11.07.2015 Views

strategie di riduzione del rischio- residuo nella difesa delle colture ...

strategie di riduzione del rischio- residuo nella difesa delle colture ...

strategie di riduzione del rischio- residuo nella difesa delle colture ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

In<strong>di</strong>ceINTRODUZIONELa sicurezza alimentare <strong>nella</strong> normativa europea........................................... pag. 3La <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la vite .............................................................................................. pag. 4La <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> pomodoro in coltura protetta...................................................... pag. 6Scopo <strong>del</strong> lavoro .................................................................................................. pag. 9DESTINO DI IPROVALICARB, INDOXACARB E BOSCALID SU UVA E VINO, TRAMITEANALISI GC-ITMSIntroduzione ........................................................................................................ pag. 11Materiali e meto<strong>di</strong> ............................................................................................... pag. 12Risultati e <strong>di</strong>scussione ......................................................................................... pag. 17Conclusioni .......................................................................................................... pag. 25ANALISI DEI RESIDUI DI FAMOXADONE, FENAMIDONE, FENHEXAMID, E IPRODIONE SUPOMODORO IN COLTURA PROTETTAIntroduzione ........................................................................................................ pag. 26Materiali e meto<strong>di</strong> ............................................................................................... pag. 27Risultati e <strong>di</strong>scussione ......................................................................................... pag. 31Conclusioni .......................................................................................................... pag. 37VALUTAZIONE DEL RISCHIO-RESIDUO DI ALCUNI FUNGICIDI SU POMODORO INCOLTURA PROTETTAIntroduzione ........................................................................................................ pag. 39Materiali e meto<strong>di</strong> ............................................................................................... pag. 40Risultati e <strong>di</strong>scussione ......................................................................................... pag. 45Conclusioni .......................................................................................................... pag. 50TRE ANNI DI INDAGINE SUI RESIDUI DI PESTICIDI NEI VINI SARDI OTTENUTI TRAMITEL’APPLICAZIONE DI STRATEGIE DI LOTTA INTEGRATAIntroduzione ........................................................................................................ pag. 52Materiali e meto<strong>di</strong> ............................................................................................... pag. 53Risultati e <strong>di</strong>scussione ......................................................................................... pag. 58Conclusioni .......................................................................................................... pag. 65CONCLUSIONI FINALI pag. 66Bibliografia pag. 691


INTRODUZIONEIl mercato agroalimentare <strong>del</strong>l’Unione Europea, oltre ad essere il più grande almondo in termini economici e <strong>di</strong> produzione [1] è certamente anche il più regolamentato.Il grande sforzo normativo che ha prodotto nel corso degli anni innumerevoliregolamenti, <strong>di</strong>rettive, circolari e consigli sia obbligatori, sia facoltativi, su svariatematerie, dal commercio all’etichettatura dei prodotti agroalimentari, ha sempre avutocome ultimo scopo la facilitazione degli scambi commerciali, il miglioramento <strong>del</strong>red<strong>di</strong>to dei produttori agricoli e la tutela <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong>la salute dei consumatori.L’attenzione particolare nei confronti <strong>del</strong>la sicurezza e salubrità degli alimenti è attestatain parecchi documenti ufficiali <strong>del</strong>l’UE come il Libro bianco sulla sicurezza alimentare,nel quale viene sottolineata la necessità strategica <strong>di</strong> “accrescere la fiducia deiconsumatori verso i prodotti agroalimentari provenienti dal mercato europeo” [2].Eppure, nonostante lo straor<strong>di</strong>nario impegno – anche finanziario – a sostegno <strong>di</strong> politicheincentivanti la <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong>l’uso dei pestici<strong>di</strong> nelle pratiche agricole e il conseguenteaumento <strong>del</strong>la salubrità dei prodotti ortofrutticoli, le analisi comparative sulla fiducia deicitta<strong>di</strong>ni europei verso i prodotti agroalimentari continuano a mostrare trend negativi [3].La spiegazione <strong>di</strong> questo apparente paradosso è probabilmente da ricercare nell’enormerisonanza che i casi legati alla (in)sicurezza alimentare suscitano sui me<strong>di</strong>a. Ad esempiol’encefalopatia bovina spongiforme, partita dall’Inghilterra nel 1996 o i più recenti casi <strong>di</strong>cronaca relativi alle uova <strong>di</strong> gallina provenienti da allevamenti tedeschi e contenentiresidui <strong>di</strong> <strong>di</strong>ossine e PCB ben 77 volte superiori ai limiti <strong>di</strong> legge [4] hanno sicuramenteavuto maggiore visibilità e impatto sull’opinione pubblica rispetto a un<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong>applicazione <strong>di</strong> politiche a sostegno <strong>del</strong>la sicurezza alimentare. Un’altra causa <strong>di</strong>preoccupazione sempre presente nell’immaginario collettivo è quella legata ai residui <strong>di</strong>prodotti fitosanitari negli alimenti.La moderna agricoltura europea basa gran parte <strong>del</strong>la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>le sue produzionisull’utilizzo <strong>di</strong> composti <strong>di</strong> sintesi, e questo per svariati motivi: innanzitutto la semplicitàd’uso e la relativa economicità, che permette all’impren<strong>di</strong>tore agricolo la salvaguar<strong>di</strong>a<strong>del</strong>le <strong>colture</strong> e <strong>del</strong> suo red<strong>di</strong>to; in seconda istanza la sicurezza <strong>del</strong> risultato, che <strong>di</strong>pendeessenzialmente dalla scelta <strong>del</strong> corretto momento d’intervento e <strong>del</strong> pesticida più adatto2


strumenti innovativi che questo regolamento mette a <strong>di</strong>sposizione <strong>del</strong>la tutela <strong>del</strong>consumatore c’è sicuramente il c.d. “principio <strong>di</strong> precauzione”. Per la prima volta siribalta l’approccio alla gestione <strong>del</strong> <strong>rischio</strong> ambientale e alimentare stabilendo che unasostanza può essere utilizzata come prodotto fitosanitario soltanto se è statoscientificamente stabilito che non possiede effetti nocivi sui consumatori, gli agricoltori ola popolazione residente, non provoca conseguenze inaccettabili per l’ambiente e, nonultimo, possiede un adeguato livello <strong>di</strong> efficacia. Il principio <strong>di</strong> precauzione si applicanon solo a pericoli già identificati, ma anche a pericoli potenziali, <strong>di</strong> cui non si ha ancorapiena conoscenza, comprese tutte le situazioni in cui si identifichi un <strong>rischio</strong> ma non visiano adeguate prove scientifiche che ne <strong>di</strong>mostrino la presenza o l’assenza.L’altro <strong>di</strong>sposto normativo chiave per la sicurezza alimentare legata all’utilizzodei pestici<strong>di</strong> è rappresentato dal Regolamento (CE) n. 396/2005 [7]. Con questostrumento l’UE ha completato il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> armonizzazione comunitaria dei limitimassimi <strong>di</strong> residui (LMR) ammessi sulle derrate alimentari. Dal 1° ottobre 2008 infattigli LMR fissati per singolo principio attivo sono gli stessi per tutto il territorio<strong>del</strong>l’Unione Europea, garantendo così una migliore circolazione <strong>del</strong>le merci e unomogeneo criterio per la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la salute umana.Ultima in or<strong>di</strong>ne cronologico, ma non sicuramente per importanza, è la Direttiva2009/128/CE [8], che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini <strong>del</strong>l’utilizzosostenibile dei pestici<strong>di</strong>, rendendo obbligatorio il ricorso a soluzioni <strong>di</strong> Integrated PestManagement (IPM) per tutti i produttori agricoli dei Paesi Membri con l’obiettivo <strong>di</strong><strong>di</strong>minuire la quantità <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> utilizzata in agricoltura e nell’ambiente. Tale Direttivadovrà essere obbligatoriamente recepita dagli Stati Membri entro <strong>di</strong>cembre 2012.La <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la viteLa vite da vino (Vitis vinifera L. ssp. sativa) è una pianta arbustiva rampicanteappartenente alla famiglia <strong>del</strong>le Vitaceae. La sua coltivazione e addomesticazione inSardegna risale ad oltre tremila anni fa, come <strong>di</strong>mostrato da vari ritrovamenti <strong>di</strong>vinaccioli fossili e pollini <strong>di</strong> vite domestica in alcuni complessi nuragici [9,10].L’importanza <strong>di</strong> questa coltura nell’agricoltura Sarda è evidenziata anche dalla “Carta de4


Logu” [11], il co<strong>di</strong>ce <strong>del</strong>le Leggi in vigore nel Giu<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> Arborea dal 1392 al 1827 cheimponeva “A chiunque possieda terre incolte deve essere obbligato da un funzionarioregio <strong>del</strong>la contrada a impiantarvi o farvi impiantare una vigna entro un anno, altrimentivenda la terra o la <strong>di</strong>a a chi può coltivarla”. E’ <strong>del</strong> 1596 il trattato <strong>di</strong> Andrea Bracci, DeNaturali vinorum Historia, che definisce eccellente il vino sardo e attribuisce all'isola ilnobile appellativo <strong>di</strong> “Sar<strong>di</strong>nia insula vini”, non solo per la posizione geograficamenteideale, al centro <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>terraneo, ma anche per il clima e la tipologia <strong>del</strong> suoloparticolarmente adatti all’ottenimento <strong>di</strong> produzioni <strong>di</strong> qualità.Fino al 1850, dunque per oltre tre millenni, la vite ha potuto crescere e prosperaresull’intero continente europeo, Sardegna inclusa, senza necessità <strong>di</strong> applicare alcunastrategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, grazie alla completa assenza <strong>di</strong> patogeni in grado <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>carnel’esistenza. Questo quadro i<strong>di</strong>lliaco cambiò però ra<strong>di</strong>calmente a partire dalla secondametà <strong>del</strong>’800, con l’intensificazione degli scambi commerciali tra Europa e America. E’infatti in questo periodo che inizia la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> un afide ra<strong>di</strong>cicolo galligenotristemente famoso in viticoltura, la Fillossera (Daktulosphaira vitifoliae). Questo afide èin grado <strong>di</strong> causare ingenti danni all’apparato ra<strong>di</strong>cale <strong>del</strong>le viti europee fino al punto <strong>di</strong>comprometterne completamente la funzionalità e pregiu<strong>di</strong>care perciò l’intera produzione.Solo il ricorso all’innesto con la più resistente vite americana, pratica che dura tutt’oggi,permise <strong>di</strong> salvaguardare l’intero patrimonio viticolo europeo. Purtroppo però l’enormemovimento <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> propagazione tra i due continenti, attuato nel <strong>di</strong>speratotentativo <strong>di</strong> proteggere le produzioni vitivinicole europee, pur mitigando i problemi legatialla Fillossera, favorì la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> alcune temibili crittogame alloctone. La prima acomparire in or<strong>di</strong>ne cronologico fu l’Oi<strong>di</strong>o (Erisiphe (=Uncinula) necator). Dopoqualche decennio fece la sua comparsa in Europa la Peronospora (Plasmopara viticola)[12]. Questi due agenti patogeni, importati sempre dal continente americano,rappresentano ancora oggi i principali destinatari degli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa chimica attuati<strong>nella</strong> moderna viticoltura.L’industria iniziò presto a cercare soluzioni alternative all’uso <strong>del</strong> rame e <strong>del</strong>lozolfo <strong>nella</strong> lotta alle crittogame. Nel 1948 vide la luce il primo fungicida <strong>di</strong> sintesi, loZineb, seguito a breve <strong>di</strong>stanza da altri membri <strong>del</strong>la famiglia deglietilenbis<strong>di</strong>tiocarbammati. Il primo fungicida antiperonosporico ad azione sistemica, ilfuralaxyl, comparve però solo <strong>nella</strong> seconda metà degli anni ’70, segnando <strong>di</strong> fatto il5


pieno ingresso <strong>del</strong>la chimica <strong>nella</strong> fitoiatria. Attualmente sono circa 1400 i pestici<strong>di</strong>commercializzati nel mondo [13], attivi contro qualsiasi tipo <strong>di</strong> patogeno o malerba. Diquesti 130 sono attualmente autorizzati per la protezione <strong>del</strong> vigneto [14]. Fanno caso ase stante virus e batteri, per via <strong>del</strong>l’assoluto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> antibiotici e antiviralinelle pratiche agricole.I trattamenti fitosanitari per la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> vigneto costituiscono una parte moltoimportante <strong>del</strong> costo <strong>di</strong> conduzione <strong>di</strong> un vigneto specializzato arrivando a circa il 24%<strong>del</strong>l’intera spesa. Per quanto riguarda i fungici<strong>di</strong>, i maggiormente utilizzati sono gliantiperonosporici (67%) seguiti dagli antioi<strong>di</strong>ci (22%) e dagli antibotritici (11%). Inparticolare gli antiperonosporici più utilizzati sono Azoxystrobin, Cimoxanil,Famoxadone, Fenamidone, Iprovalicarb, Metalaxyl-M, Pyraclostrobin e Rame. Gliantioi<strong>di</strong>ci più usati appartengono alla famiglia chimica dei Triazoli e <strong>del</strong>le Strobiruline,mentre gli antibotritici sono rappresentati da Boscalid, Cypro<strong>di</strong>nil+Flu<strong>di</strong>oxonil,Fenhexamid, Ipro<strong>di</strong>one, Mepanipyrim, Pyrimethanil e Pyraclostrobin. Per quantoriguarda gli insetti, pur essendo una causa <strong>di</strong> preoccupazione nettamente inferiore <strong>del</strong>leavversità fungine su uva da vino, vale la pena ricordare la tignoletta <strong>del</strong>la vite (Lobesiabotrana) e alcune cocciniglie (Planococcus spp.) che possono essere oggetto <strong>di</strong> qualchetrattamento per tutelare le produzioni, spesso esclusivamente a scopo preventivo. Gliinsettici<strong>di</strong> più usati sono rappresentati da Alpha-cipermethrin, Aza<strong>di</strong>rachtin,Chlorpyrifos, Chlorpyrifos methyl, Cipermethrin, Cyflutrin, Deltamethrin, Esfenvalerate,Fluvalinate, Imidacloprid, Indoxacarb, Lambda-cyhalothrin, Tefluthrin, Thiamethoxam eSpinosad. In Sardegna la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> parassiti è strettamente legata all’andamentostagionale e alla localizzazione <strong>del</strong>le vigne.La <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> pomodoro in coltura protettaIl pomodoro (Solanum lycopersicum) deriva il suo nome dal termine aztecotomati o xitomati. E’ una pianta erbacea appartenente alla famiglia <strong>del</strong>le Solanaceaeoriginaria <strong>del</strong>l’America centro-meri<strong>di</strong>onale (Cile, Perù, Ecuador) [15]. Fu introdotta inEuropa a partire dal 1500 ad opera degli spagnoli, che la importarono come piantaornamentale. Le prime varietà importate in Europa possedevano bacche <strong>di</strong> colore dorato,6


da cui il nome italiano pomodoro, derivato dal latino pomus aureus. Nel 1544 l'erboristaitaliano Pietro Mattioli classificò la pianta <strong>del</strong> pomodoro fra le specie velenose, anche seesistono autori che ne riportano l’uso come alimento nello stesso secolo [16]. Dal 1800,grazie all’introduzione <strong>di</strong> varietà a bacca rossa e al compimento <strong>di</strong> processi <strong>di</strong>addomesticazione, il pomodoro inizia la sua <strong>di</strong>ffusione come alimento, dapprima comebase per con<strong>di</strong>menti e successivamente come prodotto fresco o essiccato.Oggigiorno il pomodoro è la coltura orticola più importante al mondo sia se siconsidera la destinazione industriale, sia quella per il consumo fresco. E’ coltivato su unasuperficie mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> circa 5 milioni <strong>di</strong> ettari [1]. In Europa il paese con la maggioreestensione coltivata è l’Italia con circa 117.000 ettari, seguita dalla Spagna con 62.000.L’Unione europea nel suo complesso assomma poco più <strong>di</strong> 260.000 ettari coltivati [1].L’applicazione <strong>di</strong> <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa sul pomodoro in serra deve necessariamenteprendere in considerazione le <strong>di</strong>fferenti con<strong>di</strong>zioni microclimatiche tipiche degli ambienticonfinati, ovvero elevata umi<strong>di</strong>tà e temperature miti. I parassiti in grado <strong>di</strong> attaccare lacoltura fino al punto <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>carne seriamente la produzione sono <strong>di</strong>versi. Tra i funghiuno tra i più temibili è la peronospora (Phytophtora infestans), specie alloctonainvolontariamente introdotta insieme al pomodoro dall’America centro-meri<strong>di</strong>onale [17,18], responsabile <strong>del</strong>la completa <strong>di</strong>struzione <strong>del</strong>le coltivazioni <strong>di</strong> patata irlandesi nel 1850che causò una gravissima carestia e migliaia <strong>di</strong> morti. Il suo sviluppo è favorito datemperature moderate (10°-25°C) e umi<strong>di</strong>tà elevata e può riguardare qualsiasi parte <strong>del</strong>lapianta. Fortunatamente esistono numerosi principi attivi utilizzabili nel controllo <strong>di</strong>questo patogeno. Tra i più utilizzati ricor<strong>di</strong>amo Azoxystrobin, Famoxadone,Fenamidone, Fluopicolide, Iprovalicarb, Metalaxyl-M e Pyraclostrobin. Altri patogenichiave per la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong> pomodoro sono la Septoria lycopersici, una <strong>del</strong>le più comunimalattie a carico <strong>del</strong>le foglie, combattuta soprattutto con Chlorothalonil, Difenoconazole,Fenamidone, Ditiocarbammati, Pyraclostrobin e Zoxamide, l’oi<strong>di</strong>o (Oi<strong>di</strong>opsis taurica,Oi<strong>di</strong>um neolycopersici, Erysiphe spp.), controllato soprattutto tramite Azoxystrobin,Pyraclostrobin, Triazoli e Zolfo. Infine la muffa grigia (Botrytis cinerea), patogenolegato ad elevata umi<strong>di</strong>tà relativa, controllato tramite l’uso <strong>di</strong> Boscalid, Chlorothalonil,Cypro<strong>di</strong>nil+Flu<strong>di</strong>oxonil, Fenhexamid, Folpet, Ipro<strong>di</strong>one, Mepanipyrim, Pyrimethanil,Pyraclostrobin e Tolclofos-methyl.7


Per quanto riguarda gli insetti per i quali l’applicazione <strong>di</strong> <strong>strategie</strong> <strong>di</strong>contenimento in serra risulta praticamente imprescin<strong>di</strong>bile, il primo in or<strong>di</strong>ned’importanza è la mosca bianca (Trialeurodes vaporariorum). Estremamente polifago econ un’elevata capacità riproduttiva, questa specie è in grado <strong>di</strong> svolgere parecchiegenerazioni all’anno. Il danno maggiore è rappresentato dalla sottrazione <strong>di</strong> linfa econseguente produzione <strong>di</strong> “melata”, in grado <strong>di</strong> ricoprire l’intero l’apparato epigeo <strong>del</strong>lapianta e comprometterne l’efficienza fotosintetica. Anche il controllo <strong>di</strong> un’altra moscabianca, Bemisia tabaci, è imprescin<strong>di</strong>bile. Purtroppo però il problema maggioreprovocato da questo insetto è l’azione svolta come vettore <strong>di</strong> virosi. In questo caso, datoche sono sufficienti pochi esemplari infetti per compromettere l’intera coltura <strong>di</strong>pomodoro, le <strong>strategie</strong> chimiche <strong>di</strong> contenimento <strong>del</strong>le popolazioni possono risultareinsufficienti. In questo caso l’unica <strong>di</strong>fesa possibile viene svolta tramite le reti antinsetto,in grado <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re fisicamente il contatto con la coltura da proteggere. I pestici<strong>di</strong> più<strong>di</strong>ffusi e utilizzati nel controllo <strong>di</strong> questi artropo<strong>di</strong> sono Acetamiprid, Aza<strong>di</strong>rachtin,Imidacloprid, Thiacloprid, Thiamethoxam, Pyriproxyfen, Pymetrozine, Flonicamid,Piretroi<strong>di</strong> e Spinosad.Tra i <strong>di</strong>tteri, la Liriomyza spp., meglio nota come minatrice serpentina, purattaccando quasi esclusivamente l’apparato fogliare, è in grado <strong>di</strong> causare ingenti dannialla produttività <strong>del</strong>le piante tramite la compromissione <strong>del</strong>l’efficienza fotosintetica. Lalotta verso questo patogeno viene svolta principalmente tramite Abamectine,Acetamiprid, Alpha-cipermethrin, Aza<strong>di</strong>rachtin, Cyromazine, Piretrine e Spinosad.Dal 2008 un microlepidottero minatore <strong>di</strong> provenienza sud americana, la Tutaabsoluta, è assurto agli onori <strong>del</strong>la cronaca per via <strong>del</strong>la sua rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> sviluppo evirulenza, tale da far ad<strong>di</strong>rittura temere per la sopravvivenza <strong>del</strong>la coltivazione <strong>di</strong>pomodoro in Sardegna. Dopo qualche anno dalla sua introduzione, lo sviluppo <strong>del</strong>lapopolazione <strong>di</strong> questo insetto è stato pian piano ri<strong>di</strong>mensionato grazie all’azione <strong>di</strong>svariati predatori e parassiti già presenti in Sardegna. In ogni caso il suo controllochimico è praticamente imprescin<strong>di</strong>bile e si fonda principalmente sull’uso <strong>di</strong> EmamectinB1a benzoate, Indoxacarb, Metaflumizone e Spinosad.8


