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1 Alessandra Tamburini La vita “ci dà l'uno e ci suggerisce l'altro” È ...

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(Giacomo Leopardi: statua di Ugolino Panichi, pp. 34-35): « Come il fosco Iddio che lampeggiaad ogni tratto nelle pagine dell’antica Bibbia creò con sé il canto severo e melanconicodegli antichi poeti d’Israele, e con esso la forma immobile e patriarcale della teocrazia diPalestina, e l’annullamento dell’uomo dinanzi a Dio che lo sopraffà e lo schiac<strong>ci</strong>a; così ilDio cristiano, più amoroso, più mite, il Dio che è padre, determinò dietro sé e secondo séaltre manifestazioni morali della umanità. Ma il mondo procede: le antiche forme a poco apoco si esauriscono, esse non comprendono più intiera la cos<strong>ci</strong>enza umana: pare che ilgenio della nostra spe<strong>ci</strong>e rompa in certe epoche de<strong>ci</strong>sive e solenne lo stampo in cuirimanemmo chiusi per secoli, e allora tocca a noi trovare la forma che corrisponda allanostra sostanza, che sia viva e vera espressione del suo contenuto. »Ritornano qui, in un’applicazione concreta, l’accenno al genio e il tema della forma, già ampiamentetrattato nei “Cenni biografi<strong>ci</strong>”.(Giacomo Leopardi: statua di Ugolino Panichi, p. 35): « Sarebbe arduo il determinarenettamente e con esattezza quale sia la direzione degli spiriti in Europa. Troppe difficoltà<strong>ci</strong> si oppongono: le pertina<strong>ci</strong> e necessarie resistenze del passato che non vuol morire, lediscussioni appassionate e talvolta partigiane, l’elemento politico che s’introduce disoppiatto nelle investigazioni della s<strong>ci</strong>enza e la fa camminare a sbalzi, l’incanto poetico chenegli spiriti in cui prevalgono di troppo l’immaginazione e il sentimento, e sono i più inogni epoca, eser<strong>ci</strong>tano gli antichi templi e gli antichi numi, che si ricollegano strettamentea’ primi affetti, e che li fanno ondeggiare di continuo tra l’avvenire che li chiama e ilpassato che li affas<strong>ci</strong>na; tutto rende oltremodo diffi<strong>ci</strong>le il dire pre<strong>ci</strong>samente quello che ilmondo moderno vuole, quello che l’umanità futura è destinata a essere. Fu detto eripetuto da molto essere la nostra età di transizione, in cui il vecchio mondo cede dinanziad un nuovo che non sappiamo ancor bene né quale sarà né come né quando; ma che purs’avvi<strong>ci</strong>na sempre e ogni giorno più si determina, prendendo contorni più pre<strong>ci</strong>si. »Il vecchio mondo e il nuovo confliggono: il vecchio cede dinanzi a un nuovo ancora sconos<strong>ci</strong>uto. Ilnostro antenato era consapevole della transizione oltre il classi<strong>ci</strong>smo, oltre il razionalismo, oltre ilromanti<strong>ci</strong>smo, verso il moderno. Transizione che andava di pari passo con il progredire dellas<strong>ci</strong>enza, avviata al positivismo. Estrema prudenza nel giudizio, ma consapevolezza di unatransizione in atto, verso un futuro non ancora delineato.Il passo che segue <strong>ci</strong> fa sentire sia la lungimiranza dello studioso sia l’inquietudine dell’uomo.(Giacomo Leopardi: statua di Ugolino Panichi, p. 36): « Scruti <strong>ci</strong>ascuno di noi nel fondo dellasua cos<strong>ci</strong>enza; s’interroghi con sincerità; osservi quello che accade intorno a sé. Certo egliallora sentirà che alcunché di grande sta per nascere. »L’analisi che segue sottende una mente aperta e lu<strong>ci</strong>da, e giustifica la vasta eco che ebbero a Bres<strong>ci</strong>agli scritti del nostro antenato: egli coglie i prodromi del positivismo che stava investendo la s<strong>ci</strong>enzae la letteratura.(Giacomo Leopardi: statua di Ugolino Panichi, pp. 36-37): « L’ideale si fa scendere sulla terra: il<strong>ci</strong>elo si stacca e s’allontana da noi sempre più. Bellezza divina, diritto divino, rivelazionedivina, e dogmi e simboli, tutto cede dinanzi al soffio prepotente dello spirito modernoche cerca di affermarsi come umanità […]. Si vogliono trovare i vincoli che legano tra loro isecoli più lontani, si vogliono trac<strong>ci</strong>are le linee che percorse la nostra spe<strong>ci</strong>e, e divinar2

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