Ottobre 2001 - Ordine dei Giornalisti

Ottobre 2001 - Ordine dei Giornalisti Ottobre 2001 - Ordine dei Giornalisti

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Promosso e organizzato dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della LombardiaVia al 4° Concorso tesi di laurea sul giornalismoA ogni vincitore 5 milioni. I candidati dovranno consegnare le tesi entro dicembreMilano, 5 luglio 2001. Promosso dal Consiglio dell’Ordinedei giornalisti della Lombardia, prende il via la quartaedizione del Concorso destinato a valorizzare le tesi dilaurea dedicate al giornalismo e alle istituzioni della professione.Giudice insindacabile del premio è lo stesso Consigliodell’Ordine. Le tesi (in duplice copia e anche su dischettoin programma word oppure rtf) dovranno pervenire allasegreteria dell’Ordine (via Appiani 2 - 20121 Milano) entroil 31 dicembre 2001.Potranno concorrere le tesi discusse nelle Università italiane(pubbliche e private) nel periodo gennaio-dicembre 2001. LeDecisione interlocutoria della seconda sezione consultiva del Consiglio di StatoLaurea in giornalismoed esame di giornalista:decisivo il sì di CastelliMilano, 30 luglio 2001. La II sezione consultivadel Consiglio di Stato, chiamata ad esprimersicon un parere sul raccordo tra la laureaspecialistica in giornalismo e l’esame di giornalista,ha sospeso il giudizio, ritenendo prioritarioacquisire il punto di vista del ministrodella Giustizia, Roberto Castelli, competentein materia di Ordini professionali., e i verbalidella “Commissione Rossi”, “limitatamentealle riunioni in cui si è dibattuto il problemadella (non) riforma dell’Ordine dei giornalisti”.Al Consiglio di Stato è apparso “congruoassegnare all’ amministrazione il termine diquaranta giorni decorso inutilmente il quale siprovvederà a rendere comunque il richiestoparere”.In sostanza sarà il Consiglio di Stato, in sedeconsultiva, a dirimere il contrasto tra l’Ordinedei giornalisti e il ministero dell’Università sulraccordo tra la laurea specialistica in giornalismocon l’ordinamento professionale. LaCommissione Rossi non ha provveduto ascrivere il decreto sul nuovo esame di Statodei giornalisti, sostenendo che l’attuale “provaUn’indaginedel CensisRoma, 13 luglio. I segnali di crisi ci sono, ineludibili, a cominciaredalla sensazione diffusa che per i giovani ci siano benpoche prospettive, fino alla convinzione, piuttosto sentita, chele aziende editoriali abbiano investito e stiano investendopoco o secondo strategie poco riconoscibili.Ma quella del giornalista, rileva un’indagine del Censis, èancora “una professione, solida, forte, autocentrata e autoconsistente’’.Lo dimostra il fatto che ben il 68,1% dei giornalisticonsultati è convinto di svolgere “una professione importanteper la società’’. E che per il 50,4% del campione, giornalistisi diventa “per vocazione’’.Non solo, visto che per il 42,8% la testata per la quale lavoraè apprezzata in primo luogo per la correttezza delle informazionie che per moltissimi (57%) l’obiettività non è affattoun’utopia, bensì “uno scopo da raggiungere’’.Giornalisti fieri del proprio ruolo, dunque, e ancora gratificatida una professione sentita come nevralgica nella società.Non immuni però, rilevano i ricercatori, da un’ansia piuttostodiffusa del futuro e dalla paura indotta dai cambiamenti. Anzi,dalla profonda e articolata trasformazione ed evoluzione allaquale il mestiere di giornalista sta andando incontro in questianni.In molti ad esempio, si dicono sicuri che nelle aziende editorialicrescerà in futuro il ricorso ai service esterni (64,8%) eai liberi professionisti (51,6%) e che una ‘’figura più ampia dicomunicatore’’ prenderà il posto del giornalista.sezioni del premio sono sei e ogni vincitore di sezione riceverà5 milioni di lire. L’impegno finanziario dell’Ordine è,pertanto, di 