Revisione ed aggiornamento delle linee guida sulla ... - Anmco

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11.07.2015 Views

R Mariotti, F Mauri - Linee guida dell’infarto miocardico acutotanti informazioni sull’efficacia del trattamento (la riduzionedel sopraslivellamento del tratto ST > 50% entro4 ore dall’inizio della trombolisi rappresenta un indiceaffidabile di ricanalizzazione coronarica). Tuttaviail monitoraggio continuo dell’ECG è più accurato etempestivo per la diagnosi di riperfusione (o di mancatariperfusione). L’osservazione di un rapido ritorno all’isoelettricadel tratto ST o almeno di una riduzione> 50% del sopraslivellamento entro 4 ore dalla somministrazionedel fibrinolitico è stata messa in rapportocon una ricanalizzazione angiograficamente documentata64 , e si correla con una prognosi favorevole e conuna minore estensione dell’infarto 65 . Da rilevare, tuttavia,che l’associazione tra rapidità di recupero del trattoST e prognosi favorevole è meno pronunciata negliinfarti inferiori rispetto agli anteriori 66 .Il monitoraggio del tratto ST può, inoltre, fornireinformazioni sulle modificazioni dinamiche riconducibilia occlusioni coronariche intermittenti, responsabilidi eventuale estensione dell’infarto che comporta prognosipiù sfavorevole 67 .Quando il paziente viene dimesso dall’UTIC, il monitoraggiodel ritmo può essere continuato, laddove indicato(per esempio in caso di aritmie minacciose rilevatenella fase acuta con persistenza di un elevato rischioaritmogeno), mediante telemetria che consenteanche di sorvegliare in tempo reale il ritmo cardiacodurante l’iniziale mobilizzazione del paziente.EnzimiL’importanza diagnostica del riscontro di valoriabnormi nel plasma di enzimi o molecole contenutenella miocellula è ben nota 68 . La valutazione in modoseriato (ogni 3 ore, o anche più di frequente, durantele prime 24 ore e ogni 6-8 ore poi fino a 48-72ore) con costruzione di una curva concentrazione/tempopuò fornire indicazioni circa la ricanalizzazionecoronarica in corso di trattamento fibrinolitico69 e informazioni indirette sull’estensionedella necrosi 70 .Viene considerato diagnostico per IMA un valoreematico almeno doppio rispetto al range di valori normalidi creatinfosfochinasi (CPK) e latticodeidrogenasi,ma soprattutto di CPK-MB (enzima ritenuto più specificoper individuare la necrosi di cellule miocardiche).La ripetizione seriata (ogni 3 ore durante le prime24 ore, ogni 6-8 ore fino a 48-72 ore) consente di tracciarela curva enzimatica e di stimare il valore e il tempodi picco. La dimensione dell’area sottesa alla curvaconcentrazione/tempo consente di valutare, pur se inmaniera indiretta, l’estensione della necrosi e, quindi,di formulare un giudizio prognostico. La velocità delraggiungimento del massimo valore e la velocità diwash-out sono considerate un altro attendibile indice diavvenuta ricanalizzazione (picco enzimatico entro leprime 12-15 ore dall’esordio dei sintomi).Questi tempi tuttavia sono troppo lunghi perché ilriconoscimento della mancata riperfusione, con le sueimplicazioni prognostiche sfavorevoli, possa permettereil ricorso tempestivo a trattamenti “di salvataggio”(essenzialmente la PTCA). Altri marker sierici di identificazionepiù o meno recente (le isoforme degli isoenzimidella CPK, la mioglobina) permetterebbero il riconoscimentoprecoce dell’avvenuta o mancata ricanalizzazioneda trombolisi: è stata valorizzata soprattuttola velocità di ascesa delle concentrazioni sieriche.Gli anticorpi che rilevano e quotano i livelli di troponinaI e troponina T sono dotati di assai elevata specificitàper le molecole di origine muscolare cardiaca.Livelli abnormi delle stesse macromolecole riflettono,secondi alcuni autori, un significato prognostico similese non superiore a quello delle variabili anagrafiche odelle alterazioni ECG 71 . Infine sarebbero un buon indicedell’efficacia della terapia a base di inibitori dellaGP IIb/IIIa 72 .La radiografia del toraceQuesto esame, pur con tutte le limitazioni tecnichee interpretative, riveste notevole importanza aifini