Il 21 gennaio l’ultimo s<strong>al</strong>uto a <strong>don</strong> Adriano che ora riposa <strong>al</strong> Cimitero com<strong>una</strong>le nel<strong>la</strong> tomba deiparroci. Davanti <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tare <strong>la</strong> bara circondata dai bambini delle scuole e d<strong>al</strong>l’affetto dei gui<strong>di</strong>zzolesi.Accanto <strong>al</strong><strong>la</strong> cor<strong>al</strong>e nata proprio da un suo impulso. A presiedere <strong>la</strong> celebrazione il vescovo Roberto.D<strong>al</strong>l’Omelia del Vescovo Mons. Roberto Busti“Noi infatti non pre<strong>di</strong>chiamo noi stessi,ma Cristo Gesù Signore: noi siamo vostriservitori a causa <strong>di</strong> Gesù”.É un’affermazione colma <strong>di</strong> umiltàe <strong>di</strong> giusto orgoglio che Paolo fa scrivendo<strong>una</strong> seconda volta ai cristiani <strong>di</strong> Corinto…Ed è t<strong>al</strong>mente forte questa convinzione dafargli affermare che “se questo Vangelo rimaneve<strong>la</strong>to, lo è per coloro che si per<strong>don</strong>o,ai qu<strong>al</strong>i il <strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo mondo ha accecato l<strong>al</strong>oro mente incredu<strong>la</strong>”.Se c’è un motivo per il qu<strong>al</strong>e il <strong>servizio</strong>dell’apostolo <strong>al</strong><strong>la</strong> sua Chiesa non vienemeno, nonostante tribo<strong>la</strong>zioni, persecuzioniGui<strong>di</strong>zzolo, 25 giugno 2003, Fondazione Rizziniaugurazione del Centro DiurnoGui<strong>di</strong>zzolo, 18 aprile 2004Inaugurazione del restaurato Oratorio <strong>di</strong> San Lorenzoe minacce, è che il <strong>servizio</strong> <strong>di</strong> annunciare ilVangelo è compiuto esclusivamente “a causa<strong>di</strong> Gesù”. Solo lui infatti sa s<strong>al</strong>vaguardarequesto immenso tesoro <strong>di</strong> verità e <strong>di</strong> speranzadestinato a tutti gli uomini e tuttavia affidato<strong>al</strong><strong>la</strong> debolezza delle nostre capacità e<strong>di</strong>sponibilità umane: “abbiamo questo tesoroin vasi <strong>di</strong> creta, affinché questa straor<strong>di</strong>nariagrandezza venga d<strong>al</strong><strong>la</strong> potenza <strong>di</strong> Dioe non da noi”.Sono parole che tutti, speci<strong>al</strong>mentenoi sacerdoti, abbiamo ben presenti anchese t<strong>al</strong>volta, magari senza accorgercene, riponiamotroppa fiducia nelle nostre iniziative…Eppure non dobbiamo mai rassegnarcia perdere <strong>la</strong> forza dell’entusiasmo <strong>di</strong> cuideve essere avvolta <strong>la</strong> nostra testimonianza,proprio in forza dello Spirito <strong>di</strong> Gesù che civiene continuamente <strong>don</strong>ato nell’Eucaristiae nei sacramenti.Tuttavia non possiamo <strong>di</strong>menticareche annunciare il Vangelo <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> e <strong>del<strong>la</strong></strong>risurrezione <strong>di</strong> Gesù, significa riproporrenel<strong>la</strong> sua interezza tutta l’esperienza umanadel Figlio <strong>di</strong> Dio; perciò “noi portiamo sempree dovunque nel nostro corpo <strong>la</strong> morte <strong>di</strong>Gesù”. Anzi, “noi che siamo vivi veniamoconsegnati <strong>al</strong><strong>la</strong> morte a causa <strong>di</strong> Gesù, perchéanche <strong>la</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Gesù si manifesti nel<strong>la</strong>nostra carne mort<strong>al</strong>e”.Ho riflettuto a lungo, a partire daqueste parole, per riuscire a leggere e comprendere<strong>la</strong> mano provvidenzi<strong>al</strong>e dell’amore<strong>di</strong> Dio in quest’ultima parte umanamentemolto pesante <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adriano.Come sempre, il suo carattere schietto, <strong>la</strong> suaforte volontà e il suo profondo attaccamento<strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa l’aveva portato <strong>al</strong><strong>la</strong> scelta, sicuramentemolto sofferta e combattuta, <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciare(anche se solo con l’abitazione) <strong>la</strong> comunitàche ha immensamente amato e <strong>del<strong>la</strong></strong> qu<strong>al</strong>esi sentiva parte ormai inscin<strong>di</strong>bile.Ed era molto orgoglioso <strong>di</strong> questa appartenenzache sapeva pienamente ricambiatanell’affetto, nel<strong>la</strong> stima e nel<strong>la</strong> considerazione<strong>del<strong>la</strong></strong> sua gente, capace <strong>di</strong> andareben oltre qu<strong>al</strong>che asprezza del suo caratteresincero e le<strong>al</strong>e. Tutto era ormai pronto e decisoe mi aveva dato assicurazione <strong>del<strong>la</strong></strong> tot<strong>al</strong>elibertà con <strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e aveva raggiunto <strong>la</strong> suadecisione, an<strong>al</strong>ogamente a quando, qu<strong>al</strong>cheanno fa, mi aveva consegnato <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponibili-6