30 milioni complessivi. La cerimonia della consegnaavverrà in occasione dell’assemblea degli iscritti all’Albodell’Ordine della Lombardia.La cerimonia, quindi, è prevista per il marzo 2002 al Circolodella Stampa. Estratti (di 400 righe) delle tesi premiate (esegnalate) verranno pubblicati su Tabloid, organo mensiledell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Per la valutazionedelle tesi il Consiglio si avvarrà, come lo scorso anno, dell’operadi consulenti (giornalisti e professori universitari).di idoneità», che i praticanti giornalisti sostengonoper diventare professionisti, «nonpresenta i caratteri dell’esame di Stato”.Secondo i giornalisti, l’articolo 1 (comma 18)della legge 4/99 obbliga il ministero dell’Università(Murst, oggi Miur) a «integrare e modificare»gli ordinamenti vigenti della professionegiornalistica, stabilendo che quella universitariasia l’unica via di accesso alla professionee che questa via richieda un esame diStato rinnovato, il quale tenga conto dellalaurea specialistica (pubblicata nella GazzettaUfficiale del 23 gennaio 2001).I giornalisti hanno rimproverato alla CommissioneRossi di non aver considerato gli attiparlamentari relativi alla legge 69/1963, cheha istituito l’Ordine dei giornalisti, e alla legge4/1999, che dà al Murst (oggi Miur), diconcerto con la Giustizia, il potere di cambiaregli accessi alle professioni regolamentate.La posizione di Rossi nasconderebbe cosìuna banale questione nominalistica, benpotendo il Parlamento denominare, comecrede, un esame di Stato.Giornalisti,la pauradei new mediaNel caso dei giornalisti, il legislatore, a salvaguardiadell’autonomia della professione, hadeciso di affidare l’organizzazione degliesami all’Ordine nazionale “in cooperazione”con la Corte d’Appello di Roma, che designadue magistrati di cui uno assume la presidenzadella commissione esaminatrice, comegaranzia di imparzialità e uguaglianza di trattamento.Nella memoria scritta da Franco Abruzzo eora all’esame del Consiglio di Stato, si sostieneche la prova di idoneità professionale deipraticanti giornalisti è del tutto assimilabile alleprove attitudinali prescritte dal Decreto legislativo27 gennaio 1992 n 115, con il quale, inattuazione della direttiva n. 89/48 CEE, sonostate disposte norme per il riconoscimento deititoli accademico-professionali conseguiti inambito europeo ai fini dell’esercizio in Italiadelle corrispondenti professioni.Il 23 luglio precedente Franco Abruzzo harivolto un appello ai ministri dell’Istruzione-Università-Ricerca (Miur) e della Giustizia,Letizia Moratti e Roberti Castelli sul temaSegnali di crisi per una professione “forte”Tanti (34,7%) denunciano un lavoro ormai “fatto di troppascrivania’’ e di troppa routine (33,9%) e persino “con troppaattenzione a ciò che accade dentro la televisione (23,7%)piuttosto che a ciò che accade fuori di essa’’.In agguato, secondo il 43,9%, c’è anche ‘’la minaccia dei newmedia alla propria professionalità. Anche perché, sottolineanoi ricercatori, qualche problema emerge nel campo dellaformazione, con una denuncia massiccia (71,8%) di carenzenella conoscenza delle lingue, accompagnata da un’incertezzageneralizzata verso le nuove tecnologie.Quella che invece è certa per tutti, è l’importanza dei fattorieconomici.Il potere economico, riconosce il 73,2% dei giornalisti, limitain parte l’autonomia della professione, e più del potere politico(57,7%). Ma anche la pubblicità, ritenuta “fonte insostituibiledi finanziamento’’ dal 67,8% degli intervistati, è sentitadall’ 89,3% del campione come un potere fortemente condizionante,perché diminuisce l’autonomia del giornalista(67%) o addirittura “gli impedisce di essere obiettivo (22,3%).Quanto alle doti del buon giornalista, in testa rimane la curiosità(53,9%), seguita a buona distanza dall’equilibrio (28,6%) edalla