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la relazione fra costi economici e costi politici del multilinguismo nell ...

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«Chiunque si sia dato <strong>la</strong> pena di imparare una lingua straniera sa che il vero plurilinguismo [individuale] è in effettiun fenomeno raro. Nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi siamo padroni soltanto <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua materna in tutte le sueespressioni. È evidente che si è politicamente più forti quando si par<strong>la</strong> <strong>la</strong> propria lingua. Chi può esprimersi nel<strong>la</strong>propria lingua gode di un vantaggio nei confronti di chi deve arrangiarsi, volente o nolente, con una lingua diversadal<strong>la</strong> sua. Per contro il fatto di non potersi esprimere nel<strong>la</strong> propria lingua offre un'arma agli avversari <strong>politici</strong> di unalingua diversa» – enfasi originali.La Commissione per il rego<strong>la</strong>mento, <strong>la</strong> verifica dei poteri e le immunità si spinge più in avanti ancora concludendo:«questo è in realtà il vero movente <strong>del</strong>le proposte miranti a ridimensionare, con il pretesto di considerazioni di ordineeconomico, l'attuale disciplina linguistica.» (ibidem). A tal proposito, Piron (1997: 28) fa notare che «uno studio sui convegni e icongressi internazionali rive<strong>la</strong> che esiste una corre<strong>la</strong>zione tra il diritto sa usare <strong>la</strong> lingua materna e <strong>la</strong> frequenza <strong>del</strong>le richiestedi paro<strong>la</strong>. Una persona che non può par<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> sua lingua interviene meno spesso nel dibattito.». Se assumiamo che questetesi siano vere, appare evidente che una limitazione <strong>del</strong> plurilinguismo può essere oggetto di valutazioni opposte: chi risultaessere madrelingua di una <strong>del</strong>le lingue "privilegiate" ne trarrebbe un indubbio vantaggio, gli altri invece ne risulterebberosfavoriti.Al contrario, le istituzioni come <strong>la</strong> Commissione, <strong>la</strong> Corte di giustizia e <strong>la</strong> Corte dei conti, sono più caratterizzate nel<strong>la</strong>loro dimensione sopranazionale rispetto alle dimensione rappresentativa. Questo non significa affatto che esse non sianotenute a curare una comunicazione multilingue da e verso l'esterno (pensiamo al regime <strong>del</strong>le lingue processuali al<strong>la</strong> Corte digiustizia o ai Libri Bianchi <strong>del</strong><strong>la</strong> Commissione); quello che cambia invece è che <strong>la</strong> distinzione <strong>fra</strong> lingue ufficiali e lingue di <strong>la</strong>voroassume un contorno più nitido. Su questo punto comunque torneremo <strong>fra</strong> breve, perché non è privo di controversie.Un secondo profilo legato al<strong>la</strong> questione <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua come legame <strong>fra</strong> le istituzioni e l'esterno, riguarda più in generale ilgrande tema <strong>del</strong><strong>la</strong> partecipazione <strong>del</strong>le popo<strong>la</strong>zioni al<strong>la</strong> vita comunitaria. In questo senso il <strong>multilinguismo</strong> <strong>del</strong>le istituzioni sipresenta come pre-requisito per una partecipazione dei cittadini al<strong>la</strong> vita democratica europea. Questo significa che <strong>la</strong>comunicazione multilingue è uno degli aspetti <strong>del</strong><strong>la</strong> trasparenza e <strong>del</strong><strong>la</strong> democraticità <strong>del</strong>l'Unione.Il plurilinguismo al Par<strong>la</strong>mento europeo, ad esempio, non rileva solo per ragioni di eguaglianza <strong>fra</strong> rappresentanti deipopoli, ma anche per ragioni di partecipazione e di controllo dei cittadini sull'attività <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento stesso. La medesimaconsiderazione si impone, ad esempio, per le categorie sociali come le imprese e i