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la relazione fra costi economici e costi politici del multilinguismo nell ...

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~ Conclusioni ~In questo <strong>la</strong>voro sì è studiato il <strong>multilinguismo</strong> <strong>nell</strong>'Unione europea prima in chiave generale e successivamente neldettaglio <strong>nell</strong>e istituzioni, negli organi e <strong>nell</strong>e agenzie che <strong>costi</strong>tuiscono l'architettura politica <strong>del</strong>l'Unione stessa.Nel Capitolo terzo in partico<strong>la</strong>re si è cercato di inquadrare <strong>la</strong> questione dei <strong>costi</strong> e dei benefici <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong>attraverso <strong>la</strong> concorrenza di cinque ragioni base: le ragioni giuridiche, le ragioni politiche, le ragioni culturali, le ragioni <strong>del</strong><strong>la</strong>comunicazione e le ragioni di bi<strong>la</strong>ncio.Si è visto che una definizione di costo e di beneficio <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong> presenta <strong>del</strong>le difficoltà re<strong>la</strong>tive soprattutto alproblema <strong>del</strong><strong>la</strong> quantificazione di variabili prevalentemente qualitative, immateriali e simboliche. Un'analisi <strong>costi</strong> – beneficiespressa in termini monetari presenta degli indubbi limiti, perché i <strong>costi</strong> e i benefici in questione non si limitano a dei merivantaggi o svantaggi materiali o finanziari, ma comportano dei <strong>costi</strong> e dei benefici sul piano sociale e personaleAbbiamo visto poi che una scelta <strong>fra</strong> alternative di regime linguistico deve prima essere preceduta da un momento incui si definiscono i criteri per scegliere. Perché ad esempio le spese per i servizi linguistici che ammontano ad una certa ci<strong>fra</strong>quantificabile, si colorano in modo diverso a seconda dei commentatori che ne par<strong>la</strong>no? Perché sono diversi criteri di sceltaquando si mettono in re<strong>la</strong>zione le spese per i servizi linguistici con l'eguale trattamento <strong>del</strong>le lingue.La prima conclusione cui è pervenuti è appunto questa: le valutazioni sui vari aspetti <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong> dipendono inmaniera decisiva da come si pone l'osservatore verso di essi, e sui criteri di giudizio si discute, si argomenta e si dibatte, sispera pubblicamente e democraticamente. Non esistono mo<strong>del</strong>li in assoluto migliori di altri, come non esistono mo<strong>del</strong>li adatti atutte le esigenze.Nel capitolo quarto abbiamo applicato il quadro concettuale e<strong>la</strong>borato nel capitolo terzo al caso partico<strong>la</strong>re <strong>del</strong>Par<strong>la</strong>mento europeo nel<strong>la</strong> prospettiva <strong>del</strong>l'al<strong>la</strong>rgamento. Il prossimo al<strong>la</strong>rgamento rappresenta per il Par<strong>la</strong>mento un'importantesfida sotto tutti i punti di vista, e riuscire a fare conciliare le ragioni di bi<strong>la</strong>ncio con le ragioni politiche <strong>del</strong>l'uguaglianza non è uncompito semplice.Abbiamo visto i diversi mo<strong>del</strong>li di regime linguistico per il post-al<strong>la</strong>rgamento e<strong>la</strong>borati dai gruppi di <strong>la</strong>voro <strong>del</strong>Par<strong>la</strong>mento nel quadro <strong>del</strong> Rapporto Podestà. Infine, abbiamo messo tutti i mo<strong>del</strong>li in re<strong>la</strong>zione alle variabili politiche edeconomiche, e abbiamo individuato quali di essi sono politicamente e finanziariamente sostenibili. Per semplificare il mo<strong>del</strong>lo, lealtre variabili (culturali, giuridiche e linguistiche) sono state ricondotte alle prime due.La nostra analisi si è sviluppata quindi su due piani. In primo luogo si sono confrontati i mo<strong>del</strong>li proposti dal punto divista dei <strong>costi</strong> <strong>economici</strong> che una loro attuazione implica. Questi dati sono stati poi rapportati al tetto massimo di spesa annualeprevisto per il Par<strong>la</strong>mento, stabilito nel quadro <strong>del</strong>l'accordo interistituzionale di Berlino 1999 (Prospettive finanziarie 2000-2006).Abbiamo preso come parametro di sostenibilità finanziaria <strong>la</strong> percentuale annuale <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong> PE assorbita dal<strong>multilinguismo</strong> <strong>nell</strong>'ultimo periodo.Il secondo piano di studio è stato quello <strong>del</strong>le variabili politiche. Abbiamo stabilito anzitutto in che modo si possadefinire l'uguaglianza <strong>del</strong>le parti al Par<strong>la</strong>mento europeo in rapporto alle lingue. Abbiamo notato che in realtà le diversedefinizioni di uguaglianza altro non sono che modi diversi di darle valore. Detto in altri termini, possiamo dire che se A dà menovalore all'eguaglianza rispetto a B, <strong>la</strong> definirà in modo meno stringente di B. Possiamo quindi predisporre una sca<strong>la</strong> ordinale didefinizioni dal<strong>la</strong> più stringente al<strong>la</strong> meno stringente e far<strong>la</strong> corrispondere al diverso peso che gli osservatori danno<strong>del</strong>l'uguaglianza. Ora, posto che comunque un principio di uguaglianza sarà definito, abbiamo definito costo politico <strong>la</strong> rinunciaa questo principio.Abbiamo allora distinto tre definizioni di eguaglianza, dal<strong>la</strong> più restrittiva al<strong>la</strong> meno stringente:a) L'uguaglianza è presente quando vi è un trattamento assolutamente eguale <strong>fra</strong> le lingue.b) L'uguaglianza si verifica quando agli eurodeputati è assicurato il diritto di esprimersi e ricevere nel<strong>la</strong> propria linguamadre.c) L'uguaglianza si verifica quando agli eurodeputati è garantito di esprimersi nel<strong>la</strong> propria lingua madre.Per ognuna di queste concezioni di eguaglianza abbiamo messo a confronto i mo<strong>del</strong>li di regime linguistico proposti daigruppi di <strong>la</strong>voro <strong>del</strong> PE. Il trattamento <strong>del</strong><strong>la</strong> variabile costo politico è stato di tipo dicotomico, ovvero: ogni mo<strong>del</strong>lo può rispettareo no <strong>la</strong> condizione di eguaglianza così come è stata definita caso per caso.La conclusione cui siamo pervenuti è stata che se si concepisce l'uguaglianza nel modo più restrittivo possibile, nonvi è un mo<strong>del</strong>lo che sia contemporaneamente sostenibile dal punto di vista politico e finanziario. L'unico modo per trovare unmo<strong>del</strong>lo politicamente accettabile e finanziariamente sostenibile è indebolire <strong>la</strong> concezione di eguaglianza e definir<strong>la</strong> almenonel modo b). In questo contesto il mo<strong>del</strong>lo "<strong>multilinguismo</strong> control<strong>la</strong>to" proposto dai gruppi di <strong>la</strong>voro <strong>del</strong> PE, è l'unico mo<strong>del</strong>loche riesce ad essere finanziariamente sostenibile senza dover indebolire ulteriormente <strong>la</strong> concezione di eguaglianza.I "sistemi asimmetrici", finanziariamente sostenibili, non sono infatti politicamente accettabili se non nel quadro di unulteriore indebolimento <strong>del</strong><strong>la</strong> concezione di eguaglianza.69

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