per i nostri cari defunti - Societa San Paolo
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164 150 GIORNO XV supremo: d’ordine suo vengo ad incoraggiarvi nei vostri lavori». – «Sono in stato di grazia?» chiese subito Tommaso. – «Sì, fratello mio, e le vostre opere sono a Dio gratissime». – «E voi avete provato il Purgatorio?» – «Sì, per quindici giorni, per causa di varie infedeltà, non prima sufficientemente espiate». Allora Tommaso, sempre preoccupato da questioni teologiche, volle profittare dell’occasione per rischiarare il mistero della beatifica visione; ma gli fu risposto con quel versetto del Salmo 47: «Ciò che conoscemmo per mezzo della fede, lo vediamo coi nostri occhi nella città di Dio» [cf. Sal 47,9]. Pronunziando quelle parole, sparve l’apparizione, lasciando l’angelico Dottore acceso dal desiderio dei beni eterni. * * * Le anime purganti pregano incessantemente per noi. La preghiera è il gran mezzo che abbiamo per salvarci, per salvare e per ottenere le grazie. È il mezzo più sicuro. E più la preghiera è ben fatta, più sicuramente ottiene dal Signore. Dio ci dà tutto quanto vien chiesto debitamente. Ebbene, ecco il grande mezzo delle anime purganti: pregano! La preghiera, ma una preghiera santa, efficace, che ottiene quanto domanda; ecco quale ricompensa aspettiamo in primo luogo noi dalle anime purganti. Infatti la ragione dimostra come, appunto perché separate dal corpo, le anime purganti sono atte ad esercitare un potere naturale molto superiore al nostro. Il loro stato di vita le rende somiglianti agli Angeli. Le anime purganti ci chiedono ogni grazia. «O Cristiani, – esclama qui un grande oratore, Bossuet, 3 – vi è un popolo invisibile unito a noi per la carità: il paradiso dei Santi!». S. Giovanni Crisostomo dice: «A quel modo che i soldati, dopo la battaglia, mostrano le loro ferite e parlano delle loro vittorie, e ciò li rende graditi al re, così i Santi mostrano a –––––––––––– 3 Bossuet, Jacques-Bénigne (Digione 1627 - Parigi 1704), vescovo di Meaux, scrittore, uno dei più grandi oratori francesi.
VANTAGGI DAL SOLLEVARE LE ANIME PURGANTI 151 Dio le loro vittorie sul demonio ed i loro meriti; per questo essi sono potenti a pregare. Essi sono i grandi protettori dell’umanità e dei popoli». Ma ecco che qui entra a parlare il Chollet, 4 oratore dotto e pio: «Canonizzati o no, gli eletti partecipano tutti della stessa vita... Anche i Defunti, in cielo, sebbene meno vicini a Dio, gli sono però più vicini di noi. Essi poi sono anche più legati a noi, per i legami stessi del sangue e della famiglia, che Dio vuol rispettati in questa e nell’altra vita. Perché un padre, una madre in cielo non potrebbero e non vorrebbero fare quanto altri, anche estranei, vogliono e possono fare?». Il padre resta lassù la speranza del figlio; la madre resta la speranza della figlia; lo sposo resta la speranza della sposa. Questo ufficio di carità, le anime dei trapassati lo esercitano prima dal Purgatorio, poi più perfettamente dal Cielo. Il Suarez, dottissimo, dice: «Sebbene le anime purganti ancora soffrano, pur tuttavia sono care a Dio; e possono pregare per i vivi». Ed ecco che i divoti delle anime purganti divengono facilmente fervorosi, amanti della virtù, desiderosi di perfezione, delicati di coscienza. Scrive un ottimo oratore: «La carità verso i defunti è in modo singolare salutare a quelli che la praticano, perché ottiene loro il fervore nel servizio di Dio e suggerisce i più santi pensieri. Pensare alle anime del Purgatorio è un pensare alle pene dell’altra vita, è un ricordarsi che ogni peccato domanda la sua espiazione, sia in questo che nell’altro mondo. Ora, chi non comprende essere meglio soddisfare quaggiù, dacché tanto terribili sono i castighi futuri?». Una voce sembra uscire dal Purgatorio e dirci quella sentenza dell’Imitazione: «Esser meglio estirpare adesso i vizi nostri, anziché rimandarne l’espiazione all’altro mondo». 5 –––––––––––– 4 Jean-Arthur Chollet (1862-1952), arcivescovo di Cambrai, ha scritto, tra l’altro, I nostri defunti nel cielo, nel purgatorio (tradotto in Italia nel 1907). 5 Imitazione di Cristo, XXIV, 2. 165 166
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– «Sono in stato di grazia?» chiese subito Tommaso. – «Sì,<br />
fratello mio, e le vostre o<strong>per</strong>e sono a Dio gratissime». – «E voi<br />
avete provato il Purgatorio?» – «Sì, <strong>per</strong> quindici giorni, <strong>per</strong><br />
causa di varie infedeltà, non prima sufficientemente espiate».<br />
Allora Tommaso, sempre preoccupato da questioni teologiche,<br />
volle profittare dell’occasione <strong>per</strong> rischiarare il mistero<br />
della beatifica visione; ma gli fu risposto con quel versetto<br />
del Salmo 47: «Ciò che conoscemmo <strong>per</strong> mezzo della fede,<br />
lo vediamo coi <strong>nostri</strong> occhi nella città di Dio» [cf. Sal 47,9].<br />
Pronunziando quelle parole, sparve l’apparizione, lasciando<br />
l’angelico Dottore acceso dal desiderio dei beni eterni.<br />
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Le anime purganti pregano incessantemente <strong>per</strong> noi.<br />
La preghiera è il gran mezzo che abbiamo <strong>per</strong> salvarci,<br />
<strong>per</strong> salvare e <strong>per</strong> ottenere le grazie.<br />
È il mezzo più sicuro. E più la preghiera è ben fatta, più<br />
sicuramente ottiene dal Signore. Dio ci dà tutto quanto vien<br />
chiesto debitamente. Ebbene, ecco il grande mezzo delle<br />
anime purganti: pregano!<br />
La preghiera, ma una preghiera santa, efficace, che ottiene<br />
quanto domanda; ecco quale ricompensa aspettiamo in primo<br />
luogo noi dalle anime purganti.<br />
Infatti la ragione dimostra come, appunto <strong>per</strong>ché separate<br />
dal corpo, le anime purganti sono atte ad esercitare un potere<br />
naturale molto su<strong>per</strong>iore al nostro. Il loro stato di vita le rende<br />
somiglianti agli Angeli.<br />
Le anime purganti ci chiedono ogni grazia. «O Cristiani, –<br />
esclama qui un grande oratore, Bossuet, 3 – vi è un popolo invisibile<br />
unito a noi <strong>per</strong> la <strong>cari</strong>tà: il paradiso dei <strong>San</strong>ti!».<br />
S. Giovanni Crisostomo dice: «A quel modo che i soldati,<br />
dopo la battaglia, mostrano le loro ferite e parlano delle loro<br />
vittorie, e ciò li rende graditi al re, così i <strong>San</strong>ti mostrano a<br />
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3 Bossuet, Jacques-Bénigne (Digione 1627 - Parigi 1704), vescovo di<br />
Meaux, scrittore, uno dei più grandi oratori francesi.