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Ottobre 2001 - Ordine dei Giornalisti

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DOPO L’INCARICO DI CURARE LA RUBRICA DELLE LETTERE DEL “CORRIERE DELLA SERA”Mieli successore di Indro Montanellisi autosospende da direttore editorialeABRUZZO: “GIUDICE SULLE INCOMPATIBILITÀ È SOLTANTO IL CONSIGLIO DELL’ORDINE”Milano, 11 settembre.Il presidentedell’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalistidella Lombardiaha ricevutoil comunicatoche il Cdr del“Corriere della Sera”ha diffuso ieri seraalle 20.15 all’internodella redazione.Questo il testo:Oggetto: MIELI SI AUTOSOSPENDE.Paolo Mieli si è autosospeso da direttoreeditoriale del Corriere della Sera a far datada oggi. Questa decisione è stata presa inrelazione all’incarico ricevuto da Mieli dirispondere ogni giorno a una lettera <strong>dei</strong>lettori. La notizia dell’autosospensione èstata comunicata al Cdr dal direttoreFerruccio de Bortoli nel corso di un incontroavvenuto oggi alle 17. Nei giorni scorsigli Ordini <strong>dei</strong> giornalisti di Milano e Roma ela Fnsi, sollecitati dal Cdr, avevano espressoun giudizio di non compatibilità tra l’incaricoaffidato a Paolo Mieli come successoredi Indro Montanelli nel rispondere ailettori e la sua carica di manager (comedirettore editoriale risponde all’editoreRcs).Ecco il testo completo della comunicazionedel direttore: «Fatte salve tutte le prerogativedella redazione, Paolo Mieli risponde daoggi ogni giorno a una lettera. Mieli si èautosospeso da direttore editoriale delCorriere da far data da oggi. L’editore si èriservato di accettare la decisione di Mieliinvestendo la Fieg del quesito se esista ono incompatibilità tra la carica di direttoreeditoriale e l’incarico giornalistico che gli èstato affidato». È un primo, parziale risultatodell’azione voluta dal Cdr fin dall’inizio dellavicenda. Tuttavia Mieli mantiene l’incarico didirettore editoriale della Rcs (Corriere dellaSera escluso) e quindi l’autosospensionelascia irrisolta la sostanza del problema: unmanager aziendale risponderà ai lettori delCorriere della Sera.Commentodi Franco AbruzzoTengo a sottolineare che il giudice esclusivodelle compatibilità professionali èsoltanto il Consiglio dell’<strong>Ordine</strong>. Noncertamente la Fieg o la Fnsi. Il Cdr all’internodelle aziende deva far rispettareanche la legge n. 69/1963 sull’ordinamentodella professione giornalista. È uncompito fissato nell’articolo 34 del Cnlg.Non spetta, credo, ai direttori responsabiliaccettare o meno le dimissioni di chicchessiada incarichi manageriali. Sullavicenda ho espresso, su richiesta del Cdrdel Corriere della Sera, un parere nonvincolante.Il direttore del giornale. L’articolo 3 dellalegge 633/1941 sul diritto d’autore enumeratra le opere collettive dell’ingegno anche leriviste e i giornali (e alle riviste e ai giornali èpoi dedicato la sezione II del Capo IV dellalegge). Il successivo articolo 7 afferma che“è considerato autore dell’opera collettiva chiorganizza e dirige la creazione dell’operastessa”. Il direttore responsabile - alla luceanche dell’articolo 6 del Cnlg e dell’articolo57 del Cp - è pertanto l’autore dell’operacollettiva dell’ingegno denominata “giornale”o “rivista”.I poteri del direttore fissati dal contratto.Dice l’articolo 6 del Contratto: “La nominadel direttore di un quotidiano, periodico oagenzia di informazioni per la stampa ècomunicata dall’editore al comitato o fiduciariodi redazione con priorità rispetto aqualunque comunicazione a terzi, almeno48 ore prima che il nuovo direttore assumala carica.Le facoltà del direttore sono determinate daaccordi da stipularsi tra editore e direttore,tali, in ogni caso, da non risultare in contrastocon le norme sull’ordinamento dellaprofessione giornalistica e con quanto stabilitodal presente contratto. Questi accordi,con particolare riguardo alla linea politica,Il testo del parereall’organizzazione e allo sviluppo del giornale,del periodico o dell’agenzia di informazioniper la stampa sono integralmente comunicatidall’editore al corpo redazionale tramiteil comitato o fiduciario di redazione,contemporaneamente alla comunicazionedella nomina del direttore.Quale primo atto del suo insediamento ildirettore illustra all’assemblea <strong>dei</strong> redattorigli accordi di cui al comma precedente e ilprogramma politico-editoriale concordatocon l’editore.