Scopo <strong>del</strong> lavoroLa valutazione <strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong> cibo presente attualmente fra le sue connotazioniprincipali quella <strong>del</strong>la sicurezza alimentare. Il parametro legale che definisce se unprodotto può essere immesso nel mercato o no è definito dal massimo <strong>residuo</strong> ammesso oMRL (Maximum Residual Limit). Questo dato non rappresenta però un dato tossicologico<strong>di</strong>retto, bensì una sintesi fra il dato tossicologico sull’uomo, l’efficacia contro i parassiti ei valori <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> osservati dai trattamenti in campo sulla specifica coltura e sullospecifico patogeno da controllare. Il suo valore, infatti, è calcolato a partire da datipuramente tossicologici come la dose giornaliera accettabile (Acceptable Daily Intake -ADI, espressa in mg/kg/giorno), la stima <strong>del</strong>le quantità <strong>di</strong> un determinato alimentointrodotte giornalmente in una determinata popolazione (Food Daily intake - FDI espressain kg/giorno) e i dati agronomici quali dose attiva e curve <strong>di</strong> degradazione in campo. Perquesta ragione uno stesso agrofarmaco può avere <strong>di</strong>fferenti valori <strong>di</strong> MRL in <strong>di</strong>fferentipaesi con climi e abitu<strong>di</strong>ni alimentari <strong>di</strong>fferenti. Tra i paesi europei l’Italia è uno fra i piùattenti nel controllo <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> nei propri alimenti. Ilmonitoraggio ufficiale sui residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> condotto sotto la supervisione <strong>del</strong> Ministero<strong>del</strong>la Sanità nel 2007 [19], ha mostrato che il 66,8% dei campioni <strong>di</strong> vino analizzati nonpresentava nessun <strong>residuo</strong> determinabile (dunque sotto il limite <strong>di</strong> determinazionestrumentale LOD) e che il 33,2% presentava residui determinabili ma comunque al <strong>di</strong>sotto<strong>del</strong> MRL. Altre indagini condotte a livello comunitario, per quanto su un numero moltobasso <strong>di</strong> campioni, mostrano una situazione residuale molto <strong>di</strong>fferente, con ad<strong>di</strong>rittura il100% dei vini controllati contenente almeno un <strong>residuo</strong> e una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> quattro residui perbottiglia [20].La risoluzione analitica <strong>del</strong>le strumentazioni attuali permette <strong>di</strong> indagare ben al <strong>di</strong>sotto <strong>del</strong> valore imposto come MRL, arrivando in molti casi a valori in ppb o ppt. Perquesto motivo oggi è possibile valutare la presenza <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> sugli alimenti anche intracce minime. Per quanto il nostro organismo possa ricevere dei danni anche venendo incontatto con quantità molto basse <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> o <strong>di</strong> sostanze ad attività ormono-simile [21],mantenere livelli <strong>di</strong> residui molto bassi è il principale obiettivo che si pongono tutte le<strong>strategie</strong> legate alla sicurezza degli alimenti. Tale risultato può essere raggiunto o<strong>di</strong>minuendo il numero <strong>di</strong> trattamenti, utilizzando perciò pestici<strong>di</strong> più efficaci, o9


utilizzando molecole con una maggiore velocità <strong>di</strong> scomparsa o, come nel caso <strong>del</strong> vino,che vengano adsorbiti dalle fecce e dalle vinacce e quin<strong>di</strong> non si ritrovino più nel vino. Ilpresente lavoro <strong>di</strong> dottorato ha come scopo quello <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are il comportamento <strong>di</strong> nuovipestici<strong>di</strong> utilizzati per la <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la vite e <strong>del</strong> pomodoro, in modo da in<strong>di</strong>viduare quelliche meglio si adattano all’ottenimento <strong>di</strong> prodotti con <strong>residuo</strong> analitico zero. Perraggiungere tale obiettivo verranno utilizzati sistemi analitici ad alta prestazione in grado<strong>di</strong> determinare i residui presenti a concentrazioni inferiori al MRL almeno <strong>di</strong> un fattore100. Il lavoro è stato così articolato:• Prove <strong>di</strong> campo sperimentali con agrofarmaci selezionati sulla base <strong>del</strong>lecaratteristiche fitoiatriche più importanti.• Monitoraggio dei residui presenti su campioni prelevati da aziende cheseguono protocolli IPM precedentemente impostati.10


DESTINO DI INDOXACARB, IPROVALICARB E BOSCALID SU UVA EVINO TRAMITE ANALISI GC-ITMSIntroduzioneL’indoxacarb (methyl (S)-N-[7-chloro-2,3,4a,5-tetra hydro-4a-(methoxycarbonyl)indeno[1,2-e][1,3,4]oxa<strong>di</strong>azin-2-ylcarbonyl]-4-(trifluoromethoxy) carbanilate) appartienealla famiglia <strong>del</strong>le oxa<strong>di</strong>azine e possiede un’elevata attività insetticida. Agisceprevalentemente per ingestione e contatto sulle larve (su alcune specie possiede ancheattività ovicida) causando il blocco degli impulsi nervosi e provocandone la paralisi esuccessiva morte. In Sardegna è utilizzato <strong>nella</strong> lotta contro Lobesia botrana (tignoletta<strong>del</strong>la vite) e Empoasca spp (cicalina <strong>del</strong>la vite).L’iprovalicarb (isopropyl 2-methyl-1-{[(RS)-1-p-tolylethyl]carbamoyl}-(S)-propylcarbamate) è un fungicida appartenente alla famiglia degli aminoacido ammi<strong>di</strong>carbammati specifico per il controllo degli Oomiceti, utilizzato in particolare nelcontrollo <strong>del</strong>la Peronospora <strong>del</strong>la vite (Plasmopara viticola), caratterizzato da unaspiccata azione sistemica attraverso i vasi xilematici [22].Il boscalid (2-chloro-N-(4′-chlorobiphenyl-2-yl)nicotinamide) appartiene allafamiglia <strong>del</strong>le anili<strong>di</strong> e agisce per contatto e translaminarmente contro funghiappartenenti alla classe degli Ascomiceti (Uncinula spp., Sclerotinia spp.) e alla classedei Deuteromiceti (Botrytis cinerea, Alternaria spp.) [23].Nel tentativo <strong>di</strong> stabilire nuove <strong>strategie</strong> per minimizzare il <strong>rischio</strong> <strong>residuo</strong> emigliorare la qualità e la sicurezza <strong>del</strong> vino si è stu<strong>di</strong>ato il destino <strong>di</strong> indoxacarb,iprovalicarb e boscalid (figura 1) dalla vite al vino, allo scopo <strong>di</strong> identificare e valutaregli eventuali rischi <strong>di</strong> accumulo nelle varie fasi <strong>del</strong> processo <strong>di</strong> vinificazione. E’ statoinoltre validato il metodo analitico utilizzato.11


aNClbCOHNClcFigura 1. Formule <strong>di</strong> struttura <strong>di</strong> iprovalicarb (a), indoxacard (b) e boscalid (c).Materiali e meto<strong>di</strong>Prove <strong>di</strong> campo: Le prove si sono svolte su un vigneto appartenente alla cv.Carignano situato in agro <strong>di</strong> Elmas (Cagliari). Le piante avevano un sesto d’impianto <strong>di</strong>1,90 x 0,90 m e apparivano in perfette con<strong>di</strong>zioni fitosanitarie e fisiologiche. E’ statoapplicato un blocco randomizzato con quattro replicazioni come <strong>di</strong>segno sperimentale,dove ogni blocco comprendeva i tre trattamenti. Le singole parcelle erano formate da 10piante per un totale <strong>di</strong> 40 piante per blocco, compreso un controllo non trattato. I prodottifitosanitari sono stati applicati utilizzando le dosi in<strong>di</strong>cate in etichetta dalle rispettiveaziende produttrici. Per assicurare una corretta bagnatura fogliare, nel rispetto <strong>del</strong>lein<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong>le aziende produttrici, è stato utilizzato un volume <strong>di</strong> soluzione <strong>di</strong> 10hL/ha. La <strong>di</strong>stribuzione <strong>del</strong>la soluzione sulla prova è stata eseguita tramite una pompa aspalla motorizzata mo<strong>del</strong>lo Robin 5.0 EY20 (Subaru, Giappone).La scelta dei pestici<strong>di</strong> oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è stata fatta tenendo in considerazione laloro efficacia verso i patogeni chiave <strong>del</strong>la vite e la loro inclusione nel Regolamento (CE)N. 1107/2009 [24], che <strong>di</strong>sciplina e autorizza l’uso dei prodotti fitosanitari nell’Unione12


Europea. I trattamenti ed i relativi prelievi dei campioni d’uva sono partiti il 1 settembre2009, circa 30 giorni prima <strong>del</strong>la prevista maturazione commerciale; ogni campione, <strong>del</strong>peso <strong>di</strong> circa 3 kg per singola parcella, è stato prelevato prendendo piccole porzioni dasvariati grappoli utilizzando <strong>del</strong>le sottili forbici, in maniera da non danneggiare ilgrappolo che, <strong>nella</strong> cv. Carignano risulta particolarmente serrato.Il campionamento è stato effettuato in questo modo allo scopo <strong>di</strong> aumentarel’omogeneità e <strong>di</strong>minuire l’errore sperimentale. I prelievi sono avvenuti prima <strong>del</strong>trattamento (campione <strong>di</strong> controllo), dopo circa un’ora dal trattamento (a grappoloasciutto) e, successivamente, dopo 3, 7, 10, 14 e 21 giorni per indoxacarb e iprovalicarb.Per lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> boscalid, in accordo con il suo intervallo <strong>di</strong> sicurezza più ampio, icampioni sono stati prelevati a 7, 14, 21, 28 e 35 giorni. Tutti i campionamenti sono statieseguiti in accordo con le in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong>la Direttiva 2002/63/CEE [25]. Dopo il prelievoi campioni sono stati imme<strong>di</strong>atamente portati in laboratorio, macinati ed estratti. L’ultimopunto <strong>di</strong> campionamento è stato prelevato in quantità più abbondante per poter esserevinificato. La fase <strong>di</strong> campo si è conclusa il 5 ottobre.I dati meteorologici sono stati registrati utilizzando una stazioneagrometeorologica AD-2 (Silimet, Modena) <strong>di</strong>slocata nei pressi <strong>del</strong> vigneto. Durantel’esperimento la temperatura massima registrata è stata <strong>di</strong> 31,4°C mentre la minima <strong>di</strong>15,7°C. Le precipitazioni totali registrate sono state <strong>di</strong> 18,8 mm sud<strong>di</strong>vise in due eventiavvenuti 11 e 12 giorni dopo il trattamento.Vinificazione: Trascorsi 21 giorni dal trattamento per l’iprovalicarb el’indoxacarb e 35 giorni per il boscalid, è stato effettuato il prelievo in campo degli ultimicampioni d’uva da destinare sia all’analisi dei residui, per stabilire i residui all’intervallo<strong>di</strong> sicurezza (PHI), sia alla vinificazione. I campioni sono stati prelevati in quantitàdoppia, circa 6 kg per parcella, per poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una quantità adeguata dapermetterne la vinificazione. I campioni prelevati sono stati sud<strong>di</strong>visi in tre aliquote <strong>di</strong> 2kg ciascuna; la prima è stata avviata alla determinazione dei residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>, mentre lealtre due frazioni sono state private dei graspi e le bacche sono state avviaterispettivamente alla vinificazione con macerazione in presenza <strong>del</strong>le bucce (= epicarpo<strong>del</strong>la bacca), e senza macerazione <strong>del</strong>le bucce, come descritto da Cabras et al. [26].13


Nella vinificazione senza macerazione i residui nel mosto sono stati determinatisul campione tal quale, dopo la centrifugazione, e sulle fecce. La fermentazione hamostrato un corso regolare in tutti i campioni e, dopo 15 giorni, tutti i mosti fermentatisono stati pressati e centrifugati per ottenere vino chiarificato da sottoporre all’analisi.Reagenti: Gli standard analitici <strong>di</strong> indoxacarb, iprovalicarb e boscalid (purezza ≥99%) sono stati forniti dalle rispettive aziende produttrici. I solventi utilizzati (acetato <strong>di</strong>etile, acetonitrile, esano e metanolo) erano <strong>di</strong> purezza analitica per analisi <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>(Carlo Erba, Milano, Italia). L’acqua ultrapura è stata <strong>di</strong>stillata e filtrata tramite unapparato Milli-Q (Millipore, Bedford, MA). Le soluzioni standard sono state preparate inacetone alla concentrazione <strong>di</strong> ~1000 mg/l e conservate in vial scuri. Le soluzionistandard <strong>di</strong> lavoro sono state ottenute tramite <strong>di</strong>luizione <strong>del</strong>la soluzione madre con gliestratti in acetato <strong>di</strong> etile/esano <strong>di</strong> uva, mosto e vino provenienti dai campioni <strong>di</strong> controllonon trattati. Sono state preparate <strong>di</strong>verse soluzioni per controllare la linearità <strong>del</strong>larisposta <strong>del</strong> detector e per ottenere il limite <strong>di</strong> rivelabilità per i tre pestici<strong>di</strong>.Analisi GC-ITMS: Per l’analisi dei pestici<strong>di</strong> è stato utilizzato un gascromatografo Varian mo<strong>del</strong>lo 3800 equipaggiato con un auto campionatore Varian 7800,split/splitless con il controllo <strong>di</strong> temperatura, iniettore Varian 1079 operante nel modod’iniezione “large volume” e un detector <strong>di</strong> Massa a Trappola Ionica ITMS 2000. E’ statautilizzata una colonna analitica Varian VF17ms (lunghezza 30 m, <strong>di</strong>ametro interno 0,25mm, spessore <strong>del</strong> film 0,15 µm) (Varian, Milano) e elio come gas <strong>di</strong> trasporto, con unflusso pari a 1mL/min. Il campione <strong>di</strong> 1 µL è stato iniettato in modo splitless conapertura <strong>del</strong>la valvola a 2 min, con l’iniettore settato a 200°C. La calibrazione <strong>del</strong>lospettrometro <strong>di</strong> massa è avvenuta settimanalmente, utilizzando l’apposito test <strong>di</strong> autotunepresente nel software in dotazione allo strumento (Saturn GC/MS Workstation 5.41). Ildetector <strong>di</strong> massa ha operato in ionizzazione chimica positiva (CI), tra 90 e 400 amu,utilizzando il metanolo come gas reagente. Le temperature <strong>del</strong>la trappola, <strong>del</strong> manifold e<strong>del</strong>la transfer line sono state settate rispettivamente a 170, 100 e 200°C. La temperatura<strong>del</strong> forno è stata programmata come segue: 90°C per 1 min, successivamente innalzatafino a 290°C ad una velocità <strong>di</strong> 20°C/min. Gli standard in matrice sono stati preparati allestesse concentrazione <strong>del</strong>le soluzioni <strong>di</strong> calibrazione tramite aggiunta <strong>di</strong> appropriate14


quantità <strong>di</strong> soluzione standard <strong>di</strong> estratti in matrice dei campioni non trattati. Ledeterminazioni quantitative sono state eseguite in modalità SIS usando 528 m/z perl’indoxacarb, 320 e 119 m/z per l’iprovalicarb e 343 m/z per il boscalid, integrando l’area<strong>del</strong> picco dei cromatogrammi <strong>del</strong> GC-ITMS sulla concentrazione (figura 2).Figura 2. Cromatogramma GC-ITMS SIM per iprovalicarb (a), indoxacard (b) e boscalid(c) a 0,5, 0,39 e 0,45 mg/kg su uva.Procedure <strong>di</strong> estrazione: Subito dopo la raccolta i campioni sono stati tritati eomogeneizzati tramite un miscelatore semi-industriale (Malavasi, Bologna). Le aliquoteprelevate, <strong>del</strong> peso <strong>di</strong> 5g per uva, fecce e vinacce, e <strong>di</strong> 5 mL per mosto e vino, sono stateposte in una provetta con tappo a vite <strong>di</strong> 30 mL dopo l’aggiunta <strong>di</strong> 10 mL <strong>di</strong> unasoluzione <strong>di</strong> acetato <strong>di</strong> etile/esano (1:1, v/v) e 2 g <strong>di</strong> NaCl. La provetta è stata posta per15


15 min in un agitatore rotante (Falc Instruments, Bergamo). La fase organica separata èstata iniettata senza alcun clean-up <strong>di</strong>rettamente nel GC-ITMS per l’analisi dei pestici<strong>di</strong>.Chiarificazione <strong>del</strong> vino: I test <strong>di</strong> chiarificazione sono stati effettuati utilizzandoun litro <strong>di</strong> campione <strong>di</strong> controllo senza residui, sia rosso sia bianco, ad<strong>di</strong>zionato conquantità note dei pestici<strong>di</strong> oggetto <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o. Sono stati utilizzati gli stessiagenti chiarificanti e le stesse dosi <strong>del</strong>la normale pratica enologica. In particolare ichiarificanti stu<strong>di</strong>ati sono stati la bentonite (30 g/hL), la caseina (20 g/hL e 50 g/hL) e lagelatina (20 g/hL). Il vino chiarificato e il campione <strong>di</strong> controllo non chiarificato sonostati analizzati per il controllo dei residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>. Ogni test <strong>di</strong> chiarificazione è statorealizzato in 4 replicati.Validazione <strong>del</strong> metodo: Per la validazione <strong>del</strong> metodo è stata determinata ladeviazione standard relativa (RSD) <strong>del</strong>la ripetibilità, la precisione interme<strong>di</strong>a, i recuperi ela linearità. La ripetibilità (r) è stata calcolata su 6 campioni <strong>di</strong> uva, mosto e vino ognigiorno, mentre la precisione interme<strong>di</strong>a (IP) è stata calcolata tramite l’analisi <strong>di</strong> 6campioni al giorno, per ogni matrice, in sei giornate <strong>di</strong>fferenti. Ogni campione è statotrattato come un esperimento in<strong>di</strong>pendente. I campioni non trattati <strong>di</strong> uva, mosto e vinosono stati fortificati con 0.04, 0.50 e 1.00 mg/kg e mg/L dei summenzionati pestici<strong>di</strong> eprocessati come sopra descritto. I risultati ottenuti nei recuperi sono stati comparati con ilcontrollo in matrice e replicati sei volte. L’effetto matrice è stato valutato tramitecomparazione dei responsi analitici dei pestici<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciolti in acetone/esano con quellipreparati nell’estratto <strong>di</strong> controllo in matrice.Analisi statistica: Il metodo analitico è stato validato seguendo leraccomandazioni <strong>del</strong>le guide EUROCHEM (1998) e CITAC/EURACHEM (2002). I datiottenuti sono stati elaborati utilizzando l’analisi <strong>del</strong>la varianza (ANOVA) per p


Risultati e <strong>di</strong>scussioneMetodo analitico: Il <strong>di</strong>segno sperimentale utilizzato ha permesso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are lacinetica degradativa dei pestici<strong>di</strong> dopo il trattamento <strong>di</strong> campo e <strong>di</strong> determinarne i residuial momento <strong>del</strong>la raccolta commerciale, nonché <strong>di</strong> valutare l’effetto <strong>del</strong> processotecnologico <strong>di</strong> vinificazione sui residui nel vino. Il metodo cromatografico utilizzato hapermesso una buona separazione dei tre pestici<strong>di</strong> (isomeri <strong>del</strong>l’iprovalicarb, 14,83 e15,01 min., boscalid 21,49 min., indoxacarb 22,70 min.) (figura 3).Figura 3. CI-MS spettro <strong>di</strong> iprovalicarb (a), indoxacard (b), boscalid (c)Sono stati effettuati cinque punti per la curva <strong>di</strong> calibrazione, compresi tra 0,04 e10,00 mg/L e il coefficiente <strong>di</strong> correlazione (R 2 ) ottenuto variava da 0,9979 (boscalid inmatrice uva) a 0,9999 (iprovalicarb in matrice vino), mostrando dunque una buonalinearità. Il CV% massimo è stato osservato per l’indoxacarb (10%) (tabella 1).17


