di Massimo CapucciniFocuscredito e crisi finanziaria7conda considerazione una quota rilevantedel risparmio italiano, quello relativo allacostituzione della pensione, passa attraversol’INPS, che è un ente pubblico, equindi viene sottratto alla discrezionalitàdi scelta del risparmiatore”.Se il nostro sistema bancario non è arretratoper quale motivo le nostre PMIvivono sempre un rapporto conflittualeper l’accesso al credito?“Il sistema bancario italiano non è arretrato,semplicemente è più costoso per laclientela, rispetto ad altri paesi occidentali.Il problema è un altro.Le imprese debbono finanziarsi anzituttocon capitale di rischio (visto che l’attivitàd’impresa è per definizione rischiosa), otteneredalle banche credito per il capitalecircolante, e finanziamenti a lungo termineper macchine ed impianti, naturalmentecon adeguate garanzie (visto che i soldi chele banche prestano non sono soldi loro madei depositanti)”.Cosa manca a l’Italia per essere competitivasu questo terreno?“Mancano “istituzioni locali” specializzatenel mettere in contatto il mondo dellepiccole imprese con i potenziali risparmiatori-investitori.Il risparmiatore che,ad esempio, possiede un milione di euro edecide di entrare in società con una piccolao media azienda, a chi può rivolgersi?A qualche amico commercialista, suppongo.Ma non c’è una rete istituzionale “credibile”che “mette in contatto” i potenzialiinvestitori ed imprenditori.Da notare che questa rete non c’è, ancheperché in Italia non esiste la possibilità dicontrolli credibili da parte degli investitorisull’andamento aziendale, e la giustiziacivile è troppo lenta e le sanzioni troppovaghe per chi viola la legge societaria.Negli Stati Uniti dove questaintegrazione tra investitori ed imprenditoriè più forte, la legge è durissima su chi nonla rispetta nel rapporti commerciali.Emettere, per esempio, un assegno scopertosi finisce in galera; non pagare il contodella carta di credito vuol dire finire in unablack list per la quale devi pagare tutto percontanti per il resto della vita. Da noi nonè così, come tutti ben sanno”.NOVEMBRE / 0810
a cura di Erika FerrariSpecialeDALLA CITTàviabilità Istituito un comitato permanente di monitoraggioCentro storico: solo conil progetto EcologisticsRidurre i veicoli in circolazione ediminuire l’inquinamento nelcentro storico: questi gli obiettividel progetto Ecologistics promosso dalComune di <strong>Parma</strong>. Definiti gli obiettivi,occorre capire nel concreto quali sonole categorie merceologiche aderenti alprogetto e quali invece le categorie e leattività degorate. In breve, i non derogatiche utilizzano per lo scarico e carico dellemerce mezzi immatricolati come autocarri,dovranni richiedere l’accreditamento Ecologistic,che si può ottenere solo adattandogli autocarri ai seguenti parametri: massacomplessiva massima fino a 35 q.li, veicoligpl, metano, elettrico, bifuel o euro 3 e 4,percentuale di riempimento del 70% min.,attivazione del sistema di tracciabilità delCal (Centro Agro-Alimentare e LogisticaSrl), oppure in alternativa possono richiederei servizi di gestione e movimentazionimerci offerti dai soggetti che hanno giàottenuto l’accreditamento sia per i furgoniutilizzati sia per la piattaforma logisticadi riferimento. Attualmente tale servizioè svolto da Ecocity, ma non è escluso chealtri operatori si accrediteranno per svolgeretale funzione. Dal 1° ottobre i mezzi nonaccreditati non possono più accedere allazona limitata dai viali cittadini, perciò èimportante capire se la propria attività siacoinvolta nel progetto.Le linee guida di Ecologistics non sono definitive,visto le problematiche e le difficoltàche via via emergono. Per una miglioregestione del processo e per una maggiorechiarezza nelle procedure da adottare, èstato infatti istituito un Comitato di monitoraggiocomposto