cap<strong>it</strong>olo 7Parlano i “<strong>Testimoni</strong> <strong>del</strong> <strong>tempo</strong>”ha un’esperienza consultiva endoscopica, e che rappresenta oggi un problema assaigrave nelle attuali condizioni di stretta finanziaria <strong>del</strong>le strutture san<strong>it</strong>arie.L’endoscopia non si lim<strong>it</strong>a a problematiche diagnostiche. Se ne consideriamo i suoimolteplici aspetti (contributi bioptici, istologici, c<strong>it</strong>ologici), e ne analizziamo le possibil<strong>it</strong>àdi riporto alle espressioni disfunzionali digestive, viene a prospettarsi un aspettoparticolare <strong>del</strong>l’endoscopia, quale cardine <strong>del</strong>la fisiopatologia. Nella più moderna esperienzal’endoscopia si pone infine come mezzo terapeutico diretto (polipectomia, estrazionedi calcoli, sclerosi di vasi, papillotomia ecc.) condizione che ancor più ci richiamaall’importanza di una raggiunta specifica esperienza.Da quanto detto, emerge la necess<strong>it</strong>à di un nuovo assetto organizzativo-didattico ai finidi codificare i Centri endoscopici e <strong>del</strong>la formazione di endoscopisti impostati in gastroenterologia,ben considerando i pericoli di una despecializzazione che porterebbea errori tecnici, diagnostici e terapeutici. Ne consegue l’esigenza assoluta di riservare ildir<strong>it</strong>to di endoscopia solo a precise strutture ospedaliere-univers<strong>it</strong>arie opportunamentequalificate, nelle quali sarà possibile ist<strong>it</strong>uire Scuole ove, oltre l’iniziale <strong>it</strong>er gastroenterologico,esistano concrete possibil<strong>it</strong>à di apprendimento endoscopico, rifuggendo daetichettazioni formali.Tale esigenza evidentemente non investe soltanto le Scuole formative, ma prospetticamenteinteressa l’ist<strong>it</strong>uzione <strong>del</strong>l’endoscopia nel suo complesso, al fine di non vanificarela materia non solo attraverso errori san<strong>it</strong>ari, ma anche attraverso assurde dispersioniorganizzativo-finanziarie, condizioni ambedue che condurrebbero inev<strong>it</strong>abilmente auna rottura degli equilibri <strong>del</strong>le strutture socio-san<strong>it</strong>arie”.E a un altro ques<strong>it</strong>o, A chi spetta l’endoscopia digestiva?, come risposta mi dà il testoillustrato, nelle vesti di past presidente <strong>del</strong>l’ESGE, a una tavola rotonda <strong>del</strong>l’OMED aLisbona. È il 1994.“È aperto – risponde Cheli – il ques<strong>it</strong>o: a chi spetta l’endoscopia digestiva? La rispostapiù corretta è che l’endoscopia digestiva spetta a chi la sa fare. In questa risposta, chepuò sembrare semplicistica, includiamo il problema <strong>del</strong>l’insegnamento <strong>del</strong>l’endoscopia,al fine di costruire il vero endoscopista, scoraggiando l’esecuzione <strong>del</strong>l’endoscopiasenza un addestramento adeguato, con la final<strong>it</strong>à di diminuire il rischio per il pazienteed ev<strong>it</strong>are una perd<strong>it</strong>a di credibil<strong>it</strong>à di tali tecniche se impiegate da mani inesperte”.Cheli, dopo aver fatto il punto sulla realtà in Europa, prosegue: “Per sviluppareun’attiv<strong>it</strong>à endoscopica sono indispensabili degli standards fondamentali che potremoconsiderare in almeno cento endoscopie superiori, 50 colonscopie e 50 ERCP. È possibilesuddividere l’apprendimento in diversi gradi di difficoltà.Uno schema possibile è il seguente:◆ livello base: endoscopia diagnostica superiore, proctoscopia e sigmoidoscopia flessibile,con prelievi bioptici e c<strong>it</strong>ologici;◆ livello intermedio: pancolonscopia, tecniche terapeutiche semplici quali la dilatazioneesofagea, la polipectomia;◆ livello avanzato: ERCP, papillotomie, protesi, trattamento <strong>del</strong>le emorragie, laser ecc.Questi punti possono rappresentare una prima indicazione per valutare il grado dicapac<strong>it</strong>à professionale”.106LA TESTIMONIANZADI GIAN LUIGI DA BROILaureato a Modena nel 1951 entra sub<strong>it</strong>o a far parte con il Prof. Coppo nell’ist<strong>it</strong>uendaSocietà Italiana di Gastroenterolaparoscopia e con<strong>tempo</strong>raneamente frequenta la IClinica Medica <strong>del</strong>l’Ospedale Civile di Udine diretta, allora, dal Prof. Giuseppe Gherardini.Da tener presente che fino al 1954 non vi era ancora sostanziale divisione tra levarie branche <strong>del</strong>la Medicina Interna (ematologia, neurologia, cardiologia, gastroenterologiaecc.) e che tra il 1953/54 la diffusione europea <strong>del</strong>la Reveu du Practicien (Parigi),considerata una <strong>del</strong>le riviste mediche più importanti d’Europa assieme alla Deutsch MedizinisheWochenschrift (nella quale compaiono articoli che riguardano l’esecuzione di