diagnostico-prognostici. Deve essere eseguitonelle prime ore di ricovero.Ogni UTIC deve essere dotata di apparecchiaturamobile per l’esecuzione di esami radiologici al letto delpaziente, necessari anche per verificare il corretto posizionamentodi elettrocateteri stimolatori o di cateteriflottanti per il monitoraggio emodinamico.La radiografia del torace a letto, pur con tutte le limitazionitecniche e interpretative, appare di utilità prognosticain quanto può fornire informazioni:a) sulla volumetria cardiaca;b) sulla presenza di alterata vascolarizzazione a livellodei campi polmonari; si deve sottolineare che i segni radiologicidi alterata distribuzione del flusso polmonaree di edema, interstiziale o alveolare, appaiono ben correlaticon i livelli di pressione capillare polmonare(PCP) incuneata e, quindi, con le pressioni di riempimentodel ventricolo sinistro;c) sulle dimensioni dell’aorta.EcocardiografiaL’esame ecocardiografico è di fondamentale importanzafin dalle fasi più precoci in UTIC: fornisceinsostituibili informazioni sulla sede e sull’estensionedella necrosi miocardica e consente di ottenereuna valutazione attendibile di importanti determinantidella prognosi (parametri di funzione globale,di contrattilità regionale, di volumetria del ventricolosinistro). Esso permette inoltre di riconoscereeventuali complicanze (aneurismi, trombi intracavitari,rotture di setto interventricolare o di muscolo523

Ital Heart J Suppl Vol 2 Maggio 2001papillare, versamenti pericardici) non direttamenteidentificabili in altro modo.La ripetizione dell’ecocardiografia (all’ingresso inUTIC, alla dimissione dall’UTIC e alla dimissione dall’ospedale)consente di valutare le modificazioni dellacinesi regionale sia in senso migliorativo (risoluzionedello stunning miocardico) o peggiorativo (estensionedella necrosi e rimodellamento ventricolare): informazionidecisive ai fini della definizione della prognosi edella terapia 73 .Numerosi studi hanno dimostrato che l’impiegodell’ecocardiografia, sin dall’ingresso in UTIC del paziente,permette un’accurata stratificazione prognosticafin dalla fase acuta 74 . La metodica riveste importanzafondamentale a fini diagnostici e prognostici in pazienticon blocco di branca sinistra, infarto non Q, ritmo dapacemaker. Tuttavia, va sottolineato che nel caso di piccoliinfarti non Q, che interessano < 20% dello spessoreparietale, possono non essere messe in evidenza alterazionicontrattili.Monitorizzazione dell’emogasanalisiLa determinazione dei parametri emogasanalitici(tensione parziale di ossigeno-pO 2, saturazionearteriosa di ossigeno e pH) è indispensabile per seguirel’evoluzione dei soggetti con severa insufficienzadel ventricolo sinistro e per definire la necessitàdi ventilazione assistita meccanica.Il prelievo deve essere effettuato con ago di ridottocalibro in un’arteria facilmente comprimibile (preferibile,laddove possibile, l’arteria radiale).La riduzione della pO 2è espressione di un aumentodella pressione di riempimento ventricolare sinistro, conconseguente alterato rapporto ventilazione/perfusionepolmonare ed aumento dell’effetto di shunt o di commistionevenosa e, in minima parte, anche con turbe delladiffusione gassosa, e rappresenta una manifestazione indirettadell’alterata funzione contrattile ventricolare sinistra.Riduzioni della pO 2sotto i 60 mmHg, nonostantesomministrazione di ossigeno con maschera, devonoindurre ad un’attenta monitorizzazione e al ricorso all’assistenzarespiratoria in ambiente adeguato.Monitorizzazione emodinamicaLa monitorizzazione emodinamica, ottenuta medianteposizionamento di catetere di Swan-Ganz inarteria polmonare, in considerazione della sua invasivitàe dei possibili rischi connessi non deve esserepraticata in tutti i pazienti ricoverati in UTIC; trovaprincipale indicazione in pazienti con condizioneemodinamica instabile (segni/sintomi clinici di severariduzione della gittata cardiaca, ipotensione progressiva,shock cardiogeno, edema polmonare) e concomplicanze gravi (rottura di setto o insufficienzamitralica), per un corretto inquadramento fisiopatologicoe