11.07.2015 Views

Appennino genovese p.2 - Ambiente in Liguria

Appennino genovese p.2 - Ambiente in Liguria

Appennino genovese p.2 - Ambiente in Liguria

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

1Periodo consigliato:tutto l’annoDurata del percorso:5hCaratteristiche:paesaggistiche, storiche (numerosipannelli segnalanoelementi di vita materiale edi sfruttamento del territorio)botanicheLa geologiaIl sito è caratterizzato dallerocce ofiolitiche del Gruppodi Voltri e dalle formazionidella zona Sestri-Voltaggioche segnano il passaggiotra Alpi e Appenn<strong>in</strong>i.Nella pag<strong>in</strong>a a fianco: <strong>in</strong>quadraturedall’alto sui laghi delGorzente. Sotto: una fioritura<strong>in</strong>vernale di narcisoL. LungoM. Orditano938L. BrunoBric Nasciu938GallianetoBorgoFerrandiSentiero Naturalistico Laghi del GorzenteGCravascolIsoverdeUn “classico”, per genovesi e non. Il percorso ad anello chelambisce i Laghi del Gorzente è mirabilmente segnalato ecorredato di pannelli <strong>in</strong>formativi dai volontari del CAI diBolzaneto. Il piacevole, <strong>in</strong>tenso it<strong>in</strong>erario si snoda dagli accoglientiprati dei Piani di Praglia e ai laghi che fungonoanche da “riserva idrica” per la città di Genova.Un piccolo osservatorio è a disposizione di studenti e <strong>in</strong>teressati.Accesso e punto di partenzadalla val Polcevera si risale la Prov<strong>in</strong>ciale n. 4 per Pragliache raggiunge il valico di Prou Renè (825m). Un piazzaleche funge da parcheggio e un’edicola <strong>in</strong> legno con ladescrizione dell’it<strong>in</strong>erario <strong>in</strong>dicano il punto di partenza.Seguita la strada asfaltata alle spalle del pannello <strong>in</strong>formativosi <strong>in</strong>contra <strong>in</strong> breve il sentiero <strong>in</strong> discesa che si<strong>in</strong>oltra nel bosco.Alternando praterie e zone boschive, il sentiero fiancheggiail rio Gorzente. Attraversatolo, si giunge <strong>in</strong> una area umidasegnalata da un pannello descrittivo. Si prosegue per boschidi castagni per attraversare nuovamente un ruscello, vic<strong>in</strong>oil bivio per il Giogo di Paravanico. L’it<strong>in</strong>erario prosegue as<strong>in</strong>istra per raggiungere un’antica neviera. Oltrela mulattiera che conduceva da Campomoronealle Capanne di Marcarolo si raggiunge ungrosso masso <strong>in</strong>dicato come Pietra del Grano.Procedendo oltre, la valle si apre e il tracciatocosteggia dall’alto la sponda s<strong>in</strong>istra del guado.In corrispondenza della divisione tra i due braccidel Lago Lungo si attraversa la confluenzatra il rio dei Chiappuzzi e il rio Lischeo. Superatii due torrenti, nel bosco di noccioli,si attraversa un tratto a pelo d’acqua (nonpercorribile <strong>in</strong> caso di livello troppo elevato),f<strong>in</strong>o ad arrivare alLago Lungo (684m/2h)che si costeggia f<strong>in</strong>o quasi alla diga. Prima di arrivare all’arg<strong>in</strong>e,un ripido pendio sale a s<strong>in</strong>istra nel bosco f<strong>in</strong>o adun pannello che <strong>in</strong>dica un’antica carbonaia. Tra faggi, castagni,roveri e frass<strong>in</strong>i, attraverso alcuni saliscendi beneattrezzati nei punti ripidi, si raggiunge una carrozzabile diservizio. Sulla destra si trovava un ponte <strong>in</strong> ferro per scavalcareil lago Bruno, attualmente prosciugato per motivitecnici e attraversabile sul fondo, prestando attenzione, neigiorni feriali, ai mezzi al lavoro. Raggiunta la sponda oppostadel lago si segue la strada a destra f<strong>in</strong>o a un sentiero chemonta sul pendio boscoso. Un tratto dapprima <strong>in</strong> piano,qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> salita raggiunge il Sacrario dei Martiri di PassoMezzano (eretto <strong>in</strong> memoria di 14 partigiani). Una ripidasalita porta alla vetta delBric Nasciu (916m/3h 30’)detto anche Bric Lagolungo. Dalla cima, punto più elevatodell’anello, è possibile godere di un affasc<strong>in</strong>ante panoramasull’estensione del Lago Lungo e sui monti circostanti. Siraggiunge un tratto dell’Alta Via f<strong>in</strong>o ad attraversare a mezzacosta il cr<strong>in</strong>ale che conduce all’Osservatorio Naturalisticodel CAI di Bolzaneto. Una piccola sosta all’osservatorioè consigliata, qui una cart<strong>in</strong>a permette di <strong>in</strong>dividuare lecime dei monti circostanti e l’accogliente abitazione <strong>in</strong>vogliaa una sosta.Tornati sul sentiero, si scende passando vic<strong>in</strong>o alla sorgentedetta Fontana dei Segagg<strong>in</strong>. Raggiunta una strada sterrata,si segue il sentiero che risale le pendici del Bric Roncasci.Un tratto esposto sulla val Polcevera segue il tracciato dell’AltaVia, lungo il conf<strong>in</strong>e naturale con il Parco piemonteseCapanne di Marcarolo, per immettersi, giunti quasi a dest<strong>in</strong>azione,nel bosco; una deviazione di 50 metri conduce<strong>in</strong> un luogo ove è stato <strong>in</strong>dividuato uno dei term<strong>in</strong>i diconf<strong>in</strong>e citati nella famosa “Tavola Bronzea del Polcevera”(117 a.C.): il limite è identificato da un grosso masso chedef<strong>in</strong>irebbe