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la relazione fra costi economici e costi politici del multilinguismo nell ...

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GRADO DI CONOSCENZA IN GENERALE INGLESEEccellente 16,00% 14,00%Buono 35,00% 33,00%Elementare 41,00% 29,00%? 8,00% 24,00%Tabel<strong>la</strong> 3.3 – Grado di conoscenza <strong>del</strong>le lingue straniere <strong>fra</strong> chi ha dichiarato di conoscere almeno una linguastraniera (52,7% degli intervistati) e <strong>fra</strong> chi ha dichiarato di conoscere l'inglese (40,5% degli intervistati).- Dati in Commissioneeuropea (2001a: 5-6, e 2001b: 8 per le percentuali sull'inglese).Prevedibilmente, le percentuali di chi dichiara di conoscere lingue straniere e il grado di conoscenza <strong>del</strong>le stesse,aumentano con l'età e il grado di istruzione.A tale proposito, è interessante concludere questo paragrafo volgendo rapidamente lo sguardo verso il futuro,presentando i dati re<strong>la</strong>tivi all'anno sco<strong>la</strong>stico 1996-1997 riguardo le lingue più insegnate <strong>fra</strong> gli alunni e studenti europei nei ciclid'istruzione primario e secondario (Eurydice - Commissione europea, 2001c):LINGUA CICLO DI INSEGNAMENTO PRIMARIO CICLO DI INSEGNAMENTO SECONDARIOInglese 35% 91%Francese 3% 34%Tedesco 2% 15%Spagnolo - 5%Tabel<strong>la</strong> 3.4 – Percentuale di alunni e studenti europei <strong>del</strong>l'istruzione primaria e secondaria che apprendono il <strong>fra</strong>ncese,l'inglese, lo spagnolo e il tedesco.Al livello secondario di istruzione si studiano in media 1,4 lingue.La lingua italiana riveste un ruolo <strong>del</strong> tutto marginale nel quadro <strong>del</strong>l'insegnamento sco<strong>la</strong>stico europeo, e ricopre unapercentuale di insegnamento <strong>fra</strong> il 4% e il 6% solo in Paesi limitrofi come <strong>la</strong> Francia, l'Austria e <strong>la</strong> Slovenia.Infine, per quanto riguarda i Paesi <strong>del</strong>l'Europa centrale e orientale, è interessante notare che le lingue più studiate<strong>nell</strong>e scuole siano, <strong>nell</strong>'ordine: inglese, tedesco e russo in partico<strong>la</strong>re, e in misura minore <strong>fra</strong>ncese e spagnolo (Commissioneeuropea, 2001c: 162).16. LE VARIABILI IN GIOCONon è semplice fare un'analisi dei vantaggi e degli svantaggi <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong>. Oltre <strong>la</strong> complessità <strong>del</strong> tema e allereazioni appassionate che suscita ogni dibattito a riguardo, vi è <strong>la</strong> difficoltà reale di quantificare variabili prevalentementequalitative, immateriali e simboliche. Un'analisi <strong>costi</strong> – benefici espressa in termini monetari presenta degli indubbi limiti, perchéi <strong>costi</strong> e i benefici in causa non si limitano a dei meri vantaggi o svantaggi materiali o finanziari, ma comportano dei <strong>costi</strong> e deibenefici sul piano sociale e personale (Grin, 1997).Ma non è tutto. Grin (1997) fa notare che, posto che si siano identificate le variabili in gioco e che si possa trovare unaqualche forma di misura per esse, una scelta <strong>fra</strong> alternative deve prima essere preceduta da un momento in cui si definiscono icriteri per scegliere. Perché ad esempio le spese per i servizi linguistici che ammontano ad una certa ci<strong>fra</strong> quantificabile, sicolorano in modo diverso a seconda dei commentatori che ne par<strong>la</strong>no? Perché alle volte sono definite "titaniche", altre volte"cospicue", altre ancora "giuste", oppure esse sono "inutili" per alcuni o "indispensabili" per altri? Perché sono diversi criteri discelta quando si mettono in re<strong>la</strong>zione le spese per i servizi linguistici con l'eguale trattamento <strong>del</strong>le lingue.Le valutazioni sui vari aspetti <strong>del</strong> <strong>multilinguismo</strong>, quindi, dipendono in maniera decisiva da come si pone l'osservatoreverso di essi, e sui criteri di giudizio si discute, si argomenta e si dibatte, si spera pubblicamente e democraticamente. Perquesto motivo non entreremo nel merito. Quello che invece cercheremo di fare in questo paragrafo è di identificare quali sonole variabili in gioco, tentando di fare risaltare, ove è possibile, i diversi punti di vista sui vari aspetti trattati.Per quanto riguarda il problema <strong>del</strong><strong>la</strong> misurabilità <strong>del</strong>le variabili, esso è un altro problema di grande complessità chepurtroppo non avremo modo di trattare. Tuttavia, ciò che cercheremo di fare nel prossimo capitolo è di osservare il casospecifico <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento europeo, considerando le variabili qualitative dal punto di vista che presenta meno difficoltà dimisurazione, ovvero quello dicotomico (sì o no, realizzato non realizzato, e così via) (Grin, 1997).44

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