la relazione fra costi economici e costi politici del multilinguismo nell ...

16.1. – Le ragioni giuridicheCome si accennava in apertura di capitolo, una caratteristica essenziale del diritto comunitario è «l'impatto immediatodelle norme convenzionali e di quelle che da queste ultime ricevono forza sulla situazione giuridica soggettiva, oltre che [delleistituzioni comunitarie stesse] e degli Stati membri, anche dei singoli» (Tesauro, 2001: 74). Oltre a ciò non va dimenticato che«l'ampiezza e l'incisività delle competenze [delle Comunità] vanno senza dubbio al di là del modello tradizionale diorganizzazione internazionale.» (Tesauro, ibidem). Infine va ricordato il primato del diritto comunitario sul diritto nazionalecontrario (Fenet, 2001: 253).Dato questo contesto, se è vero che nemo ius ignorare censetur e che quindi tutti i cittadini e le imprese sono tenuti aconoscere e rispettare il diritto comunitario, si pone il problema di capire se è ammissibile chiedere loro di venirne aconoscenza in una lingua che non è a loro comprensibile. Inoltre, affinché il diritto sia per tutti i cittadini vincolante allo stessomodo, è necessario che i testi nelle varie lingue facciano fede in eguale misura; essi cioè devono essere tutti testi autentici (v.capitolo I). Se queste condizioni non fossero rispettate la certezza del diritto e l'uguaglianza dei diritti ne verrebbero lesi. Delresto, abbiamo studiato nel precedente paragrafo quali sono grossomodo le conoscenze linguistiche degli europei, e dai datiche erano emersi risultava chiaramente che un diritto non multilingue non sarebbe accessibile ai cittadini.Coerentemente, i Trattati sono redatti in dodici lingue, le disposizioni del Regolamento n° 1/58 tengono conto di questanecessità disponendo che la Gazzetta Ufficiale sia redatta nelle undici lingue ufficiali (art. 5), così come i regolamenti e gli altritesti di portata generale, e la Corte di giustizia, infine, provvede alla traduzione delle sentenze in tutte le lingue.A fianco dei doveri, il multilinguismo è indispensabile anche per un pieno esercizio dei diritti dei destinatari delledisposizioni, e in questo senso, come visto, si muovono le norme di procedura della Corte, le disposizioni sul diritto di petizionenella propria lingua al Parlamento europeo, nelle altre istituzioni e negli altri organi comunitari contemplati (art. 21 TCE).In una situazione di limitazione delle lingue ufficiali, gli Stati membri nelle lingue dei quali le norme non sono stateredatte, dovrebbero comunque accollarsi le spese di traduzione e quindi «un risparmio europeo diverrebbe una spesanazionale» (Commissione per il regolamento e le petizioni - Parlamento europeo, 1982a : 9). La scelta di delegare agli Stati latraduzione implicherebbe una inutile duplicazione delle strutture e quindi dei costi, ad esempio a causa del fatto che servizilinguistici comunitari sono dotati di importanti strumenti di ausilio al lavoro centralizzati come le banche dati terminologiche, lequali assolvono un compito di grande importanza perché garantiscono una certa standardizzazione nell'utilizzo delleespressioni normative nelle diverse versioni linguistiche.In aggiunta a questo, vi sono delle ragioni che hanno a che fare con la certezza del diritto stessa. Permettere che itesti normativi non siano tradotti, comparati e controllati sulla loro mutua consonanza da un'unica entità centralizzata ealtamente specializzata, potrebbe attentare all'uniformità del diritto comunitario e aumentare conseguentemente l'incertezza.Inoltre, una scelta tale renderebbe ancora più problematica l'opera di mediazione fra le discordanze che comunque si possonopresentare nei casi di convivenza fra diverse versioni di un medesimo testo. Come spiega Van Calster (1997: 373), diversemisure preventive vengono prese nell'elaborazione del diritto derivato affinché si evitino discrepanze fra i diversi testi autentici:«la Direzione Generale (DG) interessata redige in una lingua una versione definitiva di tutti i testi che devonocomparire nella Gazzetta Ufficiale, dopo aver consultato altre Direzioni Generali e diversi comitati consultivi.Questo testo è inviato al Servizio di Traduzione [che] provvede alla traduzione nelle altre lingue. La DGinteressata consegna il testo alla Commissione. Un gruppo di revisori legali […] esaminano le varie versioniriguardo la loro mutua consonanza. L'autore del testo originale, così come alcuni esperti, li aiutano nel lavoro. LaCommissione poi, prende la decisione finale 142 .».Nel caso invece di decisioni individuali, prosegue Van Calster (ibidem), solo una versione fa fede, e la procedura sopradescritta può non essere seguita in termini rigorosi.Nonostante queste precauzioni, comunque può poi verificarsi che emergano delle "oscurità" nei testi. Van Calster(1997: 374) ne elenca cinque:- una versione dice una cosa diversa da un'altra;- una versione usa un'espressione senza significato, o di significato incerto;- in una versione il termine è ambivalente o polivalente;- in una versione il termine ha un significato più vasto che nelle altre versioni;- un testo usa una categoria che non compare nelle altre versioni.142 «The Directorate General concerned drafts a definitive version in one language of all texts which have to appear in theOfficial Journal, after consultation of other Directorates general and several advisory committees. This text is sent to theTranslation Service [which] provides a translation in the other official languages. The DG concerned then hands the text overto the Commission. A group of lawyer-revisors […] examines the various versions as regards their mutual consonance. Theauthor of the original text, as well as some experts, help them in the task. The Commission then takes the final decision.» -Traduzione mia.45