14 Gennaio 2010FOCUS/1. Secondo le stime siamo terzi in Italia per numero di contagiati conclamati e sieropositiviIn città l’Aids colpisce più che maiNessuno la nomina più, eppure la malattia c’è, eccome: a Firenze gliammalati sono 1.159 e i positivi al virus Hiv presupposti sono 2.400.È un’emergenza silenziosa e dunque il test è importantissimo pertutti: è gratis e si può fare insieme alle classiche analisi del sangueIL DENTISTA RISPONDEQUESTO MESE GLI IMPIANTI: quando e perchè metterliA cura delDott. Giuseppe GarrubbaParlando di impianti le cose da diresono tante. Questo mese vi spiegheròquando e perché è bene ricorrere aquesto tipo di protesi e nei mesisuccessivi il loro impiego.Un dentista coscienzioso consigliaal suo paziente il lavoro su impiantidopo aver spiegato bene di cosa sitratta e rilevato la sua motivazione verso questatipologia di protesi. Dopo un accurato studio dellabocca e radiografia del paziente, si valuterà l'osso esi progetterà quanti impianti inserire e dove metterli.Questi lavori danno molti benefici a patto checomunque ci sia uno spessore minimodi osso e il paziente non sia affettoda malattie importanti: grave diabete,gravi insufficienze respiratorie,malattie cardiovascolari rilevantietc...Ciò non perché esso siaparticolarmente complesso o diper sé pericoloso ma perché alcunemalattie rendono difficile il cicatrizzarsidei tessuti e situazioni precariesconsigliano interventi pur minimicome questi.Tutti gli altri possono sceglierequesta protesi che permette ditornare ad avere una situazioneparagonabile a quella dei propridenti.Spesso mi trovo a parlare conpazienti che si rammaricano di avertrascurato la loro bocca, o cheper colpa di malattie parodontali(piorrea) si sono ritrovati senza molti o addiritturatutti i denti. Si può tornare ad avere denti fissi edesteticamente naturali che occupano lo stesso spaziodei propri. Oggi questo è possibile perché la tecnicaimplantare ha fatto passi in avanti.Quindi fondamentale è: che ci sianole condizioni per poter mettere gliimpianti, affidarsi ad un dentista chetragga soddisfazione dal fare bene ilproprio lavoro e che abbia allespalle un laboratorio odontotecnico(per la protesi) che sappia copiarela natura per costruire denti nuoviparagonabili ai propri.Salute a tutti.DOTT. GIUSEPPE GARRUBBA Via Lungo L’Affrico, 42 - Firenze - Tel. 055 660225Dal lunedì al venerdì 9.00 - 12.30 • 15.00 - 20.00 <strong>Il</strong> sabato 9.00 - 12.30www.curailtuosorriso.it1066430Paola FerriSolo stime, non esistono datiprecisi attraverso i qualiindagare l’incidenza delvirus Hiv sulla popolazionefiorentina o toscana. Eppure le stimeparlano di una Firenze balzataL’INTERVISTAStefano Corso, Lila Toscana“Si combattesu più fronti”revenzione, assistenza, auto-e tutela legale. L’Aids Paiutosi combatte su più fronti, comespiega Stefano Corso, presidentedella Lila (Lega Italiana Lottaall’Aids) Toscana.Quali sono le principali attivitàdella Lila in ambito di prevenzione?Facciamo informazione mirata aseconda delle fasce di età. Nonsi tratta soltanto di fare lezionispecifiche nelle scuole, ma dicoinvolgere anche gli adulti, allaluce dei dati che vedono l’etàmedia dei contagiati in aumento.Al momento stiamo conducendoun progetto per fare prevenzionenelle palestre, sui luoghi di lavoro,nei centri di aggregazionegiovanile. Ma non solo: cerchiamodi rendere partecipi i medicidi famiglia, affinché consiglinoai pazienti il test per l’Hiv.Quante persone assistete a Firenze?Attualmente sono un’ottantinale persone che seguiamo attraversodiversi tipi di sostegno,dall’accompagnamento in ospedaleper coloro che hanno problemia spostarsi, all’assistenzadomiciliare, fino ai gruppi diauto-aiuto e alla tutela giuridica.Sono molti, infatti, coloro cheperdono il lavoro non appenarivelano di essere sieropositivi.E si ritrovano in gravi difficoltàeconomiche, oltre che psicologiche.Basti pensare che l’assegnodi invalidità corrisponde a 250euro, una cifra con cui diventadifficile sopravvivere. Inoltrecapita sempre più spesso che sirivolgano a noi delle coppie miste,formate da un partner sieropositivoe uno