uno dei conf<strong>in</strong>i tra le tribù liguri dei Genuantie dei Vitutii.Si arriva <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e al valico di Prou Renè (5h).Le pianteSono presenti diversi habitatdi <strong>in</strong>teresse prioritarioquali pascoli con popolazionidi orchidee, formazionia euforbia sp<strong>in</strong>osaligure (Euphorbia sp<strong>in</strong>osassp. ligustica) su substratiofiolitici, alcuni complessidi torbiera e formazioniigrofile a falasco (Cladiummariscus). Di grande rilievola presenza di alcuni endemismiad areale ristrettoquali la viola di Bertoloni(Viola bertolonii), la pever<strong>in</strong>adi Voltri (Cerastiumutriense), e la rarissima a-quilegia di Bertoloni (Aquilegiabertolonii) di <strong>in</strong>teressecomunitario.Gli animaliSono un’ottant<strong>in</strong>a le speciedell’avifauna <strong>in</strong> via di rarefazionee/o protette, fra cuil’aquila (Aquila chrysaetos),e il biancone (Circaetusgallicus). Tra gli anfibisono segnalati il geotritone(Spleomantes str<strong>in</strong>atii) e lasalamandr<strong>in</strong>a dagli occhiali(Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata).Gli <strong>in</strong>setti sono presenticon vari carabidi di grande<strong>in</strong>teresse biogeografico(Carabus solieri subsp. liguranus,C. rossii) oltre a cervovolante (Lucanus cervus)e cerambice della quercia(Cerambyx cerdo) d’<strong>in</strong>teressecomunitario ai sensidella Direttiva Habitat.4 5


Periodo consigliato:tutto l’anno tanne le giornatepiù caldeDurata del percorso:1hCaratteristiche:botanico, geologico,panoramicoA10GranaraCassanelloSantuarioMadonnadel GazzoSestriPonentePolceveraPegliGENOVACornigliano2Genova Sestri - Monte GazzoLe pianteLo stretto contatto tra lelitologie calcaree e i substratiofiolitici condizionafortemente la distribuzionedelle specie. Diversespecie rare ed endemichesono presenti: lo zafferan<strong>in</strong>oligure (Romulea ligustica),il fior gall<strong>in</strong>accioacutissimo (Tuberaria acum<strong>in</strong>ata),qui descritto per laprima volta, la pever<strong>in</strong>a diVoltri (Cerastium utriense).Significative popolazioni diorchidee, un lembo di leccetae boschi di castagnosono parte del patrimoniovegetale del sito.È il tracciato meridionale, il più faticoso <strong>in</strong> quanto diretto,per il Monte Gazzo. Si tratta tuttavia del sentiero più riccodi fasc<strong>in</strong>o, per via degli splendidi spunti panoramici sucittà e mare, <strong>in</strong> particolare sulla zona portuale del PonenteGenovese. Montagna sventrata dall’assidua attività estrattiva,Il Gazzo viene paragonato a un torsolo rosicchiato. Illavoro dell’uomo ha tuttavia messo <strong>in</strong> evidenza il calcaredolomitico, così caratteristico e lum<strong>in</strong>oso, scenografico nellasua collocazione vic<strong>in</strong>o alla costa e alle abitazioni.Accesso e punto di partenzadalla stazione ferroviaria di Sestri Ponente occorreattraversare la via centrale di fronte e superare via Sestri.Oltre le piazze Machiavelli e Baracca si risale viale Canepaper raggiungere via Domenico Oliva (entrambe le stradesono servite dal bus n. 58). In fondo a via DomenicoOliva si attraversano i b<strong>in</strong>ari della ferrovia e, risalita labreve strada asfaltata, si prende a un bivio una crosa sulladestra.Superate le ultime abitazioni il tracciato si trasforma <strong>in</strong>sentiero, segnato con tondo rosso vuoto barrato.Oltre la vegetazione si risale una scala metallica. Uncomodo sentiero piega sulla destra e prende a salire, mentresullo sfondo si <strong>in</strong>travedono Sestri con suo il mare. Si avanzaancora <strong>in</strong> salita; sul lato verso Levante si fiancheggiano,<strong>in</strong> un paesaggio dom<strong>in</strong>ato dagli ulivi, vere e propriefalesie create dai lavori di scavo. Il sentiero, ovunque bensegnalato, sale ripido: notevole è la vista sul mare, sul porto,sugli <strong>in</strong>sediamenti produttivi. Vari elettrodotti disturbano ilpaesaggio tra la roccia bianca e il verde degli alberi. Oltrele rec<strong>in</strong>zioni, le falesie a picco sul vuoto. I cartelli avvertonodi “non oltrepassare i cavi del ciglio di scavo”.Oltre la selva di tralicci della corrente elettrica occorreseguire il sentiero a s<strong>in</strong>istra e procedere lungo un trattocoltivato a uliveto f<strong>in</strong>o a una croce. Qui occorre prenderela strada a destra, sempre bene <strong>in</strong>dicata dal segnavia.Si percorre qu<strong>in</strong>di una sorta di cr<strong>in</strong>ale - rec<strong>in</strong>tata su ambo i lati -lungo le falesie ricavate artificialmente. Successivamente siimbocca una strad<strong>in</strong>a a destra, che si fa via via più strettae si sviluppa nel bosco: si <strong>in</strong>fittiscono, <strong>in</strong> questa zona, lerec<strong>in</strong>zioni che delimitano le aree adibite a cave.Superati alcuni tornanti si raggiunge la strada asfaltata, lungoil percorso storico-naturalistico del Parco Urbano del MonteGazzo (corredato con alcuni pannelli illustrativi) e immersanel bosco di lecci. Occorre tuttavia ignorare la stradaasfaltata e procedere piuttosto per una agevole scal<strong>in</strong>ata.Il sentiero, da qui <strong>in</strong> poi, si fa più morbido