passione (16,8%). Mentre per essere veramente bravi,l’attributo piu’ importante risulta essere il fiuto (39,5%), seguitoda “un maestro che insegni il mestiere’’ (29,9%). Già, perché inbarba alla diffusione delle scuole, il 75,3% degli intervistati,per diventare giornalista, ha fatto la gavetta. (ANSA)Queste le sezioni:1) Storia del giornalismo italiano (testate e personaggi).2) Storia del giornalismo europeo e nordamericano(testate, deontologia e personaggi).3) Istituzioni della professione giornalistica. La deontologiae l’inquadramento contrattuale dei giornalisti inItalia, Europa e Nord America.4) Professione giornalistica e sue specializzazioni anchetelematiche e radiotelevisive.5) Giornalismo economico e finanziario.6) Giornalismo culturale, sociale, scientifico.Appello ancheal ministrodell’Istruzionee dell’Università,Letizia Moratti:“La laureain giornalismoha senso se divental’unica via di accessoalla professioneNon chiediamosconti:vogliamoaccederealla professioneper via universitariaesattamentecomegli altri professionistiitaliani”dell’accesso alla professione giornalistica:“Cari Ministri, la laurea in giornalismo hasenso se diventa l’unica via di accesso allaprofessione. Vi chiedo di essere severi connoi e di scrivere in fretta il decreto del nuovoesame di Stato. Non chiediamo sconti: vogliamoaccedere alla professione per via universitariaesattamente come gli altri professionistiitaliani”. Franco Abruzzo si è rivolto ancheal neopresidente del Consiglio di Stato, Albertode Roberto: “I giornalisti – ha scritto Abruzzo– vogliono legare il loro futuro all’Universitàe attendono con ansia un parere, chefaccia fare un salto di qualità alla categoria eall’informazione italiana sul piano della preparazionee della responsabilità”.Nel frattempo il presidente del Cup (Comitatounitario delle professioni), avv. Nicola Buccico,ha deciso di iscrivere il problema all’odgdella prossima seduta del Comitato (cherappresenta tutte le professioni intellettuali) edi sostenere le ragioni dei giornalisti. Buccicoè anche presidente del Cnf (Consiglio nazionaleforense).Ordine/TabloidORDINE - TABLOIDperiodico ufficiale del Consigliodell’Ordine dei giornalisti della LombardiaMensile / Spedizione in a. p. (45%)Comma 20 (lettera B) art. 2 legge n. 662/96 -Filiale di Milano - Anno XXXII -Numero 8, settembre-ottobre 2001Direttore responsabile FRANCO ABRUZZOCondirettoreBRUNO AMBROSIDirezione, redazione, amministrazioneVia Appiani, 2 - 20121 MilanoTel. 02/ 63.61.171 - Telefax 02/ 65.54.307Direttore dell’OgL Elisabetta GrazianiSegretaria di redazione Teresa RiséConsiglio dell’Ordine dei giornalisti della LombardiaFranco Abruzzo presidente;Brunello Tanzi vicepresidente;Letizia Gonzales consigliere segretario;Davide Colombo consigliere tesoriere.Consiglieri:Bruno Ambrosi,Sergio D’Asnasch,Liviana Nemes Fezzi,Cosma Damiano Nigro,Paola Pastacaldi.Collegio dei revisori dei contiAlberto Comuzzi,Maurizio Michelini eGiacinto SarubbiCoordinamento grafico di Ordine - TabloidFranco MalagutiMarco MicciDisegniValeria MutschlechnerStampa Stem Editoriale S.p.A. Via Brescia, 2220063 Cernusco sul Naviglio (Mi)Registrazione n. 213 del 26 maggio 1970presso il Tribunale di Milano.Iscritto al n. 983/ 1983 del Registro nazionale della StampaComunicazione e PubblicitàComunicazioni giornalistiche AdvercoopVia G.C.Venini, 46 - 20127 MilanoTel. 02/ 261.49.005 - Fax 02/ 289.34.08La tiratura di questo numero è statadi 21.500 copieChiuso in redazione il 16 settembre 200128 (36) ORDINE 8 2001

