tutta l'arte da Vedere in luglio-agosto - Il Giornale dell'Arte

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Vedere inn. 2 luglio-agosto 2013Abruzzoumberto allemandi & c.il giornale dell’arteMaestro del Trittico di Beffi, «Madonna col Bambino e Angeli musicanti» (particolare), affresco degli inizi del XV secolo sulla volta del presbiterio nella chiesa di San Silvestro a L’Aquila (fotografia di Gino Di Paolo)tutta l'arte da vedere in luglio-agostoSupplemento a «Il Giornale dell’Arte» n. 333 luglio-agosto 2013

<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong>n. 2 <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> 2013Abruzzoumberto allemandi & c.il giornale dell’arteMaestro del Trittico di Beffi, «Madonna col Bamb<strong>in</strong>o e Angeli musicanti» (particolare), affresco degli <strong>in</strong>izi del XV secolo sulla volta del presbiterio nella chiesa di San Silvestro a L’Aquila (fotografia di G<strong>in</strong>o Di Paolo)<strong>tutta</strong> <strong>l'arte</strong> <strong>da</strong> vedere <strong>in</strong> <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong>Supplemento a «<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> dell’Arte» n. 333 <strong>luglio</strong>-<strong>agosto</strong> 2013


3<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoDifficile trovare altrettanta armoniadi storia, arte e paesaggio«L’Abruzzo è una perfetta s<strong>in</strong>tesi di storia e contemporaneità, di artee di artigianato, di eccellenze enogastronomiche, di montagna e di mare.Abbiamo riscoperto le tradizioni, tuteliamo il paesaggio, valorizziamoe promuoviamo il patrimonio storico-artistico.Con questi <strong>in</strong>gredienti costruiamo la nostra vita futura»Una natura <strong>in</strong>contam<strong>in</strong>ata e <strong>in</strong>cantevoliborghi, alcuni tra i più belli d’ItaliaIn pr<strong>in</strong>cipio fu il paesaggio, verrebbe <strong>da</strong> dire, a dest<strong>in</strong>are questastraord<strong>in</strong>aria terra ad un concentrato di elementi eterogenei eapprezzabili. Un paesaggio con due «basiliche monumentali e libere»,come le def<strong>in</strong>iva Ennio Flaiano, ovvero il Gran Sasso e laMajella, alte vette dell’Appenn<strong>in</strong>o; con un mare, l’Adriatico,che bagna 129 chilometri di costa variegata, a trattiorganizzata e turistica, a tratti nascosta e <strong>in</strong>contam<strong>in</strong>ata;con i tre parchi nazionali, quello d’Abruzzo, Lazio e Molise,quello del Gran Sasso e Monti della Laga e quello della Majella,nonché molte altre aree naturali protette; con le vallate deifiumi pr<strong>in</strong>cipali, Vomano, Aterno-Pescara e Sangro, che <strong>in</strong>contranozone coll<strong>in</strong>ose e piane di un’<strong>in</strong>vidiabile varietà di campagnespazzolate <strong>da</strong> pregiate vigne ed uliveti; e ancora, senzasoffermarsi sui laghi (famoso quello di Scanno) e sugli altipiani(delle Rocche, delle C<strong>in</strong>que Miglia), né sui centri capoluoghi diprov<strong>in</strong>cia (Teramo orgogliosa, Chieti riservata, Pescara giovanee brillante, L’Aquila capoluogo regionale fiero e ferito <strong>da</strong>l sismadel 6 aprile 2009), con vetuste cittad<strong>in</strong>e d’arte (come Atri e Penne)e <strong>in</strong>cantevoli borghi, alcuni tra i più belli d’Italia, dissem<strong>in</strong>atiovunque, fra antichità e r<strong>in</strong>novamento, fra architetturesacre e civili, ricchi siti archeologici e museali, <strong>in</strong> un percorsomillenario di civiltà e arti <strong>in</strong>gegnose.Realtà di conf<strong>in</strong>e un tempo (chi non ricor<strong>da</strong> il boccaccesco «piùlà che Abruzzi») questa regione ha saputo uscire <strong>da</strong> un connaturatoisolamento di certe zone ed oggi è ben collegatacon autostrade, ferrovie, porti e aeroporti con il resto d’Italiae con i Balcani dirimpettai. È una regione che più di altresa imbandire la tavola per l’ospite con tantissime differentibuone ragioni, come il turismo culturale, quello sacro, quellosportivo specie sciistico (Campo Felice, Roccaraso, Passolanciano),gli echi tradizionali delle mar<strong>in</strong>erie, dei costumi rurali edei pastori transumanti, l’olio extraverg<strong>in</strong>e e il v<strong>in</strong>o (Montepulciano,Trebbiano) conosciuti e certificati ormai <strong>in</strong> tutto ilmondo così come alcuni piatti tipici: gli Arrostic<strong>in</strong>i o i Brodettidi pesce, le Virtù o il Tacch<strong>in</strong>o alla Canzanese, la Mugnaia o leScrippelle ’mbusse, i Caggionetti o i Bocconotti e via per molto.Una terra protagonista anche nella StoriaMa l’Abruzzo può anche rivendicare un ruolo <strong>da</strong> protagonistanella storia di quello che sarà per tutti il Belpaese,con i suoi uom<strong>in</strong>i e i suoi luoghi: qui <strong>in</strong> Abruzzo, dove ipopoli si chiamavano Marsi, Peligni, Marruc<strong>in</strong>i, Vest<strong>in</strong>i e <strong>in</strong> altrimodi ancora (un simbolo per tutti: il Guerriero di Capestrano),è scoppiata la «guerra sociale» contro Roma, tra il 91 e l’88a.C., e a Corf<strong>in</strong>io, oggi nell’aquilano, è stata posta la capitaledella Lega Italica che coniò la moneta «Italia»; qui, nel 42 a.C.,l’imperatore Claudio ha tentato il prosciugamento del lago delFuc<strong>in</strong>o, compiuto diciannove secoli dopo <strong>da</strong> Alessandro Torlonia;qui i Longobardi istituirono sette gastal<strong>da</strong>ti (<strong>da</strong> allora sicom<strong>in</strong>cia a parlare di Aprutium) e <strong>in</strong>torno alla metà del 1100,v<strong>in</strong>te le durature resistenze dei precedenti signori, i Normanniriunirono il territorio sotto il Regnum Siciliae; qui, istituito loIustitieratus Aprutii (poi diviso <strong>in</strong> Abruzzo Ulteriore e Citeriore,rispetto al fiume Pescara), passati gli Svevi e passato il regnoagli Angio<strong>in</strong>i, nel 1294, nella chiesa di Santa Maria di Collemaggionella nuova L’Aquila, Pietro <strong>da</strong> Morrone venne <strong>in</strong>coronatoCelest<strong>in</strong>o V; qui, dove gli spagnoli lasciarono le grandi fortezzedi L’Aquila e Pescara, già <strong>da</strong>l 1814 fiorirono i moti carbonari (neè esempio Castiglione Messer Raimondo, nel teramano) e <strong>da</strong>lladisperazione dei ceti più poveri dilagò la «questione nazionale»del Brigantaggio, duramente represso <strong>da</strong>l nuovo Regno d’Italia,il cui primo re fu proclamato tale quando ancora, tra il 17 e il20 marzo del 1861, la fortezza borbonica di Civitella del Trontoresisteva epicamente ai sabaudi. E ancora <strong>in</strong> Abruzzo, nel 1943,si toccò con mano la caduta dello stesso regno e dell’Italia fascista,ma anche la volontà di resistere e r<strong>in</strong>ascere che avrebbecondotto alla Repubblica: Mussol<strong>in</strong>i imprigionato nell’albergodi Campo Imperatore, poi liberato con l’operazione «Quercia»,Vittorio Emanuele III rifugiato a Crecchio e poi imbarcato conBadoglio <strong>da</strong>l molo di Ortona con dest<strong>in</strong>azione Br<strong>in</strong>disi, dopoaver tenuto il Consiglio della Corona nell’aeroporto militare diPescara; e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e Ettore Troilo che fon<strong>da</strong> a Casoli la gloriosa BrigataMajella. Tutte vicende che testimoniano come questaterra sia stata <strong>da</strong> sempre partecipe dei grandi momentidella storia italiana, momenti che sono soprattutto scansionidi una l<strong>in</strong>ea cronologica sulla quale s’<strong>in</strong>nestano quelle secolariattività quotidiane e straord<strong>in</strong>arie dei popoli che stanno allabase di un patrimonio artistico, di saperi e sapori, <strong>da</strong>vvero benriconoscibile <strong>in</strong> Abruzzo. Lo raccontano i siti archeologici diAlba Fucens, Amiternum, Ripoli, Schiavi d’Abruzzo, Iuvanum,Campovalano, Peltu<strong>in</strong>um o i Tempietti romani di Chieti. Oppurei centri, oltre ai già citati, di Vasto, Avezzano, Lanciano,Atessa, Sulmona, Castel di Sangro, Pescasseroli, Tagliacozzo,Giulianova, Guardiagrele, Loreto Aprut<strong>in</strong>o, Santo Stefano diSessanio, Città Sant’Angelo, Ofena, Tossicìa, Senarica, Montorioal Vomano, Campli, Pianella, Tione, Pescocostanzo, Civitad’Ant<strong>in</strong>o, Bolognano, Alfedena, Scanno, Caramanico Terme e<strong>da</strong>vvero tanti altri, nomi e località spesso evocativi di età e giacimenticulturali notevoli studiati oltralpe e oltreoceano. Malo raccontano anche le magioni avite di cui è costellatoil territorio abruzzese, appartenute alle grandi famiglie chevi signoreggiavano (Cantelmo, Ors<strong>in</strong>i, Colonna, Piccolom<strong>in</strong>i,Barber<strong>in</strong>i, Caracciolo e altre): i castelli di Avezzano, Ocre, Capestrano,Rocca Calascio, Celano, Ortucchio, Balsorano, Pacentro,Gagliano Aterno, San Pio delle Camere, Tocco <strong>da</strong> Casauria oScurcola Marsicana, il Palazzo d’Avalos di Vasto o quello Mazzaradi Torre de’ Passeri, i palazzi ducali di Atri e Tagliacozzo, ilCastello Chiola di Loreto o la Torre di Cerrano.Luoghi di cultura e di spiritualità custodisconoil passato e le tradizioniUn cenno particolare, <strong>in</strong> questo excursus tra gli «<strong>in</strong>sediamentistorico-artistici» che rimangono i baluardiculturali dell’Abruzzo, meritano le chiese, nelle cui facciateun osservatore acuto come Alberto Sav<strong>in</strong>io ritrovava«un’accoglienza più cal<strong>da</strong>, meno materializzata, più metafisica» rispettoal colonnato del Bern<strong>in</strong>i! Tanti esempi, ma comunqueesempi. Ci sono Santa Maria di Collemaggio, San Bernard<strong>in</strong>oe Santa Giusta a L’Aquila, la cattedrale di Teramo, San Giust<strong>in</strong>oa Chieti, il Duomo ad Atri, e le famose San Clementea Casauria, Santa Maria d’Arabona, Santa Maria <strong>in</strong> Piano eSan Giovanni <strong>in</strong> Venere; e ancora la Badia di San Bartolomeopresso Carp<strong>in</strong>eto della Nora, San Pietro ad Oratorium vic<strong>in</strong>oa Bussi sul Tir<strong>in</strong>o, Santa Maria di Ronzano presso Castel Castagnae la poco distante San Giovanni ad Insulam, San Liberatorea Majella a Serramonacesca e Santa Maria delle Grottepresso Fossa; ma anche Santa Maria Assunta e San Pellegr<strong>in</strong>oa Bom<strong>in</strong>aco, la Badia Morronese a Sulmona, Santa Maria Maggiorea Guardiagrele e l’omonima a Lanciano, e poi la BasilicaValvense presso Corf<strong>in</strong>io, Santa Maria del Colle di Pescocostanzo,San Pietro col Tempio di Apollo presso Albe, l’abbaziail giornale dell’arteSocietà editriceUmberto Allemandi & C. spa,via Manc<strong>in</strong>i 8, 10131 Tor<strong>in</strong>o,tel. 011.8199111fax 011.8193090allemandi@allemandi.comDirettore responsabile: Umberto AllemandiVicedirettore: Franco FanelliCapore<strong>da</strong>ttore: Barbara AntonettoPubblicità: C<strong>in</strong>zia Fattori011.8199118 - g<strong>da</strong>.pub@allemandi.comStampa: Centro Stampa Quotidiani S.p.A.,Erbusco (Bs)SommarioInterviste a:4 Gianni Chiodi, Presidente RegioneAbruzzo5 Luigi De Fanis, Assessore alle PoliticheCulturali Regione Abruzzo6 Paolo Antonetti, Dirigente ServizioPolitiche e Attività CulturaliRegione Abruzzo7 Fabrizio Magani, Direttore Regionaleper i Beni Culturali e Paesaggisticidell'Abruzzo (MiBAC)<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong>www.allemandi.comAbruzzoè una testata edita<strong>da</strong>lla Società editriceUmberto Allemandi & C.nell’ambito della l<strong>in</strong>ea di periodici«<strong>Vedere</strong> a...»Curatore: Giorgio D’OrazioCoord<strong>in</strong>amento re<strong>da</strong>zionale: L<strong>in</strong>a Ocar<strong>in</strong>oCrediti fotografici: G<strong>in</strong>o Di Paolo,Domenico Verdone Editore,Direzione Regionale per i Beni Culturali ePaesaggistici dell’Abruzzo, Sopr<strong>in</strong>tendenzaBSAE Abruzzo, Regione AbruzzoReferente commerciale <strong>in</strong> Abruzzo:Valeria Riselli 335 6390119valeriariselli@gmail.com8 Le mostre12 Un cuore m<strong>in</strong>iato che illum<strong>in</strong>al’Abruzzo14 <strong>Vedere</strong> a L’Aquila16 <strong>Vedere</strong> a Teramo18 <strong>Vedere</strong> a Chieti20 <strong>Vedere</strong> a Pescara22 <strong>Il</strong> progetto «MuseiDItalia»e il restauro del «Lochetto» a L’Aquila23 L’Abruzzo al Salone del Libro di Tor<strong>in</strong>oIL GIORNALE NON RISPONDE dell’auTENTICITà delle attribuzioni delle opere riprodotte, <strong>in</strong>particolare del contenuto delle <strong>in</strong>serzioni pubblicitArie. Le op<strong>in</strong>ioni espresse negli articolifirmati e le dichiarazioni riferite <strong>da</strong>l giornale impegnano esclusivamente i rispettiviautori. si consiglia di verificare telefonicamente gli orari delle manifestazioni.di Santo Spirito a Majella presso Roccamorice e Santa Maria diPropezzano con la vic<strong>in</strong>a San Clemente al Vomano. Un’elencazionenutrita che non riesce comunque a soddisfare <strong>tutta</strong>quella accumulazione di arte e spiritualità che per secoli ha<strong>in</strong>teressato ogni porzione della realtà abruzzese. Una realtà<strong>in</strong>stancabile e produttiva, come dimostrano anche le rose deisuoi migliori figli, nomi enciclopedici <strong>da</strong> ricor<strong>da</strong>re, saltandoqua e là. Pensatori e letterati come Sallustio e Ovidio,Tommaso <strong>da</strong> Celano e Buccio di Ranallo, Seraf<strong>in</strong>o Aquilano eMelchiorre Delfico, Bertrando Spaventa e Giann<strong>in</strong>a Milli, GabrieleRossetti, Gabriele D’Annunzio ed Edoardo Scarfoglio,Benedetto Croce e Luigi Antonelli, Ignazio Silone ed EnnioFlaiano; musicisti e compositori come Francesco Paolo Tosti,Gaetano Braga, Primo Riccitelli o Ivan Graziani, e artisticome Andrea de Litio, Saturn<strong>in</strong>o Gatti, Silvestro dell’Aquila,Nicola <strong>da</strong> Guardiagrele, Cola dell’Amatrice, Pompeo Cesura,oppure le d<strong>in</strong>astie dei ceramisti di Castelli (<strong>da</strong> Orazio Pompeia Gesualdo Fu<strong>in</strong>a passando per i Grue e i Gentili) e Mario de’Fiori, i Palizzi, Francesco Paolo Michetti, Teofilo Pat<strong>in</strong>i, Costant<strong>in</strong>oBarbella, Pasquale Celommi e Gabriele Smargiassi,la stirpe dei Cascella e ancora Nicola d’Ant<strong>in</strong>o e Piero Dorazio.Ma vengono <strong>da</strong> questa terra anche papa Innocenzo VII, il giureconsultoLuca <strong>da</strong> Penne, uom<strong>in</strong>i politici come Gaio As<strong>in</strong>ioPollione, Giulio Mazzar<strong>in</strong>o, Trojano Acquaviva d’Aragona eGiacomo Acerbo, patrioti come Clemente de Caesaris, AurelioSaliceti e Silvio Spaventa, l’editore Rocco Carabba, il pionieredell’elicottero e <strong>in</strong>ventore della Vespa Corrad<strong>in</strong>o d’Ascanio,l’economista Federico Caffè e il banchiere mecenate RaffaeleMattioli. Un’anagrafe esemplificativa di eccellenze che, <strong>in</strong> terrad’Abruzzi o altrove nel mondo, ha saputo diffondere un’abruzzesitàche, alla f<strong>in</strong>e, ritrova un denom<strong>in</strong>atore comunenell’<strong>in</strong>traprendenza e nella caparbietà tipiche di queste genti,sbrigativamente liqui<strong>da</strong>te nell’Abruzzo «forte e gentile» che èmoneta corrente ma che non riesce a trasmettere completamenteil retaggio atavico di caratteri che contraddist<strong>in</strong>guonoquesta regione e che ritroviamo anche nelle tradizioni ancora<strong>in</strong> auge: <strong>da</strong>lla Perdonanza di L’Aquila ai Serpari diCocullo, <strong>da</strong>i Faugni di Atri alla processione del CristoMorto a Chieti, <strong>da</strong>lla Madonna che scappa a Sulmonaalle Farchie di Fara Filiorum Petri, f<strong>in</strong>o al bue che s’<strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiad<strong>in</strong>nanzi a San Zopito a Loreto Aprut<strong>in</strong>o, perfare qualche esempio. Insomma, scavando nell’<strong>in</strong>dole di questaterra e di chi la abita (una popolazione di circa 1.345.000abitanti per un’estensione territoriale di 10.794 chilometriquadrati) si possono ritrovare tutte queste cose e molte altre,perché l’Abruzzo sa tutt’ora esprimerle, anche nella culturacontemporanea che proprio <strong>da</strong> queste parti trova una cullaper nascere e una fuc<strong>in</strong>a per forgiarsi. q Giorgio D’OrazioL’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, nota anche come Abbazia Morronese o Celest<strong>in</strong>iana, sorge presso l’omonima frazione Badia nei pressi di Sulmona (L’Aquila). L’abbazia di San Clemente a Casauria, un complesso monumentaleedificato nel paese di Castiglione a Casauria, nelle vic<strong>in</strong>anze di Torre de’ Passeri, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Pescara. <strong>Il</strong> museo «La Civitella» sito nel parco archeologico della «Civitella» a Chieti. La facciata pr<strong>in</strong>cipale del Duomo di Teramo


<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoGianni Chiodi, Presidente Regionale: «Non c’è scampo. Da noi la culturadeve essere, sempre e ovunque, il card<strong>in</strong>e di qualsiasi progetto di sviluppo»4«Un obiettivo prevalesu tutti: attrarre più risorsepossibili, <strong>in</strong> primis <strong>da</strong>ll’Europaperché la partita, della culturacome dell’economia, si giocasui tavoli della Comunità.Perciò la progettualitàè così importante. E conta moltoil respiro <strong>in</strong>ternazionaledelle s<strong>in</strong>gole proposte»Edifici<strong>da</strong>nneggiati<strong>da</strong>l terribilesisma cheil 6 apriledel 2009ha colpitola città diL’Aquila enumerosicomuni delterritorioabruzzeseGianni Chiodi, Presidente dellaGiunta Regionale dell’Abruzzo,si è dovuto confrontare con un momentocruciale per la regione: nelbel mezzo della «crisi» e dopo il sismache il 6 aprile 2009 ha colpitola città di L’Aquila e numerosi comunidel territorio abruzzese. Unacondizione che ha <strong>in</strong>ciso ed <strong>in</strong>cideprofon<strong>da</strong>mente sulla progettazione culturale della Regionee che implica passi calibrati per ogni azione futura.In una regione come l’Abruzzo, Presidente, il settore Cultura èfon<strong>da</strong>mentale nella pianificazione di un’amm<strong>in</strong>istrazione. Checosa ha riscontrato al pr<strong>in</strong>cipio del suo man<strong>da</strong>to e che cosa ècambiato f<strong>in</strong>o ad oggi?La cultura deve essere, sempre e ovunque, un card<strong>in</strong>e diqualsiasi progetto di sviluppo. Ancor più <strong>in</strong> una regionecome la nostra che ha alle spalle una soli<strong>da</strong> tradizione nelcampo. L’Abruzzo, senza tema di smentita, è una terra dicultura. Ha un background di tutto rispetto che il tempo hacontribuito ad arricchire e variegare. Quando mi sono <strong>in</strong>sediatoho trovato un grande fermento di idee, di <strong>in</strong>iziative,di proposte. Ma i tempi erano diversi. C’era grande fame dicultura ed il «prodotto» vendeva bene. Per cui, oltre al sostegnopubblico, le varie realtà territoriali si autof<strong>in</strong>anziavano,s’<strong>in</strong>novavano e crescevano, <strong>in</strong> utili e <strong>in</strong> prestigio. Poiè arrivata la crisi, con il taglio dei f<strong>in</strong>anziamenti statali econ una palese contrazione dei fruitori. Personalmente hosempre creduto nel valore aggiunto della cultura, <strong>in</strong> ognisua forma, e limitatamente alle disponibilità di cassa hosempre sostenuto ogni progetto, qui <strong>in</strong> Abruzzo ma anchefuori, perché sono conv<strong>in</strong>to che l’isolamento non paghi.Per questo, come Esecutivo regionale, abbiamo puntato suprogetti di spessore, evitando che le risorse si disperdessero<strong>in</strong> mille rivoli, retaggio di una deprecabile politica clientelaredel passato.Sempre più tra gli enti locali si discute di «progettazione culturale»,concetto base delle economie virtuose del futuro. Come lo<strong>in</strong>tende la Regione Abruzzo?Vale un po’ il discorso che facevo prima. La cultura è un patrimonioeccezionale ma che deve essere necessariamente<strong>in</strong>tegrato. Come Regione sosteniamo lo sviluppo tout courte non quello settoriale. <strong>Il</strong> territorio va guar<strong>da</strong>to come ununicum dove l’economia, la ricchezza, il progresso, anche<strong>in</strong>tellettuale, immateriale, sono frutto di un’idea corale. <strong>Il</strong>turismo, il tessuto produttivo, l’ambiente devono crescere<strong>in</strong> parallelo con la cultura, tutti gli ambiti devono <strong>in</strong>teragire<strong>in</strong>somma. E questo, <strong>in</strong> Abruzzo, lo stiamo già facendo,puntando sulla s<strong>in</strong>ergia tra Assessorati. <strong>Il</strong> futuro di ognieconomia non può presc<strong>in</strong>dere <strong>da</strong> un grande progetto culturale,che tutto <strong>in</strong>globa e regola. Non mi stancherò mai diesortare ad <strong>in</strong>vestire nel sapere, nella ricerca, nell’<strong>in</strong>novazione,nel capitale umano.A quali operazioni culturali realizzate <strong>da</strong>lla sua giunta può fareriferimento?Nel corso degli anni, pur nelle ristrettezze del bilancioregionale, siamo stati vic<strong>in</strong>i al mondo della musica, delc<strong>in</strong>ema, del teatro, della cultura <strong>in</strong> genere. Le posso citarel’ultimo nostro sforzo, f<strong>in</strong>alizzato alle celebrazioni dellanascita di Gabriele d’Annunzio. Siamo stati grandi protagonistial Salone del Libro di Tor<strong>in</strong>o che ha visto proprioil Vate <strong>in</strong>discusso dom<strong>in</strong>atore, ma notevole successo hariscosso <strong>tutta</strong> l’editoria abruzzese. Molti altri progetti,per lo più volti a valorizzare i nomi illustri della culturaabruzzese di tutti i tempi, hanno ricevuto la nostra attenzione.Ma, come dicevo, spesso abbiamo preferito privilegiareprogetti <strong>in</strong>tegrati con altre espressioni del territorio.Siamo anche partner della Direzione dei Beni culturaliper il recupero dell’immenso patrimonio compromesso<strong>da</strong>l terremoto del 2009.Un terremoto che ha terribilmente ferito questa terra, causando<strong>in</strong>genti <strong>da</strong>nni al patrimonio storico-artistico. In che cosa vi stateimpegnando come Regione?<strong>Il</strong> sisma di quattro anni fa è stato di una violenza <strong>in</strong>audita.Ha distrutto uno dei centri storici più belli e di pregio dell’Italiaed oltre. Se ancora oggi L’Aquila non si ricostruisce, losi deve, oltre alle <strong>in</strong>capacità che denuncio <strong>da</strong> tempo, anchealla difficoltà di ricomporre un mosaico così complesso eprezioso. Come presidente della Regione, ma anche comeCommissario delegato per la Ricostruzione f<strong>in</strong>o all’estate2012, ho convogliato fondi pubblici e donazioni per la messa<strong>in</strong> sicurezza del ricco patrimonio storico, architettonico,artistico e religioso della città. Ma, più <strong>in</strong> generale, hopensato a L’Aquila come città di cultura, città di studentied universitari. Ed è per questo che i miei primi <strong>in</strong>terventisi sono concentrati sulla ricostruzione di scuole ed Università,per <strong>da</strong>re ai giovani aquilani ed a quanti avevano <strong>in</strong>vestitonella formazione <strong>in</strong> un Ateneo di valore come quellodel capoluogo, un futuro. I ragazzi sono il futuro ed ancheil futuro della cultura.Se non dovesse affrontare l’emergenza terremoto, quale pr<strong>in</strong>cipaleobiettivo <strong>in</strong> campo culturale vorrebbe realizzare?Di progetti ne avrei tanti, ma non voglio cadere nella faciledemagogia o nei proclami <strong>da</strong> campagna elettorale.Le parole, i bei propositi, contano poco, quando <strong>in</strong> cassanon ci sono soldi o quando quei pochi che ci sono servonoa tamponare mille falle. Un obiettivo è fon<strong>da</strong>mentalesu tutti, cercare di attrarre più risorse possibili, <strong>in</strong> primis<strong>da</strong>ll’Europa perché la partita, della cultura come dell’economia,si gioca sui tavoli della Comunità. Noi non abbiamodisponibilità endogene, per cui molto importante è la progettualità,il respiro <strong>in</strong>ternazionale delle s<strong>in</strong>gole proposte.Ricordo però che l’Abruzzo è anche l’unica Regione, <strong>in</strong>siemeal Molise, ad aver ricevuto l’assegnazione dei FAS, chepotrebbero essere utilizzati per importanti <strong>in</strong>vestiment<strong>in</strong>ella cultura. Auspico, <strong>in</strong> questo, di essere coadiuvato <strong>da</strong><strong>tutta</strong> la squadra del governo regionale e <strong>da</strong>llo Stato. Ma èovvio che molto dipenderà <strong>da</strong> come evolverà la crisi chesta <strong>in</strong>teressando il Paese, l’Europa, il Mondo. Quello che ècerto è che ognuno di noi deve <strong>in</strong>vestire su se stesso, sullapropria <strong>in</strong>telligenza ed aprire la mente alla globalizzazione,con fiducia. Cultura è anche questo.