e, attraversoalcuni tornanti sale f<strong>in</strong>o a condurre, nell’arco di pochim<strong>in</strong>uti, sulla vetta del monte, dove si trova, a quota 421metri, il Santuario della Madonna del Gazzo, <strong>in</strong>augurato nel1700. Di particolare suggestione è la bianchissima statuadella Madonna, alta c<strong>in</strong>que metri e collocata <strong>in</strong> una nicchiaesterna nella parte alta della facciata. Ultimata nel 1873, lascultura è riconoscibile anche da ragguardevole distanza.Il sagrato della chiesa offre un panorama a 180° dal Levantecittad<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>o al term<strong>in</strong>al conta<strong>in</strong>er di Genova-Voltri.La geologiaI terreni affioranti sono <strong>in</strong>l<strong>in</strong>ea di massima dolomie ecalcari dolomitici.Gli animaliInteressanti specie endemichelegate alle cavità carsichesi trovano nell’area,come ad esempio il geotritone(Speleomantes str<strong>in</strong>atii).Inoltre si segnalanouna quarant<strong>in</strong>a di uccelliprotetti e la falena Euplagiaquadripunctaria, speciedi <strong>in</strong>teresse prioritario perl’Unione Europea.Nella pag<strong>in</strong>a a fianco all’<strong>in</strong>ternodel box: l’esclusiva pever<strong>in</strong>adi Voltri. (<strong>in</strong> alto) e laRomulea LigusticaSopra: panorama delle alturedel monte Gazzo.A fianco il geotritone (Speleomantesstr<strong>in</strong>atii).Nel box la falena Euplagiaquadripunctuaria.6 7


3Periodo consigliato:tutto l’annoDurata del percorso:40’Caratteristiche:botanicoPedemonteSentiero Botanico di CiaèSant’OlcesePiccarelloTulloM. Alpe800Creato nel 1984 lungo l’antico tracciato che collegavaSant’Olcese a Orero e riprist<strong>in</strong>ato nel 1991 dai volontaridella Guardia ant<strong>in</strong>cendi del Comune di Sant’Olcese,questo percorso “obbligato”, <strong>in</strong> dolce discesa permettedi <strong>in</strong>dividuare una trent<strong>in</strong>a di specie diverse di alberi earbusti della zona, tutti “raccontati” con l’aiuto di ecologicipannelli <strong>in</strong> legno. Si potrà così, strada facendo, fareconoscenza con il salicone, il ciliegio, il melo selvatico, ilpungitopo, il cerro...Gli animaliParticolare importanza hannole specie legate al corsod’acqua quali la salamandr<strong>in</strong>adagli occhiali (Salamandr<strong>in</strong>aterdigitata) e ilvairone (Leuciscus souffia).Tra gli uccelli sono segnalatedue specie d’<strong>in</strong>teressecomunitario il succiacapre(Caprimulgus europaeus) el’averla piccola (Lanius collurio),mentre tra gli <strong>in</strong>settisono presenti il cervo volante(Lucanus cervus), e lafalena Euplagia quadripunctariaentrambe specie d’<strong>in</strong>teressecomunitario.Cerro, Maggiociondolo, Corbezzolo, Loppo, Agrifoglio,Pungitopo, Corniolo, Gattice, Castagno, Carp<strong>in</strong>o Nero,Acero, Sambuco, Rob<strong>in</strong>ia, Nocciolo, Nespolo, Sangu<strong>in</strong>ella,Ontano Nero, Olmo, Biancosp<strong>in</strong>o, Fusag<strong>in</strong>e, Rovere.Il percorso stesso è bene attrezzato: ci sono panch<strong>in</strong>eper la sosta e scalette <strong>in</strong> legno a favorire il passaggio deipunti più delicati.Accesso e punto di partenzaOccorrono meno di 40 m<strong>in</strong>uti per giungere a fondovalle,<strong>in</strong> riva al torrente. Un ponte medievale scavalca ilSi può arrivare anche <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a, proseguendo oltreSant’Olcese <strong>in</strong> direzione Casella. Ma il mezzo più <strong>in</strong>vitanteed ecologico per raggiungere il punto di partenzacase del m<strong>in</strong>uscolo villaggio di Ciaè. L’antico mul<strong>in</strong>o noncorso d’acqua, <strong>in</strong>torno al quale si concentrano le pochedel sentiero è il Tren<strong>in</strong>o di Casella. Chi arriva da Genova(stazione di piazza Man<strong>in</strong>) avrà modo, <strong>in</strong> parti-Sant’Olcese hanno recuperato una vecchia casa attrez-funziona più, ma i volontari della Guardia ant<strong>in</strong>cendi dicolare, di percorrere un tratto a mezza costa lungo lazandola a rifugio escursionistico, dotato di 16 posti letto,val Bisagno, dom<strong>in</strong>ata dalle antiche fortificazioni alteun centro accoglienza per i gruppi <strong>in</strong> visita al sentiero, lasulle coll<strong>in</strong>e.loggia coperta. Per la prenotazione e il ritiro delle chiavici si può rivolgere al Ristorante Pizzeria Cacciatori aScesi a Sant’Olcese-Tullo si scende verso l’abitato diRonco f<strong>in</strong>o alla deviazione <strong>in</strong>dicata per il: sentiero botanicoe il rifugio di Ciaè. Percorsi circa 1,5 Km dallatappa convenzionato dell’Alta Via dei Monti Liguri, conS. Olcese Chiesa. (tel. 010709825). Si tratta di un postostazione, un cartello <strong>in</strong> legno sul lato s<strong>in</strong>istro della strada<strong>in</strong>dica il punto di partenza del sentiero.Quanti non <strong>in</strong>tendessero pernottare possono concluderetariffe prestabilite.Oltre il cartello <strong>in</strong>dicatore si <strong>in</strong>contrano alcune panchesubito la gita sp<strong>in</strong>gendosi, al di là del ponticello, lungoper la sosta e, sulla destra, una casetta con tratto rec<strong>in</strong>tatooltre il quale