Promosso e organizzato dal Consiglio dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della LombardiaVia al 4° Concorso tesi di laurea sul giornalismoA ogni vincitore 5 milioni. I candidati dovranno consegnare le tesi entro dicembreMilano, 5 luglio <strong>2001</strong>. Promosso dal Consiglio dell’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalisti della Lombardia, prende il via la quartaedizione del Concorso destinato a valorizzare le tesi dilaurea dedicate al giornalismo e alle istituzioni della professione.Giudice insindacabile del premio è lo stesso Consigliodell’<strong>Ordine</strong>. Le tesi (in duplice copia e anche su dischettoin programma word oppure rtf) dovranno pervenire allasegreteria dell’<strong>Ordine</strong> (via Appiani 2 - 20121 Milano) entroil 31 dicembre <strong>2001</strong>.Potranno concorrere le tesi discusse nelle Università italiane(pubbliche e private) nel periodo gennaio-dicembre <strong>2001</strong>. LeDecisione interlocutoria della seconda sezione consultiva del Consiglio di StatoLaurea in giornalismoed esame di giornalista:decisivo il sì di CastelliMilano, 30 luglio <strong>2001</strong>. La II sezione consultivadel Consiglio di Stato, chiamata ad esprimersicon un parere sul raccordo tra la laureaspecialistica in giornalismo e l’esame di giornalista,ha sospeso il giudizio, ritenendo prioritarioacquisire il punto di vista del ministrodella Giustizia, Roberto Castelli, competentein materia di Ordini professionali., e i verbalidella “Commissione Rossi”, “limitatamentealle riunioni in cui si è dibattuto il problemadella (non) riforma dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti”.Al Consiglio di Stato è apparso “congruoassegnare all’ amministrazione il termine diquaranta giorni decorso inutilmente il quale siprovvederà a rendere comunque il richiestoparere”.In sostanza sarà il Consiglio di Stato, in sedeconsultiva, a dirimere il contrasto tra l’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalisti e il ministero dell’Università sulraccordo tra la laurea specialistica in giornalismocon l’ordinamento professionale. LaCommissione Rossi non ha provveduto ascrivere il decreto sul nuovo esame di Stato<strong>dei</strong> giornalisti, sostenendo che l’attuale “provaUn’indaginedel CensisRoma, 13 luglio. I segnali di crisi ci sono, ineludibili, a cominciaredalla sensazione diffusa che per i giovani ci siano benpoche prospettive, fino alla convinzione, piuttosto sentita, chele aziende editoriali abbiano investito e stiano investendopoco o secondo strategie poco riconoscibili.Ma quella del giornalista, rileva un’indagine del Censis, èancora “una professione, solida, forte, autocentrata e autoconsistente’’.Lo dimostra il fatto che ben il 68,1% <strong>dei</strong> giornalisticonsultati è convinto di svolgere “una professione importanteper la società’’. E che per il 50,4% del campione, giornalistisi diventa “per vocazione’’.Non solo, visto che per il 42,8% la testata per la quale lavoraè apprezzata in primo luogo per la correttezza delle informazionie che per moltissimi (57%) l’obiettività non è affattoun’utopia, bensì “uno scopo da raggiungere’’.<strong>Giornalisti</strong> fieri del proprio ruolo, dunque, e ancora gratificatida una professione sentita come nevralgica nella società.Non immuni però, rilevano i ricercatori, da un’ansia piuttostodiffusa del futuro e dalla paura indotta dai cambiamenti. Anzi,dalla profonda e articolata trasformazione ed evoluzione allaquale il mestiere di giornalista sta andando incontro in questianni.In molti ad esempio, si dicono sicuri che nelle aziende editorialicrescerà in futuro il ricorso ai service esterni (64,8%) eai liberi professionisti (51,6%) e che una ‘’figura più ampia dicomunicatore’’ prenderà il posto del giornalista.sezioni del premio sono sei e ogni vincitore di sezione riceverà5 milioni di lire. L’impegno finanziario dell’<strong>Ordine</strong> è,pertanto, di 30 milioni complessivi. La cerimonia della consegnaavverrà in occasione dell’assemblea degli iscritti all’Albodell’<strong>Ordine</strong> della Lombardia.La cerimonia, quindi, è prevista