5<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoLuigi De Fanis, è l’Assessore Regionale alla Cultura: «Per la promozionedella storia e del territorio abruzzesi io guardo oltre i conf<strong>in</strong>i nazionali»«Mi piacerebbe che a livello locale aumentassimo i fondi dest<strong>in</strong>ati alla Culturae che il settore culturale stesso diventasse portatore di altra ricchezza.Devo riuscire ad organizzare questa rete produttiva e creare un circuito realeche ci consenta di parlare anche con altre l<strong>in</strong>gue di un nostro ro<strong>da</strong>to b<strong>in</strong>omio cultura-turismo»Luigi De Fanis è l’Assessore con delegaalle Politiche culturali dellaRegione Abruzzo, una delega cheimpone un piano di rilancio delleeccellenze culturali regionali <strong>in</strong>un’ottica <strong>in</strong>ternazionale; se l’Italia èil Paese della cultura per antonomasia,<strong>in</strong>fatti, sta proprio alla capacitàdei politici permetterne la massimadiffusione così <strong>da</strong> mettere <strong>in</strong> moto, grazie agli strumenti cheoffre il nostro tesoro di bellezze e saperi, un circuito economicoche permetta di conservare e di <strong>in</strong>vestire nuovamentesul patrimonio e le attività culturali.Una realtàterritoriale che<strong>in</strong> un cent<strong>in</strong>aiodi chilometrispazia <strong>da</strong>llepiù alte vettedell’Appenn<strong>in</strong>of<strong>in</strong>o all’Adriaticodopo averattraversatoun variegatopaesaggiocoll<strong>in</strong>areL’Abruzzo, con il suo territorio e il suo patrimonio è <strong>in</strong>dubbiamenteuna regione con molte potenzialità culturali. Lei ritiene, Assessore,che la sua offerta sia capace d’imporsi oltre i conf<strong>in</strong>i nazionali?Sicuramente l’Abruzzo con tutte le sue attività, distribuitedurante le quattro stagioni, e soprattutto grazie alle proprietàpoliedriche che possiede <strong>in</strong> campo culturale e paesaggistico,riesce e riuscirà sempre ad offrire stimoli ad <strong>in</strong>terlocutor<strong>in</strong>on solo nazionali ma anche <strong>in</strong>ternazionali. Penso al s<strong>in</strong>goloturista, ma anche all’istituzione o al privato che decidonodi <strong>in</strong>traprendere progetti e <strong>in</strong>vestimenti a base culturale sulnostro territorio. Un territorio che può contare non solo suun valido scenario naturale non ancora contam<strong>in</strong>ato <strong>da</strong> <strong>in</strong>terventicompromettenti presenti altrove <strong>in</strong> Italia, ma anchesu un vasto patrimonio <strong>da</strong> scoprire, una rete di monumenti,abbazie, castelli, palazzi di pregio e tante altre meraviglieche farebbero gola a molti. Tutto sta nel riuscire ad organizzarequesta rete produttivamente, creando <strong>in</strong>somma uncircuito reale che consenta di parlare anche con altre l<strong>in</strong>guedi un ro<strong>da</strong>to b<strong>in</strong>omio cultura-turismo.Lei richiama il concetto di «turismo culturale» che però è <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uaevoluzione. Lei come lo <strong>in</strong>tende?È una def<strong>in</strong>izione divenuta di mo<strong>da</strong> ormai, come il turismoenogastronomico per esempio, e <strong>in</strong> una nazione come lanostra, dove il turismo ricopre una voce economica importante,dovrebbe essere culturale per def<strong>in</strong>izione. Perché ciòacca<strong>da</strong>, però, è necessario, come ho già detto, un impegnodelle istituzioni dedicate per collegare e coord<strong>in</strong>are tutte lebellezze visitabili della regione facendo leva su quelli chesono già i punti di riferimento dei nostri turisti.Quali sono le ragioni <strong>in</strong>discutibili di un it<strong>in</strong>erario culturale <strong>in</strong> Abruzzo?Più che risponderle <strong>da</strong> me, prendo <strong>in</strong> prestito la s<strong>in</strong>tesioperata <strong>da</strong>l vessillo regionale; già il fatto che lo stemma<strong>in</strong>quadra tre colori come il bianco, il verde e il blu, lasciacomprendere come ci si trovi di fronte ad una realtàterritoriale che <strong>in</strong> un cent<strong>in</strong>aio di chilometri spazia <strong>da</strong>llepiù alte vette dell’Appenn<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>o ad un bel mare comel’Adriatico dopo aver attraversato un variegato paesaggiocoll<strong>in</strong>are, tre notevoli proprietà paesaggistiche che pocheregioni <strong>in</strong> Italia possono vantare. E poi <strong>in</strong> questa cornicesono dissem<strong>in</strong>ati lasciti storici unici <strong>in</strong> tutte e quattro leprov<strong>in</strong>cie: per tutti il percorso ideale che possiamo tracciarecon le <strong>in</strong>numerevoli chiese romaniche e cistercensi,con quei luoghi ameni, nascosti e <strong>in</strong>vidiabili che sono iconventi o gli eremi, stazioni religiose e culturali che altrerealtà regionali non hanno e che sono parte <strong>in</strong>tegrantedelle grande storia italiana.Come avete classificato le caratteristiche tipo del turista più a<strong>da</strong>ttoper l’Abruzzo?Credo che non dobbiamo porci dei limiti per quanto giàdetto; l’Abruzzo sa rivolgersi a tutti i tipi di turista, perché,facendo un esempio banale, il turista che ama la spiaggia,nella giornata uggiosa può ovviare con un’escursione <strong>in</strong>montagna o con una visita a qualche borgo alla scoperta diantiche tradizioni, tutto nel raggio di pochi chilometri. Mal’Abruzzo può soddisfare anche il turista elettivo, quello chepredilige gli it<strong>in</strong>erari naturali, grazie ai suoi Parchi, perchénon scordiamo che la nostra è tra le regioni più verdi d’Europa,oppure il turista religioso come dicevo. Se non è capofilanella varietà dell’offerta turistica culturale, <strong>in</strong>somma,l’Abruzzo <strong>in</strong> tal senso è senz’altro una delle regioni italianeche premia di più chi lo sceglie.Qu<strong>in</strong>di il turismo culturale per la regione è uno dei pr<strong>in</strong>cipali volanieconomici?Certo, ma dobbiamo comprendere che se l’Italia è stata edè ancora, per tanti aspetti, una fuc<strong>in</strong>a di cultura, non è cosìautomatico che, nel tempo, questa cultura possa essere benconservata e possa <strong>da</strong>re al Paese i suoi migliori frutti. Questo,<strong>in</strong>nanzitutto, dovrebbero capirlo i politici nazionali;l’Italia è <strong>in</strong> sé un museo ed io farei pagare una tassa d’<strong>in</strong>gressoa chi decide di entrarvi, ma al contempo pretendereiun impegno concreto aff<strong>in</strong>ché tutti quei tesori non sfruttatie spesso non conosciuti <strong>da</strong>gli stessi italiani siano riportatiutilmente alla luce. L’Abruzzo, ovviamente, non è esente<strong>da</strong> queste considerazioni; quest’anno, <strong>in</strong>fatti, stiamo sfruttandol’alone di popolarità e i riflettori accesi per il centoc<strong>in</strong>quantesimoanno <strong>da</strong>lla nascita di Gabriele d’Annunzio.A livello locale dobbiamo aumentare i fondi dest<strong>in</strong>ati allaCultura e che però il settore culturale stesso diventi <strong>in</strong> breveportatore di altra ricchezza.


<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Abruzzo6Paolo Antonetti, dirige il Servizio Beni e Attività Culturalidella Regione: «Possiamo, anzi dobbiamo avere progetti ambiziosiper il sistema museale regionale e la valorizzazione del patrimoniostorico, artistico, archeologico ed ecclesiastico»Confi<strong>da</strong> «<strong>in</strong> un miglioramentodella situazione economicaanche grazie ai fondicomunitari del 2014-2020:costituirebbero la baseper <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> manieraconcreta, con altrisoggetti istituzionalie con altri sponsor»<strong>Il</strong> «Guerriero di Capestrano», l’anticascultura <strong>in</strong> pietra calcarea del VIsecolo a.C. raffigurante un guerrierodell’antico popolo italico dei Piceni,conservata a Chieti nel Museoarcheologico nazionale d’Abruzzo,protagonista del volume «MimmoPalad<strong>in</strong>o», edito <strong>da</strong> AllemandiUna m<strong>in</strong>iatura raffigurante FedericoII di Svevia, <strong>da</strong> un manoscrittoconservato nella Biblioteca VaticanaL’acquedotto medioevale di Sulmonacostruito nel 1256 sotto il regno diManfredi, figlio di Federico II di Svevia,e formato <strong>da</strong> 21 arcate che circon<strong>da</strong>noun immenso anfiteatro dove si svolge lagiostra cavalleresca risalente agli SveviPaolo Antonetti, dirigente delServizio Beni e Attività Culturalidella Regione Abruzzo,ricopre un ruolo apicale nel coord<strong>in</strong>amentodei vari uffici dedicatialla promozione culturale dell’Abruzzo.Un settore d’<strong>in</strong>terventoamm<strong>in</strong>istrativo per il quale risultanofon<strong>da</strong>mentali quelle s<strong>in</strong>ergieistituzionali che rendono possibile la realizzazione di importantiprogetti, dest<strong>in</strong>ati al patrimonio culturale stabilee alle <strong>in</strong>iziative temporanee.Da qualche tempo lei ha ottenuto un <strong>in</strong>cremento d’<strong>in</strong>carichi che lacollocano <strong>in</strong> una posizione centrale per la gestione amm<strong>in</strong>istrativaculturale <strong>in</strong> seno alla Regione. Di che cosa si sta occupando <strong>in</strong>particolare?Con la nuova riorganizzazione della nostra direzione, <strong>da</strong>qualche mese i Beni e le Attività culturali sono stati riunificati<strong>in</strong> un unico omonimo servizio con riferimento ai provvedimentidel nostro ente <strong>in</strong> materia di spend<strong>in</strong>g review. Questanuova organizzazione consente di promuovere <strong>in</strong> manierastrategica e s<strong>in</strong>ergica la valorizzazione di tutto il patrimonioculturale, storico, artistico e demoantropologico, contestualmenteal mondo dell’associazionismo culturale tout courtche abbraccia vari ambiti, <strong>da</strong>l teatro alla musica al c<strong>in</strong>emaall’editoria eccetera, <strong>in</strong> modo tale <strong>da</strong> ottimizzare l’offertaculturale del nostro territorio.Aver creato un sistema culturale unitario per la regione renderà piùflui<strong>da</strong> e sistemica la sua attività?Grazie, anzitutto, alla possibilità di usufruire delle <strong>in</strong>tellighenziee delle professionalità degli addetti agli ufficidislocati nelle varie prov<strong>in</strong>cie, ovvero delle otto Agenziedi Promozione Culturale che dispongono di qu<strong>in</strong>dici ufficiperiferici, della Sopr<strong>in</strong>tendenza Libraria di Pescara edel Centro Regionale Beni Culturali di Sulmona. In questomodo è possibile stabilire e promuovere quotidianamentei piani culturali contenuti nella programmazione dei fondiF.A.S. 2007-2013 dell’Accordo Programma Quadro BeniCulturali <strong>in</strong> stipula con il M<strong>in</strong>istero (MiBAC). Alla basedi questo strumento di programmazione, ci sarà <strong>in</strong>fattiil sistema museale regionale e la valorizzazione del patrimoniostorico, artistico, archeologico ed ecclesiasticoche, soprattutto dopo il sisma del 2009, ha bisogno di una<strong>in</strong>gente operazione di restauro, riqualificazione e messa<strong>in</strong> rete, anche nell’ottica di una necessaria <strong>in</strong>novazionetecnologica fon<strong>da</strong>mentale per la fruibilità <strong>in</strong>ternazionaledi questo patrimonio.Con quali altri enti e istituzioni il suo Ufficio collabora preferibilmente?Come è già accaduto <strong>in</strong> occasione dell’ultimo Salone del Librodi Tor<strong>in</strong>o, dove la nostra partecipazione ha riscontratoun gran successo, abbiamo dimostrato di tenere ottimi econt<strong>in</strong>ui rapporti con le istituzioni teatrali, musicali e delc<strong>in</strong>ema, tenendo come riferimento la relativa normativaregionale, nonché con l’<strong>in</strong>tero mondo delle associazioni <strong>in</strong>riferimento agli eventi di cui diventiamo partner e patroc<strong>in</strong>atori,e ancora con le scuole e le università attraversocollaborazioni specifiche gestite <strong>da</strong>lle Agenzie territoriali.Proprio l’Accordo di Programma Quadro a cui mi riferivo,alla stregua di altre programmazioni precedenti siglate conil MiBAC <strong>da</strong>l 2002, consentirà di tracciare programmi operativiper il triennio 2013-2016.La collaborazione, qu<strong>in</strong>di, riduce i ritardi e gli ostacoli burocratici:può farci qualche esempio?Penso subito alla mostra dedicata ai Codici m<strong>in</strong>iati abruzzesirealizzata assieme all’Università «Gabriele D’Annunzio» diChieti-Pescara e al MiBAC, che ha visto la partecipazione dialtre università italiane ed estere; non voglio ripetermi sulSalone del Libro di Tor<strong>in</strong>o ma guardo alle «Giornate <strong>da</strong>nnunziane»che stiamo predisponendo per il prossimo autunnotra Londra e Parigi. Probabile, ma non ancora certa, è la partecipazionealla Fiera del Libro di Francoforte, forse la piùimportante d’Europa per il settore.Ci sono altri progetti futuri che terrebbe fortemente a realizzare?Potrei citarne tantissimi. Per esempio penso spesso a deiprogetti <strong>in</strong>terregionali tematici sui «Luoghi e it<strong>in</strong>erari <strong>da</strong>nnunziani»,sugli «It<strong>in</strong>erari federiciani» e sulle fortezze spagnoledel meridione d’Italia. Ho <strong>in</strong> mente, poi, una grandemostra dedicata all’Ottocento pittorico abruzzese <strong>da</strong> allestirea Londra o <strong>in</strong> un’altra capitale europea alla streguadella mostra «Piceni popolo d’Europa» che si è tenuta nel1999 a Francoforte e che poi è appro<strong>da</strong>ta ad Ascoli Piceno,Teramo e Roma. Ma ho anche tante idee sulla promozionedel nostro patrimonio librario, e della storia regionale <strong>in</strong>genere, dest<strong>in</strong>ata agli abruzzese nel mondo che costituiscononumerose comunità <strong>in</strong> Europa, Stati Uniti, Brasilee Argent<strong>in</strong>a.Non pensa che l’onerosità, di questi tempi, <strong>in</strong> pratica ne impediràla realizzazione?Sono senz’altro <strong>in</strong>iziative ambiziose, ma confido <strong>in</strong> un miglioramentodella situazione economica <strong>in</strong> futuro, anchegrazie ai fondi comunitari del 2014-2020, ai quali l’Abruzzopotrà avere accesso, che costituirebbero la base per <strong>in</strong>tervenire<strong>in</strong> maniera concreta, s<strong>in</strong>ergicamente con altri soggettiistituzionali e con altri sponsor, per la realizzazione di questeaspirazioni progettuali.


7<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoFabrizio Magani, è il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici:«È prioritario condividere progetti culturali con gli enti pubblici territorialie con l’impresa privata»«Abbiamo sottoscritto un protocollod’<strong>in</strong>tesa tra il M<strong>in</strong>istroper i Beni Culturali, la RegioneAbruzzo e tutte le Fon<strong>da</strong>zioniBancarie per la conservazionee valorizzazione del patrimonioculturale. Secondo mepromette bene»Fabrizio Magani, Direttore Regionaleper i Beni Culturali e Paesaggisticidell’Abruzzo, sta operandocon tutti gli uffici della suadirezione su un doppio canale; <strong>da</strong>un lato la tutela e conservazione delpatrimonio culturale con le sue ord<strong>in</strong>arieesigenze e priorità, <strong>da</strong>ll’altrol’eredità pesante che il sisma aquilanodel 2009 ha lasciato su una porzione notevole di questopatrimonio.i musei e le aree archeologiche della rete gestita <strong>da</strong>l MiBACalternano eccellenti riflessioni culturali (tra arte e identità)a vere e proprie scoperte di umanità nascoste. Comunque ame piace an<strong>da</strong>re alla Badia di Sulmona, all’Abbazia di SanClemente <strong>in</strong> Casauria, ad Alba Fucens, a leggere <strong>da</strong>ll’alto laforma dell’antico Lago del Fuc<strong>in</strong>o. E ho un debole per Pescara.Recentemente ho fatto un giro a Tornimparte dove cisono gli affreschi di Saturn<strong>in</strong>o Gatti e poi un salto <strong>da</strong>lla parteopposta, a Santo Stefano di Sessanio.La tutela e la promozione culturale di una regione così ricca e variegatapuò funzionare al meglio se c’è raccordo tra siti, istituzionie <strong>in</strong>iziative culturali: la Direzione BAP ha un ruolo nell’<strong>in</strong>centivo enell’organizzazione di queste s<strong>in</strong>ergie?Quanto sottol<strong>in</strong>ea è <strong>in</strong>dicato quale peculiare caratteristicadi questo territorio, <strong>in</strong> sé un tratto identitario mai messo <strong>in</strong>discussione, che richiede un confronto significativo. Nellamia attività sono prioritari e frequenti gli <strong>in</strong>contri con glienti pubblici territoriali e col mondo dell’impresa privata a<strong>Il</strong> portico della Chiesa di San Panfilo a Tornimparte (L’Aquila)e due degli affreschi che decorano la tribuna, realizzati alla f<strong>in</strong>edel Quattrocento <strong>da</strong> Saturn<strong>in</strong>o Gatti, raffiguranti «L’Eterno <strong>in</strong> gloria»circon<strong>da</strong>to <strong>da</strong> angeli e beati e la «Resurrezione di Cristo»Come valuta la situazione conservativa generale dei beni culturaliabruzzesi, considerando anche i <strong>da</strong>nni del terremoto e lo stato dellaricostruzione?A guar<strong>da</strong>re le cose decifrando eccellenze e criticità mipare che la condizione della tutela del patrimonio culturaleregionale sia ben sorvegliata. Vale anche per il paesaggio,che per la verità parte <strong>da</strong> un buon grado di controllodovuto alla presenza dei Parchi: <strong>da</strong> questo punto di vistal’Abruzzo credo sia una delle aree più governate d’Italia.Penso che le Sopr<strong>in</strong>tendenze stiano compiendo un lavoroegregio, anche sul fronte v<strong>in</strong>colistico. Mi pare significativo,ad esempio, la qualità dell’approccio che è entratonel dibattito cittad<strong>in</strong>o a Pescara, con la dichiarazioned’<strong>in</strong>teresse di alcune architetture del Novecento. La «ricostruzione»aquilana, poi, richiede un’attenta regia dellediffuse necessità <strong>in</strong> gioco per il processo di conservazionedel patrimonio; vuol dire an<strong>da</strong>re a caccia di un orientamentocondiviso con gli attori pr<strong>in</strong>cipali proprietari dibeni culturali, faccio un esempio: con il Comune di L’Aquilaabbiamo attivato delle convenzioni per il restauro dimonumenti cruciali, che avranno importanti ricadute nelprocesso di aggregazione sociale <strong>in</strong> città. Penso alle MuraUrbiche o al Teatro Civico, ma soprattutto al lavoro svoltoper l’attestazione dell’<strong>in</strong>teresse paesaggistico del nucleostorico della città. È appro<strong>da</strong>to a una «sche<strong>da</strong> parametrica»di cui si avvarranno i progettisti scelti <strong>da</strong>i privati eche potranno «spendere» per un contributo f<strong>in</strong>o al 100%nell’ottica di trattare secondo un profilo conservativo anchequegli edifici non sottoposti a v<strong>in</strong>colo. La metà dei f<strong>in</strong>anziamentisui quali può contare la Direzione Regionaleper il 2013 si basa sulla delibera CIPE n. 135, che prevedeun programma novennale d’<strong>in</strong>terventi. Quattordici sonocompletati o <strong>in</strong> corso di ultimazione, 33 sono attivi, 17cantierabili, 34 sono a f<strong>in</strong>e progettazione ed entro l’estatecontiamo di procedere alle gare di appalto: 98 <strong>in</strong>terventitra architetture, monumenti e opere d’<strong>in</strong>teresse storicoartistico,che stiamo trattando <strong>da</strong> circa un anno.Secondo lei, come hanno operato le competenti Sopr<strong>in</strong>tendenze?È notevole il ventaglio dell’attività di tutela delle Sopr<strong>in</strong>tendenze,nella quale <strong>in</strong>cludo l’impressionante lavoro autorizzatorioa L’Aquila, complesso per i livelli tecnici che si richiedono, impegnativoper le responsabilità derivanti <strong>da</strong>i valori economici<strong>in</strong> gioco. La Direzione Regionale si occupa del coord<strong>in</strong>amento edel sistema degli appalti. Si sono predisposti moduli organizzativi,appositamente istituiti, per la semplificazione e l’accelerazionedelle procedure, così <strong>da</strong> governare meglio il percorso cheva <strong>da</strong>lla progettazione all’esecuzione degli <strong>in</strong>terventi. Ricordoche tutte le progettazioni, per nostra precisa volontà, esconofirmate <strong>da</strong>i tecnici della Sopr<strong>in</strong>tendenza.Fatto sta che dopo quattro anni siamo tuttora <strong>in</strong> una situazione diemergenza, specie a L’Aquila.<strong>Il</strong> restauro del patrimonio monumentale e artistico aquilanosta tra le pr<strong>in</strong>cipali occupazioni e preoccupazioni, anche <strong>da</strong>lpunto di vista di quell’idea positiva di coord<strong>in</strong>amento degli<strong>in</strong>terventi, che organizzi il concorso delle Istituzioni e dellestrutture <strong>in</strong>teressate ad accelerare il processo di riprist<strong>in</strong>o edi riabilitazione del Capoluogo e dei Comuni del cosiddetto«cratere».È possibile stabilire una lista di priorità dell’offerta turisticaabruzzese?È come quella storia di Borges del pittore che dip<strong>in</strong>ge paesaggie alla f<strong>in</strong>e pensa che quelli siano il suo autoritratto.<strong>Il</strong> vedere è sempre esperienza autentica, che misura il nostrogrado di verità nel guar<strong>da</strong>re persone e cose. Si può vagabon<strong>da</strong>reo organizzare giri con metodo, non per questomeno <strong>in</strong>tensi. Non vorrei aggirare la doman<strong>da</strong>, ma non hoit<strong>in</strong>erari turistici <strong>da</strong> suggerire; posso dire che i monumenti,cui chiedo di condividere dei progetti culturali. Su questa l<strong>in</strong>eaè stato sottoscritto un protocollo d’<strong>in</strong>tesa tra il M<strong>in</strong>istroper i Beni Culturali, la Regione Abruzzo e tutte le Fon<strong>da</strong>zioniBancarie per la conservazione e valorizzazione del patrimonioculturale, che si mostra già promettente, e ancora conla Regione stiamo lavorando sui temi della formazione <strong>in</strong>campo archeologico.Avrebbe qualche progetto che le piacerebbe realizzare <strong>in</strong> collaborazionecon la Regione?Con la Regione si elaborano piani condivisi <strong>in</strong> contesti diversi.Ci <strong>in</strong>teressa molto il tema del patrimonio culturale comeelemento d’identità, coesione e accoglienza. Ho proposto diapprofondire un progetto sulle «reti museali e monumentali»,anche come volano per un turismo culturale responsabile,e mi aspetto che riusciremo a realizzarlo.