si estende un frutteto di mele, beneNell’area sono segnalatiLe pianteun breve tratto <strong>in</strong> salita (non più di c<strong>in</strong>que m<strong>in</strong>uti) checonduce alla quercia secolare.alcuni subendemismi ligure-provenzali,quali laorganizzato e <strong>in</strong> perfetto ord<strong>in</strong>e.L’albero raggiunge l’altezza di un palazzone ed è impossibileda abbracciare per un essere umano.scilla (Scilla italica), la cam-Le s<strong>in</strong>golarità botaniche del percorso sono evidenziateIn alto e nella pag<strong>in</strong>a a fianco:il abbandonato di Ciaè.nula medium) e la coriariada ecologici e gradevoli pannelli <strong>in</strong> legno, a segnalare ePrima di varcare il ponticello, si dia un’occhiata ai rusticitavoli <strong>in</strong> pietra dell’area pic-nic. Chi si fosse portatopanula toscana (Campa-descrivere specie comuni quali il G<strong>in</strong>epro, il Cotogno, il(Coriaria myrtifolia) specieAl centro: il tren<strong>in</strong>o di Casellaè il mezzo ideale perMelo Selvatico, e altre meno frequenti quali il Salicone.dietro da mangiare potrà consumare qui il suo pranzo al mediterraneo-occidentaleSi scende a zig-zag, ed ecco altre specie arboree, anch’essesegnalate e descritte: il Pioppo Tremolo, l’Erica,sacco (ci sono anche le griglie per eventuali barbecues). molto rara <strong>in</strong> Italia <strong>in</strong> quantolimitata alla <strong>Liguria</strong> oc-raggiungere il punto di partenza.sopra: il succiacapre.Altrimenti l’alternativa è ghiotta: la risalita a Sant’Olcese,dove sarà possibile gustare il famoso salame appenacidentale e a una stazioneNella pag<strong>in</strong>a a fianco, il cervovolante e salamandre. cate. Le altre sono: Frass<strong>in</strong>o, Orniello, Roverella, Ciliegio,affettato...il Carp<strong>in</strong>o Bianco… Ma sono <strong>in</strong> tutto 32 le specie <strong>in</strong>di-lungo il Taro.8 9


4Periodo consigliato:durante tutto l’anno fatta eccezionedei periodi più caldiDurata del percorso:4hCaratteristiche:botanico, panoramicoCrocera di P<strong>in</strong>o - Colle di Creto - AlpesisaLe pianteTra gli habitat d’<strong>in</strong>teressecomunitario sono dasegnalare i prati umidi amol<strong>in</strong>ia (Mol<strong>in</strong>ia coerulea)e pium<strong>in</strong>i (Eriophorum latifolium)e le c<strong>in</strong>ture ripariead ontano (Alnus glut<strong>in</strong>osa).Le praterie su substraticalcarei, habitat prioritario,ospitano significative popolazionidi orchidee.La geologiaDom<strong>in</strong>ano i calcari delMonte Antola (calcari marnosi,marne calcaree, marneargillose); diaspri affioranopresso il Monte Alpe.TulloBrugheM. Alpe800 M. Alpesisa983Colle di Creto604Gola di Sisa730Un it<strong>in</strong>erario <strong>in</strong>consueto, che abbraccia diverse delle vallatee delle alture <strong>in</strong>torno Genova: valle del torrente Geirato, valBisagno, val Polcevera, monte Ratti, monte Fasce e ForteDiamante.È un camm<strong>in</strong>o lungo le montagne di casa, un percorso “aereo”,per osservare la città da una prospettiva differente egratificante. Sorprende poi notare come, lungo il percorsopoco oltre i conf<strong>in</strong>i della città, alcune zone prative funganoda pascolo per greggi ma anche per bov<strong>in</strong>i.Accesso e punto di partenzaseguendo la strada statale per Torrazza, subito dopo lagalleria di P<strong>in</strong>o Soprano una strad<strong>in</strong>a sulla destra raggiungela stazione ferroviaria del tren<strong>in</strong>o di Casella. Oltre ib<strong>in</strong>ari occorre prendere la strada sterrata, a s<strong>in</strong>istra dellacappella di San Bernardo.Ancora una volta il mezzo di trasporto ideale è il tren<strong>in</strong>o:si scende alla fermata di P<strong>in</strong>o è si è già sul posto. Diversamenteancora, l’autobus 481 parte da Molassana e facapol<strong>in</strong>ea dopo la galleria.Dal punto di partenza, cioè dallaCrocera di P<strong>in</strong>o (o Colla di Torrazza) 362moccorre seguire i segnavia x rosso e tondo rosso pieno. Siprocede <strong>in</strong> piano, sulla strada sterrata <strong>in</strong> direzione nord-estcosteggiando la val Bisagno. Il percorso procede paralleload alcuni elettrodotti. Si prosegue qu<strong>in</strong>di lungo lo sterratopr<strong>in</strong>cipale che costeggia la val Bisagno prima e la valledel torrente Geirato poi. Dopo circa un’ora si raggiunge unpiccolo spartiacque, altresì riconoscibile per la presenza diun grosso traliccio sulla s<strong>in</strong>istra. Il tracciato si restr<strong>in</strong>ge f<strong>in</strong>oa diventare sentiero. Si segue ora la piccola mulattiera <strong>in</strong>salita sulla s<strong>in</strong>istra (segnavia “X” rossa). Term<strong>in</strong>ata la salitae superato un pianoro, il sentiero sale per breve tratto nelbosco f<strong>in</strong>o allo spartiacque che dom<strong>in</strong>a la vallata. In questopunto una m<strong>in</strong>uta costruzione può fungere da riparo.Si procede qu<strong>in</strong>di su un sentiero arioso che dom<strong>in</strong>a la valGeirato e i Prati Casarile (localmente chiamati Casal<strong>in</strong>i). Occorretuttavia prestare una certa attenzione, ché il sentiero èpanoramico ma esposto: L’occhio può spaziare ammirato