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capitolo 7Parlano i “Testimoni del tempo”Enoch Fiorini in unritratto pubblicato sullarivista “Annali Ravasini”del 15 ottobre 1972“Fiorini – racconta Fratton – è convinto della utilità dell’endoscopia digestiva in fase diagnosticadal momento che la radiologia purtroppo non risolve tutti i problemi che si presentanoal medico. Quindi favorisce lo sviluppo della metodica quando ha a disposizione,una prima dimostrazione era stata fatta da Leopoldo Celli, il primo fibroscopio. Fiorinirimane molto soddisfatto dello strumento e convince gli amministratori dell’Ospedale, èil 1965, ad acquistarlo. Proprio in quell’anno si svolgea Bologna il primo congresso italiano della Società cheFiorini aveva contribuito a far nascere assieme a Trivellini,Coppo, Banche e Celli. Anzi era stato lui apredisporre tutti gli adempimenti burocratici prima diinvitare gli amici a un pranzo per festeggiare la nascitadella Società”.Fratton si entusiasma dell’endoscopia, si laurea aPadova, si specializza in anestesia con Gasparetto.Viene assunto come chirurgo anestesista a Veronanella Divisione di Fiorini dove di endoscopia sioccupa Franco Polettini. Con il passare del tempo, gliesami di endoscopia digestiva compiuti dall’équipeFiorini, Fratton e Polettini si intensificano. Sull’ondadei successi, su invito di Fiorini, Fratton va a Pariginel reparto del professor Debray dove trova, oltreche un servizio ospedaliero perfetto, un’eccezionaledisponibilità verso il giovane italiano. “Rimango colpito dal fatto che in questa strutturafrancese si utilizzano ancora quegli strumenti semirigidi che noi a Verona avevamoaccantonato. Rimango anche colpito da tutta l’attività coordinata da Housset che inseguito mi onorerà della sua amicizia partecipando a congressi organizzati a Verona.Un giorno proprio Housset apre un armadio e mi mostra il fibroscopio dicendomi che,al momento, sarebbe rimasto lì e che l’avrebbe usato solo dopo un ulteriore perfezionamentodell’industria. Rimasi colpito anche da un altro fatto: nel salutarmi al terminedel soggiorno Debray e Housset mi mostrarono una serie di diapositive gastricheeccezionali per quel momento storico: mi resi conto che era possibile unadocumentazione chiara e attendibile. Tornai a Verona con un grande bagaglio scientifico.Nel 1968 arriva in Ospedale il primo gastroscopio Olympus dotato di pinze dabiopsia, con un terminale flessibile in due direzioni. Con questo strumento si hafinalmente la possibilità di ispezionare tutto lo stomaco. Assieme a Fiorini e Polettinipresentiamo un lavoro sulle zone cieche del corpo e fondo gastrico alle ‘GiornateInternazionali di Medicina’ di Verona, presenti Housset e Stoichita, quest’ultimo moltoamico di Fiorini”.100S’intensifica l’attività della Scuola veronese che nel 1968 presenta a Genova un lavorosui polipi gastrici. “Un momento importante rappresenta questa nostra ricerca – ricordaFratton – perché riusciamo a portare avanti approfondimenti sui polipi gastrici chevengono poi visionati per l’esame istologico dal professor Sirtori, anatomopatologodell’lstituto Tumori di Milano. L’attività si intensifica perché riusciamo ad avere unsecondo strumento a fibre ottiche con un finanziamento della Banca Popolare diVerona. Nel 1969 Fiorini lascia l’attività per raggiunti limiti di età e rimane consulente.Il servizio di endoscopia resta aggregato alla chirurgia”.Fratton ricorda con simpatia il “Premio Bucranio”, è il simbolo dell’Università di Padova,ricevuto per un film realizzato con il contributo della “Carlo Erba”, sotto l’eccezionaleregia di Scolari. Un film con delle stupende immagini, altrettanto stupendamentemontate, realizzate con uno strumento a fibre ottiche.Intanto l’Ospedale di Verona crede sempre più nell’endoscopia e Fratton diventa responsabiledel Servizio di endoscopia, come aiuto di Confortini chiamato al verticedella Chirurgia II di Fiorini unificata, dopo l’uscita dal Servizio del chirurgo veronese,alla III. L’attività della Scuola veronese va avanti con Fratton e Polettini mentre si aprel’investigazione di tutta l’area del duodeno e contemporaneamente s’intensificano glistudi sull’endoscopia d’urgenza.

