11.07.2015 Views

don adriano avanzi una vita al servizio della parola di dio - la Notizia

don adriano avanzi una vita al servizio della parola di dio - la Notizia

don adriano avanzi una vita al servizio della parola di dio - la Notizia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

DON ADRIANO AVANZIUNA VITA AL SERVIZIODELLA PAROLA DI DIO“Con le <strong>la</strong>crime agli occhi ma il cuore sereno vi comunichiamoche lo zio <strong>don</strong> Adriano è ritornato <strong>al</strong><strong>la</strong> casa del Padre”


“Con le <strong>la</strong>crime agli occhi ma il cuore sereno vi comunichiamo che lo zio <strong>don</strong> Adriano è ritornato <strong>al</strong><strong>la</strong>casa del Padre”Così il 19 gennaio 2012 i nipoti comunicavano ai gui<strong>di</strong>zzolesi <strong>la</strong> scomparsa del preteche per 40 anni (37 da parroco) ha servito <strong>la</strong> comunità <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo.La chiesa parrocchi<strong>al</strong>e il giorno del funer<strong>al</strong>e sabato 21 gennaio non è riuscita a conteneretutte le persone che hanno voluto dare l’ultimo s<strong>al</strong>uto a <strong>don</strong> Adriano Avanzi il qu<strong>al</strong>e, d<strong>al</strong> 26settembre, era infermo in un letto d’osped<strong>al</strong>e.“Quattro mesi <strong>di</strong> m<strong>al</strong>attia, senza <strong>una</strong> insofferenza, senza un <strong>la</strong>mento”: ha ricordato il parroco<strong>don</strong> Libero Zilia.Nel trigesimo <strong>del<strong>la</strong></strong> sua scomparsa <strong>la</strong> comunità lo ricorda così, rievocando brevemente<strong>al</strong>cuni tratti s<strong>al</strong>ienti del suo denso ministero sacerdot<strong>al</strong>e in Gui<strong>di</strong>zzolo, riprendendole significative testimonianze manifestate il giorno dei funer<strong>al</strong>i e in quelli imme<strong>di</strong>atamenteprecedenti durante le veglie <strong>di</strong> preghiera.Testimonianze che non possono iniziare se non con l’intenso TESTAMENTO SPIRITUALE<strong>la</strong>sciato da <strong>don</strong> Adriano e reso noto d<strong>al</strong> vescovo mons. Roberto Busti durante l’omelia esequi<strong>al</strong>e.“Mie ultime volontà”Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. AmenNello stendere questo mio ultimo pensiero terreno sento nel cuoredue sentimenti che si fon<strong>don</strong>o insieme: gratitu<strong>di</strong>ne e meraviglia.Gratitu<strong>di</strong>ne infinita a Dio, Padre misericor<strong>di</strong>oso, che con inesprimibileamore mi ha creato, mi ha messo nel cuore il desiderio e <strong>la</strong> volontà <strong>di</strong>servirlo nel ministero sacerdot<strong>al</strong>e, mi ha accompagnato con <strong>la</strong> vicinanza <strong>di</strong>sacerdoti e persone che, in ogni circostanza del pellegrinaggio terreno, sonostate per me consiglieri e guide.Meraviglia nel costatare che, nonostante le mie infedeltà, <strong>la</strong> mia superbia,e tante volte, il mio rifiuto, Egli era sempre con me, Padre misericor<strong>di</strong>oso,per guidarmi nel<strong>la</strong> via del bene.Confratelli e fratelli carissimi, ed anche voi miei famigliari, ringraziateil Signore per il <strong>don</strong>o <strong>del<strong>la</strong></strong> mia <strong>vita</strong> e pregate perché, nel mio passaggio<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra <strong>vita</strong>, <strong>la</strong> Vergine Santissima mi accompagni <strong>al</strong> suo Figlio Gesù.Ho sempre sentito un grande amore <strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa ed ho amato quellecomunità nelle qu<strong>al</strong>i <strong>la</strong> Provvidenza ha voluto che esercitassi il mio ministero.Se ho mancato verso qu<strong>al</strong>cuno, se non sempre sono stato pronto <strong>al</strong>mio dovere, chiedo umilmente scusa e vi prego <strong>di</strong> colmare le mie mancanzecon <strong>la</strong> carità <strong>del<strong>la</strong></strong> vostra preghiera.Lascio questo mondo con <strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> ritrovare tutti in Para<strong>di</strong>so.<strong>don</strong> Adriano Avanzi2