suGenova, sulle valli Bisagno e Polcevera, sul Diamante, sulMonte Fasce, sul torrente Geirato.Oltre un tratto <strong>in</strong> piano si arriva <strong>in</strong> breve su una sella. Oltreun paletto del metanodotto occorre tenere il sentiero adestra - contrassegnato dal solo segnavia “pall<strong>in</strong>o rosso pieno”che sale dolcemente per tagliare <strong>in</strong> costa il fianco dellamontagna. In circa 20’ dalla sella il tracciato si congiungecon l’Alta Via sulle praterie delColle di Creto (604m/2h).Da qui bisogna seguire la strada tra i prati e i rec<strong>in</strong>ti f<strong>in</strong>oall’abitato di Creto. Giunti sulla strada prov<strong>in</strong>ciale si prosegueverso s<strong>in</strong>istra. Poco oltre un ristorante, una strad<strong>in</strong>aprosegue <strong>in</strong> salita verso destra (è <strong>in</strong>dicato anche un campeggio).Il segnavia da seguire è quello dell’Alta Via. La stradaasfaltata passa <strong>in</strong> mezzo alle case, di fianco a un Chiesa.Le abitazioni si diradano e oltre l’ultima residenza il trattoasfaltato lascia il posto al sentiero, nel bosco. Si procede<strong>in</strong> piano. Osservando dall’alto la valle del Rio Torbido, èpossibile scorgere il ponte canale dell’Acquedotto Storicodi Genova.Il sentiero supera una valletta caratterizzata <strong>in</strong> stagione dafolte fioriture di zafferan<strong>in</strong>o ligure. Vecchie costruzioni eruderi abbandonati precedono il bosco. Oltre un secondocancello occorre rimanere sul tracciato pr<strong>in</strong>cipale. Dopo untratto <strong>in</strong> salita, <strong>in</strong>atteso, un prato <strong>in</strong> cui è possibile <strong>in</strong>contrarebov<strong>in</strong>i al pascolo: questa depressione tra i due colli è laGola di Sisa (730m/3h30’)dom<strong>in</strong>ata dalla cima dell’Alpesisa. La vista sulla costa, se lagiornata è soleggiata, offre una prospettiva di <strong>in</strong>dubbia bellezzasulla città. Per salire sulla sommità dell’Alpesisa, chedom<strong>in</strong>a con la sua cresta piatta, vi sono due sentieri, entrambituttavia di difficile percorrenza a causa del loro statodi abbandono e trascuratezza: il primo, a nord, procede <strong>in</strong>un castagneto passando dal tracciato dell’Alta Via; il secondosi sviluppa sul lato sud. È consigliabile quest’ultimo, piùpercorribile per via della rada vegetazione: per raggiungerlooccorre attraversare il terreno rec<strong>in</strong>tato per i bov<strong>in</strong>i <strong>in</strong> mododa poter risalire verso la parte più orientale.Gli animaliNumerosa la fauna orniticamigratoria. Si segnalano<strong>in</strong>oltre diversi anfibi protettitra cui tritoni (Triturusalpestris e T. carnifex), salamandr<strong>in</strong>adagli occhiali(Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata),geotritone (Speleomantesstr<strong>in</strong>atii). Tra gli <strong>in</strong>vertebratisi evidenzia il gambero difiume (Austropotamobiuspallipes) e Vulda doderoi,coleottero stafil<strong>in</strong>ide endemicodell’<strong>Appenn<strong>in</strong>o</strong> ligure.In alto e <strong>in</strong> basso: panoramichesu monti e città dalsentiero.Sopra: il lago di val Noci.Nel Box: Gambero di fiume(<strong>in</strong> alto) e un tritone.Nella pag<strong>in</strong>a a fianco: fiorituradi dente di cane.10 11


5Periodo consigliato:Tutto l’annoDurata del percorso:2hCaratteristiche:paesaggistiche, culturali (tradizioniagricole), botanicheoaLorsicaCroced’OreroBocca di Feia1131Casonedelle Piove779Croce di Orero - Monte RamacetoM.Ramaceto1318Le pianteGli estesi pascoli dei versantimeridionali, habitat di<strong>in</strong>teresse prioritario, ospitanospecie come la violadi Cavillier (Viola calcaratassp. cavillieri), rara sull’<strong>Appenn<strong>in</strong>o</strong>ligure, la genzianadi Koch (Gentiana kochiana)e diverse specie di orchidee.Altro habitat di maggiore<strong>in</strong>teresse del sito è costituitodalle belle faggete deiversanti settentrionali. Di uncerto rilievo anche alcuniesemplari di cerro-sughera(Quercus crenata).Sopra: Genziana di Knock.Nella pag<strong>in</strong>a a fianco <strong>in</strong> alto:<strong>in</strong>quadrature dalla “vetta”del monte Ramaceto.Sempre a fianco <strong>in</strong> basso:Aquila realeIl Ramaceto: una cima elevata sul mare, l’<strong>Appenn<strong>in</strong>o</strong>,le Alpi e la Val d’Aveto. Tra castagneti curati, numeroseardesie affioranti e fioriture estese che colorano <strong>in</strong>primavera il percorso, la fatica della salita è appagatadalla vista superba offerta dalla vetta del monte.Accesso e punto di partenzaprovenendo da Genova si segue la prov<strong>in</strong>ciale perla Fontanabuona. Oltre Cicagna una strada sale amonte, verso Orero e la frazione di Croce di Orero.