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Ottobre 2001 - Ordine dei Giornalisti

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L I B R E R I A“Corriere della Sera” dell’8 settembre <strong>2001</strong>La Resistenzadi MurialdiMario Costa CardolUltimo zar –primo olocaustodi Gigi SperoniLa prima guerra mondiale ciha lasciato saggi, ricordi,memoriali di generali (ognunoa difendere la propria verità)testimonianze di scrittori,come Lussu, Hemingway,Remarque. A questa pubblicisticaenorme che raccontae analizza l’insensato sacrificiodi una intera generazionesui vari fronti di battaglias’aggiunge, ora, questo librodi Mario Costa Cardol dedicatoa uno sterminio avvenutonelle retrovie, e dimenticato:tra il 1914 e il 1916 circadue milioni di ebrei trovaronola morte durante le deportazionivolute dallo statomaggiore russo col pretestoche i villaggi giu<strong>dei</strong> eranocentrali spionistiche a favoredel nemico tedesco. Due milioni!E i più deboli: donne,vecchi, bambini, perché gliuomini validi erano al fronteo disertori.Il titolo del libro, Ultimo zar –primo olocausto, ne sintetizzail contenuto.L’ultimo zar era Nicola II, cheil 17 luglio 1918 verrà ucciso,con tutta la famiglia, dai bolscevichi,per ordine delSoviet degli Urali, a Ekaterin-burg,in Siberia, e latragedia del popolo della diasporapuò essere ben definitacome il “primo olocausto”.Oltretutto a opera di unaRussia che accusava le vittimedi essere al servizio proprio<strong>dei</strong> futuri nazisti che, inmodo più scientifico, programmerannola soluzionefinale del popolo d’Israele.Nel 1916, mentre i soldatidello zar perseguitavano gliebrei, un giovanotto di 27anni, Adolf Hitler, in un ospedaleda campo tedesco, pervia degli occhi ustionati dall’iprite.maturava i suoi follipropositi di distruzione.E Mario Costa Cardol citacome “prezioso e importantissimopunto di riferimento”,Jacob L. Talmon, professoredi storia moderna allaUniversità di Gerusalemme,che, di fronte alla strage russa,si era accorto “con sgomentodi trovarsi di fronte auna sorta di prefigurazionedell’ecatombe attuata dainazisti”.Mario Arduino e Oscar Di PrataFu breve la giornatadi Massimo CobelliMario Arduino, classe 1939,sindaco di Sirmione delGarda per una decina d’anni,dal 1990, e autore di libridi poesia e di saggi sul suoillustre concittadino di duemilaanni fa, Catullo; OscarDi Prata, nato a Brescia nel1910, pittore, critico e docente,per molti anni collabo-L’autore cerca di inquadrarela tragedia in campo largo,ovvero in un ampio scenariogeopolitico, con veloci pennellatesui protagonisti dell’epoca,nell’intento di comporreun quadro d’insieme.Compito non facile.Il suo vero merito rimanequello di aver riportato allaluce un dramma, e chedramma, rimosso dalla memoriae dalla coscienza degliuomini. E rivissuto conuna partecipazione personale:“Grazie all’intelligenzae alla sensibilità di mia moglieDoris Sarina, ho avutodell’animo e del mondoebraici la comprensione necessariaper scrivere questolibro, che dedico alla memoriadi Lei e alla vita di nostronipote Carlo Yehuda”.Mario Costa Cardol,Ultimo zar –primo olocausto,Lulav editrice,Milano <strong>2001</strong>,pagine 269, lire 29.800(euro 15,39)di Corrado StajanoDeve aver forzato la proprianatura riservata, PaoloMurialdi, per scrivere, più di50 anni dopo, una cronacadella sua guerra partigianain una brigata garibaldinadell’Oltrepò pavese. Il libretto,pubblicato da Il Mulino, siintitola La traversata. Settembre1943-dicembre1945. È una