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don adriano avanzi una vita al servizio della parola di dio - la Notizia

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mi anni si sia addolcito e ammansito. Dubito!… Non era senz’<strong>al</strong>tro un fautore <strong>di</strong> quelfilone <strong>del<strong>la</strong></strong> filosofia francese denominato“person<strong>al</strong>ismo”, ma un convinto assertoreche <strong>la</strong> parrocchia deve svolgere <strong>al</strong>cuni precisiservizi, con stile deciso e forte: sostegno<strong>al</strong><strong>la</strong> famiglia, attenzione ai ragazzi e ai giovani.Chi non teneva il passo, non reggeva<strong>al</strong><strong>la</strong> fatica, o possedeva sensibilità od attitu<strong>di</strong>ninon imme<strong>di</strong>atamente spen<strong>di</strong>bili perl’animazione o l’aggregazione in parrocchia,era bene che cambiasse aria...Nelle sue scelte pastor<strong>al</strong>i lo sostenevail ricordo vivo <strong>del<strong>la</strong></strong> sua esperienza <strong>di</strong> VicarioCooperatore in san Barnaba. L’amiciziariconoscente che gli riservavano gli <strong>al</strong>loragiovani delle parrocchia citta<strong>di</strong>na, lo confermavanonel<strong>la</strong> bontà delle sue convinzioni.Don Adriano e <strong>la</strong> liturgia. In tempi<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusa sciatteria liturgica (“cosa si insegnain Seminario?” borbottava ogni tanto)e <strong>di</strong> fantasie teatr<strong>al</strong>i che strappano <strong>la</strong>crime,app<strong>la</strong>usi o emozioni, ma poco hanno a chefare con le cose <strong>di</strong> Dio e <strong>del<strong>la</strong></strong> Chiesa, <strong>don</strong>Adriano è sempre stato fermo nell’educareed evangelizzare attraverso <strong>una</strong> liturgiasolenne e sobria ad un tempo, dove a tutti,senza <strong>di</strong>stinzioni, è chiesto <strong>di</strong> mettersi in faticosoascolto <strong>del<strong>la</strong></strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio.Se perfino il Vescovo mons. Carlo Ferrari,poco incline ai complimenti, ebbe a <strong>di</strong>reche <strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo, da un punto <strong>di</strong>visto <strong>di</strong> ambiente e atmosfera liturgica, era ilmeglio <strong>del<strong>la</strong></strong> Diocesi, qu<strong>al</strong>che merito, nonostanteil suo stile a volte poco accattivante, loavrà pure avuto anche <strong>don</strong> Adriano!Oggi a Gui<strong>di</strong>zzolo è ancora <strong>di</strong>ffusa <strong>la</strong>coscienza <strong>del<strong>la</strong></strong> centr<strong>al</strong>ità <strong>del<strong>la</strong></strong> Messa domenic<strong>al</strong>eed è viva <strong>la</strong> devozione <strong>al</strong><strong>la</strong> Ma<strong>don</strong>nadel Rosario, i sacramenti vengono celebraticon <strong>di</strong>gnità, le assemblee liturgiche sonoattente e partecipi: tutto questo è il risultato<strong>di</strong> <strong>una</strong> sua fedeltà <strong>al</strong>le norme liturgiche, chequ<strong>al</strong>che volta poteva sembrare perfino rigida,ma i cui frutti <strong>di</strong>cono essere sempre statasincera e coerente con il vero senso <strong>del<strong>la</strong></strong> liturgia,secondo lo spirito <strong>del<strong>la</strong></strong> Chiesa, quellospirito che anche Benedetto XVI richiamafrequentemente negli incontri con i preti.Mi preme un’ultima testimonianza,<strong>di</strong> poche parole come conviene a ciò che stoper <strong>di</strong>re. Non è stato facile neppure per <strong>don</strong>Adriano il suo essere “prete tutto d’un pezzo”.La sua fedeltà agli ide<strong>al</strong>i <strong>di</strong> <strong>vita</strong> sacerdot<strong>al</strong>ee parrocchi<strong>al</strong>e e <strong>la</strong> sua de<strong>di</strong>zione sonosempre rimasti t<strong>al</strong>i anche nei momenti dolorosidell’incomprensione, delle scelte <strong>di</strong>fficiliper il bene <strong>del<strong>la</strong></strong> parrocchia - <strong>la</strong> sua primapreoccupazione -, <strong>del<strong>la</strong></strong> sofferenza fisica cheha tentato invano <strong>di</strong> limitarlo nel suo stiled’essere parroco.Come ricordare <strong>don</strong> Adriano? Il vestitodel “buon pastore”, così come spesso èinteso, - ovvero sempre accomodante e accon<strong>di</strong>scendenteai desideri, ai capricci e <strong>al</strong>lemode del momento - mi sembra che vada unpo’ stretto a <strong>don</strong> Adriano. Ma c’è un’<strong>al</strong>tra figuranel vangelo che sembra fatta su misuraper lui: “Qu<strong>al</strong> è dunque l’amministratore fedelee saggio, che il Signore porrà a capo <strong>del<strong>la</strong></strong>sua servitù, per <strong>di</strong>stribuire a tempo debito<strong>la</strong> razione <strong>di</strong> cibo? Beato quel servo che il padrone,arrivando, troverà <strong>al</strong> suo <strong>la</strong>voro”. (Lc12,42-43). Buona ricompensa, <strong>don</strong> Adriano!Gui<strong>di</strong>zzolo, 16 ottobre 2007Visita del vescovo mwwwwwwons. Roberto BustiGui<strong>di</strong>zzolo, 3 maggio 2009Santa Messa per <strong>la</strong> canonizzazione <strong>di</strong> S. Arcangelo Ta<strong>di</strong>ni9

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