per definire e guidare la terapia.La metodica appare agevole, anche se non priva di rischi(infezioni, emorragie o infarti polmonari) e inconvenienti(possibili sanguinamenti nel luogo di incannulamentodella vena, ecc.), tanto che è raccomandato ilmantenimento del monitoraggio al massimo per 48-72ore. È necessario disporre di sistemi di monitoraggioche consentano la visualizzazione e la stampa delle registrazionipressorie, nonché un attendibile e ben taratosistema di misurazione della portata cardiaca.Sulla base delle alterazioni emodinamiche rilevabiliin corso di IMA sono stati individuati quattro sottogruppicon prognosi nettamente diversa (classificazionedi Forrester) 75 :• nel primo sottogruppo (indice cardiaco-IC > 2.2l/min/m 2 , PCP < 18 mmHg) sono assenti segni di ipoperfusioneo congestione polmonare;• nel secondo sottogruppo (IC > 2.2 l/min/m 2 , PCP> 18 mmHg) sono presenti segni clinici di congestionepolmonare in assenza di ipoperfusione;• nel terzo sottogruppo (IC < 2.2 l/min/m 2 , PCP < 18mmHg) non si rileva congestione polmonare, mentre siosservano segni di ipoperfusione;• nel quarto sottogruppo (IC < 2.2 l/min/m 2 , PCP > 18mmHg) si hanno segni clinici di congestione polmonaree di ipoperfusione.Naturalmente la prognosi è peggiore nelle classi piùelevate.Il monitoraggio emodinamico non è necessario neipazienti che non mostrano segni di ipoperfusione o dicongestione polmonare, né nei pazienti in cui si osservauna rapida regressione della congestione polmonare.Nei pazienti con congestione polmonare persistente osegni di ipoperfusione la definizione del quadro emodinamicofacilita la scelta e la modulazione dell’approccioterapeutico.La categoria di pazienti in cui il monitoraggio emodinamicoconsente la massima efficacia terapeutica èquella in cui la bassa gittata e l’ipotensione si accompagnanoa basse pressioni di riempimento ventricolaresinistro e, quindi, in cui è indicata una somministrazionedi liquidi. Al contrario, nei soggetti con elevate pressionidi riempimento ventricolare il margine terapeuticoè minore e più sfavorevole è la prognosi, anche abreve termine.La monitorizzazione con catetere di Swan-Ganz dovrebbeessere integrata con il monitoraggio della pressioneintrarteriosa, attuabile con sottili cateteri posizionabiliin arteria radiale.TIPI PARTICOLARI DI INFARTOInfarto non QIn questa definizione vengono fatti confluire tutti gliattacchi ischemici, che presentano dismissione di enzi-524

R Mariotti, F Mauri - Linee <strong>guida</strong> dell’infarto miocardico acutotanti informazioni sull’efficacia del trattamento (la riduzion<strong>ed</strong>el sopraslivellamento del tratto ST > 50% entro4 ore dall’inizio della trombolisi rappresenta un indiceaffidabile di ricanalizzazione coronarica). Tuttaviail monitoraggio continuo dell’ECG è più accurato etempestivo per la diagnosi di riperfusione (o di mancatariperfusione). L’osservazione di un rapido ritorno all’isoelettricadel tratto ST o almeno di una riduzione> 50% del sopraslivellamento entro 4 ore dalla somministrazion<strong>ed</strong>el fibrinolitico è stata messa in rapportocon una ricanalizzazione angiograficamente documentata64 , e si correla con una prognosi favorevole e conuna minore estensione dell’infarto 65 . Da rilevare, tuttavia,che l’associazione tra rapidità di recupero del trattoST e prognosi favorevole è meno pronunciata negliinfarti inferiori rispetto agli anteriori 66 .Il monitoraggio del tratto ST può, inoltre, fornireinformazioni sulle modificazioni dinamiche riconducibilia occlusioni coronariche intermittenti, responsabilidi eventuale estensione dell’infarto che comporta prognosipiù sfavorevole 67 .Quando il paziente viene dimesso dall’UTIC, il monitoraggiodel ritmo può essere continuato, laddove indicato(per esempio in caso di aritmie minacciose rilevatenella fase acuta con persistenza di un elevato rischioaritmogeno), m<strong>ed</strong>iante telemetria che consenteanche di sorvegliare in tempo reale il ritmo cardiacodurante l’iniziale mobilizzazione del paziente.EnzimiL’importanza diagnostica del riscontro