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GiurisprudenzaMinoriAnche il genitore alienato subisce una violenzaemotiva: l’odio del suo ex partner si materializza comevendetta compiuta per mano dei figli e Gardnerdescrive questa terribile sofferenza paragonandola auno “stato di morte vivente” (state of living death): unattacco al Sé del genitore alienato. L’Alienazioneparentale è capace di produrre significative e pericolosepsicopatologie sia nel presente sia nella vita futuradei bambini coinvolti e degli adulti. Tra questeconseguenze, l’autore include gravi processi psicopatologiciquali esame di realtà alterato, spunti paranoidi,psicopatologie legate all’identità di genere,indebolimento della capacità di essere empatici,mancanza di rispetto per l’autorità, estesa poi anchea figure non genitoriali (8).Quella descritta pare tra l’altro una sindrome inquadrabilecome sottotipo dei disturbi d’ansia da separazioneche palesa, sia pure in diverso contesto, lemedesime dinamiche evidenziate da Bowlby (9) inquelle paure che inducono un genitore a non mandareil bambino a scuola o il bambino a rifiutarsid’andare a scuola. La fobia della scuola tipicamentepuò associarsi ad ansia di separazione quando ilbambino (e la madre) appaiono costantemente preoccupatiche possa succedere qualcosa di gravequando sono tra loro lontani anche per breve tempo:in caso di forzature emergono disturbi somatoformicome mal di pancia, nausea, o attacchi d’ansialibera. È esattamente la medesima dinamica e glistessi sintomi che si riscontrano in casi ove il bambinonon vuole recarsi o rimanere con il genitorenon affidatario.Numerosi casi di rifiuto della scuola possono dunqueessere considerati come il prodotto di uno o più deiquattro modelli d’interazione familiare tipici; altrettantovale nell’Alienazione parentale quando alla scuolasi sostituisce il genitore non affidatario: a) la madre,o più raramente il padre, soffre di angoscia cronicacirca le proprie figure di attaccamento e tiene ilfiglio a casa perché le faccia compagnia (può anchenon essere consapevole di quel che sta facendo, nédel perché) impedendogli con scuse, paure, pericoliimmaginari di recarsi dal padre; b) il bambino temeche mentre lui è dal padre, qualcosa di male possaaccadere alla madre e rimane a casa per impedireche ciò accada assumendo un ruolo adultizzato diprotettore del genitore percepito come estremamentevulnerabile; c) il bambino teme che qualcosa dimale possa accadere a se stesso quando è via da casa,e pertanto resta a casa per impedire che accada; d) lamadre teme che qualcosa di male possa accadere albambino mentre è dal padre (abuso), quindi lo tienea casa (10).La PAS, secondo Gardner, deriva da una programmazione(anche, ma non sempre, inconsapevole)dei figli da parte di un genitore patologico (genitorealienante) che porta i figli a perdere il contatto conla realtà degli affetti, e ad esibire astio e disprezzo ingiustificatoe continuo verso l’altro genitore (genitorealienato). Le modalità di programmazione delgenitore alienante comprendono l’uso di espressionidenigratorie o sottilmente denigratorie riferite all’altrogenitore; false accuse di trascuratezza, violenzao abuso (nei casi peggiori, anche abuso sessuale)basate sulla erronea percezione soggettiva dell’intrinsecapericolosità per il bambino di essere lontanodalla madre.Questa dinamica comprende, a volte, la costruzionedi una realtà immaginaria e, in certe circostanze,quasi delirante di terrore e vessazione (non suffragataoggettivamente) che nel figlio genera sentimentidi paura, diffidenza e odio verso il genitore alienatoNote:(continua nota 7)abuse/neglect, «The American Journal of Family Therapy», 27(2), 97-107; Id., (1999b), Family therapy of the moderate type ofParental Alienation Syndrome, «The American Journal of FamilyTherapy», 27, 195-212; Id., (1991), L’isteria dell’abuso sessuale,Urbino, QuattroVenti.(8) Gardner R.A., (2002), The empowerment of children in thedevelopment of parental alienationsyndrome, «The AmericanJournal of Forensic Psychology», 20 (2), 5-29. Sottolineiamo cheGardner segue le ricerche sulla separazione di Bowlby e sullateoria dell’attaccamento da questi elaborata (1973), delle qualitiene debitamente conto nella sua opera. Secondo l’originariaformulazione della teoria dell’attaccamento il bambino mostraun legame particolare nei confronti della propria madre (non necessariamentela madre biologica, ma la persona che si prendecura del bambino) attraverso diversi schemi comportamentali dibase, quali la suzione (per scopi non alimentari), il pianto, il sorriso,l’aggrapparsi, il seguire. Il presupposto su cui è basata la teoriadi John Bowlby è che il bambino abbia bisogno di rapporti maternisicuri e continui per uno sviluppo sano. L’assenza o la perditadi questa sicurezza è considerata dall’autore un fattore eziologicoprimario. Il legame madre-bambino costituirebbe il prototipodelle successive relazioni che il bambino stabilirà; eventualidisturbi o interferenze nello sviluppo del legame di attaccamentosono considerati potenziali cause di disturbo per l’equilibriopsichico del bambino. Cfr. Bowlby J., (1969), L’attaccamento allamadre, in Attaccamento e perdita, Torino 1972; Id., (1973), Laseparazione dalla madre, in Attaccamento e perdita, Torino1975; Id., Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento,Milano, 1989.(9) Bowlby, (1973), La separazione dalla madre, in Attaccamentoe perdita, cit.(10) È importante riconoscere nella Alienazione parentale la presenzadegli stessi segni di disagio o sofferenza riscontrabili nell’ansiada separazione associata, ad esempio, alla fobia dellascuola. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia può comprendere:tristezza, tendenza all’isolamento, apatia, difficoltà diconcentrazione. Nei bambini più sensibili possono manifestarsianche problemi psicosomatici come vertigini, nausea o tachicardia.Appare molto comune anche l’insorgere di incubi e terrorenotturno.Famiglia e diritto 8-9/2013 759

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