<strong>costi</strong>tuisse in realtà un vero ostacolo all'insegnamento. Ci si rivolse al<strong>la</strong> Corte per denunciare un caso di discriminazionemascherata, anche se il requisito <strong>del</strong><strong>la</strong> padronanza <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua era comunque richiesto a tutti. La Corte non ha dato ragioneal<strong>la</strong> signora Groener, e ha sostenuto che i trattati CEE garantiscono comunque una certa flessibilità politica destinata aproteggere e promuovere <strong>la</strong> lingua nazionale, sempre se questa esigenza è messa in atto in modo proporzionale e nondiscriminatorio (Yasue, 1999: 280 e Milian-Massana, 1995: 507). In ogni caso, fa notare Nic Shuibhne (2002: 6), <strong>la</strong> decisioneGroener rappresenta l'unica «vittoria» normativa di uno Stato membro nel campo <strong>del</strong><strong>la</strong> libera circo<strong>la</strong>zione dei <strong>la</strong>voratori ed ècomunque emerso che «<strong>la</strong> politica linguistica degli Stati membri non è un argomento sottoposto soltanto al<strong>la</strong> sovranità statale,ma è sottoposto anche al<strong>la</strong> giurisdizione <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità.» (Urueña, 1997: 22).Per concludere questo breve paragrafo bisogna ricordare <strong>la</strong> direttiva <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> 26 luglio 1977 52 re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong>formazione sco<strong>la</strong>stica dei figli dei <strong>la</strong>voratori migranti. Essa prevede che gli Stati membri si dotino <strong>del</strong>le misure necessarieaffinché vengano forniti ai figli dei <strong>la</strong>voratori migranti tutti gli insegnamenti necessari per l'apprendimento <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua <strong>del</strong> paeseospite e <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua madre (vedi allegato n. 2).La direttiva, in quanto favorisce l'inserimento dei figli dei <strong>la</strong>voratori migranti nel contesto sociale di arrivo, è daconsiderarsi come una misura volta a favorire <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong> Mercato comune poiché migliora le condizioni per <strong>la</strong> liberacirco<strong>la</strong>zione dei <strong>la</strong>voratori. Essa inoltre, in quanto richiede l'insegnamento <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua madre, «traduce l'intenzione dipreservare <strong>la</strong> diversità linguistica affinché i figli di migranti possano riadattarsi al proprio paese. 53 » (Yasue, 1999: 278).Quest'ultima considerazione ci permette quindi di sfumare verso il prossimo paragrafo in cui andremo proprio a studiarequali sono state le iniziative comunitarie per <strong>la</strong> valorizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> diversità linguistica europea. Prima però è il caso disegna<strong>la</strong>re che le basi giuridiche <strong>del</strong><strong>la</strong> direttiva <strong>del</strong> 1977 erano le disposizioni che riguardavano <strong>la</strong> libera circo<strong>la</strong>zione dei<strong>la</strong>voratori, e, proprio in virtù di questa incidenza indiretta nel campo linguistico, si trattava di una misura di rego<strong>la</strong>zionelinguistica.9. IL MULTILINGUISMO COME RICCHEZZA DELL'EUROPA.Prima <strong>del</strong><strong>la</strong> firma <strong>del</strong> TUE si sono susseguite diverse iniziative che riguardavano più o meno direttamente le lingue, epoiché comunque esse «trovavano nei trattati solo <strong>del</strong>le giustificazioni indirette fondate sul<strong>la</strong> libera circo<strong>la</strong>zione e sul<strong>la</strong>formazione professionale, [si può] considerare che queste decisioni rientrano nel campo <strong>del</strong><strong>la</strong> rego<strong>la</strong>zione linguistica. 