Tabella 1. Limite <strong>di</strong> quantificazione (LOQ) e <strong>di</strong> determinazione (LOD) <strong>del</strong> metodo per ipestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati su uva (mg/kg) e vino (mg/L). Coefficiente <strong>di</strong> correlazione e CV%.LODLOQR 2 ± CV%Iprovalicarb Indoxacarb BoscalidUva 0,019 0,018 0,013Vino 0,019 0,018 0,013Uva 0,039 0,036 0,041Vino 0,039 0,036 0,041Uva 0,9996 ± 7 0,9993 ± 10 0,9979 ± 8Vino 0,9999 ± 8 0,9987 ± 6 0,9994 ± 5Dato che il cromatogramma non ha evidenziato picchi d’interferenti, non è statoapplicato alcun clean-up. I limiti <strong>di</strong> quantificazione (LOQ) e <strong>di</strong> determinazione (LOD)<strong>del</strong> metodo sono stati calcolati come 10 volte e 3 volte il rapporto segnale/rumore (tabella2). Tutti i pestici<strong>di</strong> oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o hanno mostrato dei LOD e LOQ molto inferiori ailimiti massimi <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> (MRL) fissati dall’Unione Europea su uva da vino (tabella 1).L’accuratezza dei dati è stata assicurata tramite effettuazione dei recuperi in sei replicatiper ognuno dei tre pestici<strong>di</strong> a 0,04, 0,50 e 1,00 mg/kg per l’uva e in mg/L per il mosto e ilvino. I recuperi ottenuti sono risultati in accordo con i valori riportati dal documento ECSANCO/10684/2009 [27] e compresi, per l’iprovalicarb, tra il 75% e il 102% nell’uva,tra il 77 e il 101% nel mosto e tra il 79 e il 97% nel vino. Il boscalid ha mostrato recupericompresi tra l’82 e il 115% nell’uva, tra l’86 e il 105% nel mosto e tra l’87 e il 111% nelvino. L’indoxacarb ha mostrato recuperi compresi tra il 75 e il 107% sull’uva, tra il 78 eil 115% nel mosto e tra l’83 e il 108% sul vino.Il coefficiente <strong>di</strong> variazione (CV) ha mostrato valori compresi tra l’1 e il 9%(tabella 2). I valori ottenuti confermano che il metodo <strong>di</strong> estrazione proposto è adatto perla determinazione dei residui dei pestici<strong>di</strong> oggetto <strong>del</strong> presente lavoro su tutte le matricistu<strong>di</strong>ate. La ripetibilità (r) e la precisione interme<strong>di</strong>a (IP) sono state valutate per n=6 sututte le matrici, ottenendo buoni risultati in quasi tutti i test (CV ≤ 20) in accordo con ildocumento EC SANCO/10684/2009 [27]. Il massimo coefficiente <strong>di</strong> variazione ottenutoper l’iprovalicarb è stato <strong>di</strong> 9,4% <strong>nella</strong> ripetibilità e <strong>di</strong> 9,2% <strong>nella</strong> precisione interme<strong>di</strong>a;per il boscalid sono stati registrati 8,1% <strong>nella</strong> ripetibilità e 9,4% <strong>nella</strong> precisione18


interme<strong>di</strong>a, mentre per l’indoxacarb 9,8% sia <strong>nella</strong> ripetibilità, sia <strong>nella</strong> precisioneinterme<strong>di</strong>a (tabella 2).Tabella 2. Parametri <strong>di</strong> validazione <strong>del</strong> metodo per i tre pestici<strong>di</strong> su uva (mg/kg),mosto e vino (mg/L) a tre <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> fortificazione.Iprovalicarb Indoxacarb BoscalidRipetibilità (n=6) CV%0.04 Uva 9.4 8.2 8.1Mosto 8.5 4.5 4.1Vino 4.6 5.4 7.80.5 Uva 3.2 9.8 6.4Mosto 1.3 4.1 2.7Vino 6.0 2.9 5.81.00 Uva 4.5 3.2 1.1Mosto 2.5 6.0 7.7Vino 4.1 7.7 5.3Precisione interme<strong>di</strong>a (n=6) CV%0.04 Uva 4.5 9.8 9.3Mosto 4.1 5.0 4.8Vino 4.2 4.1 5.50.5 Uva 3.8 2.1 5.0Mosto 4.6 5.0 3.2Vino 9.2 3.8 9.41.00 Uva 6.6 3.8 2.8Mosto 5.4 9.2 2.0Vino 5.0 8.7 8.7Recuperi% (n=6) ± CV%0.04 Uva 102 ± 7 75 ± 5 82 ± 7Mosto 77 ± 6 78 ± 7 89 ± 7Vino 79 ± 5 83 ± 6 111 ± 30.5 Uva 76 ± 8 107 ± 4 102 ± 9Mosto 101 ± 2 115 ± 8 105 ± 3Vino 80 ± 3 108 ± 1 108 ± 21.00 Uva 75 ± 6 108 ± 2 115 ± 5Mosto 78 ± 9 107 ± 3 86 ± 2Vino 97 ± 2 92 ± 5 87 ± 4Allo scopo <strong>di</strong> valutare l’influenza <strong>del</strong>le vinacce sulla rimozione dei residui <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong>, sono state utilizzate due <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> vinificazione. In quella conmacerazione le bucce (=epicarpo <strong>del</strong>la bacca) sono state poste a fermentare insieme alla19


massa, in quella senza macerazione il mosto è stato posto a fermentare senza bucce. Inquest’ultima il mosto fiore ottenuto dalla spremitura e pressatura è stato imme<strong>di</strong>atamenteseparato dal particolato in sospensione (fecce) tramite centrifugazione, in maniera tale dapoter valutare la capacità <strong>del</strong>le fecce <strong>di</strong> assorbire e eliminare i residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>.Residui nell’uva, mosto e vino: I trattamenti in campo sono stati effettuati quandola vite si trovava nello sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> invaiatura. Durante l’esperimento non è stato osservatoalcun decremento dei residui derivante dall’accrescimento degli acini. Imme<strong>di</strong>atamentedopo il trattamento, lasciato trascorrere giusto il tempo necessario per l’asciugatura <strong>del</strong>campione, l’iprovalicarb ha mostrato sull’uva un <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> 2,21 ± 0,32 mg/kg, maggioredunque <strong>del</strong> suo MRL (2,0 mg/kg). L’analisi ripetuta allo scadere <strong>del</strong>l’intervallo <strong>di</strong>sicurezza (Pre Harvest Interval - PHI=20 giorni) ha mostrato un <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> 0,81 ± 0,14mg/kg, dunque abbondantemente inferiore al MRL (tabella 3, figura 4).Iprovalicarb32,521,510,500 5 10 15 20 25daysFigura 4. Curva <strong>di</strong> degradazione <strong>del</strong>l’iprovalicarb su uva dopo il trattamento in campo.Le barre <strong>di</strong> errore rappresentano la deviazione standard calcolata su quattro campionireplicati.Di contro l’indoxacarb ha mostrato un <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> 1,51 ± 0,20 mg/kg, inferioreall’MRL, subito dopo il trattamento, ma al raggiungimento <strong>del</strong> proprio intervallo <strong>di</strong>sicurezza (PHI=10giorni) è rimasto praticamente invariato (1,33 ± 0,93 mg/kg). Dopo 2120


giorni dal trattamento, alla raccolta commerciale, l’indoxacarb ha mostrato un <strong>residuo</strong>pari a 0.43 ± 0.17 mg/kg (tabella 3, figura 5).Indoxacarb1,81,61,41,210,80,60,40,200 5 10 15 20 25daysFigura 5. Curva <strong>di</strong> degradazione <strong>del</strong>l’indoxacarb su uva dopo il trattamento in campo. Lebarre <strong>di</strong> errore rappresentano la deviazione standard calcolata su quattro campionireplicati.Per quanto riguarda il boscalid (MRL=5 mg/kg), subito dopo il trattamento il<strong>residuo</strong> riscontrato è stato <strong>di</strong> 3,50 ± 1,91 mg/kg, dunque al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> limite legale. Alraggiungimento <strong>del</strong> suo intervallo <strong>di</strong> sicurezza, ovvero dopo 35 giorni dal trattamento, hamostrato un <strong>residuo</strong> pari a 4,23 ± 2,02 mg/kg, non statisticamente <strong>di</strong>fferente da quelloregistrato al tempo 0 (tabella 3, figura 6).Boscalid6,565,554,543,530 5 10 15 20 25 30 35 40daysFigura 6. Curva <strong>di</strong> degradazione <strong>del</strong> boscalid su uva dopo il trattamento in campo. Lebarre <strong>di</strong> errore rappresentano la deviazione standard calcolata su quattro campionireplicati.21


Le curve <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento <strong>del</strong>l’iprovalicarb e <strong>del</strong>l’indoxacarb (figura 4 e figura 5)mostrano un lento decremento <strong>nella</strong> prima settimana con un <strong>residuo</strong> persistente dopo 10giorni e un lento deca<strong>di</strong>mento fino al 21° giorno. Boscalid mostra un’estrema stabilitàdurante tutti i 35 giorni <strong>del</strong>l’esperimento, in accordo con quanto riportato in letteratura daCus et al., che ne segnala l’elevata persistenza sull’uva e durante la vinificazione [28,29]. L’alta deviazione standard dei residui osservata è compatibile con quella relativa agliesperimenti svolti in pieno campo [30].Tabella 3. Residui <strong>di</strong> iprovalicarb, indoxacarb e boscalid su uva dopo il trattamento <strong>di</strong>campo (n = 4),Iprovalicarb Indoxacarb BoscalidPHI (giorni) 20 10 35MRL (mg/kg) su uva 2.0 2.0 5.0gg dal trattamento(mg/kg ± SD)-0 n.d. n.d. n.d.0 2.21 ± 0.32 1.51 ± 0.20 3.50 ± 1.913 1.95 ± 0.44 1.10 ± 0.277 1.25 ± 0.30 0.90 ± 0.16 5.04 ± 1.2610 1.56 ± 0.07 1.33 ± 0.3714 1.30 ± 0.25 0.80 ± 0.0921 0.81 ± 0.14 0.43 ± 0.17 4.00 ± 1.0428 4.93 ± 1.36354.23 ± 2.02Tutti gli esperimenti hanno mostrato un completo trasferimento dei residuidall’uva al mosto (tabella 4). Le fecce separate dal mosto tramite centrifugazione,22


nonostante rappresentassero solo il 4% in peso, hanno mostrato una grande capacità <strong>di</strong>abbattimento dei residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>. In particolare il mosto centrifugato ha mostrato una<strong>riduzione</strong> <strong>del</strong> contenuto <strong>di</strong> residui <strong>del</strong> 64% per l’iprovalicarb, <strong>del</strong> 74% per l’indoxacarb<strong>del</strong> 65% per il boscalid (tabella 4). Nel caso <strong>del</strong>la vinificazione con macerazione, iresidui <strong>di</strong> iprovalicarb riscontrati sono stati pari a 0,36 ± 0,12 mg/L, mentre la frazionecontenuta nelle vinacce ammontava a circa il circa il 16% e il <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> pesticida pari a2,90 ± 0,03 mg/kg.Tabella 4. Residui <strong>di</strong> iprovalicarb, indoxacarb e boscalid nel mosto e nel vino (mg/L)nelle fecce e nelle vinacce (mg/kg), dopo la vinificazione (n = 4)Iprovalicarb Indoxacarb BoscalidUva 0.81 ± 0.14 0.43 ± 0.17 4.23 ± 2.02Mosto 0.79 ± 0.27 0.54 ± 0.14 4.26 ± 1.28Mosto centrifugato 0.29 ± 0.09 0.14 ± 0.10 1.50 ± 0.94Vino bianco 0.57 ± 0.18 0.05 ± 0.01 2.18 ± 0.49Fecce 5.75 ± 0.06 11.73 ± 0.08 56.12 ± 1.50Valore teorico calcolato 0.80 ± 0.04 0,52 ± 0.06 4.42 ± 0.65Vino rosso 0.36 ± 0.12 n.d 1.00 ± 0.32Vinacce 2.90 ± 0.03 3.10 ± 0.04 20.05 ± 0.95Valore teorico calcolato 0.83 ± 0.03 0.50 ± 0.09 4.21 ± 0.80Nel vino bianco, ottenuto dunque dalla macerazione senza bucce, si è osservatauna minore rimozione dei pestici<strong>di</strong> da parte <strong>del</strong>le fecce e un più alto <strong>residuo</strong> me<strong>di</strong>o suvino (tabella 4). E’ stato altresì calcolato l’ammontare teorico <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> presente nelvino, partendo dal <strong>residuo</strong> riscontrato sull’uva e tenendo in considerazione le per<strong>di</strong>te inpeso date dalle procedure <strong>di</strong> vinificazione. La somma <strong>del</strong>l’ammontare dei residui nellefecce e nel vino bianco, nelle vinacce e nel vino rosso è stata pari a 0,80 mg/L per il vinobianco e <strong>di</strong> 0,83 mg/L per il rosso. Entrambi i valori sono comparabili con quelli ritrovatinel mosto (0,79 ± 0,27 mg/L) e nell’uva omogeneizzata (0,81 ± 0,14 mg/L) (tabella 4).23


Questi dati concordano con quelli riportati da Gonzales-Rodriguez et al., [31] chemostrano una per<strong>di</strong>ta me<strong>di</strong>a per adsorbimento <strong>di</strong> circa il 50% <strong>del</strong> <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> iprovalicarbnel mosto. I residui <strong>di</strong> indoxacarb ritrovati nel vino bianco sono stati pari a 0,05 ± 0,01,mentre su vino rosso sono risultati non determinabili. L’analisi dei residui <strong>del</strong>le fecce e<strong>del</strong>le vinacce ha mostrato un livello <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> 11,73 ± 0,08 mg/kg e <strong>di</strong> 3,10 ± 0,04mg/kg rispettivamente. Il <strong>residuo</strong> corretto per l’ammontare <strong>del</strong>le fecce e <strong>del</strong>le vinaccepermette <strong>di</strong> calcolare un <strong>residuo</strong> <strong>di</strong> 0,52 mg/L per il vino bianco e <strong>di</strong> 0,50 mg/L per ilvino rosso (tabella 4). Le analisi dei vini hanno mostrato una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> <strong>residuo</strong> peril boscalid pari al 50 e 70% rispettivamente, con un <strong>residuo</strong> finale <strong>del</strong>le fecce e nellevinacce <strong>di</strong> 56,12 ± 1,50 e 20,05 ± 0,95 mg/L (tabella 4). Il <strong>residuo</strong> totale calcolato per ilboscalid è stato <strong>di</strong> 4,42 ± 0,65 mg per il vino bianco e <strong>di</strong> 4,21 ± 0,80 mg/L per il rosso. Intutti gli esperimenti il quantitativo teorico calcolato è stato uguale ai valori trovati nellematrici <strong>di</strong> partenza, cioè mosto senza bucce per il bianco e uva pigiata e <strong>di</strong>raspata per ilrosso, in<strong>di</strong>cando perciò che la <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> pesticida era esclusivamente da attribuireall’effetto <strong>di</strong> assorbimento e immobilizzazione <strong>del</strong>le fecce e <strong>del</strong>le vinacce e nessuna<strong>di</strong>minuzione poteva essere attribuita a processi <strong>di</strong> degradazione.Chiarificazione: Per valutare l’azione <strong>del</strong>la chiarificazione sull’abbattimento deiresidui su mosto e vino, le matrici sono state ad<strong>di</strong>zionate con concentrazioni <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>simili a quelle riscontrate sull’uva alla raccolta commerciale. Le concentrazioni utilizzatesono state 0,80, 0,45 e 4,00 mg/L per iprovalicarb, indoxacarb e boscalid rispettivamente.I primi due sono stati completamente adsorbiti dalla caseina 20 e 50 g/hL e dalla gelatina.L’iprovalicarb è stato completamente adsorbito anche dalla bentonite, mentre neiconfronti <strong>del</strong>l’indoxacarb la bentonite ha ridotto <strong>del</strong> 50% il <strong>residuo</strong>. Il boscalid è statoridotto <strong>di</strong> circa il 50% utilizzando bentonite, caseina 50 e gelatina, mentre non cambiavautilizzando caseina 20. Svariati esperimenti sono stati condotti su <strong>di</strong>fferenti pestici<strong>di</strong> pervalutare la capacità dei proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> chiarificazione <strong>nella</strong> <strong>riduzione</strong> dei residui <strong>di</strong>pestici<strong>di</strong> [32, 33, 34]. Il risultato <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> conferma che la bentonite e la gelatinapossiedono la migliore azione nell’abbattimento dei residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>, nonostantel’ammontare rimosso sia comunque pesticida <strong>di</strong>pendente.24


ConclusioniAl momento <strong>del</strong>la raccolta commerciale i tre pestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati mostrano residuiinferiori all’MRL, pur in assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>luizione legate all’accrescimento deifrutti. Il boscalid si conferma un pesticida con particolare persistenza ambientale,pertanto si consiglia una particolare attenzione nel suo utilizzo, per evitare il superamentodei limiti legali in seguito a <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> accumulo date da trattamenti ripetuti. Tutti ipestici<strong>di</strong> oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o vengono trasferiti completamente dall’uva al mosto mapresentano una buona affinità per le fecce e le vinacce che sono dunque in grado <strong>di</strong>ridurne l’ammontare sul vino. In particolare, indoxacarb mostra residui vicino al LODper il vino bianco e risulta non rivelabile nel vino rosso. Le pratiche agricole e le<strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> vinificazione applicate hanno mostrato <strong>di</strong> poter influenzare inmaniera critica la <strong>di</strong>minuzione e, in qualche caso, la completa scomparsa dei residui.Questo fatto <strong>di</strong>pende sia dalla concentrazione iniziale <strong>del</strong> pesticida sul grappolo almomento <strong>del</strong>la raccolta, sia dalla tecnologia <strong>di</strong> vinificazione utilizzata. Gli esperimenti <strong>di</strong>chiarificazione hanno mostrato una buona capacità dei chiarificanti <strong>di</strong> ridurre i residui ipestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati sul vino. Tra i composti stu<strong>di</strong>ati, solo indoxacarb può essere utilizzato<strong>nella</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>l’uva da vino finalizzata all’ottenimento <strong>di</strong> vini senza residuideterminabili <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>. Iprovalicarb potrebbe invece essere utilizzato solo sesomministrato ai dosaggi più bassi. Di contro boscalid ha mostrato la maggiorepersistenza e capacità <strong>di</strong> accumulo, e dunque il maggior <strong>rischio</strong> <strong>di</strong> ottenere un <strong>residuo</strong> inseguito al suo utilizzo. Si consiglia pertanto <strong>di</strong> evitare per quanto possibile i trattamentiripetuti a base <strong>di</strong> questo principio attivo, soprattutto in prossimità <strong>del</strong>la raccolta.25


ANALISI DEI RESIDUI DI FAMOXADONE, FENAMIDONE,FENHEXAMID E IPRODIONE SU POMODORO IN COLTURA PROTETTAIntroduzioneIl pomodoro (Solanum lycopersicum L.) è una <strong>del</strong>le più importanti <strong>colture</strong> orticoleal mondo. L’Italia è il maggiore produttore europeo con circa il 38% <strong>del</strong>l’interaproduzione <strong>del</strong>l’EU-27 e una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> oltre 6,4 milioni <strong>di</strong> ton<strong>nella</strong>te <strong>di</strong> prodotto peranno, includendo anche il pomodoro da industria [1]. Nonostante il pomodoro coltivatoin serra rappresenti una parte minoritaria <strong>del</strong>la produzione totale, ricopre ugualmente unruolo fondamentale nell’alimentazione dei paesi <strong>del</strong> Me<strong>di</strong>terraneo e rappresenta laprincipale coltura orticola destagionalizzata sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>del</strong>la produzione, siaper il consumo pro capite. Accanto agli innegabili vantaggi <strong>di</strong> poter coltivare incon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> parziale controllo ambientale, con temperature più alte e assenza <strong>di</strong> vento,le “<strong>colture</strong> protette” pongono anche svariate problematiche, soprattutto legate al controllofitosanitario. L’elevata umi<strong>di</strong>tà associata a temperature miti sono tipiche con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>serra, che possono favorire l’insorgere <strong>di</strong> problemi fitosanitari come la peronospora(Phytophtora infestans) e la muffa grigia (Botrytis cinerea) [36, 37].Nell’applicazione <strong>di</strong> <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> lotta integrata (IPM, Integrated PestManagement) utilizzate nel controllo <strong>del</strong>le avversità fungine, viene fortementeraccomandato l’utilizzo <strong>di</strong> fungici<strong>di</strong> a basso impatto ambientale che possiedano <strong>di</strong>fferentisiti d’azione in maniera da ridurre il <strong>rischio</strong> <strong>di</strong> resistenze indotte [38]. Il fenamidone,fungicida appartenente alla famiglia degli imidazolinoni [(S)-1-anilino-4-methyl-2-methylthio-4-phenylimidazolin-5-one], e il famoxadone, un oxazolo [(RS)-3-anilino-5-methyl-5-(4-phenoxyphenyl)-1,3-oxazoli<strong>di</strong>ne-2,4-<strong>di</strong>one] sono entrambi efficaci nelcontenimento <strong>del</strong>la peronospora agendo a livello <strong>del</strong> complesso <strong>del</strong> citocromo bc1,inibendo la <strong>di</strong>fferenziazione <strong>del</strong>lo sporangio e la conseguente liberazione <strong>del</strong>le zoospore,causandone la lisi cellulare in un tempo rapi<strong>di</strong>ssimo[39, 40, 41].La fenhexamid, appartenente alla famiglia <strong>del</strong>le idrossianili<strong>di</strong> [N-(2,3-<strong>di</strong>chloro-4-hydroxylphenyl)-1-methylcyclohexanecarboxamide] e l’ipro<strong>di</strong>one, una <strong>di</strong>carbossimide[3-(3,5-<strong>di</strong>chlorophenyl)-N-isopropyl-2,4-<strong>di</strong>oxoimidazoli<strong>di</strong>ne-1-carboxamide], inibiscono26