È il direttore che propone le assunzioni e,per motivi tecnico-professionali i licenziamenti<strong>dei</strong> giornalisti.Tenute presenti le norme dell’art. 34, ècompetenza specifica ed esclusiva del direttorefissare ed impartire le direttive politichee tecnico-professionali del lavoro redazionale,stabilire le mansioni di ogni giornalista,adottare le decisioni necessarie per garantirel’autonomia della testata, nei contenuti delgiornale e di quanto può essere diffuso conil medesimo, dare le disposizioni necessarieal regolare andamento del servizio e stabiliregli orari secondo quanto disposto dalsuccessivo articolo 7.Osservazioni Dall’insieme delle normecitate e alla lettura dell’articolo 6 del Contrattoemerge l’anomalia italiana per quantoriguarda il ruolo del direttore: gli organi societarinon possono mettere il dito nella strutturadella redazione e nella fattura del giornaleuna volta concordati con il direttore linea politica,organizzazione e sviluppo del quotidiano.Gli accordi editore-direttore devono essere“tali, in ogni caso, da non risultare incontrasto con le norme dell’ordinamentodella professione giornalistica e con quantostabilito dal Contratto”. Negli accordi editoredirettoreevidentemente non possono esserecontenute clausole in contrasto con taliprincìpi. Il direttore in conclusione attua lalinea politica concordata con l’editore, garantiscel’autonomia della testata (e <strong>dei</strong> redattori)e anche la qualità dell’informazione (articolo44 del Cnlg). Una volta che l’editore haprovveduto a nominare il direttore gli rimanein tasca soltanto la lettera di licenziamento.IIl direttore editoriale. È una figura nondisciplinata dalla legge o dal Contratto. Sipuò dire che esercita i poteri dell’imprenditore,che ne è lo stratega e che ne controlla i“prodotti”, suggerisce le decisioni sia perquanto riguarda gli uomini-guida delle testatee sia i programmi operativi.Conclusioni Direttore responsabile edirettore editoriale sono figure antitetiche nelcorpo dell’impresa. L’uno, il direttore, è comegli ammiragli in mare (hanno solo Dio sopradi loro); l’altro, il direttore editoriale, è l’aziendaeditrice del “prodotto” pensato e realizzatodal direttore responsabile. Non ci puòessere subordinazione dell’uno all’altro oviceversa. Il direttore responsabile, alla lucedell’articolo 57 del Cp, risponde penalmentedi tutto quello che viene pubblicato sul giornale,quindi non solo gli articoli, ma anche larubrica delle lettere, le inserzioni e i testipubblicitari.L’articolo 57 (letto in maniera coordinata conl’articolo 7 della legge 633/1941 e con l’articolo6 del Cnlg), quindi, dà al direttore il poteredi controllare articoli, rubrica delle lettere,inserzioni e testi pubblicitari e dall’altro latoobbliga gli articolisti, i curatori delle lettere,delle inserzioni e <strong>dei</strong> testi pubblicitari a ubbidire.L’ultima parola spetta sempre al direttoreresponsabile (anche nei riguardi delrappresentante dell’editore). È indubbio chela presenza dell’uomo dell’editore in redazionecrea squilibri e potenziali “diarchie”, chenon giovano alla serenità della vita redazionalee al rispetto del ruolo del direttore”.Franco Abruzzo, presidente OgLAccordo con il Consiglio dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della LombardiaPaolo Panerai ha rinunciatoalle cariche di amministratoredelle società del Gruppo ClassPrevale