Molto partecipate sono state le due veglie <strong>di</strong> preghiera nelle sere che hanno anticipato le esequie.Testimonianze sul<strong>la</strong> figura e l’opera <strong>di</strong> <strong>don</strong> AdrianoLa famigliaNon so se nel caso dello zio <strong>don</strong>Adriano si debba par<strong>la</strong>re <strong>di</strong> vocazione comeun evento specifico in cui ci si sente chiamatioppure come esperienza e cammino continuo.Lui da subito, potremmo <strong>di</strong>re , era natosacerdote.I nostri ricor<strong>di</strong> infatti ci fanno <strong>di</strong>reche fin da fanciullo rad<strong>una</strong>va i due fratelliin soffitta per giocare <strong>al</strong><strong>la</strong> Messa! E lui ( piùpiccolo degli <strong>al</strong>tri) era il celebrante ...gli <strong>al</strong>triovviamente i chierichetti. Lui in là neglianni si scherniva <strong>di</strong>cendo che <strong>la</strong> sua vocazionenon aveva dovuto fare molta strada vistoche <strong>la</strong> sua casa nat<strong>al</strong>e era proprio <strong>di</strong> fronte<strong>al</strong><strong>la</strong> chiesa. Questo sappiamo gli aveva consentito<strong>di</strong> svolgere in modo natur<strong>al</strong>e <strong>al</strong>cuneincombenze: procurare <strong>la</strong> brace per il rito delfuoco nel<strong>la</strong> veglia pasqu<strong>al</strong>e, servire <strong>la</strong> Messa...Ma lui in Chiesa e <strong>di</strong>ntorni ci giocavaanche. Il suo essere <strong>di</strong>scolo, il suo colpod’occhio ed il suo pensiero veloce <strong>al</strong>cunevolte lo facevano appunto approfittare <strong>di</strong>questa vicinanza <strong>al</strong><strong>la</strong> parrocchia costringendo<strong>la</strong> mamma a richiamarlo prontamente acasa.Anche il vicino Asilo infantile è stato per luiun’occasione <strong>di</strong> crescita <strong>del<strong>la</strong></strong> propria vocazione.Le suore ed i bambini presenti lohanno sollecitato ad <strong>una</strong> seria responsabilitàeducativa, ad <strong>una</strong> partico<strong>la</strong>re attenzione <strong>al</strong><strong>la</strong>formazione umana e cristiana dei ragazzi edei giovani. Le suore inoltre possedevano(cosa rara per i tempi <strong>di</strong> <strong>al</strong>lora) un pianoforteche <strong>al</strong> piccolo Adriano <strong>la</strong>sciavano usare liberamente.Da qui forse <strong>la</strong> sua passione per<strong>la</strong> musica come occasione <strong>di</strong> bellezza e gratitu<strong>di</strong>ne<strong>al</strong> Signore.Don Adriano ha anche vissuto i retaggi<strong>di</strong> <strong>una</strong> guerra che aveva ridotto <strong>al</strong><strong>la</strong>fame molte famiglie che bussavano <strong>al</strong><strong>la</strong> porta<strong>del<strong>la</strong></strong> bottega <strong>di</strong> suo padre per chiederequ<strong>al</strong>cosa da far mettere sotto i denti ai figli.Rispondere a questi bisogni con piccoli gesti<strong>di</strong> carità familiare lo hanno abituato a non<strong>di</strong>menticare chi fa fatica e lo hanno <strong>al</strong>lenato<strong>al</strong><strong>la</strong> carità fraterna.Anche <strong>la</strong> sua fermezza e determinazioneè stata da subito <strong>una</strong> caratteristicaGui<strong>di</strong>zzolo, 3 ottobre 1982La “Ma<strong>don</strong>na del Rosario”proc<strong>la</strong>mata Patrona <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzoloGui<strong>di</strong>zzolo, 2 ottobre 198325° <strong>di</strong> Sacerdozio3


<strong>del<strong>la</strong></strong> sua vocazione. I nostri genitori ci raccontavanoche quando si è trattato <strong>di</strong> entrarein seminario e pur in un clima <strong>di</strong> grandeaffetto familiare, <strong>la</strong> sua mamma si opposevolendo che vi entrasse solo dopo le scuoleme<strong>di</strong>e. Temeva infatti che <strong>la</strong> sua esuberanzanon lo avrebbe fatto <strong>di</strong>ventare un buon prete!Ma si sbagliava!Gui<strong>di</strong>zzolo, 20 gennaio 2008Un battesimoSamueleOrmai sarebbero quasi passati quattromesi da quando un grave incidente har<strong>al</strong>lentato <strong>la</strong> corsa del nostro amato <strong>don</strong>Adriano. La sua <strong>vita</strong> <strong>la</strong> chiamo corsa perché,anche se ultimamente a pie<strong>di</strong> non correvamolto, non voleva mai fermarsi.Questa m<strong>al</strong>attia, pur molto più gravedelle precedenti, non ha permesso <strong>al</strong><strong>la</strong> suafede e <strong>al</strong><strong>la</strong> sua speranza <strong>di</strong> arrestarsi fino <strong>al</strong><strong>la</strong>fine.Andando in osped<strong>al</strong>e a trovarlo, neimomenti <strong>di</strong> maggiore luci<strong>di</strong>tà, volentieripar<strong>la</strong>va o <strong>al</strong>meno ascoltava quel fratello, nipoteo figlio che lo andava a trovare e a confortare.Ricordo volentieri <strong>di</strong> <strong>una</strong> domenicain cui ho pregato con lui il Vespro in osped<strong>al</strong>ea Brescia e, nonostante <strong>la</strong> sofferenza, sisforzava <strong>di</strong> partecipare il più possibile.La sua fede tenace, o Signore, ci siada insegnamento per tutti quei momenti <strong>di</strong>dolore e <strong>di</strong> fragilità che mettono in bilico <strong>la</strong>nostra <strong>vita</strong> <strong>di</strong> fede continuamente.Grazie per <strong>la</strong> sua testimonianza <strong>di</strong> sacerdote,padre e fratello.4Gui<strong>di</strong>zzolo, 25 ottobre 2007Inaugurazione dell’Asilo NidoNat<strong>al</strong>e 2007La cor<strong>al</strong>e <strong>al</strong>l’Oratorio <strong>di</strong> San LorenzoRos<strong>al</strong>baNon è mai troppo quello che si può<strong>di</strong>re <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adriano e del bene compiuto aGui<strong>di</strong>zzolo nei 40 anni <strong>di</strong> <strong>vita</strong> sacerdot<strong>al</strong>e.Ieri qui è caduta <strong>una</strong> roccia, un po’ ruvida,ma s<strong>al</strong>da nel<strong>la</strong> fede e nel<strong>la</strong> carità.È stato per tutti un esempio <strong>di</strong> preghiera e<strong>di</strong> devozione, in modo partico<strong>la</strong>re a MariaMadre <strong>di</strong> Gesù.Le liturgie nelle solennità non eranomai perfette come lui avrebbe voluto, e perquesto in certi momenti si <strong>di</strong>mostrava rigidoe intransigente.Aveva per tutti quelli che ricorrevanoa lui per consigli, aiuti anche materi<strong>al</strong>i uncuore <strong>di</strong> padre.Amava i bambini e si spendeva in modo assolutonel prepararli ai Sacramenti.Amava le famiglie e spesso <strong>di</strong>cevatutto il suo rammarico <strong>di</strong> non poter più esserein grado <strong>di</strong> visitarle nelle loro case.Amava fare con <strong>la</strong> sua gente tanti beiviaggi, durante i qu<strong>al</strong>i si trasformava e gustavaappieno le meraviglie <strong>del<strong>la</strong></strong> natura.Amava <strong>la</strong> musica, il canto e <strong>la</strong> sua cor<strong>al</strong>e.Negli incontri <strong>di</strong> catechismo degli