di valoriabnormi nel plasma di enzimi o molecole contenutenella miocellula è ben nota 68 . La valutazione in modoseriato (ogni 3 ore, o anche più di frequente, durantele prime 24 ore e ogni 6-8 ore poi fino a 48-72ore) con costruzione di una curva concentrazione/tempopuò fornire indicazioni circa la ricanalizzazionecoronarica in corso di trattamento fibrinolitico69 e informazioni indirette sull’estension<strong>ed</strong>ella necrosi 70 .Viene considerato diagnostico per IMA un valoreematico almeno doppio rispetto al range di valori normalidi creatinfosfochinasi (CPK) e latticodeidrogenasi,ma soprattutto di CPK-MB (enzima ritenuto più specificoper individuare la necrosi di cellule miocardiche).La ripetizione seriata (ogni 3 ore durante le prime24 ore, ogni 6-8 ore fino a 48-72 ore) consente di tracciarela curva enzimatica e di stimare il valore e il tempodi picco. La dimensione dell’area sottesa alla curvaconcentrazione/tempo consente di valutare, pur se inmaniera indiretta, l’estensione della necrosi e, quindi,di formulare un giudizio prognostico. La velocità delraggiungimento del massimo valore e la velocità diwash-out sono considerate un altro attendibile indice diavvenuta ricanalizzazione (picco enzimatico entro leprime 12-15 ore dall’esordio dei sintomi).Questi tempi tuttavia sono troppo lunghi perché ilriconoscimento della mancata riperfusione, con le sueimplicazioni prognostiche sfavorevoli, possa permettereil ricorso tempestivo a trattamenti “di salvataggio”(essenzialmente la PTCA). Altri marker sierici di identificazionepiù o meno recente (le isoforme degli isoenzimidella CPK, la mioglobina) permetterebbero il riconoscimentoprecoce dell’avvenuta o mancata ricanalizzazion<strong>ed</strong>a trombolisi: è stata valorizzata soprattuttola velocità di ascesa <strong>delle</strong> concentrazioni sieriche.Gli anticorpi che rilevano e quotano i livelli di troponinaI e troponina T sono dotati di assai elevata specificitàper le molecole di origine muscolare cardiaca.Livelli abnormi <strong>delle</strong> stesse macromolecole riflettono,secondi alcuni autori, un significato prognostico similese non superiore a quello <strong>delle</strong> variabili anagrafiche o<strong>delle</strong> alterazioni ECG 71 . Infine sarebbero un buon indic<strong>ed</strong>ell’efficacia della terapia a base di inibitori dellaGP IIb/IIIa 72 .La radiografia del toraceQuesto esame, pur con tutte le limitazioni tecnichee interpretative, riveste notevole importanza aifini diagnostico-prognostici. Deve essere eseguitonelle prime ore di ricovero.Ogni UTIC deve essere dotata di apparecchiaturamobile per l’esecuzione di esami radiologici al letto delpaziente, necessari anche per verificare il corretto posizionamentodi elettrocateteri stimolatori o di cateteriflottanti per il monitoraggio emodinamico.La radiografia del torace a letto, pur con tutte le limitazionitecniche e interpretative, appare di utilità prognosticain quanto può fornire informazioni:a) <strong>sulla</strong> volumetria cardiaca;b) <strong>sulla</strong> presenza di alterata vascolarizzazione a livellodei campi polmonari; si deve sottolineare che i segni radiologicidi alterata distribuzione del flusso polmonaree di <strong>ed</strong>ema, interstiziale o alveolare, appaiono ben correlaticon i livelli di pressione capillare polmonare(PCP) incuneata e, quindi, con le pressioni di riempimentodel ventricolo sinistro;c) sulle dimensioni dell’aorta.EcocardiografiaL’esame ecocardiografico è di fondamentale importanzafin dalle fasi più precoci in UTIC: fornisceinsostituibili informazioni <strong>sulla</strong> s<strong>ed</strong>e e sull’estension<strong>ed</strong>ella necrosi miocardica e consente di ottenereuna valutazione attendibile di importanti determinantidella prognosi (parametri di funzione globale,di contrattilità regionale, di volumetria del ventricolosinistro). Esso permette inoltre di riconoscereeventuali complicanze (aneurismi, trombi intracavitari,rotture di setto interventricolare o di muscolo523

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