per il marzo 2002 al Circolodella Stampa. Estratti (di 400 righe) delle tesi premiate (esegnalate) verranno pubblicati su Tabloid, organo mensiledell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della Lombardia. Per la valutazionedelle tesi il Consiglio si avvarrà, come lo scorso anno, dell’operadi consulenti (giornalisti e professori universitari).di idoneità», che i praticanti giornalisti sostengonoper diventare professionisti, «nonpresenta i caratteri dell’esame di Stato”.Secondo i giornalisti, l’articolo 1 (comma 18)della legge 4/99 obbliga il ministero dell’Università(Murst, oggi Miur) a «integrare e modificare»gli ordinamenti vigenti della professionegiornalistica, stabilendo che quella universitariasia l’unica via di accesso alla professionee che questa via richieda un esame diStato rinnovato, il quale tenga conto dellalaurea specialistica (pubblicata nella GazzettaUfficiale del 23 gennaio <strong>2001</strong>).I giornalisti hanno rimproverato alla CommissioneRossi di non aver considerato gli attiparlamentari relativi alla legge 69/1963, cheha istituito l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti, e alla legge4/1999, che dà al Murst (oggi Miur), diconcerto con la Giustizia, il potere di cambiaregli accessi alle professioni regolamentate.La posizione di Rossi nasconderebbe cosìuna banale questione nominalistica, benpotendo il Parlamento denominare, comecrede, un esame di Stato.<strong>Giornalisti</strong>,la paura<strong>dei</strong> new mediaNel caso <strong>dei</strong> giornalisti, il legislatore, a salvaguardiadell’autonomia della professione, hadeciso di affidare l’organizzazione degliesami all’<strong>Ordine</strong> nazionale “in cooperazione”con la Corte d’Appello di Roma, che designadue magistrati di cui uno assume la presidenzadella commissione esaminatrice, comegaranzia di imparzialità e uguaglianza di trattamento.Nella memoria scritta da Franco Abruzzo eora all’esame del Consiglio di Stato, si sostieneche la prova di idoneità professionale <strong>dei</strong>praticanti giornalisti è del tutto assimilabile alleprove attitudinali prescritte dal Decreto legislativo27 gennaio 1992 n 115, con il quale, inattuazione della direttiva n. 89/48 CEE, sonostate disposte norme per il riconoscimento <strong>dei</strong>titoli accademico-professionali conseguiti inambito europeo ai fini dell’esercizio in Italiadelle corrispondenti professioni.Il 23 luglio precedente Franco Abruzzo harivolto un appello ai ministri dell’Istruzione-Università-Ricerca (Miur) e della Giustizia,Letizia Moratti e Roberti Castelli sul temaSegnali di crisi per una professione “forte”Tanti (34,7%) denunciano un lavoro ormai “fatto di troppascrivania’’ e di troppa routine (33,9%) e persino “con troppaattenzione a ciò che accade dentro la televisione (23,7%)piuttosto che a ciò che accade fuori di essa’’.In agguato, secondo il 43,9%, c’è anche ‘’la minaccia <strong>dei</strong> newmedia alla propria professionalità. Anche perché, sottolineanoi ricercatori, qualche problema emerge nel campo dellaformazione, con una denuncia massiccia (71,8%) di carenzenella conoscenza delle lingue, accompagnata da un’incertezzageneralizzata verso le nuove tecnologie.Quella che invece è certa per tutti, è l’importanza <strong>dei</strong> fattorieconomici.Il potere economico, riconosce il 73,2% <strong>dei</strong> giornalisti, limitain parte l’autonomia della professione, e più del potere politico(57,7%). Ma anche la pubblicità, ritenuta “fonte insostituibiledi finanziamento’’ dal 67,8% degli intervistati, è sentitadall’ 89,3% del campione come un potere fortemente condizionante,perché diminuisce l’autonomia del giornalista(67%) o addirittura “gli impedisce di essere obiettivo (22,3%).Quanto alle doti del buon giornalista, in testa rimane la curiosità(53,9%), seguita