adulti abbiamo letto e conosciuto insieme <strong>al</strong>ui tutta <strong>la</strong> Bibbia, cercava sempre <strong>di</strong> colmare<strong>la</strong> nostra ignoranza con le sue profonde conoscenze.Il bastone non l’ha usato sempre e solo perappoggiarsi… ma <strong>di</strong> questo noi gli saremosempre grati e mai <strong>di</strong>menticheremo il beneche abbiamo ricevuto.Nelle preghiere ci sarà sempre un postoper il nostro <strong>don</strong> Adriano, certi che luid<strong>al</strong> cielo avrà costantemente lo sguardo rivolto<strong>al</strong><strong>la</strong> sua Gui<strong>di</strong>zzolo.Mantova, Basilica <strong>di</strong> S. Andrea 3 giugno 2007Or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> <strong>don</strong> Matteo P<strong>al</strong>azzaniGui<strong>di</strong>zzolo, 6 ottobre 1995Visita del Prefetto <strong>del<strong>la</strong></strong> Congregazione del Clerocar<strong>di</strong>n<strong>al</strong>e José Tomás SánchesGui<strong>di</strong>zzolo, 6 ottobre 2007La “Ma<strong>don</strong>na del Rosario” in processione per le viecolpite d<strong>al</strong> tornado del 9 luglio 2007Gui<strong>di</strong>zzolo, 11 maggio 2008Prima Santa Messa a Gui<strong>di</strong>zzolo <strong>di</strong> fra’ Enrico S<strong>al</strong>ar<strong>di</strong>5


Il 21 gennaio l’ultimo s<strong>al</strong>uto a <strong>don</strong> Adriano che ora riposa <strong>al</strong> Cimitero com<strong>una</strong>le nel<strong>la</strong> tomba deiparroci. Davanti <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tare <strong>la</strong> bara circondata dai bambini delle scuole e d<strong>al</strong>l’affetto dei gui<strong>di</strong>zzolesi.Accanto <strong>al</strong><strong>la</strong> cor<strong>al</strong>e nata proprio da un suo impulso. A presiedere <strong>la</strong> celebrazione il vescovo Roberto.D<strong>al</strong>l’Omelia del Vescovo Mons. Roberto Busti“Noi infatti non pre<strong>di</strong>chiamo noi stessi,ma Cristo Gesù Signore: noi siamo vostriservitori a causa <strong>di</strong> Gesù”.É un’affermazione colma <strong>di</strong> umiltàe <strong>di</strong> giusto orgoglio che Paolo fa scrivendo<strong>una</strong> seconda volta ai cristiani <strong>di</strong> Corinto…Ed è t<strong>al</strong>mente forte questa convinzione dafargli affermare che “se questo Vangelo rimaneve<strong>la</strong>to, lo è per coloro che si per<strong>don</strong>o,ai qu<strong>al</strong>i il <strong>di</strong>o <strong>di</strong> questo mondo ha accecato l<strong>al</strong>oro mente incredu<strong>la</strong>”.Se c’è un motivo per il qu<strong>al</strong>e il <strong>servizio</strong>dell’apostolo <strong>al</strong><strong>la</strong> sua Chiesa non vienemeno, nonostante tribo<strong>la</strong>zioni, persecuzioniGui<strong>di</strong>zzolo, 25 giugno 2003, Fondazione Rizziniaugurazione del Centro DiurnoGui<strong>di</strong>zzolo, 18 aprile 2004Inaugurazione del restaurato Oratorio <strong>di</strong> San Lorenzoe minacce, è che il <strong>servizio</strong> <strong>di</strong> annunciare ilVangelo è compiuto esclusivamente “a causa<strong>di</strong> Gesù”. Solo lui infatti sa s<strong>al</strong>vaguardarequesto immenso tesoro <strong>di</strong> verità e <strong>di</strong> speranzadestinato a tutti gli uomini e tuttavia affidato<strong>al</strong><strong>la</strong> debolezza delle nostre capacità e<strong>di</strong>sponibilità umane: “abbiamo questo tesoroin vasi <strong>di</strong> creta, affinché questa straor<strong>di</strong>nariagrandezza venga d<strong>al</strong><strong>la</strong> potenza <strong>di</strong> Dioe non da noi”.Sono parole che tutti, speci<strong>al</strong>mentenoi sacerdoti, abbiamo ben presenti anchese t<strong>al</strong>volta, magari senza accorgercene, riponiamotroppa fiducia nelle nostre iniziative…Eppure non dobbiamo mai rassegnarcia perdere <strong>la</strong> forza dell’entusiasmo <strong>di</strong> cuideve essere avvolta <strong>la</strong> nostra testimonianza,proprio in forza dello Spirito <strong>di</strong> Gesù che civiene continuamente <strong>don</strong>ato nell’Eucaristiae nei sacramenti.Tuttavia non possiamo <strong>di</strong>menticareche annunciare il Vangelo <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> e <strong>del<strong>la</strong></strong>risurrezione <strong>di</strong> Gesù, significa riproporrenel<strong>la</strong> sua interezza tutta l’esperienza umanadel Figlio <strong>di</strong> Dio; perciò “noi portiamo sempree dovunque nel nostro corpo <strong>la</strong> morte <strong>di</strong>Gesù”. Anzi, “noi che siamo vivi veniamoconsegnati <strong>al</strong><strong>la</strong> morte a causa <strong>di</strong> Gesù, perchéanche <strong>la</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> Gesù si manifesti nel<strong>la</strong>nostra carne mort<strong>al</strong>e”.Ho riflettuto a lungo, a partire daqueste parole, per riuscire a leggere e comprendere<strong>la</strong> mano provvidenzi<strong>al</strong>e dell’amore<strong>di</strong> Dio in quest’ultima parte umanamentemolto pesante <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adriano.Come sempre, il suo carattere schietto, <strong>la</strong> suaforte volontà e il suo profondo attaccamento<strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa l’aveva portato <strong>al</strong><strong>la</strong> scelta, sicuramentemolto sofferta e combattuta, <strong>di</strong> <strong>la</strong>sciare(anche se solo con l’abitazione) <strong>la</strong> comunitàche ha immensamente amato e <strong>del<strong>la</strong></strong> qu<strong>al</strong>esi sentiva parte ormai inscin<strong>di</strong>bile.Ed era molto orgoglioso <strong>di</strong> questa appartenenzache sapeva pienamente ricambiatanell’affetto, nel<strong>la</strong> stima e nel<strong>la</strong> considerazione<strong>del<strong>la</strong></strong> sua gente, capace <strong>di</strong> andareben oltre qu<strong>al</strong>che asprezza del suo caratteresincero e le<strong>al</strong>e. Tutto era ormai pronto e decisoe mi aveva dato assicurazione <strong>del<strong>la</strong></strong> tot<strong>al</strong>elibertà con <strong>la</strong> qu<strong>al</strong>e aveva raggiunto <strong>la</strong> suadecisione, an<strong>al</strong>ogamente a quando, qu<strong>al</strong>cheanno fa, mi aveva consegnato <strong>la</strong> <strong>di</strong>sponibili-6


