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Il futuro incerto dell'ex sede Telecom - Il Reporter

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l’inchiestaIL CASO/2. Le corse dei cavalli non attirano più, ma il gioco d’azzardo è in ottima saluteUn esercito di persone“risucchiate” dal vizioLuca SerranòCon l’avvento di internet e il boom dellescommesse sportive le corse dei cavallihanno perso centralità nell’immaginariodegli amanti del gioco. Quote troppo basse,feroce concorrenza (soprattutto on line) e i dubbi strisciantisul regolare svolgimento delle gare hanno infattirelegato l’ippica ad un ruolo marginale. <strong>Il</strong> flussodi puntate a livello nazionale cala al ritmo di svariatimilioni di euro l’anno (500 in meno tra il 2007 e il2008), mentre gli ippodromi hanno perso gran partedella loro clientela. Lontani i tempi in cui a Firenzec’era la fila per pagare l’ingresso a Le Mulina, distanteanni luce il periodo d’oro delle agenzie ippiche. Ormainegli innumerevoli centri autorizzati alla raccoltadi scommesse è il calcio a farla da padrone, mentresono le slot machine (tarate al 75 per cento) a preannunciarsicome l’affare del secolo. Pochi spicciolidi manutenzione e un numero altissimo di potenzialigiocatori hanno spinto le principali agenzie come isemplici tabaccai a ricorrere a queste “macchine daprofitto”. In via Martelli, a tal proposito, si è giuntia costruire una stanza ad hoc ad uso e consumo deifumatori, mentre un progetto simile sembra in cantiereanche per i vecchi locali di via del Prato. A breve,grazie ad un sofisticato sistema di collegamento tra29le macchine, dovrebbe partire anche una sorta di superenalotto nazionale delle slot machine, con tantodi montepremi milionario. La necessità di porre unlimite al gioco “selvaggio”, a questo punto, cominciaa farsi largo tra gli stessi addetti ai lavori, stanchidi scacciare ragazzi minorenni e di vedere padri difamiglia scialacquare gran parte del proprio stipendio.“Sono scene che preferirei non vedere - spiegail direttore di un noto centro scommesse che vuolmantenere l’anonimato - se tra i giocatori di cavallimanca il ricambio generazionale, in tutti gli altri casila clientela è davvero troppo giovane. E’ una situazioneche mi ricorda il periodo del cambio lira- euro:quanti sprechi e quanta incoscienza in quegli anni”.Davvero complicato arginare un fenomeno in cosìrapida espansione, anche alla luce delle frantumazionedell’offerta in mille opportunità. Lo Stato, d’altraparte, beneficia non poco dell’“azzardo” legalizzato,accantonando quella vocazione proibizionista tantevolte praticata. Si calcola infatti che circa l’80 percento degli italiani scommetta regolarmente, mentresono 700 mila i giocatori affetti da vizio conclamato.Cifre che aiutano a inquadrare ancor meglio la crisidell’ippica, che rispetto alle altre declinazioni delmondo del gioco (poker on line, slot machine, lotterie,concorsi a pronostico) segna decisamente il passo.L’Italia raccontata in “Febbre da cavallo”, d’altraparte, è poco più di uno sbiadito ricordo.GIANCARLO PAOLIERI31 anni, tabaccaio“<strong>Il</strong> grattae vinci? Facompagniaagli anziani”“Noi siamo attrezzati per scommesse e lotterie, il liberomercato lo consente e non vedo perché dovremmo rinunciarvi.Metà dell’incasso giornaliero viene dai Gratta eVinci, un gioco che in fondo tiene compagnia alle personeanziane come la radio o la tv”.MARCO GIOVANNONI54 anni, commerciante“Menodannosoaprire nuovicasinò”“Proprio non capisco come si sia arrivati a tutto questo.Fino a pochi anni fa ero un assiduo giocatore, e capiscocosa scatta nella mente di chi tenta la fortuna. Pensosarebbe stato meno dannoso aprire nuovi casinò, laframmentazione dell’offerta rischia di calamitare anchele persone più indifese”.ALESSIO GRANA29 anni, events manager“Non civedo nientedi male”“Non ci vedo niente di male, la società non offre altrevalvole di sfogo e la gente si diverte come può. Quel chefa più rabbia, semmai, è il moralismo a giorni alterni delloStato. Credo proprio che lo schema vizi privati-pubblichevirtù sia la quintessenza della politica italiana”.1003444

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