È consigliabile raggiungere il punto di partenza delsentiero con la macch<strong>in</strong>a.Dal bivio al term<strong>in</strong>e dell’abitato di Croce si segue lastrada asfaltata che sale a s<strong>in</strong>istra. Rimontato questotratto si oltrepassa il tornante; una strad<strong>in</strong>a sulladestra sale verso un’abitazione privata (segnavia “x”rosso).In corrispondenza della casa un arco immette a unbreve tunnel, oltre il quale il percorso prosegue a destra.Il tracciato si sviluppa su comoda mulattiera, tramuretti di contenimento e fieri castagneti. Il percorsorisale il versante occidentale del monte Zuccarello.Agli estesi castagneti si alternano tratti costituiti dacerri, ornelli e carp<strong>in</strong>i. Con una discreta salita si raggiungeun castagneto molto curato che, come riferisconoi cartelli <strong>in</strong>formativi, è “ancora coltivato daglianziani di Caprile”.In breve si giunge nei pressi di vasti prati punteggiatida alcuni casolari <strong>in</strong> discreto stato <strong>in</strong> localitàCasone delle Piove (779m/1h).Si raggiunge la strada che unisce Orero con il Comunedi Lòrsica su una strada sterrata.Term<strong>in</strong>ato il tratto sterrato si <strong>in</strong>crocia la strad<strong>in</strong>a asfaltatache proviene da Lorsica; il percorso procede <strong>in</strong>salita sulla destra. Il segnavia x rosso adesso è affiancatoda quello dell’Alta Via. Il sentiero per un lungotratto rimane stretto e sale decisamente fiancheggiandoil lato occidentale della montagna. Dopo alcunitornanti si prende quota velocemente e <strong>in</strong> una bellagiornata si scorgerà già il mare alle proprie spalle ele Alpi alla propria s<strong>in</strong>istra. La vegetazione, più radadurante la primavera, è vivacizzata da una notevolefioritura del “brugo”. Saliti rapidamente di quota ilsentiero si estende a piccola mulattiera ciottolata.In corrispondenza di una lastra di ardesia con segnaviala strada prenderà ad allargarsi per un breve tratto.A un vic<strong>in</strong>o tornante il tragitto procede sulla destra esale decisamente per raggiungere le pendici del monte.Risalito un tratto di strada più aereo e morbido siprocede ancora verso est. Un altro tornante vira versola cima alberata di fronte. Si giunge sul cr<strong>in</strong>ale allaBocca di Feia (1131m/ 2h 10’)<strong>in</strong> cui confluiscono diversi sentieri. Si procede versosud, ancora <strong>in</strong> salita, mentre compare alla vista lacappelletta del Ramaceto e il panorama, impagabile,si fa sempre più netto e rivela le Alpi, l’<strong>Appenn<strong>in</strong>o</strong>,la Val d’Aveto. L’it<strong>in</strong>erario procede sull’ampio cr<strong>in</strong>ale,che nel lato rivolto a Ponente è coperto da una vegetazionedecisamente pronunciata. Dopo circa 20’ sigiunge alla cappelletta delMonte Ramaceto (1318m/2h 30’)punto più panoramico di tutto il percorso. Da un latola vista sul mare, mentre sul versante sud si <strong>in</strong>dividuanoi pascoli abbandonati della val Cichero e ildirupato versante del monte, dalla spettacolaree caratteristica forma ad anfiteatro. La vettavera e propria della montagna, a quota1345 metri, si raggiunge proseguendoancora lungo l’Alta Via per una vent<strong>in</strong>adi m<strong>in</strong>uti nel bosco. Non si tratta di unpunto panoramico né particolarmentecaratterizzato.La geologiaI substrati geologici prevalentiappartengono alleUnità del Gottero e dellaVal Lavagna.Gli animaliSono presenti circa 60specie di uccelli protettida normative <strong>in</strong>ternazionali,tra le quali l’aquilareale (Aquila chrysaetos).Da segnalare il geotritone(Speleomantes str<strong>in</strong>atii) ela rana temporaria (Ranatemporaria). Tra i lepidotteri,sono presenti la raraErebia meolans e la falenaEuplagia quadripunctaria.12 13


6Periodo consigliato:aprile ottobreDurata del percorso:5h 30’Caratteristiche:botanico, geologico,culturale, panoramicoCasanovaFontanigordaLago MarcottoP.so di Esola1310M. Roccabruna1418P.so del Fante1261Fontanigorda - Passo del Gifarco - Lago MarcottoLa geologiaIl substrato comprenderocce di diversa natura tracui brecce, basalti, serpent<strong>in</strong>itidel complesso diOttone-Casanova e flyschdi Ottone con arenariecalcaree, calcari marnosie argilliti.Gli animaliStagni e zone umide ospitanoimportanti popolazionidi anfibi tra cui tritoni (Triturusalpestris, T. vulgaris).Una quarant<strong>in</strong>a sono gliuccelli presenti tutelati danorme <strong>in</strong>ternazionali, qualiad esempio il succiacapre(Caprimulgus europaeus)e l’averla piccola (Laniuscollurio).Un it<strong>in</strong>erario dai diversi volti: si passa dagli ambienti dolci erasserenanti dei boschi, dal guado di ruscelli, alla selvaggiabellezza delle rupi del Gifarco e del Roccabruna, autenticibastioni panoramici affacciati sulle valli del Trebbia e dell’Aveto.Accesso e punto di partenzaDalla SS45 della val Trebbia si prende, <strong>in</strong> localitàLoco di Rovegno, la deviazione per Fontanigorda.Proprio a lato della chiesa, una strad<strong>in</strong>a sale <strong>in</strong> direzioneLevante, già contrassegnata con il segnavia“anello giallo”Dopo un breve tratto si attraversa il suggestivo Bosco delleFate, caratterizzato dai grossi massi ricoperti di muschio.All’ombra dei maestosi castagni, un parco giochi e impiantisportivi. Nello stesso boschetto è stato allestito il “Parcoculturale Giorgio Caproni”, con pannelli che citano alcunepoesie del “maestro di Loco”.Si cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong> salita lungo la comoda rotabile, f<strong>in</strong>o a unbivio (30’). Proseguendo a destra <strong>in</strong> un ambiente che alternail bosco a zone prative, si abbandona la sterrata per unsentiero sulla destra che conduce