tà a cessare il suo mandato <strong>di</strong> parroco.Il Signore invece lo aspettava su un’<strong>al</strong>trastrada: quel<strong>la</strong> <strong>del<strong>la</strong></strong> piena con<strong>di</strong>visione <strong>del<strong>la</strong></strong>croce. “Se il chicco <strong>di</strong> grano, caduto in terra,non muore, rimane solo; se invece muoreporta molto frutto” (Gv. 12,24). “Colui che nonporta <strong>la</strong> propria croce e non viene <strong>di</strong>etro ame, non può essere mio <strong>di</strong>scepolo” (Lc. 14, 27).E quanto sia stata pesante questa croce, perun uomo come lui, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e né incidenti nél’età hanno potuto togliere <strong>vita</strong>lità ed entusiasmo,credo lo sappia solo Dio. La picco<strong>la</strong> efaticosa capacità <strong>di</strong> comunicazione rimastagliè ser<strong>vita</strong> per <strong>di</strong>rci che accettava quel<strong>la</strong> croceanzi, <strong>la</strong> metteva ancora <strong>una</strong> volta a <strong>servizio</strong>del bene <strong>del<strong>la</strong></strong> sua gente, come l’ApostoloPaolo: “Per questo non ci scoraggiamo ma,se anche il nostro uomo esteriore si va <strong>di</strong>sfacendo,quello interiore si rinnova <strong>di</strong> giornoin giorno… Noi non fissiamo lo sguardo sullecose visibili, che sono <strong>di</strong> un momento, masu quelle invisibili che sono eterne”.Credo che questo possa essere il messaggiochiaro che ci viene d<strong>al</strong>l’esempio <strong>di</strong>questo cristiano e <strong>di</strong> questo prete forte e dolce:<strong>la</strong> sua esistenza, <strong>la</strong> sua de<strong>di</strong>cazione sacerdot<strong>al</strong>e,<strong>la</strong> con<strong>di</strong>visione piena <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> edelle vicende liete e dolorose <strong>del<strong>la</strong></strong> sua genteassumono così i tratti concreti <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>paro<strong>la</strong></strong>che Dio vuole pronunciare attraverso il percorso<strong>di</strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi e che ci viene<strong>la</strong>sciato come ricordo ed esempio.Ebbene, “<strong>la</strong> speranza <strong>di</strong> trovare tuttiin Para<strong>di</strong>so” viene sicuramente re<strong>al</strong>izzata econfermata d<strong>al</strong><strong>la</strong> promessa <strong>di</strong> Gesù a tutticoloro “che aspettano il loro padrone quandotorna d<strong>al</strong>le nozze, in modo che, quandoarriva e bussa, gli aprano subito”. Forse <strong>don</strong>Adriano non si aspettava che lo Sposo arrivasseproprio nel pieno <strong>del<strong>la</strong></strong> notte e che gliultimi passi verso <strong>di</strong> lui fossero quelli inchiodatiin un letto, <strong>di</strong>venuto <strong>la</strong> croce <strong>del<strong>la</strong></strong> suadefinitiva offerta sacerdot<strong>al</strong>e.Ma <strong>di</strong> certo noi sappiamo ciò che Gesùha fatto per lui: si è stretto le vesti ai fianchi,lo ha fatto sedere <strong>al</strong><strong>la</strong> sua tavo<strong>la</strong> e (credo tr<strong>al</strong>e rimostranze <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adriano che continuaad affermare che quel compito spetta a lui,come ha fatto per anni con i suo col<strong>la</strong>boratori)è passato a colmargli il piatto con il cibo<strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> e <strong>del<strong>la</strong></strong> gioia eterna.Ciao <strong>don</strong> Adriano carissimo a me, aituoi numerosi curati del cui affetto andaviorgoglioso, a tanti sacerdoti e a tutta <strong>la</strong> tuacomunità: continuiamo ad affidarti questopopolo e questa Chiesa che hai servito congenerosità e le<strong>al</strong>tà, hai sempre amato e che tiha voluto tanto bene.Castelgrim<strong>al</strong>do, 8 ottobre 2006Santa Messa per l’intito<strong>la</strong>zione <strong>del<strong>la</strong></strong> piazza a <strong>don</strong> PioGui<strong>di</strong>zzolo, 28 ottobre 2006Bene<strong>di</strong>zione del cippo intito<strong>la</strong>to a <strong>don</strong> Maurizio MaraglioGui<strong>di</strong>zzolo, 18 ottobre 2007Inaugurazione <strong>del<strong>la</strong></strong> Biblioteca Com<strong>una</strong>le7


