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Rappresentazione digitale.pdf - Circe

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21/10/2010BITunità di misura della quantità d'informazioneIn informatica ed in teoria dell'informazione, la parola bit ha due significati moltodiversi, a seconda del contesto in cui rispettivamente la si usa:• un bit è l'unità di misura dell'informazione (dall'inglese "binary unit"), definitacome la quantità minima di informazione che serve a discernere tra due possibilialternative equiprobabili.• Numeri• Lettere• Suoni• Filmati• Immagini• Disegni (più avanti)NUMERI•un bit è una cifra binaria, (in inglese "binary digit") ovvero uno dei due simbolidel sistema numerico binario, classicamente chiamati zero (0) e uno (1).Intuitivamente: equivale alla scelta tra due valori (sì/no, vero/falso,acceso/spento), quando questi hanno la stessa probabilità di essere scelti.Matematicamente: la quantità d'informazione in bit di un evento è l'opposto dellogaritmo in base due della probabilità di tale evento. La scelta del numero 2come base del logaritmo è particolarmente significativa nel caso elementare discelta tra due alternative (informazione di un bit), ma è possibile usare anche e(numero di Nepero), usando dunque il logaritmo naturale; in tal caso l'unità dimisura dell'informazione si dice "Nat".NUMERIDIGITALIZZARE UN NUMEROPer determinare un sistema numerico serve:–Un insieme limitato di simboli (le cifre), che rappresentanoquantità prestabilite (1, 2, 3,..).–Regole per costruire i numeri:Sistemi numerici non posizionali (ROMANO)Il valore delle cifre è indipendentedalla posizioneSistemi numerici posizionali (DECIMALE; BINARIO)Il valore delle cifre dipende dalla loroposizione all’interno del numero(ogni posizione ha un significato).Un sistema di numerazione si dice posizionale se i simboli (cifre) usati per scrivere i numeri assumono valori diversi a seconda dellaposizione che occupano nella notazione.Ad esempio nel sistema di numerazione arabo (così chiamato per ragioni storiche, anche se la sua origine in realtà è indiana), quello piùcomunemente usato oggi al mondo, la prima cifra da destra esprime il numero delle unità, la seconda quello delle decine, la terza quellodelle centinaia, la quarta quello delle migliaia, e così via. Per esempio il numero 555 si legge: 5 centinaia, 5 decine, 5 unità(cinquecentocinquantacinque). La stessa cifra 5 quando si trova nella prima posizione (sempre contando da destra) ha valore cinque, nellaseconda posizione ha valore cinquanta, nella terza posizione ha valore cinquecento. In un sistema di numerazione non posizionale inveceper esprimere questi tre valori si usano tre simboli diversi: ad esempio in numeri romani cinquecentocinquantacinque si scrive DLV.I sistemi di numerazione posizionali necessitano della cifra zero per segnare i posti "vuoti". Ad esempio il numero cinquecentocinque (5centinaia, 0 decine, 5 unità) va scritto 505, con uno zero nella posizione delle decine: se non si mettesse lo zero, scrivendo 55, sarebbe ilnumero cinquantacinque invece di cinquecentocinque. Nei sistemi non posizionali invece non si usa lo zero perché l'uso di simboli diversiper unità, decine, centinaia eccetera lo rende non necessario: in numeri romani cinquecentocinque si scrive DV e non si può confondere concinquantacinque che si scrive LV.L'utilizzo della posizione per codificare delle informazioni permette di usare un numero minore di simboli: infatti il sistema di numerazioneindiano è in grado di rappresentare numeri ampi con una notazione compatta utilizzando solamente dieci simboli a differenza del sistemaromano che, per rappresentare numeri elevati, faceva uso di simboli aggiuntivi che complicavano l'apprendimento della matematica erendevano complessi i calcoli di ingegneria. L'adozione della notazione posizionale ha permesso infatti di definire ed applicare algoritmirelativamente semplici ed indipendenti dalla dimensione dei numeri per effettuare le operazioni elementari come l'addizione, lamoltiplicazione o l'elevamento a potenza, con ciò di fatto consentendo lo sviluppo del calcolo matematico astratto, e quindi della scienzamoderna.NUMERI2

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