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Incurvamenti del pene: il punto della situazione - Casettagiovanni.it

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<strong>Incurvamenti</strong> <strong>del</strong> <strong>pene</strong>: <strong>il</strong> <strong>punto</strong> <strong>del</strong>la <strong>s<strong>it</strong>uazione</strong>Le curvature <strong>del</strong> <strong>pene</strong> possono essere congen<strong>it</strong>e cioè presenti sin dalla nasc<strong>it</strong>a o acquis<strong>it</strong>e afferentiad una patologia benigna defin<strong>it</strong>a Malattia di Peyronie (derivato dal nome <strong>del</strong> medico che per laprima volta la descrisse Francois Gigot de Peyronie) detta anche Induratio Penis Plastica (IPP).Esistono anche i pseudo (falsi) incurvamenti penieni determinati dal frenulo breve o da fimosi. Lamalattia di Peyronie è una alterazione acquis<strong>it</strong>a <strong>del</strong>la membrana che avvolge <strong>il</strong> <strong>pene</strong> (tunicaalbuginea) tipo una “cicatrice” anelastica interna al <strong>pene</strong> che crea dolore, curvature anomale edeform<strong>it</strong>à <strong>del</strong> <strong>pene</strong> più visib<strong>il</strong>e in erezione (deviazioni laterali di vario grado, deform<strong>it</strong>à a clessidra,ad orologio, a cavatappi, effetto cerniera, accorciamenti e riduzione di circonferenza <strong>del</strong> <strong>pene</strong>)associate o meno a disfunzioni sessuali con significativo impatto psicologico sul paziente chespesso si ripercuote nella relazione con la partner. Si pensava che fosse una malattia rara ma dagliultimi dati epidemiologici americani, che corrisponde anche alla mia esperienza personale (<strong>il</strong>paziente probab<strong>il</strong>mente ne parla con maggiore fac<strong>il</strong><strong>it</strong>à al medico anche se l’aspetto sessualerappresenta tutt’oggi un tabù), sembra che colpisca un uomo su 20, con maggiore incidenza nell’etàcompresa tra 50-55 anni specie fra quelli sessualmente attivi. I meccanismi che sono alla base <strong>del</strong>lamalattia di Peyronie è sconosciuta, numerose sono state le teorie ipotizzate ma è probab<strong>il</strong>e che siamultifattoriale. Numerose sono state le teorie proposte ma probab<strong>il</strong>mente è necessaria unapredisposizione genetica associata a microtraumi verificatisi durante i rapporti sessuali che quindidetermina un ridotto apporto di sangue ossigenato ai tessuti (ischemia). Tali s<strong>it</strong>uazioni re<strong>it</strong>erate neltempo causano un progressivo accumulo in defin<strong>it</strong>e sedi <strong>del</strong> <strong>pene</strong> di una sostanza quale è <strong>il</strong>collagene <strong>il</strong> quale sost<strong>it</strong>uisce le comuni fibre elastiche che normalmente compongono la tonaca(albuginea) di rivestimento <strong>del</strong> <strong>pene</strong> sino al determinarsi <strong>del</strong>la classica placca palpab<strong>il</strong>e; essa puòessere solo fibrosa (cicatrice cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a prevalentemente da collagene) e rimanere tale oppureprogredire verso le forme in cui si depos<strong>it</strong>ano i sali di calcio (placche calcifiche) che