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per i nostri cari defunti - Societa San Paolo

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MESSA LITURGICA QUOTIDIANA 167<br />

ordine di <strong>cari</strong>tà; e cioè, in primo luogo <strong>per</strong> quelli che sono i<br />

<strong>nostri</strong> padri dell’anima, secondo lo spirito; <strong>per</strong> i <strong>nostri</strong> genitori<br />

e congiunti secondo la carne; <strong>per</strong> tutti i fratelli, come sono<br />

i fedeli <strong>defunti</strong>, salvi, veri figli di Dio come noi.<br />

c) Il Prefazio proclama che è degno, giusto, equo, salutare<br />

ringraziare, sempre ed in ogni luogo, il Padre Celeste <strong>per</strong><br />

mezzo di Gesù Cristo. Infatti <strong>per</strong> Gesù Cristo noi abbiamo le<br />

s<strong>per</strong>anze della risurrezione finale, di modo che se il pensiero<br />

della morte ci contrista, la certezza della risurrezione ci allieta.<br />

Infatti la morte non è distruzione, ma cambiamento di<br />

dimora, di modo che, invece di una casa meschina e povera,<br />

avremo un’eterna e gloriosa abitazione in cielo.<br />

Sia dunque gloria a Dio eterno! insieme al suo Figlio diletto<br />

Gesù Cristo ed allo Spirito <strong>San</strong>to. Lo lodino e lo esaltino<br />

gli Angeli e gli Arcangeli, i Troni e le Dominazioni, con<br />

tutto l’esercito celeste, cantando:<br />

<strong>San</strong>to, <strong>San</strong>to, <strong>San</strong>to, è il Signore.<br />

A noi pare quasi di accompagnare le anime dei <strong>defunti</strong>,<br />

che, liberate dalle loro pene, fanno il loro ingresso solenne,<br />

lodando la Divina Bontà, in cielo.<br />

Ed è specialmente nel momento della consacrazione che<br />

noi diamo davvero qualcosa di degno a Dio: diamo il suo Figlio<br />

piagato, Agnello Immacolato, santissimo.<br />

Come suona bella la preghiera che dice il Sacerdote, allorché<br />

guardando la Vittima palpitante innanzi a Lui, esclama:<br />

«Supplichevoli ti preghiamo, o Dio onnipotente: comanda che<br />

questo Corpo e questo <strong>San</strong>gue, <strong>per</strong> le mani del tuo Angelo<br />

santo, vengano portati sul tuo sublime altare, al cospetto della<br />

tua sublime Maestà; affinché quanti partecipando a questo altare,<br />

riceveremo il sacrosanto Corpo e <strong>San</strong>gue del tuo Figliuolo,<br />

veniamo ricolmi d’ogni benedizione e grazia. – Ricordati,<br />

o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve, che ci hanno<br />

preceduto col segno della fede e dormono il sonno di pace». 3<br />

––––––––––––<br />

3 È qui riassunto il Canone romano, l’unica prece eu<strong>cari</strong>stica allora in<br />

uso nella Chiesa latina.<br />

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