Ricordo <strong>di</strong> <strong>don</strong> Alberto BuoliDon Adriano a Gui<strong>di</strong>zzolo, prete “tutto d’unpezzo”. È questa <strong>la</strong> prima definizione cheviene <strong>al</strong><strong>la</strong> mente pensando a <strong>don</strong> Adriano.Ma quel<strong>la</strong> che sembra essere <strong>una</strong> person<strong>al</strong>itàben definibile, <strong>al</strong><strong>la</strong> luce dei ricor<strong>di</strong> degli annitrascorsi a Gui<strong>di</strong>zzolo, purificati d<strong>al</strong> tempoche passa, tra<strong>di</strong>sce invece <strong>una</strong> molteplicità<strong>di</strong> sfumature che v<strong>al</strong>e <strong>la</strong> pena annotare…Sono tante le cose che riconosco <strong>di</strong> aver imparatoda <strong>don</strong> Adriano.Forse <strong>don</strong> Adriano non avrà letto gliultimi testi <strong>di</strong> pastor<strong>al</strong>e usciti per i tipi delleDehoniane e <strong>del<strong>la</strong></strong> LDC, ma ho imparatoda lui l’importanza <strong>del<strong>la</strong></strong> visita annu<strong>al</strong>e <strong>al</strong>lefamiglie, <strong>una</strong> fatica <strong>del<strong>la</strong></strong> qu<strong>al</strong>e molti pretisi sono liberati. E con questa sua fatica ha8Gui<strong>di</strong>zzolo, 22 <strong>di</strong>cembre 2007Concerto <strong>di</strong> Natate <strong>del<strong>la</strong></strong> Banda <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzoloGui<strong>di</strong>zzolo, 5 ottobre 2008Ingresso <strong>di</strong> <strong>don</strong> Libero in Parrocchiaconservato vivo il volto <strong>del<strong>la</strong></strong> parrocchia <strong>di</strong>Gui<strong>di</strong>zzolo, come chiesa “<strong>di</strong> popolo”, secondoun’espressione cara a Giovanni Paolo II.Una Chiesa <strong>di</strong> popolo che ha saputo esprimere,nel suo interno, non pochi “carismi”,non ultimo quello <strong>di</strong> un prete, <strong>don</strong> MatteoP<strong>al</strong>azzani. Aver dato un prete <strong>al</strong><strong>la</strong> Diocesi,è stato per <strong>don</strong> Adriano <strong>una</strong> delle sue piùgran<strong>di</strong> conso<strong>la</strong>zioni.Qu<strong>al</strong>cuno avrebbe potuto giu<strong>di</strong>carlofreddo e <strong>di</strong>staccato nei confronti <strong>del<strong>la</strong></strong> gente.Eppure, un’<strong>al</strong>tra costante <strong>del<strong>la</strong></strong> pastor<strong>al</strong>eparrocchi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adriano, che ho imparatodurante l’anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>aconato, è stata <strong>la</strong> visitaagli amm<strong>al</strong>ati. Due volte <strong>al</strong><strong>la</strong> settimana,dopo <strong>la</strong> Messa <strong>al</strong><strong>la</strong> Casa <strong>di</strong> Riposo si partivain macchina <strong>al</strong><strong>la</strong> volta <strong>di</strong> Castiglione e <strong>di</strong>Volta Mantovana. Si passavano in rassegnatutti i reparti, camera dopo camera: mi meraviglioancora oggi <strong>del<strong>la</strong></strong> capacità che aveva<strong>di</strong> riconoscere i suoi parrocchiani (già <strong>al</strong>loraGui<strong>di</strong>zzolo contava più <strong>di</strong> 4.000 abitanti). Ese era necessario andava anche a Mantova, aBrescia e anche più lontano.Don Adriano, grande amministratore!Le opere da lui re<strong>al</strong>izzate lo <strong>di</strong>mostrano.Per qu<strong>al</strong>cuno questa può essere <strong>una</strong> dotenon proprio tipica del prete. Ma sapersi sacrificareper re<strong>al</strong>izzare le con<strong>di</strong>zioni perché iparrocchiani, tutti, possano fruire <strong>di</strong> buoni e<strong>di</strong>gnitosi servizi, non è <strong>una</strong> dote da poco. Evedendo <strong>la</strong> generosità dei Gui<strong>di</strong>zzolesi, c’èda <strong>di</strong>re che molti lo hanno capito, e, viste leofferte che in questi decenni ha saputo amministrare,c’è da credere che tutti gli riconoscano<strong>una</strong> grande onestà. Posso testimoniareche in parecchie occasioni ci ha rimesso anchedel suo.Don Adriano aveva <strong>la</strong> fama <strong>di</strong> riusciread ottenere sempre ciò che voleva daisuperiori ecclesiastici. Senz’<strong>al</strong>tro <strong>la</strong> Curia glidoveva riconoscenza per gli anni trascorsiin Ufficio Amministrativo. Ma nei confrontidei superiori non è mai stato né servile néopportunista. Deciso nel sostenere le sue tesied esigente nel chiedere rispetto per le sueresponsabilità in quanto parroco, vescovi eresponsabili dei vari settori <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong>ocesana,anche se t<strong>al</strong>ora non in sintonia con lesue scelte, si sono sempre sentiti in dovere<strong>di</strong> riconoscergli buona fede e infaticabile de<strong>di</strong>zioneper <strong>la</strong> sua parrocchia, e riconoscenzaper l’inventiva nel risolvere tanti problemiamministrativi e pastor<strong>al</strong>i.Don Adriano pastore. Si <strong>di</strong>ce che negli ulti-