<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoLa bellezza <strong>in</strong>quieta di un’epoca straord<strong>in</strong>aria:l’arte al tempo di Margherita d’AustriaUn nuovo avv<strong>in</strong>cente percorso espositivo dedicato a Margherita d’Austria,che ha segnato <strong>in</strong> modo significativo la vita politica, economica e amm<strong>in</strong>istrativadegli antichi Abruzzi e li ha proiettati nella storia nazionale ed europea8Capolavori della pittura e della scultura, di artisti tutti <strong>da</strong>riscoprire, sensibili tanto alla grande lezione di Raffaelloquanto ai talenti contemporanei (come Pompeo Cesura,Giovanni Paolo Cardone, Aert Mijtens) nonché prezioseoreficerie aquilane e raff<strong>in</strong>ati oggetti di arredo: sono questele prove tangibili dell’attiva e qualificata partecipazionedell’Abruzzo alla temperie culturale di un’epocastraord<strong>in</strong>aria, quella di Margherita d’Austria, figliadell’imperatore Carlo V.Tutto ciò è raccontato nella mostra «La bellezza<strong>in</strong>quieta», aperta <strong>da</strong>l 18 <strong>luglio</strong> al 30 settembre2013 a Santo Stefano di Sessanio, il meravigliosoborgo mediceo <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di L’Aquila chetra lo Spazio museale civico e l’Albergo diffusoSextantio ospiterà queste numerose e pregevoliopere provenienti <strong>da</strong>l Museo Nazionale d’Abruzzo,<strong>da</strong>nneggiate <strong>da</strong>l sisma del 2009 e sottoposte ad accuratirestauri negli ultimi quattro anni.La mostra, realizzata con il contributo dell’Assessoratoalle Politiche Culturali della Regione Abruzzo, dellaFon<strong>da</strong>zione Carichieti e della Sopr<strong>in</strong>tendenza BSAEdell’Abruzzo, propone un avv<strong>in</strong>cente percorso dedicatoappunto all’Arte <strong>in</strong> Abruzzo al tempo di Margherita d’Austria,come <strong>da</strong> sottotitolo, e alla stessa figura di questa gran<strong>da</strong>ma, una personalità di rilievo che ha segnato <strong>in</strong> modosignificativo la vita politica, economica e amm<strong>in</strong>istrativadegli antichi Abruzzi, proiettandoli nella grande storia nazionaleed europea.Tra le opere presenti, brilla la tavola raffigurante «LaSacra Famiglia con San Francesco», sottoposta a uncomplesso restauro ancora <strong>in</strong> corso presso i laboratoridell’Opificio Pietre Dure di Firenze, un capolavoro,permeato della cultura raffaellesca, di Cola dell’Amatrice,pittore e architetto assai apprezzato <strong>da</strong>i committentie noto per la facciata della monumentale basilica di San Bernard<strong>in</strong>oa L’Aquila. Dalla stessa chiesa aquilana provengonole due straord<strong>in</strong>arie tele di Pompeo Cesura, protagonistadella scena artistica al tempo di Margherita, concesse <strong>in</strong> prestito<strong>da</strong>l Fondo Edifici di Culto del M<strong>in</strong>istero dell’Interno.Una novità di grande <strong>in</strong>teresse per gli studiosi è l’esposizionedi documenti <strong>in</strong>editi, volumi, cartografie e mappe deifeudi farnesiani d’Abruzzo, volti a chiarire aspetti rilevantidella cultura e politica di allora. Inoltre, <strong>in</strong> previsione delprossimo <strong>in</strong>tervento conservativo del prestigioso Gonfalonedi G. P. Cardone che reca la pianta c<strong>in</strong>quecentesca della cittàdi L’Aquila sorretta <strong>da</strong>i santi patroni, non potendo esporlo almomento, la storia della città e dei suoi culti è testimoniata<strong>da</strong> alcuni dip<strong>in</strong>ti di Giulio Cesare Bedesch<strong>in</strong>i.Dopo la pubblicazione <strong>in</strong>tegrale dell’<strong>in</strong>ventario deibeni di Margherita, un’elegante edizione stampata <strong>in</strong>sole 250 copie (Allemandi) grazie al sostegno della BancaPopolare di Lanciano e Sulmona, sarà disponibile unpregevole catalogo illustrato con i contributi di vari studiosidelle università di L’Aquila e Parma, nonché di funzionaridella regionale Sopr<strong>in</strong>tendenza BSAE, concentrati sulle nuovescoperte e sugli esiti deglistudi più recenti relativi aquesta stagione fon<strong>da</strong>mentaleper la storiaabruzzese.Per <strong>in</strong>formazioni:Spazio musealecivico e Albergodiffuso Sextantio,Santo Stefanodi Sessanio(L’Aquila),tel. 0872 700578,www.sbsae-aq.beniculturali.itCola dell’Amatrice, «Sacra Famiglia e Santi», c. 1535Aert Mytens, «Presentazione al tempio» (particolare), 1599«Santa Margherita»,scultura lignea dip<strong>in</strong>ta e dorata,1590/1600Giovanni Paolo Cardone, «Angelo Annunciante», c. 1580Giovanni PaoloCardone,«Madonna eSanti», 1585Pompeo Cesura, «Adorazione dei pastori», 1566Foto G. Di Paolo


9«Oltre Caravaggio»: i pittori del Seicento<strong>in</strong> Abruzzo, tra Roma e NapoliUna straord<strong>in</strong>aria esposizione che accosta i capolavori di due prestigiosecollezioni d’arte, la Cappelli e la Dragonetti de Torres, un tempo esibit<strong>in</strong>ei sontuosi palazzi aquilani, ad altre testimonianze del Seicentoche testimoniano l’eccezionale committenza artistica <strong>in</strong> Abruzzo<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoForte del successo della prima tappa, a Lanciano, la mostrait<strong>in</strong>erante «Oltre Caravaggio» fa una sosta a Sulmona, prima diproseguire un iter espositivo che la condurrà f<strong>in</strong>o a L’Aquila.Una mostra di pittura seicentesca «<strong>in</strong> Abruzzo, tra Roma e Napoli»come anticipa il titolo, curata <strong>da</strong> Lucia Arbace, Sopr<strong>in</strong>tendenteper i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologicidell’Abruzzo, che vede esposti al pubblico per la primavolta i capolavori di due prestigiose collezioni d’arte, laCappelli e la Dragonetti de Torres, un tempo esibite nellegallerie e nei saloni degli omonimi sontuosi palazzi aquilani,alle quali si aggiungono altre testimonianze di un secolo complessoche ha stimolato eccezionali committenze artisticheanche <strong>in</strong> Abruzzo. Su un totale di quarantaquattro tele, soltantoalcuni dip<strong>in</strong>ti della raccolta Cappelli erano visibili f<strong>in</strong>oal sisma del 2009 nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila,e non sono stati risparmiati <strong>da</strong>l terremoto del 2009, ma sonostati attentamente restaurati, come le due tele di Giac<strong>in</strong>toBrandi, ora <strong>in</strong>card<strong>in</strong>ate nella mostra. Lasciano i depositi peressere ammirate anche alcune novità assolute, come il «SanPietro Martire», del quale si sta discutendo una possibile attribuzionea Guerc<strong>in</strong>o, e il «Cristo benedicente», importante <strong>in</strong>editodi Massimo Stanzione; <strong>da</strong> segnalare <strong>in</strong>oltre l’elegantissima«Adorazione dei pastori» di Bernardo Cavall<strong>in</strong>o, alcuneopere dei pr<strong>in</strong>cipali caravaggeschi, tra cui il fiamm<strong>in</strong>go LouisF<strong>in</strong>son, nonché dip<strong>in</strong>ti di Luca Gior<strong>da</strong>no e Francesco Solimena,protagonisti della scena napoletana. Appartengono poiad un’altra collezione privata abruzzese alcune «Nature morte»e alcune opere di Giovan Battista Sp<strong>in</strong>elli, di cui gli stessiDragonetti de Torres erano pronipoti. Non manca <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e unomaggio a Mattia Preti, nel quattrocentesimo anniversariodella nascita, che si celebra contemporaneamentea Malta e a Venaria Reale con mostre <strong>in</strong>ternazionali, nelcui corpus sono presenti anche alcuni capolavori prestati <strong>da</strong>llaSopr<strong>in</strong>tendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologicidell’Abruzzo; la quale, <strong>in</strong>sieme al Comune di Lanciano e allaRegione Abruzzo, ha realizzato «Oltre Caravaggio», aperta <strong>da</strong>lpomeriggio del 30 <strong>luglio</strong> nell’Abbazia di Santo Spiritoal Morrone, nei pressi di Sulmona, e visitabile f<strong>in</strong>o al 30settembre 2013.L’Abbazia di SantoSpirito al Morrone,nei pressi diSulmona, e alcunestraord<strong>in</strong>arie operedel Museo Nazionaled’Abruzzo a L’Aquilapresentate nellamostra «OltreCaravaggio. Pitturadel Seicento<strong>in</strong> Abruzzo, traRoma e Napoli»:Louis F<strong>in</strong>son,«Annunciazione»(particolare), 1612.Andrea Vaccaro,«Sant’Agata», c.1630. MassimoStanzione, «Cristobenedicente»,c. 1630. MattiaPreti, «Giobbe nelletamaio», c. 1650Per <strong>in</strong>formazioni: Abbazia di Santo Spirito al Morrone, Sulmona(L’Aquila), tel. 0872 700578, www.sbsae-aq.beniculturali.it«Quando l’alba s’<strong>in</strong>namora»La mostra per i 150 anni di Gabriele D’Annunzio nella casa natale a PescaraLà dove centoc<strong>in</strong>quanta anni fa è nato Gabriele D’Annunzio,il 12 marzo del 1863, nella vecchia Pescara <strong>in</strong> un palazzo affacciatosullo storico Corso Manthoné, c’è oggi l’omonimoMuseo Casa Natale dedicato al Vate che, per l’occasione,ha realizzato una mostra, <strong>in</strong>titolata «Quando l’albas’<strong>in</strong>namora», allestita <strong>in</strong> questa dimora ricondotta ai tempifestosi della nascita del «diletto figlio». Al piano nobile, tragli arredi e le suppellettili d’epoca, alcune opere di FrancescoPaolo Michetti, straord<strong>in</strong>ario pittore nativo di Tocco <strong>da</strong>Casauria (Pescara) e adottivo di Francavilla al Mare (Chieti),grande amico del poeta, contribuiranno a rappresentare lafelicità della madre di Gabriele, Luisa de Benedictis, mogliedi Francesco Paolo Rapagnetta D’Annunzio. Nelle sale espositivea piano terra, poi, completano la mostra dip<strong>in</strong>ti, cimeli,lettere e documenti, <strong>in</strong> parte <strong>in</strong>editi, che illustrano unapag<strong>in</strong>a rimasta <strong>in</strong> ombra della vita del Vate, quell’<strong>in</strong>fanziache <strong>da</strong> Pescara lo condusse a Prato. L’it<strong>in</strong>erario si sno<strong>da</strong>attraverso le sezioni dedicate ai luoghi dei primi anni, Pescarae Ortona (paese d’orig<strong>in</strong>e della madre, sulla costa chiet<strong>in</strong>a), aigenitori, agli amici, alle maestre e ai maestri, agli amuleti e aigiocattoli, f<strong>in</strong>o alle prime prove di respiro artistico: i disegni,le composizioni musicali e i versi d’esordio, con alcuni autografigiovanili mai esposti f<strong>in</strong>o ad ora. Uno spazio è dedicato<strong>in</strong>oltre alla passione per i cavalli, nella stalla impreziosita <strong>da</strong>iversi e <strong>da</strong> quadri raffiguranti gli amati Silvano e Aquil<strong>in</strong>o re<strong>in</strong>terpretati<strong>da</strong> Barbara Vitale. La mostra è aperta f<strong>in</strong>o al 29settembre 2013, tutti i giorni <strong>da</strong>lle 9 alle 14 con previsione diaperture serali <strong>in</strong> <strong>luglio</strong> e <strong>agosto</strong>. Accompagnano poi la visitaun poster, un depliant bil<strong>in</strong>gue e una serie di cartol<strong>in</strong>e, constupefacenti scatti del fotografo G<strong>in</strong>o Di Paolo, distribuitigratuitamente; per l’occasione è stato pubblicato anche unnuovo quaderno su Casa D’Annunzio, con nuovi contributitestuali a cura della Sopr<strong>in</strong>tendenza per i Beni StoriciArtistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo.Per <strong>in</strong>formazioni: Museo Casa Natale di Gabriele D’Annunzio,Pescara, Corso Manthoné 111, tel. 085 60391,www.casa<strong>da</strong>nnunzio.beniculturali.it<strong>Il</strong> museo «Casa Natale di Gabriele D’Annunzio» occupa il primopiano dell’edificio dove nacque e trascorse la sua <strong>in</strong>fanzia il Poetae conserva l’atmosfera orig<strong>in</strong>ale ottocentesca con le sue elegantidecorazioni e i suoi arredi d’epoca


<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Abruzzo10«La sapienza risplende»nelle Madonne d’AbruzzoÈ ispirato <strong>da</strong> un’epigrafe <strong>in</strong> calce alla superba Madonna duecentescadi Sivignano, «Nel grembo della Madre risplende la sapienza del Padre»,il titolo della mostra che presenta un <strong>in</strong>sieme assolutamenteeccezionale di dip<strong>in</strong>ti e sculture lignee di area abruzzeserealizzate tra Medioevo e R<strong>in</strong>ascimentoChieti ricor<strong>da</strong> il grandescultore e disegnatoredel Novecento che piacevaa Picasso. Emilio GrecoCento anni fa nasceva Emilio Greco, uno dei grandi scultoriiconici del Novecento ma anche, come affermò Picasso,«uno dei migliori disegnatori che abbiamo <strong>in</strong> Europa»; siciliano,scomparso a Roma nel 1995, torna protagonista aChieti f<strong>in</strong>o al 29 settembre <strong>in</strong> una retrospettiva nello SpazioEsposizioni Temporanee del centralissimo Palazzo de’ Mayo,<strong>in</strong>titolata «La vitalità della scultura» e curata <strong>da</strong> Gabriele Simong<strong>in</strong>i.Una mostra, promossa <strong>da</strong>lla Fon<strong>da</strong>zione Carichieti<strong>in</strong> collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e conl’Opera del Duomo di Orvieto, che presenta al visitatore sedicisculture fra bronzi, terrecotte, gessi e cementi, oltre adun pregevole gruppo di ventisei disegni, selezionati <strong>in</strong> modo<strong>da</strong> offrire una campionatura dei motivi più sentiti <strong>da</strong>ll’artista,legati soprattutto al corpo e alle espressioni femm<strong>in</strong>ili,tutte opere provenienti <strong>da</strong>i citati Archivi, <strong>da</strong>l Museo EmilioGreco di Orvieto e <strong>da</strong> alcune collezioni private, una s<strong>in</strong>ergiadi rapporti istituzionali mirata alla celebrazione del centenariodella nascita dell’artista, ricor<strong>da</strong>to concomitantemente alMuseo Emilio Greco di Orvieto, al Museo di Roma <strong>in</strong> PalazzoBraschi nella capitale e alla Estorick Collection of ModernItalian Art di Londra. In vita, per Greco, dopo il Gran premioper la scultura alla Biennale veneziana del 1956, crebbe unafama <strong>in</strong>ternazionale che portò le sue opere nei più prestigiosimusei del mondo, <strong>da</strong>lla Tate Gallery di Londra all’Ermitagedi San Pietroburgo, <strong>da</strong>l Museo Pusk<strong>in</strong> di Mosca all’Open-AirMuseum di Hakone, <strong>da</strong>i Musei Vaticani alla Galleria Nazionaled’Arte Moderna di Roma. Fra i suoi lavori più conosciuti, bisognasenz’altro ricor<strong>da</strong>re le Porte della Cattedrale di Orvieto,il monumento a Papa Giovanni XXIII <strong>in</strong> San Pietro e il monumentoal P<strong>in</strong>occhio di Collodi.Nelle fotografie, due opere di Emilio Greco esposte nella retrospettivaaperta f<strong>in</strong>o al 29 settembre nel Palazzo de’ Mayodi Chieti: «Grande figura accoccolata n. 2», 1968 e «Figuradormiente», 1951Per <strong>in</strong>formazioni: Spazio Esposizioni Temporanee, Palazzo de’Mayo, Chieti, tel. 0871 359801, www.fon<strong>da</strong>zionecarichieti.itSolenni e maestose iconografie mariane, tra Medioevo eR<strong>in</strong>ascimento, ovvero Madonne d’Abruzzo protagonistedella mostra it<strong>in</strong>erante «La sapienza risplende»,ospitata f<strong>in</strong>o al 29 settembre negli spazi monumentalidell’antichissimo <strong>in</strong>sediamento cistercense, ilMonastero Fortezza di Santo Spirito d’Ocre, nellaprov<strong>in</strong>cia aquilana, centro culturale, turistico e ricettivodove sono tra l’altro ammirabili gli affreschi recentementerestaurati.Oltre 100mila visitatori hanno già avuto modo di apprezzarea Trento, Rim<strong>in</strong>i, Lanciano, Teramo, Castel di Sangroe Francavilla al Mare le madonne abruzzesi, una vent<strong>in</strong>adi opere fra dip<strong>in</strong>ti su tavola e sculture lignee,<strong>da</strong>tabili tra la f<strong>in</strong>e del XII e gli <strong>in</strong>izi del XVI secolo,<strong>in</strong> gran parte salvate <strong>da</strong>l Museo Nazionale d’Abruzzodopo il terremoto del 6 aprile 2009.«Ritengo molto importante proporre questa mostra <strong>in</strong> uno spazioalle porte di L’Aquila, ha commentato la curatrice Lucia Arbace,Sopr<strong>in</strong>tendente Bsae dell’Abruzzo, dopo aver avuto modo di esibirecon orgoglio alcuni capolavori identitari della regione, rap-presentativi di una devozione mariana di eccezionale levatura conradici millenarie. Anche <strong>in</strong> questa esposizione ritrovo un segnaledi speranza, perché permette di proporre ancora all’attenzionedel pubblico, abruzzese e non, un patrimonio culturale offeso<strong>da</strong>lla violenza del terremoto che attende ancora di ritornare allacompleta fruizione pubblica proprio nel capoluogo regionale».Arricchisce il corpus <strong>in</strong> mostra, assieme ad altre due opere,la scultura raffigurante «La Madonna col Bamb<strong>in</strong>o»,proveniente <strong>da</strong>lla chiesa di Santa Maria ab Extra di Villadi Mezzo di Barisciano (L’Aquila), <strong>da</strong>tabile tra il primo eil secondo ventennio del Trecento, <strong>da</strong> poco oggetto di restauro.Un altro capolavoro che rivela come l’Abruzzosia stato un crocevia di culture e un centro di elaborazionedi sempre nuovi impulsi culturali, grazieai frequenti contatti con altri territori d’Oltralpe ed’oltremare.Per <strong>in</strong>formazioni: Monastero di Santo Spirito, Ocre (L’Aquila),tel. 0872 700578, www.sbsae-aq.beniculturali.itLa statua lignea della «Madonna detta delle “Concanelle”» (XIII secolo) proveniente <strong>da</strong>lla Chiesa di Santa Maria della neve a Bugnara (L’Aquila),considerata uno dei capisaldi della scultura medievale abruzzese, e la tavola dip<strong>in</strong>ta della «Madonna di Ambro» proveniente <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e <strong>da</strong> San Piodi Fontecchio, nei pressi dell’Aquila, così denom<strong>in</strong>ata forse <strong>da</strong> un santuario nei pressi di Ascoli Piceno dipendente <strong>da</strong> Farfa