memoria secca,priva di retorica e di compiacimenti,dove l’emozione hapoco spazio. Si svela soltanto,ma con misura, nella paginadove Murialdi raccontal’arrivo a Milano, il 27 aprile‘45, <strong>dei</strong> partigiani dell’Oltrepò,i primi che giunsero incittà: “Le vie dell’ingresso sonoquelle abituali di quandonon c’era l’autostrada: Conchetta,san Gottardo. Tra lecase incontriamo il tripudio.Dai marciapiedi e dalle macerieuomini e donne applaudonoe urlano evviva.Qualcuno grida welcome,welcome e noi rispondiamoche siamo italiani, non americanio inglesi. Ricordo unadonna che si sbracciava tantoche un seno le uscì dalloscollo del vestito”. (Una bellasoddisfazione, indimenticabile,per un giovane di 25 anni,liberare Milano dal nazifascismo.Capace di ripagaredi tante fatiche, ansie, dolori,ricordi di morte). In cima alsuo libro, Murialdi ha postodue citazioni, la prima diJosif Brodskij, “L’animo precedela penna e non permettealla penna di tradirlo”. Laseconda di Italo Calvino:“Siamo tutti uguali davantialla morte, non davanti allastoria”. Questa di Murialdi,storico del giornalismo, giornalistaper tanti anni, è unamemoria nel segno indicatoda Claudio Pavone, l’autoredi Una guerra civile, fondamentalesaggio storico sullamoralità della Resistenza.Murialdi è ritornato nei postidella sua giovinezza partigiana,ha rivisto i paesi dipianura, i villaggi di collina aridosso della via Emilia,Voghera, Stradella, la terralombarda sotto il Po, i prati ei boschi <strong>dei</strong> rastrellamenti, lestrade degli agguati, i luoghidella guerriglia, le cascineQuando vestivamoalla garibaldinadell’ospitalità contadina. Èandato, inutilmente, alla ricercadella buca lunga unpo’ più di tre metri, largaquasi due, di terra e di tavoledi legno, dove con tre compagnivisse per 35 giorni dopoil feroce rastrellamento<strong>dei</strong> mongoli del novembre‘44.Murialdi non ha reticenze,racconta tutto quel che ricorda,è salito in montagna conun impermeabile stinto, i calzonialla zuava, un sacco inspalla.La Resistenza, allora e oggi,è per lui portatrice di libertà.È un duro tirocinio, il suo, imparala politica, impara a conosceregli uomini. Spessonon sono facili i rapporti tra ipartigiani delle diverse formazioni,i comunisti, i socialisti,gli autonomi, iGaribaldini, i Matteottini,quelli di Giustizia e libertà,ratore di giornali e riviste:due esperienze diverse, duediverse generazioni, ma ununico modo di “sentire” l’avventuraumana, con le suegioie e i suoi dolori, con il fardellodel passato e con lesperanze del futuro.La giornata è appena cominciatae già volge al tramonto,ma nonostante la “stagione”sia perduta per sempre rimanela gioia di aver vissutoe di vivere alla ricerca di unalibertà interiore che è poi ilsegreto della vita. È la gioia<strong>dei</strong> semplici, <strong>dei</strong> puri di cuore,che non si lasciano maiabbattere dalla disperazione.Dal sodalizio tra il poeta e ilpittore è nato il volume Fubreve la giornata, parole edimmagini sulla stagione perduta,raccolta di poesie diArduino e di disegni di DiPrata, dalla quale affiora unduplice e personalissimopercorso umano e spirituale,intrapreso alla ricerca di unrigore morale che non hanulla a che fare con il circodelle vanità impostoci dauna società alla deriva.Arduino e Di Prata, poeti distrada innamorati della vita,allora tenuti in sospetto daicomunisti, adesso da chi ve<strong>dei</strong> comunisti in ogni cantone.Il libro di Murialdi, garibaldinonon comunista, cometanti altri, è