possono a lorovolta evolvere nelle forme di ossificazione <strong>del</strong>la placca stessa creando rigid<strong>it</strong>à focale con vari tipi dideform<strong>it</strong>à. Le placche possono anche essere multiple. Tutti questi processi sono regolati in manieraanomala da un ormone defin<strong>it</strong>o Transforming Growth Factor (TGF) tipo Beta 1. In alcuni casi èstata notata la associazione fra questa patologia e bassi livelli di testosterone la cui correlazione nonè ancora ben chiara.Fattori predisponenti e determinanti- Fam<strong>il</strong>iar<strong>it</strong>à: è stata osservata solo nel 2% dei pazienti mentre <strong>il</strong> 21% dei pazienti presentava comepatologia associata una malattia che colpisce i tendini (malattia di Dupuytren) per la quale è statoipotizzato lo stesso meccanismo che è alla base <strong>del</strong>la malattia di Peyronie.- Lesioni gen<strong>it</strong>ali e/o perineali (traumatiche o indotte da manovre urologiche)- Interventi di prostatectomia radicale (16%)


- Timpanosclerosi- Indagini strumentali uretrali- Morbo di Paget- Gotta- Ipertensione- Fumo- Iperlipidemia- DiabeteEvoluzione e manifestazione clinicaAll’insorgenza <strong>del</strong>la sintomatologia è necessario rivolgersi ad uno specialista andrologo esperto nelcampo in modo tale da avviare quanto prima la terapia adeguata: quanto più precoce è la diagnos<strong>it</strong>anto più efficace è la terapia. Senza terapia la progressione di malattia a 12 mesi si verificanell’88% dei casi con un incremento di curvatura medio pari a 15°. La malattia può manifestarsicon dolore nella fase acuta anche a <strong>pene</strong> flaccido per poi cronicizzarsi e deformarsi. E’importantissimo avviare la terapia nella fase acuta (fase <strong>del</strong> dolore) in quanto accelera la scomparsa<strong>del</strong> dolore ma soprattutto previene le sequele deformanti o per lo meno ne riduce l’ent<strong>it</strong>à. LaMalattia di La Peyronie si presenta quindi con dolore al <strong>pene</strong> soprattutto nella fase di erezione e sirisolve spontaneamente dopo 12-18 mesi associato alla comparsa di noduli o aree di aumentataconsistenza che determinano un incurvamento progressivo <strong>del</strong> <strong>pene</strong>. Il 50% degli individui presentauna curvatura dorsale nella restante percentuale dei casi essa può essere laterale o ventrale. Non rareuna combinazione di curvature e la presenza di una o più placche. Quando la placca interessa <strong>il</strong>centro <strong>del</strong> <strong>pene</strong> (setti intercavernosi) può es<strong>it</strong>are semplicemente un accorciamento <strong>del</strong> <strong>pene</strong> senzacurvature anomale. La disfunzione erett<strong>il</strong>e è presente nel 20-50% ed è determinata da varie causepiù o meno concatenate:- deform<strong>it</strong>à che rende impossib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> co<strong>it</strong>o- dolore in corso di <strong>pene</strong>trazione sia <strong>del</strong>l’uomo ma anche <strong>del</strong>la donna- ansia da prestazione su base psicologica: i pazienti possono andare in contro a sindrome ansiosodepressivada ridotta autostima ed alterazione <strong>del</strong>la v<strong>it</strong>a sessuale di coppia.