11I Vest<strong>in</strong>i tremila anni faVengono esposti per la prima volta al pubblico i reperti archeologicidella necropoli di Bazzano a L’Aquila nella mostrache ha <strong>in</strong>augurato ad Onna il nuovo M<strong>in</strong>istroper i Beni e le Attività Culturali, Massimo BrayGià ferita <strong>da</strong>ll’eccidio nazista dell’ultima guerra, profon<strong>da</strong>mentecolpita <strong>da</strong>l sisma del 6 aprile 2009, la comunità diOnna, frazione del capoluogo abruzzese, ha sempre dimostratouna volontà di r<strong>in</strong>ascita eccezionale. Ne è dimostrazioneanche la Casa della Cultura, un punto di riferimentoper la vita locale e un punto d’<strong>in</strong>contro per riprogettare<strong>in</strong>sieme il futuro, <strong>in</strong>augurata il 4 maggio scorso unitamenteal cantiere di restauro della chiesa di San PietroApostolo, alla presenza di Massimo Bray, M<strong>in</strong>istro per iBeni e le Attività Culturali, e Peter Ramsauer, M<strong>in</strong>istroFederale dei Trasporti, dell’Edilizia e dello Sviluppo urbanisticodella Repubblica Federale di Germania.Ed esordisce <strong>in</strong> bellezza questa Casa della Cultura con lamostra archeologica «I Vest<strong>in</strong>i tra L’Aquila e Onna 3000anni fa» (aperta al pubblico tutti i sabato e domenica, f<strong>in</strong>oal 31 dicembre 2013, <strong>da</strong>lle 16 alle 20, la domenica anche <strong>da</strong>lle10 alle 13), grazie all’impegno dell’Associazione OnnaOnlus che gestisce la nuova struttura.L’esposizione, curata <strong>da</strong>lla Direzione Regionale per iBeni Culturali e Paesaggistici <strong>in</strong> collaborazione conla Direzione Generale per le Antichità e la Sopr<strong>in</strong>tendenzaper i Beni Archeologici dell’Abruzzo, illustra,nelle sue l<strong>in</strong>ee essenziali, la necropoli di Bazzano a L’Aquila,specchio della società dei Vest<strong>in</strong>i tra l’VIII ed il I secoloa.C., attraverso un allestimento articolato <strong>in</strong> due sale e<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Abruzzocomprendente 13 corredi tombali costituiti <strong>da</strong> 250 repertidi recente scoperta, restaurati per l’occasione e presentatial pubblico per la prima volta.Nella prima sala sono esposte le testimonianze relativeal periodo compreso fra il IX ed il IV secolo a.C., conuna scelta associativa che privilegia l’aspetto antropologicosu quello diacronico, mostrando a confronto corredi <strong>in</strong>fantili,caratterizzati <strong>da</strong> oggetti d’ornamento e accessori; corredimaschili, tra i quali spiccano le armi esplicative del passaggio<strong>da</strong> una tattica di combattimento <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea col pugnale adun’altra caratterizzata <strong>da</strong> duelli s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e sparso con laspa<strong>da</strong>; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e corredi femm<strong>in</strong>ili, contraddist<strong>in</strong>ti <strong>da</strong> c<strong>in</strong>turoni<strong>in</strong> bronzo, ornamenti <strong>in</strong> avorio e utensili per la tessitura. Lafase storica italico-romana è <strong>in</strong>vece testimoniata <strong>da</strong> vasellamea vernice nera e oggetti per il banchetto, come spiedi e kreagra,una sorta di forchettone per tirar via la carne <strong>da</strong>l fuoco.Nella secon<strong>da</strong> sala, <strong>in</strong>vece, sono ospitate testimonianzepiù recenti, con due tombe nei cui corredi eranopresenti dei letti funerari rivestiti con applique <strong>in</strong>osso, manufatti che raccontano, come <strong>tutta</strong> la mostra,un periodo glorioso per questo territorio.Per <strong>in</strong>formazioni: Casa della Cultura, Onna, L’Aquila,Onna Onlus, via dei Martiri, contatti@onnaonlus.org,www.onnaonlus.orgI primi capolavorirestauratiJacobello del Fiore, Giacomo <strong>da</strong> Campli,Pietro Alamanno, Francesco<strong>da</strong> Montereale sono alcuni deimaestri che hanno operato traMedioevo e R<strong>in</strong>ascimento perconventi e chiese della regione,ma il terremoto del 2009,oltre alla vetustà, ha ulteriormentemesso a rischio lo statodi salute di queste opere. Ecosì, una rete di soli<strong>da</strong>rietà travari enti e associazioni, assieme aif<strong>in</strong>anziamenti del M<strong>in</strong>istero per i Benie le Attività Culturali, ha permessoil restauro di alcune tra le opere piùprestigiose conservate al Museo Nazionaled’Abruzzo: splendide tavoledip<strong>in</strong>te e dorate e raff<strong>in</strong>ate sculturelignee hanno recuperato gran partedell’evidenza perduta ed oggi tornanoal cospetto del visitatore nella mostra«Dopo i restauri. Capolavori d’Arte traMedioevo e R<strong>in</strong>ascimento», curata <strong>da</strong>llaSopr<strong>in</strong>tendenza per i Beni Storici, Artisticied Etnoantropologici dell’Abruzzo,che si propone, tra l’altro, di avvic<strong>in</strong>areil grande pubblico ai segreti delrestauro, grazie ad un accurato apparatodi<strong>da</strong>ttico, composto <strong>da</strong> pannellie audiovisivi, che arricchiscel’allestimento espositivo, visitabile <strong>da</strong>l 25 <strong>luglio</strong> al 30 novembre2013, negli spazi dell’imponente Castello Piccolom<strong>in</strong>idi Celano.Nel magnifico Castello Piccolom<strong>in</strong>i di Celano sono riunitealcune tra le opere restaurate più prestigiose conservateal Museo Nazionale d’Abruzzo, tra le quali una «Madonnae Santi» di Francesco <strong>da</strong> Montereale e una scultura lignearaffigurante San Massimo del secolo XVINella Casa della Cultura di Onna l’esposizione dedicata ai Vest<strong>in</strong>i, l’antico popolo italico di l<strong>in</strong>gua tosco-umbraLa «Sist<strong>in</strong>a della maiolica italiana» e Seraf<strong>in</strong>o MattucciCastelli vuol dire ceramica <strong>in</strong> tutto il mondo. Ed anche <strong>in</strong> epochelontanissime <strong>da</strong>i fasti dei Grue, per citare alcuni maestri,Castelli ha cont<strong>in</strong>uato a portare avanti con artigiani ed artistiuna tradizione secolare. Nel 1950, per esempio, un teamformato <strong>da</strong> tre abili ceramisti come Guer<strong>in</strong>o Tramonti, ArrigoVisani e Seraf<strong>in</strong>o Mattucci realizzò un’opera eccezionale: un<strong>in</strong>tero soffitto di vivacissimi tavelloni <strong>in</strong> ceramica, dip<strong>in</strong>ti conmodernità di approccio ma nel rispetto della tavolozza tradizionaledi Castelli, ribattezzato «<strong>Il</strong> TerzoCielo»; l’opera gua<strong>da</strong>gnòestesi consensi alla XTriennale di Milano e fuselezionata per un’esposizionepermanente aFirenze. Oggi sono tutticoncordi nel riconoscereche il vero registadi questa notevoleimpresa è statoSeraf<strong>in</strong>o Mattucci,a lungo <strong>in</strong>segnantee poi preside dell’Istitutod’Arte «F. A. Grue», e <strong>in</strong>occasione del centenario dellanascita, è stata proposta una mostra(visitabile <strong>da</strong>l 10 <strong>agosto</strong> al 31 ottobre presso il Liceo Artisticoe per il Design di Castelli) che per la prima volta esibisce ilcorpus di ceramiche appartenente alla collezione della TERCASed <strong>in</strong>vita, poi, ad una visita a qualche chilometro di distanza,nella splendi<strong>da</strong> chiesetta di San Donato che deve aver ispiratoallora Mattucci col suo soffitto maiolicato <strong>da</strong> mille mattonellecastellane seicentesche, def<strong>in</strong>ito <strong>da</strong> Carlo Levi la «Sist<strong>in</strong>a dellamaiolica italiana».Per <strong>in</strong>formazioni: CastelloPiccolom<strong>in</strong>i, Celano (L’Aquila),tel. 0872 700578,www.sbsae-aq.beniculturali.itL’«Astronomo» di Seraf<strong>in</strong>o Mattucci, una maiolica modellataconservata nella Collezione della Fon<strong>da</strong>zione Tercas di Teramo,e un particolare del magnifico soffitto maiolicato di <strong>in</strong>izioSeicento nella chiesetta di San Donato nei pressi di Castelli(Teramo)Per <strong>in</strong>formazioni: Liceo artistico e per il design «F. A. Grue»,Castelli (Teramo), tel. 0861 979221


<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> AbruzzoUn cuore m<strong>in</strong>iato «illum<strong>in</strong>a» l’arte abruzzeseLa produzione libraria m<strong>in</strong>iata abruzzese, <strong>da</strong>tabile tral’undicesimo e il qu<strong>in</strong>dicesimo secolo, è un capitolodel grande libro della Storia dell’Arte f<strong>in</strong>o ad oggi maianalizzato così organicamente, come <strong>in</strong>vece hanno fattoi curatori e il comitato scientifico <strong>in</strong> vista della mostraa Chieti «<strong>Il</strong>lum<strong>in</strong>are l’Abruzzo». Ci si trova di fronte ad unaproduzione straord<strong>in</strong>aria grazie a botteghe di professionisti<strong>da</strong>llo stile più svariato, disposte soprattutto nei centri di Chieti,L’Aquila e Teramo, e proprio <strong>da</strong>lla collaborazione di più artist<strong>in</strong>ascono alcuni codici, <strong>in</strong> cui si fondono <strong>in</strong>terventi differenti chemirano ad una uniformità stilistica pur mantenendo caratteriautonomi: ne è testimonianza l’abitud<strong>in</strong>e dei m<strong>in</strong>iatori abruzzesidi firmare le loro opere con orgoglio, quasi sempre <strong>in</strong> lettered’oro, dimostrando un alto grado di autoconsapevolezza.Le numerose ricerche effettuate nell’ultimo decennio,hanno permesso <strong>in</strong>fatti di scoprire nuovi manoscritti, artistie botteghe che lasciano emergere una rete di rapporti<strong>in</strong>editi rispetto a quanto era stato accertato <strong>da</strong>lla storiografiaprecedente. Spesso gli artisti si trasferivano a Roma e aNapoli, lasciando <strong>in</strong> eredità al modus operandi usuale nelle duecapitali del Regno e del Papato componenti abruzzesi determ<strong>in</strong>anti;un altro <strong>in</strong>teressante scambio avveniva tra l’Abruzzo e laPuglia, dove sono stati r<strong>in</strong>tracciati numerosi codici di matriceabruzzese. In Abruzzo f<strong>in</strong>o al XII secolo le produzioni riflettonola disomogeneità geografica, politica e culturale del territorio;nel periodo altomedievale la regione si contraddist<strong>in</strong>gue perun ruolo di cerniera fra il mondo meridionale, dom<strong>in</strong>ato <strong>da</strong>llascrittura di tipo beneventano, e la parte centro-settentrionaledella penisola, dove accanto alla progressiva espansione dellam<strong>in</strong>uscola carol<strong>in</strong>a si registra il permanere di culture grafiche<strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità con la tradizione dei secoli passati.Se <strong>da</strong>l IX al XII secolo emerge l’importanza della cattedrale diSan Giust<strong>in</strong>o a Chieti, sede di uno scriptorium e di una scholacantorum, nell’XI secolo si assiste <strong>in</strong>vece alla piena afferma-zione della scrittura beneventana: un ruolo determ<strong>in</strong>ante <strong>in</strong>questo senso è svolto <strong>da</strong> Teobaldo, priore di San Liberatore aMaiella e qu<strong>in</strong>di abate di Montecass<strong>in</strong>o, che dotò il cenobioabruzzese di una biblioteca di circa centoc<strong>in</strong>quanta libri. Latestimonianza più significativa della cultura cass<strong>in</strong>ese nella regioneè però l'Exultet conservato ad Avezzano, raff<strong>in</strong>atissimoesemplare di rotolo liturgico, fatto realizzare appositamentea Montecass<strong>in</strong>o <strong>da</strong> Pandolfo, Vescovo dei Marsi.Più tardi, <strong>in</strong>torno alla f<strong>in</strong>e del XII secolo, si realizza il celebre«Chronicon Casauriense», legato all’abbazia di San Clementea Casauria, ricco di decorazioni e disegni, parte diun ambizioso progetto di rilancio di questo complesso sacrodi fon<strong>da</strong>zione imperiale. Bisogna aspettare lo scorrere del XIIIsecolo, però, per la diffusione della scrittura gotica, l<strong>in</strong>guaggiografico universale del quale sopravvivono esigue testimonianze,sufficienti per attestare la presenza nella regione di correnti umbree romane, attraverso le quali giungono i riflessi dell’operadi Cimabue, mentre altri esemplari presentano componentistilistiche francesi, legate all’ascesa al trono di Carlo I d’Angiòche dovette dotare di libri liturgici le sue fon<strong>da</strong>zioni, come l’abbaziadi Santa Maria della Vittoria presso Scurcola Marsicana.Col Trecento la produzione m<strong>in</strong>iata conosce una straord<strong>in</strong>ariafioritura <strong>in</strong> Abruzzo e le botteghe attive <strong>in</strong> diverse città realizzanomanoscritti che non hanno nulla <strong>da</strong> <strong>in</strong>vidiare a quelliprodotti <strong>in</strong> Umbria o Campania. I due centri più importanti,nella prima metà del secolo, furono senza dubbio Guardiagrele(dove si conserva una parte del corredo liturgico della collegiatadi Santa Maria Maggiore, recentemente recuperato) e Teramo,offic<strong>in</strong>a per numerosi libri liturgici e per un eccezionalecodice giuridico. Tra le scoperte di questa mostra, poi, visono nuove opere riferibili a L’Aquila che stupiscono perla preziosità dei materiali e la perizia degli artisti, ravvisabile<strong>in</strong> città f<strong>in</strong> <strong>da</strong>lla metà del Trecento. Lungo l’arcodel secolo, <strong>in</strong>oltre, godette di un’eccezionale fioritura anche12la tipologia ornamentale filigranata, meno costosa ed eseguitacon penna e <strong>in</strong>chiostri colorati, che <strong>in</strong> Abruzzo dimostra unaraff<strong>in</strong>atezza fuori <strong>da</strong>l comune.È dunque un periodo d’oro per la m<strong>in</strong>iatura abruzzese ilXIV secolo, un’elencazione di numerosi codici di altissimaqualità e tanti esempi di m<strong>in</strong>iatori come Guglielmodi Berardo <strong>da</strong> Gessopalena, Berardo <strong>da</strong> Teramo, Muziodi Francesco di Cambio, Niccolò di Valle Castellana e, acavallo con l’<strong>in</strong>izio del secolo successivo, Stefano dell’Aquilae Mar<strong>in</strong>o di Alanno.Proprio con riguardo alla produzione m<strong>in</strong>iata tardogotica,<strong>da</strong>ll’ultimo quarto del 1300 all’<strong>in</strong>izio del 1400, questa mostrafornisce nuovi strumenti di comprensione grazie alle novitàesposte: a L’Aquila, per esempio, si sviluppa una produzioneelegante che si riflette anche <strong>in</strong> manoscritti prodotti per le regionicircostanti (le Marche soprattutto ma anche Roma) chedimostra, <strong>in</strong>oltre, legami particolarmente stretti con la pitturamonumentale. I rapporti con Roma trovano poi conferma nellem<strong>in</strong>iature realizzate <strong>da</strong> una bottega italo-francese, attiva nellaCapitale, <strong>in</strong> un Pontificale dest<strong>in</strong>ato ad un vescovo di Sulmona.Più <strong>in</strong> là <strong>in</strong>vece, nella prima metà del Quattrocento, i codicirealizzati nella zona di Chieti, oppure tra Atri e Teramo, manifestanoancora caratteri tardogotici, segnalando la lenta affermazionedell’arte r<strong>in</strong>ascimentale <strong>in</strong> quell’area. È solo con lasecon<strong>da</strong> metà del secolo, <strong>in</strong>fatti, che si può rilevare una produzionepienamente r<strong>in</strong>ascimentale, legata ai libri liturgici realizzatiper L’Aquila, Chieti e Teramo.È <strong>in</strong>fatti <strong>da</strong>tata al 1432 l’opera che conclude «<strong>Il</strong>lum<strong>in</strong>are l’Abruzzo»:il «Libellus ad faciendum colores», <strong>in</strong>dividuato nel2007 e presentato come la secon<strong>da</strong> copia conosciuta delpiù importante trattato tardomedievale sulla tecnica dellam<strong>in</strong>iatura, più noto come «De arte illum<strong>in</strong>andi». Unachiusa perfetta per un sorprendente it<strong>in</strong>erario storico-artisticoche riesce <strong>da</strong>vvero ad illum<strong>in</strong>are il visitatore.Tagliacozzo, Convento di San Francesco, Messale,pag<strong>in</strong>a ornata con la «Crocifissione»Atri, Archivio Capitolare, Messale, «Crocifissione»Atri, Archivio Capitolare, Messale Acquaviva,foglio <strong>in</strong>cipitarioAvezzano, Archivio Diocesano dei Marsi,«Exultet», sezione 4, monogramma del V(ere)D(ignum)Chieti, Curia Arcivescovile, Messale Ors<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>izialeistoriata, «Davide eleva l’animula» e bordura constemma Ors<strong>in</strong>iChieti, Curia Arcivescovile, Salterio-Innario, <strong>in</strong>izialeistoriata con «Davide immerso nei flutti»Parma, Biblioteca Palat<strong>in</strong>a, Messale per Offi<strong>da</strong>,riquadro m<strong>in</strong>iato con il «Giudizio Universale»L’Aquila, Archivio Parrocchiale di Santa MariaPaganica, Antifonario, pag<strong>in</strong>a d’<strong>in</strong>cipit m<strong>in</strong>iata,«Cristo benedicente e due figure <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiate»


Insieme le più belle operedelle biblioteche pubblicheed ecclesiasticheÈ dunque un’estate illum<strong>in</strong>ata per l’Abruzzo, quella del2013, grazie all’esposizione di «Codici m<strong>in</strong>iati tra Medioevoe R<strong>in</strong>ascimento», visitabile f<strong>in</strong>o al 31 <strong>agosto</strong> a Chiet<strong>in</strong>ei suggestivi spazi di Palazzo de’ Mayo. La mostra «<strong>Il</strong>lum<strong>in</strong>arel’Abruzzo» presenta così per la prima volta nellastessa sede, il migliore patrimonio librario m<strong>in</strong>iato abruzzesedi epoca medievale e r<strong>in</strong>ascimentale, <strong>in</strong><strong>da</strong>gandone itanti diversi volti e gli <strong>in</strong>terscambi artistici che fanno diquesta realtà, per molti largamente <strong>in</strong>edita, un tesoro tutto<strong>da</strong> scoprire. Ai Codici noti, <strong>in</strong>fatti, si sono aggiunte prestigioseacquisizioni che del<strong>in</strong>eano un profilo nuovo dellaproduzione abruzzese tra XI e XV secolo e hanno permessola catalogazione di oltre settanta opere, tra codici <strong>in</strong>tegrie fogli staccati, conservate <strong>in</strong> Italia, Europa e Stati Uniti.Inaugurata il 10 maggio, la mostra è stata curata <strong>da</strong>Gaetano Curzi e Alessandro Tomei dell’Università «Gabrieled’Annunzio» di Chieti-Pescara, <strong>da</strong> Francesca Manzaridell’Università «La Sapienza» di Roma, e <strong>da</strong>l Sopr<strong>in</strong>tendenteper i Beni Librari dell’Abruzzo Francesco Tentarelli,curatori anche del fon<strong>da</strong>mentale catalogo che accompagnal’esposizione. Una pubblicazione arricchita <strong>da</strong>i saggisulla scrittura e sulla m<strong>in</strong>iatura abruzzesi firmati <strong>da</strong> CarloTedeschi, Gaetano Curzi, Stefania Paone, François Avril eFrancesca Manzari, con un attento apparato di schede realizzato<strong>da</strong> un nutrito comitato re<strong>da</strong>zionale. Un evento giudicatostorico <strong>da</strong>i promotori, organizzato con il sostegnoe la collaborazione della Fon<strong>da</strong>zione Carichieti, il f<strong>in</strong>anziamentodella Regione Abruzzo <strong>in</strong> convenzione con il Dipartimentodi Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università«D’Annunzio», e col contributo dell’Associazione DimoreStoriche e di Carsa Edizioni, il cui vasto materiale fotograficoraccolto verrà presto reso disponibile sul sito dell’Archiviofotografico della stessa Università (abruzzomedievale.it).Ma prima ancora che evento storico, «<strong>Il</strong>lum<strong>in</strong>arel’Abruzzo. Codici m<strong>in</strong>iati tra Medioevo e R<strong>in</strong>ascimento», èVenezia, Fon<strong>da</strong>zione Giorgio C<strong>in</strong>i, foglio staccato <strong>da</strong>ll’Antifonario di SanBenedetto a Gabiano, <strong>in</strong>iziale istoriata con il «Martirio di S. Sebastiano»,dettaglioun’occasione imperdibile per ammirare <strong>in</strong> un unico momentoespositivo, oltre al vasto corpus di manoscritti m<strong>in</strong>iatidi proprietà delle biblioteche pubbliche ed ecclesiasticheabruzzesi, materiali f<strong>in</strong>ora sconosciuti o recentemente ritrovati:come i due fogli dei corali rubati <strong>da</strong> Guardiagrele er<strong>in</strong>tracciati <strong>da</strong> Francesca Manzari sul mercato antiquario,il Messale per Offi<strong>da</strong> conservato alla Biblioteca Palat<strong>in</strong>a diParma, i fogli m<strong>in</strong>iati conservati <strong>da</strong>lla Fon<strong>da</strong>zione C<strong>in</strong>i di Venezia,l’Exultet di Avezzano, raro e meraviglioso esempio dirotolo di pergamena della lunghezza di quasi sei metri prodottoa Montecass<strong>in</strong>o nell’XI secolo per Pandolfo, vescovodella città marsicana, e altre <strong>in</strong>cantevoli produzioni di codicidi provenienza regionale custoditi <strong>in</strong> vari Istituti Esteri qualila Real Biblioteca di Escorial, il Metropolitan Museum e laPierpont Morgan Library di New York, la Bibliothèque Nationalee il Musée Marmottan di Parigi.A cura di Alessandro Tomei, Gaetano Curzi,Francesca Manzari e Francesco TentarelliMuseo Palazzo de’ Mayo(Largo Martiri della Libertà, Chieti),10 maggio - 31 <strong>agosto</strong> 2013Orario d’apertura: <strong>da</strong> martedì a domenica,<strong>da</strong>lle 19 alle 23 (anche a ferr<strong>agosto</strong>)Ingresso gratuito - Visite gui<strong>da</strong>te suappuntamentoInformazioni per il pubblico:Tel: +39-0871-359801Fax: +39-0871-347606E-mail: <strong>in</strong>fo@fon<strong>da</strong>zionecarichieti.itSito: www.fon<strong>da</strong>zionecarichieti.itGuardiagrele, Museo di S. Maria Maggiore, foglio staccato <strong>da</strong>ll’Antifonario,vol. III, <strong>in</strong>iziale istoriata con la «Pentecoste»Catalogo: <strong>Il</strong>lum<strong>in</strong>are l’Abruzzo.Codici m<strong>in</strong>iati tra Medioevo e R<strong>in</strong>ascimentoCarsa Edizioni (Pescara, 2013)Pagg. 271 - Euro 19,5


