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GiurisprudenzaIdentità personale3.2 La diffusione del nome Andreanelle tradizioni onomastiche mondialiLa decisione in rassegna si pone, a ben vedere, inuna posizione differente rispetto a quelle appena richiamate,pur appiattendosi, nel risvolto applicativo,all’indirizzo minoritario. La pronuncia è anzituttocondivisibile nel risultato e si lascia apprezzareper le tante deduzioni pregne di spessore, posto chel’ambivalenza di genere del nome Andrea è un approdoal quale si era giunti, sulla scorta di considerazionigià altrove svolte (30). Il metodo con cui i giudicipervengono alla soluzione è, tuttavia, singolareed opinabile, avendo valutato l’appellativo comestraniero (31) ai sensi dell’art. 34, comma 2, delD.P.R. n. 396 del 2000: norma che trova applicazionequando il nome assegnato al bambino non rientranella rosa onomastica di quelli in uso nel nostroPaese. Non è certo il caso del nome Andrea, postoche, secondo la relazione Istat dell’1 luglio 2008, risultail 3° nome più diffuso tra gli uomini (32).Alla base del ragionamento dei giudici ha influitoprobabilmente la consapevolezza che in una societàsempre più multietnica si assiste sovente alla diffusionedi nomi di derivazione straniera: dai fenomenidell’immigrazione e della correlata presenza di stranierisul territorio italiano (33), alla celebrazione dimatrimoni misti (34) e, non ultimo, per l’eventualitàche alcuni soggetti acquistino la cittadinanza delPaese di provenienza (35). Da una rapida indaginetelematica sul portale Focus (36), si trae altresì cheAndrea è il prenome più diffuso al mondo, proprioperché è ambigenere ed in uso in molte tradizionionomastiche mondiali. In effetti l’uso del nome Andreaal femminile, tranne nei Paesi che adottanoversioni amorfe dell’onomastico indicato (37), si registranella lingua Ceca, Slovacca, Slovena, Inglese,Spagnola, Tedesca, Olandese, Danese, Ungherese, adifferenza dell’<strong>Italia</strong> e dell’Albania nelle quali l’usoè per lo più maschile (38). Dalle considerazioni cheprecedono si desume che il nome Andrea (39) è conosciutoanche come qualificante il genere femminile(40). Basti pensare, ancora, che perfino unacantautrice italiana ha scelto Andrea come pseudonimo(41), per rendersi conto delle dimensioni delfenomeno.La Corte di cassazione ha così fatto leva sulla normache consente ai genitori la facoltà di attribuire nomistranieri anche ai bambini aventi la cittadinanzaitaliana, prescrivendo l’utilizzo delle lettere dell’alfabetoitaliano con le sole estensioni alle lettere J, K,X, Y, W, e ai segni diacritici propri dell’alfabeto dellalingua di origine del nome (art. 34, comma 2,Note:(30) L. Bardaro, Andrea o non Andrea? Questo è il dilemma, cit.,164.(31) Sul punto anche G. Casaburi, Una bambina di nome Andrea(e con due cognomi), in Giur. Merito, 4, 2013, nota a App. Brescia,sez. I, 2 aprile 2012, 772. L’A. richiama la decisione in rassegnaed evidenzia che la «Cassazione [omissis] avrebbe dovutocassare con rinvio la decisione di merito» e l’esito sarebbestato «comunque scontato», giacché «nella realtà onomasticadel nostro Paese Andrea - come prenome francamente italiano,senza necessità di spacciarlo per straniero, è divenuto ambivalente».Il fatto che la diffusione dei nomi stranieri potesse crearedifficoltà interpretative «circa l’identificazione di taluni prenomicome maschili o femminili», era stato messo in evidenza daM. A. Livi, sub Art. 6 - Il diritto al nome, in Commentario del codicecivile diretto da E. Gabrielli, 556.(32) Il riferimento si trae nel documento “Natalità e fecondità dellapopolazione residente: caratteristiche e tendenze recenti”, reperibilesu http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20100318_00/testointegrale20100318.pdf.(33) Dall’esame dei dati forniti dall’Istat - si veda il documento informato pdf dal titolo Natalità e fecondità della popolazione residente:caratteristiche e tendenze recenti, in http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20100318_00/testointegrale20100318.pdf - si rinviene che, negli ultimi diecianni, l’incidenza dei nati stranieri sul totale dei nati residenti in<strong>Italia</strong> è più che triplicata, passando dal 4,0% del 1999 al 12,6%del 2008.(34) L’aumento dei matrimoni misti è segnalato nel rapporto dell’Istatrichiamato nella nota precedente (33) dal titolo Natalità efecondità della popolazione residente: caratteristiche e tendenzerecenti, cit., laddove emerge che i nati nell’anno 2008 generatida coppie con almeno un genitore straniero risultano circa il16,7% del totale.(35) L’impianto normativo ospitato nella legge di diritto internazionaleprivato (l. 218/1995) prevede, come criterio di collegamento,la Legge del Paese di nascita. In effetti, l’art. 24 della leggecitata dispone che i diritti della personalità, tra i quali rientra ildiritto al nome, sono regolati dalla legge nazionale del soggetto.Sulla correlazione fra il nome e relazioni familiari le quali potrebberoessere disciplinate da una legge differente da quella di cittadinanza,si rinvia a T. Ballarino, Manuale breve di diritto internazionaleprivato, Padova, 2008, 118 s.(36) Il riferimento va all’articolo Qual’è il nome più diffuso nelmondo?,inhttp://focus.it/Mondo/domanda/Qual_e_il_nome_piùdiffuso_nel_mondo.aspx, nel quale si trae che nemmeno nei territori più popolatial mondo (area cina-giapponese) esiste un nome che possaraggiungere il primato di diffusione mondiale, poiché nessunappellativo riesce ad imporsi per frequenza sugli altri.(37) Si pensi alla Francia ove al maschile esiste André e al femminileAndrée.(38) Il dato è rinvenibile nei decreti del Trib. Catanzaro 14 aprile2009, decr., cit. e del Trib. Varese del 23 luglio 2010, cit.(39) Trib. Catanzaro 14 aprile 2009, decr., cit.(40) Dall’esame delle tradizioni onomastiche d’Oltralpe si traeche il prenome Andrea è nome straniero di genere femminile.Su tale circostanza, v. B. Saccà, Una bimba in <strong>Italia</strong> può chiamarsiAndrea?, cit., 41 la quale precisa che il fatto che Andrea è vocabolodella lingua italiana utilizzato prevalentemente nell’accezionemaschile, non esclude che lo stesso onomastico possa essereambigenere, posto che «anche nelle esperienze straniereabbiamo esempi di nomi ambivalenti, ad esempio: Anah, Alex,Berrnie; ad esempio il nome Fiore, utilizzato sia per uomini cheper donne».(41) Lo ricorda B. Saccà, Una bimba in <strong>Italia</strong> può chiamarsi Andrea,cit., 43.Famiglia e diritto 8-9/2013 773

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