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Testimoni del tempo - EndoscopiaDigestiva.it

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Storia <strong>del</strong>l’endoscopia digestiva in ItaliaDel suo carattere vorrei ricordare la seren<strong>it</strong>à, la pacatezza e la disponibil<strong>it</strong>à che lo caratterizzavano,e che gli erano proprie anche sul lavoro; difficile non vederlo con unsorriso pronto a sdrammatizzare le s<strong>it</strong>uazioni con una battuta scherzosa, con un umorismosottile ed arguto che creava sub<strong>it</strong>o un’atmosfera particolarmente rilassata e serenanel suo ambiente di lavoro. Ancora vorrei ricordare la sua generos<strong>it</strong>à: quante voltel’ho visto curare gratu<strong>it</strong>amente dei pazienti che gli sembravano in difficoltà economiche.La stessa generos<strong>it</strong>à che dimostrava verso i suoi collaboratori giovani: r<strong>it</strong>eneva cheun comp<strong>it</strong>o degli anziani fosse quello di aiutare i giovani ad andare avanti in modo disinteressato,e così si è sempre comportato”.Questo il ricordo di Montorsi. Sarebbe stato interessante intervistare Celli “lo speleologo”,a cominciare dalla storia <strong>del</strong>la valigetta.I RICORDIDI ENRICO MIRELLIPrima parliamo di cavalli, la prima grande passione di Enrico Mirelli. Poi di endoscopiadigestiva, l’altra grande passione di uno studioso che l’endoscopia digestiva hapraticamente fondato, dando un impulso non solo medico ma anche tecnico perché èriusc<strong>it</strong>o a far dialogare medicina e tecnica in modo perfetto. E anche un grande organizzatoreperché se la Società Italiana di Endoscopia Digestivaè potuta crescere e conquistare un posto di rilievoa confronto con le altre consorelle e in campo internazionale,si deve a Enrico Mirelli. Ma oltre a organizzareMirelli è anche un maestro nelle pratiche endoscopicheper molti medici, e fra questi nomi illustri: Cheli, BianchiPorro, Paolo Bianchi, Crespi, Montori, T<strong>it</strong>tobello, Zambelli.Tutti sono passati al Monteggia per prendere i primiinsegnamenti in endoscopia. E poi tanti e tanti altrigiovani che hanno partecipato ai suoi corsi di Endoscopia.In pratica Mirelli ha realizzato il primo esempio di“Scuola di Endoscopia digestiva” in Italia.Va indietro nei ricordi Mirelli quando mi descrive la nasc<strong>it</strong>a <strong>del</strong>l’endoscopia <strong>it</strong>alianamoderna. Rammenta una conversazione telefonica fra Mario Coppo, clinico a Modena,e Villa, clinico a Milano. Due grandi medici in acerrima competizione, lo sapevano tutti.Come pure c’è grande competizione fra Villa, Patologia Medica e Cesa Bianchi, ClinicaMedica. Un episodio a dimostrazione dei contrasti che dominano la scena univers<strong>it</strong>ariain questo periodo. Villa e Cesa Bianchi presentano in Commissione, ad annialterni, i propri allievi, cinque ogni volta. E questi allievi sono sicuri di superare la prova.Un anno tocca agli allievi di Cesa Bianchi ma Villa inv<strong>it</strong>a i suoi cinque collaboratoria presentarsi ugualmente in Commissione. “Non vi preoccupate – dice loro – fate comevi dico”. Tre giorni dopo Cesa Bianchi ha un ictus. Villa parlando con il suo collega siera accorto, da un impercettibile tic a un occhio, che Cesa Bianchi in breve <strong>tempo</strong> si sarebbeammalato. Leggende, queste, mai scr<strong>it</strong>te prima d’ora.In questo clima nasce l’endoscopia digestiva a Milano dove, comunque, si fanno progressi,specie dopo l’arrivo <strong>del</strong>l’apparecchio a fibre ottiche che dà un impulso a tuttal’attiv<strong>it</strong>à.Mirelli ricorda i primi passi <strong>del</strong>la Società soprattutto quando nel 1967, si afferma sullascena Rodolfo Cheli e quando la Società Italiana di Gastroenterolaparoscopia – questadenominazione l’aveva imposta Coppo che non voleva certo che venisse ignorata lasua laparoscopia – cambia nome in Società Italiana di Endoscopia Digestiva (1969), unadefinizione più semplice anche perché la gastroscopia sta assumendo importanza rispettoalla laparoscopia. È Trivellini, un’autor<strong>it</strong>à in campo chirurgico, il personaggioche dà il maggiore impulso iniziale alla Società, alla cui guida rimarrà per molti anni.Mirelli in una fotografiapubblicata nell’articolo“L’occhio nello stomaco”dal mensile “Il Successo”,settembre 1964Il professor Armando Trivellini93

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