per i nostri cari defunti - Societa San Paolo
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123 118 GIORNO XII In tutti i casi: queste persone, se fossero in vita, trovandosi a penare in un letto, avrebbero adoperato di quei beni per loro sollievo; ne avrebbero avuto diritto. Se ora si trovano in così grandi angustie, non vorremmo noi sentire la loro invocazione al soccorso? * * * «Conobbi – dice il pio Autore delle Feste Cristiane – un Luterano Scozzese, che la nostra credenza nel purgatorio rese cattolico. In una festa da ballo costui aveva perduto un fratello, eretico esso pure ma di buona fede, e quel repentino passaggio dai sollazzi alla bara gli stava continuamente dinnanzi, e senza posa gli tormentava il cuore; aveva quindi sommamente bisogno di conforto. Ben sapeva qual purezza d’animo sia richiesta per entrare in cielo; ma il proprio culto non gli additava verun luogo intermedio fra gli atrii del Paradiso | e gli abissi infernali. Per distrarnelo gli amici insieme col medico lo indussero a viaggiare sul continente. M’incontrai con esso sul medesimo vascello, ed insieme conversando ci trovammo d’accordo su vari punti. Sbarcati che fummo, prendemmo alloggio nello stesso albergo; in capo a qualche giorno ei mi rivelò la cagione, ond’era così afflitto, la morte del fratello, e le sue incertezze sugli eterni destini di una vita a lui sì cara!... “Ah, mi disse egli una volta, voi cattolici festeggiate un giorno dei morti? Per amor di mio fratello voglio subito abbracciare la vostra fede! Quanto è dolce il credere con i cattolici che possiamo scambievolmente aiutarci anche dopo morte! Le vostre preghiere tolgono al sepolcro il suo silenzio desolatore; voi potete intrattenervi con quelli che sono usciti di vita; voi conoscete l’umana debolezza, la quale se non è un delitto, non è neppure purità; e fra i confini del cielo e della terra Dio vi ha messo un luogo di espiazione. Mio fratello forse è in esso, perciò io mi faccio Cattolico per liberarlo, per consolarmi ed alleggerirmi del peso che mi opprime; questo peso sparirà, ne son sicuro, appena potrò pregare”. – E senza frappor tempo si fece cattolico».
CHI SONO LE ANIME PURGANTI RISPETTO A NOI 119 * * * Possiamo aver vincoli di sangue con molte anime purganti. Volgendo l’occhio a destra ed a sinistra, vedremo nella nostra parentela posti vuoti su la terra; sono i posti occupati un giorno da congiunti. Volgendo l’occhio addietro ai nostri antenati, ricorderemo il nome di parte di essi: i più prossimi, i più recentemente segnati sul registro dei defunti. Qualcuno di noi troverà che vi sono sepolcri aperti recentemente: forse quello di un padre, forse quello di una madre; altri aperti da più antica data, ma anche più dimenticati. I vincoli del sangue sono strettissimi. Lo sentiamo anche per la voce della natura, del cuore, della ragione. La carità è ordinata secondo la religione cristiana: e chi è più vicino a noi di coloro in cui circolò lo stesso sangue? Quali obblighi non ha un figlio verso i proprii genitori ed i proprii antenati, cui tutto deve, finanche la propria esistenza? Quante proteste d’affetto forse si sono fatte in vita ed al letto di morte ai nostri genitori e parenti? Chi non avesse cura di quelli che hanno lo stesso sangue, di chi potrebbe aver cura? Che se si trattasse di coniugi, la Sacra Scrittura dice di essi che sono una carne unica [cf. Mt 19,5; Mc 10,7 e Ef 5,31]. Allora bisogna ben aver cura almeno di chi forma non altra, ma la stessa carne! e quale cura! Se davvero si pensa alle parole di elogio che la Bibbia fa di quelle vedove che portarono sacra la loro vedovanza, se rileggiamo ciò che S. Agostino scrive della santa Vedova S. Monica, capiremo che merita elogio tanto più ampio il coniuge che più è devoto alla memoria dell’altro coniuge defunto. Gli oggetti stessi che abbiamo in casa, il cognome con cui ci sottoscriviamo, il lume della fede | cattolica, la posizione sociale sono tanti argomenti per farci ricordare gli obblighi assai stretti che abbiamo verso i nostri congiunti passati all’eternità. 124 125
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«Conobbi – dice il pio Autore delle Feste Cristiane – un<br />
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non gli additava verun luogo intermedio fra gli atrii del Paradiso<br />
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con esso sul medesimo vascello, ed insieme conversando<br />
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a lui sì cara!... “Ah, mi disse egli una volta, voi cattolici festeggiate<br />
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subito abbracciare la vostra fede! Quanto è dolce il credere<br />
con i cattolici che possiamo scambievolmente aiutarci<br />
anche dopo morte! Le vostre preghiere tolgono al sepolcro il<br />
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sono usciti di vita; voi conoscete l’umana debolezza, la quale<br />
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cielo e della terra Dio vi ha messo un luogo di espiazione.<br />
Mio fratello forse è in esso, <strong>per</strong>ciò io mi faccio Cattolico <strong>per</strong><br />
liberarlo, <strong>per</strong> consolarmi ed alleggerirmi del peso che mi opprime;<br />
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– E senza frappor tempo si fece cattolico».