mi anni si sia addolcito e ammansito. Dubito!… Non era senz’<strong>al</strong>tro un fautore <strong>di</strong> quelfilone <strong>del<strong>la</strong></strong> filosofia francese denominato“person<strong>al</strong>ismo”, ma un convinto assertoreche <strong>la</strong> parrocchia deve svolgere <strong>al</strong>cuni precisiservizi, con stile deciso e forte: sostegno<strong>al</strong><strong>la</strong> famiglia, attenzione ai ragazzi e ai giovani.Chi non teneva il passo, non reggeva<strong>al</strong><strong>la</strong> fatica, o possedeva sensibilità od attitu<strong>di</strong>ninon imme<strong>di</strong>atamente spen<strong>di</strong>bili perl’animazione o l’aggregazione in parrocchia,era bene che cambiasse aria...Nelle sue scelte pastor<strong>al</strong>i lo sostenevail ricordo vivo <strong>del<strong>la</strong></strong> sua esperienza <strong>di</strong> VicarioCooperatore in san Barnaba. L’amiciziariconoscente che gli riservavano gli <strong>al</strong>loragiovani delle parrocchia citta<strong>di</strong>na, lo confermavanonel<strong>la</strong> bontà delle sue convinzioni.Don Adriano e <strong>la</strong> liturgia. In tempi<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusa sciatteria liturgica (“cosa si insegnain Seminario?” borbottava ogni tanto)e <strong>di</strong> fantasie teatr<strong>al</strong>i che strappano <strong>la</strong>crime,app<strong>la</strong>usi o emozioni, ma poco hanno a chefare con le cose <strong>di</strong> Dio e <strong>del<strong>la</strong></strong> Chiesa, <strong>don</strong>Adriano è sempre stato fermo nell’educareed evangelizzare attraverso <strong>una</strong> liturgiasolenne e sobria ad un tempo, dove a tutti,senza <strong>di</strong>stinzioni, è chiesto <strong>di</strong> mettersi in faticosoascolto <strong>del<strong>la</strong></strong> Paro<strong>la</strong> <strong>di</strong> Dio.Se perfino il Vescovo mons. Carlo Ferrari,poco incline ai complimenti, ebbe a <strong>di</strong>reche <strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo, da un punto <strong>di</strong>visto <strong>di</strong> ambiente e atmosfera liturgica, era ilmeglio <strong>del<strong>la</strong></strong> Diocesi, qu<strong>al</strong>che merito, nonostanteil suo stile a volte poco accattivante, loavrà pure avuto anche <strong>don</strong> Adriano!Oggi a Gui<strong>di</strong>zzolo è ancora <strong>di</strong>ffusa <strong>la</strong>coscienza <strong>del<strong>la</strong></strong> centr<strong>al</strong>ità <strong>del<strong>la</strong></strong> Messa domenic<strong>al</strong>eed è viva <strong>la</strong> devozione <strong>al</strong><strong>la</strong> Ma<strong>don</strong>nadel Rosario, i sacramenti vengono celebraticon <strong>di</strong>gnità, le assemblee liturgiche sonoattente e partecipi: tutto questo è il risultato<strong>di</strong> <strong>una</strong> sua fedeltà <strong>al</strong>le norme liturgiche, chequ<strong>al</strong>che volta poteva sembrare perfino rigida,ma i cui frutti <strong>di</strong>cono essere sempre statasincera e coerente con il vero senso <strong>del<strong>la</strong></strong> liturgia,secondo lo spirito <strong>del<strong>la</strong></strong> Chiesa, quellospirito che anche Benedetto XVI richiamafrequentemente negli incontri con i preti.Mi preme un’ultima testimonianza,<strong>di</strong> poche parole come conviene a ciò che stoper <strong>di</strong>re. Non è stato facile neppure per <strong>don</strong>Adriano il suo essere “prete tutto d’un pezzo”.La sua fedeltà agli ide<strong>al</strong>i <strong>di</strong> <strong>vita</strong> sacerdot<strong>al</strong>ee parrocchi<strong>al</strong>e e <strong>la</strong> sua de<strong>di</strong>zione sonosempre rimasti t<strong>al</strong>i anche nei momenti dolorosidell’incomprensione, delle scelte <strong>di</strong>fficiliper il bene <strong>del<strong>la</strong></strong> parrocchia - <strong>la</strong> sua primapreoccupazione -, <strong>del<strong>la</strong></strong> sofferenza fisica cheha tentato invano <strong>di</strong> limitarlo nel suo stiled’essere parroco.Come ricordare <strong>don</strong> Adriano? Il vestitodel “buon pastore”, così come spesso èinteso, - ovvero sempre accomodante e accon<strong>di</strong>scendenteai desideri, ai capricci e <strong>al</strong>lemode del momento - mi sembra che vada unpo’ stretto a <strong>don</strong> Adriano. Ma c’è un’<strong>al</strong>tra figuranel vangelo che sembra fatta su misuraper lui: “Qu<strong>al</strong> è dunque l’amministratore fedelee saggio, che il Signore porrà a capo <strong>del<strong>la</strong></strong>sua servitù, per <strong>di</strong>stribuire a tempo debito<strong>la</strong> razione <strong>di</strong> cibo? Beato quel servo che il padrone,arrivando, troverà <strong>al</strong> suo <strong>la</strong>voro”. (Lc12,42-43). Buona ricompensa, <strong>don</strong> Adriano!Gui<strong>di</strong>zzolo, 16 ottobre 2007Visita del vescovo mwwwwwwons. Roberto BustiGui<strong>di</strong>zzolo, 3 maggio 2009Santa Messa per <strong>la</strong> canonizzazione <strong>di</strong> S. Arcangelo Ta<strong>di</strong>ni9


