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capitolo 7Parlano i “Testimoni del tempo”razione, che mette insieme competenze mediche e scienza di base con la fisica. Ilprogetto parte nel ’79 con frequenti visite negli Stati Uniti dove viene acquistato ilprimo laser. Nascono quattro poli CLAM (Centro Laser Applicazioni Mediche) a Milano,Bari, Napoli e Firenze.Importanti progressi vengono compiuti dal gruppo di Spinelli sempre nell’ambito deiprogetti finalizzati del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel campo della terapia fotodinamicariuscendo, primi in Europa a compiere un trattamento su un tumore della trachea.Progressi anche nel settore della spettroscopia attraverso studi di fluorescenza,sulla scia degli esperimenti compiuti negli Stati Uniti.Intensa l’attività di Spinelli nella Società, che ha servito da socio fino a segretario e apresidente, avviando battaglie politiche per dare dignità alla figura dell’endoscopistache deve svolgere un’attività a tempo pieno e occuparsi approfonditamente dellamateria. Tra le sue prospettive è anche la creazione di Unità di endoscopiapluridisciplinare, di tipo dipartimentale, in cui possano convergere competenzedifferenti di tipo endoscopico, per utilizzare a pieno e al meglio risorse sia tecnicheche umane ed economiche; e poi la lotta per la creazione dei Centri di altaspecializzazione in grado di applicare e far progredire una metodica, quellaendoscopica, che, utilizzata appropriatamente, promuove interventi poco traumatici,a scarso tasso di complicanze e con risparmio sui costi di trattamento. E ancora:un’azione mirata per l’idoneità nazionale al primariato per gli endoscopisti, che vieneottenuta ma poi perduta negli anni successivi. Una delle tante contraddizioni chepunteggiano la storia dell’endoscopia digestiva italiana.118Alberto Tittobellorelatore al “Live 94”I RICORDI DIALBERTOQTITTOBELLOuando si nomina l’endoscopia digestiva, Alberto Tittobello ama ricordare il suoprimo approccio a questa disciplina.Nel 1967 il gruppo di gastroenterologi-epatologi del Policlinico di Milano si ricostituì,sotto la guida del Prof. Dioguardi, che era stato in Cattedra a Cagliari per alcuni anni.Tittobello viene convocato nello studio del direttore, che dice: “Ho saputo che alPadiglione Monteggia due ‘matti’, in un bugigattolo, introducono degli strani tubisemirigidi nello stomaco dei pazienti, con grave rischio per il loro esofago. Và avedere, perché secondo me questa pratica avrà un enormefuturo”. Fu così che Tittobello introdusse il suo primogastroscopio Hirschowitz con mano tremante, sotto laguida di Mirelli e Fichera. Fu un colpo di fulmine, innamoramentoa prima vista.Dioguardi procurò subito da alcuni sponsor i gastroscopiACMI e Machida e iniziò una proficua pratica clinica e diricerca soprattutto nel campo delle emorragie-gastriche edel follow-up delle gastriti astrofiche.“La casistica delle varici esofagee era ampia (eravamoepatologi), ma che paura introdurre quei ‘bastoni’ in pazienticon varici!”.Con Mirelli e Fichera, Tittobello fece il suo esordio congressualenell’endoscopia, come relatore sulle emorragie digestivedel tratto digestivo superiore al Congresso di Taormina.La casistica sul follow-up delle gastriti atrofiche fu pubblicata dopo 20 anni e si affiancòa quelle italiane (Chieti) ed europee (Siurala).L’innamoramento a questa disciplina ebbe un ulteriore impulso nel 1972, quando Tittobelloseguì un breve tirocinio da Vicari a Nancy e iniziò, per primo in Lombardia e trai primi in Italia, con Fratton, Oselladore e Montori, il cateterismo della papilla di Vater.Il Prof. Vittorio Staudacher, allora direttore della chirurgia d’Urgenza – che Tittobelloama definire “il più grande clinico medico tra i più grandi chirurghi” rimase estasiato

