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Il futuro incerto dell'ex sede Telecom - Il Reporter

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società 17PALLONE/2. Tanti, e in continuo aumento, gli immigrati presenti nelle formazioni giovanili toscaneUno straniero per compagno di squadraDai pulcini agli juniores, ormai non c’è compagine che, a Firenzee dintorni, non abbia tra le sue fila marocchini o albanesi, rumenio peruviani. E così i baby calciatori imparano l’integrazioneIvo GagliardiUn rumeno in porta, un marocchino e unperuviano fianco a fianco a centrocampo,un albanese come centravanti. Non stiamoparlando di una selezione “resto del mondo”,di quelle che giocano nei vari tornei di beneficenza,ma di come potrebbe facilmente presentarsiuna qualsiasi squadra giovanile fiorentina. Se infattiin serie A, tanto per fare l’esempio più noto, l’Inter èda molti considerata un’eccezione (essendo Internazionaledi fatto, oltre che di nome), pur non arrivandoa una percentuale così alta di stranieri in formazione– anche se qualche caso “estremo” non manca e nonè mancato – nelle baby squadre di casa nostra, daipulcini agli juniores, gli stranieri non sono più unararità. Anzi. Certo, non si tratta di campioni strapagatifatti arrivare da ogni angolo del mondo, ma di bambinie ragazzi che l’universale (o quasi) passione peril calcio unisce nella stessa formazione, su ogni campettodi centro città e periferia. Dove - e chi conoscel’universo del pallone giovanile lo sa bene - la multietnicitàè ormai una realtà, e l’integrazione non unachimera impossibile da raggiungere, ma un qualcosadi concreto costruito allenamento dopo allenamento,partita dopo partita. I numeri parlano chiaro: in Toscana,il settore giovanile e scolastico della Figc (laFederazione italiana gioco calcio), quello per intendersiche comprende bambini e ragazzi dai primi calciagli juniores, conta 43.655 tesserati (a Firenze sono10.541). Di questi, 2.651 sono stranieri, una gran partedei quali (2.160) extracomunitari. “E il loro numeroè in continuo aumento – spiega Antonio Torelli, segretariodella delegazione provinciale fiorentina – spessoinfatti si verifica quasi una ‘corsa allo straniero’ daparte delle società, e in qualche caso abbiamo dovutobloccare i tesseramenti per mancanza di documenti oper situazioni irregolari. Ma il loro è un inserimentotranquillo nelle squadre, non ci sono grossi problemidi integrazione”. Per quanto poi riguarda le nazionalitàpiù rappresentate sui nostri campetti da calcio, sonodue gli elementi da tenere in considerazione: le comunitàpiù numerose e la loro “cultura” calcistica. Così,a farla da padrone sono i giovani albanesi (ben 1.009tesserati in Toscana), seguiti da marocchini (392) erumeni (368). Comunità da anni presenti nella nostraregione, e la cui passione per il pallone spinge bambinie ragazzi a tesserarsi nel club più vicino a casa,proprio come i giovani “autoctoni”. “Queste sono dasempre le tre nazioni più rappresentate – continua Torelli– ma sono tanti i Paesi presenti”. Per fare qualcheesempio, i tesserati peruviani sono 82, i macedoni 50,i polacchi 38 e i filippini 21. E ancora: 23 brasiliani,22 indiani, 40 ucraini e 48 senegalesi. Non mancanonemmeno i rappresentanti di Cina (11), Usa (10) eGiappone (1), anche se la minore popolarità del calcioin quei Paesi fa sì che, una volta in Italia, siano menocoloro che decidano di darsi al pallone. Ma, quali chesiano le nazioni più rappresentate, la strada è ormaitracciata: oltre che a stoppare la palla e a tirare in porta,nelle società di casa nostra si impara anche altro.Come a stare tutti insieme.1070086

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