alla fonte delle Lungaie.Occorre, qui, guadare il torrentello e procedere <strong>in</strong> salita nelbosco misto, con prevalenza ora del faggio, ora dal p<strong>in</strong>onero, con presenze di pioppi tremuli e castagni.Salendo appare sempre più evidente la presenza dello zafferanoligure. In questo tratto di bosco capita altresì di osservaretracce di c<strong>in</strong>ghiali.Si esce <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e su un pianoro, dom<strong>in</strong>ato sulla destra dai fieribastioni del monte Castello del Fante. In breve si raggiungel’omonimoPasso del Fante (1261m/1h45’)splendida sella panoramica affacciata sulla val d’Avetoe sulle sue alte cime. Proseguendo diritti si affronterebbela discesa per Rezzoaglio, mentre cont<strong>in</strong>uando a seguireil segnavia (alternato ora da quello “cerchio giallo pieno”che accompagnerà l’escursione f<strong>in</strong>o al passo di Esola) siproseguirà lungo una sorta di scenografica balconata. Sullato s<strong>in</strong>istro appare maestoso il “dente” del monte Gifarco.Appena oltre l’omonimo passo (1279m) una deviazionecontrassegnata da tre pall<strong>in</strong>i gialli permette di raggiungere<strong>in</strong> breve la vetta del monte (1380m), che offre un panoramaancora più <strong>in</strong>contrastato.Si prosegue ancora lungo il bel sentiero-balcone f<strong>in</strong>o a unaseconda deviazione: si sale ora almonte Roccabruna (1415m/3h)splendido per il suo panorama sulla conca di Fontanigorda.Ripreso il sentiero pr<strong>in</strong>cipale (pall<strong>in</strong>o giallo pieno) ci si <strong>in</strong>oltra<strong>in</strong> una fitta faggeta, attraversata da alcuni ruscelletti. Lasuggestione del bosco mitiga la delusione per l’assenza dipanorama (solo <strong>in</strong> <strong>in</strong>verno è possibile scorgere qua e là, fragli alberi spogli, le cime <strong>in</strong>nevate della val d’Aveto.)Si cont<strong>in</strong>ua dapprima <strong>in</strong> salita, qu<strong>in</strong>di anche decisamente <strong>in</strong>discesa, raggiungendo <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e ilpasso di Esola (1310m/4h)Si segue ora il segnavia “croce gialla” e si procede <strong>in</strong> decisadiscesa lungo un tratto scosceso, <strong>in</strong>teressante sotto il profilogeologico per la presenza, <strong>in</strong> particolare, di argilloscisti(lungo il sentiero appariranno evidenti anche massi calcarei,ofioliti e blocchi di conglomerato). Il sentiero fiancheggiaun torrente che scende dal Roccabruna e raggiunge lapiana delLago Marcotto (1288m/4h30’)ormai ridotto a torbiera e <strong>in</strong>teressante sotto il profilo botanicoe faunistico. Dal punto di vista panoramico, la zonaoffre una splendida <strong>in</strong>quadratura sulle cime del Gifarco edel Roccabruna.Si prosegue ancora <strong>in</strong> ripida discesa f<strong>in</strong>o a raggiungere ilbosco e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e l’asfalto. È la strada che raccorda Casanovadi Rovegno a Fontanigorda, e <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>andosi verso la localitàdi partenza (lontana poco più di un chilometro) varràla pena osservare, sulla destra, un mul<strong>in</strong>o ad acqua perfettamentefunzionante.Ancora pochi m<strong>in</strong>uti lungo la strada, prima di term<strong>in</strong>arel’escursione nel parcheggio sotto la chiesa.Le pianteHabitat di elevato <strong>in</strong>teressedeterm<strong>in</strong>ano l’importanzadel sito: aree prative conpopolazioni di orchidee,zone umide con specie <strong>in</strong>via di rarefazione quali larosolida (Drosera rotundifolia)e il trifoglio fibr<strong>in</strong>o(Menyanthes trifoliata). Dasegnalare la g<strong>in</strong>estra di Salzmann(Genista salzmannii)endemismo dell’altoTirreno al limite settentrionaledel suo areale didistribuzione. Significativele c<strong>in</strong>ture riparie ad ontanolungo alcuni torrenti.Nella pag<strong>in</strong>a a fianco: Averlapiccola.Sopra: le vette <strong>in</strong>nevatedella catena dell’Antola,dal sentiero che scende aCasanova.Nel box: orchidea tridentata.Sotto: rosolida14 15


Altre vie per conoscerela Rete natura 2000 <strong>genovese</strong>ZPS “Beigua Turch<strong>in</strong>o”:Si tratta di un’area estesa per 9960 ettari e sovrapposta <strong>in</strong> gran parte al Parco Naturale Regionale del Beiguaa cavallo tra le prov<strong>in</strong>ce di Savona e Genova. In essa, per situazioni di contiguità geografica, maanche di cont<strong>in</strong>uità ecologica e di uniformità gestionale, <strong>in</strong>sistono vari istituti comunitari di protezionedella Natura: oltre all’<strong>in</strong>tera ZPS “Beigua - Turch<strong>in</strong>o”, si trovano i proposti Siti d’Importanza Comunitaria“Beigua - Monte Dente - Gargassa - Pavaglione” (16.846 ha - che <strong>in</strong>clude quasi per <strong>in</strong>tero la ZPS ed ilterritorio del Parco), “Foresta della Deiva - Torrente Erro” (879 ha) e “Pian della Badia (Tiglieto)” (248 ha).Questa zona è caratterizzata dalla presenza di ampie aree di versante e di fondovalle ove le aree <strong>in</strong> quota hannopendenze molto modeste. Tutta l’area è caratterizzata dalla presenza di ampi valichi, importanti punti di