Rappresentiamo le ipotesi fatte in un quadro sinottico:Prospettive finanziarie 2002 2003 2004 2005 2006titolo 5 – “Amministrazione” 5.012 5.119 5.225 5.332 5.439(a) Quota Par<strong>la</strong>mento pari al20% 1.002,4 1.023,8 1.045,0 1.066,4 1.087,8Quota per spese amministrative <strong>del</strong>titolo 8 -"Disponibile per Adesione" 395 437 480 480 480(b) Quota Par<strong>la</strong>mento pari al20% 79,0 87,4 96,0 96,0 96,0(c) Ipotesi: (b) è concentrato superiodo 2004-2006 0 0 94 180 180TOTALE RISORSE PARLAMENTOALLARGATO (a+c) 1.002,4 1.023,8 1.139,0 1.246,4 1.267,8Tetto massimo di spesa annuale post-al<strong>la</strong>rgamento 1.217,7Tabel<strong>la</strong> 4.4 – Prospettive di bi<strong>la</strong>ncio per il Par<strong>la</strong>mento europeo 2002-2006. In milioni di euro.Per calco<strong>la</strong>re quale sia il budget medio <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento europeo ad al<strong>la</strong>rgamento avvenuto è sufficiente fare <strong>la</strong> media<strong>del</strong>le risorse totali <strong>del</strong> PE sul triennio (2004-2006): 1.217,7 milioni di euro. Questa ci<strong>fra</strong> rappresenta il tetto medio massimo dispesa annuale previsto dal budget <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento europeo al<strong>la</strong>rgato, date le prospettive finanziarie stabilite a Berlino.Con questo dato siamo ora in grado di valutare <strong>la</strong> sostenibilità finanziaria <strong>del</strong>le diverse alternative di regime linguisticopost-al<strong>la</strong>rgamento.19. LA RELAZIONE FRA COSTI ECONOMICI E COSTI POLITICIOgnuno dei mo<strong>del</strong>li di regime linguistico che abbiamo descritto presenta dei <strong>costi</strong> e dei benefici che possono esserevalutati sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le cinque variabili descritte nel capitolo terzo: le ragioni giuridiche, le ragioni politiche, le ragioni culturali, leragioni <strong>del</strong><strong>la</strong> comunicazione e quelle di bi<strong>la</strong>ncio.In questo paragrafo confronteremo i mo<strong>del</strong>li sul<strong>la</strong> base di un'analisi in due variabili: economiche e politiche. A nostroavviso è possibile proporre un'analisi di questo tipo senza correre il rischio di cadere in eccessive semplificazioni, seassumiamo che:- I <strong>costi</strong> linguistici possono essere ricondotti ai <strong>costi</strong> <strong>economici</strong>, sotto l'ipotesi che vengano minimizzati tramite unmaggiore investimento in formazione e tecnologia 169 .- Si possano trascurare le ragioni giuridiche in quanto esse sono in fondo sono stabilite sul<strong>la</strong> base di scelte politiche equindi a queste riconducibili. Secondo giudizio <strong>del</strong> Comitato di Orientamento (Par<strong>la</strong>mento europeo, 2001b: 3), ad esempio, perscegliere un regime monolingue bisognerebbe riformare il Trattato stesso. Ma riformare il Trattato per negare il diritto deicittadini di rivolgersi alle istituzioni in tutte le lingue ufficiali, sarebbe appunto una scelta anzitutto politica.- I fattori culturali possono essere ricondotti alle ragioni politiche, il che è p<strong>la</strong>usibile dato che «ci si può chiedere se ilPar<strong>la</strong>mento, nel<strong>la</strong> sua qualità di istituzione incaricata, nei limiti <strong>del</strong>le sue attribuzioni, […], non debba assumere unaresponsabilità, per quanto sussidiaria, in materia di diversità culturale.» (Par<strong>la</strong>mento europeo, 2001b: 3).Fatte queste necessarie premesse entriamo <strong>nell</strong>'analisi <strong>del</strong><strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione <strong>fra</strong> le variabili economiche e le variabilipolitiche. Se le variabili economiche non presentano difficoltà di misurazione perché identificabili sostanzialmente con le speseper i servizi linguistici e le spese indirette ad essi imputabili (costo economico), le variabili politiche presentano invece unproblema di specificazione e quantificazione; da un <strong>la</strong>to dobbiamo chiarire quale ragione politica sia rilevante nel<strong>la</strong> nostraanalisi, dall'altro dobbiamo trovare una qualche forma di misura per essa.169 Cfr. capitolo III §2.4 – In ogni caso ricordiamo che dei <strong>costi</strong> linguistici (esattezza, rapidità e stile) sono presenti in tutti icasi, e non è facile stabilire quali mo<strong>del</strong>li siano "linguisticamente" più costosi degli altri. Per questo motivo, li trascuriamo<strong>nell</strong>'analisi comparativa.62