Storia dell’endoscopia digestiva in Italiada questa pratica diagnostica innovativa e fu fonte inesauribile di casistica di patologiedelle vie biliari e pancreatiche.Negli anni ’80 Tittobello, insieme con i suoi due più validi collaboratori, prima Pier AlbertoTestoni e poi Enzo Masci, pubblicò la casistica italiana più importante in questocampo, specie in quello delle malattie pancreatiche.Si può dire che Tittobello sia stato tra coloro che hanno contribuito a dare all’endoscopiadigestiva il maggior impulso sia nel campo della ricerca, sia in quello organizzativodella Società.LA TESTIMONIANZA DIGIULIANO BEDOGNILa prima gastroscopia alla quale ebbi occasione di assistere risale al 1967, quando,ancora studente, seguivo le esercitazioni tenute dal Dr. G. Rigo, al quale sonoancora legato da rapporti di collaborazione e di sincera amicizia, nella Clinica Medicaallora diretta dal prof. M. Coppo all’Università di Modena.Subito dopo la laurea, conseguita nel 1969, venni assunto in qualità di assistentepresso la Chirurgia Generale dell’Ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia. Era, giàallora, fortemente sentita, da parte del Primario Prof. U. Parisoli, la necessità di sviluppareun’attività endoscopica all’altezza di una moderna chirurgia Gastroenterologica.Pertanto nei primi anni ’70 iniziai il mio percorso diformazione presso la Divisione di Gastroenterologiadel Bellaria di Bologna diretta dal Prof. P.R. Dal Montee nel 1974 nel mio ospedale venne formalmente istituitoun Servizio di Endoscopia Digestiva aggregatoalla II Divisione Chirurgica.Da allora l’endoscopia digestiva consolidò in modosistematico il proprio ruolo diagnostico, ma soprattuttoiniziò a sviluppare le sue potenzialità operative che miindussero a completare le mia formazione continuandola frequenza presso il prof. Dal Monte dal quale vidi laprima ERCP diagnostica nel 1976; da qui arricchii lamia esperienza grazie al Prof. Liguory, Demling e Classen, che a buon diritto a tutt’oggivengono considerati i padri dell’Endoscopia Digestiva e sono stati maestri pertanti endoscopisti italiani.Nel dicembre del ’77, fu inviato al nostro reparto il primo paziente che poteva esseresottoposto alla prima sfinterotomia endoscopica. Si trattava di un anziano signore(81 anni) che presentava un classico quadro di colangite settica grave e inizialestato di shock da ostruzione litiasica del coledoco e che i chirurghi preferivano nonoperare; dopo 2 giorni dalla sfinterotomia ed estrazione di calcoli il paziente era ingrado di ritornare a casa in buona forma. Questo episodio rinforzò notevolmente laconvinzione che le metodiche operative potevano integrarsi o essere efficacementealternative alla chirurgia tradizionale.Gradualmente prese corpo la consapevolezza della necessità di un’autonomia gestionale/organizzativaoltre che culturale e professionale per cui pur rimanendo finoall’85 formalmente un servizio aggregato alla chirurgia, l’endoscopia di Reggio Emiliainiziò un cammino autonomo che si concretizzava in migliaia di esami, molti deiquali operativi, con particolare dedizione all’endoscopia biliopancreatica e allapubblicazione di vari lavori scientifici fra cui il primo testo-atlante di endoscopiaoperativa scritto in collaborazione con la scuola del prof. D. Oselladore, tradottoprima in inglese e successivamente in francese con la presentazione di Claude Liguory.Gli anni successivi sono serviti a costruire la “scuola” i cui principi ispiratori sonoquelli della concezione attuale della leadership vincente: negazione del “divide et im-Giuliano Bedogni e la suaéquipe nel 1994: M. GraziaMortilla, Enrico Ricci, RitaConigliaro e Dario Pacchione119

cap<strong>it</strong>olo 7Parlano i “<strong>Testimoni</strong> <strong>del</strong> <strong>tempo</strong>”razione, che mette insieme competenze mediche e scienza di base con la fisica. Ilprogetto parte nel ’79 con frequenti vis<strong>it</strong>e negli Stati Un<strong>it</strong>i dove viene acquistato ilprimo laser. Nascono quattro poli CLAM (Centro Laser Applicazioni Mediche) a Milano,Bari, Napoli e Firenze.Importanti progressi vengono compiuti dal gruppo di Spinelli sempre nell’amb<strong>it</strong>o deiprogetti finalizzati <strong>del</strong> Consiglio Nazionale <strong>del</strong>le Ricerche nel