54 »(Labrie, 1993: 303) - Enfasi mia.Vedremo velocemente quali sono state le principali iniziative subito qui di seguito.4.1. – Le azioni e i programmi comunitari prima di MaastrichtIn una prima fase che va grossomodo dal 1954 al 1974 l'iniziativa nel campo <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura e <strong>del</strong>le lingue fu <strong>nell</strong>e mani <strong>del</strong>Consiglio d'Europa (Labrie, 1993: 280- 303). In partico<strong>la</strong>re nel 1962 il Consiglio d'Europa creò al suo interno il Consiglio <strong>del</strong><strong>la</strong>Cooperazione Culturale, <strong>nell</strong>e attività <strong>del</strong> quale rientravano alcune azioni riguardanti le lingue moderne. Ma il Consigliod'Europa non è un'istituzione comunitaria e le sue attività e iniziative nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di una politica per l'acquisizione <strong>del</strong>lelingue furono semplicemente una «tappa preliminare all'intervento comunitario 55 .».Successivamente, le istituzioni comunitarie hanno assunto un ruolo attivo nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di programmi e di azioniaventi come componente principale o secondaria l'apprendimento o l'incentivo all'utilizzo <strong>del</strong>le lingue. Passiamo brevemente inrassegna alcuni <strong>fra</strong> i primi e più importanti programmi comunitari a riguardo:- ERASMUS – 1987 – (European Community Action Scheme for Mobility of University Students).Si tratta <strong>del</strong> celebre programma per <strong>la</strong> mobilità per studenti universitari e <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione <strong>fra</strong> università europee.- YES for Europe – 1988 –Si tratta di un programma destinato ai ragazzi <strong>fra</strong> i 15 e i 25 anni concepito per favorire gli scambi giovanili <strong>fra</strong> gli Statimembri e permettere ai partecipanti di familiarizzarsi con le altre culture.- EURYDICE – 1989 -Si tratta di una rete informativa in merito alle diverse politiche sull'istruzione nel<strong>la</strong> Comunità europea.52 Direttiva <strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong> 25 luglio 1977 n° 77/486/CEE, in GUCE L 199.53 «cette directive traduit l'intention de préserver <strong>la</strong> diversité des <strong>la</strong>ngues pour que les enfants d'immigrés puissent seréadapter à leur propre pays». Traduzione mia.54 «[…] Elles ne trouvaient dans les traités que des justification indirectes, fondées sur <strong>la</strong> libre circu<strong>la</strong>tion et sur <strong>la</strong> formationprofession<strong>nell</strong>e, [on peut] considérer que ces décisions relèvent de <strong>la</strong> régu<strong>la</strong>tion linguistique.». Traduzione mia.55 «étape préa<strong>la</strong>ble à l'intervention communautaire.». Labrie (1993 : 279) – Traduazione mia.16
- LINGUA - 1989 –Si tratta di un programma <strong>costi</strong>tuito di cinque azioni per <strong>la</strong> promozione <strong>del</strong>l'apprendimento <strong>del</strong>le lingue straniere per icittadini <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità europea. A questo fine esso prevede una maggiore mobilità degli insegnati e dei discenti. Una <strong>del</strong>lepriorità <strong>del</strong> programma consiste inoltre nel sostegno <strong>del</strong>l'insegnamento e l'apprendimento <strong>del</strong>le lingue considerate meno diffusee meno insegnate.- TEMPUS – 1990 – (Trans-European Mobility Scheme for University Studies).Si tratta di un programma comunitario in favore <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>del</strong>l'istruzione superiore nei paesi <strong>del</strong>l'Europa centrale eorientale.- MEDIA – 1990 -Si tratta di un programma che mira a rafforzare <strong>la</strong> competitività <strong>del</strong>l'industria audiovisiva europea tramite una serie dimisure di supporto per <strong>la</strong> formazione professionale, lo sviluppo di progetti di produzione, <strong>la</strong> distribuzione e <strong>la</strong> promozione <strong>del</strong>leopere cinematografiche e audiovisive; in partico<strong>la</strong>re MEDIA promuove <strong>la</strong> sottotito<strong>la</strong>tura dei film <strong>nell</strong>e varie lingue. Il capitolo sul<strong>multilinguismo</strong> <strong>nell</strong>e produzioni mediatiche è chiamato BABEL.Alcuni di questi programmi oggi non esistono più o sono stati riformati e ampliati. Vedremo <strong>fra</strong> breve una rassegna deiprogrammi attuali.4.2. – L'Unione, <strong>la</strong> cultura e le lingue dopo MaastrichtIl 7 febbraio 1992 venne firmato a Maastricht il trattato sull'Unione Europea che entrò in vigore il 1° novembre 1993.Come riassumono efficacemente Beutler, Bieber, Pipkorn, Streil e Weiler (2001 : 605):«Il TUE ha ampliato e confermato le competenze <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità nel settore <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca, <strong>del</strong><strong>la</strong> formazione