<strong>Vedere</strong> a L’Aquila e d<strong>in</strong>torni14A CelanoQui ora c’è ancheil MusèA SulmonaDalla preistoriaai contemporaneiNell’imponente Castellodi Celano, conosciutocome Piccolom<strong>in</strong>ie risalentealla f<strong>in</strong>e del Trecento,<strong>da</strong>l 1992è ospitato ilMuseo Nazionaled’Arte Sacradella Marsica,diviso <strong>in</strong> piùsezioni per raccoglierepregevoli opere, <strong>da</strong>tabili tra il VIe il XIX secolo, che spaziano trascultura, pittura, oreficeriae paramenti legati alla produzioneartistica sacra di ambito marsicano.Dieci anni dopo la sistemazione di questo museo, altre saledel Castello sono state adibite a sede espositiva; stavolta i reperticostituiscono la Collezione Torlonia di Antichità<strong>da</strong>l Fuc<strong>in</strong>o, acquisizione statale dei materialiprovenienti <strong>da</strong>l prosciugamento del lagovoluto <strong>da</strong>l pr<strong>in</strong>cipe Alessandro Torlonia. Spiccanosu tutti i bassorilievi di epoca romana che raffiguranol’ambiente popolato del Fuc<strong>in</strong>o, ma ci sonoanche sculture, utensili, armi e monete.Sempre di antichità e ancora di Fuc<strong>in</strong>o raccontail Museo della Preistoria d’Abruzzo,oggi conosciuto come «Musè. NuovoMuseo Paludi di Celano», ubicato fuori <strong>da</strong>lcentro abitato su quella che era la riva destradel lago, nei pressi dell’area Le Paludidove gli archeologi hanno r<strong>in</strong>venuto la presenzadi un villaggio palafitticolo del IImillennio a. C. e di una necropoli contombe a tumulo. La collezione musealespazia <strong>da</strong>l XIII al I secolo a.C. e conservareperti provenienti <strong>da</strong>lla piana del Fuc<strong>in</strong>o,<strong>da</strong>gli scavi di Bazzano, di Fossa e di altrelocalità nell’aquilano.Musè è una struttura polifunzionaleche ospita anche spazi di<strong>da</strong>ttici e dest<strong>in</strong>atialle mostre temporanee, unacapiente sala conferenze, una bibliotecaspecializzata, nonché un importante e attivissimocentro di restauro ed utili depositiantisismici, che si sono rivelati fon<strong>da</strong>mentaliper la gestione dell’emergenza legataalle opere d’arte dei musei aquilani dopo ilsisma del 2009.Nel Museo d’Arte Sacradella Marsica, una«Madonna con bamb<strong>in</strong>o»di ambito abruzzese delXIII secolo e un «SanGiovanni Evangelista»,primo quarto del XVsecolo. Una veduta delmuseo «Musè. NuovoMuseo Paludi di Celano»e una fibula ad arcoserpeggiante della primaetà del ferroNel trecentesco Complesso dell’Annunziata, Sulmonaospita il proprio Museo Civico, suddiviso <strong>in</strong> due nutritesezioni. La prima, archeologica, raccoglie numerosireperti provenienti <strong>da</strong> Sulmona e <strong>da</strong> <strong>tutta</strong>la Conca Peligna, <strong>da</strong>tabili <strong>da</strong>lla preistoria all’epocatardoantica, come corredi sepolcrali, figur<strong>in</strong>ebronzee votive, materiale epigrafico e moltoaltro ancora; più di tutti, forse, attira l’attenzioneun rilievo di età repubblicana che ritrae una scenapastorale, con ogni probabilità riferita alla transumanza.Interessante è anche la ricostruzione dei resti diuna domus romana, con mosaici pavimentali e frammentidi una decorazione parietale policroma, che costituiscono lacosiddetta Sala di Arianna.La sezione medievale-moderna, <strong>in</strong>vece, espone sculture,lapidi, affreschi staccati, dip<strong>in</strong>ti, arredi, manufatti lignei e dioreficeria, una raccolta di monete e alcuni codici manoscritti,che vanno <strong>da</strong>l XII al XVIII secolo.A tutto ciò si aggiungono oggetti e accessori della culturatradizionale abruzzese, acquisiti con lo scopo di costituireun Museo del Costume popolare abruzzese-molisano e dellaTransumanza, un’operazione che, assieme ai materiali cosìeterogenei (per tipologia e per riferimento cronologico) dellasezione medievale-moderna, andrebbero a rappresentareMuseo Civico dell’Annunziata, «Sant’Onofrio e Santa Maria Mad<strong>da</strong>lena»,dittico dip<strong>in</strong>to del XV secolo. Complesso dell’Annunziata, Statua di SanMichele Arcangelo e «Madonna <strong>in</strong> trono con Bamb<strong>in</strong>o», XV secoloAd Alba Fucens<strong>Il</strong> balcone della MarsicaAlba Fucens, come suggerisce la prima parte del nome, sorgevaad un’altitud<strong>in</strong>e di mille metri, posizione che la rese unadelle città romane più alte d’Italia, lungo la Via Valeria checollegava la piana del Fuc<strong>in</strong>o a Roma. L’<strong>in</strong>sediamento è <strong>da</strong>tabiletra la f<strong>in</strong>e del IV e l’<strong>in</strong>izio del III secolo a.C. e ha subitomodifiche nel corso dei secoli, f<strong>in</strong>o alla distruzione, avvenutacon probabilità tra il IX e il X secolo d.C. ad opera dei Saraceni.Nel 1949, nei pressi del piccolo paese di Albe, com<strong>in</strong>ciarono gliscavi che hanno riportato alla luce un sito archeologico <strong>da</strong>llafisionomia straord<strong>in</strong>aria: la c<strong>in</strong>ta murata, le porte urbiche, ilForo, la Basilica, il Mercato, le Terme, il Teatro e l’Anfiteatro,tra la Piazza dell’Ercole, la Via dei Pilastri e il tratto urbanodella Via Valeria, <strong>in</strong>sieme ai resti del Tempio di Apollo (risalenteal III secolo a. C.) che oggi costituisce il più antico nucleo dellachiesa di San Pietro, restituiscono l’idea di un ord<strong>in</strong>e urbanisticocapace di stupire il visitatore, immerso tra il meravigliosopaesaggio circostante e i respiri ancora percettibili di unastoria millenaria.una esaustiva raccolta dei costumi e della produzione artisticae artigianale delle aree <strong>in</strong>terne abruzzesi.Merita un cenno <strong>in</strong>oltre la P<strong>in</strong>acoteca Civica di Arte Modernae Contemporanea, legata al trentennale «Premiodi Arte contemporanea Città di Sulmona», che proponeopere di artisti come Ennio Calabria, Ugo Attardi, RenzoVespignani, Remo Br<strong>in</strong>disi, Ernesto Treccani, AlbertoSughi, Concetto Pozzati e molti altri, oltre ad alcune teledi proprietà comunale, estranee al Premio, tra cui la scultura«La scannese» di Costant<strong>in</strong>o Barbella e il «Ritratto di PanfiloSeraf<strong>in</strong>i» firmato <strong>da</strong> Teofilo Pat<strong>in</strong>i.Alba Fucens, la Stra<strong>da</strong> romanae l’anfiteatro


15<strong>Vedere</strong> a L’Aquila e d<strong>in</strong>torniAd AvezzanoL’Aia dei MuseiDal 2012 Avezzano ha <strong>in</strong>augurato il polo culturale «L’Aiadei Musei», <strong>in</strong> un’area dismessa dell’ex Mattatoio comunale,che si compone di un Lapi<strong>da</strong>rium, ribattezzato «Le paroledella pietra» e del Museo del prosciugamento delFuc<strong>in</strong>o, <strong>in</strong>titolato «<strong>Il</strong> filo dell’acqua».<strong>Il</strong> museo lapi<strong>da</strong>rio raccoglie reperti funerari e corredi tombaliprovenienti <strong>da</strong>lle zone archeologiche marsicane di AlbaFucens, Marruvium, Lucus Angitiae e Ortona dei Marsi, nonché<strong>da</strong>l prosciugato lago del Fuc<strong>in</strong>o. Di particolare <strong>in</strong>teresse,però, sono le testimonianze scultoree e gli elementi architettonicimedievali e r<strong>in</strong>ascimentali salvati <strong>da</strong>l tremendoterremoto del 1915 che risparmiò solo una casaad Avezzano contando <strong>in</strong> questa e altre località dec<strong>in</strong>e dimigliaia di vittime.È dedicato <strong>in</strong>vece all’impresa di Alessandro Torlonia, condottanella secon<strong>da</strong> metà dell’Ottocento, ovvero al prosciugamentodi uno dei più grandi laghi d’Italia, il Fuc<strong>in</strong>o, il museo«<strong>Il</strong> filo dell’acqua», forte di un allestimento multimediale che<strong>in</strong><strong>da</strong>ga il prima e il dopo di questa grande opera idraulica,ponendo attenzione a tutti quei mutamenti (positivi e negativial contempo) che la bonifica ha imposto al paesaggio ealla popolazione, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i storici, economici e ambientali.Una nota d’arte moderna <strong>in</strong> città è <strong>in</strong>vece la Galleria Civica,ospitata nel Castello Ors<strong>in</strong>i-Colonna, che espone le opereacquisite a partire <strong>da</strong>l 1949 <strong>in</strong> occasione delle edizioni del PremioAvezzano, con firme di Mario Schifano, Remo Br<strong>in</strong>disi,P<strong>in</strong>o Pascali e molti altri artisti del Novecento.A Castel di SangroTeofilo Pat<strong>in</strong>i gloria localeNell’ex convento francescano, risalente al XV secolo,annesso alla chiesa della Mad<strong>da</strong>lena, nell’omonimacontra<strong>da</strong> fuori <strong>da</strong>ll’abitato di Castel di Sangro, è ospitatoil Museo Civico Aufidenate, istituito nel 1898 peruna raccolta di 335 reperti archeologici e 130 monete. Neglianni la struttura, che deve il nome al municipio romano diAufidena, nel quale si identificava l’antico centro di Casteldi Sangro, ha vissuto una stagione buia nella prima metàdel Novecento, anche per via della perdita di molti repertidurante la Secon<strong>da</strong> Guerra mondiale; nonostante ciò oggiè visitabile un percorso museale diviso <strong>in</strong> tre sezioni,rispettivamente dedicate alla Preistoria e Protostoria, all’epocaromana e a quella medievale e moderna.Nelle sale sono esposti reperti r<strong>in</strong>venuti nel territorio comunalee nei d<strong>in</strong>torni, testimoni delle diverse civiltà present<strong>in</strong>ell’Alto Sangro: <strong>da</strong>i reperti del Paleolitico ai vasi fittiliprotostorici, <strong>da</strong>lle statuette dell’Età del Ferro ai manufatti<strong>in</strong> ceramica riferibili alla produzione osca, <strong>da</strong>lla raccolta diepigrafi ad alcuni importanti r<strong>in</strong>venimenti statuari.Lasciando questo antiquarium per un balzo di secoli, il visitatoredi Castel di Sangro non può glissare la P<strong>in</strong>acotecaPat<strong>in</strong>iana, aperta nel 2006 nel pregevole Palazzo DePetra, noto come «Casa del Leone» e dedicato al pittore sangritanoTeofilo Pat<strong>in</strong>i (1840-1906). <strong>Il</strong> corpus di opere presentitratteggia un profilo della produzione del Maestro conalcuni capolavori come «Pulsazioni e palpiti» e «Tre orfani»:attualmente vi è anche ospitato il famoso «Bestie <strong>da</strong> soma»del 1886 di proprietà delle Collezioni d’Arte della Prov<strong>in</strong>ciadi L’Aquila. Si aggiungono <strong>in</strong>oltre alle opere di Pat<strong>in</strong>i alcuniquadri di allievi o amici, tra i quali è notevole «Al pascolo» diFrancesco Paolo Michetti.Nel Museo Aufidenate,un bronzetto italicoraffigurante un torodel IV-I secolo a.C. euna statua virile togatadi età imperiale. NellaP<strong>in</strong>acoteca Pat<strong>in</strong>iana,«Sotto la rupe» e «Bestie<strong>da</strong> soma» di Teofilo Pat<strong>in</strong>iMuseo delle «Parole della pietra», ara funeraria della secon<strong>da</strong> metàdel I secolo d.C. Galleria Civica d’Arte Moderna, «Futurismo rivisitato»di Mario Schifano del 1966A PescocostanzoLa patria dei merlettia tomboloPescocostanzo è un borgo di montagna unico per la quantitàe qualità di architetture r<strong>in</strong>ascimentali (bellissimi palazzigentilizi, straord<strong>in</strong>aria la basilica di Santa Maria del Colle),fiorente anche nei secoli successivi grazie alla pregiata vocazioneartigiana di alcune maestranze lombarde, giunte <strong>in</strong>paese <strong>in</strong>torno alla metà del quattordicesimo secolo, la cuitradizione è arrivata f<strong>in</strong>o a noi. Tra la produzione artigianalelocale, che ha <strong>in</strong>teressato la lavorazione dell’oro <strong>in</strong> filigrana,della pietra, del legno <strong>in</strong>tagliato e del ferro battuto, occupaun posto di primo piano la realizzazione dei merletti al tombolo.Ci ha pensato il Comune, negli anni Novanta, a tutelarequesto sapere artigiano con l’istituzione, all’<strong>in</strong>terno del belPalazzo Fanzago (1624), di una Scuola per il Tombolo e di unaMostra Museo Mercato dell’Artigianato che svolgono funzioniespositive, divulgative e di<strong>da</strong>ttiche. L’odierno Museo del Merlettoa Tombolo e dell’Artigianato artistico, espone gli strumentitradizionali perla lavorazione al tomboloe antichi merlettidi provenienza privataed ecclesiastica, <strong>da</strong>tati<strong>da</strong>l XVIII secolo f<strong>in</strong>oad oggi, oltre ad unaselezione delle migliorirappresentanze dell’artigianatoabruzzese.Nel Museo del Merletto a Tombolo e dell’Artigianato artistico, uncentr<strong>in</strong>o realizzato a tomboloA TagliacozzoAnche un museo orientale<strong>Il</strong> santuario di Santa Maria d’Oriente, nei pressi di Tagliacozzo,località resa famosa nel 1268 <strong>da</strong>lla battaglia fra Corrad<strong>in</strong>odi Svevia e Carlo d’Angiò, è stato per secoli meta dipellegr<strong>in</strong>aggi. La sua fon<strong>da</strong>zione risale al C<strong>in</strong>quecento e conservaall’<strong>in</strong>terno un’icona duecentesca della Madonna, traslataqui, secondo leggen<strong>da</strong>, <strong>da</strong> Ravenna, dove era arrivatanel VII secolo <strong>da</strong> Bisanzio,sottratta alle persecuzioniiconoclaste.Nei locali delconvento è ospitato il MuseoOrientale che custodisceun’<strong>in</strong>teressante collezionedi ex voto, nonchéraccolte di icone, monete earredi sacri.Nel Museo Orientale, un ex voto del 1671Ad AlfedenaLa patria dei Sanniti PentriAlfedena lega il proprio nome ad una importante necropoliprotostorica dei Sanniti Pentri, alla quale s’<strong>in</strong>teressò l’archeologiagià nel 1882, r<strong>in</strong>venendo numerosissime sepolture,<strong>da</strong>tate tra il VII e l’<strong>in</strong>izio del III secolo a.C., e <strong>da</strong>ndo il viaa successive stagioni di scavi. Una selezione dei reperti piùsignificativi sono visibili presso il Museo Civico <strong>in</strong>titolato alfolclorista Antonio De N<strong>in</strong>o, che assieme a Lucio Mariani fuartefice dell’esumazione della necropoli; un <strong>in</strong>tellettuale chenella propria carrieracomunicò 296 scopertearcheologiche e pubblicò241 epigrafi lapi<strong>da</strong>rie.Oltre alle sepolture, sonostati portati alla luce, neltempo, ricchi corredi funerari,ma anche armi earmature, accessori muliebrie vasellame ceramico,alcuni dei quali d<strong>in</strong>otevole <strong>in</strong>teresse.Nel Museo Civico dei Sanniti Pentri «Antonio De N<strong>in</strong>o»,armi e accessori ritrovati nella necropoliA Corf<strong>in</strong>ioGli Italici <strong>in</strong>sorti contro RomaCorf<strong>in</strong>io sorge sulle rov<strong>in</strong>e dell’antica Corf<strong>in</strong>ium, nel 91 a.C.capitale degli italici <strong>in</strong>sorti contro Roma checoniarono la moneta «Italia». Testimone diqueste antiche gesta e di altre memorie diun remotissimo passato, è la raccolta del MuseoCivico Archeologico, ospitato nel PalazzoTrippitelli. <strong>Il</strong> nucleo più rilevante è <strong>da</strong> ricondursialle ricerche dello studioso Antonio DeN<strong>in</strong>o che tra la f<strong>in</strong>e dell’Ottocento e l’<strong>in</strong>iziodel Novecento riportò alla luce e avvalorònumerosi reperti. Attraverso l’esposizionedi tutto questo materiale (<strong>da</strong>lle monete, agliaccessori domestici f<strong>in</strong>o alle importantissimeiscrizioni) è possibile documentare la storia e gliusi dell’antico municipio, con una notevole panoramicasulla fase italico-romana <strong>in</strong> Abruzzo.Nel Museo Civico Archeologico «Antonio De N<strong>in</strong>o», un frammento dimosaico pavimentale del I secolo d.C. e un vasetto a forma di figurafemm<strong>in</strong>ile del II-I secolo a.C.


<strong>Vedere</strong> a Teramo e d<strong>in</strong>torni16A TeramoDa Interamniaall’OttocentoA Teramo, l’antica Interamnia, nel cuoredella città, lungo la via Delfico, meritauna visita lo storico PalazzoDelfico (sede della BibliotecaProv<strong>in</strong>ciale Melchiorre Delficoricca di 260mila pubblicazionioltre ad una raccoltad’arte), che ospita il MuseoArcheologico. Diviso <strong>in</strong> duesezioni.La prima è dedicata alla storiadella città romana e il percorso nericostruisce la fisionomia con importantitestimonianze provenienti<strong>da</strong>i siti archeologici cittad<strong>in</strong>i: <strong>da</strong>gliedifici pubblici (teatro, anfiteatro) alle abitazioni private(come la domus «del leone») f<strong>in</strong>o alle necropoli.Nella secon<strong>da</strong> sezione, ci sono <strong>in</strong>vece reperti <strong>da</strong>tabili <strong>da</strong>llaProtostoria al Medioevo, un percorso che racconta la gestazionestorica di Teramo e del territorio circostante, terradei Pretuzi e dei Piceni (notevoli i r<strong>in</strong>venimenti della necropolidella Cona).Spostandosi verso la Villa Comunale,bisogna <strong>in</strong>oltre visitare la P<strong>in</strong>acotecaCivica, il cui primo nucleo risaleal 1869 per raccogliere opere (XV-XVIII secolo) provenienti <strong>da</strong> edificidi culto dismessi; più tardi, nel 1895,sono stati aggiunti materiali archeologicied è nato il Museo Civico,ospitato <strong>da</strong>l 1923 nella palazz<strong>in</strong>adove ha tutt’ora sedela P<strong>in</strong>acoteca, riallestitanel 1979 dopo i <strong>da</strong>nni e leperdite subite con l’ultimaguerra.<strong>Il</strong> percorso espositivoparte <strong>da</strong>l XV secolo perraggiungere il Novecento,con opere di autori tra cui Giacomo<strong>da</strong> Campli, Luca Gior<strong>da</strong>no,Francesco De Mura, Pasquale Celommi,Gennaro Della Monica,Basilio Cascella, Venanzo Crocettie molti altri.Ad AtriI tre musei di una città gioielloNella vetusta e gloriosa Atri, un gioiello d’arte sulle coll<strong>in</strong>eteramane che portano lo sguardo al mare Adriatico, le memorieantiche e più recenti sono conservate <strong>in</strong> tre musei (ec’è <strong>in</strong> progetto un quarto, dedicato all’opera grafica di artisticontemporanei).Nel complesso retrostante la grandiosa Cattedrale,fantastica testimonianza di architettura medievale(XIII secolo) che conserva, tra gli altri, unmagistrale ciclo di affreschi di Andrea De Litiodella secon<strong>da</strong> metà del Quattrocento), si sviluppanole dieci sale del Museo Capitolare, fon<strong>da</strong>tonel 1912, raccolta di un’importante collezione di oggettid’arte che vanno <strong>da</strong>l XIII al XX secolo. Mobili ebeni di sagrestia (preziosi tabernacoli, croci decorate ereliquari), <strong>in</strong>cunaboli m<strong>in</strong>iati (tra i quali spicca il famosoMessale Acquaviva), paramenti liturgici, una collezione diopere pittoriche (notevoli la «Natività» e la «Flagellazione»del primo C<strong>in</strong>quecento forse attribuibili a Pedro de Aponte)e una sezione dedicata alla ceramica con un cent<strong>in</strong>aio di pezzidella donazione V<strong>in</strong>cenzo B<strong>in</strong>di (importanti maioliche diCastelli) e la «Madonna col Bamb<strong>in</strong>o», maiolica del 1470 circaattribuita a Luca Della Robbia.In via dei Musei, poi, <strong>in</strong> uncasato settecentesco di proprietàdel Capitolo Concattedrale,ha sede <strong>da</strong>l 2002 ilMuseo Archeologico CivicoCapitolare «De Galitiis-DeAlbentiis-Tasc<strong>in</strong>i»,composto <strong>da</strong> tre sezioni. Laprima è dedicata a V<strong>in</strong>cenzoRosati che, <strong>da</strong>lla f<strong>in</strong>e dell’Ottocento,si dedicò all’attivitàdi scavo nell’atriano e neiterritori circostanti, documentando<strong>in</strong> raccolta <strong>in</strong>umerosi ed eterogeneimateriali r<strong>in</strong>venuti, peresempio, nel tempio italicodi Colle San Giorgio, neicunicoli di Porto Cappucc<strong>in</strong>o,nelle pisc<strong>in</strong>e romanescoperte sotto il Palazzo Ducaleo nelle necropoli protostoriche e nel tempio romanodi Colle della Giustizia e della Pretora. La secon<strong>da</strong> sezione èdedicata <strong>in</strong>vece alla Preistoria e alla vita dell’uomo <strong>in</strong> territorioabruzzese, attraverso riproduzioni di utensili, strumenti<strong>da</strong> caccia e oggetti <strong>in</strong> ceramica; la terza ed ultima sezione,dedicata alla Protostoria ed <strong>in</strong>titolata ad Edoardo Brizio, illustradue sepolture r<strong>in</strong>venute <strong>in</strong>tegre agli <strong>in</strong>izi del Novecentoe <strong>da</strong>tabili al VI secolo avanti Cristo.La visita ai musei atriani si conclude con il Museo CivicoEtnografico, fon<strong>da</strong>to nel 1983 ma ufficializzato nel 1992,anno <strong>in</strong> cui ha <strong>in</strong>iziato un’attenta attività di ricerca sugliusi e costumi del territorio. Sono più di duemila i pezzi dicui si compone la raccolta, testimonianze della cultura agro-Museo Capitolare, «Aquila giovannea col serpente», rilievo lapideopolicromo della secon<strong>da</strong> metà del XIII secolo; mosaico pavimentalegeometrico del II secolo d.C.; la sala dei codici ed <strong>in</strong>cunaboli; (<strong>in</strong>alto) «Annunciazione», piatto <strong>in</strong> rame del XV secolo. Museo CivicoEtnografico, teatr<strong>in</strong>o del 1903 composto <strong>da</strong> 14 marionette <strong>in</strong> argilla eferro, con relativi costumi, scene e qu<strong>in</strong>te <strong>in</strong> legno; piano melodico a 48tasti del costruttore bolognese Giovanni Racca, prodotto tra la secon<strong>da</strong>metà del 1800 e il primo ventennio del 1900pastorale, dell’archeologia <strong>in</strong>dustriale, delle diverse tradizionie usanze contad<strong>in</strong>e, borghesi e aristocratiche, nella vitaquotidiana e nella religiosità della società di un tempo che,specialmente ad Atri, ha sempre potuto contare su un tessutosociale degno di una grande città.Dall’alto, Museo Archeologico Sav<strong>in</strong>i, «Ritratto femm<strong>in</strong>ile con diadema»e «Settimio Severo», busti <strong>in</strong> marmo di età imperiale. P<strong>in</strong>acotecaCivica, Cesare Averardi, «La preparazione della bandiera», 1906-1908;Pasquale Celommi, «La Vedetta», 1888; Basilio Cascella, «Contad<strong>in</strong>acon falce», prima metà del XIX secoloA Civitella del TrontoGli ultimi borbonici ad arrendersi ai sabaudiCivitella del Tronto è nota per la sua fortezza, ultimo baluardoborbonico ad arrendersi alle truppe sabaude, il 20 marzo del1861, tre giorni dopo l’<strong>in</strong>coronazione del re d’Italia.Già nel XIII secolo esisteva un borgo fortificato, nel 1556 fuBernardo Buontalenti a proporre un progetto di fortificazione,<strong>tutta</strong>via non attuato, e nel 1589 Filippo II d’Asburgo, redi Spagna, elevò Civitella a città. Ridef<strong>in</strong>ita la fisionomia architettonicaall’<strong>in</strong>izio del Seicento, la Fortezza, dopo diversevicende belliche, fu completamente risistemata nel 1820 <strong>da</strong>lGenio Borbonico, senza tradire l’impostazione r<strong>in</strong>ascimentaledei corpi di fabbrica. <strong>Il</strong> forte, che si estende sulla cresta rocciosaper oltre 500 metri coprendo una superficie di circa 25milametri quadri, <strong>in</strong>iziò a vivere un progressivo decl<strong>in</strong>o delle costruzionidopo l’assedio piemontese (1860-1861) tra demolizioni,saccheggi e <strong>da</strong>nni <strong>da</strong> vetustà e <strong>in</strong>curia, f<strong>in</strong>o ai restauri operat<strong>in</strong>egli ultimi decenni del Novecento. Grazie a questi <strong>in</strong>terventi,<strong>da</strong>l 1988 ha sede <strong>in</strong> alcuni locali della Fortezza il Museo storicodelle Armi e delle Mappe che espone <strong>in</strong> permanente una raccoltadi materiali bellici di diverse epoche (armi <strong>da</strong> taglio e <strong>da</strong>fuoco, cannoni), divise e bandiere, mappe e documenti, e tantealtre testimonianze di un passato coraggioso, testimone dellagrande storia italiana.Fortezza di Civitella, Museo delle Armi, cannoni borbonici del XVII secolo