-dismorfofobia: percezione distorta <strong>del</strong>la propria immagine corporea, in questo caso <strong>del</strong> <strong>pene</strong>, conripercussioni psicologiche (<strong>il</strong> paziente rifugge dall'avere rapporti sessuali in maniera conscia odinconscia ev<strong>it</strong>ando di avere stimoli erotici che inducano l'erezione).- alterazione dei meccanismi fisiologici che garantiscono <strong>il</strong> raggiungimento di una valida erezione(alterazione <strong>del</strong> meccanismo veno-occlusivo).DiagnosiLa diagnosi è soprattutto clinica nel senso che è sufficiente raccogliere notizie dal paziente(anamnesi ed esame obiettivo) che ci riferisce la comparsa di dolore penieno anche a riposo e che siaccentua con l’erezione associato alla presenza o meno di deform<strong>it</strong>à <strong>del</strong> <strong>pene</strong> in erezione. E’ ut<strong>il</strong>eindagare la funzional<strong>it</strong>à erett<strong>il</strong>e e l’impatto psicologico <strong>del</strong>la malattia sul paziente e sulla coppiaspecie fra quelli che vivono una v<strong>it</strong>a sessuale intensa. Spesso ci si aiuta con appos<strong>it</strong>i questionari(IIEF = International Index of Eerect<strong>il</strong> Function). Dalla vis<strong>it</strong>a si r<strong>il</strong>eva la presenza di aumentataconsistenza <strong>del</strong> <strong>pene</strong> più accentuata in alcuni punti o la presenza di indentature o vere e proprieplacche che possono essere singole o multiple. Spesso ci aiutano anche le autofotografie in erezioneper mettere in evidenza l’ent<strong>it</strong>à <strong>del</strong>la curvatura. Esami aus<strong>il</strong>iari sono rappresentati dalla ecografiache è ut<strong>il</strong>e per stimare le dimensioni <strong>del</strong>la placca, <strong>il</strong> tipo di placca (fibrosa, calcifica, ossificata), lostato <strong>del</strong> setto intercavernoso; se si associa l' ecocolordoppler i erezione farmacoindotta conprostaglandine si possono avere indicazioni sullo stato <strong>del</strong>le arterie <strong>del</strong> <strong>pene</strong> ut<strong>il</strong>e soprattutto neicasi associati a disfunzione erett<strong>il</strong>e. Tale metodica ovviamente richiede un certo grado di esperienzada parte <strong>del</strong>l’operatore che in genere è un andrologo ecografista. Nei casi dubbi e per pianificare unintervento complesso possono esserci di aus<strong>il</strong>io la Tomografia computerizzata (TC) o ancor megliola risonanza magnetica nucleare (RMN) <strong>del</strong> <strong>pene</strong>.Terapia oraleNumerose sono state le terapie proposte anche se molte non hanno determinato evidentimiglioramenti clinici. E’ diffic<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire la reale efficacia di una terapia medica rispetto ad un’altra in quanto l’efficacia dipende dal tempo intercorso fra l’inizio <strong>del</strong>la sintomatologia e l’inizio<strong>del</strong>la terapia; inoltre normalmente si verificano periodi di miglioramento e di riduzione spontanea<strong>del</strong> dolore. Da numerosi studi clinici è emerso che l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>la v<strong>it</strong>amina E (ancora ogg<strong>il</strong>argamente ut<strong>il</strong>izzata), <strong>del</strong>l’acido paramminobenzoico, <strong>del</strong>la colchicina, <strong>del</strong> tamoxifene, <strong>del</strong>l’acetyl-L-carn<strong>it</strong>ina ha una efficacia sim<strong>il</strong>e o di poco superiore al placebo. L’unico farmaco che sembraabbia dimostrato una reale efficacia nel rallentare l’evoluzione <strong>del</strong>la malattia sempre se iniziatoentro un mese dall’insorgenza <strong>del</strong> dolore è la Pentossif<strong>il</strong>lina che teoricamente andrebbe a bloccarel’infiammazione mediata dall’ormone descr<strong>it</strong>to in precedenza ovvero <strong>il</strong> TGFβ1determinando unariduzione <strong>del</strong>la sintesi <strong>del</strong> collagene (tipico cost<strong>it</strong>uente <strong>del</strong>le placche fibrotiche) oltre ad avere uneffetto pro-erezione in quanto ha una azione di inibizione aspecifica <strong>del</strong>le fosfodiesterasi (enzima