sieronegativo, incerca di consulenze.In materia di figli, per esempio?Sì, con le nuove terapie e prendendotutte le precauzioni delcaso, il rischio di trasmettere ilvirus al figlio è sceso al di sottodell’1 per cento e sono diverse lecoppie che decidono di affrontarlo.Chi scopre precocementedi essere sieropositivo ha dellebuone prospettive di vita, sia intermini di qualità che di durata.Più tardi lo si scopre e più debilitantisaranno le cure. /F.P.saluteimprovvisamente dal quinto al terzoposto in questa amara classifica, con1.159 casi di Aids conclamata (quellisì, documentati) e circa 2.400 sieropositivipresupposti. Cifre checollocano il capoluogo toscano benal di sopra della soglia di incidenzaconsiderata usuale, attestata sull’1per mille. Stando a questi dati a Firenzesi supererebbe il 2,7 per mille.Un universo sommerso quello deicontagiati, sepolto da una coltre dipregiudizi e paure sedimentate neglianni. Dopo l’iniziale ondata mediatica,gli spot da elettroshock, i filmda premio oscar e le iniziative disensibilizzazione, è come se l’Aidsfosse sprofondata nell’abisso in cuigli stessi mass media tendono a relegaretutto ciò che non fa più notizia.Primo dicembre a parte (ovverodurante la giornata mondiale dellalotta all’Aids), se ne parla poco opunto. Sono rimaste le lezioni nellescuole, quelle sì, per fare prevenzionetra ragazzi e ragazzini semprepiù precoci e sempre meno avvezziall’uso delle precauzioni (bastipensare che secondo alcune recentistatistiche solo il 40 per cento deigiovani tra 15 e 25 anni ne fa uso).Ma forse la prevenzione sbaglia bersaglio,o meglio dovrebbe ampliareil target, perché il maggior numerodei contagiati si colloca nella fasciacompresa tra i 30 e i 45 anni. Esono più del 60 per cento coloro chescoprono di essere sieropositivi almomento del ricovero in ospedale,quando ormai l’Aids è conclamata.Un ritardo che li costringe a ricorrerea cure più pesanti, con forti ripercussionisulla futura qualità di vita.Nonché sulla spesa sanitaria. In medial’Asl spende 10mila euro l’annoper ogni malato di Hiv. E il contolievita ad ogni giro: in Toscana siparla di 100 nuovi casi di Aids conclamataall’anno, che si vanno adaggiungere a quelli già riconosciuti,la cui prospettiva di vita, con lenuove terapie, si è allungata. Ma lacura è tanto più efficace quanto primail virus viene riconosciuto. Daqui il progetto lanciato dal Comunedi Firenze, in collaborazione con laAsl 10 e la Lila Toscana, chiamato“Hiv-Aids, una malattia dimenticata”.La prima parte dell’iniziativa,quella che prevede una campagna diinformazione a tappeto tra scuole,presidi Asl, autobus e via dicendo,è già partita. Obiettivo quello dispingere coloro che si accingono afare normali analisi del sangue adeffettuare, gratuitamente, anche iltest per l’Hiv. “Lo scopo è quello diarrivare a 10mila test, in modo dacapire la reale incidenza del virussulla popolazione fiorentina – spiegal’assessore alle politiche sociali epresidente della Società della SaluteStefania Saccardi – e la novità staproprio nel coinvolgere la cosiddettapopolazione normale, non soltantole categorie a rischio, in modo daavere un dato reale e non soltantostime basate su dati parziali”.
saluteFOCUS/2. La struttura, unica nel suo genere, è dedicata alle persone più fragili che hanno contratto il virusMa a Casa Vittoria la vita continuaFrancesca Puliti15Casa Vittoria si trova lungoi viali di circonvallazione,luogo di passaggioper molti, ma in cui raramenteci si ferma a lungo. Gli automobilistici passano davanti tutti igiorni, augurandosi di arrivare il piùin fretta possibile a destinazione, oalmeno al semaforo successivo, senzaguardarsi troppo intorno. CasaVittoria – unica struttura del generein Toscana convenzionata con laAsl - è una palazzina dedicata aimalati di Aids più fragili. Quelli chenon hanno alle spalle una famigliain grado di sostenere le cure, quelliche hanno perso il lavoro e nonhanno un posto dove andare, quelliche sono stati gettati nello sconfortodalla scoperta della malattia quandoera già in stato avanzato. Qui i volontaridella Caritas, loro sì, si fermanoa lungo, ci passano