17<strong>Vedere</strong> a Teramo e d<strong>in</strong>torniA CastelliLe ceramiche dove se non qui?A Castelli f<strong>in</strong> <strong>da</strong>lla secon<strong>da</strong>metà del tredicesimo secolo siè an<strong>da</strong>to nel tempo aff<strong>in</strong>ando unostile che ancora oggi fa parlare dellamaiolica castellana <strong>in</strong> tutto il mondo,grazie alle d<strong>in</strong>astie di maestri, <strong>da</strong>i Pompeiai Fu<strong>in</strong>a, passando per i Gentili e i Cappelletti, f<strong>in</strong>o allapiù prosperosa, quella dei Grue. Di questa secolare produzioneartistica, racconta il Museo delle Ceramiche di Castelli,ubicato <strong>da</strong>l 1984 nell’ex Convento francescano,sulla sommità del centro abitato, bell’edificio <strong>da</strong>nneggiato<strong>da</strong>l sisma del 2009, a seguito del quale il museo è stato spostato<strong>in</strong> una nuova sede nel centro della città con un allestimentoparziale della sua <strong>in</strong>gente collezione.Una collezione che sa risalire a produzioni antiche, repertiarcheologici di anfore, buccheri e plastiche <strong>in</strong> terracotta <strong>da</strong>lIV al I secolo a.C., per correre poi tra le epoche, gli stili, lebotteghe e i maestri f<strong>in</strong>o agli ultimi secoli: <strong>da</strong>l Medioevo alR<strong>in</strong>ascimento, tra mattoni maiolicati e particolari brocchec<strong>in</strong>quecentesche, alla strepitosa produzione del Seicento e delSettecento con le creazioni istoriate, f<strong>in</strong>o al gusto più «moderno»della produzione ottocentesca.Per ricor<strong>da</strong>re, poi, che la ceramica castellana vive nellacontemporaneità, è stata allestita a partire <strong>da</strong>l 1986la Raccolta Internazionale di Ceramiche, con oltre 500opere di 350 artisti provenienti <strong>da</strong> 50 nazioni diverse,tra i quali spiccano nomi ormai storicizzati dell’artecontemporanea.Museo delle Ceramiche, versatoio con manico e beccuccio <strong>in</strong> maiolica;mattonelle di maiolica decorate con motivi vari del XVI secolo; duepiatti del XVIII secolo raffiguranti l’«Allegoria dell’Armonia» e il«Trionfo di Galatea». Raccolta <strong>in</strong>ternazionale di ceramiche, Nunzio DiStefano, piatto <strong>in</strong> ceramica del 2002 (secondo <strong>da</strong> s<strong>in</strong>istra); TommasoCascella jr, ceramica del 1993A GiulianovaQui lo Splendore è un museoSul f<strong>in</strong>ire degli anni Venti del Novecento, V<strong>in</strong>cenzo B<strong>in</strong>di,raff<strong>in</strong>ato <strong>in</strong>tellettuale giuliese, lasciò alla collettività partedel suo palazzo e la propria collezione di opere d’arte; <strong>da</strong>questa donazione sono nati i Musei Civici di Giulianova.Notevole è la rappresentanza per la pittura (la P<strong>in</strong>acotecaV<strong>in</strong>cenzo B<strong>in</strong>di è attualmente ospitata presso il Museo delloSplendore ma è <strong>in</strong> fase di riallestimento la sede orig<strong>in</strong>aria diPalazzo B<strong>in</strong>di) che può contare su importanti esponenti della«Scuola di Posillipo» (Pitloo, Gigante, Duclère, Carelli) edell’Ottocento abruzzese (Michetti, Filippo e Nicola Palizzi,Bonolis, Della Monica) ma anche su opere del Seicento e delSettecento (Jusepe de Ribera, Francesco Solimena, PompeoBatoni, V<strong>in</strong>cenzo Camucc<strong>in</strong>i) nonché dell’Otto-Novecentoitaliano (Domenico Morelli, V<strong>in</strong>cenzo Gemito). La sculturaottocentesca trova <strong>in</strong>vece una rappresentanza che gioca <strong>in</strong>casa (nell’Istituto scolastico De Amicis) con la GipsotecaRaffaello Pagliaccetti (1839-1900) - Giulianova ha <strong>da</strong>to alui i natali, così come allo scultore VenanzoCrocetti (1913-2003) - la cui opera, def<strong>in</strong>ita<strong>in</strong> equilibrio tra classicismo e verismo, èben rappresentata <strong>in</strong> questa raccolta. Meritaun cenno anche il Museo ArcheologicoTorrione «<strong>Il</strong> Bianco», ospitato <strong>in</strong> un torrionedi avvistamento della c<strong>in</strong>ta muraria dellavecchia città, arricchito ultimamente <strong>da</strong><strong>in</strong>uovi ritrovamenti degli scavi di CastrumNovum, nonché il Museo d’Arte delloSplendore, con opere donate <strong>da</strong> artistie collezionisti per un percorso articolatotra correnti e l<strong>in</strong>guaggi dell’artecontemporanea italiana.A TossicíaL’artigianato agropastoraleCircon<strong>da</strong>ta <strong>da</strong> un paesaggionaturale <strong>in</strong>cantevole, Tossicía,antica capitale della Valle Siciliana,tra <strong>in</strong>teressanti scorciarchitettonici, tra cui la bellaChiesa di Santa S<strong>in</strong>forosa checustodisce una orig<strong>in</strong>ale statualignea della Madonna, è dom<strong>in</strong>ata<strong>da</strong> quello che un tempo era il castello dei conti Ors<strong>in</strong>i,<strong>da</strong>l C<strong>in</strong>quecento residenza fortificata dei marchesi Alarçon yMendoza ed oggi noto come Palazzo Marchesale, un edificiorimaneggiato più volte nei secoli ma ancora custode di alcunicaratteri orig<strong>in</strong>ali. Sede del Municipio, è anche sede delMuseo delle Tecniche e Tradizioni Artigianali, istituito con loscopo di promuovere il territorio della Valle Siciliana e valorizzarneil patrimonio storico-artistico. Ampio spazio è <strong>da</strong>toalle lavorazioni artigianali legate alla cultura agropastorale,<strong>in</strong> un percorso espositivo articolato <strong>in</strong> quattro sezioni relativea quattro elementi-simbolo: rame, tessuti, legno e cereali.Non si tratta solo di una mostra statica, ma di un centro diattività ed esperienze <strong>da</strong>l vivo sulla conoscenza dei materialie delle relative tecniche di trasformazione, dedicate <strong>in</strong> particolarealle scuole.Chiesa di Santa S<strong>in</strong>forosa, «Madonna della Provvidenza», statua lignea<strong>da</strong>tabile fra la f<strong>in</strong>e del XIV e l’<strong>in</strong>izio del XV secolo. <strong>Il</strong> Palazzo Marchesalesede del Museo delle Tecniche e Tradizioni ArtigianaliAd Isola del Gran SassoUn museoe una Biennaleper l’arte sacraCon un colpo d’occhio <strong>in</strong>vidiabile sul Gran Sasso e sulla Valledel Mavone, Isola è un piccolo centro diviso tra arte ereligiosità. Famosa per il Santuario di San Gabriele, unastruttura capace di contenere f<strong>in</strong>o a 12mila persone, meta delpellegr<strong>in</strong>aggio degli studenti maturandi cento giorni primadell’esame, è un punto di riferimento per diverse <strong>in</strong>iziative, tracui la Biennale d’Arte sacra. Proprio nel Santuario, <strong>da</strong>l 1994,è stato allestito il Museo Stauròs d’Arte Sacra contemporaneasulla Passione di Cristo, con l’obiettivo di <strong>in</strong><strong>da</strong>garee discutere il rapporto tra arte e religione, tra fede e creatività,tradizioni e contemporaneità. <strong>Il</strong> Museo Stauròs (che sta per«croce») è diviso <strong>in</strong> tre sale espositive con opere di artisti comeAldo Borgonzoni, Ernesto Treccani, Umberto Mastroianni,Pietro Cascella, Remo Br<strong>in</strong>disi e Ugo Attardi.Museo Stauròs d’Arte Sacra, Alberto Sughi, «La Pietà», 1986 e Gig<strong>in</strong>oFalconi, «<strong>Il</strong> terremoto. Ultimo atto», 2001P<strong>in</strong>acoteca Civica V<strong>in</strong>cenzo B<strong>in</strong>di, Gabriele Carelli, «Interno di chiesacon contad<strong>in</strong>i che pregano» e Pasquale Celommi, «La lavan<strong>da</strong>ia».Gipsoteca Pagliaccetti, Raffaello Pagliaccetti, «Busto di Giann<strong>in</strong>aMilli» del 1875A CampliUn museonazionaleper i PretuziA Campli, famosa per la bella torre campanaria(XIV secolo) e per la Scala Santa (1779),nel trecentesco Convento di San Francesco èospitato, <strong>da</strong>l 1988, il Museo Archeologico Nazionale.L’esposizioneraccoglie reperti provenienti<strong>da</strong>gli scavi condotti <strong>in</strong>zona, <strong>in</strong> particolare l’abitatodi Coccioli, risalente all’etàdel Bronzo, e soprattutto lanecropoli pretuzia di epocaprotostorica di Campovalano.Per quest’ultima l’allestimentomuseale è diviso <strong>in</strong> quattrosezioni che ne ripercorronola storia <strong>da</strong>l primo <strong>in</strong>sediamentopiceno, del XIV secoloa. C., f<strong>in</strong>o al I secolo avantiMuseo Archeologico Nazionale,elementi di carro a due ruotee olla globulare su piede conapplique zoomorfe, del VII-VIsecolo a.C.Cristo. Di notevole importanzasono i reperti provenienti<strong>da</strong>lle tombe del VII-VI secolo,ricche di gioielli, armi e vasellamedi fattura eterogenea.


<strong>Vedere</strong> a Chieti e d<strong>in</strong>torniA Chieti18Grandi guerrieri e statue picc<strong>in</strong>eA Chieti, nella bella villa neoclassicacommissionata <strong>in</strong>torno al 1830 <strong>da</strong>l baroneFrigerj, è ospitato il Museo ArcheologicoNazionale d’Abruzzo che fa del capoluogoteat<strong>in</strong>o, assieme all’altro museoarcheologico «La Civitella», un custodedelle più importanti collezioni di repertidell’antichità r<strong>in</strong>venuti nel territorioabruzzese. <strong>Il</strong> museo, <strong>in</strong>augurato nel1959, ha riorganizzato il percorso espositivonel 2010 per aree tematiche etnico-territoriali:Vest<strong>in</strong>i Transmontani, Vest<strong>in</strong>iCismontani, Peligni, Marruc<strong>in</strong>i, Carric<strong>in</strong>i; ireperti <strong>in</strong>teressano culti funerari, sculturaitalica, numismatica, iconografia romana,epigrafia funeraria ed onoraria,abbracciando un ampio arco temporale.Tra tutti spicca il famoso Guerriero diCapestrano, straord<strong>in</strong>ario e casualer<strong>in</strong>venimento novecentesco, <strong>da</strong>tabile al VI secolo a.C.,al quale <strong>da</strong>l 2011 è stata dedicata una scenografica salapermanente, curata <strong>da</strong>ll’artista della TransavanguardiaMimmo Palad<strong>in</strong>o. <strong>Il</strong> Museo Archeologico Nazionale «LaCivitella» è <strong>in</strong>vece ubicato nell’area dell’antica acropoliteat<strong>in</strong>a, dove è stato riportato alla luce l’anfiteatro della metàdel I secolo a.C. In un allestimento d’effetto, il visitatore puòmuoversi seguendo tre diversi percorsi; il primo, «L’<strong>in</strong>izio dellastoria urbana», è dedicato alla fase repubblicana di Chieti delIII-II secolo a.C.; il secondo, «Da Roma e ieri», documenta lo sviluppodella città romana; l’ultimo, «La terra dei Marruc<strong>in</strong>i», illustragli <strong>in</strong>sediamenti della vallata del medio e basso corso delfiume Pescara; ciascuno dei tre percorsi è suddiviso per sezionispecifiche e ricco di testimonianze e materiali notevoli.Seguendo poi il pr<strong>in</strong>cipale Corso Marruc<strong>in</strong>o, nel cuore dellacittà, bisogna soffermarsi su due palazzi gentilizi custodi diopere d’arte e ospiti di <strong>in</strong>iziative culturali. Nel seicentescopalazzo dei marchesi Mart<strong>in</strong>etti-Bianchi, <strong>in</strong> via De Lollisaccanto al Teatro, trova posto <strong>da</strong>gli anni Settanta il MuseoCostant<strong>in</strong>o Barbella, <strong>in</strong>titolato al «grande scultore distatue picc<strong>in</strong>e», artista chiet<strong>in</strong>o protagonista del Cenacolomichettiano. Lo compongono diverse sezioni: oltre allesculture di Barbella (bozzetti, terrecotte e bronzi) ampio spazioè affi<strong>da</strong>to alla pittura, con gli affreschi provenienti <strong>da</strong>llachiesa cittad<strong>in</strong>a di San Domenico, non più esistente, alcunetavole del XV secolo, un buon gruppo di tele del Seicento edel Settecento, di ambito prettamente napoletano, e il nucleodell’Ottocento abruzzese, con quadri di Basilio Cascella, Michettie Filippo Palizzi. Sono presenti <strong>in</strong>oltre opere su cartadel XVIII e XIX secolo e una collezione, collegata al Premio Michetti,di lavori a firma di artisti contemporanei come PieroDorazio, Alberto Sughi, Mario Ceroli e molti altri. Interessanteè <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la sala che ospita la maioliche donate <strong>da</strong>l professorPaparella-Treccia, opera dei maggiori esponenti della produzionedi Castelli. Proprio sul Corso, <strong>in</strong>vece, si accede al nuovoMuseo di Palazzo de’ Mayo, ormai punto di riferimentoper le più importanti mostre temporanee d’arte della regione,che vanta delle pregevoli collezioni, appartenentialla Fon<strong>da</strong>zione Carichieti, di argenterie prodotte tra ilSettecento e il Novecento e di notevoli quadri e sculture,ottocenteschi e novecenteschi, di autori come Michetti,Fattori, Dalbono, i Cascella, Barbella e altri; <strong>da</strong>vvero moltoapprezzabile è il corpus di opere del secondo Novecento dellamostra permanente «Nel segno dell’immag<strong>in</strong>e», voluta<strong>da</strong> Alfredo Paglione, che espone 130 lavori di 90 artisti,<strong>da</strong> Aligi Sassu a Josè Ortega, passando per Renzo Vespignani,Ennio Calabria, Piero Guccione, Ruggiero Sav<strong>in</strong>io,Robert Carroll, Carlos Mensa, per citarne solo alcuni.Museo Archeologico Nazionale, amor<strong>in</strong>o <strong>in</strong> bronzo di età romana. Museo Archeologico «La Civitella», figura angelica femm<strong>in</strong>ile, II secolo a.C.; «Gioveseduto sul trono», II secolo a.C.; rilievo gladiatorio del monumento funerario di Lusius Storax, prima metà del I secolo d.C. Museo Costant<strong>in</strong>o Barbella,Luca Gior<strong>da</strong>no, «Strage degli <strong>in</strong>nocenti», acquerello su carta, XVII secolo; (<strong>in</strong> alto a destra) Costant<strong>in</strong>o Barbella, «Azzardo», terracotta, 1890-1910A LancianoLe vestigiadi Anxanum<strong>Il</strong> nuovo Museo Archeologico diLanciano è stato <strong>in</strong>augurato nel2011 all’<strong>in</strong>terno del polo musealeSanto Spirito, edificio monastico risalenteal XIV secolo poco distante <strong>da</strong>l centrodella città, anticamente conosciuta comeAnxanum. La raccolta museale è costituita <strong>da</strong>ireperti r<strong>in</strong>venuti durante gli scavi condotti nella zona urbanae nel territorio frentano e ne ricostruiscono nell’<strong>in</strong>sieme la gestazionemillenaria, partendo <strong>da</strong>lle prime testimonianze delqu<strong>in</strong>to millennio avanti Cristo f<strong>in</strong>o a <strong>in</strong>teressanti manufattimedievali. In centro, <strong>in</strong>vece, nel seicentesco Palazzo del Sem<strong>in</strong>ario,è visitabile il Museo Diocesano, suddiviso <strong>in</strong> seisale tematiche dedicate al culto mariano con ex voto, dip<strong>in</strong>ti egioielli offerti alla Madonna del Ponte,statue lignee del Trecento e Quattrocento,sculture e pitture di ambitonapoletano <strong>da</strong>tabili tra il XV e il XVIIIsecolo, paramenti sacri e beni liturgicianche molto antichi.Museo Diocesano, «Cristo che porta laCroce», tavola del XVII secolo.Museo Archeologico, bacile del VI-Vsecolo a.C. e skyphos del V secolo a.C.A Francavilla al MareMichetti ci aspettanel «MuMi»Se Tocco <strong>da</strong> Casauria ha <strong>da</strong>to i natali al geniale pittore FrancescoPaolo Michetti (1851-1929), è stata <strong>in</strong>vece Francavilla al Mare illuogo eletto per conservarne la memoria. A qualche passo <strong>da</strong>lConvento Michetti <strong>in</strong>fatti, nel Palazzo San Domenico, trecentescoconvento domenicano ampiamente rivisitato nel XVIII secoloe ancora nel secondo dopoguerra, ha casa <strong>da</strong>l 1998 il MuseoMichetti. La struttura museale, nota anche come «MuMi»,ospita una sala dedicata alle due grandi e famose tele michettiane«Le serpi» e «Gli storpi», nonché una galleria per le mostretemporanee. La vita di questo museo è strettamente legata alPremio Nazionale di pittura Francesco Paolo Michetti,nato nel 1947 come premio di pittura (vi hanno partecipato ipiù grandi artisti delle diverse correnti del Novecento) e <strong>da</strong> allora,negli anni, si è affermato comeuna prestigiosa vetr<strong>in</strong>a per l’artecontemporanea che oggi ha apertoanche ai l<strong>in</strong>guaggi della scultura,della fotografia, del video e dell’<strong>in</strong>stallazione.Una sezione del «MuMi»,<strong>in</strong>fatti, è costituita <strong>da</strong> oltre 160 opere,<strong>in</strong> esposizione permanente, raccolteedizione dopo edizione <strong>da</strong>llaFon<strong>da</strong>zione deputata alla gestionedel premio e del museo.A GuardiagreleIntorno al Guerriero di Còm<strong>in</strong>oNel complesso conventuale di San Francesco, a Guardiagrele,è ospitato il Museo Archeologico che <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que sale esponei più significativi reperti provenienti <strong>da</strong>llanecropoli protostorica di Còm<strong>in</strong>o,posta ai piedi della Majella, adovest dell’abitato, e utilizzata trail IX ed il III secolo avanti Cristo.Nel 1998 si è <strong>da</strong>to il via agli scavi,conclusi nel 2005 con oltresettanta sepolture riportate allaluce, riferibili al I millennio a.C.;tra queste è degna di particolareattenzione la tomba detta del «Guerriero di Còm<strong>in</strong>o», <strong>da</strong>tabileal IX secolo a.C., che conservava un corredo di armi, braccialie altri reperti <strong>in</strong> bronzo e ceramica. Dal chiostro romanico delconvento si accede poi al Museo del Costume e delle Tradizioniguardiesi, una raccolta di beni quotidiani testimoni della vitadella società locale tra Ottocento e Novecento.Museo Archeologico, anforetta dell’<strong>in</strong>izio del VIII secolo a.C. e fibula a quattro spirali <strong>in</strong> bronzo della prima metàdel VIII secolo a.C.Museo Michetti, Francesco Paolo Michetti, «Gli storpi» e «Le serpi»,del 1899-1900. Cristiano Tass<strong>in</strong>ari, «Head», Premio Michetti 2007