Ora, dal nostro studio è emerso che negli organi rappresentativi, e quindi al Par<strong>la</strong>mento europeo, vige il principiopolitico <strong>del</strong>l'uguaglianza <strong>del</strong>le parti e quindi <strong>del</strong>le lingue. Il punto da chiarire per fare un'analisi <strong>del</strong>le alternative è cosa si intendapropriamente per "uguaglianza": due osservatori possono avere opinioni opposte sul fatto che una situazione rispetti o menol'uguaglianza per i semplice fatto che definiscono l'uguaglianza in modo diverso. Nel nostro caso si tratta anzitutto si stabilire inche modo si possa definire l'uguaglianza <strong>del</strong>le parti in rapporto alle lingue al Par<strong>la</strong>mento europeo.Possiamo notare che in realtà le diverse definizioni di uguaglianza altro non sono che modi diversi di darle valore.Detto in altri termini, possiamo dire che se A dà meno valore all'eguaglianza di B, <strong>la</strong> definirà in modo meno stringente di B.Possiamo quindi predisporre una sca<strong>la</strong> ordinale di definizioni dal<strong>la</strong> più stringente al<strong>la</strong> meno stringente e far<strong>la</strong> corrispondere aldiverso peso che gli osservatori danno <strong>del</strong>l'uguaglianza.Ora, posto che comunque un principio di uguaglianza sarà definito, definiamo costo politico <strong>la</strong> rinuncia a questoprincipio.Distingueremo tre definizioni di eguaglianza, dal<strong>la</strong> più restrittiva al<strong>la</strong> meno stringente:a) L'uguaglianza è presente quando vi è un trattamento assolutamente eguale <strong>fra</strong> le lingue.b) L'uguaglianza si verifica quando agli eurodeputati è assicurato il diritto di esprimersi e ricevere nel<strong>la</strong> propria linguamadre.c) L'uguaglianza si verifica quando agli eurodeputati è garantito di esprimersi nel<strong>la</strong> propria lingua madre.Se definiamo l'uguaglianza nel primo modo, un regime linguistico che non <strong>la</strong> rispetta farà sostenere un costo politico,se <strong>la</strong> rispetta non farà sostenere un costo politico. La scelta di sostenere o meno un costo politico dipende dal decisorepubblico, tuttavia è importante che nel dibattito precedente al<strong>la</strong> scelta si concordi almeno sulle definizioni.Abbiamo risolto almeno parzialmente il problema <strong>del</strong><strong>la</strong> definizione e <strong>del</strong><strong>la</strong> quantificazione dei <strong>costi</strong> <strong>politici</strong>: prima siimposta una sca<strong>la</strong> di c<strong>la</strong>ssificazione ordinale <strong>del</strong> principio di uguaglianza, poi si tratta il costo politico come variabiledicotomica 170 .Siamo ora pronti per mettere in re<strong>la</strong>zione i <strong>costi</strong> <strong>economici</strong> e i <strong>costi</strong> <strong>politici</strong> per ogni mo<strong>del</strong>lo di regime linguistico. Primaperò dobbiamo fare un'ultima precisazione: il regime linguistico di tipo "nazionalizzazione" poco si presta ad un'analisi di costopolitico; infatti spetterebbe al singolo Stato membro decidere se provvedere o meno ai servizi linguistici per <strong>la</strong> propria lingua, equesto ci porterebbe nel piano <strong>del</strong><strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>le scelte politiche in ambito nazionale, aprendo conseguentemente <strong>la</strong>strada a una visione variabile e non unitaria <strong>del</strong>le scelte di politica linguistica. Detto in altri termini, se il nostro sistema diriferimento è il sistema comunitario, possiamo riferirci solo al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di politiche fatte da organismi in questo ambitooperano. Per questo motivo non possiamo confrontare i <strong>costi</strong> <strong>politici</strong> e quelli <strong>economici</strong> sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo"nazionalizzazione".- Alternativa 1 -Se per noi l'uguaglianza corrisponde al<strong>la</strong> definizione a), allora rappresenta un costo politico ogni situazione che non <strong>la</strong>verifica.Abbiamo quindi un campo di scelta così definito:MODELLO COSTO POLITICO COSTO ECONOMICO % SUL BUDGET MEDIO 171Monolinguismo Sì € 102,0 8,38%Multilinguismoridotto Sì € 182,9 15,02%Sistemaasimmetrico(21-1)(21-3)(21-6)SìSìSì€ 388,7€ 400,3€ 422,931,92%32,87%34,73%Multilinguismocontrol<strong>la</strong>to Sì € 447,3 36,73%Multilinguismointegrale puro No € 1.042,0 85,57%Tabel<strong>la</strong> 4.5 – La re<strong>la</strong>zione <strong>fra</strong> <strong>costi</strong> <strong>economici</strong> e <strong>costi</strong> <strong>politici</strong> in caso di concezione a) di eguaglianza – Dati <strong>economici</strong>in milioni di euro.170 Ricordiamo che si tratta di variabili che si presentano solo su due stati: esiste/non esiste, presente/assente, si/no o simili (cfr.§ III.2).171 Questo valore è dato dal rapporto <strong>fra</strong> il costo economico <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo e il Tetto massimo di spesa annuale post-al<strong>la</strong>rgamento.63
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