il principiodell’esclusivaprofessionale fissatodalla legge 69/1963ORDINE 8 <strong>2001</strong>Milano, 10 settembre. Su richiesta del Consigliodell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della Lombardia, istituzionalmenteimpegnato nella tutela dell’integrità e delladignità della professione, il giornalista professionistadott. Paolo Panerai ha concordato con lo stesso Consigliosul dovere che i giornalisti, in base alla leggeprofessionale e a tutte le regolamentazioni volontarieassunte, non abbiano a essere o ad apparire mai inposizione tale che l’esclusività dell’attività giornalisticapossa essere confusa con altre attività, inclusa quelladella responsabilità gestionale societaria, se non per leattività editoriali.Per questo Panerai ha volontariamente rinunciato atutte le cariche di Amministratore unico che ricoprivanelle varie società del gruppo Class Editori, passandoad altri l’incarico e assumendo la presidenza delle stesse.Ha ribadito in tal modo il primato dell’attività giornalisticacome garanzia dell’autonomia e della trasparenzadell’informazione.-------Conseguentemente Paolo Panerai rimane iscritto nell’elencoprofessionisti dell’Albo di Milano e mantiene ladirezione responsabile <strong>dei</strong> quotidiani e <strong>dei</strong> settimanalidel Gruppo Class.Presidenti degli Ordini regionali <strong>dei</strong> giornalisti riuniti nella Consulta“Irritualela richiestadi danni tra colleghi”Roma, 14 settembre. È irritualeche un giornalista chiedaun risarcimento danni adun altro giornalista “con glistessi sistemi che si contestanoa livello di categoria’’.Così la Consulta <strong>dei</strong>Presidenti e Vice Presidentidell’Ordini <strong>dei</strong> giornalisti si èespressa in relazione alla citazionein giudizio civile conla richiesta di un miliardoavanzata da un collega diRepubblica ai danni delPresidente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong>giornalisti della Sicilia.“La Consulta <strong>dei</strong> Presidentie <strong>dei</strong> Vice Presidenti riunitaa Roma il 13 settembre<strong>2001</strong> - spiega una notadell’<strong>Ordine</strong> - sottolinea che,nel momento in cui gli organismirappresentativi dellacategoria, Ordini in prima linea,sono impegnati neltentativo di porre un arginealle innumerevoli richieste dirisarcimento danni nei confrontidi colleghi colpiti nell’eserciziodella loro attivitàprofessionale, appare irritualeche un giornalista colpiscaun altro giornalista congli stessi sistemi che si contestanoa livello di categoria.La Consulta ritiene che altrepossano essere le procedureper far valere le proprieragioni, al di là del merito delgiudizio’’.La pronuncia della consultadegli Ordini è stata adottatain relazione alla richiesta diun miliardo di lire avanzatadall’inviato di Repubblica,Attilio Bolzoni, nei confrontidel presidente dell’ <strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalisti di Sicilia BentParodi. La prima udienza èstata fissata davanti alTribunale Civile di Agrigentoper il prossimo 26 novembre.Ad un convegno sull’ abusivismonella Valle <strong>dei</strong> Templi,Parodi aveva definito Bolzonied altri due colleghi, uno dellaRai, l’ altro dell’Espresso“colleghi che dimenticano lasacralità della professione eaccettano il ruolo di killer sucommissione’’.Successivamente aveva aggiunto:“Sono sempre i solitinoti, che fanno informazionepilotata e spregiudicante,sono urtanti, antipatici, prevaricatorie camorristi’’.Secondo l’atto di citazione leparole di Parodi, oltre a lederel’onorabilità di Bolzoni,che lavorava ad Agrigentosotto scorta della Digos, lohanno ulteriormente espostoalla rappresaglia degliabusivi che lo individuarono“come uno degli avversarida combattere con ognimezzo, soltanto per essersischierato in difesa della legalità,mettendone a rischiol’incolumità personale’’.(ANSA)9

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