la relazione fra costi economici e costi politici del multilinguismo nell ...

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Un aiuto a trovare una risposta ci viene da un recente rapporto non pubblicato di V. Mamadouh e K. Hofman (2001)dell'Università di Amsterdam, al quale gli autori ci hanno gentilmente concesso l'accesso.Mamadouh e Hofman hanno analizzato le conoscenze linguistiche dei DPE nell'arco di tre legislature: 1989-1994,1994- 1999, 1999-2004. La fonte dei dati del rapporto è l'annuario The European Companion, il quale contiene le informazionibiOgrafiche degli eurodeputati. Le informazioni biografiche contengono notizie sulle conoscenze linguistiche dei DPE, le qualisono valutazioni soggettive del loro livello di competenza linguistica 173 .Sono previsti quattro livelli di competenza linguistica (Mamadouh e Hofman, 2001: 17):- madrelingua,- fluente (saper parlare, scrivere e leggere),- conversazione (solo parlato, solo scritto/parlato o solo parlato/lettura),- nozioni ( letto e/o scritto, ma non parlato).Noi faremo riferimento fondamentalmente ai dati statistici del 1998 perché per l'anno 2000 gli autori dello studio nonhanno avuto modo di ottenere una base dati molto ampia 174 ; in ogni caso, per l'anno 2000 è comunque possibile tracciarealcune tendenze generali.20.1. – Le competenze linguistiche degli eurodeputatiFra le lingue straniere conosciute dagli eurodeputati nel 1998 il 97% erano lingue ufficiali della UE, il resto sono lingueregionali, extra-europee e le lingue classiche. Se delimitiamo il campo di analisi delle conoscenze linguistiche alle sole undicilingue ufficiali, otteniamo le seguenti proporzioni 175 (Mamadouh e Hofman, 2001:39):450400Numero di eurodeputat350300250200150100500Inglese Francese Tedesco Italiano Spagnolo Olandese GrecoPortogheseDanese S vedese F inla ndeseNozioni 26 33 17 32 29 16 4 11 10 0 0Conversazione 41 47 23 23 23 0 3 5 1 3 0Fluente 254 220 88 36 49 12 1 11 5 10 1M a dre lingua 97 74 95 64 42 40 15 15 15 16 7Grafico 4.2 – Le competenze linguistiche degli eurodeputati del 1998 -173 Secondo gli autori (2001: 17), le valutazioni che gli eurodeputati danno di se stessi, sebbene soggettive, sono abbastanzaattendibili, dato che è di beneficio al loro lavoro parlamentare fornire (e avere) informazioni adeguate su di sé ai colleghi. Unasottostima delle proprie capacità linguistiche priverebbe il DPE della possibilità di incontrare i colleghi, mentre una sovrastimaostacolerebbe il loro lavoro.174Purtroppo non sono disponibili dati su tutti i parlamentari, i particolare l'ultima edizione. Così si hanno le seguentipercentuali di informazioni disponibili (95% per il 1992 – 492/518-, 78% per il 1998 – 487/626, e solo il 46% per il 2000 –287/626). Tuttavia, dove mancavano i dati per le conoscenze linguistiche, mancavano tutti i dati biografici, e quindi,sostengono gli autori, non vi è motivo per credere che i DPE per i quali vi è assenza di dati, non volessero in particolarecomunicare le loro conoscenze linguistiche.175 Come si è accennato nella nota precedente, la base dati non è completa, e le differenze non solo ripartite inmaniera omogenea fra le delegazioni nazionali; per questo motivo, l'inglese ad esempio, che conta su un bacino di102 eurodeputati irlandesi e britannici, risulta madrelingua per più persone rispetto al tedesco, il quale conta su diun bacino di 120 deputati (tedeschi e austriaci). Infatti mentre i britannici hanno una percentuale di presenza didati biografici del 97%, i tedeschi arrivano al 86%, i francesi al 71% e gli italiani al 75%. Tuttavia, quello che ciinteressa non è tanto stabilire quante persone parlano una certa lingua come lingua madre, quanto capire letendenze di conoscenza delle lingue straniere.66