familiare, spiegacon naturalezza, fuori delmito, la quotidianità della vitapartigiana. Spiega anche gliorrori e la pietà. Non tace leatrocità della guerra civile,non nasconde la violenzapartigiana. Ma il seme dellavendetta, commenta, l’avevanoseminato i neri. Nell’ultimoperiodo del fascismopoi, quello di Salò, poi normalipersone di fede fascistasi trasformarono in efferatitorturatori, come gli uominiche operarono nell’Oltrepò,italiani feroci di una formazioneche si chiamava“Sicherheits Abteilung”.I compagni del partigianoPaolo sono l’Americano,intercalano disegni e poesiecome in un libro di filastroccheper bambini, confondendole une con gli altri.“Entrambi ‘giocano’ con sestessi e con il mondo, ebbridi gioia orgogliosa e conscia”,osserva nella presentazionedel volume AmanzioPossenti: “ambedue raccontanoche la vita è un donosenza pari, anche se fu brevela giornata. Tra parole eimmagini, là avanti si profilaun guado da superare, perloro, per tutti: è dolce che aldi là attenda un Dio pieno dimisericordia, che abbracciail Poeta, si emoziona ai coloridel Pittore e avvolge tuttinel segreto dell’eternità”.E quando sarà il momento,Piero, Toni, Ciro, PrimulaRossa. Ma anche Nerone,Sceriffo, Caino, Usignolo,Togliatti, Badoglio, Audace,Indietro, Portos, Tigre, Stalin,Macario. Nomi fantasiosi, pittoreschi,ironici. Ma sonodue i protagonisti della cronacadi Murialdi: Edoardo eMaino. Edoardo è ItaloPietra. È lui - il futuro direttoredel Giorno - il comandanteche l’aveva arruolato in uncampo di meliga: “Indossaun insieme che ricorda unpo’ gli alpini e un po’ i campidi sci: giacca a vento lunga egialla, fuori ordinanza, calzonigrigioverdi da ufficiale, calzettonibianchi, scarpe Vibram.Non porta armi”.Maino è Luchino dal Vermeche i partigiani-contadinichiamavano al cònt, il conte.Ufficiale delle batterie a cavalloin Russia, nel partigianatoè stato uguale tra gliuguali, ossessivo bersaglio<strong>dei</strong> nazifascisti. Pietra hascritto di lui bellissime paginenel suo libro I grandi e igrossi (Mondadori, 1973).C’è, nella cronaca diMurialdi, un episodio che rivelal’intelligenza politica, lostile e il nero umore burlescodi Pietra.Il 29 aprile 1945, il crudelecapo della Sicherheits,Felice Fiorentini, viene catturatoe portato nelle scuoledi viale Romagna, casermapartigiana di Milano: “Alto,magro, pallido, disfatto.Edoardo ed io temiamo il linciaggioo una raffica di mitra.Edoardo, allora, pensa dimostrarlo ai partigiani ammassatinell’atrio e urlanti,con noi due ai suoi fianchi,quasi a contatto di gomito.Ottenuto il silenzio Edoardodice che bisogna dargli unalezione: farlo giudicare da untribunale straordinario aVoghera ma, intanto, cantargliuna canzone partigiana.Così accade. Una scenaemozionante e anche teatrale;ma i partigiani cantano enon sparano”.Paolo Murialdi,La traversata. Settembre1943-dicembre 1945,Il Mulino <strong>2001</strong>, pagine 137,lire 18.000 (euro 9,26)dice Arduino, “concedimi lamorte improvvisa, Signore. /Abbattimi come una querciamontana / colpita dalla folgoreceleste. / Evitami la degradanteagonia / dell’erba sottola ferza estiva. / Conservamidignità umana / fino all’ultimoistante. / Ed accoglimiquindi / nelle tue bracciaamiche”.Mario Arduinoe Oscar Di Prata,Fu breve la giornata.Parole ed immaginisulla stagione perduta,con prefazionedi Amanzio Possenti,Tipolitografia EditriceAngelo Lumini,Travagliato(Bs), pagine 140, s.i.p.24 (32) ORDINE 8 <strong>2001</strong>

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