Storia dell’endoscopia digestiva in ItaliaSono le vie biliari che da questo momento – il giapponese Oi al vertice di Roma haportato la prima clamorosa dimostrazione di intervento endoscopico – che interessanola Scuola veronese. Si va avanti con le indagini nel mondo del duodeno e poi in quellodelle vie biliari. Intanto la biopsia diventa di uso corrente e si rende necessaria la nascitadi anatomopatologi specializzati nell’interpretazione della mucosa gastrica e duodenale,cosa questa che a Verona diventa una realtà.Nel 1972 Fratton compie il primo cateterismo della papilla di Vater: lo aveva vistoeseguire da Oi a Roma ma aveva imparato a effettuare la tecnica vedendo al lavoro ilgruppo di Fernand Vicari a Nancy dove si era fermato al ritorno da un congressoeuropeo a Parigi. Fratton usa per questo intervento un duodenoscopio per vie biliari avisione laterale: è un pioniere in questo campo assieme a Domenico Oselladore aPadova e a Alberto Montori all’Università di Roma. L’attività cresce e Fratton diventaAiuto della Divisione di gastroenterologia appena aperta all’Ospedale e affidata a PierFrancesco Baratta, allievo di Coppo. Il Servizio di endoscopia viene aggregato a questadivisione e riceve un grande impulso anche per l’arrivo di Giuseppe Franzin, allievo diCoppo, che rappresenta uno dei primi esempi di anatomopatologo specializzatonell’interpretazione della mucosa gastrica e duodenale al punto che Baratta viene autorizzatoa che venissero letti i reperti direttamente nel reparto: in pratica nasce lafigura, è la prima volta in Italia, del gastroenterologo istopatologo che verifica quasi incontemporanea quello che si riesce a vedere con l’endoscopia. Un impulso si ha conl’istituzione dell’Università e con l’arrivo del professor Scuro che apre la Clinica Medicaorientata verso la gastroenterologia e con un proprio Servizio di endoscopia eun’anatomia patologica diretta da Fiore Donati che si mostra entusiasta di accoglierenell’ambito della propria attività il lavoro compiuto nel campo istopatologico dalgruppo coordinato da Fratton che viene nominato nel 1986.In conclusione del nostro lungo colloquio sulle rive del Garda, il discorso torna aFiorini. Non a Fiorini medico ma al musicista. Fratton ricorda la grande passione del suoMaestro per la musica al punto che a un certo percorso della sua vita si era trovato adecidere fra la cura degli uomini e la dedizione agli spartiti musicali. Certamente la musicaha perduto un grande artista ma l’endoscopia digestiva italiana, e in senso più ampiola Medicina, hanno acquistato un grande Maestro.A COLLOQUIOCON MARIO BANCHEÈil violino, una vecchia passione, che ora tiene compagnia a Mario Banche, lostudioso torinese che può essere giustamente considerato uno dei fondatori dellamoderna endoscopia digestiva italiana. E sta suonando il violino quando lo incontro inun tiepido pomeriggio nella sua abitazione torinese. Un lungo colloquio punteggiato dacaffè, a caccia di ricordi. Ricordi che affondano neltempo, fin da quando veniva usato nel vetusto“Ospedale San Giovanni” di Torino un gastroscopiorigido costruito in Germania. “Un disastro – diceBanche – per tanti motivi: grande difficoltà nell’introduzione,visuale pessima, eruttazione non dominatadai pazienti. Risultato: eliminazione dellostrumento dalla scena dopo pochi casi”. Primario èAllodi, Banche solo un allievo nel reparto. Ricordaancora che la colpa del non buono funzionamentodello strumento era dovuta sì all’apparecchiaturama anche alla non perfetta anestesia del paziente.Nell’Ospedale si va avanti continuando a praticarel’endoscopia limitata a quella rettale con il rettosigmoendoscopio.Passano gli anni. Banche va aMario Banche in unaimmagine dell’iniziodegli anni ’70101

