GiurisprudenzaMinoriCONFLITTI FAMILIARI E SINDROME DA ALIENAZIONEPARENTALE: NOTE SU UNA DISCUSSA PATOLOGIAdi Marco CasonatoViene qui pubblicato il contributo richiesto al prof. Casonato, psicologo dell’Università Milano-Bicocca, perdare ai lettori chiarimenti sul fondamento scientifico della Sindrome d’alienazione parentale, una patologiacomportamentale che può colpire un bambino in un vissuto familiare particolarmente conflittuale, una patologiaalla quale hanno fatto ampio riferimento i provvedimenti qui annotati della Cassazione e della Corte bresciananell’àmbito di una controversia sull’affidamento di un minore.1. L’Alienazione parentaleLa PAS o Parental Alienation Syndrome (tradotta comeSindrome di alienazione genitoriale o parentale) è -nella definizione di Gardner (1) - un disturbo dell’etàevolutiva, rilevato dapprima nella realtà statunitensee definito fin dagli anni ottanta. Infatti, nelcorso degli ultimi trent’anni, man mano che la percentualedei divorzi aumentava, si sono osservatisempre più spesso quadri clinici di alienazione parentalecorrelati alla frequentazione di un genitoredivorziato non affidatario.Nell’esperienza clinica era già nota una configurazionerelazionale tipica delle famiglie con genitoriin conflitto denominata “triangolazione”, definitacome una coalizione instabile in cui ogni genitoredesidera che il figlio parteggi per lui contro l’altro(2); questa configurazione relazionale notata nellefamiglie integre, ma patologiche, è stata rilevataanche nelle famiglie disgregate dal divorzio. Quandola separazione dà luogo ad aspri conflitti, ognunodegli ex coniugi, convinto d’avere ragione, puòcoinvolgere i figli in una sorta di “gara di lealtà”(3), disorientandoli e costringendoli a una sceltainnaturale. I genitori trattano i figli come propriconfidenti e sovente attuano comportamenti miratia separarli dall’altro genitore e di cementarli a sé(4). Il comportamento materno finalizzato alla distruzionedel rapporto tra padre e figli nei conflittifamiliari è stato definito da Jacobs Complesso di Medea(5): le madri, anziché uccidere i figli per vendettacontro i mariti, come accade nella tragedia diEuripide, tentano di distruggere il legame padre-figlio(6).L’Alienazione parentale è una dinamica psicologicadisadattiva che, secondo Gardner, si attiva in alcunesituazioni di separazione e divorzio conflittualied è collegata a due fattori concomitanti: 1) la programmazioneo indottrinamento da parte di un genitore,preda di odio patologico ai danni dell’altro,definito comportamento alienante; 2) l’allineamentodel minore che si coinvolge attivamente in unacampagna di denigrazione, priva di giustificazioni enon sostenuta da elementi realistici, nei confrontidell’altro genitore che viene platealmente “odiato”e denigrato, c.d. fenomeno del pensatore indipendente.È fondamentale qui il ruolo di amplificazione svoltoda tutti coloro, familiari e no, che si schierano“senza se e senza ma” dalla parte del genitore alienante.L’Alienazione parentale viene qualificata anche comeuna forma di “abuso emotivo” (emotional abuse)originato dall’esposizione continuata del figlio al genitoreindottrinante (in genere affetto da Disturbo dipersonalità del cluster B e talora da un Disturbo bipolareo da un Disturbo delirante nei casi più gravi), ilquale trasmette un vissuto di presunta incombenteminaccia per l’avvicinarsi dell’altro genitore, nonchéil suo odio patologico nei suoi confronti (7).Note:(1) Gardner (1985), Recent trends in divorce and custody litigation,«Academy Forum», 29 (2), 3-7.(2) Minuchin S. (1974), Famiglie e terapia della famiglia, Roma1976.(3) Byrne K. (1989), Brainwashing in custody cases: The ParentalAlienation Syndrome, «Australian Family Lawyer», 4 (3), pp. 1-4.(4) Wallerstein J.S., Kelly J.B. (1980), Surviving the break-up:How children and parents cope with divorce, Basic Books, NewYork, descrissero tale fenomeno, da loro rilevato in soggetti dietà tra i nove e i dodici anni, anche in presenza di buoni rapportigenitore-figlio prima della separazione, come “allineamento delminore con un genitore”.(5) Jacobs J.W. (1988), Euripides’ Medea: A psychodynamicmodel of severe divorce pathology, «American Journal of Psychotherapy»,XLII (2), 308-319.(6) In <strong>Italia</strong> si è fatto anche riferimento a un Mobbing genitorialeda parte di Giordano (http://mobbing-genitoriale.blogspot.it/2013/05/iudex-vs-pater-ipotesi-socio.html) secondo modalitàche abbiamo in parte criticato (http://www.alienazione.genitoriale.com/la-zuffa-concettuale-sulla-pas-storia-prossimadi-furiosi-equivoci-marco-casonato).(7) Gardner R.A., (1998), The Parental Alienation Syndrome,CreativeTherapeutics, Cresskill, NJ.; Id., (1999a), Differentiating betweenthe Parental Alienation Syndrome and bona fide(segue)758Famiglia e diritto 8-9/2013
