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Il futuro incerto dell'ex sede Telecom - Il Reporter

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38 Gennaio 2010sport nel quartierePALLACANESTRO. Nonostante le molte offerte, Stefano Dari ha deciso di rimanere a FirenzeUs Affrico, dove il basket è “in”Carlo MarroneStefano Dari è allenatore nazionale, preparatoreatletico e istruttore di minibasket.Ama questo sport e gli piace mettersialla prova nelle dinamiche che sivengono a creare fra allenatore, singoli giocatorie squadra. Corteggiatissimo da altre società, hadeciso di rimanere a Firenze per amore dell’Affrico,e dalle sue parole emerge un quadro interessantesullo stato di salute del basket fiorentino.Com’è nata la passione per la pallacanestro?Negli anni ‘70 a Livorno c’erano due grandisquadre, che hanno diffuso la passione per questosport. Tutti giocavano a pallacanestro e anche ione sono rimasto affascinato.Quando è avvenuto il passaggio da giocatoread allenatore?A 25 anni mi sono reso conto che era troppo piùforte la passione per allenare. Era il 1991, da alloranon ho più smesso.Cosa le piace di questo lavoro?Mi piace molto la vita di spogliatoio, sono moltoaffascinato dalle dinamiche che si vengono a crearefra l’allenatore, i giocatori e la squadra.Che tipo di allenatore ritiene di essere?Penso di non essere uno specialista, quanto piuttostoun allenatore a 360°. Infatti, nella mia carrieraho spaziato molto: sono e sono stato allenatorenazionale, preparatore atletico, istruttore diminibasket.Progetti per quest’anno?Quest’anno rivesto tre incarichi: sono il responsabiletecnico dell’Us Affrico Basket, alleno gli under15 (sempre all’Affrico) e inoltre alleno anchegli under 17 del Pino Dragons.Come mai quest’ultimo incarico?È il frutto di un accordo intersocietario con il PoolAllenatore nazionale, preparatore atletico e istruttore di minibasket, conoscebene la realtà di questa disciplina in città, e spera “che possa tornare ai fastidi un tempo”. Magari grazie a una polisportiva che parta dalla FiorentinaStefano DariFirenze, si tratta di un impegno un po’ faticoso,ma che svolgo per cercare di dare una mano atutto il movimento fiorentino, e che ci sta dandograndissime soddisfazioni.Nei mesi scorsi si è parlato di offerte che lesono arrivate da piazze molto importanti:come mai ha deciso di rimanere all’Affrico?Perché con questa società si è creato un feelingparticolare. Un clima di amicizia, di fiducia e distima reciproca che mi hanno spinto a restare quianche quest’anno.<strong>Il</strong> punto di forza della vostra società?Indubbiamente il reclutamento! Grazie a un efficaceprogetto-scuola abbiamo un ricambio quasinaturale, e poi fare basket all’Affrico è “in”. Questoci permette di fare delle scelte e di premiareche si impegna in maniera maggiore.In generale, pensa che sia aumentato il numerodei giocatori a Firenze?È difficile dirlo. Posso dire che in questa cittàcontano solo una squadra ed uno sport, la Fiorentinae il calcio. Di conseguenza, lo sforzo fattodalle società di pallacanestro, con le difficoltà chesono chiamate ad affrontare, è sempre e comunqueda riconoscere e da apprezzare.Secondo lei, come potrebbe essere risolta questasituazione?Con la creazione di una polisportiva che, a partiredalla Fiorentina calcio, coinvolga anche altrisport: questo potrebbe essere un progetto in gradodi riportare questa città ai fasti della Neutro RobertsFirenze.1037816

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