sindacati, al Comitato economico e sociale.Nel<strong>la</strong> nota <strong>del</strong><strong>la</strong> commissione per il rego<strong>la</strong>mento e le petizioni, contenuta nel rapporto Nyborg (Par<strong>la</strong>mento europeo,1982a: 10), leggiamo:«La funzione di stimolo <strong>del</strong>l'opinione pubblica è svolta dal Pa<strong>la</strong>mento europeo, come dagli altri par<strong>la</strong>menti,mediante <strong>la</strong> pubblicità dei suoi dibattiti. […] Una conseguenza <strong>del</strong> principio di pubblicità è, ovviamente, che tutti icittadini comunitari debbono avere <strong>la</strong> possibilità di seguire le attività <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento europeo nel<strong>la</strong> loro linguamadre, cioè che tutti i documenti, resoconti dei dibattiti e decisioni debbono essere pubblicati in tutte le lingueufficiali, e che durante le riunioni si deve provvedere all'interpretazione in tutte le lingue ufficiali, così comeavvenuto fino ad ora.».Detto in altri termini, affinché le persone possano partecipare al<strong>la</strong> vita istituzionale è necessario che le istituzioni sidotino di una comunicazione il più possibile "inclusiva" (Phillipson, 2003). È questo il principio, che in fondo deriva ancora unavolta da quello di eguaglianza, che guida il <strong>multilinguismo</strong> <strong>del</strong>le pubblicazioni generali non strettamente normative, come <strong>la</strong>Re<strong>la</strong>zione generale <strong>del</strong><strong>la</strong> Commissione, il Bi<strong>la</strong>ncio annuale o i documenti di seduta <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento europeo, ed è semprequesto principio che guida <strong>la</strong> scelta multilingue <strong>del</strong>le pagine in Rete. In sostanza, qui non si tratta tanto di garantire un'astrattauguaglianza <strong>fra</strong> le lingue, ma piuttosto una eguaglianza <strong>fra</strong> chi usa quelle lingue. Va peraltro rilevato che nel<strong>la</strong> prassi ciò nonavviene sempre: numerosi documenti pubblici sono disponibili in tutte le lingue sono <strong>nell</strong>e versioni di sintesi 144 , e alcune <strong>del</strong>lepagine Internet sono disponibili solo in un ristretto numero di lingue 145 , se non in una soltanto; lo stesso Comitato economico esociale si è dotato di un sito solo bilingue. D'altra parte questa diversità non deve stupire; come si diceva in apertura diparagrafo, l'attenzione data ad aspetti come quelli fin qui trattati dipende dal peso che gli attori <strong>politici</strong> danno alle diversevariabili. Fatti salvi i principi generali, vi è comunque un certo campo di flessibilità <strong>nell</strong>e decisioni da prendere.b) Le lingue come controversia interna alle istituzioni stesse.La seconda dimensione di analisi degli aspetti <strong>politici</strong> <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong> concerne il tema <strong>del</strong>le lingue come controversiainterna alle istituzioni stesse. Abbiamo visto che in alcune istituzioni, in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> Commissione, <strong>la</strong> Corte di Giustizia, <strong>la</strong>144 Ad esempio, documenti di interesse pubblico come il rapporto completo "<strong>la</strong> situazione sociale <strong>nell</strong>'Unione europea 2002"oppure <strong>la</strong> rivista "parità tra donne e uomini", sono disponibile solo in <strong>fra</strong>ncese, inglese e tedesco.145 Al momento <strong>del</strong><strong>la</strong> stesura di questa tesi alcuni esempi ec<strong>la</strong>tanti sono il portale <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura <strong>del</strong><strong>la</strong> DG Istruzione e Culturadisponibile solo in cinque lingue; le pagine <strong>del</strong><strong>la</strong> DG Bi<strong>la</strong>ncio, trilingue; il sito <strong>del</strong><strong>la</strong> Presidenza di turno <strong>del</strong>l'Unione, trilingue;e soprattutto il sito <strong>del</strong>lo SCIC, disponibile solo in inglese.47

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