19<strong>Vedere</strong> a Chieti e d<strong>in</strong>torniAd OrtonaLa battagliadella «Stal<strong>in</strong>gradod’Italia»Visitando la bellaCattedrale di SanTommaso, ad Ortona,è possibile accedere<strong>in</strong> alcune sale attiguedove è ospitato il MuseoDiocesano diArte Sacra, ampliatonel 2003; al suo <strong>in</strong>ternosono conservatidip<strong>in</strong>ti realizzati trail XV e il XVIII secolo(con autori comeTommaso Alessandr<strong>in</strong>o,Giovan BattistaRusconi, GiambattistaGamba) e beniecclesiastici (comela c<strong>in</strong>quecentescacroce processionale<strong>in</strong> oro o il coevo bassorilievo della traslazione delle reliquiedi San Tommaso) scampati al devastante passaggiodella secon<strong>da</strong> guerra mondiale, talmente distruttivo <strong>da</strong>far ribattezzare la città «la Stal<strong>in</strong>grado d’Italia».Di questa pag<strong>in</strong>a triste della grande storia e della storialocale, racconta <strong>in</strong>fatti il Museo della Battaglia, dedicatoalle 1314 vittime civili e militari cadute nel dicembredel 1943.Nel r<strong>in</strong>ascimentale Palazzo Corvi, hanno sede <strong>in</strong>vece l’IstitutoNazionale Tostiano e il Museo Musicale d’Abruzzo(Ortona ha <strong>da</strong>to i natali al compositore FrancescoPaolo Tosti, autore di famose romanze, ma anche ad unaltro valente autore, Guido Albanese).Merita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e una visita il Palazzo Farnese, voluto <strong>da</strong>Margherita d’Austria e progettato <strong>da</strong> Giacomo della Portanel 1584, che ospita la Biblioteca comunale, il MuseoCivico Archeologico (con reperti r<strong>in</strong>venuti nel territoriocomunale, <strong>da</strong>lla Preistoria al R<strong>in</strong>ascimento), la P<strong>in</strong>acotecacomunale Cascella (con opere di Basilio, Tommaso e Michele,le cui radici erano ortonesi) e il Museo Civico d’artecontemporanea.A VastoNel Palazzo della poetessa Vittoria Colonna<strong>Il</strong> Palazzo d’Avalos, ricor<strong>da</strong>to f<strong>in</strong> <strong>da</strong>l Trecento ma più voltemodificato nei secoli, già residenza della poetessa VittoriaColonna e di recente completamente restaurato, ospita i MuseiCivici di Vasto.<strong>Il</strong> Museo Archeologico, il cui primo nucleo risale al 1849, raccoglie<strong>in</strong> c<strong>in</strong>que sale reperti <strong>da</strong>ll’età del Ferro all’altoMedioevo, testimoni dello sviluppo della città di Histonium,l’antica Vasto, e dei territori circostanti: corredi funerari, terrecottevotive, collezioni di monete e bronzetti, elementi architettonici.La P<strong>in</strong>acoteca conserva più di un cent<strong>in</strong>aio di dip<strong>in</strong>ti;alla sezione più <strong>da</strong>tata rispondono le opere di Giuseppe,Filippo, Nicola e Francesco Palizzi, donate per la maggiorealla città <strong>da</strong> Filippo nel 1898, nonché di altri autori ottocenteschi;a quella moderna, <strong>in</strong>vece, appartengono le opere di artistiitaliani e stranieri della donazione Paglione.Un excursus tra la storia dell’abbigliamento abruzzese tra Ottocentoe Novecento, è proposta <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>da</strong>l Museo del Costume.A PennapiedimonteI Carric<strong>in</strong>icitati <strong>da</strong> Pl<strong>in</strong>ioA Pennapiedimonte, trova casa <strong>in</strong> un’antica torre la Mostrapermanente della Necropoli Italica. È stata <strong>in</strong>auguratanel 2003 con la raccolta dei reperti r<strong>in</strong>venuti durante gli scavi<strong>in</strong> località Fontana, <strong>in</strong>iziati nel 1982, un sito archeologicostratificato, un <strong>in</strong>sediamento risalente al Neolitico sulquale <strong>in</strong>sisteva, tra il VI e il III secolo a.C., una necropoliitalica dei Carric<strong>in</strong>i, oggi raccontata cronologicamente<strong>da</strong> un percorso espositivo sviluppato su due livelli.Spostandosi <strong>in</strong>vece verso Torricella Peligna, <strong>in</strong> località Madonnadel Palazzo, si <strong>in</strong>contrano le rov<strong>in</strong>e della città frentanadi Iuvanum, citata <strong>da</strong> Pl<strong>in</strong>io il Vecchio, della quale sonostati riconosciuti il Teatro, il Foro e l’Acropoli. Nella strutturamuseale <strong>in</strong> prossimità dell’Acropoli, è stato <strong>in</strong>auguratonel 2006 il Museo Archeologico, che raccoglie reperti delterritorio dei Carec<strong>in</strong>i <strong>in</strong> quattro percorsi tematici <strong>in</strong>titolati«Intorno a Iuvanum», «Culti degli dei», «La vita quotidiana»e «Lapi<strong>da</strong>rio».P<strong>in</strong>acoteca d’Avalos, Filippo Palizzi, «Pastorelli nel bosco», 1852;Gaetano Paloscia, composizione floreale del 1912; Nicola Palizzi,«Pompei»; Giuseppe Palizzi, «Albero con figura maschile». MuseoArcheologico, un particolare del «Mosaico di Nettuno» delle termedell’antica HistoniumAd AtessaUn museo per Sassu<strong>da</strong>l suo devoto galleristaAligi Sassu, straord<strong>in</strong>ario maestro dell’arte italiana, ha avuto<strong>in</strong> vita un forte legame con l’Abruzzo grazie ad Alfredo Paglione,il noto gallerista milanese nativo di Tornareccio (Chieti).Dal 2010 la città di Atessa ha deciso di dedicare un museoall’artista, il Museo Aligi Sassu, costituito nelle sale dell’anticoPalazzo Ferri con novanta opere su carta quasi tutte <strong>in</strong>edite(pastelli e acquerelli, tempere e disegni) e centoventi graficheselezionate (serigrafie, litografie, acquet<strong>in</strong>te e acqueforti); <strong>in</strong>siemeripercorrono alcune delle tappe più importanti della vitaartistica di Sassu, attraverso i soggetti e i l<strong>in</strong>guaggi <strong>in</strong><strong>da</strong>gati<strong>da</strong>lla f<strong>in</strong>e degli anni Venti f<strong>in</strong>o agli anni Sessanta.Museo Diocesano, «Cristo con gli strumenti della Passione»,bassorilievo di ambito abruzzese della secon<strong>da</strong> metà del XIV secolo e il«Volto Santo di Lucca», tavola dip<strong>in</strong>ta a tempera del XIV secoloMostra permanente della Necropoli Italica, reperti r<strong>in</strong>venuti durantegli scavi <strong>in</strong> località Fontana. Iuvanum, veduta del sito archeologico diepoca romanaPalazzo Ferri, le sale che ospitano le opere di Aligi Sassu; lacollezione è <strong>in</strong>titolata ad Alfredo Paglione e a sua moglie TeresitaOlivaresA CrecchioUn crocevia di antiche civiltàNel Castello di Crecchio, di fon<strong>da</strong>zione duecentesca,appartenuto ai De Riseis, duchi diBov<strong>in</strong>o, ha sede <strong>da</strong>l 1995 il Museo dell’AbruzzoBizant<strong>in</strong>o e Altomedievale.<strong>Il</strong> patrimonio museale è costituito pr<strong>in</strong>cipalmente<strong>da</strong>l materiale portato alla lucedurante gli scavi effettuati tra il 1988 e il1991 nella villa rustica romano-bizant<strong>in</strong>ar<strong>in</strong>venuta <strong>in</strong> località Vassarella, nei pressidi Crecchio, ma ci sono anche repertiostrogoti e longobardi di provenienzaabruzzese e la collezione etrusca«Alberto Carlo Fraracci», circa 600reperti che vanno <strong>da</strong>ll’epoca villanovianaf<strong>in</strong>o all’età imperiale romana, tra cuimanufatti lignei d’<strong>in</strong>fluenza copta, vasellame<strong>in</strong> bucchero, gioielli <strong>in</strong> pietre dure e un pregevole elmoostrogoto <strong>in</strong> bronzo.Museo dell’Abruzzo Bizant<strong>in</strong>o e Altomedievale, brocca di ambito bizant<strong>in</strong>o, VI-VII secolo d.C.; una statuetta <strong>in</strong> piombo raffigurante un orso e un particolare dilucerna del V-VII secolo d.C.


<strong>Vedere</strong> a Pescara e d<strong>in</strong>torni20A PescaraUna città giovane «senza rughe»Pescara è una città giovane, «senza rughe»come scrisse Guido Piovene, econferma di avere una propria storia<strong>in</strong> barba a chi cont<strong>in</strong>ua ad affermareil contrario.Più o meno <strong>da</strong>tata che sia, la raccontanoi musei della città. Cheè soprattutto la città di Gabrieled’Annunzio e nonpoteva mancare <strong>in</strong>fattiuna casa-museo dedicataal Vate, al piano nobiledell’ottocentesco palazzodi famiglia nella vecchiaPescara, che conservaarredi d’epoca, suppellettili,quadri, fotografie, carteggi,abiti ed effetti personali appartenutial poeta e ai suoicari, <strong>in</strong> un ambiente domesticodi gusto borghese con<strong>in</strong>teressanti volte a tempere edecorazioni parietali.Tra gli ultimissimi anni dell’Ottocentoe gli albori del Novecento, poi,prese vita <strong>in</strong> città la casa-studiodei Cascella, famiglia di artistipr<strong>in</strong>cipiata <strong>da</strong> Basilio, doveconfluivano i contributi di <strong>in</strong>tellettualicome Pirandello, Pascoli, Mar<strong>in</strong>etti, d’Annunzio,Grazia Deled<strong>da</strong>, A<strong>da</strong> Negri, Guido Gozzano, Saba, FederigoTozzi e molti altri, dest<strong>in</strong>ati alle pag<strong>in</strong>e della storica rivista«<strong>Il</strong>lustrazione abruzzese» (poi r<strong>in</strong>novata <strong>in</strong> «La Grande illustrazione»),un punto di riferimento culturale dell’epoca.Questo stabilimento cromolitografico, dove si formaronoi figli di Basilio, Gioacch<strong>in</strong>o, Michele e Tommaso,e i figli di quest’ultimo, Andrea e Pietro, vennedonato già nel 1966 al Comune di Pescara che nel 1975vi istituì un museo. Lo stesso che oggi ospita opere pittorichee scultoree, ma anche grafiche, ceramiche, e tantiricordi di questa d<strong>in</strong>astia di artisti; di <strong>tutta</strong> la raccolta brillano«<strong>Il</strong> bagno della pastora» di Basilio, sensuale ritrattodi un Abruzzo magico e atavico, e «<strong>Il</strong> Cavaliere nero» diAndrea, capolavoro assoluto della scultura <strong>in</strong>formale.Altri capolavori, <strong>in</strong>vece, sono raccolti <strong>in</strong> una bombonieradell’architettura eclettista dell’Ottocento, nelcuore di Pescara, la famosa Villa Urania, residenza almare dei baroni Treccia che l’erede Raffaele Paparella-Treccia donò al Comune istituendovi una Fon<strong>da</strong>zione.La quale ad oggi gestisce l’importante collezione di antichee pregiate ceramiche di Castelli riunite nel corso di unavita, girando tutto il mondo, <strong>da</strong>l professor Paparella-Trecciae <strong>da</strong>lla consorte Margherita Devlet. I pezzi, <strong>da</strong>vvero pregevoli,sono <strong>da</strong>tati <strong>da</strong>l R<strong>in</strong>ascimento al XVIII secolo, e firmati<strong>da</strong>i maggiori maestri castellani, <strong>da</strong>i Grue ai Gentili f<strong>in</strong>o aGesualdo Fu<strong>in</strong>a e Silvio De Mart<strong>in</strong>is. Villa Urania, prestataanche ad importanti esposizioni temporanee, ha ospitatonegli anni passati mostre storiche come le retrospettive suipittori Pasquale Celommi e Tommaso Cascella che ne hannosegnato una notevole riscoperta.Trova posto <strong>in</strong>vece nei locali dell’ex Bagno penale borbonico,monumento nazionale poiché carcere dei patrioti delRisorgimento, il Museo delle Genti d’Abruzzo, dedicatoal fon<strong>da</strong>tore Claudio Leno de Pompeis, medico e studioso dipreistoria come amava def<strong>in</strong>irsi, che ha unito, a partire <strong>da</strong>l1985, due precedenti raccolte museali dedicate a materialipreistorici e protostorici nonché a documenti della culturamateriale agro-pastorale. <strong>Il</strong> nuovo museo ha permessocosì di ripercorrere la storia dell’Uomo <strong>in</strong> Abruzzo <strong>da</strong>lPaleolitico <strong>in</strong>feriore f<strong>in</strong>o alla rivoluzione <strong>in</strong>dustriale,nell’ottica di unacommistione trapreistoria e tradizionipopolari. Inun percorso che sisno<strong>da</strong> tra sale espositivericavate <strong>da</strong>i localipenali così come <strong>da</strong>lle cameratedella caserma, sostanzianoil museo ambienti storiciricostruiti, reperti archeologicie archivi di «fonti orali» legatealla civiltà rurale e alla pastorizia,allestimenti dedicati al periodorisorgimentale o alla Grandeguerra così come raccolte fotograficheIn alto e <strong>in</strong> basso, Villa Urania, Ceramiche di Castelli, Carlo Antonio Grue,«Scene della vita di Mosè» e una zuppiera con scene di caccia, del secoloXVII. Sopra, Museo Casa Natale di Gabriele D’Annunzio, la camera <strong>da</strong>letto del poeta e del fratello. Museo Civico Cascella, Basilio Cascella, «<strong>Il</strong>bagno della pastora», 1899testimoni di usi e costumi locali degli ultimi due secoli. Maci sono anche una nutrita biblioteca e una sala riservata alleopere dello scultore Giuseppe Di Pr<strong>in</strong>zio, un auditorium e unsalotto culturale adibito a «Caffè letterario» per eventi culturalie non solo.Dopo questi tuffi nella storia, Pescara torna alla sua naturacontemporanea con il Museo d’Arte Moderna VittoriaColonna e con il Mediamuseum. <strong>Il</strong> primo, ospitato nell’architetturarazionalista di Eugenio Montuori, svolge pr<strong>in</strong>cipalmentela funzione di impegnato spazio espositivo per mostretemporanee di buon respiro, non potendo contare su unacollezione permanente dispessore.Notevole <strong>in</strong>vece è l’impegnoprofuso per ilMuseo Nazionale delC<strong>in</strong>ema e dell’Audiovisivo,legato a filo doppioai Premi Internazionali Flaianoe al patron Edoardo Tiboni,una raccolta unica di documenti,oggetti e memorie dellearti dello spettacolo, tra c<strong>in</strong>ema,televisione, teatro e nuovi media:una mediateca popolatissima cheesprime quella voglia <strong>tutta</strong> pescaresedi modernità e progresso.A Loreto Aprut<strong>in</strong>oUna Fon<strong>da</strong>zioneper c<strong>in</strong>que luoghid’arteLoreto Aprut<strong>in</strong>o è un vero scrignod’arte dell’entroterra pescarese:una peculiare fisionomia storicoarchitettonica(con l’imponenteCastello Chiola e le belle chiesedi San Pietro Apostolo e SanFrancesco d’Assisi ad esempio)ed un paesaggio circostante che lorende famoso per il suo olio e il suov<strong>in</strong>o. E poi Loreto, più di ogni altrocentro della zona, ha saputo organizzare e promuovere ipropri tesori, grazie ad un nutrito polo museale, gestito<strong>da</strong>lla Fon<strong>da</strong>zione dei Musei Civici, forte di c<strong>in</strong>que sediespositive. <strong>Il</strong> Museo Acerbo raccoglie la collezione di anticheceramiche di Castelli riunita <strong>da</strong>l barone Giacomo Acerbo, giàm<strong>in</strong>istro nel Ventennio, che annovera 570 pezzi <strong>da</strong>tati tra l’<strong>in</strong>iziodel C<strong>in</strong>quecento e il primo Ottocento a firma dei più grandiceramisti castellani: Grue, Gentili, Cappelletti e Fu<strong>in</strong>a.<strong>Il</strong> Museo dell’Olio <strong>in</strong>vece, allestito nell’antico e <strong>in</strong>novativooleificio di Raffaele Bald<strong>in</strong>i Pallad<strong>in</strong>i, lungimirante self-mademan che fece conoscere l’olio loretese <strong>in</strong> tutto il mondo tra laf<strong>in</strong>e dell’Ottocento e i primi del Novecento, è ospitato nel CastellettoAmorotti, una suggestiva costruzione eclettista progettata<strong>da</strong> Francesco Paolo Michetti. Entrambi sono visitabili<strong>in</strong>sieme all’Oleoteca Regionale, centro di promozione dell’olioabruzzese e dell’arte olearia, mentre rimangono ancora <strong>in</strong>accessibili,a causa dei <strong>da</strong>nni provocati <strong>da</strong>l sisma del 2009, il Museodella Civiltà Contad<strong>in</strong>a, dedicato ad usi e costumi dellaVallata del Tavo, e l’Antiquarium Casamarte, che conservacent<strong>in</strong>aia di importanti reperti <strong>da</strong>tati <strong>da</strong>l Paleolitico al Medioevo.Dall’estate 2012, <strong>in</strong>oltre, è stato promosso il primo Festivaldi Fotografia del Paesaggio, battezzato Loretoview (www.loretoview.it),che mira ad imporsi come evento biennale e che,nella prima edizione, ha ospitato, tra le altre mostre, le personalidi Michael Kenna e Franco Fontana e un’<strong>in</strong>teressante sezionestorica con <strong>in</strong>edite e preziose fotografie d’antan. Parlandodi Loreto, è doveroso poi un cenno alla chiesa abbaziale diSanta Maria <strong>in</strong> Piano, poco distante <strong>da</strong>l centro e menzionataf<strong>in</strong> <strong>da</strong>ll’864, al cui <strong>in</strong>terno sono ancora visibili molte tracce diun <strong>in</strong>vidiabile ciclo di affreschi, risalenti ai secoli XII-XV, che rivestivatutte le pareti: ben leggibile è il meraviglioso «Giudiziof<strong>in</strong>ale» della controfacciata, di grande <strong>in</strong>teresse per gli studiosi.Dall’alto, Museo Acerbo,Ceramica di Castelli,Francesco Grue, «Incontrodi Ciro e Lisandro», XVIIsecolo; Carlo AntonioGrue, «Sacra famiglia» eGiacomo Gentili, «Mosèsalvato <strong>da</strong>lle acque, XVIIIsecolo. Abbazia di SantaMaria <strong>in</strong> Piano, «Pietà» e«Resurrezione di Cristo»,XV secolo


21<strong>Vedere</strong> aPescara e d<strong>in</strong>torniA PenneArte di tutti i secoliNell’antica Penne, una città particolarmente ricca di arte edi storia, sul Colle del Duomo, <strong>in</strong> un complesso monumentaleattiguo all’edificio sacro, hanno sede il Museo CivicoDiocesano e il Museo Archeologico dedicato al baronearcheologo Giovanni Battista Leopardi.Quest’ultimo conserva più di mille reperti che ricostruiscono,lungo dieci sale espositive, la storia del territorio pennese<strong>da</strong>l Paleolitico al Medioevo, con ritrovamenti provenienti<strong>da</strong>l sito di Campo delle Piana, <strong>da</strong>l villaggio neolitico diPluviano, <strong>da</strong>lle necropoli italiche di Montebello di Bertona,Far<strong>in</strong>a Cardito, Vestea, Loreto Aprut<strong>in</strong>o e Nocciano.<strong>Il</strong> Museo Civico Diocesano, <strong>in</strong>vece, articolato su due livelliespositivi, racconta dell’arte medievale con frammentiarchitettonici, lapidi, iscrizioni e affreschi devozionali risalentiai sec. XIII-XV. Ma ci sono anche sezioni dedicateall’oreficeria, a dip<strong>in</strong>ti, sculture lignee, codici m<strong>in</strong>iati, libri,documenti e paramenti liturgici, opere <strong>da</strong>tabili tra ilXIV e il XVIII secolo. Due di queste richiamano l’attenzioneper le importanti attribuzioni: una Croce processionaleattribuita a Nicola <strong>da</strong> Guardiagrele e una Madonna conBamb<strong>in</strong>o del XV secolo attribuita a Silvestro dell’Aquila.Degna di nota, poi, è la Bolla <strong>in</strong> oro dell’imperatore FedericoII del 1219.Nel Palazzo Castiglione-De Leone, un bell’edificio tardoc<strong>in</strong>quecentescoampliato e rivisitato nei secoli successivi, hatrovato posto <strong>da</strong>l 2011 il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea(MAMeC). Grazie ad un <strong>in</strong>tervento di restauro non<strong>in</strong>vasivo, rispettoso deipregi pregressi dell’elegantesede, è statagarantita la doppiavia dell’esposizionetemporanea e permanente;questa raccogliele opere dellecollezioni Galluppi,Br<strong>in</strong>disi e Di Fabrizio-Sav<strong>in</strong>i,donatealla collettività, tra lequali spiccano i «Costumiromani» di Bartolomeo P<strong>in</strong>elli,il «Busto di donna» di V<strong>in</strong>cenzoGemito, il «Ritratto di donna»di Antonio Manc<strong>in</strong>i, due naturemorte di Filippo Palizzi,una «Veduta di Orvieto»di Michele Cammarano,la «Natura mortacon tuba» di MarioMafai e uno scrittoioA NoccianoI contemporane<strong>in</strong>el CastelloA Nocciano dom<strong>in</strong>a la scena il prestigiosopalazzo baronale degli Aliprandi, antica residenzafortificata che ospita nelle propriesale il Museo e Archivio degli Artisti AbruzzesiContemporanei, una collezione permanenteche dimostra come l’Abruzzo, dopogli anni Sessanta del secolo scorso, sia statauna realtà d<strong>in</strong>amica aperta alle nuoveistanze dell’arte italiana ed europea. Provatangibile ne sono le opere di artisti comeEttore Spalletti, Franco Summa, RemoBr<strong>in</strong>disi, Giuseppe Misticoni, Angelo Colangelo,Elio Di Blasio e altri, raccolte <strong>in</strong>izialmente,a partire <strong>da</strong>l 1998, <strong>da</strong>llo storicodell’arte Eugenio Riccitelli, fon<strong>da</strong>tore delprimo allestimento museale. Ristrutturatoe riaperto al pubblico nel 2006 con un nuovopercorso espositivo storico-di<strong>da</strong>ttico, ilMAAAC ha come contraltare nel Castello diNocciano, alcune sale espositive dedicatealle mostre temporanee, una sala convegnie un atrio attrezzato; tutti spazi <strong>in</strong> cuitrovano posto l<strong>in</strong>guaggi diversi, <strong>da</strong>lla musicaal teatro, <strong>da</strong>lla performance al c<strong>in</strong>ema,nell’ottica di una riflessione collettiva sullacultura contemporanea.MAAAC, Castello di Nocciano, «Epifania», sculturadi Franco Summa del 1997Museo Civico Diocesano, «Cervoassalito <strong>da</strong> una leonessa» e (as<strong>in</strong>istra) scultura <strong>in</strong> pietra con figuraleon<strong>in</strong>a, XI secolo; «Imago pietatis»,XV secoloMuseo Archeologico Leopardi, vasobiansato <strong>in</strong> argilla (VI-V secolo a.C.)e (<strong>in</strong> alto) test<strong>in</strong>a femm<strong>in</strong>ile <strong>in</strong> argilladepurata di età ellenistico-romanadi Filippo de Pisis. Presente anche una sezione di opere asoggetto prevalentemente religioso, <strong>da</strong>tabili tra il XIV e XVIIsecolo, e una secon<strong>da</strong> sezione di quadri risalenti al XX secolodi diversa ispirazione. L’<strong>in</strong>gente donazione di opere a firmadell’artista di orig<strong>in</strong>e abruzzese Remo Br<strong>in</strong>disi, poi, contele di dimensioni anche ragguardevoli, più un’ampia collezionedi disegni e grafiche, giustifica <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e la componentecontemporanea del MAMeC.A Civitella CasanovaGli artisti<strong>in</strong>ternazionalidi Poll<strong>in</strong>ariaNon chiamatela semplicemente azien<strong>da</strong> agricola biologica,agriturismo o residenza d’artista, Poll<strong>in</strong>aria è molto di più. Cimette la mano sul fuoco (del cam<strong>in</strong>o di una delle case colonicheche la compongono) Gaetano Carboni, <strong>in</strong>ventore ecuratore di questo centro di ricerca tra natura, arte escienza, come ama def<strong>in</strong>irlo.Una proprietà di famiglia che si estende nella campagna pescaresetra i comuni di Civitella Casanova, Penne e LoretoAprut<strong>in</strong>o, riorganizzata, ristrutturata e riconvertita tra il2006 e il 2007, con l’idea di cercare una via nuova per l’agricoltura,impegnandosi <strong>in</strong> percorsi di ampio raggio: <strong>da</strong>lle piantagioni(ci sono il frutteto, l’uliveto, il vigneto, i pomodori e icereali) giocate sulla biodiversità del materiale genetico autoctono,specie di qualità quasi scomparse, al ritorno ad alcunedimensioni tradizionali della cultura rurale, f<strong>in</strong>o al recuperodi un’<strong>in</strong>ventiva artistica capace di <strong>da</strong>re una base scientificotecnologicaall’estetica.Quest’ultimo aspetto di Poll<strong>in</strong>aria (www.poll<strong>in</strong>aria.org), relativoalla residenza d’artista e col tono del mecenatismo,richiama autori <strong>da</strong> tutto il mondo, che giungono qui per realizzareun’opera f<strong>in</strong>ale capace d’<strong>in</strong>teragire con l’ambientecircostante, permettendo di promuovere direttamente o <strong>in</strong>direttamentel’Abruzzo <strong>in</strong> importanti contesti <strong>in</strong>ternazionalidedicati all’arte contemporanea.Lo ha fatto per primo Nikola Uzunovski, nel 2008, e a seguireil collettivo di artisti svizzeri Etoy, la coppia parig<strong>in</strong>a Heikoe Helen Hansen, il gruppo americano dei Futurefarmers,la tedesca Agnes Meyer-Brandis, f<strong>in</strong>o all’architetto californianoFritz Haeg con il progetto <strong>in</strong>titolato «DomesticIntegrities», una ricerca sull’eterno rapporto di conflitto e coesionetra l’uomo e la natura, come spiega <strong>in</strong>sieme al curatoreCarboni, concentrata sulle ataviche abitud<strong>in</strong>i e attività domestichedella popolazione rurale. Un lavoro che ha <strong>in</strong>teressatodiverse discipl<strong>in</strong>e e media come l’ecologia, la performance el’orticoltura; Haeg ha esposto, tra l’altro, alla Tate Modern ciLondra e al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.Questo importante progetto, concluso nel corso di quattrostagioni nelle campagne abruzzesi, con base a Poll<strong>in</strong>aria,è già appro<strong>da</strong>to al MoMA di New York, alla HaywardGallery di Londra, all’Hammer Museum di Los Angeles,<strong>in</strong> attesa della grande esposizione presso il Walker ArtCenter di M<strong>in</strong>neapolis di questa estate.Un’immag<strong>in</strong>e di «This is not a Trojan Horse», progetto dei Futurfarmersnelle campagne di Poll<strong>in</strong>aria