tipicamente bloccato in maniera più selettiva dai classici farmaci per l’erezione quali <strong>il</strong> S<strong>il</strong>denaf<strong>il</strong> <strong>il</strong>Tadalaf<strong>il</strong> ed <strong>il</strong> Vardenaf<strong>il</strong>).Terapia Intra e per<strong>il</strong>esionaleL’iniezione di farmaci intra e per<strong>il</strong>esionali è stata per molto tempo ut<strong>il</strong>izzata come terapiasuccessivamente abbandonata ed ora sembra che abbia nuovamente un ruolo nell’ottica di unaterapiamultimodale.L’iniezione di farmaci intralesionali sono generalmente sicuri e ben tollerati specie se si ricorreall'aus<strong>il</strong>io di un farmaco anestetico locale. Alcuni medici preferiscono eseguirlo previa erezioneindotta da farmaci somministrati direttamente nei corpi cavernosi <strong>del</strong> <strong>pene</strong> (Prostaglandine). Ilfarmaco maggiormente ut<strong>il</strong>izzato è <strong>il</strong> Verapam<strong>il</strong> che rimane tuttora <strong>il</strong> farmaco a maggiore efficacia,la collagenasi e l’interferone β2b (molto costoso).Controindicato l’uso di cortisonici che sembra possano determinare una atrofia (ridotto volume) de<strong>it</strong>essuti.Altre terapieTerapia locale transdermica contenente verapam<strong>il</strong> o superossido dismutasi liposomiale: nonevidenze cliniche di reale efficacia. E’ stato provato a somministrare tali sostanze con l’ut<strong>il</strong>izzo<strong>del</strong>la ionoforesi ovvero la somministrazione di farmaci attraverso forze elettromotrici (EMDA =ElectroMotive Drug Administration) con gli stessi risultati. A tal propos<strong>it</strong>o numerose sono lesostanze sim<strong>il</strong>ari (gel, pomate, cerotti) pubblicizzati via Web <strong>il</strong> cui ut<strong>il</strong>izzo è sconsigliato in quantonon sottoposti a studi clinici validati di sicurezza e reale efficacia.Terapia fisica con UltrasuoniTale terapia è stata proposta alle sole forme già evolute in cui si è venuta a determinare una placcacalcifica o ancor peggio ossificata. Viene ut<strong>il</strong>izzato lo stesso apparecchio che si ut<strong>il</strong>izza perfrantumare i calcoli renali tram<strong>it</strong>e appos<strong>it</strong>i adattatori. I miglioramenti clinici però sono modesti(minimi miglioramenti solo nel 17% dei casi) con alta incidenza di ematomi di vario grado diestensione (17%).Estensori penieniUn recente studio ha dimostrato che applicando gli estensori penieni per 2-8 ore al giorno per unperiodo pari a sei mesi si otteneva una riduzione <strong>del</strong>la curvatura da 10 a 45 °, ma sono dati ancorada validare con ulteriori evidenze cliniche.Terapia chirurgicaLa terapia chirurgica va proposta dopo almeno 1 anno dall’inizio <strong>del</strong>la terapia medica dopo che laplacca si sia stab<strong>il</strong>izzata e sia scomparso <strong>il</strong> dolore. La curvatura (anche per le forme congen<strong>it</strong>e) deve


essere superiore ai 30° e tale da rendere i rapporti dolorosi per entrambi i partner associato allaimpossib<strong>il</strong><strong>it</strong>à <strong>del</strong>l’atto <strong>pene</strong>trativo; in queste fasi la placca in genere ha dimensioni superiori ai 2cm.Esistono numerose tecniche chirurgiche proposte dalla semplice correzione <strong>del</strong>la curvaturamediante plicature <strong>del</strong>la tunica albuginea esegu<strong>it</strong>e sul lato convesso alla correzione geometricamediante escissione di placca e sost<strong>it</strong>uzione <strong>del</strong> tessuto asportato con vari tipi di patch (toppe) chepossono comprendere tessuti prelevati dal paziente stesso (più ut<strong>il</strong>izzati) cioè i tessuti autologhi(vena safena, fascia lata, tonaca vaginale <strong>del</strong> testicolo, derma, mucosa buccale ecc.) oppure possonoessere ut<strong>il</strong>izzati tessuti biologici come <strong>il</strong> pericardio di bovino o di cadavere, derma ingegnerizzato,submucosa di intestino di