invece la sintesi <strong>di</strong> DNA e RNA impedendo la <strong>di</strong>visione cellulare. Entrambi sonoimpiegati nel controllo <strong>del</strong>la muffa grigia e agiscono impedendo l’allungamento deitubuli geminativi [42, 43, 44].In bibliografia esistono svariati meto<strong>di</strong> analitici riguardanti i fungici<strong>di</strong> oggetto <strong>del</strong>presente lavoro [45-49] anche se non è stato trovato alcun dato relativo alla cineticadegradativa, a parte per l’ipro<strong>di</strong>one. [50, 51].L’obiettivo <strong>del</strong> presente lavoro era quello <strong>di</strong> mettere a punto e validare unameto<strong>di</strong>ca QuEChERS per l’analisi quantitativa <strong>del</strong> fenamidone, famoxadone, fenhexamide ipro<strong>di</strong>one su pomodoro, determinando nel contempo i livelli <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> sulle bacchedopo il trattamento. Infine <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le curve <strong>di</strong> degradazione e il comportamento deiresidui e <strong>di</strong> valutare l’influenza <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>le bacche sul deposito <strong>del</strong> pesticida.Materiali e meto<strong>di</strong>Prove <strong>di</strong> campo: le prove sono state svolte nell’azienda orticola sperimentale<strong>del</strong>l’Agenzia per la Ricerca in Agricoltura <strong>del</strong>la Sardegna situata in agro <strong>di</strong> Uta (CA) inuna serra in ferro-vetro <strong>di</strong> 600 m 2 equipaggiata con un impianto <strong>di</strong> irrigazione localizzato“a goccia”. Le prove sono partite alla fine <strong>di</strong> agosto su pomodoro (Solanumlycopersicum) appartenente a due cultivar <strong>di</strong>fferenti: la prima, denominatacommercialmente “Shiren”, era un pomodoro grappolato con bacche <strong>del</strong> peso me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>18 grammi, mentre la seconda, “Caramba”, aveva bacche <strong>del</strong> peso me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 233 grammi.Le piante <strong>di</strong> pomodoro sono state trapiantate in file binate con un sesto <strong>di</strong> 40 x 20 cm.Ogni bina è stata <strong>di</strong>stanziata dalla successiva da un camminamento <strong>di</strong> 1,60 metri. Tutte lepiante venivano irrigate tramite un impianto a goccia. Il <strong>di</strong>segno sperimentale utilizzato èstato il blocco randomizzato con quattro replicazioni. Ogni blocco comprendeva 32piante con parcelle <strong>di</strong> 8 piante. Ogni trattamento è stato effettuato utilizzando una pompaa spalla mo<strong>del</strong>lo Robin 5.0 EY20 (Subaru, Giappone), utilizzando circa 8 hl ha -1 d’acqua.I formulati commerciali Equation Pro (22,5% <strong>di</strong> famoxadone, 0.40 kg ha -1 ; DuPont CropProtection), Oracle (4% <strong>di</strong> fenamidone, 3 kg ha -1 ; Bayer Cropscience), Teldor (50% <strong>di</strong>fehexamid, 1,5 kg ha -1 ; Bayer Cropscience) e Rovral FL (27% <strong>di</strong> ipro<strong>di</strong>one 2.4 L ha -1 ;BASF Italia), sono stati utilizzati seguendo le in<strong>di</strong>cazioni dei produttori per quanto27


iguarda le dosi e il modo d’impiego. L’epoca <strong>di</strong> trattamento è stata scelta prendendo inconsiderazione l’intervallo <strong>di</strong> sicurezza (PHI – Pre Harvest Interval) <strong>di</strong> ogni singolofungicida e la maturazione commerciale <strong>del</strong>le bacche. I campionamenti sono stati fattiprima e dopo il trattamento e ripetuti ad intervalli prefissati in relazione al fungicidastu<strong>di</strong>ato (tabella 7, 8).ClH 3 COOCl N NOHNOOONNHBOACH 3NH ClH 3 CNS CH 3ONClOHNDOHCFigura 7. Formule <strong>di</strong> struttura <strong>di</strong> ipro<strong>di</strong>one (A), famoxadone (B), fenamidone (C) efenhexamide (D).Standard e reagenti: Gli standard analitici certificati <strong>di</strong> famoxadone, fenhexamid eipro<strong>di</strong>one, con purezza ≥ 99,7%, sono stati forniti da Dr. Ehrenstorfer (Lab serviceAnalitica, Milano). I solventi utilizzati (acetonitrile, esano e acetone) erano <strong>di</strong> purezzaanalitica per analisi <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> (Carlo Erba, Milano), come anche il magnesio solfatoanidro e il cloruro <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o utilizzati (Sigma Aldrich, Milano). Le soluzioni standard sonostate preparate in acetone alla concentrazione <strong>di</strong> 700 mg l -1 . Le soluzioni standard <strong>di</strong>28


lavoro sono state preparate giornalmente tramite <strong>di</strong>luizione <strong>del</strong>la soluzione madre con gliestratti in matrice provenienti da campioni <strong>di</strong> controllo non trattati.Procedura <strong>di</strong> estrazione: per la fase <strong>di</strong> estrazione è stata utilizzata una meto<strong>di</strong>caQuEChERS mo<strong>di</strong>ficata allo scopo [52]. Dopo la raccolta i campioni <strong>di</strong> pomodoro sonostati tritati e omogeneizzati tramite un miscelatore semi-industriale (Malavasi, Bologna).E’ stata prelevata un’aliquota <strong>di</strong> 5 g <strong>di</strong> campione omogeneo e posta in una provetta contappo a vite <strong>di</strong> 30 ml dopo l’aggiunta <strong>di</strong> 10 mL <strong>di</strong> una soluzione <strong>di</strong> acetonitrile, 3 g <strong>di</strong>MgSO 4 anidro e 2 g <strong>di</strong> NaCl. La provetta è stata posta per 15 min in un agitatore rotante(Falc Instruments, Bergamo). Successivamente alla separazione <strong>del</strong>le fasi è stato fattoevaporare in flusso <strong>di</strong> azoto 1 ml <strong>di</strong> acetonitrile. Il <strong>residuo</strong> è stato prelevato tramite 1 ml<strong>di</strong> soluzione <strong>di</strong> acetone esano -1 (1:1, v v -1 ) e iniettato senza alcun clean-up <strong>di</strong>rettamentenel GC per l’analisi.Analisi GC-NPD: per l’analisi dei pestici<strong>di</strong> è stato utilizzato un gas cromatografoTQ Trace accoppiato con un AS2000 (Thermo Quest, Milano), un iniettore split-splitlesscon detector NPD 80 e un Thermo Quest CE ver. 1.05 chemstation. E’ stata utilizzata unacolonna analitica DB 17 MS (lunghezza 30 m, <strong>di</strong>ametro interno 0,25 mm, spessore <strong>del</strong>film 0,25 µm) (J&W Scientific, Alltech Italia, Milano), elio come gas <strong>di</strong> trasporto e N 2come make-up, entrambi a 150 kPa. L’iniettore e il detector sono stati settatirispettivamente a 200°C e 280°C. Il campione <strong>di</strong> 2 µL è stato iniettato in modo split(1:20). La temperatura <strong>del</strong> forno è stata programmata come segue: 150°C per 1 min,successivamente innalzata fino a 290°C ad una velocità <strong>di</strong> 20°C/min e tenuta per 11minuti. Le con<strong>di</strong>zioni operative <strong>del</strong> detector NPD sono state impostate come segue:corrente 2800A, voltaggio <strong>di</strong> polarizzazione 3,5V, temperatura base 280°C, aria 60 mlmin -1 , H 2 2,3 ml min -1 .I grafici <strong>di</strong> calibrazione sono stati calcolati integrando l’area <strong>del</strong> picco deicromatogrammi sulla concentrazione (mg kg -1 ). E’ stata raggiunta una buona linearità(range <strong>di</strong> linearità) tra0,01 e 1,00 mg kg -1 con un coefficiente <strong>di</strong> correlazione me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>0,9998 e un CV


Validazione <strong>del</strong> metodo: Il metodo sperimentale è stato validato tramite ladeterminazione <strong>del</strong> coefficiente <strong>di</strong> variazione (CV) <strong>del</strong>la ripetibilità e <strong>del</strong>la precisioneinterme<strong>di</strong>a, dei recuperi e <strong>del</strong>la linearità. La ripetibilità (r) è stata calcolata tramitel’analisi ripetuta <strong>di</strong> 6 campioni <strong>di</strong> pomodoro ogni giorno, mentre la precisione interme<strong>di</strong>a(IP) è stata calcolata tramite l’analisi <strong>di</strong> sei campioni al giorno per sei giorni <strong>di</strong>fferenti,per un totale <strong>di</strong> 36 campioni. Ogni campione apparteneva ad un esperimentoin<strong>di</strong>pendente. I campioni non trattati <strong>di</strong> pomodoro per entrambe le cultivar sono statifortificati con 0,01 - 0,50 - 1,00 mg kg -1 <strong>di</strong> famoxadone, fenamidone, fenhexamid eipro<strong>di</strong>one. I risultati dei recuperi sono stati comparati con le soluzioni standard inmatrice, utilizzando quattro replicati per ogni concentrazione. L’effetto matrice è statovalutato comparando il responso analitico dei pestici<strong>di</strong> <strong>di</strong>sciolti in acetone/esano conquelli estratti in matrice. La linearità è stata valutata analizzando cinque curve <strong>di</strong>calibrazione.Analisi statistica: I dati ottenuti sono stati elaborati utilizzando l’analisi <strong>del</strong>lavarianza (ANOVA) tramite il software “MSTAT-C” (1991) con p


Risultati e <strong>di</strong>scussioneMetodo analitico: Il metodo utilizzato ha permesso una buona separazione per iquattro pestici<strong>di</strong> (ipro<strong>di</strong>one 5,76 min, fenhexamide 7,7777 min, fenamidone 8,94 min efamoxadone 15,84 min) (Figura 8).Figura 8. . Cromatogramma GC-NPD <strong>di</strong> ipro<strong>di</strong>one (A), famoxadone (B), fenamidone (C)e fenhexamide (D) a 0.5 mg kg -1 , in matrice pomodoro. oro.Il <strong>di</strong>segno sperimentale utilizzato ha consentito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le curve <strong>di</strong>degradazione dei fungici<strong>di</strong> dopo il trattamento in campo e <strong>di</strong> determinare l’ammontare <strong>di</strong>pesticida alla raccolta e <strong>di</strong> valutare l’effetto <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>le bacche <strong>di</strong> pomodorosui residui. Sono state preparate “curve <strong>di</strong> calibrazione” con cinque punti a partire da0,01 fino a 1,00 mg/L e il coefficiente <strong>di</strong> correlazione (R2) ottenuto, variabile tra 0,9998e 1,0000 ha mostrato una buona linearità <strong>del</strong>l’NPD detector, con un CV% <strong>di</strong> 3% (Tabella5)31


Tabella 5. Limiti strumentali <strong>di</strong> quantificazione (LOQ) e <strong>di</strong> determinazione (LOD) <strong>di</strong>fenamidone, famoxadone, fenhexamid e ipro<strong>di</strong>one su pomodoro (mg kg -1 ). Coefficiente<strong>di</strong> correlazione (R 2 ) e CV% for calibration linearity.Fenamidone Famoxadone Fenhexamid Ipro<strong>di</strong>onePHI 7 10 1 21MRL 0.5 1.0 1.0 5.0LOD 0.005 0.006 0.005 0.005LOQ 0.011 0.013 0.010 0.011R 2 ± CV% 0.9998 ± 2 0.9999 ± 1 0.9999 ± 2 1.0000 ± 3Non sono stati trovati picchi d’interferenti nel range cromatografico d’interesse epertanto non si è reso necessario alcun clean-up. Il limite <strong>di</strong> quantificazione <strong>del</strong>lostrumento (LOQs) e <strong>di</strong> determinazione (LODs) sono stati calcolati come 3 e 10 volte ilrapporto segnale rumore; tutti i pestici<strong>di</strong> hanno mostrato LOQ molto <strong>di</strong>stanti dai propriMRLs fissati dalle vigenti normative comunitarie (tabella 5).I dati sulla precisione sono stati ottenuti dai recuperi effettuati in 4 replicati perogni pesticida a 0,01 – 0,50 e 1,00 mg kg -1 . Il metodo QuEChERS mo<strong>di</strong>ficato hamostrato buoni recuperi per tutti i fungici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati, in accordo a quanto riportato da ECSANCO/10684/2009, con valori variabili tra 75 e 102% e coefficienti <strong>di</strong> variabilitàcompresi tra 1 e 9% nel caso più sfavorevole (tabella 6) [27].32


Tabella 6. Parametri <strong>di</strong> validazione per fenamidone, famoxadone, fenhexamid eipro<strong>di</strong>one su pomodoro a tre <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> fortificazione.Fenamidone Famoxadone Fenhexamid Ipro<strong>di</strong>onemg kg -1Ripetibilità (n=6) CV%0.01 9.4 8.2 8.1 3.20.50 8.5 4.5 4.1 1.31.00 4.6 5.4 7.8 6.0Precisione interme<strong>di</strong>a (n=36) CV%0.01 4.5 9.8 9.3 9.80.50 4.1 5.0 4.8 4.11.00 4.2 4.1 5.5 2.9Recuperi % (n=4) ± CV%0.01 100 ± 9 75 ± 3 84 ± 7 78 ± 80.50 75 ± 4 82 ± 7 87 ± 1 105 ± 21.00 92 ± 3 83 ± 6 101 ± 3 84 ± 3I valori ottenuti confermano che il metodo proposto è valido per ladeterminazione dei residui dei pesticide stu<strong>di</strong>ati su pomodoro. La ripetibilità (r) è statavalutata per n=6 e la precisione interme<strong>di</strong>a (IP) per n=36. Buoni risultati sono statiottenuti per tutti i test (CV ≤ 9,8) in accordo con la <strong>di</strong>rettiva EC SANCO/10684/2009[27]. Il massimo coefficiente <strong>di</strong> variazione (CV) è stato quello <strong>del</strong> famoxadone (9,8%<strong>nella</strong> ripetibilità e 8,2% <strong>nella</strong> IP), per il fenamidone (9,4% <strong>nella</strong> ripetibilità e 4,5% <strong>nella</strong>IP), per l’ipro<strong>di</strong>one (6,0% <strong>nella</strong> ripetibilità e 9,8% <strong>nella</strong> precisione interme<strong>di</strong>a) e per lafenhexamid (8,1% <strong>nella</strong> ripetibilità e 9,3% <strong>nella</strong> precisione interme<strong>di</strong>a) (tabella 6).33


Analisi dei residui: Subito dopo il trattamento tutti i pestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati hannomostrato livelli <strong>di</strong> residui sotto il massimo <strong>residuo</strong> ammesso per legge (MRLs). Sullacultivar Shiren, fenamidone e famoxadone hanno mostrato residui pari a 0,14 e 0,10 mgkg -1rispettivamente, seguendo un rapido decremento fino al raggiungimento <strong>del</strong> PHI erimanendo piuttosto stabili per la rimanente durata <strong>del</strong>l’esperimento (tabella 7).Tabella 7. Residui (mg kg - 1 ± SD) <strong>di</strong> fenamidone, famoxadone, fenhexamid e ipro<strong>di</strong>onesu pomodoro cv Shiren dopo trattamenti <strong>di</strong> campo (n = 4).Giorni daltrattamentoFenamidone Famoxadone FenhexamidIpro<strong>di</strong>one-0* n.d. n.d. n.d. n.d.0 0.14 ± 0.02 0.10 ± 0.01 0.61 ± 0.12 0.85 ± 0.231 0.09 ± 0.02 0.38 ± 0.103 0.04 ± 0.01 0.08 ± 0.00 0.24 ± 0.077 0.06 ± 0.01 0.05 ± 0.01 0.23 ± 0.01 0.74 ± 0.2410 0.05 ± 0.00 0.02 ± 0.01 0.20 ± 0.0216 0.02 ± 0.01 0.01 ± 0.00 0.09 ± 0.0321 0.43 ± 0.1324 0.03 ± 0.01 0.02 ± 0.01 0.10 ± 0.0330 0.36 ± 0.20* prima <strong>del</strong> trattamenton.d. – non determinabile34


Sulla cultivar Caramba sono stati riscontrati residui inferiori e pari a 0,06 e 0,02mg kg -1 rispettivamente , vicino al LOQ strumentale (tabella 8).Tabella 8. Residui (mg kg -1 ± SD) <strong>di</strong> fenamidone, famoxadone, fenhexamid e ipro<strong>di</strong>onesu pomodoro cv Caramba dopo il trattamento (n = 4)Giorni daltrattamentoFenamidone Famoxadone Fenhexamid Ipro<strong>di</strong>one-0* n.d. n.d. n.d. n.d.0 0.06 ± 0.02 0.02 ± 0.01 0.25 ± 0.06 0.16 ± 0.041 0.03 ± 0.02 0.21 ± 0.053 0.03 ± 0.00 0.01 ± 0.00 0.13 ± 0.027 0.02 ± 0.01 0.01 ± 0.01 0.09 ± 0.04 0.12 ± 0.0510 0.02 ± 0.01 0.01 ± 0.00 0.08 ± 0.0516 0.03 ± 0.01 0.01 ± 0.00 0.11 ± 0.0221 0.10 ± 0.0324 0.02 ± 0.01 0.01 ± 0.01 0.09 ± 0.0730 0.10 ± 0.00* prima <strong>del</strong> trattamenton.d. – non determinabileLo stu<strong>di</strong>o è durato 24 giorni, nonostante il PHI <strong>di</strong> famoxadone e fenamidone siapari a 10 e 7 giorni, in maniera da permettere una migliore valutazione <strong>del</strong>la lorodegradazione. Per quanto riguarda fenhexamid, su “Shiren” e “caramba” i residuiimme<strong>di</strong>atamente dopo il trattamento sono stati pari a 0,61 e 0,25 mg kg -1 . Alraggiungimento <strong>del</strong> PHI (1 giorno) i residui erano pari a 0,38 e 0,21 mg kg -1 . Ipro<strong>di</strong>oneha mostrato i più alti valori <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> su “Shiren” (0,85 mg kg -1 ), comunque inferiori alproprio MRL (5 mg kg -1 ) su pomodoro. Al raggiungimento <strong>del</strong> PHI (21 giorni) i residuihanno mostrato un <strong>di</strong>mezzamento sulla cv Shiren, rimanendo successivamente costanti35


fino al 30° giorno. Sulla cv caramba la <strong>di</strong>minuzione è stata meno consistente con valoriperlopiù costanti durante tutto l’esperimento. Considerando la me<strong>di</strong>a dei residui trovatisu entrambe le cultivar, “Shiren” ha mostrato residui più elevate in tutti gli esperimenti(tabella 7, 8). Le <strong>di</strong>fferenze osservate <strong>nella</strong> deposizione iniziale dei residui dopo iltrattamento possono essere spiegate tenendo in considerazione la <strong>di</strong>fferente pezzatura<strong>del</strong>le due cultivar. Entrambe sono varietà con bacche a grappolo, con “Shiren”appartenente ai cosiddetti pomodori cherry con bacche <strong>di</strong> piccola <strong>di</strong>mensione, e unrapporto superficie/peso <strong>di</strong> 1,8, mentre caramba possiede bacche più gran<strong>di</strong> con unrapporto superficie/peso inferiore, pari a 0,8 (tabella 9).Tabella 9. Peso me<strong>di</strong>o, superficie e rapporto superficie peso -1 (cm 2 g -1 ) <strong>del</strong>le cv. Shiren eCarambaCultivarPeso me<strong>di</strong>o(g ± SD)Me<strong>di</strong>a ± SD<strong>del</strong> raggiominimo emassimo (r)<strong>del</strong>le bacche(cm)Superficieteorica(cm 2 )Rapporto superficiepeso -1(cm 2 g -1 )Shiren 18 ± 1 1.6 ± 0.2 33 1.8Caramba 233 ± 5 3.8 ± 0.3 183 0.8* la superficie è stata calcolata come 4 π r 2I trattamenti effettuati, pur utilizzando uguali valori <strong>di</strong> principio attivo (g hl -1 ) euguali volumi d’acqua (hl ha -1 ) hanno dato <strong>di</strong>fferenti valori <strong>di</strong> <strong>residuo</strong>. Frutti con unaminore superficie esposta a parità <strong>di</strong> peso hanno una minore deposizione iniziale <strong>di</strong>pesticida e dunque mostrano residui più bassi [53]. I dati mostrano comunque che gliMRL e i PHI fissati per le molecole oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sono in grado <strong>di</strong> assicurare residuisotto il limite legale nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> serra. Fenamidone, famoxadone e fenhexamidhanno mostrato una <strong>di</strong>minuzione <strong>del</strong> <strong>residuo</strong> iniziale <strong>nella</strong> prima settimana, rimanendopressoché stabili durante la restante parte <strong>del</strong>l’esperimento. Questo fatto può esseremeglio valutato sulla cultivar Shiren rispetto alla Caramba, probabilmente perché haraggiunto il peso definitivo <strong>del</strong>le bacche in circa una settimana, rimanendo36


successivamente stabile, mentre Caramba erano pressoché alla loro <strong>di</strong>mensione finalequando il trattamento è stato effettuato. Per quanto riguarda fenhexamid è invecepossibile osservare un decremento <strong>del</strong> <strong>residuo</strong> anche dopo il 16° giorno.I dati <strong>di</strong>sponibili in letteratura riportano come la fotodegradazione sia laprincipale componente <strong>nella</strong> scomparsa dei pestici<strong>di</strong> in campo [54-58]. Stu<strong>di</strong> sulladegradazione <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> effettuati su pesco hanno mostrato una più elevata degradazionein campo rispetto alla serra [59]. L’analisi dei pestici<strong>di</strong> e la contemporanea valutazione<strong>del</strong>l’ingrossamento dei frutti ha confermato che in coltura protetta la <strong>di</strong>minuzione deiresidui è attribuibile esclusivamente all’effetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>luizione, mentre in pieno campo è inparte dovuta all’effetto <strong>del</strong>la ra<strong>di</strong>azione solare [59]. Questi dati sono confermati da altristu<strong>di</strong> che in<strong>di</strong>cano una più elevata persistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti pestici<strong>di</strong> su pomodoro incoltura protetta. [60, 61]. All’intervallo <strong>di</strong> sicurezza (PHI) i fungici<strong>di</strong> oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>omostrano residui piuttosto stabili che possono essere spiegati considerando che dopo unasettimana le bacche hanno raggiunto la loro <strong>di</strong>mensione finale e nessuna <strong>di</strong>luizione deiresidui dovuta alla crescita <strong>del</strong> frutto può avvenire. Il <strong>di</strong>fferente comportamento<strong>del</strong>l’ipro<strong>di</strong>one non può invece essere spiegato considerando la crescita dei frutti, maesclusivamente con processi <strong>di</strong> degradazione. Risultati simili all’ipro<strong>di</strong>one sono statiottenuti in stu<strong>di</strong> sulla cultivar “belladonna” in serra da Omirou et al. [50]. Prove in serracon famoxadone hanno mostrato residui comparabili con quelli trovati sulla cultivarshiren nei nostri esperimenti. Nessun dato è stato trovato in letteratura riguardante ladeposizione e degradazione <strong>di</strong> fenhexamid e fenamidone su pomodoro in serra.ConclusioniIl presente metodo gas cromatografico è stato sviluppato e validato per l’analisi <strong>di</strong>famoxadone, fenhexamid, fenamidone e ipro<strong>di</strong>one su pomodoro. I valori ottenutiin<strong>di</strong>cano che la ripetibilità, precisione interme<strong>di</strong>a e accuratezza <strong>del</strong> metodo sonosod<strong>di</strong>sfacenti per l’analisi dei pestici<strong>di</strong>. Tutti i pestici<strong>di</strong> hanno mostrato valori al PHIsotto l’MRL fissato dall’UE su pomodoro. La degradazione dei fungici<strong>di</strong> in serra è statacausata solo dall’effetto <strong>di</strong>luizione dovuto alla crescita <strong>del</strong>le bacche, mostrandoun’elevata persistenza quando la <strong>di</strong>mensione finale è stata raggiunta. A questo37


comportamento fa eccezione l’ipro<strong>di</strong>one, che ha mostrato una certa degradazione durantel’esperimento. Per questa ragione il loro utilizzo su bacche in un avanzato sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong>crescita dovrebbe essere controllato attentamente o ad<strong>di</strong>rittura evitato. Il rapportosuperficie peso <strong>del</strong>le bacche ha mostrato una <strong>di</strong>retta correlazione con il deposito iniziale<strong>di</strong> pesticida sui frutti, con il pomodoro tipo “cherry” più soggetto ad accumulo per via<strong>del</strong>la maggiore superficie esposta al trattamento. Ulteriori stu<strong>di</strong> sui pestici<strong>di</strong> utilizzati supomodoro in serra sarebbero auspicabili, in maniera da chiarirne meglio ilcomportamento e stimarne il <strong>rischio</strong> <strong>residuo</strong> in funzione <strong>del</strong>le <strong>di</strong>fferenti cultivar e sistemi<strong>di</strong> conduzione agronomica.38