e<strong>del</strong><strong>la</strong> cultura. Allo stesso tempo questa riforma <strong>del</strong> trattato ha chiarito che <strong>la</strong> competenza <strong>del</strong><strong>la</strong> CE deve essereconsiderata come integrativa <strong>del</strong><strong>la</strong> competenza nazionale. Le basi politiche di questa riforma risalgono al<strong>la</strong> fasedi avvio <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità europee. Ci sono due dichiarazioni dei capi di stato e di governo degli anni 1961 e 1983che spiegano come <strong>la</strong> formazione, <strong>la</strong> cultura e <strong>la</strong> ricerca, già dall'inizio, venivano considerate questioni diinteresse comune.».Al di là <strong>del</strong>le moltissime novità che il TUE introduce, esso «dà per <strong>la</strong> prima volta una definizione esplicita di cosa siintende per formazione e cultura a livello comunitario.» (Beutler, Bieber, Pipkorn, Streil e Weiler, 2001: 607). In partico<strong>la</strong>re a noiinteressano due nuovi articoli: il 151 TCE (l'ex 128, poi leggermente emendato con Amsterdam) sul<strong>la</strong> Cultura e il 149 TCE (l'ex126) sull'istruzione, formazione professionale e gioventù (v. Allegati n. 3 e n. 4).In base al principio di attribuzione, <strong>la</strong> Comunità può agire secondo le competenze previste dai trattati, e, dai dispostidegli articoli appena visti, emerge che l'azione comunitaria è di "sostegno", di "integrazione" e di "contribuzione" all'azione degliStati membri. Inoltre, notiamo <strong>la</strong> differenza <strong>fra</strong> l'articolo 149 e il 151 in merito alle modalità di voto: in campo culturale vigel'unanimità mentre nel<strong>la</strong> formazione i trattati prevedono <strong>la</strong> maggioranza qualificata.È importante notare che con il TUE <strong>la</strong> base giuridica <strong>del</strong>le azioni comunitarie che interessano l'ambito <strong>del</strong>le lingue si èampliata; ora, le azioni concernenti le lingue che abbiano come fondamento diretto queste basi giuridiche, possono considerarsi<strong>del</strong>le politiche linguistiche pienamente istituzionali (Labrie, 1993: 303).Le motivazioni che sottostanno alle misure di politica linguistica e di rego<strong>la</strong>zione linguistica comunitarie <strong>del</strong>l'ultimodecennio si sono ampliate rispecchiando l'al<strong>la</strong>rgamento di competenze <strong>del</strong><strong>la</strong> Comunità, il maggior livello di integrazione <strong>fra</strong> Statimembri e le nuove esigenze <strong>del</strong> mondo post-bipo<strong>la</strong>re. Il <strong>multilinguismo</strong> (individuale e istituzionale) oggi non è importante soloper favorire <strong>la</strong> mobilità dei fattori all'interno <strong>del</strong> Mercato comune o per assicurare <strong>la</strong> certezza <strong>del</strong> diritto; esso è anche requisitofondamentale per vivere e <strong>la</strong>vorare nel<strong>la</strong> società <strong>del</strong><strong>la</strong> conoscenza e <strong>del</strong>l'informazione 56 , è uno dei temi chiave nei dibattiti sulleproblematiche legate al<strong>la</strong> governance in Europa 57 , ai diritti dei cittadini <strong>del</strong>l'Unione 58 e al<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di politiche per56 Cfr: Libro Bianco su istruzione e formazione – Insegnare e apprendere – Verso <strong>la</strong> società conoscitiva COM (95) 590,novembre 1995; Conclusioni <strong>del</strong><strong>la</strong> presidenza <strong>del</strong> Consiglio europeo di Stoccolma, 23-24 marzo 2001 sull'impiego <strong>del</strong>lenuove tecnologie. Libro Verde – Vivere e <strong>la</strong>vorare nel<strong>la</strong> società <strong>del</strong>l'informazione – priorità al<strong>la</strong> dimensione umana, COM (96)389, luglio 1996; Libro Verde sull'informazione <strong>del</strong> settore pubblico nel<strong>la</strong> società <strong>del</strong>l'informazione – COM (98) 585 def.57 Cfr: Libro Bianco: <strong>la</strong> governance europea COM (2001) 428, luglio 2001.58 Cfr: Articolo 17 TCE sull'istituzione <strong>del</strong><strong>la</strong> cittadinanza <strong>del</strong>l'Unione; articolo 6 TUE sul rispetto dei diritti <strong>del</strong>l'uomo e <strong>del</strong>leidentità nazionali degli Stati membri.17
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