Storia <strong>del</strong>l’endoscopia digestiva in Italiaindagini gastroscopiche a opera <strong>del</strong> Prof. Ch. Debray che lavorava presso l’OspedaleBichat di Parigi) contribuirono notevolmente a sensibilizzare la classe medica versol’endoscopia.Venivano usati strumenti rigidi, simili a quelli già utilizzati dagli otoiatri per lo studio<strong>del</strong>l’esofago. Compare il volume Les Gastr<strong>it</strong>es <strong>del</strong> Prof. Moutier (Parigi) che susc<strong>it</strong>aenorme interesse sull’argomento.Nel 1955, previ accordi intercorsi tra l’OspedaleCivile di Udine e il Prof. Charles Debray <strong>del</strong>l’OspedaleBichat in Parigi, vinto il concorso per l’effettivatoall’Ospedale Civile di Udine, continua i suoistudi trasferendosi per circa due anni, a periodialterni, a Parigi. Debray era considerato allora,assieme al Prof. Hans Stolbre<strong>it</strong>er di Hai<strong>del</strong>berg, ilnumero uno <strong>del</strong>l’endoscopia nascente in Europa e ilpunto di riferimento, per chi si voleva dedicare aquesta branca.Da Broi ha acquistato personalmente il primogastroscopio rigido a Monaco di Baviera (d<strong>it</strong>ta Richard und Gerard Wolff) per la sommadi L. 20.000 circa. Successivamente seguirono altri acquisti da parte <strong>del</strong>l’AmministrazioneOspedaliera.Iniziata l’attiv<strong>it</strong>à endoscopica <strong>del</strong>le alte viedigestive, Da Broi pubblica nel 1957 i primi160 casi sottoposti a gastroscopia. In taleoccasione numerosi commenti cr<strong>it</strong>icivennero esternati perché con l’endoscopionon si esplorava bene specialmente ilfondo gastrico rispetto alla radiologia (sivedeva abbastanza bene l’antro-corpogastrico, senza ovviamente poter superareil piloro). Un solo Primario medico, il Prof.A. Varisco si era complimentato con lui per i risultati ottenuti sostenendo, di fronteai soci <strong>del</strong>la Società Medica <strong>del</strong> Friuli, la valid<strong>it</strong>à di quanto stava facendo. Da Broiricorda che per spronarlo gli disse, con tono autor<strong>it</strong>ario: “continua che sei sullastrada giusta”.Nel 1957 inizia l’attiv<strong>it</strong>à endoscopica il Dott. E. Visentini presso il reparto <strong>del</strong> Prof. E.Belsasso a Trieste. Nel 1958 compare e viene acquistato uno strumento rigido con dueottiche intercambiabili: anterograda e retrograda per una visione più completa. L’attiv<strong>it</strong>àendoscopica viene svolta in una stanzetta <strong>del</strong> reparto di Medicina, dotata di un lettinoe un armadio per gli strumenti, con l’ausilio di un’infermiera. Gli strumenti venivanolavati con soluzioni di acido fenico all’1% oppure con solfo-fenato di zinco all’1%.Venivano esegu<strong>it</strong>e 5-6 sedute per settimana, con 1-2 pazienti alla volta. Anestesiasomministrata 25 gocce di Gratusminal (Strofantina + Luminale). Mediamente un pazientela settimana rifiutava di sottoporsi all’indagine. Il problema maggiore era l’invasiv<strong>it</strong>à(il paziente giaceva supino con il collo iperesteso che sporgeva dal lettino) in assenzadi una sedazione adeguata, tuttavia non sonostate descr<strong>it</strong>te complicazioni in questo arco di<strong>tempo</strong>.Lo stesso anno inizia l’attiv<strong>it</strong>à laparoscopica utilizzandocome gas prima la CO2 (intolleranza e lieveper<strong>it</strong>onismo) e quindi il protossido d’azoto.Nel 1959 compaiono i primi gastroscopi semiflessibilia prismi ottici (d<strong>it</strong>ta Optique de Lavallois-Perrè, Parigi). Buona visione e notevole resistenza.Cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una maglia d’acciaio, mun<strong>it</strong>o di di-In queste fotografie diDa Broi sonodocumentate dueraccolte di corpi estraneiestratti dalle viesuperiori e inferioriAlcuni strumentiutilizzati da Da Broi:nella parte superioresi possono osservarestrumenti rigidie alcuni semirigidi.In quella inferiore,attrezzaturefotografiche di allora,semplici ma benfunzionanti107