Il sindacoL’Amministrazione com<strong>una</strong>le tutta, consapevole<strong>di</strong> interpretare i sentimenti <strong>del<strong>la</strong></strong> popo<strong>la</strong>zionegui<strong>di</strong>zzolese, ha subito <strong>di</strong>chiaratoil LUTTO CITTADINO per il giorno e l’oradei funer<strong>al</strong>i. Il sindaco poi è intervenuto <strong>al</strong>termine <strong>del<strong>la</strong></strong> funzione:“Mai come oggi, come in questoistante, ho provato un profondo senso <strong>di</strong>inadeguatezza. Mai infatti avrei immaginato<strong>di</strong> trovarmi un giorno qui davanti a Lei, <strong>don</strong>Adriano, in questo momento per significar-Le, e questo lo faccio con tutto l’affetto <strong>di</strong> cuisono capace, il GRAZIE dell’intera comunità<strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo. Una comunità che Lei ha servitoper quarant’anni in de<strong>di</strong>zione assoluta.Un Grazie che prima <strong>di</strong> tutto è mio person<strong>al</strong>e,per quanto Lei ha rappresentato, insieme<strong>al</strong><strong>la</strong> mia famiglia, nel<strong>la</strong> mia crescita.Aggiungere parole a quelle già pronunciatenon è facile. Del resto Lei nonavrebbe voluto. Tuttavia non possono nonricordare tutti questi anni.Un <strong>servizio</strong>, il Suo, che ha contagiato.Non sempre ci si poteva trovare d’accordo,ma è sempre stata <strong>la</strong> Sua in<strong>di</strong>scutibile ed in<strong>di</strong>scussaforza mor<strong>al</strong>e ad in<strong>di</strong>carci <strong>la</strong> strada:sempre e solo ciò che si faceva era ed è statoGui<strong>di</strong>zzolo, 21 gennaio 2012Le esequie <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adrianoper questa Sua Gui<strong>di</strong>zzolo; per questa comunitàche Lei ha abbracciato sino d<strong>al</strong> primogiorno e che oggi <strong>la</strong> piange.Come non ricordare (i più giovanipossono farlo solo attraverso il ricordo <strong>di</strong>quanti come me hanno ormai molti o tutti icapelli bianchi) come non ricordare, <strong>di</strong>cevo,gli ambienti parrocchi<strong>al</strong>i che Lei ha trovatogiungendo a Gui<strong>di</strong>zzolo. La chiesa era appenastata ampliata ma i <strong>la</strong>vori non potevanocerto <strong>di</strong>rsi ultimati.Lei ha messo sin da subito <strong>una</strong> passioneche noi non conoscevamo accanto ad<strong>una</strong> competenza straor<strong>di</strong>naria oltre che,come ci ha sempre ricordato, <strong>una</strong> gran<strong>di</strong>ssimafiducia nel<strong>la</strong> Provvidenza. E il risultato èqui sotto i nostri occhi. E tutto, ci ha sempredetto, afffinchè potesse e possa servire adavvicinare l’uomo a Dio.In tutti questi anni Lei si è letter<strong>al</strong>mente‘rimboccato le maniche’: molte voltel’abbiamo vista anni fa, <strong>la</strong> sera durante i <strong>la</strong>vori,reggere <strong>la</strong> cario<strong>la</strong> carica <strong>di</strong> detriti con<strong>al</strong>cuni ragazzi che <strong>la</strong> aiutavano a ripulire <strong>al</strong>cunezone <strong>del<strong>la</strong></strong> chiesa dai c<strong>al</strong>cinacci. Oggi,senza soffermarci sulle singole opere, possiamo<strong>di</strong>re che tutto qui è stato trasformato.Ma ciò in cui Lei <strong>don</strong> Adriano ha sicuramenteprofuso <strong>la</strong> maggior parte delle Sue energieè stata l’attenzione <strong>al</strong><strong>la</strong> domenica, <strong>al</strong><strong>la</strong> liturgia,<strong>al</strong> catechismo, <strong>al</strong><strong>la</strong> preparazione ai sacramenti.E se dovessimo racchiudere <strong>la</strong> suacura pastor<strong>al</strong>e in <strong>una</strong> <strong>paro<strong>la</strong></strong> <strong>di</strong>remmo che èstata in<strong>di</strong>rizzata ALLA FAMIGLIA.Don Alberto Buoli, <strong>al</strong>cuni anni fa durante<strong>la</strong> celebrazione eucaristica nel ricordodei Suoi 35 anni <strong>di</strong> parrocchi<strong>al</strong>ità <strong>di</strong>sse “…Sono profondamente convinto che se Gui<strong>di</strong>zzolo,nonostante i problemi e le situazionicritiche che ormai segnano profondamente<strong>la</strong> <strong>vita</strong> delle nostre parrocchie, mantieneancora il volto <strong>di</strong> <strong>una</strong> comunità, molto lo sideve <strong>al</strong><strong>la</strong> paziente ragnate<strong>la</strong> <strong>di</strong> re<strong>la</strong>zioni che<strong>don</strong> Adriano in questi anni, impegnan<strong>don</strong>on poche energie, è riuscito a tessere con lefamiglie <strong>del<strong>la</strong></strong> parrocchia”.I momenti più importanti, quelli bellie quelli dolorosi, <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>vita</strong> <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noie delle nostre famiglie, negli ultimi 40 anniLei li ha vissuti accompagnandosi a ciascuno.Anche per questo noi oggi a nome <strong>di</strong>tutta Gui<strong>di</strong>zzolo, ci uniamo <strong>al</strong> dolore dei familiarie <strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> Comunità e Le <strong>di</strong>ciamoGRAZIE, grazie soprattutto <strong>al</strong> Signore che ciha concesso <strong>di</strong> percorrere un tratto <strong>di</strong> stradaaccanto a Lei.Sergio Desiderati10