a buona distanza dall’equilibrio (28,6%) edalla passione (16,8%). Mentre per essere veramente bravi,l’attributo piu’ importante risulta essere il fiuto (39,5%), seguitoda “un maestro che insegni il mestiere’’ (29,9%). Già, perché inbarba alla diffusione delle scuole, il 75,3% degli intervistati,per diventare giornalista, ha fatto la gavetta. (ANSA)Queste le sezioni:1) Storia del giornalismo italiano (testate e personaggi).2) Storia del giornalismo europeo e nordamericano(testate, deontologia e personaggi).3) Istituzioni della professione giornalistica. La deontologiae l’inquadramento contrattuale <strong>dei</strong> giornalisti inItalia, Europa e Nord America.4) Professione giornalistica e sue specializzazioni anchetelematiche e radiotelevisive.5) Giornalismo economico e finanziario.6) Giornalismo culturale, sociale, scientifico.Appello ancheal ministrodell’Istruzionee dell’Università,Letizia Moratti:“La laureain giornalismoha senso se divental’unica via di accessoalla professioneNon chiediamosconti:vogliamoaccederealla professioneper via universitariaesattamentecomegli altri professionistiitaliani”dell’accesso alla professione giornalistica:“Cari Ministri, la laurea in giornalismo hasenso se diventa l’unica via di accesso allaprofessione. Vi chiedo di essere severi connoi e di scrivere in fretta il decreto del nuovoesame di Stato. Non chiediamo sconti: vogliamoaccedere alla professione per via universitariaesattamente come gli altri professionistiitaliani”. Franco Abruzzo si è rivolto ancheal neopresidente del Consiglio di Stato, Albertode Roberto: “I giornalisti – ha scritto Abruzzo– vogliono legare il loro futuro all’Universitàe attendono con ansia un parere, chefaccia fare un salto di qualità alla categoria eall’informazione italiana sul piano della preparazionee della responsabilità”.Nel frattempo il presidente del Cup (Comitatounitario delle professioni), avv. Nicola Buccico,ha deciso di iscrivere il problema all’odgdella prossima seduta del Comitato (cherappresenta tutte le professioni intellettuali) edi sostenere le ragioni <strong>dei</strong> giornalisti. Buccicoè anche presidente del Cnf (Consiglio nazionaleforense).<strong>Ordine</strong>/TabloidORDINE - TABLOIDperiodico ufficiale del Consigliodell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della LombardiaMensile / Spedizione in a. p. (45%)Comma 20 (lettera B) art. 2 legge n. 662/96 -Filiale di Milano - Anno XXXII -Numero 8, settembre-ottobre <strong>2001</strong>Direttore responsabile FRANCO ABRUZZOCondirettoreBRUNO AMBROSIDirezione, redazione, amministrazioneVia Appiani, 2 - 20121 MilanoTel. 02/ 63.61.171 - Telefax 02/ 65.54.307Direttore dell’OgL Elisabetta GrazianiSegretaria di redazione Teresa RiséConsiglio dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti della LombardiaFranco Abruzzo presidente;Brunello Tanzi vicepresidente;Letizia Gonzales consigliere segretario;Davide Colombo consigliere tesoriere.Consiglieri:Bruno Ambrosi,Sergio D’Asnasch,Liviana Nemes Fezzi,Cosma Damiano Nigro,Paola Pastacaldi.Collegio <strong>dei</strong> revisori <strong>dei</strong> contiAlberto Comuzzi,Maurizio Michelini eGiacinto SarubbiCoordinamento grafico di <strong>Ordine</strong> - TabloidFranco MalagutiMarco MicciDisegniValeria MutschlechnerStampa Stem Editoriale S.p.A. Via Brescia, 2220063 Cernusco sul Naviglio (Mi)Registrazione n. 213 del 26 maggio 1970presso il Tribunale di Milano.Iscritto al n. 983/ 1983 del Registro nazionale della StampaComunicazione e PubblicitàComunicazioni giornalistiche AdvercoopVia G.C.Venini, 46 - 20127 MilanoTel. 02/ 261.49.005 - Fax 02/ 289.34.08La tiratura di questo numero è statadi 21.500 copieChiuso in redazione il 16 settembre <strong>2001</strong>28 (36) ORDINE 8 <strong>2001</strong>

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