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per i nostri cari defunti - Societa San Paolo

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110 GIORNO XI<br />

pesante nel sepolcro, sarà ornato del dono dell’agilità; questo<br />

corpo disceso nel sepolcro animale, ne uscirà dotato del dono<br />

della sottigliezza. È insomma una glorificazione simile a<br />

quella della sacra Umanità di Gesù Cristo ed alla glorificazione<br />

| di Maria SS. assunta al cielo in corpo ed anima.<br />

Questo corpo porterà su di sé impresse le virtù, segnati i<br />

meriti, glorificate le fatiche e le penitenze.<br />

* * *<br />

Che più? purificato nel sepolcro, esso sarà oramai degno<br />

di salire al cielo! Mentre il suo posto proprio sembrerebbe<br />

questo mondo materiale, esso abiterà invece fra gli spiriti<br />

immortali del cielo. Quale esaltazione!<br />

Anzi esso avrà parte ai gaudii dell’anima: e tutto ciò che è<br />

buono e lecito godere, tutto ciò che è onesto e bello desiderare,<br />

il corpo l’avrà, sarà appagato.<br />

Sarebbe già grande [cosa] che in cielo fosse senza lacrime,<br />

senza duoli, senza dolori; sarebbe ancor più se avesse le<br />

naturali soddisfazioni che gli spettano secondo la sua natura;<br />

ma esso avrà come un riflesso, un riverbero di quella visione,<br />

di quel gaudio, di quell’amore che inonderanno l’anima in<br />

paradiso.<br />

«So che il mio Redentore vive e che io dovrò rivederlo<br />

con questi occhi; io stesso». 2<br />

* * *<br />

Prima conseguenza: amare d’amore vero il corpo.<br />

«Chi salva la propria vita <strong>per</strong>de l’anima, e chi dà la propria<br />

vita, salva la sua anima» [cf. Mt 16,25]. Il corpo | occorre<br />

guidarlo come un figliuolo che amiamo, che ha molte attitudini<br />

<strong>per</strong> servire il Signore, ma che può da un momento<br />

all’altro tirarci in inganno. Vediamo che <strong>per</strong> contentare il<br />

senso non <strong>per</strong>diamo l’anima; vediamo che col mortificare il<br />

senso salviamo, l’anima.<br />

Perciò: “abstine”; astienti da ciò che è proibito.<br />

––––––––––––<br />

2 Cit. Giobbe [cf. Gb 19,25s].

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