Storia <strong>del</strong>l’endoscopia digestiva in ItaliaSono le vie biliari che da questo momento – il giapponese Oi al vertice di Roma haportato la prima clamorosa dimostrazione di intervento endoscopico – che interessanola Scuola veronese. Si va avanti con le indagini nel mondo <strong>del</strong> duodeno e poi in quello<strong>del</strong>le vie biliari. Intanto la biopsia diventa di uso corrente e si rende necessaria la nasc<strong>it</strong>adi anatomopatologi specializzati nell’interpretazione <strong>del</strong>la mucosa gastrica e duodenale,cosa questa che a Verona diventa una realtà.Nel 1972 Fratton compie il primo cateterismo <strong>del</strong>la papilla di Vater: lo aveva vistoeseguire da Oi a Roma ma aveva imparato a effettuare la tecnica vedendo al lavoro ilgruppo di Fernand Vicari a Nancy dove si era fermato al r<strong>it</strong>orno da un congressoeuropeo a Parigi. Fratton usa per questo intervento un duodenoscopio per vie biliari avisione laterale: è un pioniere in questo campo assieme a Domenico Oselladore aPadova e a Alberto Montori all’Univers<strong>it</strong>à di Roma. L’attiv<strong>it</strong>à cresce e Fratton diventaAiuto <strong>del</strong>la Divisione di gastroenterologia appena aperta all’Ospedale e affidata a PierFrancesco Baratta, allievo di Coppo. Il Servizio di endoscopia viene aggregato a questadivisione e riceve un grande impulso anche per l’arrivo di Giuseppe Franzin, allievo diCoppo, che rappresenta uno dei primi esempi di anatomopatologo specializzatonell’interpretazione <strong>del</strong>la mucosa gastrica e duodenale al punto che Baratta viene autorizzatoa che venissero letti i reperti direttamente nel reparto: in pratica nasce lafigura, è la prima volta in Italia, <strong>del</strong> gastroenterologo istopatologo che verifica quasi incon<strong>tempo</strong>ranea quello che si riesce a vedere con l’endoscopia. Un impulso si ha conl’ist<strong>it</strong>uzione <strong>del</strong>l’Univers<strong>it</strong>à e con l’arrivo <strong>del</strong> professor Scuro che apre la Clinica Medicaorientata verso la gastroenterologia e con un proprio Servizio di endoscopia eun’anatomia patologica diretta da Fiore Donati che si mostra entusiasta di accoglierenell’amb<strong>it</strong>o <strong>del</strong>la propria attiv<strong>it</strong>à il lavoro compiuto nel campo istopatologico dalgruppo coordinato da Fratton che viene nominato nel 1986.In conclusione <strong>del</strong> nostro lungo colloquio sulle rive <strong>del</strong> Garda, il discorso torna aFiorini. Non a Fiorini medico ma al musicista. Fratton ricorda la grande passione <strong>del</strong> suoMaestro per la musica al punto che a un certo percorso <strong>del</strong>la sua v<strong>it</strong>a si era trovato adecidere fra la cura degli uomini e la dedizione agli spart<strong>it</strong>i musicali. Certamente la musicaha perduto un grande artista ma l’endoscopia digestiva <strong>it</strong>aliana, e in senso più ampiola Medicina, hanno acquistato un grande Maestro.A COLLOQUIOCON MARIO BANCHEÈil violino, una vecchia passione, che ora tiene compagnia a Mario Banche, lostudioso torinese che può essere giustamente considerato uno dei fondatori <strong>del</strong>lamoderna endoscopia digestiva <strong>it</strong>aliana. E sta suonando il violino quando lo incontro inun tiepido pomeriggio nella sua ab<strong>it</strong>azione torinese. Un lungo colloquio punteggiato dacaffè, a caccia di ricordi. Ricordi che affondano nel<strong>tempo</strong>, fin da quando veniva usato nel vetusto“Ospedale San Giovanni” di Torino un gastroscopiorigido costru<strong>it</strong>o in Germania. “Un disastro – diceBanche – per tanti motivi: grande difficoltà nell’introduzione,visuale pessima, eruttazione non dominatadai pazienti. Risultato: eliminazione <strong>del</strong>lostrumento dalla scena dopo pochi casi”. Primario èAllodi, Banche solo un allievo nel reparto. Ricordaancora che la colpa <strong>del</strong> non buono funzionamento<strong>del</strong>lo strumento era dovuta sì all’apparecchiaturama anche alla non perfetta anestesia <strong>del</strong> paziente.Nell’Ospedale si va avanti continuando a praticarel’endoscopia lim<strong>it</strong>ata a quella rettale con il rettosigmoendoscopio.Passano gli anni. Banche va aMario Banche in unaimmagine <strong>del</strong>l’iniziodegli anni ’70101

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