campo <strong>del</strong>la terapia fotodinamicariuscendo, primi in Europa a compiere un trattamento su un tumore <strong>del</strong>la trachea.Progressi anche nel settore <strong>del</strong>la spettroscopia attraverso studi di fluorescenza,sulla scia degli esperimenti compiuti negli Stati Un<strong>it</strong>i.Intensa l’attiv<strong>it</strong>à di Spinelli nella Società, che ha serv<strong>it</strong>o da socio fino a segretario e apresidente, avviando battaglie pol<strong>it</strong>iche per dare dign<strong>it</strong>à alla figura <strong>del</strong>l’endoscopistache deve svolgere un’attiv<strong>it</strong>à a <strong>tempo</strong> pieno e occuparsi approfond<strong>it</strong>amente <strong>del</strong>lamateria. Tra le sue prospettive è anche la creazione di Un<strong>it</strong>à di endoscopiapluridisciplinare, di tipo dipartimentale, in cui possano convergere competenzedifferenti di tipo endoscopico, per utilizzare a pieno e al meglio risorse sia tecnicheche umane ed economiche; e poi la lotta per la creazione dei Centri di altaspecializzazione in grado di applicare e far progredire una metodica, quellaendoscopica, che, utilizzata appropriatamente, promuove interventi poco traumatici,a scarso tasso di complicanze e con risparmio sui costi di trattamento. E ancora:un’azione mirata per l’idone<strong>it</strong>à nazionale al primariato per gli endoscopisti, che vieneottenuta ma poi perduta negli anni successivi. Una <strong>del</strong>le tante contraddizioni chepunteggiano la storia <strong>del</strong>l’endoscopia digestiva <strong>it</strong>aliana.118Alberto T<strong>it</strong>tobellorelatore al “Live 94”I RICORDI DIALBERTOQTITTOBELLOuando si nomina l’endoscopia digestiva, Alberto T<strong>it</strong>tobello ama ricordare il suoprimo approccio a questa disciplina.Nel 1967 il gruppo di gastroenterologi-epatologi <strong>del</strong> Policlinico di Milano si ricost<strong>it</strong>uì,sotto la guida <strong>del</strong> Prof. Dioguardi, che era stato in Cattedra a Cagliari per alcuni anni.T<strong>it</strong>tobello viene convocato nello studio <strong>del</strong> direttore, che dice: “Ho saputo che alPadiglione Monteggia due ‘matti’, in un bugigattolo, introducono degli strani tubisemirigidi nello stomaco dei pazienti, con grave rischio per il loro esofago. Và avedere, perché secondo me questa pratica avrà un enormefuturo”. Fu così che T<strong>it</strong>tobello introdusse il suo primogastroscopio Hirschow<strong>it</strong>z con mano tremante, sotto laguida di Mirelli e Fichera. Fu un colpo di fulmine, innamoramentoa prima vista.Dioguardi procurò sub<strong>it</strong>o da alcuni sponsor i gastroscopiACMI e Machida e iniziò una proficua pratica clinica e diricerca soprattutto nel campo <strong>del</strong>le emorragie-gastriche e<strong>del</strong> follow-up <strong>del</strong>le gastr<strong>it</strong>i astrofiche.“La casistica <strong>del</strong>le varici esofagee era ampia (eravamoepatologi), ma che paura introdurre quei ‘bastoni’ in pazienticon varici!”.Con Mirelli e Fichera, T<strong>it</strong>tobello fece il suo esordio congressualenell’endoscopia, come relatore sulle emorragie digestive<strong>del</strong> tratto digestivo superiore al Congresso di Taormina.La casistica sul follow-up <strong>del</strong>le gastr<strong>it</strong>i atrofiche fu pubblicata dopo 20 anni e si affiancòa quelle <strong>it</strong>aliane (Chieti) ed europee (Siurala).L’innamoramento a questa disciplina ebbe un ulteriore impulso nel 1972, quando T<strong>it</strong>tobelloseguì un breve tirocinio da Vicari a Nancy e iniziò, per primo in Lombardia e trai primi in Italia, con Fratton, Oselladore e Montori, il cateterismo <strong>del</strong>la papilla di Vater.Il Prof. V<strong>it</strong>torio Staudacher, allora direttore <strong>del</strong>la chirurgia d’Urgenza – che T<strong>it</strong>tobelloama definire “il più grande clinico medico tra i più grandi chirurghi” rimase estasiato

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