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Il futuro incerto dell'ex sede Telecom - Il Reporter

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32 Gennaio 2010tempi moderniZOOM/1. Sono molte le realtà che utilizzano il “marchio Firenze” per promuovere la propria immagineIn città una pubblicità tira l’altraAllo studio del Comune ci sono provvedimentiper regolare la materia: “D’ora in poi sponsorizzazionimirate per i restauri e le riqualificazionie gare pubbliche per la concessione di spazi”Serena Wiedenstrittvolta è finita con una retromarciada parte di chi voleva farsipubblicità utilizzando l’immagineL’ultimadi Firenze. La filosofia del “do utdes” aveva portato alla copertura del ponte piùfamoso del mondo con uno striscione promozionaledi una catena della grande distribuzionein cambio di finanziamenti per il restaurodel Corridoio Vasariano. Ma l’operazione harischiato di ritorcersi contro l’inserzionista cheha ritirato la pubblicità, confermando il sostegnoai lavori. Non è però la prima volta cheuna pubblicità in cambio di una sponsorizzazionefa discutere, né Firenze è l’unica a doveraffrontare questi dilemmi. Non va meglioa Venezia, dove la facciata della chiesa di SanSimeon aveva ospitato niente di meno che unapubblicità di una casa di moda, scatenando leproteste dei religiosi, né a Roma, dove qualcunoaveva pensato di tappezzare il Pantheon. Maa parte i casi clamorosi, come si deve regolarechi vuole fare pubblicità “usando”, con misura,la città? E quale è la logica che ispira l’amministrazioneRenzi? “Alcuni provvedimentisono già allo studio - spiega l’architetto GianniBordoni, responsabile Pubblicità e Insegne delComune di Firenze - il principio è che Firenzeha un grande potenziale, vista la sua fama internazionale.Chi vuol fare pubblicità a Firenzepuò sfruttare un brand di tutto rispetto, ma cideve essere una contropartita per la città. D’orain poi non si tratterà di affittare uno spazioa una ditta, in cambio di introiti che vanno afare cassa, ma di sponsorizzazioni mirate perinterventi di restauro di beni monumentali o diriqualificazione di aree specifiche. In pratica,deve essere chiaro il legame fra la concessionedi uno spazio e il vantaggio per la città. Delresto se i fondi per i restauri non arrivano dalGoverno, è opportuno che la città li trovi in altromodo”. Per quanto riguarda gli introiti dapubblicità in generale (dalla pubblica affissionenegli spazi gestiti dal Comune agli impiantipubblicitari fino alle insegne) Firenze guadagnaogni anno dai 6,5 ai 7 milioni di euro.Ma anche qui si cambierà: “Modificheremo lemodalità di assegnazione degli spazi - continuaBordoni – e al più presto si procederà a gare dievidenza pubblica per la concessione”. In altreparole, se prima lo spazio si doveva richiedere,ora i diversi circuiti e le localizzazioni più ambitesaranno a disposizione, in esclusiva, di chioffre di più. E non solo, un’altra novità riguardale insegne: dal 2010 chi apre un negozio potràchiedere l’autorizzazione direttamente con ladichiarazione di inizio attività.987731ZOOM/2. Parte la lotta alle “vele” abusiveMa che cosa è inregola e che cosa no?o studente straniero che inLvia Calzaioli distribuisce ilvolantino con la pubblicità dellapizzeria e la piantina per arrivarciè un fuorilegge. Così come sonovietate le “vele” – i grandi camionche trasportano cartelloni promozionali– in piazza della Libertà.Nelle zone centrali la pubblicitàè particolarmente regolamentata,chiariscono dall’ufficio delComune in piazza Artom, cuitutti i cittadini sono chiamati arivolgersi prima di intraprendereiniziative promozionali. Se sututto il territorio la promozioneè contingentata in modo da nonsnaturare la città, le regole sonoancora più severe per quanto riguardail centro storico. È infattivietata sia la pubblicità fonica– quella con gli altoparlanti sultettuccio della macchina – siaquella sulle persone: per capirsi,niente uomini sandwich in piazzadella Signoria. Fuorilegge anchela distribuzione “hand to hand”e tutte le forme di volantinaggioche insistono su spazi pubblici(altro discorso, insomma, per lapubblicità dei concerti di organodistribuita sul sagrato della chiesa).Tornando alle vele, ne è permessala circolazione ma non lasosta: spiegano da piazza Artomche la vela ferma in una piazzafiorentina equivale ad un grandecartellone pubblicitario fisso,con la differenza che non vienepagato lo spazio al Comune. Siaggira quindi la norma che vietauna pubblicità così grande in spaziche non la possono contenere:“Firenze non è Parigi – chiarisconodall’ufficio preposto – qui nonabbiamo i grandi boulevard conmarciapiedi da 12 metri che possonocontenere il dehors dei caffè,lo spazio per i pedoni e quelloper i 6 metri per 3 pubblicitari”. Esul rispetto delle regole il Comuneannuncia il pugno duro: “Intendiamocontrastare non tantoil singolo inserzionista quanto ilsistema delle vele e procedere inogni caso con la verifica di compatibilità.Purtroppo la pubblicitàè legata al codice della strada: sipuò rimuovere una insegna se èpericolosa, altrimenti si deve ricorrerea procedure ostative cherichiedono più tempo”. /S.W.

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