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Testimoni del tempo - EndoscopiaDigestiva.it

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Storia <strong>del</strong>l’endoscopia digestiva in Italiametri per due, che era, allora, “il mondo <strong>del</strong>l’endoscopia digestiva”. “Tempi eroici – dice– avevamo un vecchio clinoscopio. I tempi degli antichi strumenti rigidi, così rigidiche, prima di un esame, li mettevamo sotto un getto di acqua calda. Pensi che perlettino, sul quale far distendere il paziente, utilizzavamo un’apparecchiatura poi dismessa,<strong>del</strong> reparto di radiologia. Esami che duravano anche due ore. Non siamosempre stati nell’angusto stanzino al 4°, siamo scesi al secondo nel ’70, all’arrivo di Trivelliniavevamo un piccolo locale in più: andavamo anche dove era urgente la nostrapresenza, come nella divisione d’urgenza diretta da V<strong>it</strong>torio Staudacher. Ricordo che ciportavamo dietro gli strumenti. Continuiamo a scendere di piano all’arrivo di Gallone.Ora ci sembra di essere in paradiso perché ci sono una sala d’attesa per i pazienti e unostudio medico anche se piccolo. Diventa direttore Montorsi e scendiamo addir<strong>it</strong>tura nelseminterrato, dove siamo ora. Più giù non possiamo andare”.È vero, più giù non si può. Ma Giuseppe Fichera forse non sa che ha dato origine a unanuova regola: più si scende, più si sale. E in questo saliscendi l’Endoscopia Digestiva<strong>it</strong>aliana di gradini ne ha sal<strong>it</strong>i molti. I pazienti ringraziano.L’INCONTROCON LEANDRO GENNARILeandro Gennari, lo confesso, è amico mio. Da quando, lui non lo ricorda, andandoall’Ist<strong>it</strong>uto Tumori di Milano agli inizi degli anni ’60 – io giovane giornalista e luigiovane medico – mi feci spiegare cosa fosse questa tecnica <strong>del</strong> “guardare dentro” senzaricorrere al bisturi e senza lastre. E Gennari, in quell’occasione, mi disse: “è una tecnicache rivoluzionerà la medicina. Ne prenda nota e se lo ricordi fra qualche decennio”.I decenni sono passati. E mi trovo davanti a Leandro Gennari, responsabile <strong>del</strong> Dipartimentodi Chirurgia Generale <strong>del</strong>l’Ist<strong>it</strong>uto Human<strong>it</strong>as a Rozzano, a un passo da Milano.Una struttura moderna nata per l’impegno di imprend<strong>it</strong>ori illuminati.Dico: “Caro Gennari, avevi avuto ragione. L’endoscopiadigestiva ha portato grandi nov<strong>it</strong>à. Ma cosa è stata per tel’endoscopia digestiva?”.E Gennari: “È stata la metodica che ha permesso e permetteallo specialista che la pratica, di vedere in faccia il nemico.Sì, il nemico, il male. E senza aprire l’organismo. Unavisione diretta”.Ancora: “Come ha influ<strong>it</strong>o sulla tua professione?”.“Ha influ<strong>it</strong>o molto. L’aver potuto vedere direttamente ilnemico in faccia, cioè il male, soprattutto il tumore, mipermette ora, alla lettura di un referto radiologico o di altrogenere, di immaginare quel male che il documento certifica.Ho il male ben chiaro davanti agli occhi”.Leandro Gennari, con il suo eterno sorriso e con quegliocchi che ti studiano con acume anche se non sei unpaziente, ti intrattiene e ti affascina quando lo inv<strong>it</strong>i adaprire il vaso di Pandora dei ricordi. E di ricordi ne sascegliere tanti. Alcuni sono rifer<strong>it</strong>i a episodi scientifici o<strong>del</strong>la Società di Endoscopia Digestiva e sono riportati neicap<strong>it</strong>oli dedicati alla Storia. Ma in questa intervista hoscelto i ricordi più significativi, quelli più umani, di v<strong>it</strong>a vissuta.Come quando, era il 1962, un Cattedratico di Radiologia all’Univers<strong>it</strong>à di Milano, ArduinoRatti, sbatté la porta adirato e lasciò una riunione all’Ist<strong>it</strong>uto Tumori. Vale la penaraccontare l’episodio.Leandro Gennari è giovane assistente di chirurgia di Bucalossi all’Ist<strong>it</strong>uto Tumori, dipartimentodi chirurgia generale.“Un giorno Bucalossi – dice Gennari – mi incarica di dare un parere sul gastroscopiodi Hirschow<strong>it</strong>z. Si decide di avviare un doppio cieco con i radiologi, uno studio suLeandro Gennari97

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