VALUTAZIONE DEL RISCHIO-RESIDUO DI ALCUNI FUNGICIDI SUPOMODORO IN COLTURA PROTETTAIntroduzioneLa moderna fitoiatria basa gran parte <strong>del</strong>le sue in<strong>di</strong>cazioni sull’utilizzo deipestici<strong>di</strong>. Purtroppo però il ricorso alla chimica <strong>nella</strong> protezione <strong>del</strong>le piante se da un latoassicura svariati vantaggi, dall’altro non è scevro da rischi. Tali sostanze infatti possonoresiduare e ritrovarsi nell’alimentazione <strong>del</strong> consumatore finale [19], esponendolo arischi <strong>di</strong> varia natura.Con la Comunicazione conosciuta come “Agenda 2000”, che mo<strong>di</strong>fica e amplia ilquadro normativo <strong>del</strong>la riforma agraria <strong>del</strong>ineato dalla cosiddetta “Riforma Mac Sharry”,la Commissione Europea così si esprime: “Esiste un obbligo fondamentale <strong>di</strong> garantirela sicurezza degli alimenti per i consumatori, comunitari e non, e questo aspetto devedunque <strong>di</strong>ventare una priorità fondamentale per la Politica Agricola Comunitaria(PAC)” [80]. Da quel momento tutte le azioni a sostegno <strong>del</strong> settore agricolo, inparticolare tramite l’applicazione dei c.d. Piani <strong>di</strong> Sviluppo Rurale (PSR), hanno dovutoprivilegiare la sicurezza alimentare, il rapporto agricoltura-ambiente e lo sviluppointegrato <strong>del</strong>le campagne. La sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare sonolegate a doppio filo alla sicurezza dei meto<strong>di</strong> produttivi utilizzati. Sebbene la stradamigliore per <strong>di</strong>minuire il <strong>rischio</strong> associato alla presenza <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> suglialimenti e l’ambiente rimanga sempre quella <strong>di</strong> non utilizzarli, per esempio tramiteapplicazione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> agricoltura biologica, molti produttori agricoli non possonofare a meno <strong>di</strong> utilizzare prodotti chimici <strong>nella</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>le <strong>colture</strong>, per assicurare i proprired<strong>di</strong>ti e dei buoni raccolti. Una corretta soluzione <strong>del</strong> problema dovrebbe perciò poterconiugare la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le produzioni con il minor contenuto <strong>di</strong> residui possibile,permettendo l’uso pestici<strong>di</strong> sicuri per l’ambiente coniugando la sicurezza deiconsumatori con i bisogni dei produttori. Con questo intento questo lavoro preliminare hastu<strong>di</strong>ato il comportamento <strong>di</strong> 12 fungici<strong>di</strong> su pomodoro in coltura protetta:cyproconazole, penconazole, tria<strong>di</strong>menol, fenarimol, attivi contro il mal bianco(Oi<strong>di</strong>opsis taurica, Oi<strong>di</strong>um neolycopersici), iprovalicarb, cymoxanil, azoxystrobin, attivi39


contro peronospora (Phytophtora infestans), cypro<strong>di</strong>nil, flu<strong>di</strong>oxonil, tolclofos-methyl,mepanipyrim e pyrimethanil attivi contro muffa grigia (Botrytis cinerea). Dati relativialla degradazione dei pestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati su pomodoro in serra sono stato trovati solo perazoxystrobin, cypro<strong>di</strong>nil, fenarimol, flu<strong>di</strong>oxonil, pyrimethanil e tolclofos-methyl [58,81]. Le prove sono state realizzate su due cultivar <strong>di</strong> pomodoro <strong>di</strong>fferenti in peso e forma,verificando il comportamento dei residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> dal giorno <strong>del</strong> trattamento fino allaloro complete scomparsa, allo scopo <strong>di</strong> fornire utili informazioni sul <strong>rischio</strong> <strong>residuo</strong>relativo all’uso <strong>di</strong> fungici<strong>di</strong> su <strong>colture</strong> confinate.Materiali e meto<strong>di</strong>Prove <strong>di</strong> campo: tutti i fungici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati possedevano l’autorizzazione all’uso supomodoro in tutti gli Stati Membri <strong>del</strong>l’UE, secondo quanto prescritto dal Reg. (CE) N.1107/2009 [24], eccetto che per il fenarimol, la cui registrazione è scaduta durante glistu<strong>di</strong>. Le prove <strong>di</strong> campo sono state pre<strong>di</strong>sposte su due <strong>di</strong>fferenti cultivar <strong>di</strong> pomodoro(Solanum lycopersicum cv. Shiren e Caramba), <strong>di</strong>fferenti per <strong>di</strong>mensione e forma,alleviate in una serra in ferro-vetro <strong>di</strong> 600 m 2 , equipaggiata con un sistema <strong>di</strong>riscaldamento e impianto <strong>di</strong> irrigazione localizzata “a goccia”, situata vicino a Cagliari.Le bacche <strong>del</strong>la cv. Shiren pesavano in me<strong>di</strong>a circa 18 g, ed ogni campione prelevato eracomposto da 16 frutti. Per quanto riguarda la cv. Caramba, le bacche pesavano circa 233g e ogni campione era formato da 8 unità. Le piante <strong>di</strong> pomodoro sono state messe a<strong>di</strong>mora seguendo uno schema a file binate, con una <strong>di</strong>stanza pari a 0,40 x 0,20 m. Ognifila binata era separata dall’altra da un camminamento <strong>di</strong> 2 metri. Gli esperimenti si sonosvolti dal 26 maggio al 28 luglio 2009. Come <strong>di</strong>segno sperimentale è stato utilizzato unblocco randomizzato con quattro replicazioni per ogni test. Ogni blocco conteneva 32piante. I pestici<strong>di</strong> sono stati somministrati in singolo trattamento alle dosi raccomandatedai produttori, utilizzando una pompa a spalla mo<strong>del</strong>lo Robin 5.0 EY20 (Subaru, Japan)ed utilizzando l’equivalente <strong>di</strong> 8 hL d’acqua per ettaro. I formulati commerciali utilizzatisono riportati in Tabella 7.40


Tabella 7. Fungici<strong>di</strong> testati, loro formulati commerciali e relative concentrazioni.Principio attivo Formulato commerciale % p.a.Mepanipyrim Frupica (Sipcam) 50.0Trial 1 Pyrimethanil Scala (Basf) 37.4Azoxystrobin Ortiva (Syngenta) 23.2Cypro<strong>di</strong>nil37.5Switch (Syngenta)Flu<strong>di</strong>oxonil 25.0Trial 2Fenarimol Rubigan 12EC (Dow Agrosciences) 12.3Iprovalicarb Melody compact (Bayer) 4.2Trial 3Cyproconazole Caddy (Bayer) 10.0Cymoxanil Vitene (Sipcam) 30.0Trial 4Tria<strong>di</strong>menol Bayfidan EC (Bayer) 22.9Penconazole Topas 10EC (Syngenta) 10.2Trial 5 Tolclofos methyl Rixolex Gold (Basf) 50.0L’epoca <strong>di</strong> trattamento è stata scelta tenendo in considerazione l’intervallo <strong>di</strong>sicurezza (PHI) dei singoli fungici<strong>di</strong> e lo stato <strong>di</strong> maturazione <strong>del</strong>le bacche. Icampionamenti sono stati effettuati prima e dopo i trattamenti e ripetuti ad intervalliprefissati (tabelle 9 e 10).Le con<strong>di</strong>zioni meteo sono state registrate tramite una stazione meteorologicaautomatica AD-2 (Silimet, Modena). I campioni sono stati analizzati utilizzandometo<strong>di</strong>che mono e multi<strong>residuo</strong>. Le determinazioni quantitative <strong>di</strong> fenarimol,mepanipyrim, pyrimethanil, cypro<strong>di</strong>nil, flu<strong>di</strong>oxonil, cyproconazole, tria<strong>di</strong>menol(determinato come somma <strong>di</strong> tria<strong>di</strong>menol e tria<strong>di</strong>mefon) [82], penconazole, tolclofosmethyl sono state fatte utilizzando un gas cromatografo (GC) con detector NPD.Iprovalicarb e cymoxanil sono stati analizzati in HPLC con detector DAD. Azoxystrobinè stato analizzato tramite un gas-cromatografo con detector <strong>di</strong> massa (GC-MS).41


Standard e reagenti: gli standard analitici certificati dei fungici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati, congrado <strong>di</strong> purezza superiore a 99,8%, sono stati forniti da Fluka- Rie<strong>del</strong>-de Haen (Milano,Italy). E’ stato utilizzato il triphenyl-phosphate (Sigma-Aldrich, Milano), con purezza>99.0% come standard interno per le analisi in GC-NPD e GC-MS. L’acqua è stata<strong>di</strong>stillata e filtrata tramite un apparato Milli-Q (Millipore, Bedford, MA). I solventiutilizzati (acetonitrile, esano e acetone) erano <strong>di</strong> purezza analitica per analisi <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>(Baker, Deventer, Olanda), come anche il magnesio solfato anidro e il cloruro <strong>di</strong> so<strong>di</strong>outilizzati (Carlo Erba, Milano). Le soluzioni standard dei principi attivi sono statepreparate in acetone. Le soluzioni standard <strong>di</strong> lavoro per le analisi in GC e GC-MS sonostate preparate tramite evaporazione completa <strong>di</strong> 1 mL degli estratti in acetone-esano <strong>di</strong>pomodori non trattati, riprendendo il <strong>residuo</strong> in 500 µL <strong>di</strong> soluzione standard, ottenutatramite <strong>di</strong>luizione in acetone <strong>del</strong>le soluzioni madre, contenente lo standard interno. Lesoluzioni standard <strong>di</strong> lavoro per le analisi in HPLC sono state preparate tramite complete<strong>di</strong> 1 mL <strong>di</strong> estratto ottenuto da pomodoro non trattato come già descritto sopra; il <strong>residuo</strong>è stato ripreso utilizzando 500 µL <strong>di</strong> soluzione standard ottenuta tramite <strong>di</strong>luizione <strong>del</strong>lesoluzioni con la fase mobile.Analisi HPLC-DAD: per l’analisi <strong>di</strong> iprovalicarb e cimoxanil è stato utilizzato unHPLC Agilent Technologies (Santa Clara California) mo<strong>del</strong>lo 1100, equipaggiato con undetector a <strong>di</strong>o<strong>di</strong> (DAD) UV6000LP (TermoQuest, San Josè, CA). Per l’iprovalicarb(tempo <strong>di</strong> ritenzione 7,2 min.) è stata utilizzata una colonna Agilent Zorbax Eclipse XDBC 18 3.5 µm (4,6 × 100 mm). La fase mobile iniziale utilizzata era acqua/acetonitrile60:40. Il volume <strong>di</strong> iniezione utilizzato è stato <strong>di</strong> 100 µL con una velocità <strong>di</strong> flusso <strong>di</strong> 1mL min -1 . L’analisi è stata eseguita alla lunghezza d’onda <strong>di</strong> 200 nm. Per il cymoxanil(tempo <strong>di</strong> ritenzione 9,5 min.) è stata utilizzata una colonna S5 C8 (4,6x 250 mm). E’stata utilizzata una soluzione isocratica <strong>di</strong> acqua/acetonitrile come fase mobile. Il volume<strong>di</strong> iniezione usato era <strong>di</strong> 100 µL, e la velocità <strong>di</strong> flusso pari a 1 mL min -1 . L’analisi è statarealizzata alla lunghezza d’onda <strong>di</strong> 254 nm.Analisi GC-NPD: è stato utilizzato un gascromatografo Trace ThermoFinnigan(Thermo Electron Corporation, Waltham, MA 02454) equipaggiato con un detector NPD,un iniettore split-splitless e un autocampionatore Combi PAL (CTC Analytics AG,42


Zwingen, Switzerland). La colonna capillare era una DB-17 (30 m × 0,25 mm × 0,25 µm;J&W Scientific-Folsom, U.S.A.). Iniettore e detector operavano a 250°C e 300°Crispettivamente. Il campione (1 µL) è stato iniettato in modo splitless (60 sec). I tempi <strong>di</strong>ritenzione (rt) sono stati i seguenti: pyrimethanil (8,7 min), tria<strong>di</strong>mefon (10,0 min),penconazole (10,3 min), tolclofos-methyl (10,7 min), tria<strong>di</strong>menol (11,0 min),mepanipyrim (11,3 min), cypro<strong>di</strong>nil (11,6 min), cyproconazole (12,3 min), fenarimol(16,3 min), flu<strong>di</strong>oxonil (16,7 min); il tempo <strong>di</strong> ritenzione per lo standard internotriphenyl-phosphate è stato <strong>di</strong> 13,8 minuti. La temperatura <strong>del</strong> forno è stata programmatacome segue: 90°C per 1 min, portata fino a 230°C (20°C min -1 ), e successivamenteaumentata fino a 280°C (5°C min -1 ) per 14 min. Il gas <strong>di</strong> trasporto utilizzato è stato l’eliocon una velocità <strong>di</strong> flusso pari a 1.0 mL min -1 . L’N 2 era il gas <strong>di</strong> make up con unavelocità <strong>di</strong> flusso pari a 15 mL min -1 . Il plasma <strong>del</strong> detector è stato ottenuto con H 2 (3,0mL min -1 ) e aria (60 mL min -1 ), la corrente era settata a 2,75 A, e il voltaggio a 3,5 V.Analisi GC-MS: la determinazione <strong>del</strong>l’azoxystrobin è stata eseguita tramite ungascromatografo HP 5890 II, equipaggiato con un auto campionatore HP 7673 e undetector GC-MS HP 5971. La colonna analitica utilizzata era una DB-5MS J&WScientific (Folsom, USA) (30 m× 0,25 mm × 0,25 µm). La temperatura <strong>del</strong>l’iniettore èstata settata a 250°C. La temperatura <strong>del</strong> forno è stata programmata come segue: 150°Cper 1 min, portata fino a 280°C (15°C min -1 ), tenuta per 3 min. Il gas <strong>di</strong> trasportoutilizzato è stato l’elio (1,2 mL min -1 ). Il tempo <strong>di</strong> ritenzione <strong>del</strong>l’azoxystrobin era <strong>di</strong>16,5 min, mentre quello <strong>del</strong> triphenyl-phosphate era <strong>di</strong> 12,4 minuti. Il campione (1 µL) èstato iniettato in modalità splitless (60 sec). Lo spettrometro <strong>di</strong> massa operava in modoimpatto elettronico (70 eV), la temperatura <strong>del</strong>l’interfaccia è stata mantenuta a 280°C, lasorgente ionica a 230°C, il quadrupolo a 150°C, settato in modo SIM. Gli ioni utilizzatiper la quantificazione <strong>del</strong>l’azoxystrobin sono stati m/z 344-388-403. Il grafico <strong>di</strong>calibrazione riportava l’altezza dei picchi vs. la concentrazione. E’ stata raggiunta unabuona linearità nel range 0,01-3,00 mg kg -1 (per tolclofos methyl, cypro<strong>di</strong>nil,cyproconazole e flu<strong>di</strong>oxonil), 0,05-2,00.mg kg -1 (per pyrimethanil, tria<strong>di</strong>mefon,tria<strong>di</strong>menol, penconazole, mepanipyrim, fenarimol), 0,03-1,00 mg kg -1 per iprovalicarb,0,02-1,00 per azoxystrobin e 0,05-1,00 mg kg -1 per cymoxanil, con un coefficiente <strong>di</strong>correlazione compreso tra 0,9994 e 0,9999.43


Procedura <strong>di</strong> estrazioneCypro<strong>di</strong>nil, flu<strong>di</strong>oxonil, tolclofos-methyl, mepanipyrim, pyrimethanil, fenarimol,penconazole, tria<strong>di</strong>mefon, tria<strong>di</strong>menol, azoxystrobin; è stata prelevata un’aliquota <strong>di</strong> 5 g<strong>di</strong> campione omogeneo e posta in una provetta con tappo a vite <strong>di</strong> 30 ml dopo l’aggiunta<strong>di</strong> 10 mL <strong>di</strong> una soluzione <strong>di</strong> acetone/esano (50:50 v/v) e 4 g <strong>di</strong> NaCl. La provetta è stataposta per 15 min in un agitatore rotante (Falc Instruments, Bergamo). Successivamentealla separazione <strong>del</strong>le fasi è stato fatto evaporare in flusso <strong>di</strong> azoto 1 ml <strong>di</strong> aceto nitrile. Il<strong>residuo</strong> è stato prelevato tramite 500 µL <strong>di</strong> acetone contenente lo standard interno einiettato per l’analisi GC senza alcun clean-up.Iprovalicarb: è stata prelevata un’aliquota <strong>di</strong> 5 g <strong>di</strong> campione omogeneo e posta inuna provetta con tappo a vite <strong>di</strong> 30 ml dopo l’aggiunta <strong>di</strong> 25 mL <strong>di</strong> <strong>di</strong>clorometano e 5 g<strong>di</strong> NaCl. La provetta è stata posta per 30 min in un agitatore rotante (Falc Instruments,Bergamo). Successivamente alla separazione <strong>del</strong>le fasi è stato fatto evaporare 2,5 mL <strong>di</strong>estratto organico in flusso <strong>di</strong> azoto e il <strong>residuo</strong> è stato prelevato tramite 500 µL <strong>di</strong> fasemobile (acetonitrile/acqua 40:60 v v -1 ) e iniettato per l’analisi HPLC senza alcun cleanup.Cymoxanil: è stata prelevata un’aliquota <strong>di</strong> 5 g <strong>di</strong> campione omogeneo e posta inuna provetta con tappo a vite <strong>di</strong> 30 ml dopo l’aggiunta <strong>di</strong> 10 mL <strong>di</strong> acetato <strong>di</strong> etile e 5 g<strong>di</strong> NaCl. La provetta è stata posta per 30 min in un agitatore rotante (Falc Instruments,Bergamo). Successivamente alla separazione <strong>del</strong>le fasi è stato fatto evaporare 1,0 mL <strong>di</strong>estratto organico in flusso <strong>di</strong> azoto e il <strong>residuo</strong> è stato prelevato tramite 500 µL <strong>di</strong> fasemobile (acetonitrile/acqua 30:70 v v -1 ) e iniettato per l’analisi HPLC senza alcun cleanup.A causa <strong>del</strong>l’instabilità <strong>del</strong> cymoxanil alla luce, l’estrazione e l’analisi è statacondotta in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> oscurità.44