Il "prestigio" di una lingua si misura sul numero di quanti la conoscono come lingua straniera. In questo senso, dai datiemerge che le due lingue che più delle altre hanno assunto il ruolo di lingue veicolari in seno al Parlamento europeo sono ilfrancese e l'inglese.Il rapporto classifica conseguentemente le lingue in questo modo (Mamadouh e Hofman, 2001: 40):- Grandi lingue con un largo numero di locutori non madrelingua (francese e inglese) 176 .- Grandi lingue con relativamente pochi locutori non madrelingua (italiano, spagnolo e tedesco), con iltedesco che si trova in una situazione intermedia fra questo gruppo e il primo.- Piccole lingue con locutori non madrelingua (danese, olandese, portoghese, svedese).- Piccole lingue con pochissimi locutore non madrelingua (finlandese e greco).Nel 1998, gli eurodeputati erano fluenti in media in 2,5 lingue, avevano una certa conoscenza di 2,8 lingue e avevanonozioni di 3,2 lingue. È bene precisare che questi dati comprendono la lingua materna (o le lingue materne) degli eurodeputati.La tendenza generale dal 1992 al 2000 è un aumento delle competenze linguistiche degli eurodeputati.Lo studio (Mamadouh e Hofman, 2001: 35) considera poi le percentuali di eurodeputati monolingui, ovvero coloro checonoscono solamente la propria lingua madre. Lo studio offre una rappresentazione trasversale, nel senso che nota lapercentuale di eurodeputati che ha un certo grado di competenza linguistica solo nella propria lingua madre. Così, per il 1998,chi si dichiarava fluente solo nella propria lingua madre era il 28 % del totale, chi dichiarava di non poter sostenere unaconversazione se non della propria lingua madre era il 17%, e infine coloro che non hanno alcuna nozione di una lingua se nondella propria lingua madre erano il 13% degli europalamentari i cui dati erano disponibili per lo studio.La percentuale degli eurodeputati monolingui è notevolmente calata dal 1992 ad oggi e questo sembra spiegabileanche con un più attento interesse alla competenze linguistiche dei candidati da parte delle segreterie di partito e degli elettori(Mamadouh e Hofman, 2001: 77). Gli eurodeputati che dichiarano di non avere alcuna nozione di una lingua se non dellapropria lingua madre sono passati dal 33% del 1992 al 7% del 2000. La percentuale di chi si dichiara fluente solo nella proprialingua madre è passata dal 48% del 1992 al 23% del 2000. Se assumiamo che per essere in grado di fare attività politicaattiva si debba avere almeno una conoscenza fluente di una lingua, quest'ultimo dato è mette in evidenza la percentuale dieurodeputati che non è in grado di fare attività politica attiva senza l'ausilio dei servizi linguistici. Tuttavia, riuscire a parlare,leggere e scrivere è una cosa diversa da lavorare continuamente in una lingua straniera (Mamadouh e Hofman, 2001: 5), ecomunque in sede deliberativa e normativa il pieno possesso delle proprie capacità linguistiche sembra essere un requisitoessenziale.20.2. – Il potenziale comunicativo degli eurodeputatiDefiniamo repertorio linguistico come la combinazione di lingue a disposizione di un eurodeputato (Mamadouh eHofman, 2001: 50). Dalla ricerca risulta che risulta che nel 1998 il francese e l'inglese sono le lingue che più sovente ricorrononei repertori linguistici degli europarlamentari. Nel 2000 alle prime due lingue si è aggiunto il tedesco.Gli autori notano che «i repertori linguistici non sono utili allo stesso modo. Per valutare la loro utilità usiamo ilpotenziale comunicativo, cioè la percentuale di eurodeputati con cui il possessore di un certo repertorio linguistico puòcomunicare 177 » (Mamadouh e Hofman, 2001: 56).La percentuale di potenziale comunicativo medio è andata crescendo dal 1992 al 2000, e in particolare nel 1998 uneurodeputato era in media in grado di comunicare con l'84% circa dei colleghi. Inoltre, senza specificare il grado di conoscenzalinguistica, chi aveva un repertorio linguistico che comprendeva sia l'inglese che il francese nel 1998 era in grado di comunicarepotenzialmente con il 94% degli eurodeputati, mentre chi non possedeva nessuna di queste due lingue si trovava ad avere inmedia un potenziale comunicativo del 25%. Riportando i dati in un quadro sinottico osserviamo le seguenti percentuali(Mamadouh e Hofman, 2001: 62):176 La tendenza generale è quella di un arretramento del francese, ma questo forse è spiegato dalla ridotta presenzadi dati per le delegazioni francese e italiana; un'assenza che nel 2000 è arrivata mediamente al 75%.177 «Language repertoires are not equally useful. To assess their utility, we use the communication potential, the percentage ofthe MEPs with which the speaker of a language repertoire can potentially communicate» - Traduzione mia.67
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