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UNA NOVELLA DI AMBIENTE SALENTINO E LA ... - culturaservizi.it

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ALESSANDRO <strong>LA</strong>PORTA<strong>UNA</strong> <strong>NOVEL<strong>LA</strong></strong> <strong>DI</strong> <strong>AMBIENTE</strong> <strong>SALENTINO</strong>E <strong>LA</strong> SUA FONTE« Ed infatti alcuni scelgono di morire, non perché lo reputinobello, ma perché con la morte cessano tutte le sventure ». Con questomotto di cristallina limpid<strong>it</strong>à, nel trattato in due libri « de fort<strong>it</strong>udine», Gioviano Pontano, il celebre umanista e poeta della corte aragonese,suggella mirabilmente il suo pensiero, espresso nel corso delcap<strong>it</strong>olo sui timidi (lib. I; e. 62 0 1 . Egli sostiene che il suicidio haorigine sovente da un'affrettata valutazione dei fatti della v<strong>it</strong>a, daun'improvvisa crisi di sconforto e che, proprio in quanto tale, benlungi dal poter essere considerato un gesto virile — come pure alcunisostcngono — è assolutamente da ripudiarsi sul piano morale, dovendosenetrovare i veri motivi nella debolezza del carattere e in unacert9 paura di misurarsi con la realtà. Il suo è sostanzialmente uninno alla v<strong>it</strong>a che deve essere accettata per quello che è, un incoraggiarrentoalla sopportazione delle avvers<strong>it</strong>à che il destino pone sullastrada di ognuno, ed al contempo un violento rimprovero contro chi,in tutti i tempi, piuttosto che aderire a questi precetti, ha sceltola m(irte.R:asima ancor più il Pontano, coloro che all'insano gesto si sonlasciati spingere da fattori contingenti, come l'incapac<strong>it</strong>à di sopravvivereai mutamenti sociali o pol<strong>it</strong>ici di una realtà storica nella qualesi erano alimentati certi ideali, come la delusione prodotta dal nonaver potuto ottenere qualcosa che fortemente si desiderava. Ancheperché — egli aggiunge — spesso è la v<strong>it</strong>a medesima che si rendeprodiga nei nostri confronti di quanto in altra occasione ci ha privato« Maiora quotidie, et a virus et a matronis opprobria su-IVL servo dell'edizione delle opere del Pontano, data alle stampe dal Manuzionel 1518-1519 in tre torni. Il « de fort<strong>it</strong>udine » occupa le carte 49r 86r delprimo torno. (IOANNIS IOVIANI PONTANI OPE/RA OMNIA SOLUTA ORA/TIONE COMPOSITA. / VENETIIS IN AE<strong>DI</strong>BUS ALBI, ET / ANDREAESOCERI MENSE / IUNIO. M. D. XVIII.). Il testo latino della breve frasetradotta è il seguente: « Etenim mori ipsi volunt, non quia pular= idiudicent sed ut morientes mala defugiant ».79Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto E<strong>DI</strong>ESSE (Emeroteca Dig<strong>it</strong>ale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce


chestinentur, et per patientiam ,ea saepe ,quis assequ<strong>it</strong>ur, quaeratione, aut via nequeat ossequi ».Ed è proprio qui, prima di esprimere questo pensiero conclusivo,il Pontano rievoca il seguente episodio. Così egli scrive (e. 62 r.) :In Salentinis in vico Castriniano biennio ante puena,cui Neaera nomen erat, (darli obiic<strong>it</strong>ur in conv<strong>it</strong>iis, quod aLeontio, cui pacta fuerat, spreta, ac repudiata esset, nullodato responso, sese statim deiec<strong>it</strong> in puteum ».Il triste caso, accennato solamente e pure così ricco di pathos,serve all'autore per mostrare come talvolta, in preda ad un irrazionalequanto indegno sentimento d'ira, ci si senta spinti a compiere deigesti non solo profondamente nocivi, ma anche inutili al fine di raggiungerelo scopo prefisso. Egli lo fa seguire ad altri .due brevi esempi,e, pur nella lucid<strong>it</strong>à della c<strong>it</strong>azione, non sembra fermarvi troppola sua attenzione, tutto attento all'argomento principale della narrazione,cioè la confutazione del suicidio. Ma a noi interessa per la suasingolar<strong>it</strong>à. Infatti, sia pure in maniera così sintetica, e .sia pure perun attimo soltanto, ci offre la possibil<strong>it</strong>à di osservare la v<strong>it</strong>a di unpaese del meridione in pieno XV secolo.Tanto più accresce la nostra emozione, la precisazione prima topografica« in vico Castriniano » e poi cronologica (« biennio ante ») forn<strong>it</strong>adall'autore, che ci autorizza a r<strong>it</strong>enere l'episodio realmente accadutonon solo, ma ancora presente in tutta la sua drammatic<strong>it</strong>à nella memoriadel narratore.Per quanto riguarda la prima, va però osservato che in provinciadi Lecce esistono due paesi che hanno lo stesso nome: in Castrignanodel Capo, o in Castrignano dei Greci, dovrà r<strong>it</strong>enersi avvenutol'episodio? Dall'unico elemento in nostro possesso e che r<strong>it</strong>eniamo abbastanzaconvincente, i nomi dei protagonisti, vorremmo propendere peril secondo, osservando che qui, dove ancora oggi sono vivi gli usi,i costumi, e soprattutto il linguaggio greco (il paese rientra terr<strong>it</strong>orialmentenella cosiddetta Grecìa salentina), antroponomi caratteristicicome Leonzio e .Neera, saranno stati per il passato meno stranieri chealtrove.Circa la precisazione cronologica va tenuto presente che trattatofa composto qualche anno dopo la conquista di Otranto da partedei Turchi (1480), come si può agevolmente dedurre dalla lettura dellapagina introduttiva, che del luttuoso evento serba una freschissima eco.(Non sfugga che il Pontano fu personalmente nel Salento, in occasionedi questa guerra, al segu<strong>it</strong>o del Duca di Calabria Alfonso d'Aragona,cui è dedicata l'opera in questione; il che gli permise ovviamente diconoscere da vicino i luoghi ed i fatti di cui parla).80Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto E<strong>DI</strong>ESSE (Emeroteca Dig<strong>it</strong>ale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce


* * *La vicenda della giovane fanciulla suicida e di Leonzio la r<strong>it</strong>roviamo,a distanza di un secolo, nelle pagine di un attento lettore e diun fervido ammiratore del Pontano: Matteo Bandello (parte III, nov&h XI II ).Non è infrequente nel Bandello, il ricorso ad originali pontaniani 2,per piuttosto che prestar fede a quanto egli dice nella letteraintr , Auttiva alla novella, averla cioè sent<strong>it</strong>a raccontare durante unapiacevole conversazione dal « dottissimo messer Antonio Tanzio », èda credere che egli si sia serv<strong>it</strong>o del modello latino, ampliandolo, senzasentii si obbligato a farne cenno al pubblico dei lettori. Inoltre l'ambientazionesalentina (indubbiamente insol<strong>it</strong>a, oltre che unica, in unoscr<strong>it</strong>tore piemontese) ci induce fortemente a r<strong>it</strong>enerla mutuata da altroautore, cui tale ambientazione fosse più familiare. Tuttavia l'ident<strong>it</strong>àè solo nel contenuto, poiché qui l'episodio si trasforma e, arricchendosidi particolari, da semplice notizia o fatto di cronaca o exemplum,diviene novella. « Leonzio da Castrignano ama la Neera e poi l'abbandonaed ella in un pozzo s'affoga »: questo è l'argomento della narrazione,così come viene riassunto dal suo autore. Indubbiamente eglifece :icone alla fantasia dovendo illustrare un episodio di cui conoscevasolo per sommi capi lo svolgimento: ma il risultato è tantoapprezzabile da non lasciar trasparire nulla dell'originale, trasformandosia sua volta, grazie al fascino della prosa bandelliana, in unautent:co.La narrazione procede serrata, tutta fatti, senza lasciare spazioall'imma ginazione del lettore, con uno stile incisivo che bada soltantoai contenuti, inteso a raggiungere la conclusione della vicenda, dovesi chiude anche la v<strong>it</strong>a della sventurata Neera :« L'infelice Neera ( ) si levò fuor de la brigata e in unpozzo profondissimo che quivi era si gettò col capo innanzie sub<strong>it</strong>o vi s'affogò. E volendo i vicini corsi al2 P. noto che alla ricerca delle fonti del Bandello si sono dedicati, in ordinecronologico: Ulisse FRESCO (Matteo Bandello e le sue novene, Camerino, tipografiaSavini, 1903), Gioacchino BROGNOLIGO (I libri e gli autori del Bandelloin « Rassegna cr<strong>it</strong>ica della letteratura <strong>it</strong>aliana », XVIII, gennaio - giugno 1913,1-6, pp. 1-49), LETTERIO <strong>DI</strong> FRANCIA (Alla scoperta del vero Bandello in « Giornalestorico della letteratura <strong>it</strong>aliana », LXXVIII, II semestre 1921, pp. 290-324,LXXX, II semestre 1922, pp. 1-94, LXXXI, I semestre 1923, pp. 1-75).Quest'ultimo segnala ben quattordici racconti presi dal Pontano, mentre ilFresco ne aveva segnalati sette. È inutile dire che fra questi ventuno non ècompresa la novella da noi presa in esame, di cui qui, per la prima volta,s'indica la fonte.81Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto E<strong>DI</strong>ESSE (Emeroteca Dig<strong>it</strong>ale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce


omore darle a<strong>it</strong>a, dopo gran fatica, dal pozzo fuori mortala cavarono ».Inutilmente si cercano particolari che siano esterni alla vicenda,il paesaggio è del tutto assente e il nome del paese ricorre una voltasoltanto. Ci meraviglia, anzi, leggere queste parole :« Essendo poi passati alcuni giorni, avvenne che essendoNeera un giorno di festa dinanzi la casa a sedere incompagnia di molte donne de la vicinanza, come è dicostume, e parlandosi di varie cose, parve che una donnadi non so che a Neera contradicesse ».Infatti qui con semplici tratti si accenna ad un'antichissima usanza:ancora oggi a Castrignano, come in tanti altri paesi del meridione,le donne sono sol<strong>it</strong>e commentare i fatti del giorno o semplicementescambiarsi le confidenze, sul far della sera, intrattenendosi a lungosedute in strada davanti la porta di casa. Ed il Bandello ha vistogiusto, introducendo questa nota così caratteristica e così vera, chedimostra la valid<strong>it</strong>à e la robustezza del suo intu<strong>it</strong>o di narratore.Per il resto la penna del novelliere di Castelnuovo indu gia sul paesaggiopsicologico forn<strong>it</strong>o dai due protagonisti: l'innamoramento delgiovane Leonzio che desidera possedere l'oggetto dei suoi desideri,il eurfl<strong>it</strong>to intimo di Neera che, lusingata dall'interesse rivelato perlei da un uomo di nobile lignaggio, prima vorrebbe resistere e poifinisce col cedere, quindi l'abbandono di Leonzio, che sposa un'altradonna, finalmente il suicidio della giovane punta sul vivo ed offesada una coetanea.Anche qui, innovando, egli si sost<strong>it</strong>uisce felicemente all'originale:sottolineando le differenze di casta tra il giovane «nobile e dei benide la fortuna ben provvisto » e la fanciulla « di basso lignaggio nasciutae a lui non uguale », ci fornisce, infatti, la chiave per intenderela meccanica dell'episodio, suggerendoci sottilmente e facendoci antivederel'epilogo necessariamente triste perché frutto d'inganno. Quelloche;onta osservare, infine, è la maniera nettamente differente in cuii due autori, il Pontano prima il Bandello poi, si servono del medesimocontesto. Per l'uno — lo abbiamo accennato — 1' exemplumserve a dimostrare una tesi, per cui egli prende in considerazioneil gesto del suicidio in sè e le circostanze in cui nasce: si mostrapiù interessato, insomma, alle forme esteriori che al contenuto. Perl'altro tale il discorso inverso, poiché è impegnato in un discorsopsicologico che bada agli uomini e ai loro pensieri piuttosto che allecircostanze e agli ambienti. Vogliamo dire che, mentire il Pontano ponel'accento sul suicidio, come fatto in se, ripudiabile perché commesso82Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto E<strong>DI</strong>ESSE (Emeroteca Dig<strong>it</strong>ale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce


incoscientemente, il Bandello ne ricerca le cause psicologiche. Questi,come si desume dai primi righi della lettera dedicatoria della novella,manaesta maggiore interesse per i sentimenti, per i moti dell'animoumano di cui si mostra conosc<strong>it</strong>ore profondo, e facendo ricorso allavergogna, al pudore — sentimenti tipicamente femminili — su questipone l'accento, per mostrare come a provocare la reazione del suicidiosiano stati l'oltraggio subìto dalla giovane e la successiva, affatto casuale,ingiuria verbale fattale da una conoscente. Volgendo Io sguardoa qu2lrentroterra segreto ed oscuro che si nasconde nei meandri dellapsiche e che cost<strong>it</strong>uisce sovente il fondamento dei moti del cuore,egli ,ipprofondisce l'indagine magistralmente.Ed è vero che la sua opera di novellistica risulta piena di casistrani, di assassini, di improvvise pazzie, di fatti di sangue; è veroche il quadro che egli ci fornisce è quello di una società profondamentein crisi (inattesa per la ver<strong>it</strong>à, specialmente dopo l'equilibrioraggiunto dall'uomo del Rinascimento) e che si compiace di questotipo di narrazione, ma il contrappeso sta proprio nello studio attentodell'animo umano, che, messo a dura prova fdall'indagine di chi mostradi ben conoscerlo, rivela certi cedimenti, certe fratture addir<strong>it</strong>tura.che sfuggono ad un osservatore superficiale. E forse è proprioperché questi scorci di v<strong>it</strong>a cinquecentesca che il narratore ci mostraper add<strong>it</strong>arci un certo tipo di società, non sono poi tanto dissimili daquelli della v<strong>it</strong>a di oggi, che il Bandello come autore ci attrae, rivelandosidi grande attual<strong>it</strong>à. L'analisi della novella di Leonzio e diNeera, ci ha forn<strong>it</strong>o una prova di come, al di là di una sterile e pedisseguaim<strong>it</strong>azione condotta su precedenti modelli, la narrazione divengaper il Bandello un'occasione personale da non lasciarsi sfuggire;ci ha dimostrato come la fonte sia soltanto uno spunto che, trattatocon sensibil<strong>it</strong>à psicologica e poetica, si trasforma completamente nelleman ; del fru<strong>it</strong>ore che sa rinnovarne il miracolo della creazione, affiancandosial primo autore, a colui che egli, con profonda ammirazionee con umiltà di allievo, non es<strong>it</strong>a ,a chiamare sovente nel suo novel-Here il « gran Pontano ».Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto E<strong>DI</strong>ESSE (Emeroteca Dig<strong>it</strong>ale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce83

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