passoper gli uccelli migratori, e di zone umide di rilevanza geomorfologica e biologica. Dal punto di vista geologico,le rocce affioranti appartengono al gruppo di Voltri prevalentemente ofiolitico. Nel sito è compresa la ForestaDemaniale Regionale “Lerone” di 1638 ha e quella di “Tiglieto” di 700 ha. Si tratta di boschi misti e di coniferepiuttosto radi. Dal punto di vista ornitologico il sito è fra i primi <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> per la ricchezza di specie nidificanti erisulta la più importante area cosiddetta “a collo di bottiglia” dell’Italia Settentrionale per la migrazione prenunzialedei falconiformi, <strong>in</strong> particolare per il Falco Pecchiaiolo, il Biancone, il Falco di Palude.Ma globalmente l’avifauna nell’area appare molto ricca e diversificata, <strong>in</strong>cludendo oltre 155 specie, delle qualipoco meno di 90 sono quelle nidificanti e 70 le svernanti (delle quali 58 sedentarie), mentre 55 sono migratricidi solo transito. La zona gravita su un esteso e articolato massiccio montuoso a ridosso dell’area costiera <strong>in</strong> cuiè evidente il contrasto fra i versanti esposti verso il mare e quelli settentrionali; le quote relativamente elevatee la presenza di microclimi freddi consentono la presenza di specie boreali a breve distanza dal Mar Ligure.Centro Ornitologico e di Educazione Ambientale Loc. Vaccà Arenzano (GE) Tel. 019 84187300Questa struttura si colloca all’<strong>in</strong>terno della Foresta Regionale del “Lerone” e nella ZPS “Beigua - Turch<strong>in</strong>o”, <strong>in</strong> unadelle zone più <strong>in</strong>teressanti per quanto concerne la migrazione dei rapaci e rappresenta un nodo di eccellenza per leattività di ricerca scientifica e divulgazione sul tema avifaunistico. Il centro è dotato di sistemi multimediali che consentono,oltre la visione di documentari, di <strong>in</strong>teragire <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>terattiva con lo straord<strong>in</strong>ario mondo degli uccelli.ALTRI CENTRI DI RIFERIMENTOVivaio Forestale Regionale Pian Nicola e Canneti Strada Prov<strong>in</strong>ciale 456 del Turch<strong>in</strong>o - Masone (GE)Esempio di struttura per la tutela attiva delle specie vegetali autoctone che ben si <strong>in</strong>tegra con le attività di conservazioneavviate <strong>in</strong> questo senso dal Parco del Beigua.Giard<strong>in</strong>o Botanico di Pratorondan<strong>in</strong>o Località Pratorondan<strong>in</strong>o - Campo ligure (GE) Tel. 0105499827Ambienti ricostruiti alla perfezione ospitano una grande varietà di piante e fiori di grande <strong>in</strong>teresse botanico: laFlora ligure è rappresentata nella quasi totalità delle specie montane protette e da numerosi endemismi. Annessoal Giard<strong>in</strong>o Botanico è stato creato il Centro per la Didattica e la Divulgazione scientificaSIC Po<strong>in</strong>t c/o Museo Civico di Storia Naturale di Genova A. D’Oria: il Museo di Storia Naturale, vero e propriomonumento dalla scienza e alla natura ligure, si arricchisce di uno spazio permanente di <strong>in</strong>formazione sugliambienti naturali e sulle specie animali e vegetali d’<strong>in</strong>teresse comunitario presenti nel territorio ligure. Si trattadi una struttura d<strong>in</strong>amica con momenti di animazione scientifica e culturale, che consente l’utilizzo di strumentimultimediali, <strong>in</strong>contri e <strong>in</strong>terviste, diversificando le offerte <strong>in</strong>formative e didattiche sulla base delle tipologie deivisitatori, sempre coniugando rigore scientifico e semplice divulgazione.Osservatorio Regionale Ligure per la biodiversità: Struttura nata dall’<strong>in</strong>iziativa della Regione <strong>Liguria</strong> e delDIPTERIS dell’Università di Genova, ha la funzione di raccogliere, validare e archiviare i dati naturalistici: dipianificare il monitoraggio delle specie e degli habitat liguri d’<strong>in</strong>teresse comunitario; di predisporre una listarossa delle specie e degli habitat che risult<strong>in</strong>o particolarmente vulnerabili o m<strong>in</strong>acciati di est<strong>in</strong>zione.PUBBLICAZIONI• Biodiversità <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> - La rete Natura 2000 anno 2002 a cura della Regione <strong>Liguria</strong>• Incontri con la Natura <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> anno 2005 a cura di Regione <strong>Liguria</strong>• Valori e rarità della Flora Ligure anno 2005 a cura di Regione <strong>Liguria</strong>• Guida alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 schede per il riconoscimento, la gestioneed il monitoraggio. anno 2006 a cura di Regione <strong>Liguria</strong>• Guida agli Uccelli della ZPS “Beigua-Turch<strong>in</strong>o” e del Parco del Beigua anno 2006 a cura di Loris Galli<strong>in</strong> collaborazione con Antonio Aluigi e Luca Bagh<strong>in</strong>o• I Chirotteri della ZPS “Beigua-Turch<strong>in</strong>o” e del Parco del Beigua anno 2006 a cura di Di Mara Calv<strong>in</strong>i• Monte Caucaso e Monte Ramaceto – I siti di Importanza Comunitaria anno 2006 a cura della ComunitàMontana Fontanabuona16

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!