<strong>Vedere</strong> <strong>in</strong> Abruzzo22Qui la mappatura è stata fattaLa Direzione Regionale del M<strong>in</strong>istero con l’Assessorato alla Cultura della Regione,ha disegnato dei «percorsi culturali» onl<strong>in</strong>e per far conoscere tutte le bellezze abruzzesi,anche di nicchie distanti <strong>da</strong>i luoghi più noti e frequentatiL’Abruzzo è un sécretaire con quattro cassetti, uno per prov<strong>in</strong>cia,e <strong>in</strong> ciascuno di essi sono racchiusi musei, monumentie altri piccoli tesori di arte e di storia spesso poco conosciutie, di conseguenza, poco visitati. Anche per questa ragione,la Direzione Regionale per l’Abruzzo del M<strong>in</strong>isterodei Beni e delle Attività Culturali ha aderito alla realizzazionedel Progetto Nazionale <strong>in</strong>titolato «MuseiD-Italia», approvato <strong>da</strong>l Comitato Nazionale di Coord<strong>in</strong>amentodi CulturaItalia nell’ambito dei f<strong>in</strong>anziamentie-gov-2012 attraverso il Protocollo d’<strong>in</strong>tesa firmato <strong>da</strong>lMiBAC e <strong>da</strong>l M<strong>in</strong>istro per la Pubblica Amm<strong>in</strong>istrazionee l’Innovazione, attivando forme di collaborazione conla Regione Abruzzo.Responsabile del progetto, re<strong>da</strong>tto <strong>da</strong> Verdone Editore, èstata <strong>in</strong>caricata la dottoressa Paola Carfagn<strong>in</strong>i, funzionarioe storico dell’arte della Direzione per i Beni Culturali ePaesaggistici dell’Abruzzo, che ci spiega come l’<strong>in</strong>tento comunedelle parti <strong>in</strong>teressate è stato quello di formulare unprogetto regionale f<strong>in</strong>alizzato alla piena conoscenza e allavalorizzazione del patrimonio culturale abruzzese.«Con l’adesione alla realizzazione del Progetto, commenta Carfagn<strong>in</strong>i,si sta provvedendo <strong>in</strong>fatti all’aggiornamento dei siti web dedicati,anzitutto il sito della nostra Direzione Regionale ma anche, compatibilmentecon le risorse economiche a disposizione, i siti degli IstitutiMiBAC presenti sul territorio e impostati secondo il “Content ManagementSystem Museo e web”. Infatti si è posta particolare attenzioneal pubblico a cui è diretta l’offerta del bene culturale, che travalicala semplice conoscenza dell’opera, <strong>in</strong>dipendente <strong>da</strong>l suo luogo dicollocazione; <strong>in</strong>oltre ci troviamo a dover <strong>in</strong>centivare la ripresa dellafruizione dei beni culturali <strong>in</strong> Abruzzo che il sisma del 6 aprile 2009ha colpito tanto duramente <strong>da</strong> compromettere il relativo flusso turistico,con ripercussioni negative anche sul cosiddetto turismo diffusoche com<strong>in</strong>ciava ad affermarsi, favorito <strong>da</strong>lla copresenza di bellezzenaturali e di beni artistici, architettonici e archeologici».Per tutte queste ragioni la Direzione BAP, di concerto conl’Assessorato alla Cultura della Regione, ha scelto di metterea punto dei «percorsi culturali» che, seguendo il tracciatostra<strong>da</strong>le che attraversa le quattro prov<strong>in</strong>ce di L’Aquila, Teramo,Pescara e Chieti, permettono di conoscere più capillarmentequesto patrimonio di bellezze abruzzesi, non solonelle sue manifestazioni più conosciute, ma anche nei settoridi nicchia distanti <strong>da</strong>i percorsi abituali.«La partenza di tali percorsi, prosegue la dottoressa, sarà simbolicamentela città di L’Aquila che, a causa del terremoto, attualmentenon può offrire alla fruizione del pubblico le sue opere. Un percorso sisnoderà virtualmente lungo il piano di Navelli (L’Aquila) verso Pescarae il suo territorio. Invece un it<strong>in</strong>erario <strong>in</strong>teressante per la presenzadi emergenze artistiche si rivela quello che <strong>da</strong> L’Aquila raggiunge Teramo,cont<strong>in</strong>ua f<strong>in</strong>o alla costa adriatica e raggiunge il territorio dellaprov<strong>in</strong>cia di Chieti che presenta caratteri paesaggistici fra i più <strong>in</strong>teressantid’Italia, senza tralasciare l’<strong>in</strong>terno della stessa prov<strong>in</strong>cia,ricca di arte e tradizioni etnoantropologiche. Lungo gli it<strong>in</strong>erari così<strong>Il</strong> Castello di Celano (L’Aquila), generalmente noto come «Castello Piccolom<strong>in</strong>i», ospita nelle proprie sale il Museo d’Arte Sacra della Marsica, conimportanti testimonianze artistiche di scultura, pittura e oreficeria, <strong>da</strong>l XII al XVIII secolo, oggi ulteriormente accresciuto <strong>da</strong> depositi temporanei <strong>da</strong>lMuseo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, chiuso a seguito del sismadescritti <strong>in</strong> via di massima, sono previste poi delle “deviazioni” cheraggiungono la Marsica o le zone dei Parchi, non potendo omettereche l’Abruzzo è stata ribattezzata come la regione verde d’Europa».La sistemazione e l’immissione nei siti web di tutti i<strong>da</strong>ti <strong>in</strong>erenti ai beni culturali di proprietà statale che<strong>in</strong>sistono lungo i percorsi segnalati, è così curata <strong>da</strong>llaDirezione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggisticidell’Abruzzo, mentre altri <strong>da</strong>ti vengono <strong>in</strong>seriti <strong>da</strong>lla RegioneAbruzzo, ferma restando l’uniformazione dei criteri diselezione e degli stan<strong>da</strong>rd qualitativi e tecnologici che prevedono,oltre ad una sche<strong>da</strong> di<strong>da</strong>scalica generale sul beneimmobile <strong>in</strong> oggetto, una selezione di immag<strong>in</strong>i e alcuneschede di catalogazione specifica per i beni mobili custoditi,come nel caso di musei e chiese.Una mappa virtuale che consentirà, anche nell’otticadegli smartphone e dei tablet (nuovi compagni di viaggiodel turista), di avere sempre a disposizione, primadurante e dopo le visite, un <strong>in</strong>vito ed una spiegazioneper orientarsi e per non perdere nulla delle ricchezzestoriche, artistiche e paesaggistiche dell’Abruzzo.<strong>Il</strong> Convent<strong>in</strong>o di San Giuliano è di nuovo nella cittàDopo l’accordo del 2011 che ha permesso, grazie al f<strong>in</strong>anziamentodi Soroptimist International d’Italia, di procedereai lavori di restauro, è tornato alla città, con una cerimoniaa metà giugno, il Convent<strong>in</strong>o di San Giuliano, nell’omonimobosco nei pressi di L’Aquila, <strong>da</strong>nneggiato <strong>da</strong>l sisma del 6aprile 2009.<strong>Il</strong> «Lochetto», come viene anche chiamato l’edificio primitivo,risalente agli <strong>in</strong>izi del XV secolo, del più grande complessoconventuale ottocentesco di San Giuliano, ha ritrovato gliantichi splendori grazie a questa generosa donazione cheha garantito il recupero della struttura architettonica nonchédei preziosi apparati decorativi e dei reperti del Museodelle Reliquie ospitato all’<strong>in</strong>terno del convento, già custodedi preziosi affreschi c<strong>in</strong>quecenteschi e seicenteschi, di unaricchissima biblioteca composta <strong>da</strong> oltre 20mila volumi, diun museo naturalistico con animali provenienti <strong>da</strong> tutto ilmondo, raccolti nel secolo scorso <strong>da</strong> padre Gabriele Mar<strong>in</strong>i,e di una piccola ma significativa sezione con importanti testimonianzepittoriche e scultoree.Collocato <strong>in</strong> una delle zone paesaggisticamente più <strong>in</strong>teressantidella città, questo primo nucleo conventuale vennecostruito nel 1415 <strong>da</strong>l Beato Giovanni <strong>da</strong> Stroncone, edoggi è <strong>in</strong>globato nell’ala nord del fabbricato ottocentesco:ha pianta rettangolare irregolare racchiusa <strong>in</strong> un semplice<strong>in</strong>volucro murario con piccole aperture <strong>in</strong> pietra (come spiegal’architetto Corrado Marsili, progettista e direttore deilavori di restauro) e comprende una cella, uno studiolo, unoratorio-cappella e un vano <strong>in</strong>feriore pressoché <strong>in</strong>terrato,forse un tempo adibito a refettorio nonché, all’esterno, unantico giard<strong>in</strong>o.<strong>Il</strong> Convent<strong>in</strong>o è, come detto, uno scrigno d’arte. Già nel ballatoiosi possono ammirare affreschi <strong>da</strong>tabili <strong>da</strong>l C<strong>in</strong>quecentoal Seicento che raffigurano, <strong>in</strong> un paesaggio idilliaco, figuredi santi <strong>in</strong>sieme a centauri e fauni, dei quali purtroppo restanosolo alcune porzioni ben visibili e conservate; ma i verigioielli pittorici di questo edificio si r<strong>in</strong>vengono nella cappella-oratorio:la volta e le pareti sono decorate con i temi della«Passione di Cristo», ma anche qui dei venti riquadri delladecorazione, suddivisi <strong>da</strong> cornici e fregi classici, soltantoalcuni sono tornati leggibili dopo i recenti restauri.


23<strong>Vedere</strong> libri e poeti d’Abruzzo<strong>Il</strong> Salone del Libro di Tor<strong>in</strong>oè stato un successo per l’Abruzzo«L’Abruzzo celebra D’Annunzio» è stato lo slogan dell’editoria abruzzesenella kermesse libraria tor<strong>in</strong>ese: ben 47 editori regionalihanno presentato libri che non solo raccontano l’Abruzzo di ieri e di oggima che si allargano anche oltre i loro conf<strong>in</strong>i«Ma l’Abruzzosono io»L’omaggio al genialeD’Annunzio«più che uno scrittorefu un’<strong>in</strong>tera letteratura»Lo stand della Regione Abruzzo al Salone del Libro di Tor<strong>in</strong>o del 2013Anche quest’anno l’Abruzzo ha fatto bella mostra di sé al SaloneInternazionale del Libro di Tor<strong>in</strong>o, un appuntamentoconsueto a cui risponde puntualmente la Regione con l’Assessoratoalle Politiche Culturali di concerto con il Servizio Benie Attività Culturali.Nello stand dedicato al padiglione 3, la promozione regionaleha puntato sul conterraneo più festeggiato del momento,il poeta (e appare riduttivo ricor<strong>da</strong>rlo solo comepoeta) Gabriele D’Annunzio. E lo ha fatto <strong>in</strong> s<strong>in</strong>toniacon la Fon<strong>da</strong>zione <strong>Il</strong> Vittoriale degli Italiani che, specularmentenello stesso isolato espositivo, ha propostoun’<strong>in</strong>teressante mostra di cimeli e carteggi d’annunzianiper il 150mo <strong>da</strong>lla nascita, alcuni dei quali completamente<strong>in</strong>editi.«Un personaggio <strong>da</strong>l carattere ambizioso, privo di complessi e <strong>in</strong>ibizioni,portato al confronto competitivo con la realtà, commenta l’assessoreLuigi De Fanis, che ha <strong>in</strong>fluenzato <strong>in</strong>discutibilmente la culturaitaliana ed europea, ed oltre ad aver fatto della sua vita un’opera d’arte,è stato un grande <strong>in</strong>novatore della l<strong>in</strong>gua italiana. La vita vissuta <strong>da</strong>D’Annunzio, prosegue De Fanis, ben si lega con il tema conduttore delSalone 2013, ovvero “la creatività”: <strong>in</strong> un momento come quello che l’umanitàsta vivendo, con cont<strong>in</strong>ui esagitati cambiamenti, mi pongo la doman<strong>da</strong>su come cambierà il modus operandi della mente nell’att<strong>in</strong>gerea nuove idee per <strong>in</strong>novare la cultura letteraria e poter far scegliere allegenerazioni future i propri “classici”».«Tra questi senz’altro alcune opere del Vate, aggiunge Paolo Antonetti,dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali dellaRegione Abruzzo, al quale negli ultimi anni si è rivolta attentamentel’editoria abruzzese con una considerevole produzione relativa all’operae al pensiero del Poeta. <strong>Il</strong> settore dell’editoria, precisa Antonetti,va annoverato tra le grandi potenzialità culturali ed economiche dellanostra regione. E proprio la ricorrenza del centoc<strong>in</strong>quantesimo anniversariodella nascita dell’Immag<strong>in</strong>ifico, a cui tra l’altro la rassegna tor<strong>in</strong>eseha dedicato una sezione <strong>da</strong>l titolo “D’Annunzio tra Tor<strong>in</strong>o e Pescara”,offre l’occasione per visualizzare ed apprezzare la produzione librariad’annunziana, ma altresì l’occasione per una rilettura e un rilancio delpatrimonio librario regionale, necessaria per avviare anche una riflessionesull’editoria abruzzese e sulla legge regionale che la riguar<strong>da</strong>».L’Abruzzo celebra D’Annunzio, è stato dunque lo slogan <strong>in</strong>discussodi questa vetr<strong>in</strong>a abruzzese a Tor<strong>in</strong>o, con ben 47 editoriregionali che hanno presentato le proprie collezioni, titoli cheraccontano l’Abruzzo di ieri e di oggi ma che sanno viaggiareanche oltre i conf<strong>in</strong>i regionali. «Malgrado la crisi, spiega <strong>in</strong>fattiMarco Solfanelli, Presidente dell’Associazione EditoriAbruzzesi, con coraggio e <strong>in</strong>traprendenza i nostri editori sono impegnat<strong>in</strong>ella realizzazione e diffusione di opere <strong>in</strong>dirizzate al mercatolibrario attraverso i più moderni canali di distribuzione. Opere di nar-rativa, poetiche e scientifiche, proposte nella migliore tradizione regionale,che ha sempre rappresentato la cerniera tra la cultura meridionaledella Magna Grecia e quella europea del Nord Italia. I nostri libriaffrontano le vetr<strong>in</strong>e delle librerie con dignità, accanto alla più autorevoleproduzione nazionale, ne fanno fede i nomi celebri ed autorevolidi autori, taluni di fama <strong>in</strong>ternazionale, che affi<strong>da</strong>no le loro opere aglieditori abruzzesi. Ma, cont<strong>in</strong>ua Solfanelli, possiamo fare di più se altreIstituzioni, al pari della Regione Abruzzo, mostrassero maggiore attenzionea questa benemerita categoria imprenditoriale. Per esempio gliAtenei o gli Istituti di credito locali che talvolta preferiscono f<strong>in</strong>anziareeditori al di fuori della nostra regione».Dopo l’<strong>in</strong>augurazione di giovedì 16 maggio, con la mostra «<strong>Il</strong>Cenacolo e d<strong>in</strong>torni», angolo con testimonianze e repertidella prima metà del Novecento a cura dell’Archivio<strong>Il</strong>lustrazione Abruzzese, si sono susseguiti numerosiappuntamenti, nei giorni successivi e f<strong>in</strong>o alla chiusura del20 maggio, come la presentazione del libro «Gabriele D’Annunzioe l’enogastronomia della memoria» di EnricoDi Carlo e della ristampa, a cura di Mario Palmerio, delcapolavoro vernacolare «Ta-pù, lu trumbone d’accumpagnamente»del «poeta-sartore» di Guardiagrele ModestoDella Porta. Sono stati particolarmente seguiti, poi, ilconvegno «Storie di migrazioni» a cura dell’AssociazioneFamiglia Abruzzese e Molisana <strong>in</strong> Piemonte e Valle d’Aosta,la tavola roton<strong>da</strong> «Benedetto Croce e Gabriele D’Annunzio,due <strong>in</strong>tellettuali dell’Italia unita» con relatoridel calibro di Natal<strong>in</strong>o Irti, Dacia Mara<strong>in</strong>i ed Ugo Mattei,e la presentazione del Progetto di Candi<strong>da</strong>tura della Cittàdi L’Aquila, ancora nella difficile fase della ricostruzionedopo il sisma del 2009, a Capitale Europea della Cultura.Perché è nella consapevolezza del proprio patrimonio e delleproprie potenzialità culturali, sembra suggerire l’esperienzator<strong>in</strong>ese, che l’Abruzzo deve cercare, e può ritrovare, la giustavia per crescere e, nel caso aquilano, r<strong>in</strong>ascere.Non c’era location più a<strong>da</strong>tta per festeggiare il 150mo anniversariodella nascita di Gabriele D’Annunzio, come ilSalone Internazionale del libro di Tor<strong>in</strong>o che, decl<strong>in</strong>andoil tema della creatività, ha trovato <strong>in</strong> D’Annunzio il perfettoparadigma di una vita vissuta all’<strong>in</strong>segna dellagenialità. È questo l’assunto della Regione Abruzzo che ha<strong>in</strong>teso celebrare questa ricorrenza, di rilievo <strong>in</strong>ternazionale,contribuendo a riscoprire la figura del Vate: uomo, scrittore,letterato, poeta, sol<strong>da</strong>to, creativo, comunicatore,politico, tra le passioni gastronomiche e il forte legamealla terra d’orig<strong>in</strong>e, presente nella sua opera coni suoi monti e il suo mare, con la città natia, Pescara,dove venne alla luce il 12 marzo del 1863, e con quelle radiciche hanno sempre mosso, anche nella lontananza imposta<strong>da</strong>ll’esistenza quotidiana di D’Annunzio, il suo pensiero versol’Abruzzo.Un sentimento ricambiato, quest’anno, con un impegnod’eccezione, f<strong>in</strong>alizzato ad un riequilibrio dei vari bilanci,storici e critici, che hanno consegnato alla memoria comunela figura e l’opera di Gabriele D’Annunzio. È allo studiosoLucio D’Arcangelo, saggista e già docente universitario,che la Regione si è affi<strong>da</strong>ta per tracciare unritratto aggiornato del Poeta. Così scrive: «Troppo spesso lafigura di D’Annunzio è stata ridotta a quella di un poeta-<strong>da</strong>ndy chevive <strong>in</strong> ville sontuose tra splendide amanti, levrieri e veloci destrieri,ed il suo “vivere <strong>in</strong>imitabile” è stato <strong>in</strong>terpretato come una sceltadi puro edonismo. Ma questo non rende giustizia al sol<strong>da</strong>to che ha<strong>in</strong>segnato a tutto un secolo le vie del coraggio, né alla strenua attivitàdell’artista, l’unico che nella letteratura italiana del Novecentoabbia coltivato con pari impegno la poesia, il teatro e la narrativa,collocandosi tra i grandi creatori della nostra l<strong>in</strong>gua. A ciò si aggiungeuna partecipazione appassionata alle vicende italiane. [...]Su D’Annunzio hanno pesato a lungo le def<strong>in</strong>izioni crociane di descrittoredi fontane, dilettante di sensazioni eccetera, a cui si aggiunseropiù tardi i luoghi comuni della critica marxista, imperversantesoprattutto nei manuali scolastici, dove il poeta veniva giudicato un“Mar<strong>in</strong>o redivivo” (<strong>da</strong>ndo per scontato, naturalmente, che Mar<strong>in</strong>ofosse quel vuoto funambolo della forma che si dice) e presentato antistoricamentecome “fascista”, dimenticando che se il fascismo (agli<strong>in</strong>izi) fu <strong>da</strong>nnunziano, non è vero il contrario. [...] Ci pensò l’editoriaa decretare negli anni ’70 un revival senza precedenti della narrativa<strong>da</strong>nnunziana. Le tirature del “Piacere“ raggiunsero le centomilacopie ed il c<strong>in</strong>ema scoprì i romanzi ispirati al “realismo russo”: “GiovanniEpiscopo” e “L’<strong>in</strong>nocente”. Era, se vogliamo, un’altra forma di<strong>in</strong>comprensione, ma persuase la critica, accademica e non, a riconsiderareil D’Annunzio narratore, oscurato <strong>da</strong>l D’Annunzio poeta, manon meno di questi capace di <strong>in</strong>fluenzare tutto un secolo. […] Oggigli studi critici su D’Annunzio non mancano, ma sarebbe difficiletrovarvi un’immag<strong>in</strong>e del poeta degna di figurare accanto a quelledel passato, e non penso soltanto agli studi di Cecchi, Gargiulo,Borgese, ma anche a quelli, non tanto lontani, di Ettore Paratore,Carlo Bo e Theodor Elwert, che vede nell’opera <strong>da</strong>nnunziana unasorta di canto del cigno della civiltà italiana. [...] Ma qual è il “vero”D’Annunzio? Quello realista dell’“Innocente” o quello fantastico della“Città morta”? <strong>Il</strong> romanziere moderno o il tragè<strong>da</strong> classico e arcaicizzante?<strong>Il</strong> poeta “panico” o il pensoso prosatore del Notturno?<strong>Il</strong> poeta prefuturista delle “Odi Navali” o il magico scrittore della“Le<strong>da</strong>”, che contiene le tendenze <strong>in</strong> fieri della narrativa italiana?[...] D’Annunzio fu uno scrittore multiforme, anche se sempre fedelea se stesso, e più che uno scrittore fu un’<strong>in</strong>tera letteratura. Di qui ladifficoltà di def<strong>in</strong>irlo se non nei term<strong>in</strong>i dell’estetismo o, peggio, diquel <strong>da</strong>nnunzianesimo che ne costituì la parte più caduca. Nessunaimmag<strong>in</strong>e esaurisce D’Annunzio, ammoniva Luciano Anceschi».E con questa ulteriore considerazione del professorD’Arcangelo, siamo già proiettati sui futuri propositidell’Abruzzo per celebrare, sempre più esaustivamente,la sua più «discussa» gloria.Un concorso di ex Libris per ricor<strong>da</strong>re il Vate bibliofiloPer celebrare i 150 anni <strong>da</strong>lla nascita di Gabriele D’Annunzio,tracciando un legame tra l’Abruzzo e il Piemonte, è stato<strong>in</strong>detto il Concorso Internazionale «<strong>Il</strong> Bosco Stregato» conun’edizione speciale dedicata al Vate tra romanzo, musica,teatro e c<strong>in</strong>ema: «Ex libris ed Ex Musicis ovvero <strong>da</strong>gli Ex Librisa Cabiria», come sottol<strong>in</strong>eano i promotori.<strong>Il</strong> tema scelto, «Nel segno del Vate», dovrà ispirare ex libris,ma non solo, editi e <strong>in</strong>editi. Organizzato <strong>da</strong>ll’AssociazioneSolstizio d’Estate Onlus e <strong>da</strong>lla Famiglia Abruzzese e Molisana<strong>in</strong> Piemonte e Valle d’Aosta, patroc<strong>in</strong>ato <strong>da</strong>lla RegioneAbruzzo tra gli altri, il concorso riconoscerà premi <strong>in</strong> denaroe soggiorni <strong>in</strong> Abruzzo e <strong>in</strong> Piemonte ai v<strong>in</strong>citori, le cui operedovranno pervenire entro il 30 marzo 2014 (<strong>in</strong>fo: www.boscostregato.com).

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