Saggi <strong>di</strong> recupero: campioni <strong>di</strong> pomodoro non trattato sono stati fortificati consoluzioni standard <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> per raggiungere le concentrazioni riportate <strong>nella</strong> Tabella 8.Prima <strong>del</strong>l’estrazione i campioni fortificati sono stati fatti riposare per 30 min. Subitodopo sono stati estratti seguendo le procedure riportate sopra. Sono stati analizzatiquattro replicati per ogni concentrazione con recuperi compresi tra 81 e 110%, e unamassima deviazione standard relativa (RSD) <strong>del</strong> 12%. I valori ottenuti sonoperfettamente in accordo con le linee guida SANCO/10684/2009 [27]. I recuperi me<strong>di</strong>,l’RSD ottenuto per ogni pesticida e il loro limite <strong>di</strong> quantificazione (LOQ) sono riportati<strong>nella</strong> successiva Tabella 8.Analisi statistica: I dati ottenuti sono stati elaborati utilizzando l’analisi <strong>del</strong>lavarianza (ANOVA) tramite il software “MSTAT-C” (1991) con p


Tabella 8. Recuperi me<strong>di</strong> da campioni <strong>di</strong> pomodoro fortificati (n=4).Principio attivo Spike level (mg kg -1 ) Recuperi me<strong>di</strong>(%) RSD (%)1.0 107 3Cymoxanil 0.5 99 60.07* 100 32.8 104 4Cyproconazole 0.8 103 30.03* 108 41.9 110 3Cypro<strong>di</strong>nil 0.2 110 40.03* 91 121.8 95 3Flu<strong>di</strong>oxonil 0.8 104 50.04* 108 7Tolclofos 2.7 91 6methyl 0.2 90 50.01* 108 91.0 98 7Fenarimol 0.2 112 70.05* 103 81.0 97 3Tria<strong>di</strong>menol 0.1 106 30.05* 106 121.0 102 4Tria<strong>di</strong>mefon 0.1 109 70.05* 108 2Mepanipyrim 1.0 109 30.05* 109 12Pyrimethanil 1.0 109 60.05* 108 9Penconazole 1.0 95 30.05* 81 4Axozystrobin 1.0 110 50.05* 120 12Iprovalicarb 0.5 84 80.05* 96 2* LOQ: Limite <strong>di</strong> quantificazioneRSD: Deviazione standard relativa46


Questo comportamento è dovuto al fatto che, nel rispetto <strong>del</strong>le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong>etichetta e a parità <strong>di</strong> soluzione utilizzata per i trattamento, il penconazole è contenuto inconcentrazione maggiore: 12,5 mg L -1 per il cyproconazole contro i 50,0 mg L -1 per ilpenconazole. Anche dopo sette giorni dopo il trattamento, il penconazole ha mostratoresidui superiori all’MRL su entrambe le cultivar; solo il “Caramba”, dalle bacche piùgran<strong>di</strong>, ha mostrato residui sotto l’MRL al raggiungimento <strong>del</strong>l’intervallo <strong>di</strong> sicurezza(PHI: 14 giorni). Il pomodoro tipo “cherry” non era invece ancora commercializzabile(tabella 9). La cv. Shiren ha mostrato una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>residuo</strong> maggiore rispetto al Carambain quasi tutti gli esperimenti. La <strong>di</strong>fferenza può essere spiegata prendendo inconsiderazione il <strong>di</strong>verso volume <strong>del</strong>le due cv. Shiren appartiene al tipo “cherry”caratterizzato da bacche piccolo con un rapporto me<strong>di</strong>o superficie/peso <strong>di</strong> 1,6 mentreCaramba appartiene ai cosiddetti “pomodori insalatari” caratterizzati da bacche moltogran<strong>di</strong> e un conseguente basso rapporto superficie/peso (tabella 11).Solo cymoxanil, fenarimol e iprovalicarb non hanno seguito questocomportamento atteso, mostrando un <strong>residuo</strong> iniziale pressoché uguale su entrambe lecultivar (tabella 8). Questo fatto può essere spiegato tenendo in considerazione ildeposito iniziale molto vicino al LOQ per questi pestici<strong>di</strong>, che non ha permesso <strong>di</strong>valutare appropriatamente il <strong>di</strong>fferente rapporto superficie/peso <strong>del</strong>le due cultivar.Tria<strong>di</strong>menol (espresso come somma <strong>di</strong> tria<strong>di</strong>menol + tria<strong>di</strong>mefon) e cymoxanil hannomostrato residui non determinabili dopo solo 7 giorni su entrambe le cultivar. Questocomportamento potrebbe suggerire una possibile <strong>riduzione</strong> <strong>del</strong> loro PHI (10 giorni per ilcymoxanil; 14 giorni per il tria<strong>di</strong>menol). Fenarimol ha mostrato un basso livello <strong>di</strong><strong>residuo</strong> appena dopo il trattamento, in accordo con quanto osservato da Cabras et al. [81].Azoxystrobin (tabella 8) non ha presentato alcun decremento dei residui, come giàmostrato da Garau et al. [58]. Pyrimethanil, mepanipyrim, cypro<strong>di</strong>nil e tolclofos-methylrimangono stabili anche dopo 30 giorni dal trattamento, mentre flu<strong>di</strong>oxonil scomparecompletamente in 17 giorni, superando comunque il proprio PHI (tabella 8).47


Tabella 9. Residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> (mg kg -1 ± d.s.) su pomodoro Shiren e Caramba (n.d.=nondeterminabile, MRL=<strong>residuo</strong> massimo ammesso, PHI=intervallo <strong>di</strong> sicurezza)Principio attivo Giorni dal tratt. Caramba ShirenPenconazole 0 0.15±0.02 0.26±0.03MRL: 0.1 mg/kg 3 0.12±0.05 0.18±0.04PHI: 14 giorni 7 0.12±0.06 0.20±0.0110 0.09±0.01 0.27±0.0814 0.08±0.02 0.19±0.03Tria<strong>di</strong>menol 0 0.07±0.01 0.10±0.01MRL: 0.3 mg/kg 3 0.05±0.00 0.08±0.02PHI: 14 giorni 7 n.d. n.d.Fenarimol 0 n.d. 0.05±0.01MRL: 0.5 mg/kg 1


Tabella 10. Residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> (mg kg -1 ± d.s.) su pomodoro Shiren e Caramba(n.d.=non determinabile, MRL=<strong>residuo</strong> massimo ammesso, PHI=intervallo <strong>di</strong> sicurezza)Principio attivo Giorni dal tratt. Caramba ShirenAzoxystrobin 0 0.06±0.01 0.18±0.03MRL: 2.0 mg/kg 1 0.05±0.01 0.13±0.02PHI: 3 giorni 2 0.06±0.02 0.13±0.023 0.05±0.00 0.17±0.014 0.05±0.01 0.11±0.027


Tabella 11. Peso me<strong>di</strong>o, superficie e rapporto superficie/peso <strong>del</strong>le bacche <strong>di</strong> pomodoro<strong>del</strong>la cultivar Shiren e Caramba.CultivarRaggio (r) SuperficiePeso me<strong>di</strong>oRapporto<strong>del</strong>le bacche <strong>del</strong>le bacche(g)superficie/peso(cm) (cm 2 )*Shiren 18 1,5 28 1,6Caramba 233 4,0 201 0,9* la superficie è stata calcolata come 4 π r 2ConclusioniLa maggiore superficie esposta al trattamento <strong>del</strong>le bacche <strong>di</strong> pomodoro tipo“cherry” è responsabile <strong>di</strong> un maggiore deposito iniziale <strong>di</strong> pesticida. Penconazole alloscadere <strong>del</strong>l’intervallo <strong>di</strong> sicurezza (14 giorni) mostra un <strong>residuo</strong> superiore al limite <strong>di</strong>legge sulla cv. Shiren e, nonostante sia stato utilizzato una sola volta, seguendoattentamente tutte le in<strong>di</strong>cazioni riportate in etichetta dalla <strong>di</strong>tta produttrice, ha datoorigine ad una produzione non commercializzabile. Cyproconazole mostra lo stessocomportamento ma solo sulla cv. Shiren con un intervallo <strong>di</strong> sicurezza <strong>di</strong> 10 giorni,mentre su Caramba risultava non rilevabile. I casi appena riportati mostrano come gliMRL e i PHI fissati per legge non sempre prendono in considerazione la <strong>di</strong>mensione deifrutti. In specie come il pomodoro, dove esiste una grande variabilità <strong>di</strong> forma e<strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>le bacche tra cultivar <strong>di</strong>fferenti, la <strong>di</strong>versa superficie esposta puòfacilmente portare ad un superamento dei limiti legali, anche <strong>nella</strong> piena osservanza <strong>del</strong>lein<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> etichetta e <strong>del</strong>le buone pratiche agricole. Questo problema si pone conparticolare evidenza nel caso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> ad elevata persistenza ambientale, con elevatedosi <strong>di</strong> utilizzo o con ridotti intervalli <strong>di</strong> sicurezza, spesso anche con un singolotrattamento. Tria<strong>di</strong>menol, cymoxanil, flu<strong>di</strong>oxonil, fenarimol e iprovalicarb scompaionocompletamente su entrambe le cultivar, scendendo sotto il proprio limite <strong>di</strong>determinazione in un tempo compreso tra 7 e 24 giorni. Queste molecole mostrano unbasso <strong>rischio</strong> <strong>di</strong> <strong>residuo</strong>, e il loro utilizzo con un singolo trattamento può assicurare50


produzioni <strong>di</strong> pomodoro senza residui determinabili. Azoxystrobin mostraun’elevatissima persistenza e per tale motivo il suo utilizzo non è adatto perl’ottenimento <strong>di</strong> produzioni con bassi residui. Pyrimethanil, mepanipyrim, cypro<strong>di</strong>nil etolclofos-methyl presentano una lenta degradazione e mostrano residui anche dopo 30giorni dal trattamento. Il loro uso può essere suggerito solo nei primissimi stati fenologici<strong>del</strong>la pianta, quando le bacche non sono ancora presenti.51


TRE ANNI DI INDAGINE SUI RESIDUI DI PESTICIDI NEI VINI SARDIOTTENUTI TRAMITE L’APPLICAZIONE DI STRATEGIE DI LOTTAINTEGRATAIntroduzioneI residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> rappresentano uno dei principali problemi <strong>del</strong>la sicurezzaalimentare a livello mon<strong>di</strong>ale, per via <strong>del</strong>le loro possibili implicazioni sulla salute umanae negli scambi commerciali. Esiste perciò grande interesse nei confronti <strong>di</strong> tecniche chepossano ridurre l’uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong> <strong>nella</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>le <strong>colture</strong>, magari tramite sistemi checoniughino la sostenibilità ambientale con il controllo dei parassiti. Le <strong>strategie</strong> <strong>di</strong>controllo integrato dei parassiti (Integrated Pest Management – IPM) insieme alletecniche <strong>di</strong> agricoltura biologica e bio<strong>di</strong>namica sono alcuni degli approcci possibili alproblema per ridurre l’apporto globale dei pestici<strong>di</strong> sull’ambiente derivante dalle praticheagronomiche [62-67].La valutazione <strong>del</strong> <strong>rischio</strong> associato al potenziale intake giornaliero espressocome percentuale <strong>del</strong>la Dose Giornaliera Accettabile (Acceptable Daily Intake – ADI), èstata più volte stu<strong>di</strong>ata all’interno <strong>di</strong> piani nazionali <strong>di</strong> controllo dei pestici<strong>di</strong> in moltenazioni, anche in relazione al <strong>residuo</strong> massimo ammesso (Maximum Residue Level –MRL) per ogni pesticida sulle <strong>di</strong>fferenti <strong>colture</strong> [68-78]. Gli MRLs sono però <strong>di</strong>fferentida nazione a nazione, e solo l’UE ha applicato un processo <strong>di</strong> omogeneizzazione deilimiti legali, soprattutto allo scopo <strong>di</strong> migliorare gli scambi commerciali all’interno <strong>del</strong>mercato europeo. L’impossibilità attuale <strong>di</strong> poter identificare un livello “sicuro” <strong>di</strong>pesticida nell’alimentazione, e dunque <strong>di</strong> poter identificare una dose giornaliera non più“accettabile” ma priva <strong>di</strong> <strong>rischio</strong> acuto e cronico risiede nel fatto che molti segnalibiochimici in<strong>di</strong>spensabili al buon funzionamento <strong>del</strong> nostro organismo funzionano a dosispesso nell’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>le parti per miliardo (µg kg -1 ). Per tale motivo anche quantità moltobasse <strong>di</strong> pesticida <strong>nella</strong> <strong>di</strong>eta sono potenzialmente in grado <strong>di</strong> provocare effetti avversisulla salute [79].I programmi <strong>di</strong> monitoraggio dei residui sugli alimenti <strong>di</strong> origine vegetale e loroderivati possono rappresentare degli eccellenti in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> <strong>rischio</strong> per la salute umana52


derivante dall’eventuale contaminazione <strong>del</strong>la <strong>di</strong>eta. I controlli ufficiali realizzati dalMinistero per la Salute su svariate <strong>colture</strong> e riferito all’anno 2006 mostrava che circa il31,2% dei vini venduti sul territorio nazionale non contenevano residui superiori al limitelegale ma contenevano almeno un <strong>residuo</strong> sotto l’MRL [19]. La coltivazione <strong>del</strong>la vitecostituisce assieme alla coltivazione <strong>del</strong>le olive la più importante coltura presente inSardegna, <strong>di</strong> cui il 97 % è rappresentato da uva da vino. I pestici<strong>di</strong> utilizzati nellepratiche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>la vite possono perciò potenzialmente ritrovarsi anche sul vino eperciò finire <strong>nella</strong> <strong>di</strong>eta <strong>del</strong> consumatore finale.Le avversità biotiche più importanti e pericolose per la vite sono rappresentatedall’attacco <strong>di</strong> alcuni funghi, tra i quali la peronospora (Plasmopara viticola), l’oi<strong>di</strong>o(Uncinula necator) e la muffa grigia (Botrytis cinerea) e alcuni insetti, in particolare latignoletta <strong>del</strong>la vite (Lobesia botrana) e alcune specie <strong>di</strong> cocciniglie (Planococcus spp.),inoltre nelle coltivazioni a livello industriale c’è un certo utilizzo anche <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong> percontrollare le infestazioni da erbe in campo.Il presente stu<strong>di</strong>o riporta i risultati <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> monitoraggio su pestici<strong>di</strong>utilizzati nelle normali operazioni agronomiche, allo scopo <strong>di</strong> migliorare le conoscenze<strong>del</strong> comportamento <strong>di</strong> queste molecole e <strong>di</strong> poter fornire degli utili consigli per la<strong>riduzione</strong> dei residui in un’ottica <strong>di</strong> applicazione dei concetti <strong>di</strong> lotta integrata (IPM -Integrated Pest Management), per un miglioramento <strong>del</strong>la salute umana e <strong>del</strong>la salubritàambientale. Per lo svolgimento <strong>di</strong> questo lavoro sono stati selezionati vigneti a storianota, con quaderni <strong>di</strong> campo aggiornati.Materiali e meto<strong>di</strong>Prove <strong>di</strong> campo: le prove sono state realizzate per tre anni consecutivi su 14<strong>di</strong>fferenti cultivar <strong>di</strong> vite da vino, molte <strong>del</strong>le quali particolarmente legate alle produzionitra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> vino sardo: bovale, cabernet F., cannonau, caricagiola, carignano, dolcetto,malvasia, merlot, monica, moscato, nasco, nebbiolo, nuragus e vermentino. Tutti i vignetioggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o erano situati nelle zone più rappresentative e proprie <strong>del</strong>le cultivar inesame e sono stati scelti in funzione <strong>del</strong>la loro rappresentatività anche in termini <strong>di</strong> sestod’impianto e conduzione agronomica. I trattamenti chimici sono stati condotti seguendo53


le normali <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa in funzione <strong>del</strong>l’andamento climatico e <strong>del</strong>lo sta<strong>di</strong>ofenologico <strong>del</strong>la pianta. In alcuni casi particolari i produttori agricoli si sono avvalsi <strong>del</strong>laconsulenza dei tecnici <strong>del</strong>l’Agenzia per l’Assistenza Agricola <strong>del</strong> LAORE per unamigliore gestione dei piani <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>del</strong>le <strong>colture</strong>. L’uva è stata raccolta a maturazionecommerciale e i campioni sono stati imme<strong>di</strong>atamente avviati alla vinificazioneindustriale. Le cultivar dolcetto, nuragus, nasco e vermentino sono state vinificate senzaepicarpo mentre le altre hanno seguito una vinificazione con macerazione. I trattamentihanno contemplato l’uso <strong>di</strong> 30 <strong>di</strong>fferenti pestici<strong>di</strong> appartenenti a <strong>di</strong>fferenti classifitoiatriche: 1 erbicida, 6 insettici<strong>di</strong>, e 23 fungici<strong>di</strong> (Tabella 12).I trattamenti fitosanitari sono stati applicati seguendo le in<strong>di</strong>cazioni riportatesull’etichetta dei formulati commerciali, utilizzando una pompa portata collegata allapresa <strong>di</strong> potenza <strong>di</strong> un trattore. La fermentazione si è svolta in maniera regolare per tuttoil corso <strong>del</strong>la fermentazione e dopo 15 giorni il mosto è stato separato dalle fecce e dallevinacce e sottoposto ad analisi dei pestici<strong>di</strong> in cinque repliche per ogni cultivar stu<strong>di</strong>ata.Standard e reagenti: Gli standard analiticidei principi attivi (purezza


volumi maggiori <strong>di</strong> 2 µL. La programmata <strong>di</strong> temperatura <strong>del</strong>l’iniettore è stata settatacome segue: 50°C innalzata fino a 200°C ad una velocità <strong>di</strong> 100°C/min. Lo spettrometro<strong>di</strong> massa è stato calibrato settimanalmente seguendo l’apposito test <strong>di</strong> autotune presentenel software in dotazione allo strumento (Saturn GC/MS Workstation 5.41). Il detector <strong>di</strong>massa è stato utilizzato in doppia modalità <strong>di</strong> ionizzazione, elettronica (EI) e chimica(CI) (Tabella 13). Le temperature <strong>del</strong>la trappola, <strong>del</strong> manifold e <strong>del</strong>la transfer line sonostate settate rispettivamente a 170, 100 e 200°C. La temperatura <strong>del</strong> forno è stataprogrammata come segue: 90°C per 1 min, successivamente innalzata fino a 150°C (20°C/min), e a 290°C (10°C/min) e mantenuta in isoterma per 10 min. Le determinazioniquantitative sono state eseguite in modalità CI-SIS (Figura ?) integrando l’area <strong>del</strong> piccodei cromatogrammi <strong>del</strong> GC-ITMS sulla concentrazione.Procedure <strong>di</strong> estrazione: 5 mL <strong>di</strong> vino sono stati messi in una provetta con tappo avite <strong>di</strong> 30 mL, dopo l’aggiunta <strong>di</strong> 10 mL <strong>di</strong> una soluzione <strong>di</strong> acetone/esano (1:1, v/v) e 2g <strong>di</strong> NaCl la provetta è stata posta per 15 min in un agitatore rotante (Falc Instruments,Bergamo). La fase organica è stata separata e iniettata senza alcun clean-up <strong>di</strong>rettamentenel GC-ITMS per l’analisi dei pestici<strong>di</strong>.Validazione <strong>del</strong> metodo. La meto<strong>di</strong>ca utilizzata è stata validate in accordo con le<strong>di</strong>rettive EC SANCO/10684/2009, determinando la deviazione standard relative (RSD)<strong>del</strong>la ripetibilità, <strong>del</strong>la precisione interme<strong>di</strong>a, dei recuperi e <strong>del</strong>la linearità. La ripetibilità(r) prende in considerazione 6 analisi <strong>di</strong> campioni ogni giorno, mentre la precisioneinterme<strong>di</strong>a (IP) è stata calcolata dall’analisi <strong>di</strong> sei campioni in sei giorni separati. Ognicampione analizzato proviene da un esperimento in<strong>di</strong>pendente. Per lo stu<strong>di</strong>o dei recuperisono stati presi campioni <strong>di</strong> vino non trattato (controllo) e sono stati ad<strong>di</strong>zionati con 0,04,0,5 e 1,0 mg/L dei pestici<strong>di</strong> oggetto <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o, i campioni così ottenuti sonostati processati con la meto<strong>di</strong>ca riportata precedentemente. I risultati <strong>del</strong>le analisi <strong>di</strong>recupero replicati quattro volte sono stati confrontati con soluzioni standard in matrice.L’effetto matrice è stato valutato confrontando il risultato analitico <strong>di</strong> soluzioni standar<strong>di</strong>n acetone/esano e quelle preparate in estratto <strong>di</strong> matrice. La linearità <strong>del</strong> metodo è statavalutata iniettando nel sistema GC-ITMS in tre giorni separati curve <strong>di</strong> calibrazionecostituite da cinque punti.55


