sia tenuto e conservato l’uso delle indulgenze, grandemente<br />

utile al popolo cristiano e dall’autorità dei Concili approvato».<br />

Si notino le parole insegna e comanda: non si tratta di<br />

un parere, consiglio, esortazione soltanto, sebbene anche in<br />

queste cose dovremmo ricevere [la disposizione] con massima<br />

riverenza, poiché si tratterebbe della Chiesa. Inoltre «grandemente<br />

utile al popolo cristiano»; non soltanto conveniente <strong>per</strong><br />

alcune anime. Poi seguono le parole, con cui è tagliato fuori<br />

dalla Chiesa con la scomunica chi diversamente insegna.<br />

Perciò ecco la pratica della Chiesa, oggi. 4 Chi volesse consultare<br />

una raccolta autentica e completa delle indulgenze in<br />

vigore oggi, capirebbe subito quanto stia a cuore alla Chiesa<br />

che acquistiamo le indulgenze. Sono quasi innumerevoli: fra<br />

totali e parziali; ordinarie e straordinarie; generali e particolari.<br />

Ricordiamone alcune: Il Giubileo od anno santo, le indulgenze<br />

apostoliche, la benedizione papale, l’assoluzione generale,<br />

l’indulgenza plenaria in punto di morte, l’altare privilegiato,<br />

la Porziuncola, la Via Crucis, ecc. ecc.<br />

Vi sono poi le preghiere indulgenziate: Angelus Domini,<br />

Dio sia benedetto, l’Angelo di Dio, gli Atti di fede, s<strong>per</strong>anza,<br />

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4 Si tenga presente che l’Autore scriveva nel 1932.<br />

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