tà a cessare il suo mandato <strong>di</strong> parroco.Il Signore invece lo aspettava su un’<strong>al</strong>trastrada: quel<strong>la</strong> <strong>del<strong>la</strong></strong> piena con<strong>di</strong>visione <strong>del<strong>la</strong></strong>croce. “Se il chicco <strong>di</strong> grano, caduto in terra,non muore, rimane solo; se invece muoreporta molto frutto” (Gv. 12,24). “Colui che nonporta <strong>la</strong> propria croce e non viene <strong>di</strong>etro ame, non può essere mio <strong>di</strong>scepolo” (Lc. 14, 27).E quanto sia stata pesante questa croce, perun uomo come lui, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e né incidenti nél’età hanno potuto togliere <strong>vita</strong>lità ed entusiasmo,credo lo sappia solo Dio. La picco<strong>la</strong> efaticosa capacità <strong>di</strong> comunicazione rimastagliè ser<strong>vita</strong> per <strong>di</strong>rci che accettava quel<strong>la</strong> croceanzi, <strong>la</strong> metteva ancora <strong>una</strong> volta a <strong>servizio</strong>del bene <strong>del<strong>la</strong></strong> sua gente, come l’ApostoloPaolo: “Per questo non ci scoraggiamo ma,se anche il nostro uomo esteriore si va <strong>di</strong>sfacendo,quello interiore si rinnova <strong>di</strong> giornoin giorno… Noi non fissiamo lo sguardo sullecose visibili, che sono <strong>di</strong> un momento, masu quelle invisibili che sono eterne”.Credo che questo possa essere il messaggiochiaro che ci viene d<strong>al</strong>l’esempio <strong>di</strong>questo cristiano e <strong>di</strong> questo prete forte e dolce:<strong>la</strong> sua esistenza, <strong>la</strong> sua de<strong>di</strong>cazione sacerdot<strong>al</strong>e,<strong>la</strong> con<strong>di</strong>visione piena <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> edelle vicende liete e dolorose <strong>del<strong>la</strong></strong> sua genteassumono così i tratti concreti <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>paro<strong>la</strong></strong>che Dio vuole pronunciare attraverso il percorso<strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi e che ci viene<strong>la</strong>sciato come ricordo ed esempio.Ebbene, “<strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> trovare tuttiin Para<strong>di</strong>so” viene sicuramente re<strong>al</strong>izzata econfermata d<strong>al</strong><strong>la</strong> promessa <strong>di</strong> Gesù a tutticoloro “che aspettano il loro padrone quandotorna d<strong>al</strong>le nozze, in modo che, quandoarriva e bussa, gli aprano subito”. Forse <strong>don</strong>Adriano non si aspettava che lo Sposo arrivasseproprio nel pieno <strong>del<strong>la</strong></strong> notte e che gliultimi passi verso <strong>di</strong> lui fossero quelli inchiodatiin un letto, <strong>di</strong>venuto <strong>la</strong> croce <strong>del<strong>la</strong></strong> suadefinitiva offerta sacerdot<strong>al</strong>e.Ma <strong>di</strong> certo noi sappiamo ciò che Gesùha fatto per lui: si è stretto le vesti ai fianchi,lo ha fatto sedere <strong>al</strong><strong>la</strong> sua tavo<strong>la</strong> e (credo tr<strong>al</strong>e rimostranze <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adriano che continuaad affermare che quel compito spetta a lui,come ha fatto per anni con i suo col<strong>la</strong>boratori)è passato a colmargli il piatto con il cibo<strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> e <strong>del<strong>la</strong></strong> gioia eterna.Ciao <strong>don</strong> Adriano carissimo a me, aituoi numerosi curati del cui affetto andaviorgoglioso, a tanti sacerdoti e a tutta <strong>la</strong> tuacomunità: continuiamo ad affidarti questopopolo e questa Chiesa che hai servito congenerosità e le<strong>al</strong>tà, hai sempre amato e che tiha voluto tanto bene.Castelgrim<strong>al</strong>do, 8 ottobre 2006Santa Messa per l’intito<strong>la</strong>zione <strong>del<strong>la</strong></strong> piazza a <strong>don</strong> PioGui<strong>di</strong>zzolo, 28 ottobre 2006Bene<strong>di</strong>zione del cippo intito<strong>la</strong>to a <strong>don</strong> Maurizio MaraglioGui<strong>di</strong>zzolo, 18 ottobre 2007Inaugurazione <strong>del<strong>la</strong></strong> Biblioteca Com<strong>una</strong>le7