Tabella 12. Intervallo <strong>di</strong> raccolta (PHI), <strong>residuo</strong> massimo ammesso (MRLs), limite(mg/L) strumentale <strong>di</strong> quantificazione (LOQ) e <strong>di</strong> determinazione (LOD), coefficiente<strong>di</strong> correlazione e CV% dei pestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati su vino.PHI MRL uva MRL vino LOD LOQ R 2 ± CV%Alphamethrin 7 0.5 0.015 0.05 0.9996 ± 2Azoxystrobin 21 2 0.5 0.010 0.04 0.9998 ± 3Benalaxil 20 0.3 0.008 0.04 0.9979 ± 4Boscalid 28 5 1 0.005 0.01 0.9991 ± 3Clorpyrifos 30 0.5 0.005 0.01 0.9999 ± 7Clorpyrifos metile 15 0.2 0.010 0.05 0.9994 ± 3Cimoxanil 10 0.2 0.011 0.05 0.9991 ± 6Cypro<strong>di</strong>nil 21 5 0.5 0.015 0.05 0.9989 ± 4Cyazofamid 21 0.5 0.05 0.006 0.01 0.9978 ± 5Famoxadone 28 2 0.006 0.01 0.9999 ± 1Fenamidone 30 0.5 0.5 0.005 0.01 0.9998 ± 4Fenitrotion - N.A. 0.009 0.05 0.9999 ± 8Flu<strong>di</strong>oxonil 21 4 0.5 0.004 0.01 0.9998 ± 2Folpet 28 5 0.007 0.01 0.9995 ± 6Indoxacarb 20 2 1 0.015 0.05 0.9987 ± 2Iprovalicarb 35 1 0.012 0.05 0.9992 ± 5Kresoxim methyl 7 0.2 0.005 0.01 0.9976 ± 2Lamda cialotrina 28 1 0.2 0.008 0.05 0.9975 ± 5Metalaxyl 15 1 0.1 0.009 0.05 0.9991 ± 3Miclobutanil - 0.1 0.010 0.05 0.9996 ± 7Oxifluorfen 14 0.2 0.006 0.01 0.9991 ± 3Penconazolo 14 0.3 0.010 0.05 0.9985 ± 4Propiconazole 35 2 0.05 0.010 0.05 0.9991 ± 3Pyraclostrobin 21 5 0.008 0.05 0.9983 ± 1Pyrimethanil 28 1 0.01 0.005 0.01 0.9996 ± 4Quinoxifen 35 1 0.5 0.005 0.01 0.9984 ± 5Spiroxamina 14 2 0.5 0.015 0.05 0.9979 ± 3Tetraconazole 14 0.5 0.005 0.01 0.9991 ± 4Trifloxistrobin 14 5 0.015 0.05 0.9995 ± 6Zoxamide 28 5 0.5 0.010 0.05 0.9978 ± 456


Tabella 13. Peso molecolare (PM), ioni (m/z) utilizzati per la quantificazione e lacaratterizzazione in spettrometria <strong>di</strong> massa dei pestici<strong>di</strong> utilizzati in modalità CI e EI.Composti PM CI (m/z) EI (m/z)Alfamethrine 416.3 208, 191 181, 163, 127Azoxystrobin 403.4 404, 372 403, 388, 344Benalaxil 325.4 326, 294 325, 148Boscalid 343.2 343, 191 343, 181, 140Clorpyrifos 350.6 352 351, 314, 258Clorpyrifos metile 322.5 286 286, 125, 79Cimoxanil 198.2 198, 128 183, 128, 111Cypro<strong>di</strong>nil 225.2 225 224, 210Cyazofamid 324.8 325 325, 258, 187Famoxadone 374.3 331 374, 330, 224Fenamidone 311.5 312, 219 311, 283, 268Fenitrotion 277.2 278 277, 260, 125Flu<strong>di</strong>oxonil 248.2 248 248, 182, 154Folpet 296.5 260 260, 130, 104Indoxacarb 528 528 499, 321, 269Iprovalicarb 320.4 321, 203 321, 203, 119Kresoxim methyl 313.3 206 206, 132, 116Lamda cialotrina 449.8 450, 225 449, 197, 181Metalaxyl 279.3 280 206, 162, 132Miclobutanil 288.7 289 179, 125Oxifluorfen 361.7 362 252, 169, 146Penconazolo 284.1 284 248, 159Propiconazole 342.2 343, 191 342, 181, 140Pyraclostrobin 387.8 325 164, 132Pyrimethanil 199.2 200 199Quinoxifen 308.1 308 308, 272, 237Spiroxamina 297.5 298 126, 100, 72Tetraconazole 372.1 372 336, 264Trifloxistrobin 408.4 409, 326 186, 206Zoxamide 336.6 300 299, 242, 18757


Analisi statistica: Il metodo analitico è stato validato seguendo leraccomandazioni <strong>del</strong>le guide EUROCHEM (1998) e CITAC/EURACHEM (2002). I datiottenuti sono stati elaborati utilizzando l’analisi <strong>del</strong>la varianza (ANOVA) per p


Figura 9. Cromatogrammi GC-ITMS CI- SIS relativi ai pestici<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>ati, a 0.5 ppmestratto <strong>di</strong> vino rosso. Identificazione dei composti: 1 cimoxanil; 2 pirimethanil; 3 spiroxamina;4 clorpirifos methyl; 5 metalaxil M; 6 fenitrothion; 7 tetraconazole; 8 cypro<strong>di</strong>nil; 9 penconazole;10 alfametrina; 11 clorpirifos; 12 flu<strong>di</strong>oxonil; 13 iprovalicarb; 14 benalaxyl; 15 quinoxifen; 16ciazofamid; 17 zoxamide; 18 fenamidone; 19 lambda cialotrina; 20 boscalid; 21pyraclostrobin;22 indoxacarb; 23 azoxystrobin; 24 famoxadone; 25 folpet; 26 oxifluorfen; 27 kresoxim methyl;28 miclobutanyl; 29 trifloxistrobin; 30 propiconazole.59


Tabella 14. Valori dei recuperi (% ± CV) dei pestici<strong>di</strong> analizzati a tre <strong>di</strong>fferenti valori <strong>di</strong>fortificazione su campioni <strong>di</strong> vino non trattato (controllo).Recuperi (n=4) % ± CV0,01 0,50 1,00Alphamethrin 84 ± 7 91 ± 3 104 ± 7Azoxystrobin 75 ± 4 82 ± 7 102 ± 1Benalaxil 92 ± 3 83 ± 6 105 ± 3Boscalid 95 ± 5 85 ± 4 95 ± 5Clorpyrifos 84 ± 2 92 ± 6 111 ± 4Clorpyrifos metile 79 ± 3 81 ± 98 ± 3Cimoxanil 81 ± 4 84 ± 4 93 ± 4Cypro<strong>di</strong>nil 78 ± 3 82 ± 7 91 ± 6Cyazofamid 96 ± 6 91 ± 6 115 ± 7Famoxadone 84 ± 1 86 ± 3 99 ± 5Fenamidone 85 ± 2 85 ± 5 96 ± 6Fenitrotion 82 ± 4 84 ± 1 97 ± 9Flu<strong>di</strong>oxonil 78 ± 3 80 ± 8 91 ± 1Folpet 89 ± 5 91 ± 1 101 ± 5Indoxacarb 91 ± 6 95 ± 2 113 ± 7Iprovalicarb 76 ± 2 80 ± 9 98 ± 6Kresoxim methyl 83 ± 4 84 ± 6 99 ± 4Lamda cialotrina 81 ± 5 82 ± 4 100 ± 3Metalaxyl 85 ± 6 86 ± 3 101 ± 8Miclobutanil 94 ± 1 97 ± 5 108 ± 6Oxifluorfen 79 ± 3 86 ± 6 98 ± 3Penconazolo 84 ± 2 87 ± 7 93 ± 4Propiconazole 92 ± 4 95 ± 8 112 ± 6Pyraclostrobin 82 ± 3 84 ± 7 97 ± 8Pyrimethanil 93 ± 1 95 ± 4 116 ± 3Quinoxifen 87 ± 6 88 ± 6 99 ± 6Spiroxamina 85 ± 5 87 ± 9 91 ± 4Tetraconazole 84 ± 4 89 ± 1 87 ± 1Trifloxistrobin 86 ± 3 89 ± 6 95 ± 3Zoxamide 91 ± 7 95 ± 5 109 ± 760


Tabella 15. Valori <strong>di</strong> ripetibilità (CV%) dei pestici<strong>di</strong> analizzati a tre <strong>di</strong>fferenti valori <strong>di</strong>fortificazione su campioni <strong>di</strong> vino non trattato (controllo).Ripetibilità (n=6) CV%0,01 0,50 1,00Alphamethrin 9.2 8.9 8.1Azoxystrobin 8.7 4.6 4.1Benalaxil 4.9 5.4 7.8Boscalid 10.3 8.3 5.9Clorpyrifos 7.7 4.1 6.1Clorpyrifos metile 5.4 5.6 7.6Cimoxanil 9.6 8.7 9.7Cypro<strong>di</strong>nil 9.7 4.6 5.3Cyazofamid 6.8 5.4 7.4Famoxadone 10.1 8.1 5.5Fenamidone 7.9 4.8 6.6Fenitrotion 6.7 5.6 9.8Flu<strong>di</strong>oxonil 5.6 8.3 7.9Folpet 3.9 4.1 5.7Indoxacarb 5.7 5.8 6.3Iprovalicarb 6.6 8.9 4.4Kresoxim methyl 9.1 4.4 9.6Lamda cialotrina 7.4 5.7 8.7Metalaxyl 8.3 8.3 6.4Miclobutanil 5.9 4.1 7.6Oxifluorfen 3.6 5.6 5.9Penconazolo 9.7 8.1 9.4Propiconazole 9.6 4.9 5.8Pyraclostrobin 6.8 5.7 8.6Pyrimethanil 4.9 8.6 5.3Quinoxifen 3.9 4.1 9.7Spiroxamina 7.4 5.3 7.2Tetraconazole 2.8 8.9 6.6Trifloxistrobin 6.6 4.7 5.9Zoxamide 4.7 5.4 7.461


Tabella 16. Valori <strong>di</strong> precisione interme<strong>di</strong>a (CV%) dei pestici<strong>di</strong> analizzati a tre <strong>di</strong>fferentivalori <strong>di</strong> fortificazione su campioni <strong>di</strong> vino non trattato (controllo).Precisione interme<strong>di</strong>a (n=6) CV%0,01 0,50 1,00Alphamethrin 10.5 9.8 9.8Azoxystrobin 11.1 15.0 14.1Benalaxil 10.2 14.1 12.9Boscalid 12.1 19.3 19.7Clorpyrifos 13.2 11.1 12.2Clorpyrifos metile 10.3 10.2 10.5Cimoxanil 9.5 8.9 11.7Cypro<strong>di</strong>nil 8.4 7.8 9.6Cyazofamid 10.6 10.2 9.4Famoxadone 11.2 8.9 10.7Fenamidone 12.7 11.1 13.3Fenitrotion 9.4 10.3 11.4Flu<strong>di</strong>oxonil 8.2 13.4 12.1Folpet 11.3 14.0 13.2Indoxacarb 12.8 9.7 10.4Iprovalicarb 10.4 7.9 8.9Kresoxim methyl 13.6 8.6 9.7Lamda cialotrina 8.8 9.4 10.5Metalaxyl 10.9 10.3 12.6Miclobutanil 9.3 11.0 11.7Oxifluorfen 11.4 12.1 13.3Penconazolo 12.7 10.8 12.1Propiconazole 8.9 10.0 9.8Pyraclostrobin 11.5 13.1 12.4Pyrimethanil 12.6 15.1 11.6Quinoxifen 10.7 11.5 10.5Spiroxamina 9.3 8.9 9.7Tetraconazole 9.4 9.7 14.3Trifloxistrobin 13.0 12.0 13.1Zoxamide 10.2 9.1 15.462


Tabella 17 Fungici<strong>di</strong> riscontrati sui vini oggetto <strong>del</strong> monitoraggio.Composti Cannonau Caricaggiola Carignano Dolcetto Malvasia Monica Moscato Nasco Nebbiolo Nuragus vermentinoBenalaxyl n.d. + n.d. n.d. n.d. < LOQ < LOQ n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Cyazofamid < LOQ n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Iprovalicarb n.d. n.d. n.d. n.d. < LOQ n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Metalaxyl n.d. < LOQ n.d. < LOQ n.d. n.d. n.d. < LOQ < LOQ < LOQ < LOQMiclobutanil n.d. n.d. n.d. < LOQ n.d. n.d. < LOQ n.d. < LOQ n.d. < LOQPenconazolo n.d. n.d. < LOQ n.d. < LOQ < LOQ n.d. n.d. n.d. n.d. < LOQSpiroxamina n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. < LOQ n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Trifloxystrobin n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. < LOQ < LOQ n.d. < LOQ+n.d. sotto il valore <strong>di</strong> LOD.63


Tabella 18. Insettici<strong>di</strong> riscontrati sui vini oggetto <strong>del</strong> monitoraggio.CompostiCarignano VermentinoAlfametrina < LOQ < LOQClorpyrifos < LOQ < LOQLamdacialotrina< LOQ < LOQTabella 19. Composti utilizzati durante i trattamenti in campo ma non riscontrati sui vinioggetto <strong>del</strong> monitoraggio.Pestici<strong>di</strong>Azoxystrobin, Boscalid, Cimoxanyl, Clorpyrifos methyl, Cypro<strong>di</strong>nil, Famoxadone,Fenamidone, Fenitrotion, Flu<strong>di</strong>oxonil, Folpet, Kresoxim methyl, Oxifluorfen,Propiconazole, Pyraclostrobin, Pyrimethanil, Quinoxifen, Tetraconazole, Zoxamide,Residui nel vino. Tutti i trattamenti in campo sono stati effettuati seguendo le<strong>di</strong>rettive <strong>del</strong>le buone pratiche agronomiche (GAP). La maggior parte dei pestici<strong>di</strong>utilizzati nelle <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> lotta IPM sono fungici<strong>di</strong> utilizzati per la lotta versoPlasmopara viticola e Uncinula necator. Le prove effettuate hanno messo in evidenzache lavorando in un sistema controllato e in GAP, i residui presenti sul prodotto finale,nel caso specifico vino, sono tutti al <strong>di</strong> sotto dei valori <strong>di</strong> MRL fissati per legge. Inparticolare i dati ottenuti durante i tre anni <strong>di</strong> monitoraggio hanno evidenziatoesclusivamente residui al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> LOQ strumentale per ciascun p.a. Inoltre, <strong>nella</strong>maggior parte dei vini stu<strong>di</strong>ati non è stato nemmeno possibile accertare l’utilizzo deipestici<strong>di</strong> oggetto <strong>del</strong> presente lavoro, in quanto le analisi hanno riportato esclusivamentedati al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> limite <strong>di</strong> determinazione strumentale (LOD) (Tabella 17-19). Su 3064


pestici<strong>di</strong> ricercati solo un<strong>di</strong>ci (pari al 38%) sono stati determinati in almeno una <strong>del</strong>lecultivar (Tabella 17-18), mentre gli altri 18 non sono mai stati ritrovati (Tabella 19).Metalaxyl, miclobutanil e penconazolo sono risultati i pestici<strong>di</strong> più frequentementeritrovati nelle <strong>di</strong>verse cultivar. Una ulteriore considerazione che può essere fatta riguardale cultivar analizzate. Bovale, cabernet F. e merlot non hanno mostrato nessun <strong>residuo</strong>derivante da trattamenti fitosanitari, carignano e vermentino sono invece risultate lecultivar con il maggior numero <strong>di</strong> residui sia <strong>di</strong> fungici<strong>di</strong>, sia <strong>di</strong> insettici<strong>di</strong> (Tabella 17 e18), mentre nelle altre 9 cultivar sono stati determinati da un minimo <strong>di</strong> uno ad unmassimo <strong>di</strong> tre residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>, sempre comunque al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> LOQ (Tabella 17).ConclusioniI dati ottenuti mostrano come nei vini sar<strong>di</strong> ottenuti da cultivar allevate secondole in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong>la produzione integrata (IPM) i residui <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong>, quando presenti, siritrovano a livelli molto bassi, inferiori al limite <strong>di</strong> quantificazione. La spiegazione <strong>di</strong> talerisultato può risiedere nel fatto che la Sardegna è spesso spazzata da venti checontribuiscono a ridurre i ristagni <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà soprattutto per le coltivazioni <strong>di</strong> pianura. Aquesto si aggiunge il fatto che le pratiche enologiche, soprattutto tramite lacentrifugazione e l’utilizzo <strong>di</strong> chiarificanti, sono in grado <strong>di</strong> eliminare gran parte deipestici<strong>di</strong> presenti sulle uve. Per tale motivo appare percorribile nei nostri climil’applicazione <strong>di</strong> <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa fitosanitaria in grado <strong>di</strong> garantire l’ottenimento <strong>di</strong> vinia “<strong>residuo</strong> zero”, magari certificabili tramite un apposito marchio <strong>di</strong> garanzia per ilproduttore.65


CONCLUSIONI FINALILo stu<strong>di</strong>o è stato impostato tenendo in ampia considerazione le problematichefitosanitarie con le quali il produttore agricolo deve confrontarsi per salvaguardare leproprie <strong>colture</strong> ed il proprio red<strong>di</strong>to. Nella prima parte <strong>del</strong> lavoro il <strong>rischio</strong>-<strong>residuo</strong>derivante dall’utilizzo <strong>di</strong> prodotti chimici è stato affrontato da un punto <strong>di</strong> vista globaleraccogliendo, oltre ai dati bibliografici sulle cinetiche degradative dei principaliagrofarmaci utilizzati <strong>nella</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> pomodoro e vite da vino, anche i dati <strong>di</strong> camporelativi ai problemi legati al controllo dei patogeni più problematici. Tale ricognizione hapermesso <strong>di</strong> impostare il lavoro su quelle molecole per le quali esistono poche o nessunanotizia in bibliografia, e su quelle che rivestono grande importanza pratica <strong>nella</strong> <strong>di</strong>fesaquoti<strong>di</strong>ana <strong>del</strong>le <strong>colture</strong> oggetto <strong>del</strong> presente stu<strong>di</strong>o.Per quanto riguarda la vite e il vino, lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la problematica legata allapossibile presenza <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> agrofarmaci sulle produzioni destinate al consumo umanoè stata affrontata seguendo due <strong>di</strong>fferenti approcci. Il primo lavoro è stato condottoimpostando una sperimentazione in campo e utilizzando in con<strong>di</strong>zioni controllate uninsetticida (l’indoxacarb) e due fungici<strong>di</strong> (l’iprovalicarb e il boscalid). Dall’uva trattata èstato ottenuto il vino tramite micro vinificazione in scala <strong>di</strong> laboratorio. Questo approccioha permesso <strong>di</strong> seguire e valutare il destino dei residui dal momento <strong>del</strong> loro utilizzo finoall’ottenimento <strong>del</strong> vino. L’utilizzo <strong>di</strong> un GC-ITMS ha permesso <strong>di</strong> ottenere, per iprincipi attivi analizzati, un limite <strong>di</strong> determinazione largamente al <strong>di</strong> sotto dei limitilegali fissati. Questa meto<strong>di</strong>ca si è rivelata adatta per la determinazione dei residui deisuddetti pestici<strong>di</strong> su matrici alimentari. I dati ottenuti dalle analisi dei residui hannopermesso <strong>di</strong> accertare che i residui su uva vengono completamente trasferiti al mosto mache la pratica <strong>del</strong>la centrifugazione, utilizzata in enologia per separare le fecce dal vino,permette <strong>di</strong> eliminare dal 64 al 74% degli stessi. L’utilizzo successivo <strong>di</strong> chiarificanticome caseina, bentonite e gelatina è in grado <strong>di</strong> ridurre ulteriormente i residui degliagrofarmaci stu<strong>di</strong>ati, fino al 100%. Solo il boscalid ha mostrato una scarsa affinità per ichiarificanti, venendo ridotto massimo <strong>del</strong> 50% <strong>del</strong> <strong>residuo</strong> iniziale.Il secondo lavoro ha invece riguardato l’analisi <strong>di</strong> 14 <strong>di</strong>fferenti varietà <strong>di</strong> vinoottenuto da vigneti condotti secondo in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> lotta integrata (IPM). I trattamenti66


chimici sono stati effettuati <strong>di</strong>rettamente dai produttori e l’uva è stata conferita in cantinae vinificata secondo le normali procedure industriali. L’analisi <strong>di</strong> 70 <strong>di</strong>versi campioni <strong>di</strong>vino ha interessato 29 agrofarmaci <strong>di</strong>chiarati dai produttori nel “Quaderno <strong>di</strong> campagna”.I dati ottenuti hanno evidenziato residui inferiori al limite <strong>di</strong> quantificazione (LOQ;tabella 13) o non determinabili su tutti i campioni analizzati (


pestici<strong>di</strong> in funzione <strong>del</strong>la grandezza <strong>del</strong>le bacche, che si traduce in un maggiore <strong>residuo</strong>sulle cultivar a bacca piccola rispetto a quelle a bacca grande.Il secondo stu<strong>di</strong>o ha invece riguardato il comportamento residuale <strong>di</strong> 12 fungici<strong>di</strong>(azoxystrobin, cymoxanil, cyproconazole, cypro<strong>di</strong>nil, fenarimol, flu<strong>di</strong>oxonil,iprovalicarb, mepanipyrim, penconazole, pyrimethanil, tolclofos-methyl, tria<strong>di</strong>menol) supomodoro in coltura protetta, tutti potenzialmente utilizzabili nelle <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> IPM, alloscopo <strong>di</strong> valutarne l’impatto ambientale e la sicurezza sugli alimenti. Anche in questocaso è stata valutata l’influenza <strong>del</strong>la grandezza <strong>del</strong>le bacche sul <strong>residuo</strong> finale. I datianalitici hanno mostrato un’eccessiva persistenza degli agrofarmaci penconazole,cyproconazole, azoxystrobin e iprovalicarb, evidenziata soprattutto sulla cv. a bacchepiccole, e il possibile utilizzo in <strong>strategie</strong> <strong>di</strong> IPM solo dei pestici<strong>di</strong> tria<strong>di</strong>menol,cymoxanil, flu<strong>di</strong>oxonil e fenarimol.Tutte le ricerche effettuate su pomodoro e vite hanno evidenziato la possibilità <strong>di</strong>ottenere produzioni a “<strong>residuo</strong> zero” o comunque con residui al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong> limite <strong>di</strong>quantificazione, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> utilizzare <strong>strategie</strong> fitosanitarie basate sull’utilizzo <strong>di</strong>agrofarmaci a basso impatto ambientale e con rapido tempo <strong>di</strong> degradazione, nel rispettodegli intervalli <strong>di</strong> sicurezza fissati per legge. I dati raccolti su pomodoro hanno altresìevidenziato che è necessario considerare la <strong>di</strong>fferente deposizione iniziale <strong>di</strong> pesticidalegata alla <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong>le bacche per poter ottenere produzioni con bassi residui <strong>di</strong>agrofarmaci, ponendo maggiore attenzione ai trattamenti chimici destinati alla <strong>di</strong>fesa<strong>del</strong>le cultivar con bacca piccola.RingraziamentiUn ricordo particolare al prof. Paolo Cabras per i suoi preziosi insegnamenti.68