le giornatee ricostruiscono una sorta di famigliaallargata. La vita si svolge comein una vera e propria casa, i ritmi,segnati dalle terapie, dalle riabilitazioni,dai riposi forzati, cercano diassomigliare il più possibile a quellidi una famiglia normale. E’ una piccolacomunità, 12 i posti letto, dicui 7 convenzionati con l’Asl 10 egli altri a carico della Caritas. Quiarrivano i casi più gravi, “ma solouna persona al momento è costrettaa letto – racconta la dottoressa LuisaSanvito, responsabile della struttura– mentre gli altri possono svolgereattività normali, seppur con qualchedifficoltà”. E così si cerca di riportarlialla vita, quella vita in cui hannoperso la fiducia. Attraverso giteall’aperto, piccoli lavoretti, attivitàriabilitative. “Al centro del progettoc’è la persona nel suo complesso– continua la dottoressa Sanvito– non si tratta soltanto di terapiefarmaceutiche, ma di un percorsopersonalizzato, basato soprattuttosulla relazione umana che si viene acreare”. Da quando ha aperto, ventianni fa, Casa Vittoria ha accolto 119persone, 94 uomini e 25 donne, ene ha accompagnate alla morte 62.È una piccola comunità convenzionatacon la Asl, una sorta di famiglia allargatache accoglie chi ha bisogno d’aiuto nellalotta quotidiana contro questa patologiaSolo negli ultimi 12 mesi la “famiglia”ha perso tre pezzi, due giovanisulla trentina e un uomo di circa 60anni. Già, perché i malati che arrivanoultimamente sono in gran partesulla sessantina, un dato che emergeanche dalle statistiche e che gettauna luce diversa sulla diffusionedella malattia. “Non esistono categoriea rischio, ma comportamentia rischio – sottolinea la dottoressa– la percezione del rischio si è abbassata”.I casi meno gravi (personesieropositive, ma non in Aids conclamata)vengono ospitati invece aCasa Helios, un’altra struttura gestitadalla Caritas. Anche qui si respirail clima di una comunità, in cuiognuno tenta di sconfiggere i propridemoni, quelli di un marchio, diun’esclusione sociale, ricominciareda capo. Non è facile, ma a voltesuccede. “Uno di loro si è sposatoproprio pochi giorni fa”, raccontala Sanvito. E i suoi occhi velati daun po’ di commozione sono più checomprensibili.L’OPINIONE. Luisa Sanvito, Consulta nazionale lotta Aids“I pregiudizi sonoaumentati nel tempo”embro della Consulta na-per la lotta all’Aids,MzionaleLuisa Sanvito presiede al Coordinamentoitaliano delle casealloggio per chi soffre di questasindrome.Dottoressa, che condizione vivono,socialmente parlando, isieropositivi e i malati di Aids?Soffrono di una ghettizzazionesempre più marcata, purtroppo.Continuiamo a dividere i malatiin buoni e cattivi, a segnare questiultimi con un marchio che è difficilecancellare. Basti pensare chequesta discriminazione li segueanche post mortem. A causa diuna legge vecchissima ormai senzapiù senso, coloro che muoionodi Aids non possono essere esposti,né tantomeno vestiti come sideve. Ad amici e parenti vienenegato anche il piccolo confortodi accomiatarsi in maniera menotraumatica dal defunto.Crede che i pregiudizi siano aumentatinel tempo?Sì, a causa della crescitadell’ignoranza. C’è stata unarimozione collettiva del problema,ma nascondere la malattia èancora più pericoloso. Lo dimostranoi dati, che parlano di unaumento dei contagiati e di uncambiamento anche nelle modalitàdi trasmissione.In che senso?E’ aumentata l’età media deicontagiati, in Toscana si aggiraattorno ai 40 anni. Per quel cheriguarda il contagio è nettamentediminuita la percentuale dellatrasmissione tramite siringa, legataalla tossicodipendenza (passatadal 69 per cento del 1988all’odierno 8,6 per cento), mentrel’infezione per via sessuale èsalita dal 13,3 per cento dei primitempi al 73 per cento. Inoltre sistima che in Italia, sul totale deisieropositivi, un quarto sia ignarodi esserlo.Le terapie si sono evolute? Aquando il vaccino?Le terapie hanno fatto passi dagigante, ma dall’Aids non si guarisce.E non credo che ci sia l’interesseeconomico ad elaborare ilvaccino: le case farmaceutiche siarricchiscono sui costosi farmacisomministrati a sieropositivi emalati conclamati. /F.P1062890