da Comune, Cal e dalledivere associazioni di cateogoria coinvolte,fra cui <strong>Confesercenti</strong>, che ogni 15 giornisi riunisce per confrontarsi sulle criticitàriscontrate dagli operatori commerciali eper informare con puntualità le categoriesulle eventuali modifiche. I soggetti derogati,e coloro che non utilizzano mezziimmatricolati come autocarri, potrannoLEREGOLEObbligati e derogatiLe filiere obbligate al rispetto delprogetto Ecologistics e quindi che nonpossono entrare in Centro Storico senon muniti dello speciale permessoo attraverso la piattaforma logisticasono: i tradizionali freschi (ortofrutta,prodotti lattiero caseari ecc…), i tradizionalisecchi (bevande, zucchero,caffè, cacao ecc…), collettame(tessili, calzature, cosmetici, articoliper la casa, articoli fotografici, musicali,sportivi ecc…), capi appesi (abbigliamento),Ho.Re.Ca (Hotel, Ristoranti,Catering).Sono derogati dal Progetto Ecologistics(quindi possono entrare in Centrostorico con il permesso già in possesso)chi trasporta le seguenti merci:valori, farmaci, giornali, carburanti,combustibili, surgelati, materialiper lavori edili, pane e affini, pasticceria,consegna con assemblaggioe/o manutenzione, spesao bevande presso civili abitazioni,fiori, carne equina e bovina, pellicce,capi per lavanderie, cateringcon allestimento e consegna pasticaldi, merce attinente ad attività ditentata vendita (se prevalente al totaledella merce trasportata e verificabiledalla documentazione).continuare ad effettuare carico e scaricodelle merci con le modalità precedenti, ovveroutilizzando i permessi MR/C, MR/30,MR/C30, permessi non più validi per tutti isoggetti coinvolti nel progetto, i quali sonoobbligati ad accreditarsi e a far richiestadell’apossito permesso Ecologistic. Anchei permessi BZS, cioè quelli provvisori,nonsono più richiedibili.LA PAROLA AI COMMERCIANTIFra alcuni disagie buoni serviziEcologistics rivoluzionerà notevolmente lemodalità di trasporto merci per i negozianti egli esercenti pubblici del centro città.Dai pareri raccolti fra gli associati le cui attvitàrientrano nel progetto, sono emerse alcunedifficoltà soprattutto nel rapporto con i loroabituali fornitori, che spesso si fanno direttamentecarico del servizio di trasporto. Inquesti casi sono gli stessi fornitori che devonoconfrontarsi con le nuove regole introdotte,spesso causa di disagi e ritardi nei servizi.A seguire abbiamo riportato due pareri dicommercianti che hanno dovuto affrontarein prima persona la situazione.Rainiero Artonititolare dell’ Ortofruttale Primiziein via Goldoni.“Sono già quattro mesiche utilizziamo il servizioEcocity. Sapendo chedal 1 ottobre sarebbescattato il divieto assolutodi circolazione per i mezzi non ecocompatibili,abbiamo deciso di anticipare i tempi,facendo domanda dal mese di luglio, al fine dievitare qualsiasi inconveniente.Il camion che usavamo prima non era adattabile,così ci siamo affidati al servizio di consegna.Finora si è rivelato molto efficiente, dalmomento che la merce è arrivata sempre inorario, che per le nostre esigenze significa le6-7 del mattino.Possiamo dirci soddisfatti della nuova possibilitàofferta ai commercianti del centro città”.NOVEMBRE / 0811Angelo Romeititolare dell’AnticaSalumeriain via Farini.“Devo dire che questenuove direttive cihanno creato un po’di problemi, visto chei fornitori non sono piùin grado di effettuare le consegne.Pur avendo i furgoni messi a norma, non possonoconsegnare perché non raggiungono ilcarico sufficiente. Le ditte più grosse riesconoad appoggiarsi alla piattaforma logistica, maquesto comporta un aumento dei costi. Per ipiccoli distributori ci sono molte più difficoltà.In questa fase siamo in piena emergenza,e siamo costretti ad andare a prendere lamerce in prima persona. A breve dovremoperò trovare una soluzione a questo graveproblema”.