Bibliografia(1) Food and Agriculture Organization of the United Nations (2009)<strong>di</strong>sponibile su: faostat.fao.org/site/339/default.aspxUltimo accesso: 17 ottobre 2011(2) Commissione EuropeaLibro bianco sulla sicurezza alimentareBruxelles 12.1.2000 COM (1999) 719 def.(3) National Institute for Consumer Research (SIFO) (2003)Trust in Food in Europe. A comparative analysis.<strong>di</strong>sponibile su: trustinfood.org (ultimo accesso 17 ottobre 2011)(4) www.ANSA.it, 2011(5) Regolamento (CE) N. 178/2002 <strong>del</strong> Parlamento Europeo e <strong>del</strong> Consiglio chestabilisce i principi e i requisiti generali <strong>del</strong>la legislazione alimentare,istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedurenel campo <strong>del</strong>la sicurezza alimentareG.U.C.E. L 31 <strong>del</strong> 1.2.2001: 1-39(6) European Food Safety Authority (EFSA)http://efsa.europa.eu(7) Regolamento (CE) N. 396/2005 <strong>del</strong> Parlamento Europeo e <strong>del</strong> Consiglioconcernente i livelli massimi <strong>di</strong> residui <strong>di</strong> antiparassitari nei o sui prodottialimentari e mangimi <strong>di</strong> origine vegetale e animaleG.U.C.E. L 70 <strong>del</strong> 16.3.2005: 1-16(8) Direttiva 2009/128/CE <strong>del</strong> Parlamento Europeo e <strong>del</strong> Consiglio che istituisceun quadro per l’azione comunitaria ai fini <strong>del</strong>l’utilizzo sostenibile deipestici<strong>di</strong>G.U.C.E. L 309 <strong>del</strong> 24.11.2009: 71-86(9) Mc Govern P.E. (2005)L’archeologo e l’uva. Vite e vino dal Neolitico alla Grecia arcaicaed. Carocci, Roma(10) Ciacci A., Ren<strong>di</strong>ni P., Zifferero A. (2007)Archeologia <strong>del</strong>la vite e <strong>del</strong> vino in Etruriaed. Ci. Vin, Siena(11) Carta de Logu (1397)http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_88_20070215114729.pdf69


(12) AA.VV. (2008)Collana Coltura e Cultura. La vite e il vinoed. Script, Bologna(13) C.D.S. Tomlin (2009)The Pesticide Manual . A world compen<strong>di</strong>umed. British Crop Production Council (BCPC), Alton, Hampshire (UK)(14) Ministero <strong>del</strong>le Politiche Agricole Alimentari e ForestaliBanca dati fitofarmaci 2011http://www.sian.it/fitovis/ Ultimo accesso: 30 novembre 2011(15) Bohs, L. (2005)Major clades in Solanum based in ndhF sequences.In R. C. Keating, V. C. Hollowell, & T. B. Croat (eds.), A festschrift forWilliam G. D’Arcy: the legacy of a taxonomist. Monographs in SystematicBotany from the Missouri Botanical Garden, Vol. 104. Pp. 27-49 MissouriBotanical Garden Press, St. Louis.(16) Castore Durante (1585)Herbario nuovohttp://www.abocamuseum.it/bibliothecaantiqua/Book_View.asp?Id_Book=5&Display=P&From=S&Id_page=74729 Ultimo accesso 22 novembre2011(17) Berkeley, M.J. (1846).Observations, botanical and physiological, on the Potato Murrain.The Journal of the Horticultural Society of London 1: 9-34(18) De Bary, Anton (1846).Researches into the nature of the potato-fungus- Phytophthora infestans.Journal of the Royal Agricultural Society of England 12: 239-268(19) Ministero <strong>del</strong>la Salute (2009)Controllo ufficiale sui residui <strong>di</strong> prodotti fitosanitari negli alimenti <strong>di</strong>origine vegetalehttp://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1305_allegato.pdfUltimo accesso: 29 novembre 2011.(20) Pesticide Action Network Europe (2008)Results of pesticide analysis of 40 bottles of wine bought in the EUhttp://www.paneurope.info/Resources/Briefings/Message_in_a_bottle_Results.pdfUltimo accesso: 30 novembre 201170


(21) Frye C, Bo E, Calamandrei G, Calzà L, Dessì-Fulgheri F, Fernández M,Fusani L, Kah O, Kajta M, Le Page Y, Patisaul HB, Venerosi A, WojtowiczAK, Panzica GCEndocrine Disrupters: A Review of Some Sources, Effects, and Mechanismsof Actions on Behavior and Neuroendocrine SystemsJ Neuroendocrinol. 2011, doi: 10.1111/j.1365-2826.2011.02229.x.(22) Tiemann, R.; Pflüger, W.Ecological profile of the fungicide iprovalicarb.Pflanzenschutz-Nachrichten Bayer. 1999, 52, 1, 61-70.(23) Zhang, C.Q.; Yuan, S.K.; Sun, H.Y., Qi, Z.Q.; Zhou, M.G.; Zhu, G.N.Sensitivity of Botrytis cinerea from vegetable greenhouses to boscalid.Plant Path. 2007, 56, 4, 646-653.(24) Regolamento (CE) N. 1107/2009 <strong>del</strong> Parlamento Europeo e <strong>del</strong> Consigliorelativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitariG.U.C.E. L 309 <strong>del</strong> 24.11.2009: 1-50.(25) Direttiva 2002/63/CE <strong>del</strong>la Commissione che stabilisce meto<strong>di</strong> comunitari<strong>di</strong> campionamento ai fini <strong>del</strong> controllo ufficiale dei residui <strong>di</strong> antiparassitariG.U.C.E. L 187 <strong>del</strong> 16.07.2002: 30-43.(26) Cabras P., Angioni A., (2000)Pesticide residues in grapes, wine, and their processing productsJournal of Agricultural and Food Chemistry, 48(4): 967-973.(27) SANCO/10684/2009 (01/01/2010), European Commission. (2009).Method validation and quality control procedures for pesticide residuesanalysis in food and feed(28) Cus F., Cesnik H.B., Bolta S.V., Gregorcic A. (2010)Pesticide residues in grapes and during vinification process.Food Control 2010, 21, 11, 1512-1518.(29) Cus F., Cesnik, H.B., Bolta, S.V., Gregorcic, A. (2010)Pesticide residues and microbiological quality of bottled wines.Food Control, 2010, 21, 2, 150-154.(30) Gui<strong>del</strong>ines on Estimation of Uncertainty of Results. (2006)CAC/GL 59-2006(31) Gonzalez-Rodrıguez R.M., Cancho-Grande B., Simal-Gandara J. (2009)Efficacy of new commercial formulations to control downy mildew and<strong>di</strong>ssipation of their active fungicides in wine after good agriculturalpractices.J. Sci. Food Agric. 2009, 89, 2625–2635.71


(32) Oliva J., Paya P., Camara M.A., Barba A. (2007)Removal of famoxadone, fluquinconazole and trifloxystrobin residues in redwines: Effects of clarification and filtration processes.J. Environ. Sci. Health B – Pestic. Food Contam., Agric. Wastes, 42, 7, 775-781.(33) Fernandez, M.J.; Oliva, J.; Barba, A.; Càmara, M.A. (2005)Effects of clarification and filtration processes on the removal of fungicideresidues in red wines (Var. Monastrell).J. Agric. Food Chem. 2005, 53, 15, 6156-6161.(34) Flori, P, Frabboni, B, Cesari, A, (2000)Pesticide decay mo<strong>del</strong>s in the wine-making process and wine storageItalian Journal of Food Science, 12(3): 279-289.(35) Cesnik, H.B.; Gregorcic, A.; Cus, F. (2008)Pesticide residues in grapes from vineyards included in integrated pestmanagement in Slovenia.Food Add., Contam. 2008, 25, 4, 438-443.(36) Mahajan G, Singh KG, (2006)Response of greenhouse tomato to irrigation and fertirrigation.Agr Water Manag 84:202–206.(37) Stevenson WR, (2009)Late blight control <strong>strategie</strong>s in the United States.Acta Hort (ISHS) 834:83-86.(38) Diaz Alvarez JR, (1999)Mo<strong>del</strong>ling of greenhouse structures and characteristics for an idealeconomic structure for growing vegetables, flowers or fruit crops.In Procee<strong>di</strong>ngs ed. by Choukr-Allah R. Protected cultivation in theMe<strong>di</strong>terranean Region / Cultures protégées dans la région mé<strong>di</strong>terranéenne,6-9 October 1998, Aga<strong>di</strong>r, Morocco, pp 29-43.(39) Andrieu N, Jaworska G, Genet JL, Bompeix G, (2001)Biological mode of action of Famoxadone on Plasmopara viticola andPhytophthora infestans.Crop Protection 20:253-260.(40) Jordan DB, Livingston RS, Bisaha JJ, Duncan KE, Pember SO, PicollelliMA, Schwartz RS, Stenberg JA, Tang XS, (1999)Mode of action of famoxadone.Pesticide science A 55:105-118.72


(41) Rosslenbroich HJ, Stuebler D, (2000)Botrytis cinerea, history of chemical control and novel fungicides for itsmanagement.Crop Protection 19:557-561.(42) Duben J, Rosslenbroich HJ, Jenner G, (2002)Teldor® (Fenhexamid) - A new specific fungicide for the control of Botrytiscinerea and related pathogens on rubus, ribes and other crops.Acta Hort (ISHS) 585:325-329.(43) Rosslenbroich HJ, Stuebler D, (2000)Botrytis cinerea history of chemical control and novel fungicides for itsmanagement.Crop Protection 19:557-561.(44) Leroux P, Lanen C, Fritz R, (1992)Similarities in the antifungal activities of fenpiclonil, ipro<strong>di</strong>one andtolclofos-methyl against Botrytis cinerea and Fusarium nivale.Pestic Sci 36:255-261.(45) Amvrazi EG, Papa<strong>di</strong>-Psyllou AT, Tsiropoulos NG, (2010)Pesticide enrichment factors and matrix effects on the determination ofmulticlass pesticides in tomato samples by single-drop microextraction(SDME) coupled with gas chromatography and comparison study betweenSDME and acetone-partition extraction procedure.Int J Environ Anal Chem 90:245-259.(46) Sannino A, Bolzoni L, Ban<strong>di</strong>ni M, (2004)Application of liquid chromatography with electrospray tandem massspectrometry to the determination of a new generation of pesticides inprocessed fruits and vegetables.J Chrom A 1036:161–169.(47) Likas DT, Tsiropoulos NG, Milia<strong>di</strong>s GE, (2007)Rapid gas chromatographic method for the determination of famoxadone,trifloxystrobin and fenhexamid residues in tomato, grape and wine samples.J Chrom A 1150:208–214.(48) Sannino A, Ban<strong>di</strong>ni M, (2005)Determination of flu<strong>di</strong>oxonil and famoxadone in processed fruits andvegetables by liquid chromatography/electrospray tandem massspectrometry.J AOAC Int 88:1822-1826.(49) Fenoll J, Hellin P, Martinez CM, Flores P, (2009)Multiresidue Analysis of Pesticides in Soil by High-Performance LiquidChromatography with Tandem Mass Spectrometry.J AOAC Int 92:1566-1575.73


(50) Omirou M, Vryzas Z, Papadopoulou-Mourkidou E, Economou A, (2009)Dissipation rates of ipro<strong>di</strong>one and thiacloprid during tomato production ingreen house.Food Chem 116:499–504.(51) Safi JM, Abou-Foul NS, El-Nahhal YZ, El-Sebae AH, (2002)Monitoring of pesticide residues on cucumber, tomatoes and strawberries inGaza Governorates, Palestine.Nahrung/Food 46:34-39.(52) Anastasiades M, Lehotay SJ, Stajnbaher D, Schenck FJ, (2003)Fast and Easy Multiresidue Method Employing AcetonitrileExtraction/Partitioning and Dispersive Solid-Phase Extraction for theDetermination of Pesticide Residues in Produce.J AOAC Int. 86:412-431.(53) Cabras P, Angioni A, Garau VL, Melis M, Pirisi FM, Karim M, MinelliEV, (1997)Persistence of insecticide residues in olives and olive oil.J. Agric Food Chem. 45:2244-2247.(54) Garrido A, Malagon J, Busto T, (1990)Persistence of pesticides and the effect of solar ra<strong>di</strong>ation on theireffectiveness for the control of Capno<strong>di</strong>s tenebrionis L. (Coleoptera:Buprestidae).Boletín de Sanidad Vegetal, Plagas 16:183-188.(55) Katagi T, (2004)Photodegradation of Pesticides on Plant and Soil Surfaces.Rev Environ Contam Toxicol 182:1–195.(56) Pirisi FM, Angioni A, Cabizza M, Cabras P, Maccioni E, (1998)Influence of epicuticular waxes on the photolysis of pirimicarb in the solidphase.J Agric Food Chem 46:762–765.(57) Pirisi FM, Angioni A, Cabizza M, Cabras P, Cao CF, (2001)Photolysis of pesticides: influence of epicuticular waxes from Persica laevisDC on the photodegradation in the solid phase of aminocarb, methiocarband fenthion.Pestic Manag Sci 57:522–526.(58) Garau V, Angioni A, Real AAD, Russo M, Cabras P, (2002)Disappearance of azoxystrobin, pyrimethanil, cypro<strong>di</strong>nil and flu<strong>di</strong>oxinil ontomatoes in a greenhouse.J Agric Food Chem 50:1929–1932.74


(59) Cabras P, Melis M, Tuberoso C, Falqui D, Pala M, (1992)HPLC determination of fenbutatin oxide and its persistence in peaches andnectarines.J. Agric. Food Chem. 40:901-903.(60) El Mouden OI, Zougagh M, Lemerhyeratte A, Salghi R, Bazzi L,Hormatallah A, Chakir A, Riosi A, (2009)In-house pesticide residue monitoring of tomatoes from Souss-Massa(Morocco) and pesticide residue levels in tomatoes grown in a greenhouseafter multiple applications of <strong>di</strong>cofol and <strong>di</strong>fenoconazole.Ital J Food Sci 21:517-528.(61) Garcia MDG, Vidal JLM, Galera MM, Torreblanca CR, Gonzalez C,(1997)Determination and degradation of methomyl in tomatoes and green beansgrown in greenhouses.J AOAC Int. 80:633-638.(62) Kirchmann, H. (1994)Biological dynamic farming — An occult form of alternative agriculture?Journal of Agricultural and Environmental Ethics. 7, (2), 173-187.(63) Kristiansen, P. (2006)Overview of organic agriculture.In Kristiansen, P., Taji A., Reganold, J. (Eds.). Organic Agriculture: Aglobal perspective. Collingwood, VIC: CSIRO Publishing. pp 1-23.(64) Integrated Pest Management (IPM) Principles. U.S. EnvironmentalProtection Agency. http://www.epa.gov/pesticides/factsheets/ipm.htm(65) H. Basa Cesnik; A. Gregorcic; F. Cus. (2008)Pesticide residues in grapes from vineyards included in integrated pestmanagement in Slovenia.Food Ad<strong>di</strong>tives & Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control,Exposure & Risk Assessment. 25, (4), 438 – 443(66) Charles J. Muangirwa. (2011)Pest Management in Tropical Agriculture.In David Pimentel. Encyclope<strong>di</strong>a of Pest Management. Taylor and Francis.(67) F. W. Kopisch-Obuch. (1996)Pesticide management under the international code of conduct on the<strong>di</strong>stribution and use of pesticides.Journal of Environmental Science and Health, Part B: Pesticides, FoodContaminants, and Agricultural Wastes. Volume 31, Issue 3, Pages 293 –30575


(68) Huiting Zhang; Suli Wang; Zhiqiang Zhou; Canping Pan; Jingping Zhang;Weimin Niu. (2008)Food Safety: Monitoring of Organophosphate Pesticide Residues in Cropsand Food.Phosphorus, Sulfur, and Silicon and the Related Elements. Volume 183,Issue 2 & 3, Pages 280 – 290(69) P. Cabras, E. Conte. (2001)Pesticide residues in grapes and wine in Italy.Food Ad<strong>di</strong>tives & Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control,Exposure & Risk Assessment. Volume 18, Issue 10, Pages 880 – 885(70) Myna Panemangalore; Avinash M. Tope; Frederick N. Bebe (2011)Worker Pesticide Exposure.In David Pimentel. Encyclope<strong>di</strong>a of Pest Management. Taylor and Francis.(71) M. E. Poulsen; H. K. Hansen; J. J. Sloth; H. B. Christensen; J. H.Andersen. (2007)Survey of pesticide residues in table grapes: Determination of processingfactors, intake and risk assessment.Food Ad<strong>di</strong>tives & Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control,Exposure & Risk Assessment. Volume 24, Issue 8, Pages 886 – 895.(72) W. L. Claeys; S. De Voghel; J. -F. Schmit; V. Vromman; L. Pussemie.(2008)Exposure assessment of the Belgian population to pesticide residues throughfruit and vegetable consumption.Food Ad<strong>di</strong>tives & Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control,Exposure & Risk Assessment. Volume 25, Issue 7, Pages 851 – 863(73) I. N. Tsakiris; T. G. Danis; I. A. Stratis; D. Nikitovic; I. A. Dialyna; A. K.Alegakis; A. M. Tsatsakis. (2004)Monitoring of pesticide residues in fresh peaches produced underconventional and integrated crop management cultivation.Food Ad<strong>di</strong>tives & Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control,Exposure & Risk Assessment. Volume 21, Issue 7, Pages 670 – 677(74) Lynn R. Goldman. (2007)Managing Pesticide Chronic Health Risks. U.S. Policies.Journal of Agrome<strong>di</strong>cine. Volume 12, Issue 1, Pages 67 – 75(75) Clau<strong>di</strong>a Helena Pastor Ciscato; Amir Bertoni Gebara; Sergio HenriqueMonteiro (2009).Pesticide residue monitoring of Brazilian fruit for export 2006-2007.Food Ad<strong>di</strong>tives and Contaminants: Part B: Surveillance. Volume 2, Issue 2,Pages 140 – 14576


(76) Kazbek Toleubayev; Kees Jansen; Arnold Van Huis. (2011)From Integrated Pest Management to In<strong>di</strong>scriminate Pesticide Use inKazakhstan.Journal of Sustainable Agriculture. Volume 35, Issue 4, Pages 350 – 375(77) P. Edder; D. Ortelli; O. Viret; E. Cognard; A. De Montmollin; O. Zali.(2009)Control <strong>strategie</strong>s against grey mould (Botrytis cinerea Pers.: Fr) andcorrespon<strong>di</strong>ng fungicide residues in grapes and wines.Food Ad<strong>di</strong>tives & Contaminants: Part A: Chemistry, Analysis, Control,Exposure & Risk Assessment. Volume 26, Issue 5, Pages 719 – 725(78) Beena Kumari, V. K. Madan and T. S. Kathpal. (2006)Monitoring of pesticide residues in fruits.Environmental Monitoring and Assessment 123: 407–412(79) Boobis, A.R.; Ossendorp, B.C.; Banasiak, U.; Hamey, P.Y.; Sebestyen, I.& Moretto, A. (2008). Cumulative risk assessment of pesticide residues infood.Toxicol. Lett., Vol. 180, No. 2, (137-150).(80) Commissione <strong>del</strong>le Comunità EuropeeAgenda 2000. Per un’Unione più forte e più ampiaBruxelles 15.7.1996 COM (97) 2000 def. Vol.1(81) Cabras P.; Cabitza F.; Meloni M.; Pirisi F.M. (1985)Behavior of some pesticide residues on greenhouse tomatoes. 2. Fungicides,acaricides, and insecticides.J. Agric. Food Chem., (5), 935-937.(82) Regolamento (CE) N. 459/2010 <strong>del</strong>la Commissione che mo<strong>di</strong>fica gliallegati II, III e IV <strong>del</strong> regolamento (CE) n. 396/2005 <strong>del</strong> Parlamentoeuropeo e <strong>del</strong> Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi <strong>di</strong> residui <strong>di</strong>antiparassitari in o su determinati prodotti.G.U.C.E. L 129 <strong>del</strong> 27.5.2010: 3-49(83) Cabras, P.; Gennari, M.; Meloni, M.; Cabitza, F.; Cubeddu, M. (1989)Pesticides residues in lettuce. 2. Influence of formulations.J. Agric. Food Chem. 37 (5), 1405-1407.(84) Cabras, P.; Meloni, M.; Manca, M.R.; Pirisi, F.M.; Cabitza, F.; Cubeddu,M. (1988)Pesticides residues in lettuce. 1. Influence of the cultivar.J. Agric. Food Chem. 36 (1), 92-95.77


(85) Angioni A.; Aguilera Del Real A.; Russo M.; Melis M.; Cabitza F.;Cabras P. (2003)Triazole fungicide degradation in peaches in the field and in mo<strong>del</strong> systems.Food Ad<strong>di</strong>t. Contam. 20(4), 368-374.78

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!