La famigliaBarbara <strong>al</strong> termine <strong>del<strong>la</strong></strong> S. Messa haespresso un ultimo “Grazie”.Non è facile oggi essere servi... essere servifedeli ed esserlo per amore <strong>di</strong> Qu<strong>al</strong>cuno.Lo zio Don Adriano ci ha provato! Echissà quante volte è caduto e poi ri<strong>al</strong>zato.Ma nessuno si fa servo se prima nonha fatto un incontro, se prima non ha costruito<strong>una</strong> re<strong>la</strong>zione. E lui è con <strong>la</strong> comunità<strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo che è cresciuto (e non solo <strong>di</strong>peso) ed e <strong>di</strong>ventato vecchio.A nome <strong>del<strong>la</strong></strong> famiglia <strong>di</strong> <strong>don</strong> Adrianovorrei quin<strong>di</strong> ringraziare tutti voi.Innanzitutto per l’affetto e <strong>la</strong> stima che inquesti 40 anni gli avete sempre <strong>di</strong>mostrato,e che ha raggiunto da subito anche noi familiari.Voglio ringraziare <strong>don</strong> Libero per <strong>la</strong>premura e l’affetto con cui gli è stato vicinoe lo ha visitato in questi mesi <strong>di</strong> m<strong>al</strong>attia.Grazie ai suoi amici, ai suoi ex curati, grazieai bambini ed ai giovani. Grazie anche perle cose che con lui avevate in mente <strong>di</strong> fareancora!Noi abbiamo goduto questo zio speci<strong>al</strong>e,ci siamo voluti bene, per noi è stato<strong>una</strong> roccia... anche messa <strong>di</strong> traverso a volte.Ma certamente <strong>la</strong> sua famiglia era <strong>la</strong>comunità <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo che fino <strong>al</strong><strong>la</strong> fine haricordato con un filo <strong>di</strong> voce nelle parole enegli sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> chi incontrava.Grazie per tutto questo bene che visiete scambiati.Don Adriano in unricordo <strong>di</strong> <strong>don</strong> Libero“Dite <strong>al</strong><strong>la</strong> comunitàche ringrazioil Signore per <strong>la</strong> provache sto vivendo”È questo il testamentoche <strong>don</strong>Adriano ha affidato il28 <strong>di</strong>cembre 2011 a ungruppo <strong>di</strong> parrocchianiin visita <strong>al</strong>l’osped<strong>al</strong>e<strong>di</strong> Passirana <strong>di</strong> Rho,per tutta <strong>la</strong> sua comunità,per tutti noi.Un testamentoin piena consapevolezzae accettazione,non scritto sul<strong>la</strong> cartama nel<strong>la</strong> carne e nellospirito, frutto del percorso <strong>di</strong> quasi quattromesi <strong>di</strong> immobilità in un letto d’osped<strong>al</strong>eche mi ha ricordato <strong>la</strong> testimonianza <strong>di</strong>Sant’ Ignazio <strong>di</strong> Antiochia in occasione delmartirio: “lo sono frumento <strong>di</strong> Dio. Bisognache sia macinato dai denti delle belve, affinchésia trovato puro pane <strong>di</strong> Cristo”Fin d<strong>al</strong><strong>la</strong> notte tra il 26 e 27 settembre2011, quando l’ho trovato a terra dopo<strong>una</strong> rovinosa caduta, in cui già aveva capito<strong>la</strong> gravità <strong>del<strong>la</strong></strong> sua situazione, ho semprecolto in lui <strong>una</strong> grande forza e <strong>una</strong> grandeserenità oltre ad <strong>una</strong> grande luci<strong>di</strong>tà. Nonun <strong>la</strong>mento, non un rifiuto ma l’offerta <strong>del<strong>la</strong></strong>sua <strong>vita</strong> sull’<strong>al</strong>tare <strong>del<strong>la</strong></strong> croce, nel<strong>la</strong> logicadel pastore che offre <strong>la</strong> sua <strong>vita</strong> per le pecorein continuità e compimento <strong>del<strong>la</strong></strong> sua sceltasacerdot<strong>al</strong>e.Una testimonianza per tutti ancheper me prete che ha avuto <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong>con<strong>di</strong>videre con lui in fraternità un pezzo <strong>di</strong>strada coglien<strong>don</strong>e pian piano, nel<strong>la</strong> passionepastor<strong>al</strong>e senza età, nel<strong>la</strong> fermezzadelle convinzioni e nel prolungato tempode<strong>di</strong>cato <strong>al</strong><strong>la</strong> preghiera <strong>una</strong> forte adesionea Cristo e <strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa e il desiderio profondo<strong>di</strong> aiutare tutti i suoi parrocchiani a giocarebene <strong>la</strong> <strong>vita</strong>.Grazie <strong>don</strong> Adriano per il suo Dono:lei è stato e continua ad essere per me e credoper tanti, <strong>al</strong> <strong>di</strong> <strong>la</strong> e dentro le nostre <strong>di</strong>versità,un grande punto <strong>di</strong> riferimento.E <strong>al</strong>l’uscita d<strong>al</strong><strong>la</strong> Chiesa il commosso omaggiomusic<strong>al</strong>e del Corpo Ban<strong>di</strong>stico <strong>di</strong> Gui<strong>di</strong>zzolo conil qu<strong>al</strong>e <strong>don</strong> Adriano ha sempre avuto un rapportospeci<strong>al</strong>e.11


Supplemento <strong>al</strong> n. 100 febbraio 2012 de ”<strong>la</strong> <strong>Notizia</strong>”Fotografie: Archivio del “Centro Cultur<strong>al</strong>e San Lorenzo”

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!