maiale ecc.). Molto meno ut<strong>il</strong>izzati sono i tessuti di sintesi creati inlaboratorio a base di pol<strong>it</strong>etrafluoroet<strong>il</strong>ene. Il primo intervento di questo tipo è stato esegu<strong>it</strong>o daNesb<strong>it</strong> che mise ap<strong>punto</strong> la omonima tecnica nel 1965. Egli praticava l'asportazione di una ellisse d<strong>it</strong>unica albuginea nel <strong>punto</strong> di massima curvatura; la successiva sutura determinava unaccorciamento <strong>del</strong> lato convesso <strong>del</strong> <strong>pene</strong>, con conseguente raddrizzamento. Una modifica di questatecnica, e rappresentata dalla procedura di Yachia, che ut<strong>il</strong>izza lo stesso principio di accorciamentoev<strong>it</strong>ando l'escissione di tessuto cavernoso; essa viene praticata eseguendo una incisionelong<strong>it</strong>udinale nella tunica, che viene successivamente suturata orizzontalmente. Esistono ulterior<strong>it</strong>ecniche ancora più semplici che consistono nel porre dei punti introflettenti nei punti massimi dicurvatura ev<strong>it</strong>ando incisioni <strong>del</strong>la albuginea. Ovviamente come tutte le chirurgie sono previste <strong>del</strong>lecomplicanze rappresentate principalmente da:- Persistenza <strong>del</strong>la curvatura (12%)- Riduzione <strong>del</strong>la lunghezza peniena (100%)- Disfunzione erett<strong>il</strong>e (22%)- Alterazione <strong>del</strong> senso di orgasmo (41%)- Soddisfazione generale 60%- Necrosi <strong>del</strong>l'innesto (percentuali variab<strong>il</strong>i in base al tipo ut<strong>il</strong>izzato)Tanto più semplice è la tecnica minori sono le possib<strong>il</strong>i complicanzeNei casi associati a disfunzione erett<strong>il</strong>e può essere valutata dopo approfond<strong>it</strong>o colloquio con <strong>il</strong>paziente la possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di impianto di vario tipo di protesi che consente di correggere sia la curvaturache <strong>il</strong> problema disfunzione erett<strong>il</strong>e.Considerazioni conclusiveLa malattia di Peyronie è una patologia molto più diffusa di quanto si possa essere portati a pensaree la terapia è tanto più efficace quanto più è precoce la diagnosi (insorgenza <strong>del</strong> dolore). Diventaquindi indispensab<strong>il</strong>e diffondere in maniera cap<strong>il</strong>lare tali notizie fra gli uomini che ne sono affetti


convincendoli a parlarne con <strong>il</strong> proprio medico curante. Si sta parlando di una malattia benigna mache può determinare degli es<strong>it</strong>i invalidanti anche dal <strong>punto</strong> di vista psicologico. Lo scopo di questoarticolo è fare <strong>il</strong> <strong>punto</strong> <strong>del</strong>la <strong>s<strong>it</strong>uazione</strong> riguardo a quello che si conosce e che si fa per curare questamalattia polimorfa e dalle manifestazioni cliniche molto variegate oltre ad avere un decorso spessoimprevedib<strong>il</strong>e. Non esiste una terapia consolidata ed i risultati pubblicati in letteratura derivantidalle numerose scuole andrologiche sono molto variab<strong>il</strong>i ed a volte discordanti fra di loro, questosta a significare che c’è ancora molta ricerca da fare per giungere a definire quale è l’approcciomigliore per questo tipo di patologia. Quello che si tende a fare oggi è un approccio multimodale alproblema ovvero una terapia di associazione fra terapia medica e terapia fisica embricata in variomodo giungendo al trattamento chirurgico in caso di progressione di malattia invalidante. Lachirurgia rappresenta quindi <strong>il</strong> rimedio più efficace, ma considerando i possib<strong>il</strong>i effetti collaterali vaproposta dopo almeno un anno nei casi in cui la terapia medica sia risultata inefficace e solo dopoapprofond<strong>it</strong>o colloquio sui pro ed i contro (counseling) con <strong>il</strong> proprio andrologo di fiducia.Articolo a cura di Dr. Gino Alessandro Scalese

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