GiurisprudenzaMinoriAnche il genitore alienato subisce una violenzaemotiva: l’odio del suo ex partner si materializza comevendetta compiuta per mano dei figli e Gardnerdescrive questa terribile sofferenza paragonandola auno “stato di morte vivente” (state of living death): unattacco al Sé del genitore alienato. L’Alienazioneparentale è capace di produrre significative e pericolosepsicopatologie sia nel presente sia nella vita futuradei bambini coinvolti e degli adulti. Tra questeconseguenze, l’autore include gravi processi psicopatologiciquali esame di realtà alterato, spunti paranoidi,psicopatologie legate all’identità di genere,indebolimento della capacità di essere empatici,mancanza di rispetto per l’autorità, estesa poi anchea figure non genitoriali (8).Quella descritta pare tra l’altro una sindrome inquadrabilecome sottotipo dei disturbi d’ansia da separazioneche palesa, sia pure in diverso contesto, lemedesime dinamiche evidenziate da Bowlby (9) inquelle paure che inducono un genitore a non mandareil bambino a scuola o il bambino a rifiutarsid’andare a scuola. La fobia della scuola tipicamentepuò associarsi ad ansia di separazione quando ilbambino (e la madre) appaiono costantemente preoccupatiche possa succedere qualcosa di gravequando sono tra loro lontani anche per breve tempo:in caso di forzature emergono disturbi somatoformicome mal di pancia, nausea, o attacchi d’ansialibera. È esattamente la medesima dinamica e glistessi sintomi che si riscontrano in casi ove il bambinonon vuole recarsi o rimanere con il genitorenon affidatario.Numerosi casi di rifiuto della scuola possono dunqueessere considerati come il prodotto di uno o più deiquattro modelli d’interazione familiare tipici; altrettantovale nell’Alienazione parentale quando alla scuolasi sostituisce il genitore non affidatario: a) la madre,o più raramente il padre, soffre di angoscia cronicacirca le proprie figure di attaccamento e tiene ilfiglio a casa perché le faccia compagnia (può anchenon essere consapevole di quel che sta facendo, nédel perché) impedendogli con scuse, paure, pericoliimmaginari di recarsi dal padre; b) il bambino temeche mentre lui è dal padre, qualcosa di male possaaccadere alla madre e rimane a casa per impedireche ciò accada assumendo un ruolo adultizzato diprotettore del genitore percepito come estremamentevulnerabile; c) il bambino teme che qualcosa dimale possa accadere a se stesso quando è via da casa,e pertanto resta a casa per impedire che accada; d) lamadre teme che qualcosa di male possa accadere albambino mentre è dal padre (abuso), quindi lo tienea casa (10).La PAS, secondo Gardner, deriva da una programmazione(anche, ma non sempre, inconsapevole)dei figli da parte di un genitore patologico (genitorealienante) che porta i figli a perdere il contatto conla realtà degli affetti, e ad esibire astio e disprezzo ingiustificatoe continuo verso l’altro genitore (genitorealienato). Le modalità di programmazione delgenitore alienante comprendono l’uso di espressionidenigratorie o sottilmente denigratorie riferite all’altrogenitore; false accuse di trascuratezza, violenzao abuso (nei casi peggiori, anche abuso sessuale)basate sulla erronea percezione soggettiva dell’intrinsecapericolosità per il bambino di essere lontanodalla madre.Questa dinamica comprende, a volte, la costruzionedi una realtà immaginaria e, in certe circostanze,quasi delirante di terrore e vessazione (non suffragataoggettivamente) che nel figlio genera sentimentidi paura, diffidenza e odio verso il genitore alienatoNote:(continua nota 7)abuse/neglect, «The American Journal of Family Therapy», 27(2), 97-107; Id., (1999b), Family therapy of the moderate type ofParental Alienation Syndrome, «The American Journal of FamilyTherapy», 27, 195-212; Id., (1991), L’isteria dell’abuso sessuale,Urbino, QuattroVenti.(8) Gardner R.A., (2002), The empowerment of children in thedevelopment of parental alienationsyndrome, «The AmericanJournal of Forensic Psychology», 20 (2), 5-29. Sottolineiamo cheGardner segue le ricerche sulla separazione di Bowlby e sullateoria dell’attaccamento da questi elaborata (1973), delle qualitiene debitamente conto nella sua opera. Secondo l’originariaformulazione della teoria dell’attaccamento il bambino mostraun legame particolare nei confronti della propria madre (non necessariamentela madre biologica, ma la persona che si prendecura del bambino) attraverso diversi schemi comportamentali dibase, quali la suzione (per scopi non alimentari), il pianto, il sorriso,l’aggrapparsi, il seguire. Il presupposto su cui è basata la teoriadi John Bowlby è che il bambino abbia bisogno di rapporti maternisicuri e continui per uno sviluppo sano. L’assenza o la perditadi questa sicurezza è considerata dall’autore un fattore eziologicoprimario. Il legame madre-bambino costituirebbe il prototipodelle successive relazioni che il bambino stabilirà; eventualidisturbi o interferenze nello sviluppo del legame di attaccamentosono considerati potenziali cause di disturbo per l’equilibriopsichico del bambino. Cfr. Bowlby J., (1969), L’attaccamento allamadre, in Attaccamento e perdita, Torino 1972; Id., (1973), Laseparazione dalla madre, in Attaccamento e perdita, Torino1975; Id., Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento,Milano, 1989.(9) Bowlby, (1973), La separazione dalla madre, in Attaccamentoe perdita, cit.(10) È importante riconoscere nella Alienazione parentale la presenzadegli stessi segni di disagio o sofferenza riscontrabili nell’ansiada separazione associata, ad esempio, alla fobia dellascuola. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia può comprendere:tristezza, tendenza all’isolamento, apatia, difficoltà diconcentrazione. Nei bambini più sensibili possono manifestarsianche problemi psicosomatici come vertigini, nausea o tachicardia.Appare molto comune anche l’insorgere di incubi e terrorenotturno.Famiglia e diritto 8-9/2013 759