per i nostri cari defunti - Societa San Paolo

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10 PER I NOSTRI CARI DEFUNTI pongano in forma di alleggerimento dei loro patimenti e di riduzione del tempo della loro permanenza in purgatorio». «Quando l’anima nota un alleggerimento di pena, può logicamente pensare che qualcuno sta pregando per lei; e, allora, mossa da gratitudine, prega Dio secondo le intenzioni di quella persona caritatevole, benché ignori chi essa sia o quali intenzioni abbia». 2 Con queste precisazioni, fra le possibili opzioni editoriali, per l’inserimento nell’Opera Omnia, abbiamo scelto la prima edizione, non ancora ritoccata da altre mani e quindi da preferire come testo di riferimento. 3. Quanto detto non ci dispensa dal segnalare alcuni interrogativi, che indubbiamente sorgeranno nella mente del lettore, di fronte a pagine dallo stile e dal linguaggio chiaramente dissimili da quelli dell’Autore. Si è già accennato allo stile “diseguale”, il che significa non soltanto diversità di umori in tempi diversi, ma segnali che rimandano con evidenza ad autori diversi, dissimili per cultura e idioma d’origine. In alcuni testi, per esempio, sono chiari i francesismi, le espressioni desuete ricorrenti per interi periodi, i vocaboli e la punteggiatura appartenenti ad altre epoche. Che dedurne? Semplicemente che, secondo la consuetudine del tempo e i periodi di sovraoccupazione, il Fondatore usava farsi aiutare nella redazione dei testi, su tematiche essenziali da lui suggerite, da confratelli e sorelle di buona volontà; i quali talvolta redigevano i loro scritti “con le forbici”, attingendo di peso interi brani o più pagine da autori letti, senza citarne il nome e la fonte. Delitto di plagio? Preferiamo definirle “venialità”, come si usava allora dire delle colpe meno gravi, ritenute giustificabili dalla necessità e comunque perdonabili, in quanto largamente tollerate. –––––––––––– 2 A. Royo-Marin, Teologia della perfezione cristiana, Edizioni Paoline, 1965 6 , pag. 762.

PRESENTAZIONE 11 Il nostro compito nel riproporre tale opera nella sua edizione originale, non è dunque facile: si tratta infatti di dare un nome, quando possibile, ad autori solo accennati, o una fisionomia ad altri citati esplicitamente. Si tratta di rettificare imprecisioni storiche o locuzioni zoppicanti dal punto di vista grammaticale ed ortografico; di adattare una interpunzione che faciliti la comprensione delle frasi, e così via. Abbiamo quindi provveduto ad eliminare dal testo, riportandole in nota, le ricorrenti citazioni latine, sostituendole con la corrispondente versione italiana. Si sono spiegate, sempre in nota a piè di pagina, espressioni da chiarire o da intendere nel retto significato. Si sono aggiornati, in certa misura, i testi liturgici e canonici, integrandoli con nuovi testi dai documenti del Concilio Vaticano II. Essenziale, a tale proposito, l’aggiunta della costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina, di papa Paolo VI, riportata integralmente in appendice a questo volume. 4. Una parola infine sulla opportunità o l’attualità della presente riedizione. È forse ancora attuale il discorso sul Purgatorio, sui suffragi ai defunti, sulle indulgenze? Qualunque sia la risposta, resta il fatto che il libro, pur con tutte le sue carenze redazionali, rappresenta una testimonianza di un triplice valore. Anzitutto, testimonia il tipo di animazione che Don Alberione soleva offrire ai suoi figli e figlie spirituali: un forte richiamo ai “novissimi”, come solido fondamento sul quale “costruire le persone” prima che le opere apostoliche. In secondo luogo, il libro esprime l’animo caritatevole e la sensibilità pastorale dello stesso Autore, che particolarmente alle sue suore raccomandava la premura “materna” verso i fratelli “oltre la morte, fino all’entrata in paradiso”. In terzo luogo, riconferma la fedeltà di Don Alberione al suo metodo della integralità, nel presentare le realtà definitive nell’ottica del divino Maestro, che salva e glorifica ogni persona in quanto è “Via, Verità e Vita”.

PRESENTAZIONE 11<br />

Il nostro compito nel riproporre tale o<strong>per</strong>a nella sua edizione<br />

originale, non è dunque facile: si tratta infatti di dare<br />

un nome, quando possibile, ad autori solo accennati, o una<br />

fisionomia ad altri citati esplicitamente. Si tratta di rettificare<br />

imprecisioni storiche o locuzioni zoppicanti dal punto di vista<br />

grammaticale ed ortografico; di adattare una interpunzione<br />

che faciliti la comprensione delle frasi, e così via.<br />

Abbiamo quindi provveduto ad eliminare dal testo, riportandole<br />

in nota, le ricorrenti citazioni latine, sostituendole<br />

con la corrispondente versione italiana. Si sono spiegate,<br />

sempre in nota a piè di pagina, espressioni da chiarire o da<br />

intendere nel retto significato. Si sono aggiornati, in certa<br />

misura, i testi liturgici e canonici, integrandoli con nuovi testi<br />

dai documenti del Concilio Vaticano II. Essenziale, a tale<br />

proposito, l’aggiunta della costituzione apostolica Indulgentiarum<br />

doctrina, di papa <strong>Paolo</strong> VI, riportata integralmente in<br />

appendice a questo volume.<br />

4. Una parola infine sulla opportunità o l’attualità della<br />

presente riedizione. È forse ancora attuale il discorso sul<br />

Purgatorio, sui suffragi ai <strong>defunti</strong>, sulle indulgenze? Qualunque<br />

sia la risposta, resta il fatto che il libro, pur con tutte le<br />

sue carenze redazionali, rappresenta una testimonianza di un<br />

triplice valore.<br />

Anzitutto, testimonia il tipo di animazione che Don Alberione<br />

soleva offrire ai suoi figli e figlie spirituali: un forte richiamo<br />

ai “novissimi”, come solido fondamento sul quale<br />

“costruire le <strong>per</strong>sone” prima che le o<strong>per</strong>e apostoliche.<br />

In secondo luogo, il libro esprime l’animo <strong>cari</strong>tatevole e<br />

la sensibilità pastorale dello stesso Autore, che particolarmente<br />

alle sue suore raccomandava la premura “materna”<br />

verso i fratelli “oltre la morte, fino all’entrata in paradiso”.<br />

In terzo luogo, riconferma la fedeltà di Don Alberione al<br />

suo metodo della integralità, nel presentare le realtà definitive<br />

nell’ottica del divino Maestro, che salva e glorifica ogni<br />

<strong>per</strong>sona in quanto è “Via, Verità e Vita”.

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